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Coppa del Mondo di rugby femminile 1991

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Coppa del Mondo di rugby femminile 1991
1991 Women’s Rugby World Cup
Logo della competizione
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CompetizioneCoppa del Mondo femminile
SportRugby a 15
Edizione
OrganizzatoreWomen’s Rugby Football Union
Datedal 6 aprile 1991
al 14 aprile 1991
LuogoGalles
Partecipanti12
Formulafase a gironi + play-off
Sede finaleArms Park (Cardiff)
Risultati
VincitoreStati Uniti (bandiera)Stati Uniti
(1º titolo)
FinalistaInghilterra (bandiera)Inghilterra
TerzoFrancia (bandiera)Francia
Nuova Zelanda (bandiera)Nuova Zelanda
Statistiche
Incontri disputati22
Cronologia della competizione
Manuale

LaCoppa del Mondo di rugby femminile 1991 (in inglese1991 Women’s Rugby World Cup) fu la 1ª edizione dellaCoppa del mondo dirugby a 15 femminile per squadre nazionali.

All’epoca senza l’ufficialità dell’International Rugby Board, fu organizzata dalla Women’s Rugby Football Union[1], organismo di governo di tutto il rugby femminile inGran Bretagna, con la collaborazione di alcuni club affiliati allaWelsh Rugby Union, che fornirono campi di gioco e sostegno logistico.Fu solo quasi un decennio più tardi, tra fineanni novanta e inizioduemila[2], che l’IRB decise di legittimare a posteriori le due edizioni (compresa quella del1994) non organizzate sotto la sua giurisdizione[2][3].

Il torneo, a inviti, si svolse inGalles tra 12 squadre tra cui quella dell’Unione Sovietica, che in tale occasione al contempo esordì in una grande manifestazione e disputò i suoi ultimi incontri perché a fine anno il suo Paese si sciolse, e vide la vittoria degliStati Uniti in finale all’Arms Park diCardiff contro l’Inghilterra per 19-6.

Benché dal punto di vista economico in passivo[4], poi ripianato in maniera non ufficiale dallaRugby Football Union[2], la manifestazione è vista in retrospettiva come apripista dell’attività internazionale femminile d’alto livello[1].

Storia

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L'organizzazione

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Quando nacque l’idea di organizzare una competizione mondiale il rugby internazionale femminile era ancora giovane: il primo incontro tra due rappresentative nazionali (Paesi Bassi eFrancia) risale al 1982; nel 1984 aveva esordito laSvezia, nel 1985 l’Italia, nel 1986Belgio eGran Bretagna, nel 1987Canada,Galles eInghilterra[5], ma a tutto il 1990 erano stati disputati meno di 50test match.Furono proprio le dirigenti che avevano dato vita alla nazionale dellaGran Bretagna dapprima, e poi di quelle diGalles eInghilterra poi[6][7], ad avere l’idea di allestire un torneo avente valore mondiale, sulla scorta di una competizione organizzata ad agosto 1990 aChristchurch dalla federazione femminile neozelandese e chiamataRugbyFest che vedeva la partecipazione, oltre che della squadra di casa, anche diPaesi Bassi,Stati Uniti eUnione Sovietica[8].

Deborah Griffin, fondatrice e presidente della Women’s Rugby Football Union, e tre sue collaboratrici e compagne di squadra inglesi, Sue Dorrington (statunitense di nascita ma britannica per matrimonio), Alice Cooper e Mary Forsyth, che si occuparono dei vari aspetti organizzativi e finanziari, contattarono le federazioni europee che già all’epoca schieravano squadre nazionali femminili; pur senza mezzi economici, o promesse mai mantenute di rimborsi e sponsorizzazioni, e il netto rifiuto sia della federazione inglese che dell’International Rugby Board di collaborare, riuscirono ad avere le necessarie adesioni per organizzare il torneo, che fu messo in calendario ad aprile 1991 e trovò l’ospitalità di alcuni clubgallesi[1].

Nonostante la natura semiclandestina del torneo, le organizzatrici riuscirono a guadagnarsi uno spazio sulla stampa: ilTimes diLondra diede risalto alla competizione[9], menzionando anche la circostanza che, nonostante il disimpegno della federazione maschile, le ragazze inglesi potevano contare sulla collaborazione tecnica diBrian Moore[9], all’epocatallonatore titolare degliHarlequins e della nazionale, e prestatosi per la circostanza a curare le rifiniture nelle sessioni d'allenamento[9].

Benché praticamente sconosciuto inItalia[10], il rugby femminile trovò un sostenitore d’eccezione inPaolo Rosi, ex giocatore internazionale e in seguito rinomato giornalista sportivo allaRai, che sullaStampa diTorino, alla vigilia del torneo, esortò a coltivare il giovane movimento e garantirgli «pieno diritto di cittadinanza»[10].La stessaItalia, peraltro, era tra le poche squadre che si presentavano alla competizione sotto la giurisdizione della federazione nazionale, essendo il rugby femminile azzurro passato dall’UISP alla diretta gestione dellaF.I.R. il 19 gennaio 1991[10]; nazionali di peso comeInghilterra o la stessaNuova Zelanda facevano capo a federazioni femminili autonome da quelle nazionali preesistenti e riconosciute dall’IRB.

Il torneo

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La partita d’apertura del torneo fuInghilterraSpagna aSwansea e vide una netta vittoria delle britanniche per 12-0; le squadre ritenute favorite (la stessa Inghilterra, gliStati Uniti, laFrancia e laNuova Zelanda) rispettarono i pronostici e vinsero tutti i loro incontri nella fase a gironi; in tale frangente spiccò la vicenda della nazionale sovietica (l’unica formazione rugbistica di tale Paese ad avere preso parte a una rassegna mondiale, dopo il declino dell’offerta di quella maschile nel 1987 per ragioni politiche[11]) che, arrivata inGran Bretagna a soli due giorni dall’inizio del torneo, vi era stata inviata dalla propria federazione con fondi scarsissimi per vitto e alloggio (era stato garantito alle giocatrici solo il pagamento del viaggio[12]), e le cui giocatrici, dopo la prima partita, tentarono di sostenersi vendendo aCardiff diversisouvenir russi nonché i quantitativi divodka ecaviale che erano riuscite a contrabbandare all’aeroporto di Heathrow[12][13].Una volta saputo delle loro difficoltà, le altre atlete supplirono in parte alla sussistenza delle colleghe sovietiche[13]; un articolo dell’epoca delGuardian riferisce che un’industria dolciaria e un ristoratore gallese offrirono vitto, un anonimo donò 1 200sterline e anche la madre di una delle giocatrici gallesi al torneo contribuì con ulteriori 100 sterline[14].

Nelle semifinali gli Stati Uniti batterono, relativamente a sorpresa, le neozelandesi per 7-0, mentre l’Inghilterra non ebbe problemi contro laFrancia; la finale disputata all’Arms Park diCardiff vide le inglesi andare in vantaggio nel primo tempo per 6-0, chiudere la prima frazione sul 6-3 per poi subire 16 punti (tre mete, due delle quali trasformate) dalle nordamericane che si imposero 19-6 e vinsero la competizione, all’epoca ancora non ufficiale[1][4].

Per le atlete statunitensi si trattò del ritorno alla vittoria del loro Paese in una manifestazione rugbistica dopo iltitolo olimpico del 1924 aParigi della rappresentativamaschile, e al 2018 il più recente.

Squadre partecipanti

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AmericheAsiaEuropaOceania

Formula

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Le 12 squadre furono ripartite in 4 gironi da 3 squadre ciascuna.Ogni squadra incontrò le altre due del girone (2 punti vittoria, 1 a pareggio e 0 a sconfitta).La prima classificata di ogni girone accedette alle semifinali per il titolo; le altre otto squadre disputarono invece iplay-off per il quinto posto.Tutta la fase a eliminazione fu in gara unica.

Non furono previste né la gara di assegnazione per il terzo posto né quelle di assegnazione dei posti sotto al sesto.

Gironi

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Girone 1Girone 2Girone 3Girone 4

Fase a gironi

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Girone 1

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DataIncontroRisultatoSede
6 aprile 1991Nuova ZelandaCanada24-8Cardiff
8 aprile 1991GallesCanada9-9Dublino
10 aprile 1991GallesNuova Zelanda6-24Rhondda
ClassificaGVNPPFPSPT
1Nuova Zelanda (bandiera)Nuova Zelanda22004814+344
2Canada (bandiera)Canada20111733-161
3Galles (bandiera)Galles20111533-181

Girone 2

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DataIncontroRisultatoSede
6 aprile 1991FranciaGiappone62-0Port Talbot
8 aprile 1991FranciaSvezia37-0Cardiff
10 aprile 1991GiapponeSvezia0-20Rhondda
ClassificaGVNPPFPSPT
1Francia (bandiera)Francia2200990+994
2Svezia (bandiera)Svezia21012037-172
3Giappone (bandiera)Giappone2002082-820

Girone 3

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DataIncontroRisultatoSede
6 aprile 1991Paesi BassiStati Uniti0-7Pontypool
8 aprile 1991Paesi BassiUnione Sovietica28-0Rhondda
10 aprile 1991Stati UnitiUnione Sovietica46-0Cardiff
ClassificaGVNPPFPSPT
1Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti2200530+534
2Paesi Bassi (bandiera)Paesi Bassi2101287+212
3Unione Sovietica (bandiera)Unione Sovietica2002074-740

Girone 4

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DataIncontroRisultatoSede
6 aprile 1991InghilterraSpagna12-0Swansea
8 aprile 1991InghilterraItalia25-9Rhondda
10 aprile 1991ItaliaSpagna7-13Cardiff
ClassificaGVNPPFPSPT
1Inghilterra (bandiera)Inghilterra2200379+284
2Spagna (bandiera)Spagna21011319-62
3Italia (bandiera)Italia20021638-220

Fase aplay-off

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Play-off per il 5º posto

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Quarti di finaleSemifinaleFinale 5º posto
         
Canada (bandiera)Canada38
Unione Sovietica (bandiera)Unione Sovietica0
Canada (bandiera)Canada6
Italia (bandiera)Italia0
Italia (bandiera)Italia18
Svezia (bandiera)Svezia0
Canada (bandiera)Canada19
Spagna (bandiera)Spagna4
Galles (bandiera)Galles3
Paesi Bassi (bandiera)Paesi Bassi6
Paesi Bassi (bandiera)Paesi Bassi0
Spagna (bandiera)Spagna8
Giappone (bandiera)Giappone0
Spagna (bandiera)Spagna30

Quarti di finale

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Cardiff
11 aprile 1991
CanadaCanada (bandiera)38 – 0
referto
Unione Sovietica (bandiera)Unione SovieticaArms Park
Peterson (2)
Williams (2)
Fuchs
Haimovici
mt
Stephentr

Cardiff
11 aprile 1991
ItaliaItalia (bandiera)18 – 0
referto
Svezia (bandiera)SveziaArms Park
NaveMeta 14’
TondinelliMeta 36’
BisettoMeta 73’
mt
NaveCalcio 5’, 80’c.p.

Cardiff
11 aprile 1991
GallesGalles (bandiera)3 – 6
referto
Paesi Bassi (bandiera)Paesi Bassi

Cardiff
11 aprile 1991
GiapponeGiappone (bandiera)0 – 32
referto
Spagna (bandiera)Spagna

Semifinali

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Cardiff
12 aprile 1991
CanadaCanada (bandiera)6 – 0
referto
Italia (bandiera)ItaliaEly Memorial Ground
HaimoviciMeta 40’mt
DarbyCalcio 40’tr

Cardiff
12 aprile 1991
Paesi BassiPaesi Bassi (bandiera)0 – 8
referto
Spagna (bandiera)SpagnaEly Memorial Ground

Finale per il 5º posto

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Cardiff
13 aprile 1991
CanadaCanada (bandiera)19 – 4
referto
Spagna (bandiera)SpagnaEly Memorial Ground

Play-off per il titolo

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SemifinaliFinale
      
Nuova Zelanda (bandiera)Nuova Zelanda0
Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti7
Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti19
Inghilterra (bandiera)Inghilterra6
Francia (bandiera)Francia0
Inghilterra (bandiera)Inghilterra13

Semifinali

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Cardiff
12 aprile 1991, ore 18UTC+1
Nuova ZelandaNuova Zelanda (bandiera)0 – 7
referto
Stati Uniti (bandiera)Stati UnitiArms Park
Arbitro: Galles (bandiera) Gareth Symmons
mtMeta 59’ Bond
c.p.Calcio 5’ Harju

Cardiff
12 aprile 1991, ore 20 UTC+1
InghilterraInghilterra (bandiera)13 – 0
referto
Francia (bandiera)FranciaArms Park
Arbitro: Galles (bandiera) Ken Rowlands
BurnsMeta 45’
FrancisMeta 70’
mt
BurnsCalcio 70’tr
BurnsCalcio 35’c.p.

Finale

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Cardiff
14 aprile 1991, ore 15 UTC+1
Stati UnitiStati Uniti (bandiera)19 – 6
referto
Inghilterra (bandiera)InghilterraArms Park (2000 spett.)
Arbitro: Galles (bandiera) Les Peard
GodwinMeta 45’, 48’
ConnellMeta 58’
mtMeta 15’tecnica
HarjuCalcio 45’, 58’trCalcio 15’Burns
HarjuCalcio 33’c.p.

Sullivan
Jervey
Orsini
Crawford
Meredith
Harju
Connell
Hertz
Thompson
Sorson
Rutkowski
Flanagan
Godwin
Whitehead
Flores
Formazioni
J. MitchellUscita al 63’ 63’
Stennett
Robson
Williets
Francis
Almond
E. Mitchell
Ewing
Dorrington
Watts
Wenn
Stirrup
Ross
Isherwood
Burns
Sostituzioni
PrangnellIngresso al 63’ 63’

Classifica finale

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Non esiste una graduatoria ufficiale.Se i primi sei posti furono determinati tramite gara (il terzo posto fu condiviso), quelli dal settimo al dodicesimo non furono assegnati; prendendo come riferimento iplay-off per il quinto posto e per ogni turno i punti di scarto in ordine crescente, alle spalle della sesta classificata figurano le due semifinaliste e — a seguire — le quattro quartifinaliste perdenti.

Squadra
Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti
Inghilterra (bandiera)Inghilterra
Francia (bandiera)Francia
Nuova Zelanda (bandiera)Nuova Zelanda
5Canada (bandiera)Canada
6Spagna (bandiera)Spagna
7Italia (bandiera)Italia
Paesi Bassi (bandiera)Paesi Bassi
9Galles (bandiera)Galles
Svezia (bandiera)Svezia
Giappone (bandiera)Giappone
Unione Sovietica (bandiera)Unione Sovietica

Il post-torneo

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Nonostante il buon successo di pubblico (circa2000 spettatori assistettero alla finale[4]) lo sbilancio tra entrate e uscite fu stimato a caldo tra le dieci e le quindicimila sterline[4][15], comprensivo delle spese straordinarie sostenute per sostenere la squadra sovietica[4] e solo parzialmente coperte dalla solidarietà di privati e commercianti della zona.Una più dettagliata revisione quantificò il passivo a circa30000 sterline[1] e Deborah Griffin si rivolse all’allora segretario dellaRugby Football Union Dudley Wood facendogli presente l’obbligo morale della federazione di sostenere lo sforzo organizzativo fatto dalla sua controparte femminile, soprattutto per quanto concerneva il contenimento dei costi del torneo[1]; al riguardo erano circolate voci sulla stampa circa il fatto che le quattro dirigenti inglesi avessero ipotecato le loro abitazioni per reperire fondi, ma Sue Dorrington in seguitò smentìin toto la circostanza[1].Wood intercedette presso un fornitore di conoscenza della RFU e lo convinse a non fatturare il credito vantato, che costituiva la voce di passivo maggiore per le organizzatrici[1], e ripagò a nome della federazione gli altri debiti[1].

La notorietà guadagnata a seguito del torneo aiutò la promozione del rugby femminile in tutto ilRegno Unito[1]; tre anni più tardi l’Inghilterra prese la rivincita sugliStati Uniti battendoli in finale della Coppa del Mondo successiva, e nel 1996 nacque l’Home Nations’ Championship, destinato a diventare il Sei Nazioni.Nel 1998 l’International Rugby Board assunse la gestione diretta della manifestazione e ne ufficializzò a posteriori le edizioni 1991 e 1994[3].

Note

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  1. ^abcdefghij(EN)The 1991 Women’s Rugby World Cup Trailblazers, suenglandrugby.com, Rugby Football Union, 1º agosto 2017.URL consultato il 14 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 3 agosto 2017).
  2. ^abc(EN)The History of the Women’s Rugby World Cup, suenglandrugby.com, Rugby Football Union, 21 luglio 2017.URL consultato il 14 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 14 agosto 2018).
  3. ^ab(EN) James Mortimer,From troubled beginnings to 1000 Tests - Women's Rugby continues to grow, suallblacks.com,New Zealand Rugby, 9 luglio 2013.URL consultato il 29 aprile 2019(archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
    «Notably the IRB included 1991 and 1994 “unofficial” World Cups on their list of previous tournaments in the official bid documents, the first time the governing body had done this.»
  4. ^abcde(EN) David Hands,World Cup: review, inThe Times, 16 aprile 1991.URL consultato il 22 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 22 agosto 2018).
  5. ^(EN)Wales Women v England: 30-year anniversary, suenglandrugby.com, Rugby Football Union, 10 febbraio 2017.URL consultato il 14 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 13 agosto 2018).
  6. ^(EN) Mark Taylor,How a game for a laugh led to Deborah Griffin blazing a trail to develop women’s rugby, inThe Cambridge Independent, 11 marzo 2018.URL consultato il 13 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 13 agosto 2018).
  7. ^(EN)Women’s rugby pioneer excited by future of the sport, suenglandrugby.com,Rugby Football Union, 19 giugno 2017.URL consultato il 13 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2017).
  8. ^(EN) Jennifer Curtin,Before the Black Ferns: Tracing the Beginnings of Women’s Rugby in New Zealand, inThe International Journal of the History of Sport, vol. 33, n. 17,Abingdon-on-Thames, Taylor & Francis, 2016, pp. 2071-85,DOI:10.1080/09523367.2017.1329201,ISSN 0952-3367 (WC ·ACNP).URL consultato il 15 agosto 2018.
  9. ^abc Alix Ramsay,World Cup: The tournament begins, inThe Times, 6 aprile 1991.URL consultato il 23 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 23 agosto 2018).
  10. ^abcPaolo Rosi,Cade il mito del rugby, sport per soli uomini, inLa Stampa, 5 aprile 1991, p. 35.URL consultato il 21 agosto 2018.
  11. ^(EN) Brendan Gallagher,Russia hope superpower struggle with US will act as a springboard for union back home, inThe Daily Telegraph, 13 settembre 2011.URL consultato il 29 maggio 2014.
  12. ^ab(EN) Peter Jackson,How the Russians endeared themselves to their Welsh hosts at inaugural Women’s World Cup, inIrish Examiner, 9 agosto 2017.URL consultato il 21 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 30 novembre 2017).
  13. ^ab Liliana Fornasier,Due atlete sarde in maglia azzurra ai mondiali di rugby (PDF), inil Messaggero Sardo, 30 aprile 1991, p. 30.URL consultato il 21 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 13 luglio 2018).
  14. ^(EN) Martyn Williams,Women’s World Cup: Vodka salesgirls have shorts, will travel, inThe Guardian, 9 aprile 1991, p. 16.URL consultato il 23 agosto 2018(archiviato dall'url originale il 23 agosto 2018).
  15. ^(EN) Martyn Williams,English Women lose on and off the field, inThe Guardian, 15 aprile 1991, p. 19.URL consultato il 10 febbraio 2025.

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Collegamenti esterni

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Coppa del Mondo di rugby femminile
EdizioniGalles 1991 ·Scozia 1994 ·Paesi Bassi 1998 ·Spagna 2002 ·Canada 2006 ·Inghilterra 2010 ·Francia 2014 ·Irlanda 2017 ·Nuova Zelanda 2021 ·Inghilterra 2025
Qualificazioni1991 · 1994 · 1998 · 2002 · 2006 ·2010 ·2014 ·2017 ·2021 ·2025
StatisticheStatistiche
World Rugby
V · D · M
Rugby a 15 nelle Isole Britanniche
Galles
FederazioneWelsh Rugby Union ·Nazionale maschile (statistiche) ·Nazionale femminile
Attività nazionaleWelsh Premier Division ·Coppa del Galles
CategorieSquadre di club ·Rugbisti ·Arbitri ·Stadi
Inghilterra
FederazioneRugby Football Union ·Nazionale maschile (statistiche) ·Nazionale femminile (statistiche) ·Nazionale A maschile ·England Counties
Attività nazionaleStruttura campionati ·Premiership ·RFU Championship
CategorieSquadre di club ·Rugbisti ·Arbitri ·Stadi
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CategorieSquadre di club ·Rugbisti ·Arbitri · Stadi (in Repubblica d’Irlandain Irlanda del Nord)
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