Il territorio del comune di Cutrofiano si estende nella parte centrale della provincia a circa 32 km dalcapoluogo, in direzione sud. Occupa una superficie territoriale di 55,72 km² ed è situato a 81m s.l.m. L'altezza minima è di 65 metri mentre quella massima raggiunge i 119 metri. L'escursione altimetrica risulta essere pari a 54 metri.
Dal punto di vista meteorologico Cutrofiano rientra nel territorio del basso Salento che presenta un clima prettamentemediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, latemperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +5 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +30 °C. Leprecipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo inprimavera-estate ed un picco inautunno-inverno. Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalleserre salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola[6].
L'origine etimologica risale al nome di persona greco-latino:Oecotrophius; o osco:Octufrius. La toponomastica riporta anche una derivazione collegata all'antica attività di produrre oggetti di terracotta, icutrubbi, tipici recipienti di argilla (dal grecokhytra che vuol dire vaso), da cuiCutrubbiano, e poiCutrofiano. Gli abitanti si chiamano cutrofianesi.
Di un gruppo di casali medievali, alcuni dei quali sorti su antichevillae rusticae opagi diepoca romana imperiale, è sopravvissuto alle distruzioni deiturchi nelXV eXVI secolo solo quello più vicino all'antica palude: Cutrofiano.
È nella palude e nelle argille che si giustifica l'antropizzazione del luogo fin dai tempi remoti: l'industria ceramica è documentata non solo dai numerosi prodotti raccolti nel Museo civico, ma anche dalla scoperta di unafornace di epoca romana recentemente emersa in località“Scacciato”. La distruzione diOtranto nel 1480 fu anticipata dalla distruzione di Cutrofiano (una settimana prima di quell'11 agosto) e di tutti i casali circostanti.
NelSeicento, caduta la paura dei Turchi, e abbattute le misere mura di difesa, il paese iniziò ad espandersi, e le botteghe della ceramica formarono quasi un casale a parte ad est del paese da nord a sud. Nel 1745-50, epoca in cui si redigono iCatasti Onciari voluti dal Re di NapoliCarlo III di Spagna, Cutrofiano contava circa 650 abitanti, 150 dei quali vivevano dell'industria ceramica di pignatari, piattari e codimari (vasai).
Fece parte dellaContea di Soleto dal 1319, entrando così nei vastissimi possedimenti deiDel Balzo-Orsini, principi diTaranto e Conti di Lecce. Nel 1484 il casale fu ceduto dallacorona aragonese aiDel Doce - Capece che nel 1664 lo cedettero ai loro parentiFilomarini, che lo tennero fino al 1806, anno in cui fu soppressa la feudalità.
Un caso particolare di lunga diatriba giudiziaria, legata all'eversione feudale, fu quello della foresta di Cutrofiano, che era ancora demanio nelQuattrocento, ed era una propaggine della vastamacchia mediterranea che un tempo ricopriva il basso Salento. Si estendeva a sud del casale per 1000tomoli, corrispondenti a circa 716 ettari, e costituiva la fonte principale per la provvigione della legna che alimentava i forni per la produzione della terracotta. All'atto della divisione tra feudatario eUniversitas l'estensione fu quasi dimezzata ed il feudatario divenne per compromesso proprietario di un bene demaniale.[8]
Sin dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento e sino all'inizio degli anni Settanta, Cutrofiano conobbe una stagione di sviluppo ed ammodernamento, con l'avvio di numerose opere pubbliche e di interesse generale.
Il centro abitato fu dotato di servizi come le Scuole di via Catania, l'Ufficio postale di via Capo ed il mercato coperto di via Milite Ignoto. Si realizzò la sopraelevazione del Municipio e si costruirono le reti idrica e fognante.
Fu in quel periodo che si regolamentarono vari aspetti della vita quotidiana, soprattutto dal punto di vista sanitario: si ridussero le emissioni di polveri dei numerosi forni situati nel centro cittadino e si proibì l'uso della cosiddetta "caratizza", il carretto che si occupava di raccogliere i liquami prodotti dalle famiglie per farne poi concime per i campi.
Si intrapresero numerose iniziative sociali ed economiche, come la stipula di diverse convenzioni con Enti pubblici ed Istituti di credito per l'erogazione di mutui a basso costo per l'acquisto della prima casa o i servizi di assistenza diurna per i disabili, tra i primi Comuni in Italia.
Nonostante tali iniziative, tuttavia, la comunità cutrofianese conobbe forti correnti migratorie verso le città del nord e versoSvizzera,Germania,Belgio dove le opportunità lavorative erano molto più elevate.
Le condizioni di vita, per la maggior parte dei braccianti, facenti parte di famiglie spesso numerose, erano quelle di chi lavora a giornata ("de sule an sule"). Anche le donne partecipavano ai lavori dei campi nelle giornate di vendemmia e raccolta delle olive. La maggior parte dei lavori erano svolti manualmente e la mancanza di energia elettrica nelle campagne non permetteva nemmeno di sollevare l'acqua dai pozzi.
D'estate si dormiva in campagna e si mangiava una sola volta al giorno, la sera, una minestra di legumi o di ortaggi cotti con i tralci secchi delle viti ("sarmente") o le piante secche di tabacco ("tabaccare"). Ci si trovava poi tutti insieme davanti a un piccolo falò per raccontare qualche storia.
La fertile terra permetteva, nella stessa annata, due diverse coltivazioni anche perché la natura argillosa del sottosuolo permetteva di raccogliere in pozzi profondi 7-8 metri l'acqua usata di giorno per l'irrigazione.
Gli stessi contadini preparavano semenzai e trapiantavano le piantine così che, mentre si essiccava il tabacco a fine agosto, si poteva avviare la coltivazione di cicoria, di rape, di cavoli, sedano e finocchi da raccogliere poi a novembre e dicembre.
Dagli anni settanta, con l'elettrificazione delle campagne, il completamento della rete idrica e fognaria, la cittadina ha potenziato le attività agricole e zootecniche, ed è diventata un punto di riferimento per tutto il Salento.
Lo stemma comunale è rappresentato da uno scudo d'argento, al cavaliere con elmo e mantello, su un cavallo inalberato su campagna al naturale.[9]Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Il prospetto è instile neoclassico e rispecchia la divisione in tre navate dell'interno. È caratterizzato da tre portali, tutti sormontati da untimpano triangolare e da una finestra a edicola delimitata da duelesene e da unabalaustra. L'interno, a tre navate divise da colonne, conserva sette altari instile barocco, rimontati dalla precedente chiesa seicentesca. Di particolare pregio artistico sono la tela raffigurante la Vergine con il Bambino tra iSan Gennaro eSan Francesco d'Assisi, opera diFrancesco Solimena, e il Crocefisso ligneo del XVII secolo.
La chiesa dell'Immacolata, terminata nel 1772, presenta una pianta a forma ottagonale allungata. Fu voluta molto probabilmente dai maestri della ceramica che in quella zona avevano la gran parte delle loro botteghe e fu costruita con l'aiuto economico dei Filomarini, soprattutto di Lelio, figlio cadetto e longevo del primo duca Alfonso (+ 1692).
Presenta un'elegante facciata divisa in due ordini e caratterizzata dalla finestra centrale riccamente decorata e sormontata dallostemma borbonico. Ai lati della finestra si aprono due nicchie che ospitano le statue diSan Rocco eSan Filippo Neri. Sulla sommità delfrontone monocuspidale è posta la statua dell'Immacolata. L'interno, di fattura sobria dovuta a rimaneggiamenti ottocenteschi, custodisce, lungo le pareti laterali, dei medaglionirococò inpietra leccese contenenti tele raffiguranti alcuni episodi della vita della Madonna, autografe opere della pittriceruffanese Maria Rachele Lillo.
LaChiesa Valdese di Cutrofiano nasce intorno al 2011 e si trova al di fuori del centro abitato, in Contrada Macchia ed è una delle Chiese che si occupano deiCristiani Protestanti in Salento.
Palazzo Filomarini è un'opera seicentesca attribuita a Francesco Manuli. La struttura è il risultato dell'adattamento e della ristrutturazione del preesistente castello. È anche conosciuto comePalazzo della Principessa perché a Marianna, ultima dei Filomarini, morta nel 1845, succede il figlio Gaetano d'Aragona che sposa Sara Pryce. Quest'ultima, morta nel 1897, veniva chiamata dagli abitanti del luogoPrincipessa.
Dell'antica costruzione rimangono parte del piano inferiore e una torre quattrocentesca. Sono riconducibili alCinquecento i balconi della facciata in piazza Municipio, l'elegante gruppo scala e il balcone che si affaccia nel cortile interno. La sobria facciata di Via Filomarini, in pietra locale, con portalebugnato ed idoccioni antropomorfi, risalgono alXVII secolo. L'edificio è attualmente sede di mostre d'arte.
La cripta di San Giovanni Battista è sita inlocalità San Giovanni, a circa 1 km dal centro urbano. La località ospita oltre alla cripta, una chiesetta rupestre, una piccola necropoli medievale, un frantoio sotterraneo e una grande cisterna.
L'ipogeo, di piccole dimensioni con un impianto planimetrico circolare, è scavato interamente nella roccia. La cripta ospitò molto probabilmente una comunità dimonaci basiliani insediatasi tra l'VIII e ilIX secolo. Le pareti lasciano intravedere deboli tracce di affreschi ormai irrimediabilmente perduti. Adiacente all'ingresso della cripta sorge una chiesetta dedicata aSan Giovanni Battista costruita sul luogo dove sorgeva un'altra chiesa crollata nel 1607.
Palazzo Marino. Del XVI secolo, ristrutturato all'inizio del Settecento.
Sito Pretore. Abitato in periodo romano, successivamente sede di un casale medievale.
Masseria Monaci. Nei suoi dintorni esiste un complesso di grotte, formate dall'estrazione della pietra.
Località "Scacciato", unpagus di epoca romana nei cui pressi è emersa una fornace figulina di epoca imperiale, ora compresa (ma salvata) nel vano sottostante un supermercato di detersivi.
Il Parco[10] si trova lungo lastrada Aradeo-Cutrofiano presso l'incrocio perSogliano Cavour. È accolto in un'excava d'argilla, in contradaLustrelle, dismessa alla fine degli anni settanta.
In questo giacimento a cielo aperto, esteso per circa 12 ettari, sono esposti vari strati geologici, di origine marina, alcuni dei quali straordinariamente ricchi difossili. Famosissima nell'ambiente scientifico italiano ed estero per l'abbondanza e per lo stato di conservazione dei reperti, la cava visse un periodo di abbandono e rischiò di andare perduta durante gli anni ottanta, quando divenne una discarica abusiva di rifiuti. Negli anni novanta la nuova ditta proprietaria, laColacem diGubbio, che possiede un cementificio nella vicinaGalatina, provvide al suo recupero bonificandone i confini ed il fondo, piantumando ben 8000 alberi lungo i bordi a pendio dolce.
Cutrofiano rappresenta il più importante centro di produzione ceramica del basso Salento, perpetuando una tradizione antica che risale al Medioevo.Nel mese di agosto si tiene la mostra annuale della terracotta che, istituita nel lontano 1973 (edizione n° 53 nel 2025), ha contribuito notevolmente al rilancio del settore, dopo la grave crisi del dopoguerra. Oggi esistono 8 botteghe ma, alla fine del secolo scorso, ve ne erano oltre 40.Nel catasto onciario, nella metà del Settecento, su una popolazione di poco più di 600 abitanti, sono elencati 50 artigiani della terracotta divisi in codimari, piattari e pignatari. Alcuni erano spinti, così, a trasferire la propria arte altrove.
Dal 1973 la Mostra dell'artigianato figulo è un punto di riferimento per il Salento e la Puglia. La Mostra si divide in tre spazi:
Il Palazzo Ducale Filomarini che si trasforma in una grande bottega, dove è possibile osservare la lavorazione dell'argilla ed acquistare oggettistica, complementi di arredo.
L'edificio scolastico, dove si possono ammirare ed acquistare manufatti in cartapesta, legno, pietra leccese, ferro battuto, tessuti.
La Fiera del Gusto, uno spazio enogastronomico per scoprire i sapori tradizionali del territorio.
Non resta che visitare il Museo della Ceramica, ospitato presso la Biblioteca Comunale, dove sono esposti i manufatti dei vecchi artigiani locali, una collezione di maioliche, reperti di epoca medioevale, romana e in piccola parte preistorica.
La Mostra Mercato è organizzata dal Comune di Cutrofiano e dal Consorzio Ceramiche del Salento e si tiene nelle tre settimane centrali del mese d'agosto con apertura, ogni giorno dalle 17 alle 23.
Il paese è caratterizzato da un'agricoltura ad alta produttività (olivi, viti, cereali, tabacco).Gli allevamenti più importanti sono quelli avicoli. Rilevante il settore artigianale: più di 120 laboratori e botteghe e quasi 250 addetti.
L'artigianato rappresenta più di un terzo dell'imprenditoria non agricola. I settori più importanti vanno dalla lavorazione delle terraglie, alla carpenteria, alla falegnameria.Le attività industriali sono costituite da circa 75 aziende, presso le quali è addetto il 21% della popolazione. Alle costruzioni è addetto il 9% della popolazione, le imprese sono una ventina. Gli altri rami economici importanti sono il commercio e i servizi, ai quali è addetto rispettivamente il 13 e l'11 per cento della popolazione.Il commercio, con le sue circa 180 aziende, impiega il 30% della manodopera locale.Nei servizi prevalgono i trasporti e le agenzie immobiliari.
La pubblica amministrazione è rilevante: 300 dipendenti (33% degli occupati). Dal punto di vista dell'occupazione e del ricambio aziendale, la città mostra indici al di sotto della media provinciale. Una certa crescita è registrabile fra le attività industriali e quelle dei servizi. Il risparmio bancario ha un peso importante: i depositi ammontano a circa 30 milioni di euro, gli impieghi a 23.
Una delle produzioni agricole più diffuse è sicuramente quella della vite con tutte le attività ad essa connesse. I terreni migliori sono quelli in pendenza nella direzione diAradeo eCollepasso. Infatti i vini prodotti in collina hanno potenzialità qualitative superiori in confronto a quelli prodotti in pianura. Oggi quasi tutte le nuove vigne sono basate su vitigni selvatici americani poco sensibili allafillossera, un afide parassita che attacca le viti europee, e vengono utilizzate comeportinnesto (arbusto su cui innestare le barbatelle dei vitigni autoctoni come laMalvasia Nera di Lecce oNegroamaro).Associata alla cultura della vite è quella della produzione delle "barbatelle" (innesti di vitigni europei) oltre che degli impianti di spalliere o tendoni con le moderne tecniche per la meccanizzazione della produzione. Solo la raccolta dell'uva è forse l'unica attività ancora manuale.
Nel periodo della vendemmia tutta la popolazione è impegnata sia per la produzione in proprio del vino sia per il conferimento alle aziende di trasformazione ed imbottigliamento dei paesi limitrofi tra cuiGalatina che vanta la produzione delGalatinaDOC con le sue 9 differenti tipologie: bianco, bianco frizzante, chardonnay, rosato, rosato frizzante, rosso, rosso novello, negroamaro e negroamaro riserva.
È il settore artigianale più sviluppato e per cui Cutrofiano è nota al di fuori della provincia come centro di produzione di ceramiche artistiche.Dopo un lungo periodo in cui l'argilla gialla locale era estratta, purificata, impastata, lavorata, essiccata, cotta e smaltata completamente a mano, oggi vengono usate delle macchine sempre più sofisticate e dei forni moderni per il controllo della temperatura e dei tempi di cottura. Parallelamente si sono sviluppate delle scuole di decorazione che negli anni settanta-ottanta hanno rivitalizzato quella che prima era solo un'umile attività difigulo in un'attività di rilievo artistico.I manufatti che prima erano molto semplici e di uso quotidiano (stoviglie in terracotta smaltata, giare per la conservazione dell'olio,capase per mantenere i legumi o altre derrate alimentari) ora sono finemente decorati e smaltati con produzione di oggetti d'arte veramente unici.Vi sono inoltre delle produzioni in serie (per esempio i vasi da fiori di diverse dimensioni) che prima venivano ottenute con stampi in gesso e che ora utilizzano dei "robot" molto affidabili con stampi in acciaio e la tecnica della presso-intrusione. Solo cinquanta anni fa, quando ancora non esisteva la plastica, laterracotta era utilizzata per tutti gli usi quotidiani come materia di minor pregio rispetto al vetro o alle leghe metalliche con produzione di boccali, bicchieri, bacinelle per lavabo, vasi da notte, ecc. che venivano venduti nelle fiere e nei mercati settimanali dei vicini paesi tra cui il più importante quello del giovedì aGalatina. Oggi molti souvenir delSalento sono prodotti a Cutrofiano tra cui fischietti, salvadanai, "pignate", vasi da fiori, piatti da appendere. In alcuni matrimoni è uso far dono agli sposi di un servizio completo di piatti, vassoi, bicchieri con decorate le iniziali degli sposi o la data del matrimonio.
Un'attività artigianale svolta da alcuni contadini nelle piovose giornate invernali è quella di intrecciare cesti e canestri ("panare" e "canisce") con polloni di ulivo e strisce dicanna che assomiglia più albambù che allacannuccia di palude. Lungo gli argini dei canali che solcano le valli e che raccolgono le acque piovane crescono delle grandi estensioni di canne comuni. Con queste piante che hanno una veloce vegetazione e raggiungono i 5-6 metri in altezza, i nostri contadini facevano di tutto. Da coperture per capanni (con sopra le tegole), tutori per alberi e piante rampicanti (pomodori, fagiolini), lettucci per essiccazione (pomodori, fichi), alle scope fatte con i pennacchi piumosi di 40–60 cm di color verde-violaceo. Ma la produzione ancora oggi utilizzata è quella di cesti e canestri, utilizzando i rami flessibili dell'ulivo (polloni) per intrecciare i manici ed i fondi. I lati del cesto vengono poi ricoperti con strisce di canna verde (ancora flessibile) che intrecciandosi con i rami robusti d'ulivo rendono resistente tutta la struttura.
Di rilievo è l'attività estrattiva della caratteristica pietra di Cutrofiano (tufo), nonché dell'argilla utilizzata sia per la produzione del cemento, sia per la produzione delle terrecotte.
^Copia archiviata (PDF), suclima.meteoam.it.URL consultato il 25 maggio 2012(archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2014). Tabelle climatiche 1971-2000 dall'Atlante Climatico 1971-2000 del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare
V. Ligori:Cutrofiano. L'argilla, la terra, la pietra, Galatina, Congedo ed., 1993.
V. Ligori, A. Calò e S. Tanisi,La congrega dell'Immacolata. Un gioiello del barocco leccese a Cutrofiano, Cutrofiano, Ed. Pro Loco Cutrofiano, 2009.
B. Bruno (a cura di),L'area cimiteriale e il casale in località S. Giovanni Piscopìo, Cutrofiano (Lecce), con testi di P. Arthur, B. Bruno, V. Camilleri, F. Curta, M. Leo Imperiale, S. Matteo, L. Piepoli e M. Tinelli, inArcheologia Medievale, XXXV, 2008, pp. 199–239.