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Corano

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Corano
Riproduzione del Corano, con commento (tafsīr) in margine
1ª ed. originaleVII secolo d.C.
Generetesto sacro
Lingua originalearabo
AmbientazioneArabia
Modifica dati su Wikidata ·Manuale
LaSūra al-Fātiḥa del Corano scritta su una scapola di un dromedario.
Per concessione della Princeton University Library, Department of Rare Books and Special Collections (Manuscripts Division, Islamic Third Series, no. 295)

IlCorano (in araboالقرآن?,al-Qurʾān; letteralmente: «la lettura» o «la recitazione salmodiata») è iltesto sacro dell'Islam.

Per imusulmani il Corano, così come viene conosciuto e letto oggi, rappresenta il messaggiorivelato intorno al 610 d.C. daDio (in araboالله?,Allāh) aMaometto (in araboمُـحَـمَّـد?,Muḥammad) per un tramite angelico, l'arcangelo Gabriele – a partire dal 22 dicembre 609 – e destinato a ogni essere umano sulla Terra. Opera culminante di una rivelazione cominciata conAdamo (in araboآدم?,Ādam) – primo uomo e primo profeta di Dio – e passata per un grande numero di profeti e messaggeri provenienti da differenti contesti culturali e religiosi che il Corano e la tradizione islamica incorporano, sebbene con alcune importanti differenze rispetto alla narrazione biblica.

Struttura

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Il Corano è diviso in 114 capitoli, dettisūre, a loro volta divise in 6236 versetti (singolareāya, pluraleāyyāt), 77.934[1] parole e 3.474.000 consonanti; questi numeri tuttavia variano in base alla redazione, per esempio l'edizione usata in alcuni ambientisciiti è più estesa perché comprende anche alcuni versetti riguardanti l'episodio delGhadir Khumm e due interesuwar, chiamate "delle due luci" (sūrat al-nūrayn) e "della Luogotenenza" (sūrat al-wilāya).[2] Ogni sura, con l'eccezione della nona, comincia con: "Nel nome di Dio, il clemente, il misericordioso", un versetto che è conteggiato come tale solo nella prima sura.

Varianti testuali e trasmissione del testo

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Sebbene la tradizione islamica affermi che il Corano sia stato trasmesso in modo perfettamente conservato, la ricerca storico-filologica ha evidenziato la presenza di varianti testuali nei manoscritti antichi e nelle diverse letture canoniche.

Secondo la narrazione più diffusa, il califfo Uthman ibn Affan (r. 644–656) ordinò la redazione di una versione ufficiale del testo coranico e la distruzione di tutte le altre versioni divergenti (Sahih al-Bukhari 4987), nel tentativo di uniformare la recitazione tra le diverse regioni.

Tuttavia, anche dopo la standardizzazione, esistono almeno dieci letture canoniche del Corano (qirāʾāt) riconosciute nell’Islam sunnita, ognuna con leggere differenze linguistiche e lessicali. Le due principali oggi diffuse sono Ḥafṣ ‘an ‘Āṣim, usata nel mondo arabo-asiatico, e Warsh ‘an Nāfi‘, diffusa soprattutto in Nord Africa. Tali differenze, sebbene spesso minime, in alcuni casi comportano modifiche grammaticali, inversioni di soggetto e variazioni teologicamente significative.

Studi contemporanei di filologi come Daniel Brubaker, Shady Nasser e François Déroche hanno analizzato manoscritti coranici antichi (come quelli di Sanaa, Topkapi, Tashkent e Birmingham), riscontrando:

  • correzioni marginali,
  • aggiunte successive,
  • e sovrascritture chiaramente visibili.

Secondo questi studi, la trasmissione scritta del testo coranico non fu lineare né priva di revisioni, soprattutto nei primi secoli dell’Islam.

Bibliografia

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  • Sahih al-Bukhari, hadith 4987
  • Daniel Brubaker, *Corrections in Early Qur’ān Manuscripts*, Think Institute Press, 2019
  • François Déroche, *Qurʾāns of the Umayyads*, Brill, 2014
  • Shady Hekmat Nasser, *The Transmission of the Variant Readings of the Qur’an*, Brill, 2012
  • Claude Gilliot, *Les traditions sur la compilation du Coran*, *Le Muséon*, 1985

Standardizzazione tipografica moderna

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Nel 1924, l'università islamica di al-Azhar al Cairo pubblicò una versione standardizzata del Corano, basata sulla lettura di Ḥafṣ ʿan ʿĀṣim. Questa edizione, nota come *Mushaf al-Amiri*, fu adottata inizialmente per l'uso scolastico, al fine di unificare le diverse letture presenti nelle scuole egiziane.

In seguito, tale edizione fu ampiamente diffusa nel mondo islamico, fino a diventare lo standard più comune.

Nel 1985, il complesso del Re Fahd di Medina pubblicò una nuova versione tipografica basata sulla stessa lettura, utilizzata ancora oggi come base per le stampe moderne del Corano. Le letture alternative, come Warsh ʿan Nāfiʿ, restano in uso in alcune regioni (es. Nord Africa), ma la lettura Ḥafṣ è oggi dominante, sebbene sia frutto di una selezione redazionale recente.

Bibliografia

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  • François Déroche, *Qurʾāns of the Umayyads*, Brill, 2014
  • Claude Gilliot, *Les traditions sur la compilation du Coran*, *Le Muséon*, 1985
  • Wikipedia (en): *Cairo edition of the Quran*

Divisioni:Ḥizb oManzil

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Il Corano viene artificiosamente diviso in 30 parti (juzʾ), mentre con il termineizb (letteralmente "parte") omanzil (letteralmente "casa") viene indicata da più di un secolo ogni sessantesima parte del Corano, marcata da un simbolo tipografico speciale, collocato al margine della copia a stampa.

Tale divisione è legata alla pia pratica di recitare il testo coranico (un interojuzʾ, eventualmente ripartito in dueizb), in momenti diversi della giornata, nel corso di tutto il mese lunare diRamadan (di trenta giorni) in cui si crede che la Rivelazione sia stata fatta "discendere" (inlingua araba "nazala") da Dio al Suo profeta Maometto. Tuttavia la ripartizione più anticamente attestata è quella di recitare il Corano perjuzʾ, anziché perizb/manzil.

Gliizb omanzil risultano essere (con l'esclusione dellaSuraal-fātia, ovvero "sura aprente", perché apre l'elenco delle 114 suwar), in funzione della diversa lunghezza delle suwar:

  • Manzil 1 = 3 suwar, cioè 2—4
  • Manzil 2 = 5 suwar, cioè 5—9
  • Manzil 3 = 7 suwar, cioè 10—16
  • Manzil 4 = 9 suwar, cioè 17—25
  • Manzil 5 = 11 suwar, cioè 26—36
  • Manzil 6 = 13 suwar, cioè 37—49
  • Manzil 7 = 65 suwar, cioè 50—114

Suwar Meccane e Medinesi

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Lo stesso argomento in dettaglio:Sura.

Lesuwar sono divise inmeccane emedinesi, a seconda del periodo in cui sarebbero state rivelate, a giudizio dei dotti. Le prime sarebbero state rivelate prima dell'emigrazione (Egira) diMaometto dallaMecca aYathrib, poiMedina, le seconde invece sarebbero quelle successive all'emigrazione. Questa divisione non identifica peraltro il luogo della rivelazione, ma il periodo storico. In generale lesuwar meccane sono più brevi e di contenuto più intenso e immediato da un punto di vista emotivo (si racconta di conversioni improvvise al solo sentire la loro recita); lesuwar medinesi risalgono invece al periodo in cui il profeta Maometto era a capo della neonata comunità islamica e sono caratterizzate da norme religiose e istruzioni attinenti all'organizzazione della vita della comunità.

Ordine delle suwar

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Lesuwar – introdotte tutte, salvo la sura IX, dallabasmala – dall'espressioneNel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso (in araboبسم الله الرحمن الرحيم?,Bi-smi llāhi al-Raḥmāni al-Raḥīmi) – non sono disposte in ordine cronologico, ma (con qualche eccezione, come la sura al-Fātiḥa[3]) secondo la lunghezza: cosa che rende complicatissima una comprensione certa del Testo Sacro islamico attraverso una sua lettura affrettata. Per i musulmani tuttavia esse sono state disposte nell'ordine in cui sarebbero state trasmesse e insegnate al profetaMaometto dall'angelo Gabriele (inlingua araba Jabrāʾīl o Jibrīl),[4] e quindi come il profeta le avrebbe successivamente recitate ai fedeli durante il mese diRamadan. L'ordine non riflette comunque la loro importanza, in quanto per i fedeli dell'Islam esse sono tutte egualmente importanti.

Analizzando l'ordine dellesuwar da un punto di vista storico-sociologico, si può certificare l'influenza avuta dal periodo storico e del contesto in cui esse furono trascritte. Conducendo un'analisi "laica", si può ipotizzare che il Corano fu così confezionato perché il contesto sociale imponeva che si fosse più attenti al lato politico del carisma del profeta, cioè come si era espresso aMedina, in un tempo cronologico più vicino a chi ne aveva assunto l'eredità religiosa e politica. Secondo questa ipotesi, tale struttura corrisponde a un disegno preciso, coerente con le esigenze di un potere che aveva bisogno di dare uno stabile fondamento di autorità ai nuovi ordinamenti sociali e politici.

Evoluzione e analisi critica del testo

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Sebbene già nel 1542Martin Lutero, con una mossa che fece molto discutere, autorizzasse una nuovatraduzione del Corano inlingua latina (effettuata daBibliander[5]) con lo scopo di mostrarne la presunta "inferiorità" rispetto allaBibbia,[6] soltanto a partire dalla metà del XIX secolo il Libro ha cominciato a essere passato al vaglio delle analisistoriografica efilologica moderne più accreditate, per cercare di verificarne l'attendibilità storica. Nonostante ciò al giorno d'oggi ancora non esiste una vera e propria "edizione critica" compilata con criteri scientifici.[7]

Formazione del testo

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Ordine cronologico e versetti abrogati

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Per la teologia musulmana il Corano sarebbe stato dettato a Maometto da Allah,in arabo puro, per il tramite dell'arcangelo Gabriele. Tuttavia, nella dottrina islamica, ispirata nelsunnismo daAhmad ibn Hanbal, la parola del Corano esiste da sempre, increata ed eterna. Le oscurità e le contraddizioni presenti nel testo sacro sono state spiegate dai musulmani con la teoria secondo cui le rivelazioni più recenti avrebberoabrogato quelle più antiche, e per questo motivo nel corso dei secoli gli studiosi musulmani hanno cercato di ricreare, in maniera sempre più dettagliata, la vita del Profeta, per determinare l'ordine cronologico delle rivelazioni coraniche (il testo coranico non è narrativo, presenta numerose digressioni e salti logici, e i capitoli sono ordinatigrosso modo secondo la lunghezza). Per questo motivo generalmente i versetti ritenuti medinesi sono visti come più attenti sotto il profilo giuridico positivo rispetto a quelli meccani.

Date queste premesse per i musulmani appare superflua ogni analisi filologica volta a ricostruire il contesto storico e le influenze che possono avere portato alla formazione del testo coranico. Anzi, la teologia islamica è particolarmente gelosa e assertiva nel ribadire la assoluta soprannaturalità della Rivelazione, la sua perfezione, la sua unicità e la sua non imitabilità.

La formazione del Corano secondo alcuni studiosi occidentali

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Lo stesso argomento in dettaglio:Scuola storico-critica di studi islamici.

Gli storici maggiormente critici, tra cuiJohn Wansbrough,[8]Patricia Crone,Michael Cook,[9] l'autore noto con lopseudonimo diChristoph Luxenberg[10],Günter Lüling,[11] eYehuda D. Nevo[12] hanno sviluppato la loro linea di ricerca, già percorsa in qualche misura da studiosi medievali non musulmani, cercando di spiegare la formazione del Corano senza usare presupposti soprannaturali, prendendo atto della presenza di numerosi riferimenti a testi più antichi, dottrine, miti, leggende e racconti diffusi nel mondo siriano, greco-romano e arabo dell'epoca di Maometto.

Nel Corano si trovano in effetti riferimenti a testitalmudici, dottrine gnostiche, leggende di santi (per esempio la leggenda deisette dormienti di Efeso), la leggenda diAlessandro Magno e diGog e Magog, inni cristiani e altro materiale antico, diffuso intorno ai margini orientali dell'Impero romano. Per gli studiosi moderni è più importante determinare non tanto la veridicità delle rivelazioni soprannaturali di Maometto, considerando la scarsità di testimonianze e documenti antichi relativi alla vita di Maometto (le prime biografie risalgono a quasi 200 anni dopo la sua morte), quanto ricostruire il contesto e le stratificazioni dei materiali che hanno dato origine al nucleo più antico del Corano.

La spiegazione islamica di questi richiami è che Dio conosce tutto, quindi anche questi punti della letteratura ebraica e cristiana (si ricordi che la Rivelazione antico e neo-testamentaria sarebbe comunque di provenienza divina), tanto da giustificare questi richiami contenuti nel Corano, per ribadire la veridicità di quanto precedentemente rivelato, emendandolo da tutte lesuperfetazioni create dagli uomini nel tempo.

La conservazione del testo nel corso dei secoli

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Secondo i musulmani, il testo della rivelazione coranica è immutabile nel corso dei secoli; conseguentemente esso viene tramandato dai musulmani parola per parola, lettera per lettera. Non sono stati pochi i musulmani che in tutto il mondo e in tutti gli ultimi quattordici secoli e oltre hanno imparato a memoria le numerose pagine in lingua araba che costituiscono il testo sacro. Questo processo è noto con il nome diḥifẓ, che significadifesa, conservazione.[13] Memorizzare il testo del Corano sarebbe un modo per garantirne la preservazione nella sua forma autentica nel corso dei secoli.

Sebbene il Corano sia stato tradotto in quasi tutte le lingue, i musulmani utilizzano tali traduzioni solo come strumenti ausiliari per lo studio e la comprensione dell'originale arabo; la recitazioneliturgica da parte del fedele musulmano deve avvenire sempre e comunque in arabo, essendo il Corano "Parola di Dio" (kalimat Allāh) e pertanto non facilmente 'interpretabile'.[14]

La pagina a destra delmanoscritto binario Stanford '07. Lo strato superiore è costituito dai versetti 265-271 della sura II, detta al-Baqara ("della Vacca"). Il doppio strato rivela le aggiunte fatte al primo testo del Corano e le differenze con il Corano di oggi.

Per l'Islam la Parola di Dio è il Corano, mentre il profeta Maometto rappresenta il semplice strumento attraverso cui sarebbe stata espressa agli uomini la rivelazione del Corano. Secondo la leggenda, nel corso del periodo che va approssimativamente dal 610 al 632 (anno della morte del Profeta) il Corano sarebbe stato rivelato dapprima persuwar intere e brevi e quindi per brani, in considerazione della lunghezza talvolta notevole dellesuwar. Il Profeta stesso provvedeva a indicare dove un certo brano dovesse essere disposto, con ciò costringendo a un notevole sforzo mnemonico i suoi sempre più numerosi fedeli che intendevano imparare a memoria la Parola di Dio.

Critiche al testo coranico durante la vita di Maometto

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Fogli del Corano, cosiddetto "di ʿUthmān", conservato aTashkent (Uzbekistan)

Numerosi sono gli episodi riguardanti la prima provvisoria sistemazione del materiale rivelato, con richieste frequenti di interpretazione di passaggi ritenuti oscuri dai fedeli e anche con qualche episodio che generò turbamento in alcuni musulmani, in particolare l'accusa dial-Ḥakam b. Abī l-ʿĀṣ che sarebbe stato condannato all'esilio daMedina per avere sospettatoMaometto di sostituire il suo pensiero a quello diAllah nel rivelare il sacro testo, o al segretario - nel senso di "scrivano" (kātib) -ʿAbd Allāh b. Saʿd b. Abī Sarḥ, che trascrivendo una rivelazione, aggiunse di suo pugno una lode a Dio che Maometto considerò rivelata.

Il sospetto che Maometto fosse un impostore si affacciò evidentemente con forza alla mente dello scriba che, abiurando, fuggì alla volta dellaSiria, onde evitare la punizione capitale prevista per il grave peccato diapostasia (ridda).[15] Questa ricostruzione, peraltro molto utilizzata dai missionari cristiani, è però messa in dubbio dagli esegeti musulmani, in quanto i versetti in questione sarebbero stati rivelati alla Mecca prima della conversione stessa di ʿAbd Allāh.[16] Pentito, ʿAbd Allāh b. Saʿd b. Abī Sarḥ tornerà dal Profeta più tardi per essere perdonato e a lui sarà più tardi riservata all'epoca delcaliffato dell'omayyadeMuʿāwiya b. Abī Sufyān una lusinghiera carriera militare e amministrativa.

La prima redazione del Corano - Il Corano durante il califfato di Abu Bakr

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La descrizione della redazione del Corano che è ritenuta canonica dalla maggior parte dei musulmani si trova nella raccolta diḥadīth del maggiortradizionista sunnitaBukhari. Secondo la sua raccolta di tradizioni, il Corano sarebbe stato recitato da Maometto a vari testimoni, che ne impararono a memoria alcuni versetti o tutto ilcorpus, oltre a vari compilatori – dettikuttāb – tra cuiMuʿāwiya b. Abī Sufyān,ʿAbd Allāh b. Saʿd b. Abī Sarḥ eZayd b. Thābit. Daikuttāb venne quindi scritto su vari supporti (presumibilmente foglie dellapalma,scapole di grandi animali.

La precarietà da un lato delductus consonantico (rasm) della lingua araba scritta e dall'altro del materiale stesso fino ad allora usato per vergare in modo approssimativo i brani della rivelazione coranica,[17] nonché la morte nellabattaglia di ʿAqrabāʾ (12 maggio 633/rabīʿ I 12) inYamāma, nel quadro della guerra della cosiddetta "Ridda", di un numero particolarmente elevato di fedeli musulmani che avevano memorizzato per intero il testo sacro (qurrāʾ), indusse già il primocaliffoAbū Bakr a incaricare della trasposizione per iscritto del Corano un gruppo di persone coordinato dal principale scrivano del Profeta,Zayd ibn Thābit.

Il lavoro di raccolta e collezione del materiale coranico conobbe evidentemente un rallentamento a causa della morte nel 634 di Abū Bakr e dell'avvio sotto il secondo califfoʿUmar della convulsa fase delle conquiste arabo-islamiche inSiria-Palestina,Egitto,Mesopotamia eIran occidentale.

Il Corano durante il califfato di ʿUthmān

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La prima rivelazione fatta aMaometto, detta "del grumo di sangue" (in arabo?,al-ʿAlaq, "ﺍﻟﻌﻠﻖ", successivamente ricordata con il numero 96)

Sempre secondo unhadith delSahih al-Bukhari,[18] ilcaliffoʿUthmān, allarmato dal fatto che esistevano diverse recitazioni, tutte legittime perché il Corano scese in 7 dialetti, del Corano inSiria eMesopotamia e che ciò avrebbe potuto comportare divisioni fra i musulmani, affidò l'incarico aZayd ibn Thābit e ad altri due suoi aiutanti di scrivere una versione uniforme per tutti i musulmani, basata sul Corano diḤafṣa, dando la precedenza al dialetto deiQuraysh in caso di disaccordo fra i trasmettitori della Rivelazione. Una sola eccezione fu fatta per Khuzayma ibn Thābit, la cui eccezionale memoria e affidabilità gli aveva procurato da parte di Maometto ilsoprannome onorifico diDhū l-shahādatayn ("quello delle due testimonianze"),[19] per il quale fu accettato il principio della validità della sua unica certificazione.

A redazione ultimata il califfo dette disposizione affinché quattro copie - identiche a quella conservata aMedina - fossero inviate nei quattroamṣār fino ad allora costituiti o esistenti (al-Kūfa,al-Baṣra,Mecca eSiria, chiamata quest'utima al-Shām) e che tutto il materiale coranico più antico, sia in frammenti sia in copie intere di corani, venisse dato alle fiamme.

La versione di Ibn Masʿūd

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È noto che uno dei primi musulmani,Ibn Masʿūd, proprietario di una copia da lui stesso vergata e alquanto difforme da quella di ʿUthmān, si rifiutò di ubbidire e venne per questo maltrattato[20] da parte delle guardie del califfo[21] inviate a sequestrargliela e a distruggerla che, però, pare agissero più di loro iniziativa che per sua specifica autorizzazione.

Ibn Masʿūd viene definito da Leone Caetani un uomo "incomodo e irrequieto, forse assai vano", anche se la tradizione ne ricorda i meriti[22] in quanto "possedeva... una vivace intelligenza e sovrattutto una buona memoria".[23] Alcune fonti storiche - chiaramente collegate alla polemica che contrappose più tardisciiti asunniti per quanto riguardava il contenuto della vulgata coranica di ʿUthmān - esprimono dubbi sulla sua cultura e sul suo livello di istruzione, a dispetto del fatto che Ibn Masʿūd apparteneva a queiCompagni cui il Profeta aveva preannunciato il Paradiso già in vita. È noto infatti che a Medina egli propugnasse versioni del Corano piuttosto differenti da quelle conosciute. Nonostante si vantasse della sua posizione di domestico intimo del Profeta,[24] accreditato com'era dell'essere stato la sesta persona ad avere abbracciato la religione islamica, non fu accolto nel novero dei Compagni – tutti decisamente più colti di lui – che si incaricarono poi di redigere il testo coranico e che furono oggetto di una sua vibrante protesta (khuṭba) nella moschea di Kufa, forte del fatto di avere ascoltato dalla bocca del Profeta più di settantasuwar coraniche.[25] La polemica tra lui e il califfo, comunque, scandalizzò parecchi vecchi musulmani e concorse a rovinare in parte la reputazione e la popolarità di ʿUthmān.

Letture del Corano

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Queste prime versioni del testo coranico sarebbero state composte nella cosiddetta "Scriptio defectiva", corrispondente al termine araborasm, vale a dire in un alfabeto che non comprendeva ancora tutti i segni necessari per una corretta pronuncia, in particolare delle vocali. Ciò avrebbe originato in seguito il problema delle diverse recitazioni (qiraʾāt), cioè di versioni a cui vennero aggiunti segni e fonemi per una corretta pronuncia, la cosiddetta "Scriptio plena".

Nello sforzo di fissare per iscritto senza alcun errore il testo delle rivelazioni, il ritmo delle frasi non poté verosimilmente essere tuttavia conservato al di là di ogni dubbio. Ciò era dovuto al fatto che la lingua araba non conosceva i segni di interpunzione e ogni proposizione acquistava una sua autonomia solo tramite le congiunzioni "wa" e "fa" (quest'ultima marcante il cambiamento di soggetto rispetto alla proposizione precedente). Per questo motivo gli incaricati di redigere il testo non imposero, per mancanza di unanimità di consensi, una versione prevalente.

Tale diversità di "letture" (qirāʾāt) è ancora una delle caratteristiche delle copie stampate del Corano.

Ibn Mujāhid ha documentato sette diverse letture, a cui Ibn al-Jazrī ne aggiunse altre tre. Esse sono:

  1. Ibn ʿĀmir diDamasco, trasmessa da Hishām e Ibn Zakwān
  2. Ibn Kathīr di Mecca, trasmessa da al-Bazzī e Qunbul
  3. ʿĀṣim diKufa, trasmessa da Shuʿba e Ḥafṣ
  4. Abū Jaʿfar al-Makhzūmī di Medina, trasmessa da Ibn Wardān e Ibn Jammāz
  5. Abū ʿAmr b. al-ʿAlāʾ diBassora, trasmessa da al-Dūrī e al-Sūsī
  6. Ḥamza di Kufa, trasmessa da Khalaf e Khallād
  7. Nāfiʿ di Medina, trasmessa da Warsh e Qalūn
  8. al-Kisāʾī di Kufa, trasmessa da Abū l-Ḥārith e al-Dūrī
  9. Yaʿqūb al-Ḥaḍramī, trasmessa da Ruways e Rawḥ
  10. Khalaf di Kufa, trasmessa da Isḥāq e Idrīs

Oltre a esse ne furono accolte ancora altre quattro:

  1. al-Ḥasan al-Baṣrī di Bassora
  2. Ibn Muḥaysin di Mecca
  3. al-Aʿmāsh di Kufa
  4. al-Yazīdī diBassora/Baghdad

La forma moderna del Corano

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La versione moderna più diffusa del testo coranico corrisponde alla cosiddetta forma di recitazione (Qirâʾa) Hafs, derivata dal nome di uno specialista della lettura coranica vissuto nel IX secolo aKufa, nell'attuale Iraq, e deve la sua diffusione al fatto che venne adottato come versione stampata dal reFuʾād I nel 1924, e da allora si è imposto come standard di fatto nel mondo musulmano. Altra versione popolare, diffusa soprattutto in Africa settentrionale e occidentale, è il cosiddetto Corano di Warsh. Le differenze fra le diverse letture (e conseguente vocalizzazione scritta) sono perlopiù di tipo morfologico e fonetico.

Fonti antiche del testo coranico

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L'evoluzione del testo

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Sebbene sia ancora diffuso il presupposto teologico di assoluta immutabilità del testo, alcuni studiosi comeJohn Wansbrough,Patricia Crone,Gerald Hawting o lo studioso che si cela dietro lopseudonimo diChristoph Luxenberg, hanno fatto notare che il Corano sarebbe stato oggetto di una certa evoluzione: la versione attuale, a loro parere, appare come il frutto di numerose redazioni compiute fino a due secoli dopo la morte di Maometto, e gran parte del contenuto del libro sarebbe già esistito prima della sua nascita. Attiene al problema delle fonti il fatto che sia presente all'inizio dellasūra XIX un accenno aiVangeli apocrifi laddove si parla della nascita miracolosa diSan Giovanni Battista (inlingua araba Yaḥyā),[26] così come non mancherebbero altri brani di derivazionetalmudica,antico-testamentaria,neo-testamentaria.[27]

Il Corano di Sana'a

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Nel 1972, durante i lavori di restauro della GrandeMoschea diṢanʿāʾ, capitale delloYemen, alcuni operai scoprirono per caso un'intercapedine tra il soffitto interno e quello esterno dell'edificio. Si trattava di una “tomba delle carte”, cioè una “sepoltura” di vecchi testi religiosi ormai in disuso e che per il loro carattere sacro non è permesso distruggere: una pratica in uso anche nel mondo ebraico, come dimostrato dai documenti della "Gheniza dei Palestinesi" diFusṭāṭ studiati daShlomo Dov Goitein.[28] A Ṣanʿāʾ ci si imbatté in una quantità considerevole di antiche pergamene e documenti, più o meno rovinati dal tempo, umidità, topi e insetti.

Nel 1979, su richiesta delQāḍī Ismāʿīl al-Akwāʾ, allora Presidente dell'Autorità per le Antichità Yemenite, uno studioso tedesco,Gerd-Rüdiger Puin, dell'Università della Saar, cominciò a lavorare sul materiale ritrovato. Scoprì che alcune pergamene, risalenti al 680 circa, risultavano essere frammenti del più antico Corano esistente. Da analisi più approfondite cominciarono a emergere alcuni elementi interessanti: oltre che scarti dalla versione standard del Corano ("In ogni pagina le differenze con la vulgata coranica sono una decina", sostiene Puin) e un ordine dei versetti non convenzionale, si può notare con chiarezza la presenza di nuove versioni, scritte sopra quelle precedenti. Tuttavia, con il tempo il clamore nei confronti dei manoscritti diṢanʿāʾ è rientrato: eccettuate alcune differenze minori, come un diverso ordine di alcune suwar (che nel Corano non sono disposte in ordine cronologico, magrosso modo di lunghezza), variazioni minori del testo e abbellimenti stilistici, i manoscritti di Ṣanʿāʾ concordano sostanzialmente con il Corano giunto ai giorni nostri.[29][30]

Corano alla luce ultravioletta,manoscritti di San'a, Utilizzando i raggi U.V. e X, è possibile rivelare i sottotesti e le modifiche apportate al testo che non possono essere viste a occhio nudo.

Il lavoro di restauro sui manoscritti ha portato alla sistemazione di oltre 15.000 fogli presso la Dār al-Makhṭūṭāt (Casa dei Manoscritti) dello Yemen: lo studioso, coadiuvato dal suo collega H.C. Graf von Bothmer, si limitò però a catalogare e classificare i frammenti, pubblicando solo qualche breve osservazione critico-contenutistica sul valore della scoperta, per timore che le autorità yemenite vietassero ogni ulteriore accesso. Ad altri studiosi, in effetti, non sono stati rilasciati i permessi necessari per visionare i manoscritti.[31] Le affermazioni di Puin sono però state smentite dallo studioso italiano Sergio Noja Noseda e dallo studioso di antichità arabiche franceseChristian Robin, che hanno affermato di aver avuto pieno accesso al sito, e di aver scattato numerose foto. Anche Ursula Dreibholz, responsabile del progetto di restauro, ha confermato il sostegno garantito delle autorità yemenite.[32] Viene inoltre fatto notare che il sito venne visitato da non arabisti qualiFrançois Mitterrand,Gerhard Schröder, dal Principe Claus di Olanda e da delegazioni straniere e autorità religiose. Furono alcuni studiosi tedeschi a convincere poi il Presidente della Germania federale a finanziare il progetto di restauro.

Tale scoperta, se da un lato invalida il concetto di immutabilità del Corano, postulato dai musulmani dopo i contributi diAḥmad b. Ḥanbal nel IX secolo d.C. e imposto comedogma solo dopo l'avvio delcaliffato abbaside dial-Mutawakkil (847-861), dall'altro lato ha contribuito però a mettere alquanto in crisi anche l'ipotesi avanzata alla fine degli anni settanta del XX secolo dallo studiosobritannicoJohn Wansbrough. Egli fu il capofila di una serie di studiosi per i quali il testo coranico e, di fatto, gli assetti giuridico-religiosi dell'Islam in genere, sarebbero stati concepiti e portati a realizzazione in una fase assai più avanzata rispetto al VII secolo del calendario gregoriano e, più esattamente, non prima del II secolo del calendario islamico, equivalente all'VIII/IX secolo della nostra era.

Altri studiosi fanno però notare che, stante la sostanziale aderenza dei manoscritti di Ṣanʿā al testo coranico, l'assunto riguardante l'immutabilità dello stesso non solo rimane valido, ma si rafforza, per via della consapevolezza che testi più antichi di quelli di ʿUthmān non evidenzino in realtà differenze sostanziali rispetto a quelli moderni.[33]L'ipotesi si basava sull'oggettiva tarda comparsa della produzione scritta, attestata solo a partire dal II secolo islamico, al quale risale il primo manoscritto pervenutoci in uno standard compiuto dellalingua araba, fino a quel momento rimasta a uno stadio di rudimentalità, pur in presenza di una estrema raffinatezza della lingua parlata, specialmentepoetica. Ciò era stato causato dal protratto permanere di irrisolte storturemorfologiche della scrittura che, tra l'altro, non era stata a lungo in grado di distinguere fra loro interi gruppi di grafemi (omografia), fin quando infine si poté ovviare (probabilmente grazie al contributo di convertiti provenienti dalla cultura siriaca, ebraica e persianamazdea), con il ricorso a una distinta puntuazione delle consonanti, tale da consentire infine una comprensione senza incertezze da parte del lettore.

Lo stesso argomento in dettaglio:Storia dell'alfabeto arabo.

Traduzioni del Corano

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Dal momento che i musulmani ritengono che qualsiasi traduzione dal testo arabo del Corano non possa evitare di introdurre - per inevitabile strutturale difformità dal testo di origine - elementi di ambiguità se non di vero e proprio travisamento semantico, essi sono di conseguenza tendenzialmente sfavorevoli a qualsiasi versione del loro testo sacro in una lingua diversa dall'arabo originale, per il fatto che queste traduzioni dipendono dalla conoscenza che ha l'autore della lingua araba, dalla loro interpretazione personale, ecc. per questo motivo non esiste una vera e propria traduzione del Corano, in qualsiasi lingua. L'accentuata esiguità di musulmani arabofoni (all'incirca il 10% dell'intera popolazione islamica mondiale) ha condotto alla realizzazione di traduzioni nelle più diverse lingue del mondo, anche di quello islamico: dalpersiano alturco, dall'urdu all'indonesiano, dall'hindi alberbero.

La prima traduzione completa del Corano fu completata nell'884 ad Alwar (Sind, oggiPakistan) per disposizione di ʿAbd Allāh b. ʿUmar b. ʿAbd al-ʿAzīz,[34] su richiesta delRajahindu Mehruk. Non si sa tuttavia se detta traduzione fosse in hindi,sanscrito o nel locale linguaggio delSind, dal momento che l'opera non ci è pervenuta.[35]

La suraAprente nella prima edizione comparsa in Italia (a Venezia) nel 1537

Famosa è invece la traduzione inlingua latina commissionata daPietro il Venerabile, abate diCluny, aRoberto di Ketton (o Robertus Ratenensis) e aErmanno Dalmata, cui partecipò anche l'ebreo convertito alCristianesimoPetrus Alfonsi. Il lavoro fu completato nel 1143[36] ed ebbe duratura fortuna perché su di esso fu costruita la traduzione approntata daBibliander e pubblicata a Basilea nel 1543.

Quattrocento anni dopo la traduzione cluniacense, giunse nel 1537-38 il lavoro stampato a Venezia (presso la stamperiaAd signum putei) daPaganino de Paganini da Brescia. Quest'ultima impresa traduttoria è di particolare interesse per le complesse vicende a essa connesse. Non sappiamo se essa fosse stata commissionata dagliOttomani o se (ancora una volta) il Corano dovesse servire ai sacerdoti cristiani nella loro opera missionaria o comunque per la confutazione del libro sacro dell'Islam, ma si accertò che la traduzione latina era talmente zeppa di errori e di grossolani travisamenti, da essere probabilmente ritirata e fatta bruciare per disposizione dello stessopapa Paolo III.[37] Più tardo, a lungo rimasto un classico, è il lavoro diLudovico Marracci (Padova, 1691-1698), che dette alle stampe la sua traduzione aPadova in due tomi solo nel 1698, dopo quarant'anni di studio solerte e approfondito del Corano e di molte fonti arabe. La traduzione era corredata da un ampio apparato di commenti e note tratte da studiosi musulmani.

Nel 1694 fu pubblicata postuma adAmburgo una traduzione diAbraham Hinckelmann che editava il testo del Corano. Nel 1834Gustav Leberecht Flügel firmò aLipsia[38] il testo araboAl-Qoran: Corani textus Arabicus.[39] Riedito nel 1839, rimase per lunghi anni la base di lavoro degli orientalisti europei.[40] A essa seguì laConcordantiae Corani arabicae del 1842[41] e ripubblicata nel 1898.Nel 1924 l'Università al-Azhar del Cairo pubblicò un'edizione che, frutto di lunghi preparativi, standardizzò l'ortografia del Corano e restò la base per le edizioni successive.

Per quanto riguarda lalingua italiana il Corano fu per la prima volta proposto in italiano nel 1547 a Venezia dal fiorentinoAndrea Arrivabene,[42] anche se l'opera fu preceduta da quella allestita da un certo Marco, canonico della Cattedrale diToledo, che la curò tra il 1210 e il 1213. Di essa rimane un lacerto, scoperto, studiato ed edito da Luciano Formisano, dell'Università di Bologna,[43] che l'ha rinvenuto all'interno del fiorentino codiceRiccardiano 1910: autografo diPietro Vaglienti figlio di Giovanni (Firenze, 1438-post 15-7-1514).

Al XX secolo vanno invece riferite le versioni di studiosi di vaglia qualiLuigi Bonelli,Martino Mario Moreno,Alessandro Bausani e, da ultimo, Ida Zilio Grandi, che si è avvalsa della competenza diAlberto Ventura (un allievo di Bausani) e diMohammad Ali Amir-Moezzi. La traduzione di Bausani, considerato tra i massimi islamisti italiani del XX secolo, è tuttora quella più diffusa tra gli studiosi non musulmani, malgrado la prima edizione risalga al 1955, oltre mezzo secolo prima cioè di quella, senz'altro molto soddisfacente, curata da Alberto Ventura nel 2010. Se ne contano numerose altre, di diversa qualità scientifica, spesso tradotte da musulmani che sono stati mossi all'impresa dalla loro convinzione che le traduzioni scientifiche anzidette fossero comunque tendenzialmente fuorvianti, proprio perché curate daorientalisti non musulmani, senza peraltro poter sfuggire anch'essi alle critiche di fondo di chi sostiene l'inevitabilità dell'adagio "traduttore traditore".

In particolare la traduzione diHamza Roberto Piccardo, editore italiano convertito all'Islam, è di gran lunga la più diffusa nellemoschee e neicentri islamici italiani, essendo promossa e revisionata dall'UCOII, ma molti musulmani, convertiti e esperti, dichiarano che questa edizione di Piccardo si allontana dai veri significati del Corano e non è molto consigliata.

Temi

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Emigrazione

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«In verità coloro che hanno creduto e sono emigrati, e hanno lottato con i loro beni e le loro vite per la causa di Allah e quelli che hanno dato loro asilo e soccorso, sono alleati gli uni agli altri. Non potrete allearvi con quelli che hanno creduto, ma che non sono emigrati, fino a che non emigrino. Se vi chiedono aiuto in nome della religione, prestateglielo pure, ma non contro genti con le quali avete stretto un patto. Allah ben osserva quel che fate.»

(Corano, VIII:72[44])

«Coloro che hanno creduto, sono emigrati e hanno combattuto sulla via di Allah; quelli che hanno dato loro asilo e soccorso, loro sono i veri credenti: avranno il perdono e generosa ricompensa.»

(Corano, VIII:74[44])

«Coloro che in seguito hanno creduto e sono emigrati e hanno lottato insieme con voi, sono anch'essi dei vostri, ma nel Libro di Allah, i parenti hanno legami prioritari gli uni verso gli altri. In verità Allah è onnisciente!»

(Corano, VIII:75[44])

Infedeli: pagani, cristiani ed ebrei

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«Guidaci per la retta via, / la via di coloro sui quali hai effuso la Tua grazia, la via di coloro con i quali non sei adirato, la via di quelli che non vagolano nell'errore!»

(Corano, I:6-7[45])

«Ma quelli che credono, siano essi ebrei, cristiani osabei, quelli che credono cioè in Dio e nell'Ultimo Giorno Ie operano il bene, avranno la loro mercede presso il Signore, e nulla avran da temere né li coglierà tristezza.»

(Corano, II:62)

«Vi diranno ancora: "Diventate ebrei o cristiani e sarete ben guidati!" Ma tu rispondi: "No, noi siamo della nazione diAbramo, ch'era unḥanīf e non già un pagano".»

(Corano, II:135)

«E in verità, presso Dio,Gesù è come Adamo: Egli lo creò dalla terra, gli disse "Sii!" ed egli fu.»

(Corano, III:59)

«E chiunque desideri una religione diversa dall'Islàm, non gli sarà accettata da Dio, ed egli nell'altra vita sarà tra i perdenti.»

(Corano, III:85)

«e per aver detto: "Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù figlio di Maria, Messaggero di Dio", mentre né lo uccisero né lo crocifissero, bensì qualcuno fu reso ai loro occhi simile a Lui (e in verità coloro la cui opinione è divergente a questo proposito, son certo in dubbio né hanno di questo scienza alcuna, bensì seguono una congettura, ché, per certo, essi non lo uccisero / ma Iddio lo innalzò a sé, e Dio è potente e saggio.»

(Corano, IV:157-158)

«In verità Noi abbiamo rivelato laTōrāh, che contiene retta guida e luce, con la quale giudicavano i Profeti tutti dati a Dio tra i giudei, e i maestri e i dottori con il Libro di Dio, di cui era stata loro affidata la custodia, e di cui erano testimoni. Non temete dunque questa gente, ma temete Me e non vendete i Miei Segni a vil prezzo! Coloro che non giudicano con la Rivelazione di Dio, son quelli i negatori.»

(Corano, V:44)

«E facemmo seguir loro Gesù, figlio di Maria, a conferma dellaTōrāh rivelata prima di lui, e gli demmo il Vangelo pieno di retta guida e di luce, confermante laTōrāh rivelata prima di esso, retta guida e ammonimento ai timorati di Dio. / Giudichi dunque la gente del Vangelo secondo quel che Iddio ha ivi rivelato, ché coloro che non giudicano secondo la Rivelazione di Dio, sono i perversi. / E a te abbiamo rivelato il Libro secondo Verità, a conferma delle Scritture rivelate prima, e a loro protezione. Giudica dunque fra loro secondo quel che Dio ha rivelato non seguire i loro desideri a preferenza di quella Verità, che t'è giunta. A ognuno di voi abbiamo assegnato una regola e una via, mentre, se Iddio avesse voluto, avrebbe fatto di voi una Comunità Unica, ma ciò non ha fatto, per provarvi in quel che vi ha dato. Gareggiate dunque nelle opere buone, ché a Dio tutti tornerete, e allora Egli vi informerà di quelle cose per le quali ora siete in discordia.»

(Corano, V:46-48)

«Ma coloro che credono, e i giudei, e i sabei e i cristiani (quelli che credono in Dio e nell'Ultimo Giorno e che operano il bene) nulla han essi da temere,e non saranno rattristati.»

(Corano, V:69)

«Certo sono empi quelli che dicono: "Il Cristo, figlio di Maria, è Dio" mentre il Cristo disse: "O figli di Israele! Adorate Dio, mio e vostro Signore". E certo chi a Dio dà compagni, Dio gli chiude le porte delparadiso: la sua dimora è il Fuoco, e gli ingiusti non avranno alleati.»

(Corano, V:72)

Controversa è l'interpretazione di chi sarebbero gli "incorsi nell'ira di Dio" e gli "sviati", nel versetto 7 della prima sura, (al-Fātiḥa, "l'Aprente".[46]) Piccardo, nel suo commento, sostiene come "tutta l'esegesi classica, ricollegandosi fedelmente alla tradizione, afferma che con questa espressione Allah indica gli ebrei (yahūd)".[47] Quindi gli ebrei sarebbero "coloro che sono incorsi nella Tua ira", non avendo riconosciuto come profetaʿĪsā (Gesù); i cristiani sarebbero invece "gli sviati", in quanto trasgrediscono il Primo Pilastro dell'Islam (vedi:Cinque pilastri dell'Islam), quello dell'unicità di Allāh, poiché adorano laTrinità.

Studiosi non musulmani invece dissentono da un'interpretazione così "personalizzante" del versetto giacché, riferendosi esplicitamente a ebrei e cristiani, sminuirebbe il valore universale del Libro. Si preferisce quindi riferirsi a due possibili errori nel seguire la Via, concettualmente opposti: uno, quello riconducibile alla maggior parte degli ebrei, sarebbe quello di perdersi in un astratto ed eccessivo formalismo nell'ubbidire al Messaggio Divino, l'altro, quello riconducibile alla maggior parte dei cristiani, sarebbe quello al contrario di seguire troppo lo spirito della Legge e non il suo dettato formale (antinomismo) e di fatto perdere la Via.

In particolare Bausani, nel suo commento, sostiene che "tali interpretazioni, oltre a diminuire il valore universalistico della bella preghiera […] sono anche difficilmente accettabili sintatticamente, data la forma negativa nella quale le espressioni suddette appaiono nel testo".[7] Da altre parti del Corano risulterebbe inoltre che ebrei e cristiani avrebbero corrotto (cioè modificato volontariamente) le Rivelazioni precedenti, nascondendo alcune parti, modificandone altre (per esempio, secondo il Corano, la frase evangelica "Verrà il Consolatore" nel Vangelo di Giovanni profetizzerebbe la venuta di Maometto).[48] Non esistono versetti che esortino a uccidere o a convertire con la forza i politeisti (mushrikūn), un cui sinonimo nel Corano è "idolatri".[49] Per tutti costoro si reitera più volte la minaccia di tremendi castighi, riservati però loro daAllah solo nell'Aldilà. Le uniche esortazioni a combattere gli "associatori", i "negatori" e i politeisti e a ucciderli, come si può esemplarmente leggere neiversetti 190 e 191 dellaSūra II,

«Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti.»

(Corano, II:190-191)

si trovano di fatto solo nei consimili passaggi riguardanti il "jihād minore", che storicamente il testo sacro sembra riferire alle azioni ostili che, fin dall'inizio della vita della Comunità organizzata da Maometto aMedina, contrapposero i nemici pagani della Umma islamica aimusulmani.[50] Fra i miscredenti non sono in ogni caso da annoverare gli appartenenti alla "Gente del libro" (Ahl al-Kitab), ovvero i cristiani, gli ebrei e isabei, che sono considerati custodi di una tradizione divina precedente al Corano che, per quanto alterata da tempo e uomini, è ritenuta comunque basilarmente valida, anche se per difetto.

Ponendosi come Terza Rivelazione dopo laTōrāh e iVangeli (Injīl), ovvero come completamento del Messaggio trasmesso a ebrei e cristiani, il Corano contiene diversi riferimenti ai personaggi della Bibbia e a tradizioni ebraiche e cristiane. Sulla figura diGesù in particolare il Corano ricorda dottrinegnostiche edocetiste, sostenendo che sulla croce egli sarebbe stato sostituito con un sosia o con un simulacro, solo apparentemente dotato di vita.

Soccorso ai disperati

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«Per la luce del mattino, per la notte quando si addensa: il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza e per te l’altra vita sarà migliore della precedente.

Il tuo Signore ti darà in abbondanza e ne sarai soddisfatto.Non ti ha trovato orfano e ti ha dato rifugio?Non ti ha trovato smarrito e ti ha dato la guida?Non ti ha trovato povero e ti ha arricchito?Dunque non opprimere l’orfano,non respingere il mendicante,e proclama la grazia del tuo Signore»

(Corano, XCIII)

Jihad

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Lo stesso argomento in dettaglio:Jihad.

Indice dei contenuti

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Il Corano contiene molteplici personaggi, luoghi e temi. Di seguito una lista con sura e ayat di riferimento:

Contenuto culturale

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Il Corano trasmette di alcuni elementi fondamentali dell'Islam: rigorosomonoteismo senza termini mediani fra Dio creatore e l'universo creato; unaprovvidenza divina che si estende ai singoli individui; un'immortalità personale con un'eternità di felicità o di dolore a seconda della condotta tenuta nella vita terrena. Lafilosofiagreca, che i musulmani conobbero daisiriaci e daiPersiani, presentava invece un sistema dottrinario caratterizzato da una complessa tematica scientifica e dalrazionalismoaristotelico, aspetti estranei alla precettistica coranica. Le correnti filosofiche musulmane, nate almeno un secolo prima dellaScolastica occidentale, si divisero nell'accordo, spesso difficile, tra Corano e approccio filosofico razionalizzante. Imutakallimūn ("coloro che disputano", i "dialettici") erano fedeli all'approccio coranico e sostenevano l'eternità delkālam (Parola) divino; iMu'taziliti ("coloro che si allontanano"), pur con un preciso intento religioso, rappresentavano nei fatti una sorta dirazionalismo e affermavano l'espressione nel tempo umano della Parola divina. IFratelli della Purità elaborarono in una poderosa "Enciclopedia" (secolo X) tutti i motivi fondamentali dellametafisica che erano trattati negli scritti pseudo-aristoteliciLiber de causis,Theologia Aristotelis; isufi invece attinsero al pensiero delNeoplatonismo, elaborando una dottrina caratterizzata da un preciso afflato mistico, che non può trovare riscontro nella religione coranica, prevalentemente intesa a opere di organizzazione e diproselitismo.

Grandi filosofi e scienziati furono poial-Kindi,Avicenna,Averroè e grandi filosofi e teologial-Farabi eal-Ghazali.[51] L'interpretazione chiusa del Corano si sviluppò solo dal IV secolo dopo l'Ègira, proprio con la diffusione delle convinzioni di Al-Ghazali, che cercava di conciliare ortodossia islamica e sufismo (con il suoL'incoerenza dei filosofi -Tahāfut al-Falāsifa). Nei quattro secoli precedenti infatti l'interpretazione coranica era aperta (il Bab al-Ijtihad era aperto, la porta dell'interpretazione era aperta) e vennero sviluppate le quattro scuole ("madhhab")sunnite, losciismo e l'ibadismo. Dopodiché quando apparentemente tutti i casi logici sono stati coperti dalla teologia ("kalam") si è assunto che ormai le interpretazioni successive non avrebbero avuto alcun valore né rilevanza giuridica. Questo cambio di atteggiamento iniziò con Al-Ghazali, che conciliò il sufismo con l'ortodossia espellendo l'aristotelismo, e Averroè cercò invano di fermarlo (con il suoIncoerenza della Incoerenza, ossiaTahafut al-Tahafut). In realtà al-Ghazali criticava l'interpretazione di Avicenna di Aristotele, non Aristotele che diceva cose diverse, secondo Averroè.[52]

Edizioni

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L'edizione più voluminosa venne pubblicata da DeaPrinting Officine Grafiche diNovara (ex gruppoDe Agostini) per il presidente delTatarstan (Russia),Rustam Minnichanov. Il volume è alto due metri e pesa cinque quintali, di cui 120 chili di sola copertina[53] e fu esposto in unamoschea appositamente costruita aKazan' (Russia).

Note

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  1. ^Questa cifra è stata fornita daJalāl al-Dīn Suyūṭī nel suoal-Itqān fī ʿulūm al-Qurʾān (La precisione nelle scienze coraniche) ma, a seconda del modo di contare alcune parole, il numero può calare a 77.437 o a 77.277.
  2. ^Il Corano, intr., trad. e note diAlessandro Bausani, Firenze, Sansoni, 1961 (e succ. ediz.), Introduzione, p. XLVIII. Peraltro non solo il Corano sciita differisce dallavulgata diʿUthmān, così come le copie difformi, possedute daCompagni qualiZayd b. Thābit,Ibn ʿAbbās, Ubayy b. Kaʿb eIbn Masʿūd, e distrutte per ordine del terzocaliffo "ortodosso".
  3. ^Che ha un valore che si potrebbe definire giaculatorio e che fu posta proprio per questo in apertura del Corano (fātiḥa significa infatti "aprente").
  4. ^L'Islam non parla mai diarcangeli.
  5. ^(LA) 570-632 Muhammad,Coran Bibliander, 1550.URL consultato il 29 giugno 2023.
  6. ^Vittorio Messori,Ipotesi su Gesù, SEI Editrice, Torino, 1976, p. 253.
  7. ^abIl Corano, traduzione diAlessandro Bausani, collanaBiblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1988, p. LV.
  8. ^Quranic Studies. Sources and methods of scriptural interpretation, Oxford, Oxford University Press, 1977; eThe Sectarian Milieu: content and composition of Islamic salvation history, Oxford University Press, Oxford 1978.
  9. ^Hagarism. The Making of the Islamic World, Cambridge University Press, Cambridge-New York, 1977.
  10. ^The Syro-Aramaic Reading of the Koran: A Contribution to the Decoding of the Language of the Koran, Berlino, Hans Shiler, 2000.
  11. ^Über den Urkoran. Ansätze zu Rekonstruktion der vorislamisch-christlichen Strophenlieder im Koran, Erlangen, Lüling, 2004, 3ª ed. corretta.
  12. ^(con Judith Koren),Crossroads to Islam: the origins of the Arab religion and the Arab state, Amherst, NY, Prometheus Books, 2003.
  13. ^Una persona che ha memorizzato l'intero Corano si chiama pertantoḥāfiẓ (masch.),ḥāfiẓa (femm.) eḥuffāẓ (plurale).
  14. ^La questione è assai dibattuta. A chi crede che Dio parli in "arabo chiaro" (ʿarab mubīn), come dice esplicitamente il Corano, si contrappone chi ricorda come Dio parli per sua stessa ammissione per «parabole agli uomini» (Sūra XXIV:35), non facilmente sottoponibili a puntuale esegesi. La complessa e non canonizzata interpretabilità del testo coranico è tipica delSunnismo, mentre loSciismo crede che esso sia interpretato correttamente grazie agli Imam, dal primo (ʿAlī b. Abī Ṭālib all'ultimoImam "nascosto", che agisce ineffabilmente attraverso i suoidotti religiosi che, non a caso, sono definitimujtahid, ossia "interpreti autentici" della Parola divina trasmessa al profeta Maometto tramite l'angelo Gabriele.
  15. ^Alfred Guillaume,The Life of Muhammad, traduzione dellaal-Sīrat al-nabawiyya diIbn Ishaq/Ibn Hisham, Oxford, Oxford University Press 1955, p. 550.
  16. ^'Abdullah Ibn Sad Ibn Abi Sarh: Where Is the Truth?, suwww.islamic-awareness.org.URL consultato il 29 giugno 2023.
  17. ^Il testo coranico - come ricordaP.K. Hitti nellaHistory of the Arabs, p. 136 - fu «fissato dai due visir [abbasidi] Ibn Muqla e Ibn ʿĪsā nel 933 con l'aiuto del dotto Mujāhid».
  18. ^https://muflihun.com/bukhari/61/510
  19. ^Nel diritto islamico, la testimonianza (per essere valida) deve essere resa da almeno due persone adulte, di sesso maschile, di sano intelletto e di buona nomea. Nel caso di testimonianza resa da una donna varrà lo stesso principio della pubertà, sano intendimento e affidabilità, ma essa potrà surrogare solo la metà di una testimonianza maschile. Quindi saranno ammesse le testimonianze di due uomini, di quattro donne e di un uomo e due donne.
  20. ^Yaʿqūbī (Taʾrīkh, editoreM. T. Houtsma, due volumi, Leida, Brill, 1883, II, p. 170) parla di "fustigazione".
  21. ^Claudio Lo Jacono,Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo). I.Il Vicino Oriente, Torino, Einaudi 2003, p. 59.
  22. ^Leone Caetani,Annali dell'Islām, vol. VII, Milano, Hoepli, 1914,sub anno 32 a.H., "Necrologio di ʿAbdallah b. Masʿūd", p. 569.
  23. ^Ibidem. Il futuro secondocaliffo,ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, lo definì "un sacchetto (kunayf) pieno di scienza" e migliore di lui nella sua veste di "maestro" (muʿallim) quando lo destinò alla gestione finanziaria delmiṣr diKūfa, mentre Abū l-Dardā si spinse a dire che "lui morto, nessuno gli è uguale".
  24. ^Bukhari lo definisce nel suoṢaḥīḥ come "il più vicino a Maometto".
  25. ^Leone Caetani,op. cit., p. 564.
  26. ^Alessandro Bausani, Introduzione alla sua traduzione del Corano, Firenze, Sansoni 1955, p. LXII.
  27. ^A. Bausani,Il Corano, Introduzione, p. LXII.
  28. ^Una società mediterranea, Milano, Bompiani, 2002.
  29. ^Occasional Paper: "What is the Koran", Atlantic Monthly's Reponse, suamconline.org.URL consultato il 29 giugno 2023(archiviato dall'url originale il 1º marzo 2001).
    «Si può ricordare che il tono allarmistico riguardante la scoperta dei manoscritti yemeniti sembra totalmente fuori luogo". Toby Lester (direttore esecutivo del sito web The Atlantic Monthly), nel citare l'intervista concessagli da Puig, prosegue: "Fino a ora i manoscritti mostrano alcuni ordinamenti di versi non convenzionali, variazioni testuali minori e stili ortografici e abbellimenti artistici rari. Tuttavia, l'esistenza in passato di tali manoscritti è ben nota ai musulmani e quelli che non sono completamente in accordo con il testo di ʿUthmān sono stati eliminati in vari modi. Il recupero di un antico manoscritto che risale alla storia del primo Islam, che si differenzia in maniera minore dal testo di ʿUthmān e che è stato eliminato dalla circolazione, difficilmente provocherà nei musulmani il bisogno di riscrivere la loro storia: semmai esso, ai loro occhi, la confermerà".»
  30. ^Allen Jones (lecturer di "Studi coranici" nell'Università di Oxford) ammette che vi sono stati cambiamenti 'insignificanti' fatti sulla recensione di ʿUthmān. Khalidi afferma che il racconto tradizionale dello sviluppo del Corano è tuttora più o meno veritiero. 'Non ho ancora sentito contrastare radicalmente la mia opinione'. [Allen Jones] crede che il Corano di Ṣanʿāʾ potrebbe essere una cattiva copia che è stata usata dalla gente alla quale non era ancora giunto il testo di ʿUthmān. 'Non è inconcepibile che dopo la promulgazione del testo di ʿUthmān, ci sia voluto un lungo periodo di tempo per filtrarlo'. Tarif Khalidi e Allen Jones intervistati dalThe Guardian, 2000
  31. ^Gerd-Rüdiger Puin, "Observations on Early Qurʾān Manuscripts in Ṣanʿāʾ", in:The Qur'an as Text, a cura di S. Wild, Leida, Brill, 1966.
  32. ^(EN) Behnam Sadeghi e Mohsen Goudarzi,Ṣan‘ā’ 1 and the Origins of the Qur’ān, inDer Islam, vol. 87, n. 1-2, 1º febbraio 2012, pp. 1-129,DOI:10.1515/islam-2011-0025,ISSN 0021-1818 (WC ·ACNP).URL consultato il 29 giugno 2023.
  33. ^Mohammad Ali Amir-Moezzi,Le Coran silencieux, le Coran parlant, Paris, CNRS Editions, 2011,ISBN 978-22-71071-8-80 (trad. italianaIl Corano silente. Il Corano parlante - Le fonti scritturali dell'Islam tra storia e fervore, trad. di Carmela Baffioni, Roma, 218 pp., Roma,Istituto per l'Oriente C. A. Nallino, 2018,ISBN 88-97622-40-2ISBN 9788897622406
  34. ^Figlio del califfo omayyade'Umar II
  35. ^Translations of the Holy Qur’an, History and Development: A Study with Special Reference to Malayalam Translations| Kerala Muslim History Conference, sumuslimheritage.in.URL consultato il 29 giugno 2023(archiviato dall'url originale il 23 settembre 2017).
  36. ^Ivo Tagliaventi,La cattedrale gotica: spirito e struttura della più grande opera d'arte della città occidentale, Alinea Editrice, 2009,ISBN 978-88-6055-365-2.URL consultato il 29 giugno 2023.
  37. ^Una copia però scampò al rogo ed è stata rinvenuta nell'ultimo scorcio del XX secolo nella Biblioteca dei Frati Minori di San Michele in Isola, aVenezia. Si veda"Un principe arabo a Venezia per il primo Corano" di Manuela LambertiArchiviato il 27 agosto 2014 inInternet Archive.
  38. ^(EN) Oxford University Press,Qur'an: Oxford Bibliographies Online Research Guide, Oxford University Press, USA, 1º maggio 2010, p. 7,ISBN 978-0-19-980418-4.URL consultato il 29 giugno 2023.
  39. ^(LA) Harvard University,Corani textus arabicus, sumtibus E. Bredtii, 1881.URL consultato il 29 giugno 2023.
  40. ^Il dialogo interreligioso: San Francesco e il Sultano, suscuolaecclesiamater.org, 4 dicembre 2014.
  41. ^(LA)Gustav Leberecht Flügel,Concordantiae Corani arabicae, Tauchnitii, 1842.URL consultato il 29 giugno 2023.
  42. ^Su cui si veda Tommasino, P.M.The Venetian Qurʾan. A Renaissance Companion to Islam. Translated by Sylvia Notini, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2018, xix + 297 p.
  43. ^Iddio ci dia buon viaggio e guadagno, Firenze, Ed. Polistampa, 2006.
  44. ^abcTutti i versetti sono desunti dalla traduzione a cura del Centro di Cultura Islamica - Moschea An-Nûr (La luce)
  45. ^Tutti i versetti sono desunti dalla traduzione commentata diAlessandro Bausani.
  46. ^Nella traduzione mondadoriana di Zilio Grandi, si propone l'inusuale traduzione "L'Esordio"
  47. ^Magdi Cristiano Allam,Grazie Gesù,Mondadori, Milano, 2008
  48. ^Carlo Alfonso Nallino,Vita di Maometto, Roma,Istituto per l'Oriente, 1946, p. 26.
  49. ^Si veda la lunga lista sotto la voce «idolatria», che comprende anche la voce «pagani», nell'Indice della traduzione diA. Bausani (pp. 759-60).
  50. ^Cfr.W. M. Watt,Mahomet à Médine, Parigi, Payot, 1978, p. 377.ISBN 2-228-50160-3 eClaudio Lo Jacono,Maometto, Roma-Bari, Laterza, 2011, p. 83.
  51. ^Giuseppe Faggin,Storia della filosofia, vol. 1, pp. 245-246, Milano, Principato, 1983.
  52. ^Si veda, a questo proposito, la sezione "Opere" nella voceal-Ghazali.
  53. ^Corano da guinnes fatto a Novara - Top News - ANSA.it, suwww.ansa.it.URL consultato il 29 giugno 2023.

Bibliografia

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Traduzioni recenti
  • Al Qur'an - Il Corano, a cura di Calogero A. Salomon, Roma, Youcanprint, 2025.
  • Il Corano, a cura di Hafez Haidar, postfazione Gian Mario Anselmi, Città del Castello (PG), Diarkos, 2022.
  • Sublime Corano, a cura di Abdu-R-Rahman Pasquini, Segrate (Mi), Bsp officine grafiche, 2017.
  • Alberto Ventura (a cura di),Il Corano (PDF), suUniversità Ca' Foscari Venezia, traduzione di Ida Zilio-Grandi, Islamica, 1ª ed., Arnaldo Mondadori Editore, ottobre 2010, p. 984,ISBN 978-88-04-60454-9,OCLC ì799989107.URL consultato il 29 maggio 2024. (commento di Mohyddin Yahia, Ida Zilio-Grandi eMohammad Ali Amir-Moezzi)
  • Il Corano, a cura di Martino Pillitteri, Milano, Edizioni di via Murgia, 2010.
  • Il Corano, a cura di Gabriel Mandel, due volumi, Novara, De Agostini, 2003; Torino, UTET libreria, 2004. (con testo arabo a fronte)
  • Il Corano, a cura di Antonio Ravasio, traduzione di Laura Monti, Milano, Rusconi, 2003.
  • Il Corano, a cura di Francesco Aniballi, Roma-Reggio Calabria, Gangemi, 2002.
  • Il Corano, a cura diHamza Roberto Piccardo, Roma, Grandi tascabili economici Newton, 1996.
  • Il Corano, a cura di Cherubino Mario Guzzetti, Leumann, Elle Di Ci, 1989.
  • Il Corano, a cura di Angelo Terenzoni, Genova, I Dioscuri, 1989; La Spezia, Fratelli Melita, 1989.
  • Il Corano, a cura diMartino Mario Moreno, Torino, UTET, 1967
  • Il Corano, a cura diAlessandro Bausani, Firenze, Sansoni, 1955; Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1988.
Traduzioni meno recenti
  • L'Alcorano di Macometto, nel qual si contiene la dottrina, la vita, i costumi, et le leggi sue. Tradotto nuouamente dall'arabo in lingua italiana, a cura diAndrea Arrivabene, Venezia, 1547.
  • Il Corano, versione italiana di Vincenzo Calza, Bastia, Fabiani, 1847. [traduzione della versione francese diAlbert Kazimirski de Biberstein del 1840]
  • Il Corano. Nuova traduzione italiana dall'arabo con note dei migliori commentatori orientali, Milano Panzeri, 1882; Milano, Bruciati, 1912. [traduzione della versione francese diClaude-Étienne Savary del 1783]
  • Il Corano. Prima versione italiana dall'arabo, Milano, Sonzogno, 1912.
  • Il Corano. Versione tolta direttamente dal testo arabo da Eugenio Camillo Branchi, Roma, Carra, 1913. [traduzione della versione francese di Albert Kazimirski de Biberstein]
  • Il Corano. Versione letterale italiana di Aquilio Fracassi, Milano, Hoepli, 1914; Catania, Brancato, 1989.
  • Il Corano, versione italiana di Silvio Frojo, Bari, Laterza, 1927.
  • Il Corano. Nuova versione letterale italiana, a cura diL. Bonelli, Milano, Hoepli, 1929.
Bibliografie e dizionari
  • Ramin Khanbagi,Interkulturelle Koran-Bibliographie, Nordhausen, Traugott Bautz. 2014. (Bibliografia delle traduzioni e degli studi, prefazione in tedesco e testo in inglese, 998 pagine).
  • Mohammad Ali Amir-Moezzi, Ida Zilio-Grandi,Dizionario del Corano, Milano, Mondadori, 2007.
Studi
  • Mohammed Arkoun,Lectures du Coran, Parigi, Maisonneuve et Larose, 1982
  • Hai Bar-Zeev,Une lecture juive du Coran, Berg, 2005,ISBN 2-911289-81-1riassunto dell'operaArchiviato il 29 settembre 2007 inInternet Archive.
  • Régis Blachère,Le Coran, Parigi, PUF (Que sais-je? nº 1245), 1966.
  • Régis Blachère,Introduction au Coran, Parigi, Maisonneuve et Larose, 1977.
  • Issa Boullata,Literary Structures of Religious Meaning in the Qurʾân, Richmond, 2000.
  • Maurice Bucaille,La Bible, le Coran et la science: Les écritures saintes examinées à la lumière des connaissances modernes, Seghers, 1976.
  • Massimo Campanini,Il Corano e la sua interpretazione, Bari, Laterza 2008.
  • Olivier Carré,Mystique et politique: le Coran des islamistes, Commentaire coranique de Sayyid Qutb (1906-1966), Collection «Patrimoines - Islam», Parigi, Editions du Cerf, 2004.
  • Patricia Crone-Michel Cook,Hagarism. The Making of the Islamic World, Cambridge, 1977.
  • Kenneth Cragg,The Event of the Qurʾan. Islam in its Scripture, Oxford, 1971.
  • Fred McGraw Donner,Narratives of Islamic Origins: the Beginning of Islamic Historical Writing, Princeton University Press, 1998.
  • Edouard-Marie Gallez,Le Messie et son prophète. Aux origines de l'Islam 2 tomi, Tomo 1.De Qumran à Muhammad, Tomo 2.Du Muhammad des Califes au Muhammad de l'histoire, Versailles, Éditions de ParisIndice. (Tesi di Dottorato di ricerca in Teologia / Storia delle religioni, Université de Strasbourg II, 2004.
  • Claude Gilliot,Un verset manquant du Coran ou réputé tel, in Marie-Thérèse Urvoy (a cura di),En hommage au Père Jomier, O.P., Collection «Patrimoines - Islam», Parigi, Ed. du Cerf 2002.
  • Asmaa Godin,Les sciences du Coran, Al-Qalam, 1992.
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  • Philip K. Hitti,History of the Arabs, Londra, Macmillan & Co. Ltd, 19648 (trad. ital.Storia degli Arabi, Firenze, La Nuova Italia editrice, 1966).
  • Arthur Jeffery,The Qurʾān as Scripture, New York, 1952
  • Jacques Jomier,Les grands thèmes du Coran, Ed. Le Centurion (pubbl. gennaio 1978).
  • Jacques Jomier,Dieu et l'homme dans le Coran, L'aspect religieux de la nature humaine joint à l'obéissance au Prophète de l'islam, Collection «Patrimoines - Islam», Parigi, Ed. du Cerf, 1996.
  • Mohammad Ali Amir-Moezzi,Il Corano silente, il Corano parlante, Roma,Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino, 2018 (trad. di C. Baffioni dell'originaleLe Coran silencieux, le Coran parlant, Parigi, CNRS Editions, 2001)
  • Jean-Luc Monneret,Les grands thèmes du Coran, Classement thématique, préface du Docteur Dalil Boubaker, Éditions Dervy 2003ISBN 978-2-84454-241-0.
  • Theodor Nöldeke,Friedrich Schwally,Geschichte des Qorans, Leipzig, 1919 (trad. ingleseThe History of the Qurʾān, ed. e trad. di Wolfgang H. Behn, Leida, Brill, 2013)
  • Alfred-Louis de Prémare,L'histoire du Coran comme document écrit, Université de Provence, Institut de recherche et d'études sur le monde arabe et musulman (CNRS), Aix-en-Provence, Le Coran et la Bible, 1998, no 115.
  • Gerd-Rüdiger Puin, "Observations on Early Qur'an Manuscripts in Sana'a", in:The Qurʾan as Text, ed. Stefan Wild, Leiden, Brill, 1996.
  • Sayyid Qutb,In the Shade of the Qurʾan, Leicester, 1999 (trad. inglese diFī ẓill al-Qurʾān).
  • Fazlur Rahman,Major Themes in the Qurʾan, Minneapolis, 1980.
  • Andrew Rippin,The Qurʾan and its Interpretative Tradition, Ashgate, 2001.
  • Carlo Saccone,Allah, Il Dio del Terzo Testamento. Letture coraniche, Medusa, Milano 2005
  • Carlo Saccone,Iblis, Il Satana del Terzo Testamento. Santità e perdizione nell'Islam. Letture coraniche II, Centro Essad Bey-CreateSpace IPP, Charleston 2016
  • Youssef Seddik,Nous n'avons jamais lu le Coran, Les éditions de l'Aube, 2004
  • Youssef Seddik,Le Coran, autre lecture, autre traduction, coédition éditions Barzakh /les éditions de l'Aube,recensione dell'opera.
  • Mondher Sfar,Le Coran, la Bible et l'Orient ancien, Parigi, Editions Sfar, 2e édition 1998https://journals.openedition.org/assr/20925 recensione] ecritiche dell'opera
  • Mondher Sfar,Le Coran est-il authentique?, Ed. Sfar, Diffusion Ed. du Cerf, 2000.
  • Abdallâh Shihâtah,Introduction aux sciences du Coran, islamophile.org.
  • Muḥammad Ibn Jarīr al-Ṭabarī,Vita di Muhammad, a cura di S. Noja, Milano, Rizzoli (BUR), 1985 -ISBN 88-17-16860-2 (in realtà il lavoro non è quello di Ṭabarī ma il rifacimento, interpolato da varie aggiunte e modifiche, scritto daBalʿamī).
  • Suha Taji-Farouki (a cura di),Modern Muslim Intellectuals and the Qurʾan, Londra, 2004.
  • Mohamed Talbi et Maurice Bucaille,Réflexions sur le Coran, Seghers, 1989.
  • Roberto Tottoli,Leggere e studiare il Corano, Roma, Pubblicazioni dell'Istituto per l'Oriente C. A. Nallino n. 129, 2021.
  • Alberto Ventura, "L'Islām sunnita nel periodo classico (VII-XVI secolo)", in (a cura di G. Filoramo),Islam, Storia delle religioni, Roma-Bari, Ed. Laterza, 1999 (edizione rinnovata), pp. 88–100.
  • John E. Wansbrough,Quranic Studies. Sources and methods of scriptural interpretation, Oxford University Press, Oxford, 1977.
  • John E. Wansbrough,The Sectarian Milieu: content and composition of Islamic salvation history, Oxford University Press, Oxford, 1978.
  • William Montgomery Watt,Richard Bell,Bell's Introduction to the Qurʾan, edizione aggiornata, Edinburgh University Press, 1970.
  • Stefan Wild (a cura di),The Qurʾân as text, Leida, Brill, 1996.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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V · D · M
Maometto
MissioneIsrāʾ e Miʿrāj ·Costituzione di Medina ·Egira ·Accordo di al-Hudaybiyya ·Pellegrinaggio dell'Addio ·Sermone dell'Addio ·Sariyya
Battaglie guidate
(622-632)
Spedizione di Ḥamza ibn ʿAbd al-Muṭṭalib ·Prima spedizione di Badr ·Spedizione di Buwat ·Spedizione di Dhu Al-Ushairah ·Spedizione di Waddan ·Battaglia di Badr ·Incursione di Al Kudr ·Invasione di Sawiq ·Invasione di Banu Qaynuqa ·Scorreria di Dhu Amar ·Invasione di Buhran ·Battaglia di Uhud ·Battaglia di Hamra al-Asad ·Invasione di Banu Nadir ·Spedizione di Badr al-Maw'id ·Spedizione di Dhat al-Riqa ·Spedizione di Dumat al-Jandal ·Battaglia del Fossato ·Assedio di Banu Qurayza ·Spedizione di al-Muraysi' ·Invasione di Banu Lahyan ·Accordo di al-Hudaybiyya ·Conquista di Fadak ·Conquista di Khaybar ·Battaglie del Wadi al-Qura ·Battaglia di Mu'ta ·Conquista della Mecca ·Battaglia di Hunayn ·Spedizione di Tabuk ·Battaglia di Autas ·Assedio di Ta'if
Persone
FamigliaʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib(cugino)
MogliKhadīja bt. Khuwaylid ·Sawda bt. Zamʿa ·ʿĀʾisha bt. Abī Bakr al-Ṣiddīq ·Ḥafṣa bt. ʿUmar ·Zaynab bt. Khuzayma ·Hind bt. Umayya ·Zaynab bt. Jaḥsh ·Juwayriyya bt. al-Ḥārith ·Ramla bt. Abī Sufyān ·Rayḥana bt. Zayd ·Ṣafiyya bt. Ḥuyayy ·Mārya al-Qibṭiyya ·Maymūna bt. al-Ḥārith
Dieci BenedettiAbū Bakr ·ʿUmar b. al-Khaṭṭāb ·ʿUthmān b. ʿAffān ·ʿAlī b. Abī Ṭālib ·Ṭalḥa b. ʿUbayd Allāh ·al-Zubayr b. al-ʿAwwām ·ʿAbd al-Raḥmān b. Awf ·Saʿd b. Abī Waqqāṣ ·Saʿīd b. Zayd ·Abū ʿUbayda b. al-Jarrāḥ
SalafCompagni ·Seguaci ·Tabi' al-Tabi'in
LuoghiHegiaz ·Jabal al-Nur ·La Mecca (Kaʿba ·Al-Masjid al-Ḥarām) ·Medina (Moschea del Profeta)
AltroArcangelo Gabriele ·Corano
V · D · M
Corano
Messaggiorivelato intorno al 610 d.C. da Dio (in araboالله?,allah) aMaometto (in araboمُـحَـمَّـد?,Muḥammad)
StrutturaSūra (سورة · impropriamenteCapitolo) (Sure meccane ·Sure medinesi) ·āyāt (آيات ·segni oprodigi, versetti) ·Basmala ·Eulogia
Elenco delle
sure (سورة)
Sura I ·Sura II (Āyat al-Kursī) ·Sura III ·Sura IV ·Sura V ·Sura VI ·Sura VII ·Sura VIII ·Sura IX ·Sura X ·Sura XI ·Sura XII ·Sura XIII ·Sura XIV ·Sura XV ·Sura XVI ·Sura XVII ·Sura XVIII ·Sura XIX ·Sura XX ·Sura XXI ·Sura XXII ·Sura XXIII ·Sura XXIV ·Sura XXV ·Sura XXVI ·Sura XXVII ·Sura XXVIII ·Sura XXIX ·Sura XXX ·Sura XXXI ·Sura XXXII ·Sura XXXIII ·Sura XXXIV ·Sura XXXV ·Sura XXXVI ·Sura XXXVII ·Sura XXXVIII ·Sura XXXIX ·Sura XL ·Sura XLI ·Sura XLII ·Sura XLIII ·Sura XLIV ·Sura XLV ·Sura XLVI ·Sura XLVII ·Sura XLVIII ·Sura XLIX ·Sura L ·Sura LI ·Sura LII ·Sura LIII ·Sura LIV ·Sura LV ·Sura LVI ·Sura LVII ·Sura LVIII ·Sura LIX ·Sura LX ·Sura LXI ·Sura LXII ·Sura LXIII ·Sura LXIV ·Sura LXV ·Sura LXVI ·Sura LXVII ·Sura LXVIII ·Sura LXIX ·Sura LXX ·Sura LXXI ·Sura LXXII ·Sura LXXIII ·Sura LXXIV ·Sura LXXV ·Sura LXXVI ·Sura LXXVII ·Sura LXXVIII ·Sura LXXIX ·Sura LXXX ·Sura LXXXI ·Sura LXXXII ·Sura LXXXIII ·Sura LXXXIV ·Sura LXXXV ·Sura LXXXVI ·Sura LXXXVII ·Sura LXXXVIII ·Sura LXXXIX ·Sura XC ·Sura XCI ·Sura XCII ·Sura XCIII ·Sura XCIV ·Sura XCV ·Sura XCVI ·Sura XCVII ·Sura XCVIII ·Sura XCIX ·Sura C ·Sura CI ·Sura CII ·Sura CIII ·Sura CIV ·Sura CV ·Sura CVI ·Sura CVII ·Sura CVIII ·Sura CIX ·Sura CX ·Sura CXI ·Sura CXII ·Sura CXIII ·Sura CXIV
Apprendimentomadrasa (scuola) ·maktab (ﻣﻜﺘﺐ‎?, "scrivere") ·tafsīr (تفسير – l'esegesi coranica) ·aḥādīth (حديث – i racconti sui detti e fatti diMaometto)
Ruolihāfiẓ (حافظ; lett. 'custode' [del Corano]) ·ʿālim (عالم 'persona dotta')
Interpretazionishariʿa (شريعة – il dirittomusulmano) ·Coranisti
PersonaggiAllah ·Iblīs(satana) ·Yunus ·Hud ·Yusuf ·Ibrahim ·Dajjāl ·Maryam bint 'Imran ·ʿĪsā ·Luqman ·Jinn ·Thamudeni ·Banu 'Ad ·Iram delle Colonne ·Abu Lahab ·Mada'in Salih
TemiGiorno del giudizio ·Jihād ·Kawthar ·Tawḥīd ·Nomi di Dio nell'islam
Islam in Italia
V · D · M
Islam
Religione monoteistica abramitica rivelata daAllah aMaometto
OriginiArabia preislamica ·Sabei ·Qataban ·Himyariti ·Raydaniti ·Lihyaniti ·Thamudeni ·Quraysh (Qusayy ibn Kilāb) ·Banu 'Ad ·Ḥanīf ·Hubal ·ʿAmr ibn Luḥayy ·Kahin (veggente) ·Jinn ·Dhu l-Kifl ·Muruwwa ·Iram delle ColonneIslam
Cinque pilastri dell'islamshahādah (Testimonianza di fede) ·ṣalāt (preghiera) ·sujūd (Prosternazione) ·zakāt (elemosina legale) ·ṣawm (digiuno) ·ḥajj (pellegrinaggio a La Mecca)
CorrentiSunnismo ·Sciismo ·Sufismo ·Kharigismo
Shari'a (legge)Corano ·Sunna eaḥadīth ·ijma' (comunità) ·qiyas (analogia giuridica) ·fiqh (giurisprudenza)
Ḥukm
(azioni)
Fard owajib orukn (obbligatori) ·Mustahabb /sunnah ofadilah omandub (raccomandati) ·Mubah (neutrali) ·Makruh (sconsigliati) ·Haraam (proibiti)
Madhhab
(scuole giuridico-religiose)
Hanafismo ·Hanbalismo ·Malikismo ·Shafeismo ·Ismailismo ·Ja'farismo ·Zaidismo ·Asharismo ·Maturidismo ·Kharigismo ·Coranismo ·Wahhabismo ·Salafismo ·Mutazilismo
Testi sacri e principaliCorano (Sūra,Āyāt) ·Sei libri ·Quattro Libri ·Ḥadīth di Gabriele ·aḥādīth (حديث – i racconti sui detti e fatti diMaometto)
LuoghiJabal al-Nur ·Al-Masjid al-Ḥarām (Kaʿba ·Pietra nera ·Zemzem ·Maqam Ibrahim) ·Moschea del Profeta ·Moschea al-Aqsa ·Moschea di Quba ·Moschea al-Qiblatayn
Calendario islamicoMuḥàrram ·Ṣàfar ·Rabīʿ al-àwwal ·Rabīʿ al-thānī ·Jumādā al-àwwal ·Jumādā al-thāniyya ·Ràjab ·Shaʿbān ·Ramaḍān (ṣawm ·ʻĪd al-fiṭr) ·Shawwāl ·Dhū l-qaʿda ·Dhū l-ḥijja
RuoliSadin (guardiano) ·
Mondo islamico ·Islam in Italia
V · D · M
Religioni abramitiche
Ebraismo ·Cristianesimo ·Islam
Figure principaliDio ·Adamo edEva ·Noè ·Abramo ·Ismaele ·Isacco ·Giacobbe ·Mosè ·Gesù ·Giuda il Principe ·MaomettoReligioni abramitiche
DottrineProfeta ·Patriarca ·Messia ·Angelo ·Miracolo ·Dieci comandamenti ·Monoteismo
Testi sacriTanakh ·Talmud ·Bibbia cristiana (Antico Testamento ·Nuovo Testamento) ·Corano
AltreBahaismo ·Mandeismo ·Zoroastrismo ·Rastafarianesimo ·Samaritanesimo ·Geovismo ·Mormonismo ·Chiesa dell'unificazione ·Yazidismo ·Avventismo
Tabella dei profeti delle religioni abramitiche
Controllo di autoritàVIAF(EN175382719 ·BAV492/45309 ·LCCN(ENn79046204 ·GND(DE4032444-8 ·BNE(ESXX3569490(data) ·BNF(FRcb12008272s(data) ·J9U(EN, HE987007263803305171 ·NSK(HR000032841 ·NDL(EN, JA00566624
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