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Cucina marchigiana

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Lacucina marchigiana è l'insieme dellecucine delleMarche. La prima documentazione storica è del1779 col manuale di cucinaIl cuoco maceratese diAntonio Nebbia.

Antipasti e aperitivi

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L'antipasto tipico è freddo[1] e trae le sue diverse composizioni da un'ampia varietà di salumi e formaggi locali come ilsalame di Fabriano, i salamini alla cacciatora, ilprosciutto, ilciauscolo, lalonza, il lonzino, lacoppa marchigiana, ilformaggio di fossa, ilpecorino marchigiano e lacasciotta d'Urbino, diffusi in ampie aree regionali.

Diffusione limitata ad aree specifiche hanno ilprosciutto di Carpegna, ilciarimbolo, ilmazzafegato, lagalantina, ilmigliaccio, ilsalame di pecora, ilprosciutto aromatizzato del Montefeltro, ilsalame soppressatolardellato e di Frattula, lasalsiccia difegato, ilcasecc, , ilpecorino in botte e ilraviggiolo.

Isalumi eformaggi vengono accompagnati dallacrescia composta di impasto del pane e di forma rotonda, da mangiare con le erbe di campostrascinate in padella fra cui igrugni ovvero lacicoria. È di rito, soprattutto nel periodo pasquale, lapizza di Pasqua, con impasto salato e lievitato, a forma di panettone e con pezzettoni di formaggio, in generepecorino eparmigiano; il giorno diPasqua non mancano solitamente le uova sode insieme a salumi e formaggi.

La pizza di formaggio viene servita, secondo usanze, insieme alla ricetta locale dellafrittata colmentrasto, una tipologia dimenta, il lunedì di Pasqua a colazione, in preparazione alla tradizionale scampagnata.

Da menzionare anche il vasto ventaglio di sott’oli: carciofini, zucchine, melanzane, giardiniera, asparagi, cipolle rosse locali.

Servite con l'aperitivo (ma usate anche comesecondo piatto) sono leolive all'ascolana, uno dei simboli della cucina marchigiana. Il disciplinare dell’Oliva Ascolana del Piceno regolamenta la loro realizzazione: l’oliva deve essere una tenera ascolana che, privata del suo nocciolo con un taglio a spirale, viene poi farcita col ripieno tipico[2].

Primi

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La tradizione di preparare in casa la pasta all'uovo è secolare in tutte le Marche. I formati tradizionali il cui consumo è quasi d'obbligo nei giorni festivi sono: letagliatelle, icannelloni, iquadrelli, icappelletti ripieni di carne e iravioli ripieni di ricotta e spinaci. Oggi, però, raramente la pasta fresca si prepara in casa, ma la si acquista nei tanti negozi specializzati.

Un altro primo piatto da sempre assai diffuso sono glignocchi di patate conditi con il sugo di pomodoro o con il ragù di papera. Essi sono sempre presenti, almeno una volta alla settimana (in genere il giovedì), in ristoranti e trattorie.

  • Tagliatelle al ragù
    Tagliatelle al ragù
  • Cannelloni
    Cannelloni
  • Cappelletti in brodo
    Cappelletti in brodo
  • Ravioli
    Ravioli
  • Gnocchi
    Gnocchi
  • Vincisgrassi
    Vincisgrassi

Sovrani dei primi piatti maceratesi ed anconitani sono ivincisgrassi, piatto già presente nel ricettario del Nebbia, dov'è chiamatoprincisgras. Meno opulente sono le altre minestre tradizionali dell'anconetano e dell'ascolano: i quadrucci con le patate (o con lefave, o con fagioli e cotiche), le pecianelle diSassoferrato (grossispaghetti lievitati conditi colpomodoro), ifrescarelli (grumi di farina cotti nell'acqua e conditi conaglio epecorino).

Da ricordare ipassatelli, pasta artigianale solitamente servita in brodo. Nelfermano sono prodotti i "maccheroncini di Campofilone", da condirsi a piacere.

  • Passatelli
    Passatelli
  • Maccheroncini di Campofilone
    Maccheroncini di Campofilone
  • Spaghetti con i moscioli
    Spaghetti con i moscioli
  • Pasta al fumè
    Pasta al fumè
  • Brodetto con pomodoro (del fermano e dell'ascolano)
    Brodetto con pomodoro (del fermano e dell'ascolano)
  • Brodetto allo zafferano (del pesarese e dell'anconetano)
    Brodetto allo zafferano (del pesarese e dell'anconetano)

Tipici di Ancona sono gli spaghetti con imoscioli, ossia imitili selvatici[3].

Le tagliatelle fritte sono una specialità tipica di Monterubbiano, paese in provincia di Fermo: si tratta di polpette impanate e fritte, ripiene di tagliatelle servite con ragù.[4]

Marchigiana è la ricetta dellapasta al fumé, creata da uno chef diCastelplanio nel 1978 e composta da maccheroncini con una crema di pancetta o speck, passata di pomodoro, panna e un formaggio filante, solitamenteemmenthal[5].

Occupa una posizione di rilievo nella cucina regionale ilbrodetto, nelle sue variantidi San Benedetto,di Porto Recanati edi Ancona. La versione "rossa" del pesarese e dell'anconetano, alpomodoro, differisce da quella "gialla" del maceratese, del fermano e dell'ascolano, allozafferano.

Fa parte della tradizione di tutta la regione lapolenta sulla spianatora che può essere servita con vari sughi[6].

Secondi

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Tra i secondi piatti del centro della regione vanno ricordati ilmaiale in porchetta, latrippa, il pollo arrosto «co' lu pilotto» (cioè insaporito da una spessa fetta dilardo), il pollo inpotacchio e il pollo coi peperoni. L'agnello marinato, la corata d'agnello e lafrittata con la mentuccia sono piatti tipici del periodo pasquale.

Tipici del capoluogo è lostoccafisso all'anconitana,in potacchio, ma con grossi pezzi dipatate,pomodoro eacciughe. Famoso è il fritto all'ascolana, composto principalmente dalleolive ascolane (ripiene di carne, impanate e fritte) e daicremini (cubetti di crema pasticciera impanati e fritti).

  • Olive all'ascolana
    Olive all'ascolana
  • Stoccafisso all'anconetana
    Stoccafisso all'anconetana
  • Porchetta
    Porchetta
  • Gli odori del potacchio: aglio e rosmarino
    Gli odori del potacchio: aglio e rosmarino

Tipico del Pesarese è un brasato che ha origini più di cento anni fa ed è la pasticciata alla pesarese, consta in un girello o magatello di vitello fatto rosolare, in abbondante olio e poi sfumato con vino bianco. Si aggiunge poi il concentrato di pomodoro allungato con acqua. Si fa bollire per qualche ora e poi si lascia raffreddare. Viene poi tagliato a fette poi cotto di nuovo nel suo sugo di pomodoro e fondo di cottura. Viene di solito accompagnato da purè di patate e erbe miste di campo saltate in padella.

Dolci e prodotti al forno

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Dolci tipici delle feste annuali

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La crescia di Pasqua

Nel periodo di carnevale, i dolci tipici della regione sono cinque, tutti caratterizzati dal fatto di essere fritti:

  • lecastagnole (o castagnoli), ovvero palline di impasto fritte e poi riempite di crema oppure lasciate vuote e ricoperte con miele o zucchero;
  • lefrappe (o cresciole), pezzi di sfoglia all'uovo fritti e cosparsi di zucchero semolato o a velo;
  • lacicerchiata, composta da piccole palline d'impasto fritte in olio d'oliva o nello strutto e poi mescolate con miele bollente;
  • gliarancini, ottenuti da una sfoglia cosparsa di scorza d'arancio, arrotolata e tagliata a fette che poi vengono poi fritte.

Tipici dellaprovincia di Ascoli Piceno sono i ravioli dolci con ripieno di castagne.

La tradizionale "pizza di Pasqua" (o crescia di Pasqua) è un prodotto salato da forno a base di formaggio, ma ne esiste anche una variante dolce, che prevede l'aggiunta di canditi; si consuma insieme ai tipici salumi e alle uova benedette in occasione della colazione della mattina di Pasqua.

Nel periodo che segue la vendemmia, si preparano i sughetti o sciughetti, fatti con succo d'uva o mosto, frutta secca e uvetta con una consistenza simile ad una crema. Nello stesso periodo i forni della regione preparano le fette al mosto e le ciambelle al mosto.

  • Fette al mosto e ciambella al mosto
    Fette al mosto e ciambella al mosto
  • Sciugheti a base di mosto d'uva bianca
    Sciugheti a base di mosto d'uva bianca
  • Nei più forniti bar anconitani si possono gustare le "polacche"
    Nei più forniti bar anconitani si possono gustare le "polacche"
  • Arancini, dolce carnevalesco
    Arancini, dolce carnevalesco
  • Cicerchiata, altro dolce carnevalesco
    Cicerchiata, altro dolce carnevalesco

Nel paese diPetritoli per la "Festa delle Cove" si preparano le pizzette fritte.

Tipici e antichi dolci invernali e in particolare delle festività natalizie marchigiane sono ilfrustingo e ilbustrèng, molto simili tra loro e ricchi di varianti; sono a base di fichi secchi, miele, e scorze di agrumi; ogni dialetto della regione chiama questi dolci con nomi diversi. Anche iltorrone ha qui una lunga e illustre tradizione. Il tipico pane natalizio contiene fichi secchi, uvetta, noci e pepe; è cotto nel forno a legna. Icavallucci, a base di frutta secca esapa, sono diffusi nelle province di Ancona e Macerata.

Dolci preparati in tutto il corso dell'anno

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In tutta la regione si trovano:

  • i maritozzi, un impasto di pane dolce con uvetta e anice con sopra uno strato di glassa;
  • lepesche dolci ovvero due metà di pasta frolla bagnate nell'alchermes ripiene di cioccolato;
  • il ciambellone non a forma rotonda di ciambella ma spianato sulla teglia, a volte ripieno di crema o cioccolato con mandorle.
  • il castagnaccio, a base di con farina di castagne e frutta secca.

Ilsanguinaccio consiste in una miscela dipan grattato,miele,rum,cannella,sapa e scorza d'arancio stipata nel budello dimaiale e bollita per mezz'ora.Illonzino di fico, tipico della provincia di Ancona, è un salume dolce ottenuto con pasta di fichi e noci.

Note

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  1. ^ Sky TG24,I 10 piatti tipici della cucina marchigiana. FOTO | Sky TG24, sutg24.sky.it, 4 maggio 2020.URL consultato il 9 dicembre 2024.
  2. ^OLIVA ASCOLANA DEL PICENO, suwww.ciamarche.org.URL consultato il 9 dicembre 2024.
  3. ^Re Carlo III e il bis di spaghetti ai moscioli, sulacucinaitaliana.it.
  4. ^ Antonietta Vitali,Polpette di tagliatelle fritte, la ricetta della signora Santina, suLa Cucina Italiana, 24 giugno 2022.URL consultato il 10 dicembre 2024.
  5. ^ Mario Monachesi,La sorpresa della pasta al fumé, inventata dal “Maciste” marchigiano, suCronache Maceratesi, 20 dicembre 2021.URL consultato il 28 febbraio 2022.
  6. ^ mammemarchigiane.it,La polenta: tradizione della famiglia marchigiana, sumammemarchigiane.it, 3 dicembre 2020.URL consultato l'11 dicembre 2024.

Bibliografia

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  • Autori vari,Guida gastronomica d'Italia-Introduzione alla Guida gastronomica d'Italia (pagine 287 - 300). Touring Editore, 1931. 9788836529407
  • Monica Cesari Sartoni,Mangia italiano. Guida alle specialità regionali italiane capitolo "Marche" (pagine 132 - 143). Morellini Editore, 2005.ISBN 9788889550052[1]
  • Petra Carsetti,La cucina delle Marche in oltre 450 ricette. Newton Compton Editori, 2015.ISBN 9788854181670.
  • Daniela Guaiti,La grande cucina regionale italiana – Marche. Edizioni Gribaudo, 2010.ISBN 9788879068420.
  • Alessandro Molinari Pradelli,La cucina delle Marche. Newton Compton, 2001.ISBN 9788882895914.
  • Paola Balducchi,La cucina di mare delle Marche. Newton Compton, 2007.ISBN 9788854108790

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FenomeniItalian sounding
  1. ^Consultabile suGoogle Libri:Marche
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