Ilnome scientifico delgenere,Corvus, deriva dallatino ed è alla base anche delnome comune dicorvo col quale sono conosciute la maggioranza delle specie ascritte al genere appartenente alla famiglia della corvidae.
Al genere vengono ascritte specie di dimensioni medio-grandi, che vanno dai 34 cm di alcune piccole speciemessicane ai 60–70 cm dei grossicorvo imperiale ecorvo abissino, che assieme all'uccello lira rappresentano ipasseriformi di maggiori dimensioni.
Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto e slanciato, muniti di piccola testa arrotondata con forte becco conico, allungato e appuntito, dall'estremità lievemente ricurva verso il basso: le ali sono digitate, le zampe sono forti e la coda è corta e cuneiforme.
La colorazione della livrea è dominata dai toni del nero, con alcune specie che presentano piumaggio dalle iridescenze metalliche ed altre che presentano aree bianche o grigie su collo o torso: le specieaustraliane presentano occhi chiari, mentre generalmente leiridi sono scure.
I corvi sono uccelli diurni e moderatamente sociali, con alcune specie dai costumi prevalentemente solitari all'infuori della stagione riproduttiva ed altri che in caso di fonti di cibo particolarmente abbondanti si riuniscono in stormi di centinaia d'individui: durante la stagione degli amori, tuttavia, le coppie divengono territoriali. I corvi possiedono un'ampia varietà di vocalizzazioni (fra cui i caratteristici gracchi), utilizzate per comunicare coi conspecifici: essi sono inoltre in grado di imitare i richiami di altre specie.
I corvi presentanointelligenza molto sviluppata[1], che utilizzano principalmente per procacciarsi il cibo, mostrandomemoria episodica ed arrivando a fabbricare utensili[2][3][4]. È dimostrato che, se un esemplare subisce una violenza da un essere umano, possono portare "rancore" per diversi anni, arrivando ad attaccare l'autore delle violenze, non solo dall'esemplare che ha subito l'attacco, ma anche dai componenti del suo gruppo, andando anche oltre alla sua morte[5].
Questi uccelli sono essenzialmenteonnivori e molto opportunisti, cibandosi praticamente di qualsiasi cosa riescano a trovare, dalle carcasse alle granaglie, ai piccoli animali.
Si tratta di uccelli longevi e rigidamentemonogami, con le coppie che rimangono insieme per la vita e collaborano in tutte le fasi della riproduzione.
A lungo si è pensato che il genereCorvus si sia originato inAsia centrale, e che da lì siaradiato nel resto del mondo: in realtà, tale centro di evoluzione è stato recentemente individuato inAustralasia[8].
Il corvo, forse per il suo colore nero lucente, colore del principio delle cose (il buio del ventre materno e quello della terra ove germina il seme), ma anche della fine (il colore della notte e della morte), ha sempre fornito una simbologia dagli opposti significati: animale della preveggenza, messaggero di esseri soprannaturali, portatore di malasorte e anche di fortuna[10][11][12], ecc.
Cesare Ripa nella sua opera più nota,Iconologia, lo inserisce nella simbologia dell'irresolutezza (Irresolutione), ponendo due corvi in atto di gracchiare nelle mani dell'anziana donna che ne costituisce l'icona e ne spiega anche il perché: «Se le dà i Corvi per ciascuna mano in atto di cantare, il qual canto è sempre Cras, Cras, così gli huomini irresoluti differiscono di giorno in giorno,[13] quanto debbono con ogni diligenza operare, come diceMartiale».
Il corvo ha fama di "uccello del malaugurio": questa fama è in un certo senso certificata letterariamente anche dallo scrittore statunitenseEdgar Allan Poe, il quale, nel suo Procedimento di Composizione, con il quale descrive come giunse a comporre il suo noto poema in versiIl corvo, afferma: «Ero così giunto alla concezione di un Corvo, l'uccello di malaugurio che va reiterando con monotonia l'unica parolamai più …».[14]
La fama malaugurante gli deriva anche dalla sua predilezione per le carogne, che ha dato origine a espressioni come «Finire in pasto ai corvi», per indicare il morire (magari anche insepolti).[15] Avendogli il dioApollo mutate le penne da bianche a nere per punirlo di avergli portato una brutta notizia, è divenuto anche simbolo del delatore.[15]
Secondo una leggenda, un corvo soleva mangiare dalle mani diSan Benedetto; e nei monasteri dell'Ordine era uso tenerne uno addomesticato, in ricordo del Santo.[16] Nella mitologia norrena è associato aOdino, il quale ha due corvi come portatori di messaggi:Huginn e Muninn.
Probabilmente il Ripa si ispirò anche all'Antico Testamento, laddove il vecchioNoè fa uscire per primo il corvo al fine di accertare se le acque si sono ritirate: «Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono sulla terra» ma il corvo non se ne andò dall'Arca e Noè fece uscire lacolomba cui toccò la stessa sorte. Ma le uscite successive non furono più affidate al corvo, bensì alla colomba che finì poi con lasciare l'Arca per riprendere la propria vita.[17] Si spiega quindi anche con questo l'interpretazione di simbolo di irresolutezza.
Il corvo compare come animale immangiabile per gliebrei,[18] di per sé ciò non comporta una connotazione negativa, ma assume una valenza positiva in unMidrash molto noto del libro della Genesi in cui il Signore prende le difese del corvo in una discussione con Noè, preannunciandone l'utilità futura poi citata nelI libro dei Re, il Signore incarica i corvi di portare cibo alprofeta Elia.[19] I profetiIsaia[20] eSofonia[21] invece lo indicano, insieme ad altri animali, come segno di desolazione. NelNuovo Testamento il corvo assume una valenza positiva sulle labbra diGesù. «Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre.»[22]
Nellamitologia degliaborigeni australiani il corvo è molto presente, svolgendo generalmente i ruoli ditrickster,eroe culturale o animaletotemico, portando con sé un carico di conoscenze ataviche edintelligenza che desta negli uomini di volta in volta sospetto o ammirazione. Secondo inoongar dell'Australia Occidentale, il corvo e lagazza australiana sonogemelli, nati originariamente con le penne di colore bianco candido: i due erano molto vanitosi, ed un giorno cominciarono a litigare su chi fosse il più bello. Secondo iclan il cuitotem è la gazza, essi caddero in una pozza di fango, nella quale il corvo venne inghiottito completamente (rimanendo completamente nero) e la gazza solo in parte (da cui il piumaggio bianco dorsalmente e nero ventralmente), mentre secondo i clan il cui totem è il corvo essi caddero invece in un fuoco acceso sotto il loro posatoio[23][24]. Secondo un'altra leggenda aborigena, il corvo stava discendendo il corso delfiume Murray, quando incontrò l'albanella australasiatica: allo scopo di fare uno scherzo a quest'ultima, il corvo la spinse ad attaccare la tana abbandonata di unratto canguro, nella quale aveva piazzato degli aculei d'echidna. Gli aculei si conficcarono nelle zampe dell'albanella, divenendo però degli artigli appuntiti che l'animale fu felice di avere acquisito[25]. Fra iKulin delVictoria centro-meridionale, il corvoWaa (anche noto comeWaang oWahn) rappresenta l'antenato del gruppo etnico, assieme (ed in contrapposizione) all'aquila audaceBunjil. Sempre secondo i Kulin (in particolar modo fra iWurundjeri, sebbene il racconto sia presente con alcune variazioni in molte nazioni aborigene), durante iltempo del Sogno il corvo riuscì a rubare il segreto del fuoco alle sette sorelleKaragturk (che portavano ciascuna un tizzone ardente incastonato sul proprio bastone, senza condividerne il segreto con nessuno) per poter cucinare l'igname. L'animale, infatti, le attirò su una collina piena di serpenti promettendo loro una grande quantità di larve diformica: nella concitazione del combattimento, in cui le sorelle utilizzavano i bastoni per tener lontano i serpenti, i tizzoni caddero a terra, venendo lestamente presi dal corvo, che li nascose in una pelle dicanguro per poi portarli con sé in cima a un albero. Quando Bunjil l'aquila, che aveva osservato la scena, chiese a Waa del fuoco per arrostire unpossum, ben presto seguito da un gran numero di altri abitanti dell'outback: il corvo, spaventato dalla folla vociante, cominciò a gettare i tizzoni contro gli astanti, i quali per tutta risposta cominciarono a raccoglierli per portarli con sé. Fra questi ultimi c'era ancheKurok-goru (che li trasportò sul dorso, cosa che spiegherebbe secondo gli aborigeni la groppa rossa di questi uccelli), ma soprattutto dai due aiutanti di Bunjil,Djurt-djurt ilgheppio australiano eThara l'albanella macchiata, che li raccolsero quasi tutti (ed in un'altra storia li utilizzeranno per incendiare il territorio diBalayang ilpipistrello): nel tafferuglio che conseguì tale azione si generò un incendio, che venne fermato da Bunjil, non prima di aver bruciato ilpiumaggio di Waa (che infatti è rimasto nero da quel momento in poi) ed aver causato la fuga delle Karagturk in cielo, dove sono osservabili ancor oggi sotto forma diPleiadi (sette stelle, la cui luminosità è rappresentata secondo gli aborigeni dal tizzone ancora incandescente sul bastone)[26]. Secondo altri racconti, un giorno anche i corvi lasciarono in gran numero la Terra, andando a stabilirsi in cielo formando la stellaCanopo[25]. La contrapposizione fra il corvo e l'aquila è molto viva fra gli aborigeni: fra gliYanyuwa delTerritorio del Nord, per esempio, è diffusa la credenza secondo la quale i corvi, pieni di rancore verso gli uomini (colpevoli di impedire loro di cibarsi a sufficienza, scacciandoli dalle aree dove sono intenti a nutrirsi), siano soliti aggredire (muniti di un bastone nel becco, verosimilmente un riferimento all'abilità di molte specie di manipolare degli attrezzi) le anime dei defunti durante il loro viaggio verso l'Aldilà, contrastati però dairapaci[27].
^(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di),Family Corvidae, inIOC World Bird Names (ver 14.2), International Ornithologists’ Union, 2024.URL consultato il 5 maggio 2014.
^Segni e presagi del mondo animale. I poteri magici di piccole e grandi creature Di Ted Andrews, M. Faccia · 2004.
^La mente del corvo Ricerche e avventure con gli uccelli-lupo Di Bernd Heinrich · 2019.
^Marco Valerio Corvo, aiutato da un corvo sceso dal cielo portò la vittoria ai romani. Il console e dittatore bbe grandissima fortuna nella sua lunga vita. Per questo motivo il corvo è considerato un uccello potatore di fortuna.
^L'onomatopeaCras corrisponde inlatino al termine che significa "domani"; a cui per indicare nelle icone, all'opposto, risolutezza si contrapponeHodie
^Edgar Allan Poe,The Philosophy of Composition, comparso sul numero di aprile 1846 delThe Graham's Lady's and Gentleman's Magazine diFiladelfia; da:Racconti Straordinari - Racconti grotteschi e seri, con la traduzione di Franco della Pergola, Edizioni per Il Club del Libro, 1957
^«Ecco quello che non dovete mangiare […] ogni specie di corvo […]»,Deuteronomio, 14, 14; «Fra i volatili terrete in abominio questi che non dovete mangiare, perché ripugnanti: […], ogni specie di corvo […]» (Levitico, 11, 13-15)
^«[…] ivi berrai al torrente ed i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo […] I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera […]» (1 Re, 17, 2-6)
^«[…] una grande ecatombe nel paede di Edom. […] per tutte le generazioni resterà deserta, mai più alcuno vi passerà. […] il gufo e il corvo vi faranno dimora», (Isaia, 34, 6-11)
^«[…] farà [il Signore] diNinive una desolazione. […] ilgufo striderà sulle finestre ed il corvo sulle soglie.», (Sofonia, 13-14)
^ Jennifer Isaacs,The Kanatgurk and the Crow, inAustralian Dreaming: 40,000 Years of Aboriginal History, Lansdome Press, Sydney, NSW, 1980, p. 107–108.URL consultato il 19 novembre 2018(archiviato dall'url originale il 7 luglio 2014).
^ Clarke, P.,Aboriginal People and Their Plants, Rosenberg Publishing, 2007, p. 29,ISBN978-1-877058-51-6.