| Cosenza Calcio Calcio | |
|---|---|
| Lupi,Lupi della Sila,Silani,Bruzi,Rossoblù | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | |
| Simboli | Lupo |
| Inno | Magico Cosenza Mario Gualtieri |
| Dati societari | |
| Città | Cosenza |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Serie C |
| Fondazione | 1926 |
| Rifondazione | 1929 |
| Rifondazione | 2003 |
| Rifondazione | 2007 |
| Rifondazione | 2011 |
| Proprietario | |
| Presidente | |
| Allenatore | |
| Stadio | San Vito-Gigi Marulla (20 987 posti) |
| Sito web | ilcosenza.it |
| Palmarès | |
| Titoli nazionali | 1Scudetto Interregionale |
| Trofei nazionali | 1Coppe Italia Serie C/Lega Pro |
| Trofei internazionali | 1Coppa Anglo-Italiana |
| Si invita a seguire ilmodello di voce | |
IlCosenza Calcio, meglio noto comeCosenza, è unasocietàcalcisticaitaliana con sede nella città diCosenza. Milita inSerie C, la terza divisione delcampionato italiano.
Fondato nel1926 (sebbene la nascita del club sia tradizionalmente retrodatata al1914, in occasione dell'esordio calcistico della polisportivaFortitudo),[1][2] cominciò a partecipare al campionato italiano di calcio nel 1927.[3] Dal 1964 il Cosenza disputa le sue gare alloStadio San Vito-Gigi Marulla, impianto capace di ospitare 20.987 spettatori.
Il Cosenza conta 26 partecipazioni al campionato diSerie B, categoria nella quale ha esordito nel1946-1947 e nella quale ha colto il suo massimo risultato nel1991-1992, piazzandosi al quinto posto in classifica. Nella sua storia il club si è aggiudicato untitolo di IV Serie nel1958, unaCoppa Anglo-Italiana nel1983 e unaCoppa Italia Lega Pro nel2015, divenendo la prima squadra calabrese ad aver vinto un trofeo nazionale. A livello giovanile ha vinto unCampionato nazionale Dante Berretti diSerie A-B nel 1992-93.
La FIGC colloca il Cosenza al 55º posto nella graduatoria dellatradizione sportiva dei club ad essa affiliati. Inoltre il club figura al 33º posto nellaclassifica perpetua della Serie B.
Il calcio a Cosenza fu introdotto nel 1908. Dalla fusione di varie squadre locali nacque, il 1º marzo 1912, la SS Cosentina che si sciolse nello stesso anno, non prima di affrontare, il 10 marzo, la Juventus Catanzaro: 1-1 fu il risultato finale. l'11 novembre 1912 sorse una società polisportiva denominata SS Fortitudo, la quale ebbe come colori sociali prima il bianco e il nero e poi il verde; l'attività della sezione calcistica della Fortitudo era limitata alle sole partite amichevoli e a qualche torneo regionale. Il 23 febbraio 1914 si svolse la prima partita documentata della polisportiva; il match, disputato contro una rappresentativa catanzarese sul terreno di Piazza delle Armi, finì con il risultato di 1-1. Nel 1918 alcuni giovanissimi fondarono lo Sport Club Italia, ma nel 1920 ricomparve la Fortitudo, che nel medesimo anno vinse un triangolare tra squadre calabresi aggiudicandosi il titolo ufficioso di campione regionale.[1][2]
Nel 1926, da dissapori tra i membri della Fortitudo, nacque il Cosenza Football Club, che adottò i colori rossoblù in onore delGenoa; di lì a poco tempo la Fortitudo uscì di scena. Il Cosenza FBC, migliore squadra della regione, cominciò a mettersi in evidenza anche contro compagini delle regioni limitrofe, ma nel 1928 fu costretto a trasformarsi, su direttiva politica delregime fascista, in Dopolavoro Sportivo Cosenza con maglia azzurra. Il DS Cosenza è primo nel Campionato di Terza Divisione 1927-1928, ma la mancata organizzazione al sud, da parte della FIGC, del campionato di Seconda Divisione del 1928-1929, ne impedisce la promozione. Intanto, nei primi mesi del 1929, le forze sportive cosentine, che non sopportano la sottomissione dello sport alla politica, rifondano il Cosenza rossoblù, stavolta con la denominazione Cosenza Sport Club.[1][2]
Si hanno così due squadre a Cosenza ed entrambe partecipano al campionato di Terza Divisione 1928-1929 che si disputa nell'estate del 1929: prevale, a parità di punti, la squadra che rappresenta il regime che, nel frattempo, il 6 giugno 1929, viene trasformata in Associazione Sportiva Fascista Cosenza. La ASF Cosenza ottiene il diritto alla promozione in Seconda Divisione, ma resta in vita solo tre mesi; infatti l'ambiente sportivo cittadino, consapevole dei suoi limiti, in vista del nuovo impegnativo campionato, riesce a trovare un punto d'accordo e la ASF confluisce nel Cosenza Sport Club.[1][2]
Dalla stagione 1929-1930, con la novità della Serie A e Serie B a girone unico e della Prima e Seconda Divisione a carattere interregionale, il Cosenza Sport Club comincia a disputare i campionati nazionali, ottenendo il settimo posto che consente loro la promozione nella Prima Divisione meridionale allargata a due gironi. Prima dell'esordio in campionato la politica, in cambio della promessa costruzione del nuovo campo sportivo, impone l'utilizzo del coloreazzurro Savoia che spicca nel gonfalone della città. La nuova maglia, tuttavia, non porta fortuna, visto che dopo dieci giornate la squadra è fanalino di coda con quattro punti, ma una vittoria in maglia rossoblù contro la capolistaSalernitana risolleva i calabresi, che centreranno una salvezza insperata. Nel 1931 fu inaugurato ilCampo Sportivo Città di Cosenza, che, dopo vari anni, assunse il nome di stadio Emilio Morrone, un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.
Dalla stagione 1937-1938, con l'avvento del tecnico unghereseOtto Krappan, furono reclutati nuovi giovani talenti cosentini. Krappan si dimise nel dicembre 1938 per seri motivi familiari e fu rimpiazzato da un altro ungherese, Giovanni Vanicsek, proveniente dal Verona. Alla fine della stagione 1938-1939 il portiere cosentinoLuciano Gisberti verrà ceduto allaLiguria, squadra genovese diSerie A: sarà il primo cosentino a militare in massima serie. Nel 1939-1940 trovarono spazio in squadra Massimo Mari e altri ragazzi scoperti in città da Krappan, tra cui Pasquale Lorenzon e il sedicenne Raffaele Bruno. Nel 1940 arriva a CosenzaRenato Vignolini, terzino di fama nazionale con alle spalle brillanti campionati nelle file della Fiorentina, Genoa e Modena. Nel 1940-1941 il riconfermato allenatore Hansel centra la salvezza senza problemi, mentre nel 1942-1943 coglie il terzo posto, completando il girone di ritorno senza sconfitte.

Dopo la sospensione causata dallo scoppio dellaseconda guerra mondiale, la ripresa dell'attività agonistica a Cosenza sarà particolarmente laboriosa. Il periodo post bellico, infatti, è caratterizzato dall'indisponibilità dello stadio cosentino Città di Cosenza, del tutto occupato dalle baracche costruite nel corso del tempo per ospitare gli sfollati e i senza tetto del secondo conflitto. Solo dopo mille traversie i dirigenti riusciranno a far riprendere l'attività sportiva sul Campo militare di Via Roma. Lo stadio Città di Cosenza, invece, tornerà alla sua originaria destinazione solo dopo alcuni anni. La società assunse nel frattempo la denominazione di Associazione Sportiva Cosenza con allenatore/giocatore Vignolini. Alla ripresa dell'attività agonistica una parte dei cosentini decisero di lasciare il club.
La squadra così ridisegnata da Vignolini si attestò stabilmente nei quartieri alti della classifica, venendo promossa per la prima volta in Serie B grazie al secondo posto dietro il Leone Palermo. In quella particolare fase storica è il dirigente Carlo Leonetti che riesce a convincere l'italo-argentinoAttilio Demaria (ex campione del mondo nel 1934 con lanazionale italiana allenata daVittorio Pozzo) ad accettare il ruolo di allenatore-giocatore della formazione silana, impegnata per la prima volta nel campionato cadetto. Demaria è reduce dai campionati giocati nell'Internazionale (Ambrosiana Inter), dove ha per anni fatto coppia con Peppino Meazza. Il suo ingaggio di fatto rappresentò il vero "colpo" del Cosenza neo-promosso in serie B. Sotto le direttive di Demaria venne allestita una squadra valida e competitiva per il traguardo della salvezza, in cui erano solo quattro i reduci dell'annata precedente, ma nel girone d'andata la compagine calabrese incontrò varie difficoltà, per poi risollevarsi nel girone di ritorno e conseguire il traguardo prefissato, in virtù dell'undicesimo posto in graduatoria. Il bilancio fortemente positivo della prima stagione in Serie B trovò conferma nella crescita di una squadra giovanile, i Boys Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria.

Nel secondo campionato di Serie B, nel 1947-1948, la società provvide a confermare in blocco sia l'allenatore (Demaria) sia i giocatori della prima stagione (con l'eccezione del portiere Caruso, sostituito da Mari), combinandoli con nuovi innesti, ma la squadra, malgrado il decimo posto, non si assicurò la permanenza nella serie cadetta (garantita invece alle prime sette squadre in classifica, stante la riforma del campionato). Nel 1948-1949 il Cosenza di Guido Corbelli e poi dell'ungherese Kutic, che schierava Lino Begnini (con trascorsi in Serie A), si classificò al quinto posto, mentre l'anno dopo, sotto la guida diVittorio Mosele, la squadra registrò dodici partite utili e si aggiudicò il titolo di campione d'inverno della Serie C girone D, per poi chiudere al primo posto a pari punti con il Messina. Nello spareggio disputato a Salerno il risultato, dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Al termine dell'incontro il portiere rossoblù Gisberti denunciò anche un tentativo di corruzione attuato dal presidente del Messina. Nella ripetizione dello spareggio, giocato a Como, i biancoscudati del Messina si affermarono per 6-1, guadagnando così la cadetteria.
Ebbe così inizio una serie di peripezie alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente da Carlo Leonetti. L'ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l'anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in quarta serie. Si ricorda una amichevole Cosenza-Inter del 22 dicembre 1954 terminata con la vittoria dei milanesi per 2 a 1. Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblù negli anni trenta. Nella stagione 1957-1958 il Cosenza, guidata dal bomber Mario Uxa (capocannoniere del campionato per 5 stagioni consecutive), ottenne la vittoria del girone dell'Interregionale Prima Categoria e conquistò il titolo di campione d'Italia di categoria, ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-1959) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-1960 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblù si arresero nelle ultime partite al Foggia e persero nuovamente la Serie B.


Dopo la scomparsa del presidente Perugini, Lecce tornò al vertice della società. La squadra, affidata a di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, e tenne un passo ammirevole, cui tenne testa solo il Trapani, cedendo in dirittura d'arrivo. Al termine della stagione 1960-1961 il Cosenza fu promosso in Serie B. L'annata in cadetteria fu complicata: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara contro ilModena, con conseguente pesante squalifica del campo, che era il vecchio Emilio Morrone. A Zsengeller subentròPaolo Todeschini e giunse unasofferta salvezza. Nella stagione successiva (1962-1963), la squadra fu puntellata, ma riuscì a evitare la retrocessione solo perché ilNovara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all'ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione dellastagione 1963-1964 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-1965 il club, intanto divenuto Associazione Sportiva Cosenza, giocò nel nuovo stadioSan Vito, inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata 2-1 con reti di Ciabattari eCampanini. Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, per opera di unaReggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva davanti a 20 000 spettatori rossoblù,[4] e ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblù per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.

Seguirono alcune stagioni nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria. Il Cosenza ripartì daGiusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblù, mentre presidente era Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave: il fallimento era alle porte e l'amara retrocessione in Serie D della stagione 1973-1974 parve segnare l'epilogo della storia del sodalizio cosentino. Il campionato 1974-1975 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti era precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori seppero trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con il pregevole record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaragliò la concorrenza vincendo facilmente il campionato con sette punti di vantaggio sull'accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea. Il ritorno in Serie C non fu, tuttavia, fortunato. Gli umori della folla non erano più gli stessi e le continue disillusioni generarono l'ennesimo episodio deprecabile: il 27 marzo 1977, in occasione dell'incontro Cosenza-Paganese, l'arbitro Sancini di Bologna e i suoi collaboratori furono linciati e i tifosi rossoblù, a causa della squalifica che ne conseguì, furono costretti a peregrinare lontani dal San Vito per un anno e mezzo.
Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-1979 vide il Cosenza inSerie C2. La presidenza fu assunta da Osvaldo Siciliano, che aveva propositi di rilancio, ma il campionato fu vinto dai "cugini" delRende.

Nel campionato 1979-1980,Nedo Sonetti riportò il Cosenza inSerie C1 lanciando Perrotta e la solida coppia di difensori centrali Rocco-Reggiani. L'anno dopo il club subì la retrocessione sotto la guida diPietro Fontana, cui fece seguito la promozione firmata da Renzo Aldi, ma la stagione 1981-1982 fu anno di grandi cambiamenti: dopo 37 anni di attività, con tanti successi e qualche delusione, l'A.S. Cosenza fu messa in liquidazione e al suo posto prese vita il Cosenza Calcio 1914 S.p.A. con presidente Vincenzo Morelli. Fu il risultato di un forte connubio tra imprenditori della città e l'amministrazione comunale tramite l'assessore Mario Romano e il sindaco Rugiero[5].
Sulla panchina del Cosenza si susseguironoMujesan, De Petrillo,Ghio eMontefusco. In questi anni si affacciò in prima squadraLuigi Marulla, che diverrà il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenze e reti di tutti i tempi. Vestiroono la maglia rossoblù calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, tra cuiLongobucco,Morra,Tivelli eMarino. L'esonero diFrancesco Liguori, durante la stagione 1986-1987, determinò l'arrivo a Cosenza diGianni Di Marzio, che legò il proprio nome alla storia del club silano.

Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-1987), Di Marzio fu l'artefice, nel1987-1988, della promozione in Serie B attesa per ben 24 anni, beneficiando di calciatori qualiSimoni,Marino,Lombardo,Castagnini,Giovannelli, Galeazzi,Bergamini,De Rosa,Lucchetti,Urban,Padovano, oltre aFantini,Montrone,Maniero, Del Nero, mentre il timone della presidenza era nelle mani dell'avvocatoGiuseppe Carratelli.
Dopo la risalita in Serie B, Di Marzio abbandonò la panchina rossoblù e fu sostituito daBruno Giorgi. La squadra ottenne numerose vittorie in trasferta, ma due episodi negativi costarono carissimo: il derby colCatanzaro al San Vito (0-0) in cui l'arbitroPierluigi Pairetto annullò un gol regolare all'ex di turno Vittorio Cozzella a due minuti dal termine,[6] gara a cui seguirono incidenti tra le forze dell'ordine di una parte dei 20 000 tifosi presenti al San Vito[6], e il palo colpito daLombardo nello scontro diretto con l'Udinese diMarco Branca eOdoacre Chierico, che costò la promozione in Serie A[6]. Tra i protagonisti di quel campionato si ricordanoMichele Padovano,Maurizio Lucchetti,Luigi De Rosa eAlberto Urban. Alla fine di quella stagione il Cosenza risultò la squadra con il maggior numero di vittorie, diciassette. Concluse al sesto posto in graduatoria con 44 punti, a un punto dal terzo e dietro laReggina e laCremonese, anch'esse a 44 punti ma con la classifica avulsa favorevole nei confronti dei silani. L'introduzione, avvenuta proprio quell'anno, della discriminante degli scontri diretti al posto della differenza reti impedì pertanto ai rossoblù di disputare gli spareggi per la Serie A[7]. Il 1989 fu l'anno anche della misteriosa morte dell'ex calciatore del CosenzaDonato Bergamini, a cui oggi è intitolata la curva sud dello stadio San Vito.

Dopo una tribolata salvezza nel campionato diSerie B 1989-1990, quello successivo1990-1991, comincia anche peggio e alla fine si risolverà con una grande bagarre in coda: ben 9 squadre in 2 punti. La squadra silana, guidata inizialmente da Giovanni Di Marzio viena affidata dopo 8 giornate aEdoardo Reja, che ottiene la salvezza dopo lo spareggio di Pescara con laSalernitana, deciso da un gol di Marulla nel primotempo supplementare, grazie al sostegno dei 7.000 sostenitori cosentini al seguito.[7][8]. Nel campionato1991-1992, confermata l'ossatura della squadra, il Cosenza alla 35ª giornata raggiunge l'Udinese che si trova in quarta posizione, quella che garantirebbe la promozione in serie A. Alla penultima giornata si trovano entrambe a 42 punti. I calabresi giocano a Lecce, ma nonostante i tifosi si presentino in Puglia in 15.000[7] la notizia del vantaggio dell'Udinese sul campo di un già promosso Ancona, fa in modo che i rossoblù si sbilancino alla ricerca del gol del vantaggio. All'81' invece arriverà la doccia fredda di Maini. La squadra di casa otterrà la salvezza, l'Udinese verrà promossa in serie A lasciando i silani al quinto posto.

Il 1º ottobre 1992 Cosenza sportiva ripiombò nel lutto per la morte del centrocampistaMassimiliano Catena, che perse la vita a 23 anni in un incidente stradale[7], quattro giorni dopo aver realizzato il suo ultimo gol con la maglia del Cosenza. Oggi la curva nord dellostadio San Vito porta il suo nome.
Dopo la partenza di Reja e di alcuni protagonisti dell'annata 1991-1992, la squadra non riuscì a replicare l'exploit. Nel1992-1993 esordì il centrocampistaFiore, prodotto del vivaio rossoblù, che spiccò il volo verso i vertici del calcio italiano e dellanazionale, mentre nel1994-1995 il Cosenza diAlberto Zaccheroni, nonostante la penalizzazione di nove punti in classifica, riuscì a salvarsi con largo anticipo, arrivando a toccare le soglie della promozione in Serie A a fine marzo[9][10] sospinto dalla vena realizzativa diMarco Negri, autore di ben 19 reti.[7] La stagione1996-1997, segnata da due avvicendamenti in panchina, si chiuse con la retrocessione dei calabresi inSerie C1, avvenuta negli ultimi minuti di gioco dell'ultima giornata di campionato. Alla fine della stagione lasciarono il Cosenza due bandiere del club:Luigi Marulla eLuigi De Rosa.

La retrocessione fu prontamente riscattata dall'immediata promozione nella stagione successiva (1997-1998) sotto la guida diGiuliano Sonzogni, dopo una lunga cavalcata che vide il Cosenza sempre in testa al campionato dalla prima giornata. Seguì una salvezza sofferta, giunta all'ultima giornata del campionato cadetto1998-1999[7], malgrado un inizio di Serie B di tutt'altro tenore e le ottime prestazioni inCoppa Italia, dove i silani uscirono ai sedicesimi di finale con i futuri vice-campioni d'Italia dellaLazio.

Il Cosenza disputò poi altri quattro campionati di Serie B, occupando il primo posto per nove settimane e mezzo nel2000-2001, per poi vedere sfumare la promozione nella parte conclusiva del girone di ritorno, a vantaggio delChievo diDelneri, con i lupi che a 12 minuti dal termine vincevano 1-0 (gol di Adriano Fiore), ma poi subirono la rimonta e il sorpasso dei veneti che conquistarono la Serie A. In questi anni vestirono la maglia del Cosenza calciatori qualiLentini,Strada,Zampagna,Altomare,Giandebiaggi,Savoldi,Silvestri,Maldonado. Nel2002-2003 il calcio cosentino visse unaannus horribilis, con la cancellazione del club, alla fine della stagione, da tutti i campionati professionistici dopo quasi novant'anni di storia.
A seguito della radiazione del club dal panorama calcistico italiano, l'allorasindaco diCosenzaEva Catizone diede vita a un progetto di rinascita del calcio rossoblù, assieme all'assessore allo sport Vincenzo Gallo. Tutta la città si strinse attorno all'iniziativa e così il 5 agosto 2003 venne fondato ilCosenza Football Club S.r.l., successivamente ammesso inSerie D a seguito dell'acquisizione del titolo delCastrovillari. Presieduta dallo stesso sindaco, la squadra, guidata in campo daGigi Lentini, dopo tre cambi di allenatore ottenne la settima piazza sotto la guida tecnica diLuigi Marulla. Intanto, nell'estate del 2004, ilCosenza Calcio 1914 S.p.A. fu riammesso inSerie D dopo una sequela di ricorsi alla giustizia ordinaria. Per la prima volta, quindi, la città diCosenza avrebbe avuto due squadre cittadine nello stesso campionato, situazione che divise la tifoseria creando malumori e dissidi tra le due società. Inoltre ilCosenza F.C. e ilCosenza Calcio 1914 disputarono entrambe un campionato anonimo, chiudendo rispettivamente in ottava e nona posizione. Passarono per il San Vito numerosi giocatori e molti allenatori,Giuseppe Sannino,Giacomo Modica e infine Antonio Aloi per ilCosenza F.C. e le bandiereLuigi De Rosa eLuigi Marulla per ilCosenza Calcio 1914. Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ebbe durante l'ineditoderby, in cui la tifoseria tornò compatta allo Stadio per contestare lo svolgimento di un'umiliante stracittadina, interrompendo la partita con un'invasione. Tuttavia, tale imbarazzante situazione di "convivenza" durò appena un anno.
IlCosenza Calcio 1914, infatti, fallì definitivamente nel 2005 e ilCosenza F.C., assurto al ruolo di prima e unica squadra cittadina, cambiò denominazione inAssociazione Sportiva Cosenza Calcio. Mancata la promozione ai play-off nel 2005-2006 e nel 2006-2007, al culmine di una crisi finanziaria molto profonda, nel luglio 2007 il club annunciò di rinunciare all'iscrizione. Pertanto anche l'A.S. Cosenza Calcio si avviò al fallimento e sparì dal panorama calcistico nazionale.

Nella stagione 2007-2008 la societàRende F.C. cambiò la propria denominazione sociale in Fortitudo Cosenza s.r.l. e si iscrisse al campionato di Serie D.

Con un organico composto da alcune vecchie glorie del Cosenza Calcio 1914 e da un gruppo di cosiddetti "under", nel 2007-2008 la Fortitudo Cosenza, allenata daDomenico Toscano, disputò un'ottima annata e ottenne la promozione alla penultima giornata nello scontro diretto contro ilBacoli Sibilla, di fronte a 18 000 spettatori. Il 30 maggio 2008 la Fortitudo Cosenzaacquistò il marchio del vecchio Cosenza Calcio 1914[senza fonte] e assunse, conseguentemente, la medesima denominazione. Il Cosenza Calcio 1914 vinse poi ilgirone C del campionato diLega Pro Seconda Divisione 2008-2009, conseguendo la seconda promozione consecutiva.
Rinforzata dagli innesti diStefano Fiore e dell'esperto attaccanteRaffaele Biancolino, nel 2009-2010 la squadra deluse le attese. L'anno dopo, a seguito di quattro cambi tecnici e una stagione segnata da una penalizzazione di 6 punti per inadempienze economiche, retrocesse inLega Pro Seconda Divisione. La società, a causa dei gravi problemi economici, non venne iscritta al campionato diLega Pro Seconda Divisione e si avviò verso il fallimento, dichiarato il 11 settembre 2013 con la radiazione dallaFIGC per fallimento[11].

Nell'estate del 2011 fu costituita una nuova società, la Nuova Cosenza Calcio S.r.l., presieduta daEugenio Guarascio. La società si presentò al pubblico con un nuovo logo, un autentico segno di rottura rispetto alla travagliata storia recente del Cosenza Calcio[12].
Iscritta al campionato diSerie D per la stagione 2011-2012, la Nuova Cosenza Calcio si piazzò seconda nelgirone I, qualificandosi per la faseplay-off, che vinse, ma il successo non valse il ripescaggio inLega Pro Seconda Divisione a causa del blocco dei ripescaggi. Nel 2012-2013 la squadra ottenne nuovamente il secondo posto nelgirone I dellaSerie D, qualificandosi per la faseplay-off, dove si arrese agli ottavi di finale.
Il 5 agosto 2013, grazie al buon piazzamento nella graduatoria dei ripescaggi in quanto vincitrice deiplay-off del girone I, il Cosenza ritornò nel campionato professionistico diLega Pro, dopo due stagioni.
La stagione 2013-2014 nel girone B dellaLega Pro Seconda Divisione iniziò con la presentazione del nuovo logo societario, in omaggio al centenario della prima partita della SS Fortitudo. Nonostante un calo nelle ultime quattro giornate del campionato 2013-2014, il Cosenza ebbe accesso alla Lega Pro Unica; nel 2014-2015 il Cosenza diGiorgio Roselli ottenne la salvezza e si aggiudicò per la prima voltaCoppa Italia Lega Pro, superando ilComo sia nella finale di andata (1-4) sia in quella di ritorno (1-0) al San Vito, davanti a circa 10 000 spettatori in festa. La vittoria rappresenta un primato sia per il club sia in ambito regionale, in quanto è il primo trofeo nazionale a comparire nella bacheca di un club calabrese.
Dopo aver disputato un ottimo campionato e aver visto svanire l'ingresso nei play-off nella stagione 2015-2016 a causa di una flessione nel finale di campionato, nella stagione 2016-2017 il Cosenza ebbe accesso ai play-off, dove uscì ai quarti di finale. Nel 2017-2018, sotto la guida del subentratoPiero Braglia, il club cosentino, per altro spintosi sino alle semifinali dellaCoppa Italia Serie C, ottenne la quinta piazza in campionato, poi eliminò tutte le avversarie nei play-off fino a giungere a disputare la finale per la promozione inSerie B. Contro ilSiena, allostadio Adriatico diPescara, spinto da 11 000 tifosi cosentini, il club rossoblù prevalse con il risultato di 3-1, ritornando così nella serie cadetta dopo quindici anni.[13]
Nella stagione 2018-2019, malgrado un inizio complicato, il sodalizio cosentino conseguì la salvezza con il decimo posto, arrivando a sfiorare persino l'ingresso nei play-off per la promozione inSerie A, che alla fine del campionato distarono appena quattro punti. Rivoluzionata pesantemente nella stagione seguente, la squadra faticò nella successiva annata di serie cadetta, ma riuscì a conservare la categoria con ben cinque vittorie nelle ultime cinque partite del campionato, sotto la guida del cosentinoRoberto Occhiuzzi. Secondo uno studio dellaBBC, il Cosenza di Occhiuzzi risultò la migliore squadra d'Europa per media punti (2,2 a partita) nel postlockdown.[14]
La tribolata stagione 2020-2021, ancora a porte chiuse per la pandemia di COVID-19, si chiuse con la retrocessione sul campo all'ultima giornata, dopo la sconfitta in casa delPordenone, ma il club venne riammesso in Serie B dalla FIGC in seguito all'esclusione dalla serie cadetta delChievo. Nel 2021-2022 la sofferta salvezza venne ottenuta ai play-out a spese delVicenza e l'anno dopo, nella stagione 2022-2023, sempre ai play-out a spese delBrescia.
Nella stagione 2023-2024 la società rinforza la squadra, riportando a Cosenza l’attaccanteGennaro Tutino, che chiuderà al secondo posto la classifica marcatori della Serie B con 20 reti realizzate, record assoluto per un calciatore del Cosenza nel campionato cadetto.Dopo un buon inizio conFabio Caserta, tuttavia la squadra si smarrisce e finisce a ridosso della zona play-out. Il cambio in panchina con il ritorno diWilliam Viali porta buoni risultati e il Cosenza si salva con due giornate di anticipo concludendo la stagione al nono posto, a quattro punti di distanza dalla zona play-off. Nella stagione seguente, complice anche una penalizzazione di quattro punti, si classifica all'ultimo posto che sancisce la retrocessione in Serie C, salutando la cadetteria dopo sette campionati consecutivi.
| Cronistoria del Cosenza Calcio | |
|---|---|
| |

Agli albori del calcio cosentino, nel1912, la Società Sportiva Fortitudo indossava una magliabianca con scrittanera sul petto con il nome della squadra, pantaloncini e calzettoni neri,[2] rimpiazzata in seguito da una magliaverde (o verde eblu inquartata secondo altra tradizione).[2] L'odierno rossoblù viene varato con l'avvento del Cosenza Foot-Ball Club, nel1926:[2] i colori sociali vennero scelti in onore delGenoa, la più antica squadra italiana in attività e la prima a vincere uno scudetto.[2]
La maglia da gioco è storicamente a strisce larghe verticali rosse e blu, con pantaloncini solitamente blu bordati di rosso.[17] Solo molto raramente nel corso della sua storia il Cosenza ha mutato il disegno dei colori indossando maglie a strisce orizzontali,[17] inquartate o a tinta unita (blu bordato di rosso o viceversa).[17] Sotto il regime fascista, per un breve tempo la squadra giocò in divisagranata, e in completo azzurro nell'immediato dopoguerra.[2]
Nella stagione2010-2011 la maglia del Cosenza fu oggetto di curiosità per la sua ripartizione di colori mai vista nella storia delle maglie da calcio: la divisa era rossa sul davanti e blu sul retro. Una scelta fortemente innovativa che suscitò qualche polemica: secondo molti spettatori l'effetto visivo sul campo generava confusione, poiché dava l'idea che in campo "giocassero tre squadre".[17]
A cavallo fra glianni duemila eduemiladieci, la cura e la progettazione delle divise del Cosenza furono affidate all'agenzia Vircillo&Succurro, che garantiva il design unico dei template. Per la stagione2012-2013 fu progettata una divisa ispirata al passato e celebrativa della bandiera dei calabresiDonato Bergamini, deceduto prematuramente.[18] La divisa ispirandosi a un template utilizzato neglianni ottanta, doveva essere interamente rossa con la parte superiore e le maniche blu; a causa della rottura dei rapporti fra la società e l'agenzia di marketing tale progetto non fu mai realizzato.[18] Altra controversia legata all'interruzione dei rapporti fra il Cosenza e l'agenzia Vircillo&Succurro fu la divisa celebrativa del centenario, che a causa di tale avvenimento fu realizzata artigianalmente, riscuotendo critiche da tutto l'ambiente.[19]
Lo storico simbolo del Cosenza è illupo dellaSila che, nelle sue varie evoluzioni di natura grafica, ha caratterizzato nel corso dei decenni lo stemma societario.[20] A partire daglianni ottanta il lupo, inizialmente raffigurato di profilo, viene rappresentato con le fauci ben aperte.[20] Dal1994 al2003 l'animale viene raffigurato con la bocca chiusa e sovrapposto a un pallone all'interno di un cerchio blu contornato da strisce rosse.[20] Dal 2003 al2013 il logo muta più volte ma in tutte le versioni è sempre presente la testa di lupo con le fauci aperte, già in uso negli anni ottanta.[20]
Nel brand adottato nel 2008 si cerca di richiamare sia il logo degli anni ottanta sia quello deglianni novanta; a tal proposito il lupo è disegnato con le fauci aperte e viene sovrapposto a un pallone di calcio inserito all'interno di un cerchio blu contornato da sette strisce rosse, rappresentanti i sette colli che circondano il territorio della città di Cosenza.[20] Nella stagione2009-2010, in occasione del novantacinquesimo anno della storia del calcio cosentino, lo stemma viene circondato da una serie dialloridorati completati dalla dicitura "NOVANTACINQUE ANNI" e "2009".[20]
Nell'estate del 2011 il sodalizio fallisce e riparte dallaSerie D. Il logo viene dunque rivoluzionato. Inizialmente verrà abbracciato da una pergamena recante la frase in latinaBrutia me genuit (Bruzia mi fece nascere), che richiama la leggendaria figura di "Donna Brettia" o "Brutia", condottiera dei primiBruzi, e la stirpe Bruzia in sé.[20] Successivamente cambia totalmente, adottando una forma ascudo, classica, metà rosso e metà blu, sormontato da una pergamena con la dicitura "Cosenza Calcio";[20] più audace la modifica del lupo, che per la prima volta nella storia appare a figura intera: il disegno, stilizzato e moderno, lo ritrae semi accovacciato, mentre regge un pallone sotto una zampa.[20]
In occasione del centenario della prima partita della SS Fortitudo, festeggiato nel 2014, il logo cambia nuovamente: ne risulta uno scudo classico a strisce strette verticali e alla testa di lupo stilizzata simile a quella utilizzata nel corso deglianni trenta;[20] la pergamena sormontante riporta la scritta "century" e ha di lato una banda verdeblù a richiamare i colori della Fortitudo, una delle prime società calcistiche cosentine.[20]
Con il ritorno inSerie B, il 27 giugno 2018 la società annuncia un lieve restyling del logo, da cui vengono eliminati i riferimenti al centenario, senza però intaccare la filosofia di base del disegno del 2014[21].
L’inno della squadra rossoblù èMagico Cosenza di Mario Gualtieri. Brano uscito nel 1982, viene abitualmente proposto allostadio durante le partite del Cosenza.[22]
Dalla stagione2016-2017 la canzone dei LumpenSembra impossibile pubblicata nel 2015, viene riprodotta durante l’ingresso in campo delle squadre.[23]
La mascotte del Cosenza Calcio è Denis, un lupo, simbolo della società, che indossa la classica divisa palata rossoblù.[24] Presentata nel dicembre del 2009 in occasione del 95º anniversario della nascita del club, l'idea è stata curata dall'agenzia di marketing Vircillo&Succurro.[25] Il nome fu scelto dai tifosi tramite un sondaggio online sul sito ufficiale e ricordaDonato Bergamini, il cui soprannome era Denis, calciatore del Cosenza e idolo della tifoseria rossoblù, deceduto prematuramente.[25] In occasione del match interno contro laReggiana del 21 febbraio 2010, la mascotte ha fatto il suo "esordio" allo stadio San Vito.[26]
Nel 2013, per un breve periodo, prima delle partite casalinghe unlupo cecoslovacco, con sciarpa rossoblù al collo, faceva la sua comparsa sotto la curva Sud dello Stadio San Vito, occupata dai gruppi ultras. Tale gesto veniva considerato dalla società beneaugurante.[27]

La Fortitudo non ebbe mai un vero e proprio campo da gioco.[28] I primi terreni sui quali veniva praticato il gioco delfoot-ball vennero arrangiati nella vecchia piazza Prefettura, piazza d'Armi e largo Busento, attiguo all'omonimo fiume ove spesso vi finivano accidentalmente i palloni.[28] Con l'arrivo delFascismo, la sede delle partite casalinghe della polisportiva bruzia si spostò in un terreno ubicato in contrada Muoio e successivamente al campo "Militare" di via Roma.[28] Fu però con l'avvento del Cosenza FC nel 1926 che si fece pressante l'esigenza di aver a disposizione uno stadio vero e proprio; su iniziativa del podestà Tommaso Arnoni, un terreno attiguo al campo Militare venne indirizzato alla costruzione dell'opera.[28] Sebbene incompleto, il nuovo impianto venne inaugurato il 28 ottobre 1931, con la denominazione di "Città di Cosenza".[28][29] Per l'occasione venne disputata un'amichevole contro una rappresentativanapoletana, vinta dai padroni di casa per 2-1.[28][29] Lo stadio subì ingenti opere di restyling nel 1936 e nel 1945, al termine dellaguerra.[28][29] nel 1953 venne intitolato a Emilio Morrone, portiere cosentino scomparso prematuramente in uno scontro di gioco.[29]
Agli albori della stagione sportiva1964-1965, il "Morrone" venne abbandonato e il Cosenza si trasferì al nuovoStadio San Vito, costruito nell'omonima contrada, sulla riva destra del torrente Campagnano.[29] Il progetto principale fu redatto dall'ufficio tecnico comunale, su relazione dell'ing. Terenzio Tavolaro a partire dal 7 ottobre 1958, ma l'inizio dei lavori è datato 19 gennaio 1961.[29] Il primo lotto delle opere, per un importo di 214 milioni, fu terminato dall'Impresa Vincenzo Gallo di Cosenza il 18 marzo 1963; mentre il secondo lotto, per un importo leggermente inferiore al primo, appaltato il 23 ottobre 1963, viene ultimato nel mese di luglio dell'anno successivo.[29] Il progetto iniziale prevedeva la presenza di due tribune e una curva, che conferiva all'impianto una caratteristica forma a "ferro di cavallo".[29] Le opere di restyling più ingenti avvennero nel1983, con la dotazione dell'impianto di illuminazione, e nel 1993, con l'edificazione della curva nord che di fatto ne completò il perimetro.[29]
Nel 2015 lo stadio è stato intitolato all'ex calciatoreGigi Marulla, storica bandiera del calcio cosentino scomparso il 19 luglio di quell'anno.[30]
Il Cosenza si allena sui campi del "Real Cosenza" e del "Sanvitino Delmorgine".
Dal sito internet ufficiale della società.[31]
Di seguito l'elenco dei presidenti dall'anno di fondazione a oggi.[32]
Di seguito l'elenco dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.[33]
Il Cosenza dispone di quattro squadre che prendono parte ai rispettivi campionati giovanili:Primavera 2,Under-17,[35]Under-16 eUnder-15.[36]
Il maggior successo del settore giovanile cosentino è stata la conquista delCampionato nazionale Dante Berretti nella stagione1992-1993. I giovani rossoblù conquistarono il torneo dedicato alle formazioni militanti inSerie A eSerie B; allora il format prevedeva che il torneo fosse diviso in due rami (Serie A-Serie B eSerie C1-Serie C2).[37] Il Cosenza conta inoltre 5 partecipazioni alTorneo di Viareggio: nel1993 fu eliminato al secondo turno,[38] nel1994 alla fase a gironi,[39] nel1996 al secondo turno,[40] nel1997 e nel2003 agli ottavi di finale.[41][42]
Neglianni quaranta il Cosenza disponeva di una formazione riserve chiamata "Boys Demaria", che fu propedeutica per la scoperta e la crescita di giovani calciatori cosentini che successivamente ebbero l'opportunità di giocare in prima squadra e nei campionati nazionali italiani. Tale formazione trasse il suo nome daAtilio Demaría, calciatore italo-argentino che vestì la maglia del Cosenza nel biennio 1946-1948.[43]
La sezione femminile del Cosenza è stata fondata nel 2021 partendo dal campionato di Eccellenza Calabria. Dopo essere arrivata prima nella stagione 2021-2022, la squadra silana è stata promossa inSerie C dove attualmente milita.[44]
Il Cosenza Calcio, fin dalla sua costituzione, ha intrapreso un percorso di iniziative socialmente utili.[45] Nel marzo del 2010 le iniziative sono state volte a indirizzare un messaggio antirazzista: il 7 marzo, in occasione del match casalingo contro ilPotenza, sono stati ospitati al San Vito 11 studenti di nazionalità cinese, nell'ambito del progetto di scambi socio-culturali "Il milione che favorisce l'intercultura internazionale e l'integrazione tra popoli";[45] Il 21 marzo successivo sono stati ospitati 20 bambini di etniaRom, in prospettiva dello sgombero del campo Rom di Cosenza;[45] Il 10 marzo si è invece svolta una partita tra il Cosenza e il Clandestino FC, una formazione composta da migranti cosentini, nell'ambito della manifestazione "Fiera Inmensa".[45]
Nel novembre del 2014 i calciatori del Cosenza hanno realizzato, sullo sfondo dello Stadio San Vito, un calendario con i bambini down della sezione di Cosenza dell'Associazione Italiana Persone Down. L'iniziativa è stata patrocinata dal Comune bruzio, in occasione della giornata mondiale sulla sindrome di Down, e il ricavato delle vendite del calendario devoluto in beneficenza.[46]
Nel febbraio del 2015 la società ha concesso l'ingresso gratuito a un match casalingo ai ragazzi frequentanti il circolo del PSE "Placido Rizzotto" di via Popilia, distrutto nei giorni precedenti da un incendio.[47] Nell'agosto dello stesso anno, in seguito al violento alluvione abbattutosi sui comuni diCorigliano eRossano, il Cosenza ha disputato un triangolare amichevole con le formazioni delRende e dellaPaolana, nell'ambito dell'iniziativa "Dal Tirreno un assist per lo Jonio", allo scopo di devolvere l'incasso dello spettacolo alle popolazioni alluvionate.[48]
In ambitocinematografico, il Cosenza viene citato nel filmTifosi diretto daNeri Parenti e interpretato daDiego Abatantuono,Massimo Boldi,Christian De Sica,Enzo Iacchetti,Maurizio Mattioli eNino D'Angelo.
Di seguito l'elenco degli allenatori dall'anno di fondazione a oggi.[32]Di seguito l'elenco dei presidenti dall'anno di fondazione a oggi.[32]
Di seguito l'elenco dei presidenti dall'anno di fondazione a oggi.[32]
Di seguito la Hall of Fame ufficiale del club, inaugurata nell'ottobre del 2016 in seguito all'installazione dei pannelli contenenti le gigantografie dei sottostanti calciatori nel tunnel delloStadio San Vito-Gigi Marulla.[50]



Nessun calciatore italiano durante la sua militanza nel Cosenza ha mai giocato innazionale maggiore. Nel maggio 2022,Giuseppe Caso è stato convocato dal CTRoberto Mancini per uno stage aCoverciano, divenendo così il primo giocatore del Cosenza ad essere convocato in nazionale maggiore.[51] Pochi mesi dopo, Mancini convoca per un altro stage due ulteriori giocatori del Cosenza,Aldo Florenzi e Paolo Gozzi.[52]
Tra i calciatori appartenuti al Cosenza che contano presenze in nazionale maggiore quando militavano in altri club, vi sono: il campione del mondoAtilio Demaría,Guido Corbelli,Francesco Rizzo,Gianluigi Lentini,Giorgio Venturin,Antonio Manicone,Francesco Statuto,Michele Padovano,Stefano Fiore,Cristiano Lucarelli eMarco Brescianini.
Diversi giocatori stranieri che hanno indossato la maglia rossoblù contano presenze in nazionale maggiore, quando militavano in altre squadre. Tra questi vi sono:Paulo da Silva eRubén Maldonado per il Paraguay,Petăr Žabov eAntonio Vutov per la Bulgaria,Francisco Garaffa eAtilio Demaría per l'Argentina,Pavel Srníček per la Repubblica Ceca,Mark Edusei per il Ghana,Marius Stankevičius per la Lituania,Carlos Embalo per la Guinea-Bissau,Ricardo Frione per l'Uruguay,Precious Monye per la Nigeria,Achraf Lazaar per il Marocco,Christian Manfredini per la Costa d'Avorio,Massimo Margiotta per il Venezuela,Niklas Nyhlen per la Svezia,Florian Radu per la Romania,Mario Šitum per la Croazia,Emanuele Ndoj per l'Albania, Ayub Daud per la Somalia,Brayan Vera per la Colombia,Franck Kanouté per il Senegal eIdriz Voca per il Kosovo.
L'elenco che segue indica tutti i giocatori stranieri che contano almeno una presenza nelle proprie rispettive nazionali maggiori durante la loro militanza nel Cosenza.
Note: * In grassetto eventuali giocatori attualmente in forza al Cosenza.
| Livello | Categoria | Partecipazioni | Esordio | Ultima stagione | Totale |
|---|---|---|---|---|---|
| 2º | Serie B | 26 | 1946-1947 | 2024-2025 | 26 |
| 3º | Prima Divisione | 5 | 1930-1931 | 1934-1935 | 48 |
| Serie C | 30 | 1935-1936 | 2025-2026 | ||
| Serie C1 | 8 | 1980-1981 | 1997-1998 | ||
| Lega Pro Prima Divisione | 2 | 2009-2010 | 2010-2011 | ||
| Lega Pro | 3 | 2014-2015 | 2016-2017 | ||
| 4º | Seconda Divisione | 1 | 1929-1930 | 14 | |
| Campionato Interregionale - 1ª Cat. | 1 | 1957-1958 | |||
| IV Serie | 5 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
| Serie D | 2 | 1974-1975 | 1977-1978 | ||
| Serie C2 | 3 | 1978-1979 | 1981-1982 | ||
| Lega Pro Seconda Divisione | 2 | 2008-2009 | 2013-2014 | ||
| 5º | Serie D | 7 | 2003-2004 | 2012-2013 | 7 |
| Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
|---|---|---|---|---|
| Coppa Italia | 41 | 1935-1936 | 2024-2025 | 41 |
| Coppa Italia Semiprofessionisti | 8 | 1972-1973 | 1980-1981 | 24 |
| Coppa Italia Serie C | 9 | 1981-1982 | 2025-2026 | |
| Coppa Italia Lega Pro | 7 | 2008-2009 | 2016-2017 | |
| Supercoppa di Lega di Seconda Divisione | 1 | 2008-2009 | 1 | |
| Coppa Italia Serie D | 6 | 2004-2005 | 2012-2013 | 6 |
| Poule Scudetto | 2 | 1957-1958 | 2007-2008 | 2 |

Con 26 stagioni inSerie B, il Cosenza è la seconda squadra con più partecipazioni al campionato cadetto tra quelle che non hanno mai raggiunto lamassima serie, pur avendola sfiorata in più di un’occasione.[53] Il miglior piazzamento di sempre in Serie B è il quinto posto del campionato1991-1992. Mentre nella stagione1988-1989, nonostante abbia chiuso il campionato con gli stessi punti diReggina eCremonese,[54] fu escluso dallo spareggio per la promozione in Serie A a causa della classifica avulsa sfavorevole. La vittoria record in Serie B è datata 30 marzo 1947 contro ilPerugia (6-0),[55] mentre la vittoria record in trasferta risale al 27 luglio 2020 contro l’Empoli (1-5).[56] La sconfitta con maggior gol di scarto in Serie B risale al 23 febbraio 1964 per mano delBrescia (6-0), invece la peggior sconfitta fra le mure amiche è avvenuta il 29 novembre 1998 contro ilPescara (1-5).
Per quanto riguarda le coppe nazionali, iRossoblù hanno preso parte a 41 edizioni dellaCoppa Italia, raggiungendo il massimo risultato nelle edizioni1990-1991,1993-1994,1996-1997,1998-1999,2000-2001,2020-2021, conquistando i sedicesimi di finale,[57] turno antecedente agli ottavi di finale. In bacheca hanno unaCoppa Italia Lega Pro, conquistata nel2015, grazie al trionfo in finale contro ilComo, divenendo la prima squadra calabrese ad aver vinto un trofeo nazionale professionistico.[58]
In ambito internazionale, il Cosenza annovera 3 partecipazioni allaCoppa Anglo-Italiana, in cui ha trionfato nell'edizione del1983.

Luigi Marulla detiene sia il record di presenze che il record di gol con la maglia del Cosenza, con 363 partite giocate (330 in campionato) e 104 reti (89 in campionato).
Il record di reti in un campionato di Serie B con la casacca deiLupi appartiene aGennaro Tutino, che nella stagione2023-2024 ha realizzato 20 gol.[59] Record che precedentemente apparteneva aMarco Negri per le sue 19 reti siglate nella stagione1994-1995. Il record assoluto di reti realizzate in un campionato appartiene a Manolo Mosciaro, che nella stagione2012-2013 ha realizzato 26 gol.
Di seguito i primatisti di reti e presenze con la maglia del Cosenza in tutte le competizioni, coppe incluse. Ingrassetto eventuali giocatori ancora in attività con il club calabrese.[49]
Dati aggiornati al 10 maggio 2024.
Record di presenze
| Record di reti
|

La maggioranza dei sostenitori deiLupi proviene dallacittà, dai comuni dell’area urbana cosentina e da tutto il territorio dellaprovincia di Cosenza.[60] Inoltre, considerata la folta presenza di emigrati calabresi nel resto d’Italia e del mondo, è grande il numero di tifosi della squadra cosentina presenti nelle altreregioni italiane (in particolare nelSettentrione[61]) e all’estero: tra i club ufficiali di tifosi con sede all'estero vanno menzionati ilCosenza Club New York negliStati Uniti d'America, ilCosenza Club Toronto inCanada, ilCosenza Club Melbourne inAustralia, ilCosenza Club Monaco di Baviera inGermania ed ilCosenza Club Lachen inSvizzera.[62]
Dal 2014, la tifoseria cosentina presenta una scissione del tifo organizzato, con gruppi ultras presenti sia in Curva Sud “Bergamini” sia in Curva Nord “Catena”.[63]

Gli ultras cosentini sono gemellati con quelli dellaCasertana, delCasarano, delGenoa,[64] delVenezia e dell'Ancona.[65][66]Hanno inoltre rapporti d'amicizia con quelli dell'Atalanta,[65][67] delPordenone, delBisceglie,[68] delPisa (in passato c’era un gemellaggio),[69] delCrotone, delLanciano, dell'Alessandria, dellaCarrarese, e con i tedeschi delSt. Pauli e delWerder Brema.[70]
Le rivalità maggiori sono verso i corregionali delCatanzaro,[65][66] con il quale si disputa ilDerby di Calabria, ed i rivali storici dellaSalernitana;[71][72] in ambito regionale vi è rivalità anche con i tifosi dellaReggina.[65] Le altre rivalità più accese sono quelle con i tifosi delLecce,[65][66] delBrescia,[73] delVerona,[65][66] delPalermo, delPescara,[65][66] delSiena[74] e dell'Ascoli.[75] Altre rivalità sono quelle verso i tifosi delCatania,[65][66] dellaFiorentina, delSiracusa, delBarletta,[66] dell'Avellino,[76] delFoggia e dellaSampdoria.[77]
Rosa aggiornata all’8 ottobre 2025.
|
|
Dal sito internet ufficiale della società.[78][79]
Altri progetti
| Cosenza Calcio | |
|---|---|
| Club | Voce principale |
| Storia | Storia del Cosenza Calcio |
| Impianti | Stadio Emilio Morrone(1931-1964) ·Stadio San Vito-Gigi Marulla(1964-oggi) |
| Incontri | Derby calcistici in Calabria |
| Tifoseria | Tifoseria del Cosenza Calcio |
| Squadre di calcio vincitrici dellaCoppa Italia Serie C - Cronologia | |
|---|---|
| Semiprofessionisti | Alessandria (1973) ·Monza (1974) ·Monza (1975) ·Lecce (1976) ·Lecco (1977) ·Udinese (1978) ·Siracusa (1979) ·Padova (1980) ·Arezzo (1981) |
| Serie C | Lanerossi Vicenza (1982) ·Carrarese (1983) ·Fanfulla (1984) ·Casarano (1985) ·Virescit Boccaleone (1986) ·Livorno (1987) ·Monza (1988) ·Cagliari (1989) ·Lucchese (1990) ·Monza (1991) ·Sambenedettese (1992) ·Palermo (1993) ·Triestina (1994) ·Varese (1995) ·Empoli (1996) ·Como (1997) ·Alzano Virescit (1998) ·SPAL (1999) ·Pisa (2000) ·Prato (2001) ·AlbinoLeffe (2002) ·Brindisi (2003) ·Cesena (2004) ·Spezia (2005) ·Gallipoli (2006) ·Foggia (2007) ·Bassano Virtus (2008) |
| Lega Pro | Sorrento (2009) ·Lumezzane (2010) ·Juve Stabia (2011) ·Spezia (2012) ·Latina (2013) ·Salernitana (2014) ·Cosenza (2015) ·Foggia (2016) ·Venezia (2017) |
| Serie C | Alessandria (2018) ·Viterbese Castrense (2019) ·Juventus U23 (2020) ·2021 ·Padova (2022) ·Vicenza (2023) ·Catania (2024) ·Rimini (2025) |
| Squadre di calcio vincitrici delloScudetto Serie D - Cronologia | |
|---|---|
| Scudetto IV Serie | Catanzaro (1953) ·Bari (1954) ·BPD Colleferro (1955) ·Siena (1956) ·Ravenna (1957) |
| Campionato Interregionale | Cosenza,Mantova,Spezia (a pari merito) (1958) |
| Scudetto Dilettanti | Crevalcore (1993) ·Pro Vercelli (1994) ·Taranto (1995) ·Castel San Pietro (1996) ·Biellese (1997) ·Giugliano (1998) ·Lanciano (1999) |
| Scudetto Serie D | Sangiovannese (2000) ·Palmese (2001) ·Olbia (2002) ·Cavese (2003) ·Massese (2004) ·Bassano Virtus (2005) ·Paganese (2006) ·Tempio (2007) ·Aversa Normanna (2008) ·Pro Vasto (2009) ·Montichiari (2010) ·Cuneo (2011) ·Venezia (2012) ·Ischia Isolaverde (2013) ·Pordenone (2014) ·Siena (2015) ·Viterbese Castrense (2016) ·Monza (2017) ·Pro Patria (2018) ·Avellino (2019) ·2020 ·2021 ·Recanatese (2022) ·Sestri Levante (2023) ·Campobasso (2024) ·Livorno (2025) |
| Squadre di calcio vincitrici dellaCoppa Anglo-Italiana - Cronologia | |
|---|---|