Ilcontributo islamico all'Europa medievale interessò settori diversi come l'arte, l'architettura, la medicina, l'agricoltura, la musica, il linguaggio e la tecnologia. Dall'XI al XIII secolo l'Europa assorbì le conoscenze della cultura islamica. Di particolare importanza per l'Europa furono le traduzioni attuate dagli Arabi e dai Persiani di antichi testi classici greci, tra cui le opere del filosofo Aristotele.

L'Europa e il mondo islamico ebbero molti punti di contatto nelMedioevo. I principali punti di divulgazione del sapere islamico all'Europa erano laSicilia e laSpagna, in particolar modo la città diToledo (conGerardo da Cremona, 1114-1187, a seguito della conquista della città da parte dei cristianiCastigliani nel 1085). In Sicilia, a seguito dellaconquista islamica dell'isola nel 965 e la suariconquista da parte dei Normanni nel 1091, si sviluppò un'avanzata cultura arabo-normanna, esemplificata da governanti come il reRuggero II, che aveva poeti, scienziati e soldati islamici al suo servizio. Il magrebinoMuhammad al-Idrisi scrisse "La delizia di chi desidera attraversare la terra" (in araboنزهة المشتاق في اختراق الآفاق?,Nuzhat al-mushtāq fī ikhtirāq al-āfāq) oTabula Rogeriana, uno dei più grandi trattati geografici del Medioevo, per conto di Ruggero II.[2]
Lecrociate intensificarono gli scambi commerciali tra l'Europa e ilVicino Oriente, lerepubbliche marinare italiane assunsero un ruolo importante in questi scambi. In Oriente, in città comeAntiochia, la cultura araba, quella greca e quella latina si mescolarono intensamente.[3]
Nel corso dei secoliXI eXII, molti studiosi cristiani viaggiarono per le terre musulmane per apprendere le scienze locali. Classici esempi sonoLeonardo Fibonacci (1170-1250),Adelardo di Bath (1080-1152) eCostantino l'Africano (1017-1087). Dall'XI alXIV secolo, numerosi europei studiarono nei centri di istruzione superiore del mondo islamico per studiare la medicina, la filosofia, la matematica, la cosmografia e altre scienze.[4]
Una caratteristica del mondo islamico medievale è la forte presenza di commercianti terrestri e marini, unita alla sostanziale carenza di nave tonde e a vela quadra atte a solcare gli oceani, malgrado il fatto che fin dall'etàpreislamica esistessero imbarcazioni, noto come dough, che veleggiavano dall'Oman alla volta dell'India e delloSri Lanka, sfruttando il regime dei ventimonsonici stagionali.[senza fonte]
Nonostante gli intensi scambi commerciali, le strutture sociali dei popoli di linguaaraba,persiana eturca rimasero fondamentalmente distinte da quelle del Medioevo europeo, per l'assenza delfeudalesimo[5] e per la mancata nascita di una borghesia imprenditoriale, mercantile ecapitalista.[6]
Nel caso islamico,califfato,emirati osultanati non perdono mai del tutto il controllo del loro territorio, prevenendo fenomeni feudali. Inoltre, fino alla disgregazione califfale delXII e delXIII secolo il fenomeno della precarietà dei trasporti e della sicurezza personale e dei commerci, che in Occidente invece aveva portato al fenomeno dell'incastellamento e alla nascita di organizzazioni paramilitari armate in grado di taccheggiare gli abitanti delle città e delle campagne.[7]
In questo diverso corso storico, influirono il senso di appartenenza all'ecumene islamica, più radicato fra i fedeli musulmani che nelle varie comunità cristiane nazionali dell'Occidente europeo, i principi dellafinanza islamica, in particolare il divieto del prestito ad interesse composto, e la diffusione deiwaqf come strumento assistenziale, ma anche come elemento di tenuta della coesione sociale e dell'ordine pubblico nel mondo islamico.
In questo, modo non si ripeté la nascita delle classi sociali emerse nellaPenisola italica e nelleFiandre, presto imitate dai futuriPaesi Bassi, dall'Inghilterra e dalla costellazione istituzionalegermanica.

Dopo lacaduta dell'Impero romano d'Occidente e il generale impoverimento della società e la diminuzione degli scambi, in Occidente si mantenne, seppure tra le difficoltà, la tradizione classica latina, ma risultò più problematica la conoscenza dei testi classici greci, reperibili soprattutto nella parte orientale dell'Impero romano e in Costantinopoli, in cui la lingua e la cultura greca non avevano avuto soluzioni di continuità. A partire dal VII, con le invasioni arabe, si ruppe l'unità politica e culturale del Mediterraneo e i contatti fra le due antiche parti dell'Impero romano diminuirono sensibilmente. NelVicino Oriente, già prima della conquista araba, nelVI e nelVII secolo, molti testi greci classici (come quelli diAristotele) erano stati tradotti dalgreco alsiriaco da monacinestoriani,melkiti ogiacobiti che vivevano inPalestina, e dagli esuli greci diAtene o diEdessa.
Con la conquista araba, soprattutto in età abbaside, molti testi classici greci di tipo scientifico e filosofico (non letterario o poetico, la cui sopravvivenza è dovuta esclusivamente alla tradizione bizantina) vennero a loro volta tradotti in arabo, particolarmente nella capitale abbasideBaghdad, dove califfi comeHārūn al-Rashīd eal-Maʾmūn fecero costruire una biblioteca apposta per le traduzioni e l'apprendimento delle antiche opere greche, ilBayt al-Ḥikma ("Casa della Sapienza"). In seguito molti testi arabi vennero tradotti in latino durante il Medioevo,.[3] I cristiani orientali svolsero un ruolo importante nella preservazione e traduzione, in particolare modo attraverso la scuola aristotelica di Baghdad nei secoli XI e XII, data la loro conoscenza sia del greco che dell'arabo.

Il mondo islamico fece importanti progressi nel campo della scienza, dell'algebra, dellachimica, dellageologia, dellatrigonometria sferica, ecc. che furono successivamente trasmessi anche in Occidente.[3][8]Stefano di Pisa tradusse nel 1127 dall'arabo al latino un manuale arabo di teoria medica. Il metodoalgoritmico per l'esecuzione di operazioni aritmetiche con numeri indo-arabi venne sviluppato dal persianoal-Khwarizmī (dal cui nome deriva il termine "algoritmo") nelIX secolo, e venne introdotto in Europa daLeonardo Fibonacci.[9] Grazie alle traduzioni diRoberto di Chester, l'algebra di al-Khwarizmī divenne conosciuta in Europa fin dal 1145. I trattati di scienze ottiche dell'araboIbn al-Haytham furono utilizzati come riferimenti daNewton eCartesio.
Icrociati testimoniarono le avanzate scienze mediche sviluppate dagli Arabi nel Medioevo.Jean de Joinville comunicò di essere stato salvato nel 1250 da un "dottore saraceno".[10]
Gherardo da Cremona e altri studiosi si interessarono agli antichi testi filosofici e scientifici greci (in particolare l'Almagesto), di cui non vi erano copie in latino in Europa, ma che erano sopravvissuti e furono tradotti in arabo nel mondo islamico. Gerardo disse di aver imparato l'arabo aToledo, inCastiglia, proprio a causa del suo "amore per l'Almagesto". Disse anche di aver approfittato dell'"abbondanza di libri in arabo su ogni argomento".[11]
LaSpagna islamica e laSicilia erano zone, da un punto di vista culturale, particolarmente produttive a causa della presenza di studiosi multilingue. Questi studiosi tradussero molti testi scientifici e filosofici dall'arabo al latino.[12][13] Gerardo da Cremona tradusse personalmente ottantasette libri dall'arabo al latino, tra cui l'Almagesto, e anche ilal kitāb al mukhtaṣar fī ḥisāb al jabr wa l muqābala dial-Khwarizmi, l'Elementa astronomica diJabir ibn Aflah al-Ishbili,[14] le opere dial-Kindi sull'ottica, gliElementi di astronomia sui moti celesti diAhmad ibn Muhammad ibn Kathir al-Farghani, laClassificazione delle scienze dial-Farabi[15] le opere mediche e chimiche dial-Razi,[16], più svariate altre opere diThābit ibn Qurra,Hunayn ibn Ishaq,[17]al-Zarqali,Jabir ibn Aflah al-Ishbili, iBanū Mūsā,Abū Kāmil Shujāʿ ibn Aslam,Abu al-Qasim al-Zahrawi eIbn al-Haytham.
L'alchimia occidentale era direttamente dipendente dalle fonti arabe.[18] Le opere del chimicoJabir ibn Hayyan (chiamato in Europa Geber) furono i testi standard usati come riferimento dagli alchimisti europei. Molte opere di Ibn Hayyān vennero tradotte dall'arabo al latino, tra cui ilKitāb al-Kīmyāʾ (tradotto in Europa inLibro delle composizioni di Alchimia), tradotto daRoberto di Chester (1144),[19], e ilLibro dei Settanta, tradotto daGherardo da Cremona (prima del 1187).[20]
Le opere alchemiche diMuḥammad ibn Zakariyā al-Rāzī (conosciuto in Occidente come "Rhazes") furono tradotte in latino nelXII secolo.[21]
Diverse parole tecniche e scientifiche arabe originarie da opere alchemiche, comealcali[22] trovarono la loro strada in varie lingue europee, diventando parte del vocabolario scientifico.

Le opere dial-Khwārizmī influenzarono fortemente la matematica in Europa. Come scrive il professor Victor J. Katz: "La maggior parte delle prime opere algebriche europee furono traduzioni di opere di al-Khwarizmi e altri autori islamici, così come le opere sulla trigonometria sferica".[23] La parolaalgoritmo, deriva dal nome latinizzato di Al-Khwarizmi (Algorismi), mentre la parola algebra deriva dal titolo dell'opera di al-Khwārizmī, l'al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-jabr wa l-muqābala. Queste e altre opere astronomiche e matematiche arabe, come quelle dial-Battānī (Albatenius)[14] o ilGrande Sindhind di Muhammad al-Fazārī[24] vennero tradotte in latino durante ilXII secolo.

L'opera intitolataal-Sanjārī (1115-1116) di al-Khazīnī venne tradotta in greco da Gregory Choniades nelXIII secolo e venne studiata nell'Impero bizantino.[25] Le modifiche astronomiche al modello tolemaico fatte daal-Battānī eIbn Rushd ispirarono i modelli non tolemaici prodotti da Muʾayyad al-Dīn al-ʿUrdī,Naṣīr al-Dīn al-Ṭūsī e diIbn al-Shatir, che in seguito vennero adattati almodello eliocentrico copernicano. Le opere diAbū al-Rayhān al-Bīrūnī intitolateTaʾrīkh al-Hind eKitāb al-qānūn al-Masʿūdī furono tradotte in latino nelCanon Mas'udicus.
Leonardo Fibonacci presentò il primo trattato europeo sul sistema numerale indo-arabo nel suoLiber abbaci (1202).[21]
L'opera di al-Jayyānī, tradotta con il titolo diIl libro degli archi sconosciuti di una sfera (un trattato ditrigonometria sferica), ebbe una "forte influenza sulla matematica europea".[26] Gran parte delle opere europee medievali sulla trigonometria sferica furono ottenute da traduzioni dall'arabo al latino delle opere diJabir ibn Aflah al-Ishbili.[27]

Una breve versetto usato daFulberto di Chartres (XI-XII secolo) per aiutare a ricordare alcune delle stelle più luminose del cielo sarebbe stato il primo caso diprestito linguistico dallalingua araba in un testo latino.


Una delle più importanti opere mediche tradotte fuIl canone della medicina diAvicenna (1025), che fu tradotto in latino e poi diffuso in tuttaEuropa. È rimasto il manuale medico standard dell'Europa fino al periodo moderno, e durante i soli secoliXV eXVI venne pubblicato più di trentacinque volte: Ibn Sīnā (Avicenna) prese atto della natura contagiosa di alcune malattie infettive (che attribuì alle "tracce" lasciate in aria dai malati), e scrisse su come testare efficacemente i nuovi farmaci.[29] Ibn Sīnā redasse ancheIl libro della guarigione, una enciclopedia generale sulla scienza e sulla filosofia, che divenne anch'essa un libro di testo molto popolare in Europa.
Muḥammad ibn Zakariyyā al-Rāzī scrisseIl libro completo della Medicina (Liber medicinalis Almansoris), con la sua descrizione e distinzione accurata tra ilmorbillo e ilvaiolo, divenne presto un testo molto importante in Europa.
Abū l-Qāsim al-Zahrāwī (noto in Occidente anche come Abulcasis o Albucasis) scrisse ilKitāb al-tasrīf, un'enciclopedia medica che divenne particolarmente famosa per la sua sezione sulla chirurgia, includente la descrizione oltre duecento strumenti chirurgici, molti da lui inventati. La sezione sulla chirurgia venne tradotta in latino daGherardo da Cremona nel 1100, e utilizzato nelle facoltà di medicina d'Europa per secoli, ancora ristampato nel 1770.[30][31]
Una delle più importanti opere scientifiche tradotte dall'arabo al latino fu ilLibro dell'Ottica diIbn al-Haytham (1021). Il libro di Ibn al-Haytham è considerato di grande importanza a causa dell'utilizzo di un esperimento basato sulmetodo scientifico[32], in cui ha sviluppato una teoria della visione e della luce ispirandosi alle opere del grecoClaudio Tolomeo (ma comunque rigettò la teoria di Tolomeo secondo cui la luce viene emessa dall'occhio), fu il più significativo scienziato nel suo campo fino all'avvento diGiovanni Keplero.[33] Il Libro di ottica è stato un trampolino di lancio importante per la storia del metodo scientifico e la storia dell'ottica.[34][35] La traduzione latina del Libro dell'Ottica influenzò le opere di molti scienziati europei successivi, tra cuiRuggero Bacone e Keplero.[36][37]Il libro influenzò anche altri aspetti della cultura europea. Da un punto di vista religioso, ad esempio,John Wyclif, il progenitore dellariforma protestante, fu molto influenzato dal pensiero di Ibn al-Haytam espresso nelLibro dell'Ottica. Da un punto di vista letterario, ilLibro dell'Ottica di Ibn al-Haytam è lodato nelRoman de la Rose diGuillaume de Lorris.[38] Nell'arte, ilLibro dell'Ottica gettò le basi per laprospettiva lineare tecnica e potrebbe aver influenzato l'uso di ausili ottici nell'arte rinascimentale.[39] Queste stesse tecniche vennero poi impiegate in Europa nelle mappe geografiche fatte da cartografi comePaolo dal Pozzo Toscanelli durante l'era delle esplorazioni.[37]
La teoria del moto venne sviluppata daAvicenna, che si ispirò dallafisica aristotelica. Ibn Sina potrebbe aver influenzato lateoria dell'impeto diGiovanni Buridano (teoria antenata dei concetti diinerzia equantità di moto).[40]
L'opera diGalileo Galilei sullameccanica classica (con concetti di fisica aristotelica) venne influenzata da precedenti fisici islamici medievali comeIbn Bajja.[41]
Campi della fisica studiati e sviluppati dai musulmani includono l'ottica, ilmagnetismo, lameccanica (compresa lastatica, ladinamica, lacinematica e ilmoto) e l'astronomia.
Altre opere arabe tradotte in latino durante il periodo medievale comprendono le opere di:
Varie frutte e verdure vennero introdotte in Europa nel periodo medievale grazie ai contatti con ilNordafrica e ilMedio Oriente, come ilcarciofo, gli spinaci e lemelanzane.[47]Vennero inoltre introdotte nuove tecniche di abbigliamento e nuovi materiali, tra cui lamussola, iltaffetà e ilraso.
L'arte decorativa islamica divenne molto popolare grazie alle importazioni verso l'Europa durate tutto ilMedioevo. Le produzioni tessili arabe e persiane divennero particolarmente importanti, utilizzati soprattutto dalle classi più ricche. La ceramica islamica divenne anche un prodotto molto apprezzato.[48] L'arte medievale inSicilia è stilisticamente interessante a causa dellamiscela architettonica normanna, araba e bizantina.

La scritturaarabacufica venne spesso imitata per scopi decorativi in Occidente durante ilMedioevo e ilRinascimento, tali imitazioni sono note come "pseudo-cufiche".[50] Sono note numerose opere d'arte europee del periodo che va dalX alXV secolo con tratti pseudo-cufici; Di solito le scritte sono prive di significato, anche se a volte le scritte venivano copiate da testi arabi. Lo pseudo-cufico veniva usato per decorare prodotti tessili, aloni religiosi o cornici. In molti dipinti diGiotto ci sono esempi di arte pseudo-cufica.[50] La ragione esatta per l'utilizzo dello pseudo-cufico nella pittura del Rinascimento è chiara. Sembra che gli occidentali credevano erroneamente che lacalligrafia araba fosse identica alla calligrafia usata ai tempi diGesù, quindi trovarono naturale utilizzare quella scrittura per rappresentare i primi cristiani:[51]"Nell'arte rinascimentale, i caratteri pseudo-cufici vennero utilizzati per decorare i costumi degli eroi dell'Antico Testamento come Davide".[52] Un altro motivo potrebbe essere anche che l'artista volle esprimere l'universalità culturale della fede cristiana, fondendo insieme varie lingue scritte, in un momento in cui la chiesa aveva forti ambizioni internazionali.[53]

I tappeti di origine mediorientale, (originari dall'Impero ottomano, dall'Egitto mamelucco e dalMaghreb), divennero un simbolo significativo di ricchezza e lusso in Europa, come dimostra la loro frequente presenza nei dipinti decorativi dalXII secolo fino all'epoca barocca. Questi tappeti, insieme alla calligrafia pseudo-cufica sono considerati un interessante esempio di integrazione di elementi orientali nella pittura europea, più in particolare quelle raffiguranti soggetti religiosi.
Un certo numero di strumenti musicali europei vennero influenzati dagli strumenti musicali arabi, ad esempio laribeca (a sua volta antenata delviolino) venne ispirata dalrebab, la chitarra dallaqitara araba, il naker dalnaqare,[54] mentre laciaramella e la dulzaina vennero ispirate dagli strumenti arabi ad ancia chiamatizamr eal-zurna.[55]

Ci sono molte teorie diverse sulle origini deltrovatore; una delle teorie più comunemente considerate è che il trovatore abbia origini arabe.Guglielmo IX d'Aquitania, primo trovatore di cui si hanno opere sopravvissute fino ad oggi, aveva molti contatti con il mondo islamico, a causa dellacrociata del 1101 e a causa dellaReconquista in Spagna (dove gli fu dato un pezzo di vaso di cristallo da un suo alleato musulmano). Nelle sue ricerche,Évariste Lévi-Provençal trovò quattro versi poeticiarabo-ispanici quasi o completamente ricopiati in un manoscritto di Guglielmo d'Aquitania.[56] Secondo alcune fonti storiche,Guglielmo VIII, il padre di Guglielmo IX, portò aPoitiers centinaia di prigionieri musulmani.[57] Trend ammette che i trovatori abbiano derivato il loro senso formale e anche la materia tematica della loro poesia dai musulmani andalusi.[58] L'ipotesi che la tradizione trobadorica venisse ad essere creata da Guglielmo (più o meno, dopo la sua esperienza delle artimoresche, mentre stava combattendo per laReconquista in Spagna) viene anche sostenuta daRamón Menéndez Pidal all'inizio del XX secolo, ma le sue origini risalgono alCinquecento e aGiovanni Maria Barbieri (morto nel 1575) e aJuan Andrés (morto nel 1822). Meg Bogin, traduttore inglese delle trobairitz, si mantiene nel solco di questa ipotesi. Certamente "un corpo di canzone di pari intensità, profanità ed erotismo [esisteva] nell'arabo a cominciare dalla seconda metà del IX secolo."[59]La teoria standard sulle origini delsolfeggio occidentale delle notazioni musicali è che è sia sorto in Italia nell'XI secolo, ma alcuni studiosi sostengono che le note musicali (do, re, mi, fa, sol, la, si) potrebbero essere derivare dalle sillabe del sistema arabo disolmisazione dettoDurr-e mufaṣṣal ("Perle separate"). Questa teoria è stata proposta per la prima volta da Meninski nel suoThesaurus linguarum Orientalum (1680) e poi da Laborde nel suoEssai sur la Musique Ancienne et Moderne (1780). Però nessuna prova documentale è stata trovata per dimostrare queste teorie.[60][61]


Alcune tecnologie del mondo islamico vennero adottate nell'Europamedievale. Queste comprendono varie colture;[62] diversi strumenti astronomici, tra cui l'astrolabio greco che gli astronomi arabi svilupparono e perfezionarono in strumenti quali ilQuadrans Vetus, un quadrante orario universale che potrebbe essere utilizzato per qualsiasilatitudine,[63] e il Saphaea, un astrolabio universale inventato daAbū Isḥāq Ibrāhīm al-Zarqālī;[64] il sestante astronomico; vari strumenti chirurgici, tra cui filtri per le forme più grandi e altre nuove invenzioni;[31]. avanzati ingranaggi per orologi ad acqua eautomi.[65] La distillazione era nota ai Greci e ai Romani, ma venne riscoperta nell'Europa medievale grazie agli arabi. La parolaalcol (per descrivere il liquido prodotto dalla distillazione) deriva dalla parola arabaal-kuhl.[66] La parolaalambicco deriva dall'araboal-anbiq.[67] Gli orologi ad acqua arabi influenzarono gli artigiani europei che produssero i primi orologi meccanici nelXIII secolo.[68]
L'importazione della tecnologia sia antica che nuova dalVicino Oriente dalMedioevo alRinascimento inEuropa rappresenta "uno dei più grandi trasferimenti di tecnologia nella storia del mondo".[69]

In un'importante relazione del 1974, lo storico Andrew Watson scrisse che tra il 700 e il 1100 ci fu una rivoluzione agricola araba che diffuse un gran numero di colture e tecnologie provenienti dallaSpagna islamica verso l'Europa cristiana, dove l'agricoltura era per lo più limitata alla coltivazione del grano. Watson elencò diciotto colture, tra cui il sorgo dall'Africa, degli agrumi originari dalla Cina, e numerose colture provenienti dall'India, come il mango, il riso, il cotone e la canna da zucchero, che furono coltivate in tutto il mondo islamico. Watson sostenne che queste introduzioni, assieme a una maggiore meccanizzazione dell'agricoltura, portò a grandi cambiamenti nell'economia, sulla distribuzione della popolazione, sulle aree verdi, sulla produzione agricola e il reddito, sul numero della popolazione, la crescita urbana, la distribuzione della forza lavoro, l'alimentazione e l'abbigliamento nel mondo islamico ed europeo.[62]
La produzione dellozucchero di canna,[71] degli orologi ad acqua, della pasta di legno, dellacarta, dellaseta nonché il miglioramento delle tecniche di produzione dei profumi, vennero introdotte in Europa grazie ai contatti con il mondo islamico.[72]
Lafollatura e progressi nella tecnologia dei mulini vennero anch'esse trasmesse all'Europa dal mondo islamico.[73] Queste innovazioni resero possibile che alcune operazioni meccaniche precedentemente eseguite dagli uomini o dagli animali venissero ora guidate da macchine già nell'Europa medievale.[74]

La monetazione islamica ebbe una certa influenza sul conio medievale europeo. Il sovrano inglese dell'VIII secoloOffa di Mercia coniò una copia ispirata aldīnārabbaside, con inciso in caratteri latini e arabi "OFFA REX", la moneta è molto simile aidīnār coniati durante il regno del califfo abbasideal-Mansur.[75] Il coniatore aveva chiaramente poca conoscenza della lingua araba, visto che la parte araba conteneva una serie di errori.


InSicilia,Malta e inItalia meridionale vennero coniati moltitarì, monete d'oro di origine islamica, daiNormanni, dagli Svevi e dai primi governantiangioini.[77] Quando i Normanni conquistarono la Sicilia nelXII secolo, emisero tarì con scritte in arabo e latino.[78] I tarì divennero così diffusi che furono adottati anche in Italia meridionale (Amalfi eSalerno), dove vennero utilizzati in monete dalle illeggibili imitazioni (pseudo-cufiche) della lingua araba.[79][80]
SecondoMiguel Asín Palacios molte delle caratteristiche ed episodi sull'aldilà, dellaDivina Commedia diDante Alighieri, considerata il più importante poema epico della letteratura italiana, deriverebbero, direttamente o indirettamente, dalle opere arabe sull'escatologia islamica, come gliʾaḥādīth e gli scritti spirituali diIbn Arabi. IlKitāb al-Miʿraj, opera trattante l'ascensione diMaometto al Cielo, venne tradotta in latino nel 1264 o poco prima[81] con il titolo diLiber Scale Machometi, "Il libro della scala di Maometto". Dante conosceva sicuramente la filosofia musulmana, mettendoAvicenna eAverroè nell'elenco dei filosofi non cristiani nel Limbo, accanto ai grandi filosofi greci e latini.[82][83] Quanto abbia ispirato il Kitab al-Miraj la Divina Commedia rimane una questione di dibattito tra gli studiosi, tuttavia, non ci sono prove chiare che proverebbero che Dante conoscesse l'opera.Francesco Gabrieli disse che è "possibile, se non quasi certo" che Dante abbia desunto alcuni concetti dall'escatologia musulmana.
DallaSpagna islamica, la letteratura filosofica araba venne tradotta inebraico,latino eladino, queste opere tradotte furono di grande importanza per lo sviluppo della filosofia europea moderna.

Ibn Sina (Avicenna) fondò la scuola filosofica detta Avicennismo, che fu molto influente sia nel mondo islamico sia in quello cristiano. Fu un importante commentatore delle opere diAristotele, non condividendone parti del pensiero, in particolar modo per quanto riguarda la logica.[85] Il principale significato dell'Avicennismo latino stava nell'interpretazione delle dottrine di Avicenna, quali la natura dell'anima e la suaesistenza e l'essenza della distinzione. Le sue opere furono oggetto di accesi dibattiti e di varie censure inEuropa. Ciò avvenne soprattutto aParigi, dove l'Avicennismo venne bandito nel 1210 e gli Avicennisti vennero perseguitati, anche se ebbe poi comunque una grande influenza suGuglielmo d'Alvernia eAlberto Magno. Le influenze dell'Avicennismo sul Cristianesimo, invece, furono presto soppiantate dall'averroismo, una scuola di filosofia fondata da Ibn Rushd (Averroè), uno dei più influenti filosofi musulmani in Occidente.[86] Averroè fu in disaccordo con le interpretazioni di Avicenna e di Aristotele su argomenti quali l'unità dell'intelletto, e fu la sua interpretazione delle opere diAristotele che ebbe la maggior influenza nell'Europa medievale. Averroè sviluppò il concetto filosofico secondo cuil'esistenza precede l'essenza.[87]
Al-Ghazali ebbe una notevole influenza sui filosofi cristiani medievali, così come sui pensatoriebrei comeMosè Maimonide.[88] Secondo Margaret Smith "Non ci sono dubbi sul fatto che le opere di al-Ghazali abbiano attirato l'attenzione dei pensatori europei" e "Il più famoso dei pensatori cristiani che venne influenzato da al-Ghazali fuTommaso d'Aquino (1225-1274), che studiò le opere degli autori islamici e ammise il debito che aveva nei loro confronti. Studiò presso l'Università di Napoli, dove l'influenza della letteratura e della cultura islamica era predominante al momento".[89]
SecondoGeorge Makdisi, due importanti aspetti dell'Umanesimo rinascimentale hanno avuto le loro radici nel mondo islamico medievale, l'"arte della dettatura, chiamata in latino,ars dictandi", e "l'atteggiamento umanista verso la lingua classica".[91]
L'adozione delle tecniche e dei materiali provenienti dal mondo islamico spiega l'origine di molte delle parole arabe attualmente in uso nel lessico occidentale.[92]
Inoltre,baldacchino deriva daBaghdad; allo stesso modo,Damasco dà il nome altessuto che vi veniva prodotto e a untipo di lavorazione dell'acciaio eMossul allamussola.Taffetà deriva invece dalfarsi "تافته" (tāftah), che significa "tessuto".
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