| Contea (1365-1502) e marchesato (1502-1802) di San Secondo | |||||
|---|---|---|---|---|---|
| Informazioni generali | |||||
| Capoluogo | San Secondo | ||||
| Popolazione | 2000 abitanti circa() | ||||
| Dipendente da | |||||
| Evoluzione storica | |||||
| Inizio | 1365 | ||||
| Causa | Cessione della contea da parte diUgolino de' Rossi, vescovo di Parma al nipote Giacomo come compenso di un debito non onorato | ||||
| Fine | 1802 | ||||
| Causa | Guerre napoleoniche | ||||
| |||||
Lacontea di San Secondo, successivamente elevata inmarchesato, fu un piccolo Stato dell'Italia centro-settentrionale governato dalla famigliaRossi dal1365, data di acquisto delfeudo ceduto dalCapitolo della Cattedrale di Parma, sino alla Rivoluzione francese cui seguì l'estinzione della linea diretta del casato avvenuta nel1817 (l'ultimo Rossi, Guido, morto nel 1825, non ebbe ilpotere temporale).
Il minuscolo territorio fuvassallo dapprima delducato di Milano poi delducato di Parma.
La contea di San Secondo nacque formalmente il 18 aprile1365 quandoUgolino de' Rossi, vescovo di Parma, oberato dai debiti contratti dal capitolo della cattedrale che era proprietario delle terre diSan Secondo sin dal895 d.C.[1], le cedette ufficialmente ai nipotiGiacomo eBertrando de' Rossi come risarcimento per un prestito non onorato.[2]

Tale atto comunque, ratificato poi nel1367 con la designazione di Giacomo de' Rossi come primo conte, è puramente convenzionale, in quanto i Rossi possedevano già dei terreni a sud del paese, nella zona diCastell'Aicardi. sin dal1146 e, pur essendo apparentemente proprietari solo della quarta parte del territorio[3], esercitavano di fatto lasignoria già dalXIII secolo a causa della debole posizione dei canonici.
In seguito alla scomparsa di Giacomo avvenuta attorno al 1370[4] gli successero nella gestione dei beni di famiglia il figlio Rolando (di Giacomo) e il nipoteBertrando di Bertando, amico e consigliere diGian Galeazzo Visconti. Il modo in cui venisse gestito il potere nel casato da Rolando e Bertrando non è del tutto chiaro, anche se dagli atti si intuisce che San Secondo fosse di pertinenza di Rolando e Felino di Bertrando. Rolando morì senza eredi nel 1389[3][5] lasciando il controllo del casato nelle sole mani del cugino, morto il quale, nel1396, la contea passò al figlioPietro Maria[6] che, oltre a San Secondo, controllava contemporaneamente le contee diCorniglio eBerceto.
Nel 1401 Pietro Maria[7] ingrandì la contea di San Secondo acquistando dai sempre indebitati canonici il vicino feudo delPizzo e, in successione, i territori diCastell'Aicardi, Ronchetti e Corticelli[8], ma l'espansione territoriale del feudo e le mire del Rossi sul governo della città diParma misero Pietro in conflitto con la famigliaTerzi, ciò diede il via a una lotta fra le due casate che culminò con l'assalto e l'incendio del borgo forticato diSan Secondo condotto nel1403 daOttobono dei Terzi alla testa di 300 cavalieri e 200 fanti.
Dopo aver ottenuto l'investitura della contea dall'imperatoreSigismondo di Lussemburgo, Pietro Maria incominciò la costruzione dellarocca dei Rossi intorno al1415, scegliendo San Secondo come sede principale dalla quale governare i numerosi domini che la famiglia possedeva nel parmense e nel cremonese, mentre al fratelloGiacomo spettò il feudo di Felino.[9]

A Pietro Maria successe il figlioPier Maria II che aveva eletto come residenza della famiglia la rocca di San Secondo; durante la sua signoria, la contea conobbe uno sviluppo urbanistico notevole: il castello venne ingrandito, fu costruita lachiesa dell’Annunciazione di Maria Vergine, divenuta titolare della parrocchialità nel1470 e il borgo ampliato per ospitare gli abitanti dell'originario insediamento demico di Villa di San Secondo.
Pier Maria decise di suddividere i territori dello stato rossiano, nel testamento del 1464 infatti, escluso il primogenitoGiovanni per le ingiurie arrecate al padre e Giacomo per aver intrecciato legami sentimentali con unaTerzi, appartenente quindi a una famiglia acerrima nemica dei Rossi, nominò eredi legittimi il figlioGuido e il figlioBernardo, oltre che al naturale Ottaviano.[10] La morte prematura di Bernardo, avvenuta nel 1468 e di Ottaviano, convinse Pier Maria a eseguire nel 1480 una modifica al testamento nel quale venne incluso il figlio naturaleBertrando investito delle rocche dell'appennino, tale decisione non venne mai accettata da Guido e divenne il motivo per il quale Bertrando si schierò contro il fratello durante laGuerra dei Rossi.[11]
Tuttavia la presa del potere diLudovico il Moro segnò il declino delle fortune dei Rossi, fautori della fazione sforzesca avversa; ilduca di Milano strinse un'alleanza con iSanvitale, iPallavicino e iDa Correggio, quindi mosseguerra al Rossi: nel gennaio1482 le truppe del Moro guidate dal suo figlio naturale e daGian Giacomo Trivulzio invasero la contea e cinsero di assedio larocca di San Secondo.
Pier Maria II oppose una strenua resistenza e in alcune sortite riuscì addirittura a respingere gli assedianti oltre il greto delfiume Taro e deltorrente Parola (in realtà trattasi delRovacchia del quale il Parola è affluente)[12], catturando schiere di armigeri; tuttavia la mutata strategia intrapresa dagli invasori che, vista l'impossibilità di far cadere San Secondo, incominciarono ad assediare una per una le varie rocche dei Rossi e la salute malferma del conte fecero sì che Pier Maria II lasciasse la conduzione della guerra all'erede designato (il figlio primogenito Giovanni era stato diseredato)Guido, ritirandosi nelcastello di Torrechiara ove morì poche settimane dopo.[9]
Guido continuò la lotta ma, dopo una momentanea tregua e senza l’aiuto deiveneziani, dovette fuggire da San Secondo che cadde il 21 giugno1483, dopo un anno e mezzo di combattimenti.
La susseguentepace di Bagnolo, del1484, non reintegrò i Rossi nei loro feudi.[13]
Gli anni successivi alla presa della rocca furono anni di decadenza e degrado, nondimeno nel1493Giovanni de’ Rossi, figlio primogenito diseredato da Pier Maria II, riuscì a rientrare in possesso del feudo di San Secondo grazie all'amicizia conGian Giacomo Trivulzio, anch'egli al servizio del re di Francia. Un primo impegno ufficiale in tal senso venne preso nel 1495 dal re di Francia Carlo VIII al quale Betrando Rossi raccomandò il fratello Giovanni durante una sosta del re al castello di Berceto.
L'investitura ufficiale diLuigi XII avvenne comunque solo nel1499 dopo la caduta di Ludovico il Moro, ciò fu possibile grazie soprattutto all'interessamento delTrivulzio, luogotenente dei francesi in Italia. Nella lotta per il possesso degli antichi feudi uscì invece sconfittoFilippo Maria, figlio di quelGuido de' Rossi morto nel 1490 ed erede designato daPier Maria II, che da più parti erano ritenuto il legittimo nonché ampiamente favorito pretendente del feudo di San Secondo e che pagò il fatto di essere al soldo dellarepubblica di Venezia, nemica dei francesi nellaguerra d'Italia culminata con labattaglia di Fornovo.[5]
La scelta comunque fu anche dettata da considerazioni di opportunità politica: reinsediareFilippo nei feudi appartenuti al nonno avrebbe potuto costituire una pericolosa testa di ponte nell'ottica di una potenziale futura espansione della Serenissima nel parmense, l'insediamento di Giovanni e del figlio Troilo, espressamente filofrancesi e da loro dipendenti, non avrebbe comportato alcun rischio.[5]

A compensazione dell’impossibilità di reinsediare i Rossi di San Secondo nei loro possedimenti aviti,Troilo I figlio di Giovanni fu creato marchese il 15 agosto 1502 dal re di Francia presso il quale, come già detto, prestava servizio.[13]
Fino al 1504 i territori controllati daTroilo I si riducevano al solo San Secondo, che pur non essendo un mero insediamento rurale ma un centro importante con le sue botteghe di spezieria e barberia, con la sua collegiata e ilconvento degli Zoccolanti, rappresentava sempre un unico feudo anche se elevato al rango di marchesato due anni prima.[14]
Nel 1504Troilo I ingrandì i propri territori acquisendo il feudo di Basilicanova e nel 1506 ereditò da Bertrando il feudo diBerceto, riuscendo dopo sette anni di dominio francese nel parmense, a rientrare in possesso di Basilicanova,Fornovo,Roccalanzona,Carona, Berceto,Bardone eRoccaprebalza.
Nonostante i propositi di riconcquista totale degli antichi feudi che si prefissarono i Rossi di San Secondo nella prima metà del Cinquecento, non fu possibile però rientrare in possesso diTorrechiara eFelino, inizialmente assegnate aTroilo I ma poi, a fronte dell'ostilità degli abitanti di fronte alla signoria di un Rossi ritenuto non essere erede legittimo di Pier Maria II, cedute daLuigi XII aPietro di Rohan, nobile francese e da questi vendute nel 1502 aiPallavicino, ritenuti troppo forti per poter essere scalzati dai due feudi.Roccabianca invece fu considerato un obiettivo maggiormente perseguibile, non solo per contiguità geografica, ma anche perché fu tenuta un Pallavicino decaduto e poi da dei Rangoni che non costituivano un ostacolo insormontabile. Tuttavia ogni velleità seppur perseguita con strumenti di ogni genere, che vanno dalle cause civili, all’eliminazione fisica degli avversari (anche se solo tentata), sino a spingersi all’azione di forza quando il contesto delle relazioni internazionali lo consente, risultò essere vana e le perdite definitive.[5]
A questi feudi va aggiunto anche quello diCorniglio passato aFilippo Maria, l'erede legittimo di Pier Maria II.[14]
Pur non riuscendo quindi che a condurre una riconquista parziale, i feudi che Troilo I riuscì a riconquistare e a governare da San Secondo, eretta da Troilo I nel suo testamento del 1521 come sede della famiglia e della cancelleria, ne fecero uno dei più grandi feudatari parmensi.[14]

Abile diplomatico, Troilo sposò nel1503 la contessaBianca Riario, figlia diGirolamo, signore diImola, e diCaterina Sforza, nonché sorellastra diGiovanni dalle Bande Nere, nipote da parte della madre dipapa Sisto IV e cugina dipapa Giulio II. Questo matrimonio gli consentì quindi di entrare nel grande gioco della politica italiana dell'epoca e di rinforzare con importanti alleati la propria posizione minacciata dalle rivendicazioni dei Rossi di Corniglio, il cui assedio Troilo aveva già fronteggiato e respinto con successo.
Nonostante questo primo tentativo di espugnare San Secondo fosse andato a vuoto, agli eredi diGuido si presentò una seconda occasione alla morte di Troilo I, avvenuta il 3 giugno1521, quando, approfittando del fatto che il marchesato fosse retto daPier Maria III, ancora giovinetto, le truppe diFilippo Maria e diBernardo de’ Rossi invasero il territorio occupando San Secondo.

In aiuto della sorellastraBianca e di Pietro Maria III accorseGiovanni de’ Medici, allora nel cremonese, che, sbaragliando le truppe dei cornigliesi nellabattaglia di San Secondo, occupò tutte le piazzeforti che gli invasori avevano espugnato restituendole al nipote Pietro Maria III.[15]
Negli anni successivi la corte di San Secondo fu frequentata da personaggi fra i più illustri e famosi dell'epoca: oltre al già menzionato Giovanni de' Medici, fu spesso ospitePietro l’Aretino; i due presenziarono insieme alla sfarzosa cerimonia nuziale di Pietro Maria III Maria conCamilla Gonzaga, avvenuta il 13 febbraio1523 e ancora rievocata annualmente nel palio delle contrade di San Secondo; successivamente fu presente anche ilParmigianino che immortalò Pier Maria III in uncelebre ritratto conservato al museoPrado diMadrid.
Grazie alle ricchezze accumulate, Pier Maria decise di far adornare e abbellire la rocca, opera continuata poi dal figlioTroilo II e culminata con la decorazione della sontuosa sala delle gesta rossiane, dove in tredici episodi Troilo desiderava mitizzare le imprese della sua famiglia.
L'avvento deiFarnese comesignori del neonatoducato di Parma e Piacenza segnò l'inizio della decadenza del potere e prestigio dei Rossi di San Secondo.
Troilo II più volte rifiutò di fare atto divassallaggio aOttavio Farnese, ma dovette cedere nel1556 di fronte a una missiva del reFilippo II di Spagna che ordinava al Rossi addirittura di cedere la contea dei San Secondo al duca di Parma.
Il rapporto con i Farnese continuò fra alti e bassi per più di mezzo secolo. Dopo il breve marchesato diTroilo III morto a causa delle ferite riportate combattendo contro i francesi sotto le mura di Saluzzo, divenne marcheseFederico I; durante il suo marchesato il borgo venne ampliato, la rocca restaurata, fu edificato l'ospedale della misericordia, fu eretto ilconvento dei cappuccini e l'oratorio del Santissimo Sacramento.
Il sostegno però che i Rossi continuavano a dare alla Spagna, invisa ai Farnese, portò alla confisca del feudo nel1635 costringendo il marchesePier Maria IV a dimorare nella residenza cremonese diFarfengo senza più poter rientrare nella contea.[13]

I Rossi riuscirono a riavere il possesso del marchesato solo 18 anni dopo, nel 1653, grazie aScipione I, che, a prezzo di grandi sacrifici economici, riuscì a ottenere la restituzione del feudo, anche con l’aiuto del re di SpagnaFilippo IV che, nel1640, aveva disposto la cessione ai Rossi di alcune rendite fiscali di comunità delregno di Napoli appartenenti ai Farnese, che furono riconsegnate nel1657, dopo la restituzione dello "Stato" di San Secondo e feudi annessi.[16]
Tuttavia il depauperamento del patrimonio rossiano e i sempre maggiori interessi che i Rossi coltivavano in Lombardia, provocarono un declino inarrestabile della contea.Scipione I oberato dai debiti cedette nel 1664 i ritratti diPier Maria Rossi eCamilla Gonzaga, opere delParmigianino, al re di Spagna e, successivamente, nel 1666 il feudo di Berceto e le altre terre dell'Appennino parmense alla camera ducale di Parma;[17] infine abdicò in favore del figlio Federico II per trasferirsi a Venezia prima (i Rossi facevano parte sin dal XIV secolo delpatriziato veneto) e aFarfengo poi, dove morì. Del periodo del marchesato di Scipione I si ricorda l'erezione dell'Oratorio della Beata Vergine del Serraglio.
Federico II mantenne una politica di buon rapporto con i Farnese, gestendo con successo la delicata fase di passaggio del ducato ai Borbone. Amante delle arti, promosse la realizzazione di una serie di importanti opere pubbliche, fra le quali l'ingrandimento della chiesacollegiata compreso il rifacimento del sagrato, l'edificazione dell'oratorio del Riscatto e l'ampliamento dell'Oratorio della Beata Vergine del Serraglio.
Larivoluzione francese colse quindi di sorpresa il penultimo marcheseScipione II che, ormai ultrasettantenne, preferì fuggire senza difendere il proprio feudo di fronte alle armate napoleoniche morendo senza eredi nel1802. Gli subentrò il cugino Giangirolamo che di fatto non risiedette quasi mai a San Secondo: la sua dipartita, privo di prole, nel1817, causò l'estinzione del marchesato.[13]
La contea di San Secondo propriamente detta occupava inizialmente un territorio piuttosto esiguo in prossimità del borgo fortificato, arrivando poi con le acquisizioni di Pietro Maria I (Pizzo,Castell’Aicardi, Corticelli, Ronchetti) a estendersi su una superficie all'incirca coincidente con l’attuale comune diSan Secondo Parmense, delimitata da confini fluviali, a est il Taro, a ovest il Rovacchia e a nord il torrente Stirone.
Intesa però come centro nevralgico del potere dello "Stato" rossiano, nonché residenza della famiglia dei Rossi, l’estensione territoriale massima ai tempi di Pier Maria II comprendeva non soltanto il borgo di San Secondo, ma anche quelli di Arzenoldo (Roccabianca),Felino,Torrechiara,Corniglio,Berceto,Corniana,Segalara e altre roccheappenniniche.
L'estensione territoriale massima raggiunta invece sotto la dinastia dei Rossi di San Secondo che appunto eressero San Secondo a capitale ufficiale del loro Stato nel 1521 riguardava oltre che al territorio della contea propriamente detta i feudi diBasilicanova,Fornovo,Roccalanzona,Carona, Berceto,Bardone eRoccaprebalza[14] per un totale stimato, in base alle attuali estensioni comunali, superiore ai300 km².
| Stemma | Titolo | Nome | Periodo | Consorte | Note |
| Conte | Giacomo de' Rossi | 1365 -1370 | Agnese di Bonaccorso Ruggeri morta nel 1350 poi Agnese Lupi | ||
| Conte | Bertrando Rossi juniore | 1370 -1396 | Eleonora Rossi | Figlio diBertrando e nipote di Giacomo, da non confondere con l'altroBertrando figlio di Giacomo. Bertrando gestì il potere in condominio con Rolando, figlio di Giacomo, che comunque non compare in nessuna fonte con il titolo di conte che era invece attribuito a Bertrando. | |
| Conte | Pietro Maria de' Rossi "il Magnifico" | 1396 -1438 | Maria Giovanna Cavalcabò | Governò i feudi di famiglia in compartecipazione con il fratelloGiacomo, vescovo di Verona, sino alla sua morte avvenuta nel 1418; Pietro risiedette prevalentemente aSan Secondo, Giacomo aFelino. È definito negli Elogia di Federico de' Rossi "il magnifico". | |
| Conte | Pietro Maria II de' Rossi "Padre della Patria" | 1438 -1482 | Antonia Torelli dei conti di Montechiarugolo | Acclamato padre della patria dei parmigiani al suo rientro in città nel 1470, episodio affrescato nella sala delle gesta rossiane dellaRocca dei Rossi. | |
| Conte | Giovanni de' Rossi "il diseredato" | 1482 -1502 | AngelaScotti Douglas | Giovanni detto "il diseredato" rientrò di fatto in possesso del feudo solo nel1493 e ufficialmente nel1499, ciò fu possibile grazie all'amicizia e protezione diGian Giacomo Trivulzio. | |
| Marchese | Troilo I de' Rossi | 1502 -1521 | Bianca Riario sorellastra diGiovanni dalle Bande Nere, nipote del papaSisto IV e cugina di papaGiulio II | Fu nominato marchese dal reLuigi XII di Francia. | |
| Marchese | Pietro Maria III de' Rossi "il giovane" | 1521 -1547 | Camilla Gonzaga | Chiamato il giovane per distinguerlo dai suoi illustri e omonimi predecessori. | |
| Marchese | Troilo II de' Rossi | 1547 -1591 | Eleonora Rangoni di Modena | Committente principale delle decorazioni dellaRocca dei Rossi di San Secondo. | |
| Marchese | Troilo III de' Rossi | 1591 -1593 | Morto senza eredi, gli successe il fratello. | ||
| Marchese | Federico I de' Rossi | 1593 -1632 | Isabella Borromeo | Isabella era nipote del cardinaleFederico Borromeo. | |
| Marchese | Troilo IV de' Rossi | 1632 -1635 | Claudia Tassoni | Morto privo di eredi maschi, gli successe il fratello. | |
| Marchese | Pietro Maria IV de' Rossi | 1635 -1653 | Di fatto non prese mai possesso del feudo a causa della confisca dei beni da parte dei Farnese, visse a Farfengo. Morto senza prole, gli successe il fratello. | ||
| Marchese | Scipione I de' Rossi | 1653 -1680 | Maria Rangoni | Abdicò nel1680 in favore del figlio Federico. | |
| Marchese | Federico II de' Rossi | 1680 -1754 | Maria Vittoria Rangoni | ||
| Marchese | Pietro Maria V de' Rossi | 1754 -1754 | Ottavia Gallio Trivulzio poi Girolama Spinola | ||
| Marchese | Scipione II de' Rossi | 1754 -1802 | Chiara Martinengo prima, Teresa Vernazzi poi | Morto senza eredi in esilio scacciato fai francesi, la pretendenza passò al cugino. | |
| Marchese | Giovan Girolamo (di Troilo) de' Rossi | pretendente -1817 | Morto senza eredi, lasciò il fratello Guido come usufruttuario della Rocca ma non lo nominò erede. | L'ultimo Rossi, Guido, ciambellano della duchessa di ParmaMaria Luigia, non venne nominato marchese. |
| Rolando | |||||||
| Giacomo 1365 – 1370 | Bertrando | ||||||
| Bertrando 1370 – 1396 | |||||||
| Pier Maria I 1396 – 1438 | |||||||
| Pier Maria II 1438 – 1482 | |||||||
| Giovanni 1482 – 1502 | |||||||
| Troilo I 1502 – 1521 | |||||||
| Pier Maria III 1521 – 1547 | |||||||
| Troilo II 1547 – 1591 | |||||||
| Pier Maria | |||||||
| Troilo III 1591 – 1593 | Federico I 1593 – 1632 | ||||||
| Troilo IV 1632 – 1635 | Pier Maria IV 1635 – 1653 | Scipione I 1653 – 1680 | |||||
| Federico II 1680 – 1754 | |||||||
| Pier Maria V 1754 | Troilo | ||||||
| Scipione II 1754 – 1802 | Giovan Girolamo 1802 – 1817 | ||||||
Nonostante, nella loro quasi totalità, le fonti concordino con il fatto che il feudo di San Secondo sia nato come contea nel 1365 e sia divenuto marchesato nel 1503 sottoTroilo I, a cui venne appunto attribuito il titolo di marchese dal re di FranciaLuigi XII[8][9][13][14] e che quindi sia universalmente accettato dagli storici che si occuparono dei Rossi comePompeo Litta,Ireneo Affò[18],Angelo Pezzana che San Secondo fosse stato eretto a marchesato, permangono alcune incoerenze che sono degne di menzione:
In un documento del Cinquecento si afferma che fuLudovico il Bavaro a nominare nel 1330 (epoca in cui i Rossi non possedevano che una quarta parte del feudo diSan Secondo) Marsilio de' Rossi e i suoi fratelli marchesi di San Secondo.[19]
Un'altra incoerenza, ben più tangibile, come fa notare lo studioso locale Pier Luigi Poldi Allaj, si trova in ben cinque Sale dellaRocca di San Secondo, dove sono presenti altrettanti camini in marmo recanti l'iscrizioneCO Troilus Rubeus II (Sala delle Gesta Rossiane, Sala dei Giganti, Sala di Adone, Sala di Latona) oppure la varianteTroilus Rubeus CO II (Sala di Circe e Didone),Troilo II, che commissiona i camini, si fa quindi chiamare con il titolo di conte e non con quello più blasonato di marchese, benché si affermi che il titolo sia stato concesso al nonnoTroilo I.

Alcune tesi sostengono che la seconda incoerenza si potrebbe in parte spiegare con il fatto che il titolo di marchese, concesso dal re di Francia, non venne usato in periodo pontificio;[14] quindi essendoTroilo II al servizio del papa preferì utilizzare il titolo di conte. Tale titolo probabilmente non venne ostentato neppure in seguito quando i Rossi furono per lungo tempo al servizio dellostato di Milano, retto dagli spagnoli, acerrimi nemici dei francesi[9].
Tuttavia ciò contrasta con il fatto che i rapporti dei Rossi con il papato nel periodo della costruzione del camino e cioè nell'ultimo quarto di secolo XVI, furono ottimi, in quel periodo un esponente della casata,Ippolito de' Rossi era addirittura cardinale, quindi non si vede la necessità di omettere il titolo nobiliare. Altro indizio non trascurabile è ilritratto di Pier Maria Rossi delParmigianino che è esposto alPrado con la didascalia "retrato del conde de San Sigundo" mentreil ritratto della moglie Camilla Gonzaga, esposto sempre al Prado, riporta il titolo "mujer del Conde de San Sigundo". In entrambi i casi viene usato il titolo di conte, non di marchese, infine, anchePietro Aretino, amico diGiovanni delle Bande Nere e di suo nipotePier Maria II, si rivolge al Rossi nelle lettere qualificandolo con il titolo di conte, ricordando inoltre chePier Maria II fu al servizio dei francesi (coloro che concessero il titolo nobiliare) vengono anche a cadere le eventuali ragioni di opportunità che avrebbero potuto eventualmente sussistere nel periodo spagnolo.[20]
Lostemma deiRossi era così illustrato:Inquartato: nel 1° e 4° d'azzurro al leone d'oro; nel 2° e 3° ondato dìargento e d'azzurro; in capo scudetto di verde con tre teste.[21]
Nell'emblema comunale diSan Secondo Parmense non vi è traccia delleone rampanterossiano, anche se rimangono i colori della casata (bianco e azzurro) nelgonfalone. Loscudo dei Rossi rappresenta, invece, lostemma della locale squadra di calcio.