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Paese di Cuccagna

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo quadro diBruegel il Vecchio, vediPaese della cuccagna (Bruegel).
Bruegel il Vecchio,Il Paese della cuccagna,1567

Ilpaese di Cuccagna è un luogo ideale, ricordato in molti testi di ogni epoca, nel quale ilbenessere, l'abbondanza e ilpiacere sono alla portata di tutti.

Etimologia

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Il termineCuccagna deriva dalprovenzalecocanha[1] (cfr.antico francesecocagne) e questo dalgotico *𐌺𐍉𐌺𐌰 *kōka ("torta" cfr.tedescoKuchen,inglesecake), voce diffusa anche in ambito romanzo (guasconecoco,catalanococa)[2].

I luoghi dell'abbondanza

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Esempio di un simile paese, anche se non indicato con questo nome, lo si trova già nellacommedia greca i "Minatori" doveFerecrate, commediografo delV secolo a.C., nel descrivere la vita felice dei morti, accenna ad un paese che si trova negliinferi dove ci sono"fiumi pieni dipolenta e dibrodo nero"[3]

Un altro esempio lo si può trovare nelpaese di Bengodi descritto daBoccaccio nella IIInovella dell'ottava giornata delDecameron dove"si legano le vigne con le salsicce, ed avevasi un'oca a denaio ed un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi"[4]

Un altro romanzo che presenta la citazione del paese di cuccagna èI promessi sposi diAlessandro Manzoni:

«Ma dopo pochi altri passi, arrivato a fianco della colonna, vide appiè di quella, qualcosa di più strano; vide sugli scalini del piedistallo certe cose sparse, che certamente non eran ciottoli, e se fossero state sul banco d'un fornaio, non si sarebbe esitato un momento a chiamarle pani. Ma Renzo non ardiva creder così presto a' suoi occhi; perché, diamine! non era luogo da pani quello. — Vediamo un po' che affare è questo — disse ancora tra sé; andò verso la colonna, si chinò, ne raccolse uno: era veramente pan tondo, bianchissimo, di quelli che Renzo non era solito mangiarne che nelle solennità. — È pane davvero! — disse ad alta voce; tanta era la sua maraviglia: — così lo seminano in questo paese? In quest'anno? e non si scomodano neppure per raccoglierlo, quando cade? che sia il paese di cuccagna questo? —...»

(Alessandro Manzoni,I promessi sposi,Capitolo XI)

Letteratura

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Descrizioni del Paese di Cuccagna si possono già trovare nella letteratura greca. Nel V secolo a.C. il commediografo Ferecrate descrive nell’opera “I Minatori” un paese che si trova negliinferi dove ci sono"fiumi pieni dipolenta e dibrodo nero”. Nella sua Storia Vera (II secolo d.C.), invece, Luciano di Samosata descrive una città tutta d’oro, cinta da un muro di smeraldo, dove le spighe recano pani invece dei chicchi, e non esiste la vecchiaia. In un trattatello di origine greca (IV secolo), tradotto poi in latino nel VI secolo, dal titoloExpositio totius mundi, si descrive un paese dove non esistono malattie e la popolazione si nutre di miele e pani che cadono dal cielo.

Nel Medioevo il paese di Cuccagna compare in un poemetto, Unibos, risalente al X secolo. Per disfarsi di tre suoi persecutori il contadino li convince dell’esistenza di un paese pieno di qualsiasi gioia che giace sul fondo del mare; i tre si precipitano in acqua e così il protagonista si libera di loro.

Ma è in un fabliau del XIII secolo che il paese di Cuccagna viene nominato con questo nome, nelLi fabliau de Coquigne, dove l’autore racconta di essere andato in penitenza dal papa, che in seguito l’avrebbe mandato al paese di Cuccagna.

Un’altra occorrenza di questo topos la si può trovare nelpaese di Bengodi descritto daBoccaccio nella IIInovella dell'ottava giornata delDecameron (XIV secolo) dove"si legano le vigne con le salsicce, ed avevasi un'oca a denaio ed un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi"[4]

Altre opere che trattano il Paese di Cuccagna sonoLa nave dei folli diSebastian Brant del1494, ilpaso "La tierra de Jauja" diLope de Rueda del Cinquecento,Das Schlaraffenland diHans Sachs del1530,Le Roy de Cocagne di Marc-Antoine Le Grand del1719.

Tra le descrizioni più complete del Paese di Cuccagna fatte da autoriitaliani si ricorda laHistoria nuova della città di Cuccagna, scritta alla fine del Quattrocento da Alessandro da Siena, dove con grande efficacia vengono descritti tutte le raffinatezze di un paese ricco di meraviglie delpalato e anche di piaceri differenti.

Diffusa in Italia, soprattutto nelCinquecento e in seguito edita in diverse edizioni a partire dal1518 e anche nei secoli seguenti, è laStoria di Capriano contadino, di autore anonimo e di carattere popolare, dove oltre alla gioia di godere di ogni ben di Dio, esiste anche la possibilità di stare con belle e servizievoli fanciulle.

Un'altra opera dove il Paese di Cuccagna è rappresentato in modo assai efficace è ilBaldus diTeofilo Folengo, sempre del Cinquecento, che prende spunto da alcuni passi del Decamerone di Boccaccio.

Altra singolare descrizione si trova in unpoemetto pubblicato nel1538 aParigi dal titoloIl discepolo di Pantagruele che segue i modelli dei romanzi diRabelais anticipando ilQuarto libro di questo autore che vedrà la luce circa dieci anni dopo.

Ancora una descrizione, con dettagli maggiori, si trova nel poemetto anonimo pubblicato aSiena nel1581 dal titoloCapitolo di Cuccagna dove tutto è piacevole e la vita trascorre mangiando e dormendo a volontà, dove tutti possono vivere beatamente senza padroni e senza distinzioni di classe e senza lavorare.

InPiazza universale di tutte le professioni e i mestieri,Tommaso Garzoni, sempre nel '500, ci presenta il Paese di Cuccagna come una storia inventata che i viaggiatori raccontano ai creduloni per rendere più avvincenti i loro racconti di viaggio.

NelSeicento,Francesco De Lemene ricorda il Paese di Cuccagna nel suo poema burlesco intitolatoDella discendenza e nobiltà dei maccaroni agganciandosi alla figura della Musa che deve essere testimone del suo narrare e che è impegnata sul monte di Cuccagna per la preparazione di cibi molto ghiotti.

Nella seconda metà del SeicentoIppolito Neri, nel suo poema eroicomico intitolatoLa presa di Sanmiato, in mezzo a tanti eventi pseudostorici e fiabeschi, lascia uno spazio al Paese di Cuccagna che, come da tradizione, appare sede di delizia sia per il palato che per ilventre.

Nel Settecento si può ricordare ilTrionfo di Cuccagna di Martine Boiteux diLucca che, rifacendosi alla tradizione popolare, riprende i temi precedentemente elaborati.

Nell'Ottocento,Heinrich Heine, nelLibro dei Canti, nel Lied n.66 del ciclo "Il ritorno", improvvisa una fantasia burlesca intitolata "Io sto sognando d'essere il buon Dio" dove descrive un'abbondanza tale da far perdere al poeta il senso della sua limitatezza umana.

Una Cuccagna, ibridata con tutta l’estetica carnevalesca del “mondo alla rovescia” è presente nelle fiabe dei Fratelli Grimm (1812-22).

Un altro romanzo che presenta la citazione del paese di cuccagna èI promessi sposi diAlessandro Manzoni:

«Ma dopo pochi altri passi, arrivato a fianco della colonna, vide appiè di quella, qualcosa di più strano; vide sugli scalini del piedistallo certe cose sparse, che certamente non eran ciottoli, e se fossero state sul banco d'un fornaio, non si sarebbe esitato un momento a chiamarle pani. Ma Renzo non ardiva creder così presto a' suoi occhi; perché, diamine! non era luogo da pani quello. — Vediamo un po' che affare è questo — disse ancora tra sé; andò verso la colonna, si chinò, ne raccolse uno: era veramente pan tondo, bianchissimo, di quelli che Renzo non era solito mangiarne che nelle solennità. — È pane davvero! — disse ad alta voce; tanta era la sua maraviglia: — così lo seminano in questo paese? In quest'anno? e non si scomodano neppure per raccoglierlo, quando cade? che sia il paese di cuccagna questo? —…»

Alessandro Manzoni, I Promessi sposi, capitoloXI

Nel1859 èIl'ja Il'ič Oblomov, protagonista dell'omonimo romanzo diGončarov, a sperimentare in sogno un viaggio nella realtà idilliaca di Oblomovka. Questo piccolo villaggio russo, in una visione onirica, viene descritto dalle parole di Gončarov come unparadiso perduto in cui non esiste morte né sofferenza, bensì serenità ed abbondanza di cibo. Ad Oblomovka l'uomo vive a contatto e in armonia con la natura, identificandosi con essa. In questo sogno risuona l'eco nostalgico di un passato ormai perduto, che affonda le radici in un'ideale e perfetta società patriarcale russa.

Collodi, invece, nel suo Pinocchio (1883) cala il topos del Paese di Cuccagna in una narrazione orientata moralisticamente. Il Paese dei Balocchi è una Cuccagna che appiattisce e degrada gli uomini.

Nel1890Matilde Serao pubblica un romanzo intitolatoIl paese di Cuccagna nel quale descrive con grande precisione la vita dei napoletani che cerca di cogliere nelle loro passioni e abitudini soprattutto mettendo in risalto l'atmosfera caotica e allegra della città, simile al paese di cuccagna esaltato dalla tradizione.

NelNovecento, nel romanzoNel paese di Cuccagna (titolo originaleSchlaraffenland)Heinrich Mann descrive la corruzione della città diBerlino e individua nel clima amorale del palazzo del banchiere di Turckheimer, il Paese di Cuccagna.

Il Paese di Cuccagna viene ancora rappresentato nel Novecento daJames Branch Cabell nel romanzoJurgen. Il protagonista compirà in questo Paese immaginario un viaggio della durata di un anno con la compagnia di Anaitis, la Dama del Lago, e si renderà conto della piccolezza dell'uomo di fronte al flusso del tempo e dell'infinito.

Collocazione

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La tradizione è imprecisa riguardo alla collocazione del Paese di Cuccagna. NelCane di Diogene di Francesco Fulvio Frugoni (1687) si troverebbe su un'isola al largo del mare della Broda,«involta di nebbia candida che sembrava ricotta molle […] I fiumi vi corron di latte, i fonti scaturisconvi di moscardello, di malvagia, d’amabibl e di garganico. I monti son di cascio, e le valli di mascarpa. Gli alberi fruttano marzolini e mortadele. Quando vi tempesta i confetti son grandini; qualora vi piove diluviano gli intingoli»[5].

Secondo il Boccaccio, invece, la terra di Bengodi, della quale Maso, nel Decamerone, narra le meraviglie a Calandrino, si troverebbe lontana più di millanta miglia da Firenze e sarebbe una contrada di Berlinzone, in «Terra de' Baschi»[6].

Nel dramma religioso tedescoSchlaraffenland, il paese si troverebbe tra Vienna e Praga.

NellaHistoria nuova della città di Cuccagna di Alessandro da Siena, si racconta che per raggiungere il Paese di Cuccagna il viaggiatore dovrà navigare per ventotto mesi in mare e poi procedere a terra per altri tre mesi.

Teofilo Folengo colloca il Paese «in qualche cantone remoto della terra»[5].

Il Paese di Cuccagna nelle arti decorative

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Anche nellearti figurative il Paese di Cuccagna viene rappresentato, attraverso le stampe settecentesche, come un paese di delizie come nellastampa intitolataLa Coccagna Nuova, trovata nella Porcolandia l'anno 1703 da Seigaffo o nell'opera di un anonimo delXVII secolo intitolataLa Cuccagna, descrizione del paese di Cuccagna dove chi più dorme più guadagna e, tra le rappresentazioni più famose fuori dall'Italia, è da ricordare ildipinto intitolatoPaese della cuccagna diPieter Bruegel il Vecchio.

La Cuccagna, è anche un gioco popolare a San Quirino, in provincia di Pordenone, che si svolge durante il mese di ottobre, in occasione della Madonna della Salute.

Note

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  1. ^ Giacomo Devoto,Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979.
  2. ^ Carlo Battisti, Giovanni Alessio,Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera.
  3. ^Ferecrate,Minatori, fr.113
  4. ^Giovanni Boccaccio,Decamerone, Tumminelli, vol. II, 1951, pp., 715-716
  5. ^ab Umberto Eco,Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani, 2013, p. 290.
  6. ^Giovanni Boccaccio, Decameron, Giornata VIII, Novella III., suclassicitaliani.it.URL consultato il 19 luglio 2018(archiviato dall'url originale il 28 agosto 2015).

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