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Culto del cargo

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Ilculto del cargo è unculto di tipomillenarista[1]sincretico apparso in alcunesocietà tribalimelanesiane in seguito all'incontro con popolazioni occidentali[2]. Originatesi dall'osservazione delle navi e dei trafficieuropei, i diversi culti del cargo hanno in comune la fede nell'avvento dinavi oaerei da trasporto (in inglesecargo, da cui il nome di questi movimenti religiosi) carichi di beni destinati agli indigeni.

I credenti del culto ritengono che la consegna dei beni sia disposta per loro da parte di unente divino. Il culto del cargo si è sviluppato principalmente in alcuni angoli remoti dellaNuova Guinea e in altre società tribali dellaMelanesia e dellaMicronesia in concomitanza con l'arrivo delle prime navi esploratricioccidentali delXIX secolo. Culti simili sono però apparsi anche in altre parti del mondo.

Il culto del cargo ha avuto la sua maggiore diffusione in seguito allaseconda guerra mondiale, quando le tribù indigene dei luoghi interessati ebbero modo di osservare le navigiapponesi estatunitensi che trasportavano grandi quantità di merci. Alla fine della guerra le basi militari dell'Oceano Pacifico furono chiuse e di conseguenza cessò il rifornimento di merci. Per attrarre nuovamente le navi e invocare nuove consegne di merci, i credenti del culto del cargo istituirono rituali e pratiche religiose, come la riproduzione grossolana dipiste di atterraggio,aeroplani eradio e l'imitazione delcomportamento osservato presso ilpersonale militare che aveva operato sul luogo.

Durante la seconda metà del Novecento il culto del cargo è diminuito fino a scomparire quasi del tutto. Sull'isola diTanna, nellaRepubblica di Vanuatu, sopravvive ancora il culto diJon Frum, uno dei più conosciuti, che nacque prima della guerra e divenne in seguito un culto del cargo. Sulla stessa isola è vivo ilMovimento del Principe Filippo, che ha come oggetto la figura diFilippo di Edimburgo, defunto marito diElisabetta II, defunta regina delRegno Unito.

Storia

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I resoconti sul culto del cargo solitamente iniziarono riferendosi ad una serie di movimenti presentatisi verso la fine delXIX secolo e i primi decenni delXX secolo. Il primo culto del cargo conosciuto è stato ilMovimento Tuka Tuka, iniziato nelle isoleFigi nel1885. Altri tra i primi movimenti si sono presentati inPapua Nuova Guinea, incluso ilCulto Taro nella Papua settentrionale, e laPazzia dei Vailala documentata daF. E. Williams, uno dei primiantropologi ad operare in Papua Nuova Guinea.

Il periodo classico di attività del culto del cargo, ad ogni modo, è stato negli anni durante e dopo laSeconda guerra mondiale. La vasta quantità di materiale diguerra che fuparacadutata sopra quelle isole durante lacampagna del Pacifico avvenuta contro l'Impero del Giappone significò infatti un drastico cambiamento dello stile di vita degli isolani. Prodottiindustriali comevestiti,cibo in scatola,tende,armi ed altri beni di utilità arrivarono in grandi quantità per rifornire i soldati e anche gli isolani che erano le loroguide ed ospiti. Alla fine della guerra lebasi aeree furono abbandonate, e icargo non furono più paracadutati.

Per far sì che i carichi di beni tornassero ad essere paracadutati o ancheportati per via aerea oper mare, gli isolani talvolta iniziarono ad imitare i comportamenti che avevano visto assumere daimilitari occidentali. Fabbricarono quindi cuffie audio di legno indossandole seduti dentro a finte torri di controllo da loro costruite; iniziarono a mimare isegnali di atterraggio aerei in mezzo alle piste e ad accendere segnali di fuoco etorce perilluminare le piste di atterraggio e ifari di posizione. I cultisti pensavano che gli stranieri avessero una speciale connessione diretta con i loroantenati, che secondo loro erano gli unici esseri ad avere il potere sufficiente a produrre le ricchezze dei cargo.

In una sorta dimagia simpatetica e imitativa, molti di loro costruirono, con i mezzi a loro disposizione, riproduzioni a grandezza naturale di aeroplani e nuove piste di atterraggio simili a quelle occidentali, nella speranza che questo avrebbe attirato molti più aeroplani pieni di "cargo". Ovviamente, queste pratiche non portarono al ritorno degli aeroplani semidivini, pieni di tutti quei meravigliosi carichi che venivano paracadutati durante il conflitto, ma finirono comunque per sradicare ogni altra pratica religiosa locale esistente prima della guerra.

Un caso più recente di questo tipo di comportamento si ebbe nel1979, quando lanavetaiwaneseLunchaun, che trasportava un grosso carico dicomponenti elettrici, si rovesciò nelPacifico vicino allaPolinesia. Gran parte del carico rovesciato venne saccheggiata dagli isolani locali che ricavarono – dai detriti recuperati – oggetti, alcuni di uso pratico e altri di uso rituale. Interessante notare che molti di questi appaiono essere stati pensati come semplici ma potentielettromagneti, i quali, per semplice fortuna o per sperimentazione, sembrano aver funzionato più o meno bene.

Alla fine questi culti sono svaniti, ma il termine è rimasto in uso nella lingua corrente per indicare un gruppo di persone che imitano l'aspetto estetico superficiale di un processo o sistema senza averne la comprensione delle meccaniche profonde.

Altra casistica di culto del cargo

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Un culto simile, ladanza degli spiriti, si è presentato dal contatto tra le due civiltà deiNativi americani e deglianglo-americani alla fine delXIX secolo. Il profetaWovoka della tribù deiPaiute predicava che danzando in un certo modo gli antenati sarebbero tornati per mezzo dellaferrovia e che una nuova terra avrebbe coperto la gente bianca.

Una religione descritta come "culto del cargo" si sviluppò durante laguerra del Vietnam tra alcuni appartenenti al popoloHmong dell'Asia Sudorientale. Il nucleo del loro credo era che la seconda venuta diGesù Cristo fosse imminente, solo che questa volta sarebbe arrivato indossando unatuta mimetica e guidando unajeep militare, per portarli via nella terra promessa. Le origini sono sconosciute, ma si può supporre che sia stato estratto dalle immagini del nuovo potere che apparve loro in quel periodo, in forma di militaristatunitensi e dimissionari cristiani occidentali.

AlcuniIndios dell'Amazzonia hanno scolpito imitazioni in legno diregistratori di audiocassette (gabarora, dal portoghesegravadora o dallo spagnolograbadora) che usano per comunicare con glispiriti.[senza fonte]

Analogie nella cultura moderna

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Il termine "culto del cargo" è stato usato come analogia per descrivere certi fenomeni nelPrimo mondo, in particolare nelmondo degli affari.

Dopo ogni successocommerciale, sia esso un nuovo modello diautomobile, unaspirapolvere o unfilm, compaiono solitamente degliimitatori che producono copie superficiali dell'originale ma prive dellasostanza del modello a cui si ispirano.

Il termine è in uso anche nel mondo dell'ingegneria del software, dove concargo cult programming si indica la pratica di includere nel software pezzi dicodice copiati da altre fonti senza averne compreso l'effettivo funzionamento.

Cargo Cult Science

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Il tema è stato anche il soggetto di un famosissimo discorso[3] tenuto dalfisico epremio Nobel statunitenseRichard Feynman all'apertura dell'anno accademico 1974-75 delCalifornia Institute of Technology. Feynman usò l'esempio dei "cargo cult" per discutere dipseudoscienze e dimetodo scientifico: ancora oggi il discorso è considerato uno dei più chiari e appassionanti appelli aivalori dell'integrità scientifica nellaricerca applicata.

Note

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  1. ^Sebbene il terminemillenarismo si riferisca tradizionalmente a chiese cristiane protestanti, per estensione si chiamanomillenariste quelle religioni sorte in società colonizzate che profetizzano l'arrivo di un'età dell'oro che risollevi gli indigeni dalla condizione di popolo sottomesso e sfruttato; cfr.Millenarismo, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.URL consultato il 16 dicembre 2014.
  2. ^Cargo, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^Richard Feynman,Cargo Cult Science, from a Caltech commencement address given in 1974, dal sito del dipartimento di fisica dellaBrock University

Bibliografia

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  • Jebens, Holger (ed.).Cargo, Cult, andCulture Critique. Honolulu: University of Hawai'i Press, 2004.
  • Kaplan, Martha.Neither cargo nor cult: ritual politics and the colonial imagination in Fiji. Durham: Duke University Press, 1995.
  • Lawrence, Peter.Road belong cargo: a study of the Cargo Movement in the Southern Madang District, New Guinea. Manchester University Press, 1964
  • Lindstrom, Lamont.Cargo cult: strange stories of desire from Melanesia and beyond. Honolulu : University of Hawaii Press, 1993.
  • Worsley, Peter.The trumpet shall sound: a study of "cargo" cults in Melanesia. London: MacGibbon & Kee, 1957.
  • Harris, Marvin. "Cows, Pigs, Wars and Witches: The Riddles of Culture". New York: Random House, 1974.
  • Inglis, Judy.Cargo Cults: The Problem of Explanation. Oceania vol. xxviii no. 4, 1957.
  • K, E. Read.A Cargo Situation in the Markham Valley, New Guinea.Southwestern Journal of Anthropology. vol. 14 no. 3, 1958.

Voci correlate

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