Numerosi sono i corsi e i bacini d'acqua che vanno a formare l'insieme idrografico ampezzano: le fonti del Rufiédo, del Felizón e del Boite rappresentano vere e proprie peculiarità idrologiche sul suolo ampezzano, essendo accomunate dalla derivazione da condotte sotterranee di tipo carsico[7]; i torrenti Boite e Fanes scorrono in alvei spaziosi e ricchi di vegetazione, andando a formare, sul proprio percorso, splendide cascatelle (Gola di Fanes); il rio Travenanzes e il rio Felizón, al contrario, scorrono in profondissimi orridi naturali, scavati nella dolomia dal costante fluire delle loro acque nel corso dei secoli. Molto diffusi sono anche i ruscelli e i torrentelli che scorrono lungo le pendici rocciose dei monti e nei boschi, come la Ruoiba e il Ru dei Cavai. La quasi totalità delle acque delbacino idrografico della valle, comunque, risulta prima o poi affluire nel torrente Boite, il maggiore della zona per portata idrica e per lunghezza del corso (42 km complessivi)[7].
Di modestissime dimensioni sono invece i laghetti alpini, a causa dell'accentuata acclività dei versanti e dell'alta permeabilità delle rocce dolomitiche[7]. Vi sono, tuttavia, alcuni piccoli invasi lacustri, situati sia ad alte quote che a fondovalle, la cui formazione è stata resa possibile da un naturale processo d'impermeabilizzazione del fondo di alcune depressioni o dallo sbarramento artificiale di torrenti. Ad ogni modo, essi costituiscono deibiotipi di elevato interesse naturalistico[7].Piccolighiacciai di modeste superfici si nascondono invece nei recessi più freddi e ombrosi del Cristallo, delle Tofane e di altre vette ampezzane, a quote comprese tra i 2 800 ed i3200m d'altitudine, talvolta sepolti sotto una spessa coltre di detriti. Benché in costante ritirata a causa del progressivo aumento della temperatura estiva e autunnale,[7] continuano ad alimentare i torrenti e i ruscelli del fondovalle, garantendo ad Ampezzo un livello minimo di acqua anche in casi di scarsità o assenza di precipitazioni.
Il clima ampezzano è intermedio fra ilclima oceanico, che è tipico della zona subalpina meno distante dall'Adriatico, ed ilcontinentale, tipico delle vallate alpine più interne e riparate, con estati fresche ma brevi ed inverni assai lunghi e rigidi. Come già affermato, le precipitazioni annue si aggirano attorno ad una media di 1.100 mm d'acqua all'anno, con punte massime nei mesi estivi di giugno e luglio e minime nel mese di febbraio. Tra la fine di dicembre e i primi di gennaio di ogni anno, si registrano alcune delle temperature più basse d'Italia, in particolare all'altezza delpasso Cimabanche,[8][9][10] zona di confine tra le province diBelluno eBolzano. Le mezze stagioni, invece, sono generalmente piuttosto umide e piovose, fredde e molto ventilate.
Secondo i dati raccolti nell'arco del trentennio1961-1990, latemperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a -2,5 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +15,4 °C.[11]
Secondo lo studioso Mario Toller, il toponimo "Ampezzo" trarrebbe le proprie origini dal latino: o dalla locuzionead piceum, ossia "presso l'abete", o dalla parolaamplitium (a sua volta derivante daamplus, "ampio"), cioè "luogo aperto e spazioso".[14] Lorenza Russo, invece, ritiene che tale etimologia sia sorpassata e che sia piuttosto da ricercare più indietro nel tempo «risalendo a una radice prelatinaamp-/amb- che designa piante selvatiche da cui si estrae un liquido atto alla fermentazione, dalla quale sia il nome italiano che le denominazioni atesine dellampone:ampomola (Vallagarina),ampoma (Val di Sole) eampomes (Val Gardena)».[15]
Per quanto riguarda la parola "Cortina" si ritiene derivi dal diminutivo dicurtis (dallatino tardo, "corte"),[14] che nell'Alto Medioevo indicava piccole unità territoriali facenti parte di unfeudo, e comprendenti case e terre, alcune delle quali usufruibili liberamente dai paesani, altre invece proprietà private del signore. "Cortina" poteva però anche indicare una "piccola corte", cioè uno spazio delimitato da un muretto, utilizzato in passato per le funzioni religiose e come cimitero.[14] Forse già in epoca romana poteva esistere un centro abitato in Ampezzo - ma non vi sono testimonianze certe a sostegno di questa tesi - ove sorgeva per l'appunto questa "cortina".[14]
Da un punto di vista prettamente storico, la prima testimonianza del nome di questa località montana nonché della presenza in Ampezzo di una comunità stabile, risale a un antico documento notarile datato 15 giugno1156, data secondo la quale due fratelli, Giovanni e Paganello, acquistarono un appezzamento di terra da un possidente trevigiano. Artroto, il notaio che stilò il rogito di compravendita, specificò che il nome del luogo in cui si trovavano tali terreni eraAmpicium Cadubri, "Ampezzo del Cadore".[16][17] La più vecchia testimonianza dell'accostamento di queste due denominazioni,Curtina ampitii, si riscontra invece in un documento del1317, conservato nell'archivio della Regola Alta di Lareto.[18]
La prima attestazione della località risale al 1156, e se ne evince che già all'epoca Ampezzo era parte delCadore, di cui costituiva una circoscrizione amministrativa detta "centena". Nei secoli successivi esso continuò ad essere sottoposta alPatriarcato di Aquileia, uno dei feudi delSacro romano impero, pur godendo di una notevole autonomia. Questa situazione durò fino al1420, quando venne conquistato dallaRepubblica di Venezia, senza che però l'Impero vi rinunciasse formalmente e mantenendo i propri privilegi.
Nel1511, in seguito allaGuerra della Lega di Cambrai, la questione venne risolta:Massimiliano I rinunciò alle sue pretese sul Cadore, trattenendo però Ampezzo. Durante il periodo asburgico il comune entrò a far parte dellaContea del Tirolo, godendo però di notevoli autonomie per concessione imperiale[19].
Ampezzo fu scosso da un periodo calamitoso a cavallo tra i secoli XVIII e XIX, a causa di diverse vicissitudini: la privazione dell'autonomia da parte diGiuseppe II, le guerre napoleoniche, le avversità climatiche. Con la restaurazione dellamonarchia asburgica inizio però un periodo fiorente: si sviluppò notevolmente l'artigianato, e la località inizio ad essere frequentata da turisti altolocati provenienti da tuttaEuropa.
Il periodo aureo si interruppe bruscamente nel1914, con laprima guerra mondiale, che colpì duramente il territorio ampezzano. Nel1918 fu annesso all'Italia, mentre nel 1923 venne separato dal resto delTrentino-Alto Adige e inglobata nei confini dellaProvincia di Belluno. Durante ilFascismo Ampezzo subì una pesante opera di italianizzazione, volta ad uniformare il territorioladino circostante alla cultura italiana. LaSeconda guerra mondiale colpì marginalmente il territorio ampezzano, che durante il dopoguerra visse una rinascita culminata nelleOlimpiadi del 1956. Al referendum istituzionale del 1946, inseriti nella circoscrizione elettorale Udine-Belluno, gli elettori ampezzani assegnarono 851 voti alla Repubblica (53,2%) e 747 alla monarchia (46,7%)[20]. Nei decenni successivi la località si affermò definitivamente come meta internazionale del turismo estivo ed invernale.
Lo stemma del Comune, riconosciuto con decreto delCapo del governo del 28 novembre 1928[22], viene così descritto in linguaggioaraldico:
Lo stemma comunale
«Campo di cielo, allatorre quadrata merlata alla ghibellina; d'oro, coperta di rosso, murata, aperta e finestrata di nero, caricata di due rami di pino, al naturale, posti in croce di Sant'Andrea; la torre addestrata e sinistrata da due pini al naturale, riuniti da unacatena di ferro; il tutto sucampagna erbosa di verde.[23][24]»
Il motto ampezzano, scritto a caratteri maiuscoli su un nastro dorato posto sotto scudo, recita:
(latino)
«Modo vivo ac tuta quiesco»
(italiano) «Vivo con parsimonia e riposo protetta»
Le origini del blasone risalgono alla separazione d'Ampezzo dallaMagnifica comunità di Cadore, nel1511. In seguito a questo episodio si rese necessario l'utilizzo di un nuovo stemma, che tuttavia venne plasmato direttamente partendo da quello cadorino. In quest'ultimo è raffigurato un pino (la Comunità stessa) affiancato da due torri incatenate (icastelli di Pieve eBotestagno), ma in quello ampezzano le figure sono invertite: al centro una torre (che rappresenterebbe quella che svettava sul sasso di Botestagno, facente parte dell'omonima rocca[25]) e ai lati due pini incatenati (leregole alte di Lareto e Ambrizzola).
L'emblema locale viene posto al centro della bandiera d'Ampezzo, troncata, cioè formata da due bande orizzontali d'egual misura: la superiore di colore celeste, bianca l'inferiore. Altro vessillo ampiamente utilizzato in Ampezzo è, inoltre, il celebretricolore a bande orizzontali blu, bianco, verde, bandiera ufficiale dell'area ladina.
Il gonfalone è un drappo di rosso terminate al ventame in coda di rondine.
All'epoca dell'amministrazione austriaca lo stemma della "Magnifica comunità d'Ampezzo" era caricato in petto all'aquila bicipite nera degli Asburgo, impugnante spada e scettro (simboli del potere regale) e sormontata dalla corona imperiale.[26]
La chiesa della Madonna della Difesa, presso il cimitero comunale, è oggi gestita dalla diocesi di Belluno-Feltre, dopo essere stata presidiata per molti anni daifrati minori francescani. È dedicata alla Madonna della Difesa, culto molto radicato in Ampezzo a seguito di due avvenimenti miracolosi, attribuiti alla Madre di Dio, avvenuti nel572 e nel1412 in difesa della popolazione ampezzana. Edificata nel1750 su un preesistente sacello delXIV secolo, presenta sulla liscia facciata a capanna un delicato affresco raffigurante la Madonna della Difesa. Gli interni sono decorati con grande ricchezza di statue, dipinti, marmi policromi e foglie d'oro.
Lacappella di Sant'Antonio da Padova, aChiave, la cui edificazione terminò nel1791, fu ricostruita interamente nel1809 a seguito di un devastante incendio causato dalle truppe napoleoniche che rase al suolo l'intera frazione di Chiave. Dedicata adAntonio di Padova, di cui il villaggio celebra solennemente la festa il 13 giugno, la chiesetta pare protetta e racchiusa tra le antiche mura della frazione. L'impianto è classico ad un'unica navata, con il soffitto in pietra appoggiato su un largo cornicione. All'interno sono conservati due pregevoli busti lignei (ilCristo flagellato esanta Caterina), una pala di sant'Antonio dell'ampezzanoGiuseppe Lacedelli e un altare ligneo riccamente lavorato.
La chiesa diSan Nicolò,San Biagio eSant'Antonio abate, a Ospitale, consacrata il 30 ottobre1226[27], sorge al confine settentrionale dei territori ampezzani, dove, fin dall'XI secolo era presente un ospizio che dava ricovero ai viandanti, ai pellegrini e a coloro che, percorrendo questa strada, si dirigevano dalla Repubblica di Venezia alla Germania o viceversa. La dedica a san Nicolò, infatti, non sembra casuale: quest'ultimo era considerato patrono dei viandanti. Il culto del vescovo barese, ancora molto sentito in Ampezzo così come in molte altre valli dolomitiche, risale probabilmente al periodo della dominazione veneziana (quando venne massicciamente diffuso nei territori appartenenti alla Serenissima, non solo come «Poseidone cristiano», ma anche come santo alla cui venerazione era legato il ceto medio veneziano, in contrapposizione al più aristocraticosan Marco)[28]. Parzialmente riedificata nel1572, a seguito delle riforme giuseppine fu spogliata dei propri antichi arredi. Gli interni conservano antichi affreschi di grande valore, oltre a incisioni e iscrizioni.
Una vecchia fotografia ritraente la cappella della Santissima Trinità a Castello de Zanna. Sullo sfondo, il massiccio del Pomagagnon.
La cappella dellaSantissima Trinità, in localitàMaion, risale alla fine del1704 e la sua storia è legata a quella della nobile famiglia ampezzana dei de Zanna e del loro castello. La chiesetta fu infatti fatta costruire a ridosso delle sue cinta murarie per volere di Giovanni Maria e Pietro de Zanna,[29] già nobili per discendenza da un altro Pietro de Zanna. Il primo dei due era "laureato in ambo le leggi" e fu insignito nel1692 dall'imperatoreLeopoldo I del titolo di "Nobile di SS. Trinità e Pietra Reale", donde deriva la dedicazione della cappella. L'esterno presenta un arioso porticato, mentre l'interno, in tipico gustosettecentesco, è decorato da due altari lignei e un dipinto attribuito ad Agostino Ridolfi (1646–1727).
La chiesa di San Rocco, sita in localitàZuel di Sopra, è dedicata aSan Rocco di Montpellier, venerato come protettore dallapeste. L'edificio, consacrato il 10 settembre1604, è costruito in tipico stile tirolese, con il caratteristico campanile "a cipolla". Vi è conservato ilCrišto de Zuel, un crocifisso del XVII secolo che, secondo la tradizione, fu miracolosamente rinvenuto nell'estate del1695 tra lo strame di una stalla di Zuel.
La chiesetta diSan Francesco, in piazzetta San Francesco, nel pieno centro del paese, è una piccola cappella privata, proprietà della famiglia ampezzana dei Costantini, di cui non si conosce la data di fondazione: appare per la prima volta in un atto di compravendita risalente al 29 settembre1396. Essa è rimasta praticamente inalterata nei secoli, eccezion fatta per la grotta diLourdes fatta costruire nel1913 sulla parete destra dell'unica navata dal sacrestano del tempo, Fedele Siorpaes. Di indubbio interesse artistico sono gli affreschi trecenteschi di santi nella parete in fondo al presbiterio.
La chiesa di Santa Giuliana, ad Alverà, fu consacrata il 5 settembre1716. Presenta una pianta a navata unica e gli arredi rispecchiano il tipico gusto settecentesco. L'unico altare presente all'interno è uno degli esempi più pregevoli di scultura e intaglio lignei del XVII secolo presenti in Ampezzo. In una pala discuola veneta datata1692 è raffigurataSanta Giuliana di Nicomedia vestita ed ingioiellata come una ricca cortigiana. Sulla parete sinistra è infine collocata una teca conservante una piccolaMadonna col melograno, risalente alXVI secolo.
LaCiaśa de ra Règoles (o Casa delle Regole), posizionato in piazza Venezia, a metà di corso Italia, era, un tempo, la sede dell'istruzione elementare ampezzana e rappresenta lo spirito di cooperazione e il senso comunitario di un popolo che conosceva già molti secoli or sono l'importanza del buon utilizzo del patrimonio collettivo, fatto di edifici, pascoli e boschi. La Casa delle Regole ospita al proprio interno, oltre agli uffici dellaComunanza Regoliera, ilMuseo d'arte moderna Mario Rimoldi, uno dei tre musei delle Regole d'Ampezzo (gli altri due sono il Museo paleontologico Rinaldo Zardini e il Museo etnografico Regole d'Ampezzo).
IlComun Vècio (il municipio vecchio), situato in piazza Roma, fu per decenni il centro amministrativo comunale durante l'amministrazione asburgica. Oggi è sede della biblioteca civica e del Corpo Musicale di Cortina, ma conserva comunque il suo carattere maestoso. Sui quattro lati sono rappresentati gli stemmi araldici delle famiglie ampezzane, dei sei sestieri e delle undici regole.
Progettato dall’architettoEdoardo Gellner per i Giochi Olimpici Invernali del 1956[30], il palazzo, uno dei più significativi esempi del linguaggio gellneriano nella conca ampezzana, è stato oggetto di un importante restauro nel 2013 a cura della LIR.
L'ex palazzo delle Poste, in posizione centralissima, è un edificio realizzato per i giochi Olimpici del 1956 progettato dall'architettoEdoardo Gellner.
L'Alexander Girardi Hall (o semplicemente Alexander Hall), in località Pontechiesa, poco sopra il fiume Boite, è un edificio di proprietà regoliera di recentissima costruzione (terminata nel dicembre2006) nato per soddisfare le più diverse esigenze del settore congressuale. Parallelamente all'attività congressistica, l'edificio accoglie mostre ed eventi (come la mostra sulla grande guerra, allestita nel2008 per celebrare i novant'anni dal termine del conflitto), ma soprattutto promuove attività culturali strettamente connesse alfolclore locale ampezzano e alle collezioni regoliere. L'edificio è stato dedicato ad Alexander Girardi (1850 -1918), celebre attore teatrale austriaco di fine Ottocento, nativo diGraz, i cui genitori erano proprio d'origine ampezzana.
L'edificio inoltre ospita altri due Musei delle Regole d'Ampezzo:
Museo paleontologico Rinaldo Zardini, una raccolta di centinaia difossili di ogni colore, forma e dimensione, trovati, radunati e catalogati dal fotografo ampezzano Rinaldo Zardini, appassionato dipaleontologia. Tutti i pezzi esposti sono stati rinvenuti sulle Dolomiti e narrano di un'epoca in cui queste alte vette alpine si trovavano ancora sul fondale di un grande mare tropicale, popolato dainvertebrati marini,pesci,coralli espugne.
Museo etnografico Regole d'Ampezzo, allestito in una vecchia segheria "alla veneziana" ristrutturata, che sfruttava il moto idraulico del torrente Boite. Ivi sono esposti oggetti della vita quotidiana, contadina e pastorale di un passato non tanto lontano: sono conservati oggetti della religiosità popolare, testimonianze artistiche, utensili agricoli, tecniche di lavorazione dei materiali e abiti tipici di questa valle che vengono sfoggiati nelle maggiori occasioni.
IlGrand Hotel Miramonti è uno storico albergo di lusso costruito nel 1906 e già nella prima metà del XX secolo divenne meta di molti personaggi importati nel mondo della politica e successivamente anche del cinema.
Trampolino Italia
costruito per le Olimpiadi invernali 1956[31],il restauro in programma terminerà per le Olimpiadi del 2026[32]
Pista olimpica Eugenio Monti
costruita per le Olimpiadi invernale del1956 e restaurata per le Olimpiadi invernali del 2025[33]
Reso inutilizzabile a causa di un bombardamento italiano il 5 luglio1915, il rudere rimase in uno stato di totale abbandono fino all'avvento del nostro secolo, quando venne restaurato dalle Regole d'Ampezzo assieme alla famiglia divenutane proprietaria, i Lacedelli. Il Forte Tre Sassi ospita un Museo della grande guerra, all'interno del quale sono conservati reperti (bellici e non) risalenti agli anni delprimo conflitto mondiale.
Ilcastello di Botestagno (detto anche "di Podestagno", daltedesco Peutelstein, "Rocca sul Boite") era un fortilizio d'etàmedievale (quasi completamente scomparso) che si ergeva sull'omonimo sasso, situato nella valle delfiume Boite, poco più a nord del centro abitato, in località Prà del Caštel.
Si ritiene che i primi a costruire un appostamento ligneo su Botestagno siano stati i Longobardi tra ilVII e l'VIII secolo, certamente con il fine di dominare le tre valli che sotto di esso convergono: laValle del Boite, la Val di Fanes e laVal Felizon; il primo nucleo in pietra, tuttavia, risale probabilmente all'XI secolo.[16] Nel corso dei secoli successivi fu tenuto daitedeschi (fino al1077), daipatriarchi di Aquileia (XII secolo) e daiCaminesi (XIII secolo), sotto i quali Botestagno divenne sede di un capitanato. Passò poi in manoveneziana e infineasburgica. Durante ilSettecento il castello perse via via d'importanza, fino a quando fu messo all'asta nel1782 per volontà dell'imperatoreGiuseppe II.
Oggi sono visibili solamente i poveri ruderi di quelle che dovevano essere le cantine e le fondamenta del castello, ormai in buona parte inghiottite dalla vegetazione e dal tempo.
Le inconfondibili candide torri del Castello de Zanna
Ilcastello de Zanna è una piccola fortezza, situata in località Minel, la cui costruzione è legata ad una particolarissima storia di fineSeicento. Costituito di bianche e basse mura perimetrali e da due candide torrette angolari, presenta, su quella che doveva essere la facciata principale, una piccola cappella dedicata alla Santissima Trinità. Voluto da Zamaria Zanna, la costruzione del castello iniziò nel 1694, ma il 19 agosto1696 i lavori furono interrotti dalla stessa comunità ampezzana e l'edificio rimase così incompiuto fino a quando, nel1809, venne dato alle fiamme dalle truppe rivoluzionariefrancesi che avevano invaso Ampezzo, rimanendone parzialmente danneggiato. Da allora il castello non ha subito altri interventi e si presenta come una piccola e bianca fortezza diroccata.
Il sarcofago del Fante morto, posto all'interno dell'ossario
Ilsacrario militare di Pocol (detto anche ossario di Pocol) sorge a quota 1.535 ms.l.m., presso la SS 48 delle Dolomiti in direzione diPasso Falzarego, in località Pocol. Edificato nel1935 come monumento funebre alle migliaia di caduti della grande guerra sul fronte dolomitico, questo austero sacrario è costituito principalmente da dueparallelepipedi orizzontali di differente grandezza posti l'uno sopra l'altro, su cui s'innalza una massiccia torre quadrangolare in pietra, ben visibile da tutta la sottostante conca ampezzana. Sul retrostante piazzale, a destra, si affaccia una piccola chiesetta, costruita nel1916 quale cappella del vecchio cimitero militare dagli alpini del 5º gruppo.
Conserva le misere spoglie di 9.707 caduti italiani, di cui 4.455 rimasti ignoti, e di altri 37 caduti austro-ungarici noti. In una cripta situata al centro della struttura, sotto il sarcofago in pietra del "Fante morto", riposa il corpo delgeneraleAntonio Cantore, insignito dellamedaglia d'oro al valor militare.[34]
Il parco, che copre un'area complessiva di 11.200 ha, è stato ufficialmente istituito il 22 marzo1990 con Legge Regionale n. 21 dellaRegione del Veneto. Nato con il consenso dell'Assemblea generale dei Regolieri, è stato affidato in gestione dalla Regione del Veneto alla Comunanza delleRegole d'Ampezzo.
Il territorio del parco comprende molti famosi gruppidolomitici: ilCristallo, le Tofane, la cima Fanes, il Col Bechei e la Croda Rossa, rispettivamente divisi dalla Val Travenanzes, dalla Val di Fanes, dall'alta Valle del Boite e dalla Val Felizon. Alcuni di questi massicci presentano vette che superano i 3.200metri s.l.m. e racchiudono nelle rientranze dei loro versanti settentrionali alcuni piccolighiacciai. Le valli sono strette e formano degli spettacolari orridi naturali in prossimità della comune confluenza, in corrispondenza della quale è situata l'entrata principale del parco, e si aprono in vasti altipiani a pascolo verso le quote più alte. Altri due solchi vallivi costituiscono i limiti meridionali dell'area. Il parco è poi delimitato dalla valle del rio Falzarego ad ovest e dalla Val Padeon ad est. All'interno del parco vi sono ben diciannove strutture turistiche, traristoranti erifugi alpini.
I primi dati ufficiali del numero di abitanti in Ampezzo si trovano nella biblioteca delTiroler Landesmuseum Ferdinandeum (museo del Tirolo) diInnsbruck, oltre ad un documento dell'archivio comunale datato 1773. Altre statistiche arrivano dalloSchematisus der Diözese Brixen (Schematismo della diocesi di Bressanone).[senza fonte]
Fino al 1804 la popolazione ebbe una crescita media del 4,10% piuttosto costante. A causa delleGuerre napoleoniche Ampezzo passò alRegno di Baviera (1805) e poi alRegno d'Italia (1810), queste guerre segnarono molto la popolazione, specie per i fatti bellici del 1809 che videro un crollo demografico tra il 1806 e il 1814 del 17,33%.
Consistenti in quegli anni furono anche gli emigrati che toccarono nel 1812 le 299 unità (il 12,55% del totale). Nei 50 anni successivi alle guerre napoleoniche gli emigrati non superarono mai le 16 unità annue.
Dopo leguerre napoleoniche la popolazione tornò a crescere gradualmente e costantemente con un tasso medio del 3,40% (tra il 1818 e il 1863). L'emigrazione fu quasi nulla. Col 1863 e l'arrivo diPaul Grohmann inizia l'era del turismo.
La popolazione ampezzana, come si può evincere dal grafico, ha visto una costante crescita nel periodo compreso tra l'annessione allo Stato Italiano e tutti glianni sessanta, mentre a partire daglianni settanta ha registrato un forte calo (-2 099 unità in trent'anni).
Alla fine del 2008 si sono contati 44 nati (7,1‰) e 67 morti (10,9‰) con un incremento naturale di -23 unità (-3,8‰). Le famiglie (2 808) contano in media 2,2 componenti.[39]
La presenza di popolazione straniera residente a Cortina d'Ampezzo è un fenomeno abbastanza recente e di proporzioni piuttosto ridotte, anche viste le dimensioni poco estese del paese.
Gli stranieri residenti a Cortina d'Ampezzo al 31 dicembre 2024 sono 274 e rappresentano il 4,8% della popolazione residente.[40]La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall'Ucraina con il 23,6% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania e dal Perù.[41]
Accanto all'idioma italiano, parte della popolazione locale parla correntemente l'ampezzano che è una variante locale del più ampio gruppo delladino, cui è ormai riconosciuto il rango di una vera e propria lingua. Si tratta di una lingua romanza discendente dallatino (alla pari dell'italiano, delfrancese o delcastigliano) con antiche influenze dalla lingua celtica e retica; il quale rassomiglia per molti aspetti alromancio parlato inSvizzera. Il mantenimento di questo idioma, conosciuto dagli anziani ma anche da molti tra i più giovani, è diventato per una parte degli ampezzani un vero e proprio simbolo di attaccamento alle proprie radici montane e rustiche.[42] Lo stesso sentimento di orgoglio comunitario è riscontrabile nell'appartenenza alla culturaladina/tirolese, diversa e distinta da quelleitaliana e tedesca, che continua a sopravvivere benché sempre più compressa tra queste ultime.[42] Una tendenza culturale che comincia a trovare un riconoscimento da parte delle istituzioni: notevole, ad esempio, che nel dicembre2007 l'amministrazione comunale abbia deciso di affiancare il ladino all'italiano nella toponomastica stradale e delle frazioni, nel rispetto della normativa in vigore dal1999 per la tutela delle minoranze linguistiche.[43]
Un sondaggio del 2006 ha potuto inoltre rivelare la composizione linguistica di tre comuni dellaProvincia di Belluno che facevano parte delTirolo storico, includendo Ampezzo. Il sondaggio ha rilevato che il 15,6% della popolazioneampezzana è dimadrelingua ladina, mentre l'82,1% è dimadrelingua italiana. È presente inoltre una minoranzagermanofona che comprende l'1,7% della popolazione, risalente alla amministrazioneaustriaca.[44]
La religione dominante nel comune di Cortina d'Ampezzo è quellacristiana di credocattolico romano. Non ci è dato sapere né l'epoca né l'autore dell'evangelizzazione di queste terre in epoca antica; tuttavia, come già precedentemente affermato riguardo alla storia medievale di Ampezzo, la tradizione vuole che nel corso delVI secolo gli abitanti abbiano ricevuto dalla Madonna una protezione miracolosa che li avrebbe salvati dalle razzie dei Longobardi,[45] che in quegli anni stavano compiendo la propria calata nellapenisola italiana. Al secolo VI, dunque, questa regione già professava la fede cristiana. In particolare, è molto sentita la venerazione per la "Madonna della Difesa", anche in virtù di un secondo miracolo, avvenuto quando, nel1412, un esiguo gruppo di ampezzani e cadorini riuscì a bloccare le truppe imperiali diSigismondo del Lussemburgo alpasso di Cimabanche.[45][46] Tale evento venne attribuito all'intercessione della Vergine Maria e da allora, ogni 19 gennaio, si celebra la cosiddetta "Festa del Voto".
Un crocifisso ligneo in località di Grava di Sotto
Il forte sentimento religioso di questa valle è testimoniato anche dalla grande quantità di altari, cappelle, chiese, edicole sparse per tutto il territorio: pressoché ogni località ampezzana possiede una propria chiesetta, dedicata alla venerazione di un particolare santo protettore. I SantiFilippo eGiacomo sono invece patroni di tutto Ampezzo, venerati nella chiesa principale del paese. Ai fianchi delle strade, ai bivi e agli incroci, nei boschi o presso le sorgenti dei ruscelli, è poi facile trovare piccole edicole dedicate allaMadre di Dio ocrocifissi di legno che testimoniano una religiosità popolare semplice ma ancora sentita.
L'intero territorio è compreso in una sola parrocchia, quella dei Santi Filippo e Giacomo, sede anche deldecanato di Cortina d'Ampezzo. Dal punto di vista ecclesiastico, la parrocchia, fino al 1751 seguì le vicissitudini della chiesa matrice di Pieve di Cadore, passando nei secoli sotto diverse autorità episcopali: subordinata al Patriarcato di Aquileia per sette secoli, alla soppressione di quest'ultimo (1751) passò, come territorio asburgico, sotto l'arcidiocesi di Gorizia, quindi sotto l'amministrazione vescovile diLubiana (1787), e appena due anni più tardi divenne parte delladiocesi di Bressanone.[47] Nell'agosto1964, infine, il decanato fu aggregato alladiocesi di Belluno.[48]
Tra le minoranze religiose, conseguenza soprattutto della recentissima immigrazione, si registrano sparute comunità dicristiani ortodossi emusulmani. È inoltre presente una congregazione deiTestimoni di Geova, che ha la propria sede in località Pian da Lago.
Referendum per l'aggregazione alla provincia autonoma di Bolzano
Il museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi, Il museo Paleontologico Rinaldo Zardini ,Il museo Etnografico delle Regole d'Ampezzo[50],museo della Grande Guerra 1915-1918 al Forte Tre Sassi.[51], il museo della Vespa[52], il museo diffuso letterario[53],museo all'aperto delle 5 Torri[54], il museo nelle nuvole " Messner"[55][56], il museo storia dello sport[57][58], museo della memoria " Ospedaletti sulle Tofane "[59]
Il sistema scolastico nella valle d'Ampezzo ha origini molto antiche: già nel XVII secolo, infatti, esistevano istituti popolari,[26] resi gratuiti nel 1774, vennero riformati nel 1848 durante la grande stagione delle riforme attuate dagli Asburgo nei propri possedimenti.
Tra gli istituti pubblici, sono presenti in Ampezzo un istituto comprensivo (che raccoglie una materna, un'elementare e unamedia) e ilPolo della Val Boite (istituto d'istruzione secondaria superiore, costituito nel1999 a seguito del decreto Bassanini), che raccoglie illiceo scientifico, l'Istituto professionale per i servizi alberghieri e ristorazione, l'istituto d'arte, l'istituto tecnico commerciale e illiceo classico del comune di San Vito di Cadore. Negli anni scolastici2007-2008 e2008-2009, ilPolo della Val Boite ha avuto rispettivamente un totale di 550 e 567 iscritti, e di un corpo docenti formato rispettivamente da 72 e 90 insegnanti[65].
Sono invece privati l'asilo "Don Pietro Frenademez" (paritario), e l'asilo nido e le scuole materna ed elementare dell'associazione "Facciamo un Nido", ente gestore del Centro Infanzia e Scuola Elementare "Montessori" (scuola primaria paritaria e tutto il Centro bilingue italiano-inglese a partire dall'asilo nido, utilizzanti ilmetodo Montessori)[66].
La valle e i monti d'Ampezzo sono spesso stati scelti da registi e sceneggiatori come set ideali per la realizzazione di svariatepellicole cinematografiche, soprattutto per la bellezza dei paesaggi naturali. È questo il caso diCliffhanger - L'ultima sfida, film statunitense diRenny Harlin, conSylvester Stallone (1993): benché la vicenda di questo film si svolga nelleMontagne Rocciose, l'ambientazione fu individuata in Ampezzo (tra i pendii delLagazuoi[67]) proprio in virtù della spettacolarità e della magnificenza dei massicci montuosi[68].
Nel 1956 il territorio di Cortina d'Ampezzo, e principalmente la frazione diFiames, è stato uno dei luoghi delle riprese del filmLa dinastia del petrolio, un film d'avventura britannico uscito nelle sale l'anno successivo, ambientato nell'Alberta canadese, diretto daRalph Thomas e basato sull'omonimo romanzo del 1952 diHammond Innes. Le riprese furono effettuate, oltre che a Fiames, nell'area che di lì a poco avrebbe ospitato l'aeroporto di Fiames, e nei dintorni di Cortina d'Ampezzo, anche nellago di Pontesei: proprio in relazione a tale circostanza, la pellicola è una testimonianza del cantiere all'epoca attivo per la realizzazione della diga di Pontesei[69].
Cortina d'Ampezzo e la relativa valle fanno una breve apparizione nel filmSpider-Man: Far from Home, sebbene il film indichi il territorio come inAustria anziché in Italia.
La valle ampezzana è stata scelta come scenario anche per numerosi spot pubblicitari, specialmente per quelli invernali dell'azienda ditelefonia mobileTIM, andati in onda neglianni 2000.[71][72]
Il programma televisivoLinea Bianca ha dedicato alcune puntate a Cortina d'Ampezzo.
LaCogòia (Conchiglia), il palco di Corso Italia sul quale si tengono molti degli spettacoli organizzati dai vari gruppi musicali ampezzani.
IlCoro Cortina nasce nel1965 per volontà di un gruppo di amici, cultori della musica e intenzionati a salvaguardare e a organizzare in forma corale icanti popolari di montagna. La vera vita artistica comincia, tuttavia, nel1967, sotto la direzione di Giancarlo Bregani, noto musicologo e critico musicale. Ilcoro, composto da una trentina di elementi, ha un repertorio che comprende non solo musiche popolari ampezzane e di diversi altri paesi, ma anche cantispirituals,brani sacri e composizioni di autori antichi e moderni. IlCoro Cortina ha partecipato a diverse manifestazioni nazionali e internazionali, esibendosi tra l'altro anche nelSalone dei Cinquecento aFirenze, nelSalone dei Corazzieri delQuirinale, alla Stadthalle di Vienna e alMozarteum diSalisburgo.[73] Dal 2007, è diretto dal maestro Marino Baldissera.
Il Corpo musicale di Cortina d'Ampezzo, fondato nel1861 come evoluzione di una piccolafanfara paesana già esistente, è uno dei simboli della Regina delle Dolomiti.[74] La maggiore manifestazione musicale cui partecipa tale banda è l'ormai conosciutaFèšta de ra Bandes ("Festa delle Bande"), una delle più colorate e folcloristiche feste del comune ampezzano, che si tiene durante l'ultima settimana d'agosto.
LaSchola Cantorum è dal 1882 al servizio della chiesa parrocchiale, di cui anima le messe. Ha svolto una notevole attività concertistica, anche con accompagnamento orchestrale. Assieme alCorpo musicale e alCoro Cortina, contribuisce al mantenimento di quella tradizione che è alla base del patrimonio culturale ampezzano.[75]
L'AssociazioneDino Ciani, costituita nel1975 a seguito della morte del celebrepianistafiumano da cui prende il nome, organizza invece eventi e manifestazioni culturali e musicali di alto livello, tra cui ricordiamo ilConcorso Internazionale per Giovani Pianisti "Dino Ciani" Teatro alla Scala (nove edizioni dal '75 al '99). Annualmente, in periodo estivo, l'associazione organizza ilFestival Dino Ciani e un'omonimaAccademia, allo scopo di offrire ai giovani artisti la possibilità di sviluppare e affinare le proprie abilità musicali, esibendosi poi dal vivo all'interno del festival stesso.[76] L'associazione, patrocinata dal Comune di Cortina d'Ampezzo e dalTeatro alla Scala diMilano, vanta, inoltre, la collaborazione e il sostegno di grandi artisti qualiJeffrey Swann (vincitore del primo concorso "Dino Ciani" nel '75) e il maestroRiccardo Muti.[77]
Cortina d'Ampezzo è citata in un brano del saggioLe porte della percezione diAldous Huxley, precisamente in un momento in cui l'autore racconta della sua esperienza con lamescalina e necessita di fare un esempio.
Viene citata inoltre inFesta mobile diErnest Hemingway, dove lo scrittorestatunitense riferisce che nella località dolomitica venne concepito il primogenito Jack, avuto dalla prima moglie Hadley Richardson.
La cucina ampezzana è in parte simile a quella tirolese, rispecchiando anche nella gastronomia i forti legami con l'Austria occidentale;[78] pertanto molti piatti tipici d'Ampezzo portano gli originali nomitedeschi. Sono tutte vivande della tradizione popolare, generalmente povere, ma ricche di sapore e tradizione.
I primi piatti più famosi sono certamente ichenedi (variante ampezzana deicanederli tirolesi), palle di pan grattato ripiene dispeck,spinaci,lardo oformaggio e serviti inbrodo caldo o conburro fuso, icasunziei, ravioli a mezzaluna ripieni dirapa rossa opatata, conditi con burro fuso e semi dipapavero, e ipestariei, pezzetti di pasta di farina bianca e acqua cotti in latte bollente salato; questo tipico piatto rappresentava l'antica colazione degli ampezzani.[78] Dalla tradizione veneta, Ampezzo ha ereditato lapolenta e ilrije e bije (conosciuto anche comeriso e piselli), affiancati da minestra difave (detta anchefaariesa) o diorzo; da quella asburgica, invece, laGulaschsüppe, specialità originaria dell'Ungheria, consistente in una zuppa di carne speziata.
Tra le pietanze si ricordano l'arrosto aifunghi (che crescono abbondanti nei sottoboschi circostanti la valle), ilgröstl, tortino di carne e patate d'origine austriaca, le costine dimaiale, gli spezzatini di cacciagione (dicapriolo o dicamoscio), serviti in modo molto originale con la tradizionale marmellata dimirtilli rossi, e un gran numero di salumi e insaccati; tra i contorni, il più conosciuto sono le celebripatate all'ampezzana. Molto sviluppata è anche la tradizione casearia: qui si produce il tipicozigar, servito fuso con la polenta.
La torta dimele (in tedescoapfelstrudel), lefartaies e il tortino diricotta, infine, sono squisiti dessert, così come ikrapfen (alla crema o alla confettura d'albicocca), inighele (piccoli bomboloni privi di ripieno) e latorta sacher, tipici dolci austriaci. Tra le conserve, sono da ricordare soprattutto quelle di frutti di bosco:mirtilli,lamponi,more,ribes,fragole. Infine è da citare la locale produzione di miele, in particolare di millefiori e dirododendro.
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Motivo:La sezione contiene eventi da verificare con fonti terze che ne accertino la rilevanza "almeno nazionale". Le feste popolari religiose vanno collocate nella sezione "Tradizioni e folclore", le manifestazioni sportive vanno collocate nella sezione "Sport". Da ristrutturare come daWikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Eventi.
Di seguito sono riportate le maggiori manifestazioni culturali e sportive svolgentesi nel territorio comunale:
Coppa del mondo di sci alpino femminile, da quasi vent'anni sulla celebre pista "Olympia" della Tofana;
Una Montagna di Libri, la nota rassegna di incontri con l'autore che si svolge da Natale ad aprile, al Palazzo delle Poste.
Ra corsa dei Sestiere, tradizionale palio invernale tra i sestieri d'Ampezzo;
Dobbiaco-Cortina: gara internazionale difondo, a inizio febbraio;[79]
Cortina-Dobbiaco marathon: gara di corsa aperta a tutti;[80]
Lavaredo Ultra Trail: gara di corse di fama internazionale
Concorso Ippico Internazionale Cortina International Show Jumping, competizione di alto livello tra i migliori cavalieri del salto ad ostacoli al mondo.
Fèšta de ra Bandes, tradizionale sfilata folcloristica a cui partecipano il Copro musicale di Cortina d'Ampezzo e altre bande musicale provenienti anche dall'estero.
Come riportato nello statuto comunale,[23] il territorio è articolato in numerosi villaggi, nessuno dei quali è però consideratofrazione. Essi erano inizialmente piccolissimi borghi affiancati più recentemente da alcuni nuovi insediamenti abitativi (tra parentesi gli originali nomi ladini): Acquabona di sopra (Agabona de sora), Acquabona di sotto (Agabona de sote), Alverà, Bigontina di sopra (Begontina de sora), Bigontina di sotto (Begontina de sote), Boschedel, Brite de Val, Cadelverzo di sopra (Ciadelverzo de sora), Cadelverzo di sotto (Ciadelverzo de sote), Cademai (Ciademai), Cadin di sotto (Ciadin), Cadin di Sopra (Ciadin de Inze), Campo di sopra (Cianpo de sora), Campo di sotto (Cianpo de sote), Chiamulera (Ciamulera),Chiave (Ciae),Cianderies, Coiana (Coiana), Col, Cortina, Crignes, Doneà,Fiames, Fraina, Gilardon (Jilardon),Grava di sopra (Graa de sora), Grava di sotto (Graa de sote), Guargné, Lacedel (Lazedel), La Riva (Fora in Ria), Manaigo,Maion di sopra,(Maion o Maion de sora),Maion di sotto (Maion de sote o Minel), Meleres, Mortisa (Mortija), Pecol (Pecol), Pezié, Pian da Lago, Pierosà,Pocol (Pocol), Pontechiesa (Ponte de ra Zesa), Ronco, Salieto, Senorié (Śenorié), Socol (Socol), Socus (Socusc), Staolin (Stoulin), Val di sopra (Val de sora), Val di sotto (Val de sote), Verocai (Gnoche), Vera (Ra Era),Zuel di sopra (Śuel de sora), Zuel di sotto (Śuel de sote).
I vari insediamenti del comune di Cortina d'Ampezzo sono riuniti in sei contrade, che prendono il nome disestieri[23] e hanno la funzione di rappresentare le comunità locali. In particolare, sono legati all'organizzazione di eventi folcloristici (tra cui laCorsa dei Sestieri e leFeste Campestri). I sei sestieri prendono il nome di: Alverà, Azzon (Azon), Cadin (Ciadin), Chiave (Ciae), Cortina, Zuel (Śuel).
Ampio sviluppo ha avuto, a partire dal secolo XIX, l'artigianato locale. La crescente importanza di tale settore indusse il Ministero del Commercio austriaco ad autorizzare l'apertura di una Scuola Industriale Statale nel1874, cui si aggiunse successivamente l'Istituto d'Arte. I prodotti artigianali incontrarono l'apprezzamento dei primi villeggianti britannici e tedeschi del nascente turismo di fine Ottocento. Quest'arte sembra affondare le proprie radici in tempi immemorabili, in un'epoca mitica. Il giornalista e antropologo austriacoKarl Felix Wolff, ad esempio, racconta che, secondo un'antica leggenda, «un ampezzano fabbricò una volta una spada di tale elasticità che si poteva piegare e annodare e poi tornava diritta».[81]
Tra le specializzazioni di maggior rilievo, ricordiamo la lavorazione artistica del legno per arredamento, la produzione dellestufe in maiolica (molto simili alleKachelofen tirolesi), la produzione di oggetti in ferro, rame e vetro, la realizzazione di oggetti d'arredo impreziositi ottenuti con tecniche d'intarsio e musiva, la scultura del legno la fotografia professionale.
Panorama di Cortina d'Ampezzo dall'alto diBus de Tofana (2.930 m s.l.m.), sullaTofana di Mezzo.
La fama internazionale della località ampezzana si deve anche alle sue piste da sci, tra le più impegnative e panoramiche di tutte le Dolomiti.
Il celebre logo turistico di Cortina d'Ampezzo, con l'inconfondibile scoiattolino rosso
Il simbolo di turistico di Cortina d'Ampezzo, è il logo raffigurante un piccolo scoiattolo rosso, accostato alla scritta corsiva riportante il nome del comune.
Le infrastrutture costruite per le gare olimpiche sono state riutilizzate per il turismo invernale: gli impianti di risalita superano la trentina (dati risalenti al1999), di cui quattrofunivie, oltre ventiseggiovie e una decinasciovie; numerose le piste, concentrate soprattutto inTofana e nei comprensoriCortina Cube (Mietres -Cristallo -Faloria) eCinque Torri - Col Gallina -Lagazuoi. Tutto Ampezzo, col nome diOlimpia Superski, rientra nel comprensorio italianoDolomiti Superski, uno dei maggiori caroselli sciistici del mondo[83].
Le piste da discesa sono poco più di un'ottantina, per oltre 140 km totali. Le piste da fondo misurano invece 58 km complessivi, praticabili principalmente in localitàFiames e sulla cosiddettaCiclabile delle Dolomiti.
Un nuovo e più grandesnowpark (ilCortina Snowpark) è stato invece aperto nel gennaio2011 in zona Tofana, nei pressi di Socrepes (pista San Zan). L'impianto, servito da una seggiovia quadriposto, è lungo 500 m ed è suddiviso in due aree di diversa difficoltà:
L'Associazione Curling Cortina (ACC), nata nel 1968, riunisce i tre club ampezzani.Le squadre partecipanti al Campionato Italiano (di tutte le categorie Olimpiche e Para-olimpiche) sono associate all'ACC.
PressoFiames, località a pochi chilometri dal centro abitato ampezzano, era funzionante l'Aeroporto di Cortina d'Ampezzo-Fiames perelicotteri e altri velivoli privati di piccole dimensioni. L'hangar apparteneva alla compagnia aerea da turismoAeralpi, che effettuava i collegamenti con l'aeroporto ampezzano[85].
Il 28-29 ottobre 2007 si è tenuto un referendum consultivo per chiedere che il comune (assieme a quelli diLivinallongo del Col di Lana eColle Santa Lucia) fosse distaccato dal Veneto ed aggregato allaprovincia autonoma di Bolzano. Ilreferendum[86] si è contraddistinto per la netta vittoria dei "sì" e per il superamento dei due quorum qualificati. Ora il comune sta seguendo la procedura prevista dalla Costituzione e dalla legge sui referendum.
La principale squadra di calcio ampezzana è l'A.S.D. Cortina Calcio che milita inSeconda Categoria. Lo stadio di casa è presso il centro sportivo Antonella De Rigo.[87]Cortina d'Ampezzo è anche luogo per i ritiri di squadre italiane diserie A.[quali?]
Il Rifugio Giussani in forcella Fontananégra, sulla Tofana di Mezzo, è proprietà della sezione ampezzana del CAI.
La sezione delClub Alpino Italiano di Cortina d'Ampezzo nacque nel1882 come "Sezione Ampezzo" del Club Alpino Tedesco ed Austriaco. Fino allo scoppio della Grande Guerra, la sezione rimase austro-tedesca ed ampliò la conoscenza delle Dolomiti ampezzane, aprendo nuove vie e costruendo rifugi e bivacchi. Si è in ricostituita nel1920 prendendo la denominazione odierna. Possiede e gestisce alcuni rifugi alpini delle vette circostanti Ampezzo, tra cui ilRifugio Camillo Giussani in Tofana.
La Scuola Sci Cortina, nata nel1933 come Scuola Nazionale di Sci Cortina. Istituita nel1926 dal Club Sportivo Dolomiti, fu la prima società sorta in Italia con regolare autorizzazione dellaF.I.S.I..[89]
LaCoppa d'Oro delle Dolomiti è stata una corsa automobilistica di velocità pura, su strade aperte al traffico, che si disputò per dieci anni dal 1947 al 1956. con partenza e arrivo a Cortina d'Ampezzo.
Il Gran Prix Cortina è stata una Ice-cars race che si disputò per due edizioni nel 1959 e nel 1960 nella pista ampezzana di circa 800 mt in località Campo, tra i piloti partecipanti vi furonoLorenzo Bandini eGiancarlo Baghetti.
Sulla collina Zuel dove sorge iltrampolino olimpico Italia, divenuto uno dei simboli ampezzani, già esisteva, fin dagli anni Trenta, un trampolino in legno per il salto con gli sci, utilizzato principalmente per gli allenamenti degli atleti. L'odierna struttura, invece, fu costruita nel1955 in occasione dei VII Giochi olimpici invernali.
In periodo estivo, la pista di atterraggio è utilizzata per incontri di calcio di squadre locali e come sede di un concorso ippico di salto ostacoli. Le tribune laterali e l'anfiteatro che circondano questo impianto hanno una capacità totale di circa 43.000 spettatori.
LaPista olimpica dibob, sita in località Ronco, è intitolata al bobbista ampezzanoEugenio Monti che vinse il primo titolo olimpico italiano in tale specialità e fu costruita per le Olimpiadi invernali del 1956. Ha ospitato iCampionati italiani di entrambe le categorie nonché vari eventi internazionali (campionati mondiali e prove diCoppa del Mondo).
La pista, dotata di impianto di refrigerazione artificiale, è lunga 1.350 metri, presenta un totale di undici curve paraboliche e cinque rettifili; ha pendenza media del 9,3% (pendenza massima del 15,9%) con 120 m. circa di dislivello tra la partenza e l'arrivo. La velocità dei bob nel tratto finale oscilla tra i 125 km/h del bob a due e i 130 km/h del bob a quattro. L'impianto non è più attivo.[91]
Lo Stadio deltennis, situato nel centro del paese e intitolato ai due fratelli Armando e Romano Apollonio campioni dihockey su ghiaccio neglianni quaranta, nasce alla fine deglianni venti come primo stadio del ghiaccio ampezzano. Alla fine deglianni trenta vennero completati e aperti alcuni campi da tennis. Questo vecchio palazzetto del ghiaccio venne definitivamente chiuso nel1956, sostituito dal nuovo Stadio Olimpico del Ghiaccio: da allora, lo Stadio Apollonio ospita cinque campi da tennis scoperti, due in terra rossa e tre in erba sintetica.[92]
Lostadio olimpico del ghiaccio, inaugurato il 26 ottobre1955, fu fatto costruire a partire dal1952, in occasione dei VII Giochi Olimpici Invernali, per ospitare le celebrazioni di apertura e di chiusura di tale manifestazione e per ospitarne le competizioni sportive sul ghiaccio.[93]
L'edificio, in cemento armato rivestito in legno, era originariamente aperto, con una strutturaopen air, ma nei decenni successivi è stato chiuso tramite una moderna struttura in acciaio e vetro, ciò permette l'uso dell'impianto anche nel periodo estivo e anche in condizioni di maltempo. L'area di pattinaggio misura4320 m². Ha una capienza di 7.000 spettatori (2.000 nelle gradinate e 5.000 in tribuna).
La Piscina Ampezzo era il principale impianto natatorio pubblico.[94] Nel medesimo edificio era ospitata anche una palestra.[95] La struttura è stata dichiarata inagibile, perciò viene mantenuta chiusa da diversi anni.
^Il nome di questo personaggio è diversamente attestato: da un più classico "Giovanni Maria"Copia archiviata, suparrocchiacortina.it.URL consultato il 22 luglio 2009(archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006)., alla forma contratta "Gianmaria"Copia archiviata, suinfodolomiti.it.URL consultato il 12 gennaio 2010(archiviato dall'url originale il 17 novembre 2011)., fino alla dizione ladina "Zamaria"Copia archiviata, sudolomiti.org.URL consultato il 16 gennaio 2010(archiviato dall'url originale il 4 agosto 2009).. Si è scelto di utilizzare in questa sede la variante ladina, perché appare come la più attestata nonché la più rispondente al vero nome di tale personaggio (considerando che Zamaria de Zanna nacque in Ampezzo in un periodo in cui in Ampezzo si parlava l'idioma ladino come lingua madre). Anche il cognome è diversamente attestato come "Zanna" o "de Zanna".
^ Eleonora De Filippis (a cura di),Edoardo Gellner a Cortina d’Ampezzo. Da Palazzo Telve a Luce delle Dolomiti,Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2022,ISBN9788836650606.
^Inizialmente prevista con una lunghezza di 212 km, la tappa è stata accorciata a causa di avverse condizioni meteorologiche, cfr. Giorgio Viberti,Giro d’Italia, il maltempo costringe a tagliare la tappa, sulastampa.it, 24 maggio 2021.URL consultato il 24 maggio 2021.
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Filmografia
Te recordesto... Cortina d'Ampezzo e i suoi ricordi della Grande Guerra, regia di Franco Vecchiato, prodotto da "Museo della Grande Guerra".