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Consiglio di difesa croato

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Hrvatsko vijeće obrane (HVO)
Consiglio di Difesa Croato
Descrizione generale
Attiva8 april1992 - 1 dicembre2005
NazioneRepubblica Croata dell'Herceg-Bosna
RuoloLotta contro le milizie serbe prima e bosgnacche dopo in Bosnia
Dimensione50.000
Guarnigione/QGMostar
Battaglie/guerreOperazione Oluja
Guerra in Bosnia
Comandanti
Degni di notaMilivoj Petković
Bruno Stojić
Slobodan Praljak
Tihomir Blaškić
Voci su unità militari presenti su Wikipedia
Territori controllati dal Consiglio di difesa croato e dall'esercito dellaBosnia ed Erzegovina durante la guerra in Bosnia

IlConsiglio di difesa croato (incroato:Hrvatsko vijeće obrane, HVO) è stato l'esercito dellaRepubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia, l'entità autonoma dei croati diBosnia ed Erzegovina.

Storia

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Guerra d'indipendenza croata

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Dopo la proclamazione dell'indipendenza dellaCroazia e la dissoluzione dellaex-Jugoslavia nel settembre del 1991 l'Esercito federale jugoslavo nel corso dell'operazione militari d'assedio di Dubrovnik distrusse il piccolo villaggio di Ravno, all'interno del territorio bosniaco ma abitato da croati e il 19 settembre l'Esercito Federale spostò alcune truppe nei pressi della città diMostar, provocando le proteste delle autorità locali.

Icroati dell'Erzegovina, allo scopo di proteggere i loro interessi nazionali e preoccupati dall'idea che i Serbi stessero per attuare il progetto della "Grande Serbia", occupando parte del territorio bosniaco, con l'aiuto del presidente croatoFranjo Tuđman (il cui partito,HDZ mirava a sua volta ad attuare il progetto della "Grande Croazia"), il 18 novembre1991 proclamarono unilateralmente la nascita della Comunità croata dell'Herceg Bosna concapitale Mostar ed un'autonomia politica, culturale, economica e territoriale, all'interno del territorio dellaBosnia ed Erzegovina.

Guerra in Bosnia ed Erzegovina

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Carro armatoT-55 del Consiglio di difesa croato

Il 25 gennaio1992 il Parlamento dellaBosnia ed Erzegovina decise di organizzare un referendum sull'indipendenza della Repubblica, nonostante l'opposizione dei Serbo-bosniaci, con ilPartito Democratico Serbo diRadovan Karadžić, Il partito che maggiormente rappresentava i Serbi di Bosnia che fece subito sapere che i suoi uomini si sarebbero opposti in qualsiasi modo all'indipendenza. Il referendum, tenutosi tra il 29 febbraio e il 1º marzo successivi vide il 64% dei cittadini esprimersi a favore dell'indipendenza.

I risultati del referendum acuirono la crisi, con l'Esercito Jugoslavo che nell'aprile1992 occupò i punti strategici del territorio della Bosnia Erzegovina, e i vari gruppi etnici che si organizzarono in formazioni militari, tra cui il Consiglio di difesa croato che, formatosi l'8 aprile 1992, nei primi due mesi di combattimento fu l'unica forza a fronteggiare le milizie serbe diRatko Mladić.

Il quartier generale del Consiglio di difesa croato era a Mostar e il comando era diviso in quattro zone operative: Sud-Est, Sud-Ovest (in Erzegovina),Bosnia Centrale ePosavina. Le prime tre zone erano abbastanza vicine tra loro, mentre la Posavina era completamente isolata al Nord alconfine croato sulla riva destra dellaSava e dipendeva totalmente dall'appoggio della Croazia.

Inizialmente i Bosniaci e i Croati combatterono alleati contro i Serbi, i quali erano dotati di armi più pesanti e controllavano gran parte del territorio rurale, con l'eccezione delle grandi città di Sarajevo e Mostar. Nel1993, dopo il fallimento del piano che prevedeva la divisione del Paese in tre parti etnicamente pure, scoppiò un conflitto armato traBosgnacchi, i bosniaci musulmani, e croati sulla spartizione del territorio nazionale, con i croati che il 28 agosto 1993 proclamarono laRepubblica Croata dell'Herceg Bosna con lo scopo di aggregare la regione di Mostar alla Croazia, nazione il cui primo articolo costituzionale afferma che "La Croazia è lo stato dei croati", premessa che già nel 1991-1992 aveva spinto alla secessione le popolazioni serbe residenti in Croazia nella regione delleKrajine.

La Croazia stessa fu coinvolta sempre più direttamente nella guerra in Bosnia ed Erzegovina con alcune fra le persone più vicine a Tuđjman che provenivano dalla regione dell'Erzegovina e sostenevano finanziariamente e militarmente i Croati di Bosnia. La città di Mostar, già precedentemente danneggiata ed assediata daiSerbi, fu costretta alla resa dalle forze croato-bosniache e il suo centro storico venne bombardato dai Croati, che il 9 novembre 1993 distrussero il famosoStari Most il vecchioponte delXVI secolo che unisce le due parti della città divise dallaNarenta. Il ponte precedentemente era stato danneggiato dai bombardamenti serbi già nel 1992 e sia i serbi che i croati vedevano nel ponte costruito per volere delsultanoottomanoSolimano il Magnifico un simbolo della cultura islamica e quindi da distruggere in quanto tale.

I colloqui di pace si svolsero con la mediazione degli Stati Uniti e si conclusero nel marzo1994 con gliaccordi di Washington e la creazione di unaFederazione Croato-Musulmana e un'alleanza traCroazia eBosnia ed Erzegovina ratificata aSpalato il 22 luglio1995 tra i presidenti Tuđjman eIzetbegović.

Nell'estate del 1995 le milizie del Consiglio di difesa croato furono protagonista della controffensiva croata nei territori della Bosnia Erzegovina ancora occupati dai serbi e prendendo anche parte all'Operacija Oluja nei territori dellaRepubblica Serba di Krajina, operazioni tuttora sotto i riflettori del Tribunale Internazionale dell'Aja per i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità commessi dalle milizie paramilitari croato-bosniache unitamente alle forze armate della Croazia.

Con i successiviaccordi di Dayton che misero fine definitivamente alla guerra in Bosnia, la milizia del Consiglio di difesa croato venne sciolta confluendo nell'esercito regolare bosniaco.

Crimini di Guerra

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Molti membri del Consiglio di Difesa Croato sono stati incriminati dalTribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia per i crimini commessi durante la guerra contro i civili bosgnacchi e serbi.

Il Consiglio di Difesa Croato si è reso colpevole delMassacro di Ahmići, di vari altri massacri e più in generale dellapulizia etnica nellavalle di Lašva contro i civilibosgnacchi.

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

V · D · M
Guerre jugoslave
Guerre
GuerreGuerra d'indipendenza croata ·Guerra in Bosnia ed Erzegovina ·Guerra del Kosovo
Conflitti minoriGuerra d'indipendenza slovena ·Guerra croato-musulmana in Bosnia ed Erzegovina ·Conflitto nella Repubblica di Macedonia del 2001
Avvenimenti
principali
1989Discorso del Gazimestan
1990Rivoluzione dei tronchi
1991Pasqua di sangue a Plitvica ·Incidente di Borovo Selo ·Massacro di Gospić ·Accordi di Brioni ·Battaglia per Vukovar ·Massacro di Ovčara ·Massacro di Škabrnja ·Assedio di Ragusa
1992Assedio di Sarajevo ·Massacri nella Slavonia occidentale ·Operazione Corridoio ·Massacro di soldati jugoslavi a Sarajevo ·Massacro di soldati jugoslavi a Tuzla ·Massacro di Kazani ·Tunnel di Sarajevo ·Offensiva di Mitrovdan 1992 ·Attacco all'altopiano di Miljevac ·Accordo di Graz
1993Operazione Deny Flight ·Massacro di Kravica ·Operazione Maslenica ·Massacro di Zenica ·Massacro di Budakovići ·Operazione sacca di Medak
1994Massacri di Markale ·Operazione Tigar 94 ·Operazione Pauk ·Patto di Washington
1995Operazione Lampo ·Massacro della Kapija ·Sblocco di Sarajevo ·Massacro di Srebrenica ·Operazione Tempesta ·Operazione Una 95 ·Operazione Deliberate Force ·Accordo di Dayton
1998-1999Attacco a Prekaz ·Battaglia di Junik ·Crimini di guerra in Kosovo (Massacro di Račak ·Massacro di Suva Reka ·Massacro di Meja ·Massacro di Podujevo ·Massacro di Velika Kruša ·Massacro di Izbica ·Massacro di Ćuška ·Massacro di Bela Crkva ·Massacri di Drenica ·Massacro di Gornje Obrinje ·Massacro di Vučitrn ·Attacco di Rahovec ·Uccisioni di Klečka ·Massacro del lago Radonjić ·Uccisioni di Gnjilane ·Massacro del bar Panda) ·Operazione Allied Force ·Operazione Allied Harbour ·Battaglia per la Košara ·Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ·Accordo di Kumanovo ·Incidente di Pristina
Partecipanti
Principali partecipantiJugoslavia (bandiera) Jugoslavia ·Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia (bandiera Serbia · Montenegro) ·Croazia (bandiera) Croazia ·Bosnia ed Erzegovina (bandiera) Bosnia ed Erzegovina ·  Repubblica Serba ·Repubblica Serba di Krajina ·Repubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia ·Kosovo (bandiera) Kosovo
Altri partecipantiSlovenia (bandiera) Slovenia ·Macedonia (bandiera) Macedonia ·Repubblica della Bosnia Occidentale
Forze armate belligerantiArmata Popolare Jugoslava ·Forze armate della RF Jugoslavia ·Forze armate di Croazia ·Consiglio di difesa croato ·Armata della Bosnia ed Erzegovina ·Esercito della Republika Srpska ·Esercito della Repubblica Serba di Krajina ·Difesa territoriale slovena ·NATO
ParamilitariUÇK ·UÇK macedone ·Aquile Bianche ·Guardia Volontaria Serba ·Forze di Difesa Croate ·Bosnia ed Erzegovina (bandiera)Berretti verdi ·Grecia (bandiera)Guardia Volontaria Greca
Fattori esterniONU ·Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti ·Germania (bandiera) Germania ·Italia (bandiera) Italia ·Città del Vaticano (bandiera) Città del Vaticano ·Austria (bandiera) Austria ·Regno Unito (bandiera) Regno Unito ·Francia (bandiera) Francia ·Russia (bandiera) Russia ·Canada (bandiera) Canada ·Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita ·Albania (bandiera) Albania ·Grecia (bandiera) Grecia
Comandanti
PoliticiAnte Marković ·Borisav Jović ·Slobodan Milošević ·Slovenia (bandiera)Milan Kučan ·Slovenia (bandiera)Lojze Peterle ·Slovenia (bandiera)Janez Janša ·Croazia (bandiera)Franjo Tuđman ·Croazia (bandiera)Stjepan Mesić ·Mate Boban ·Alija Izetbegović ·Adil Zulfikarpašić ·Haris Silajdžić ·Radovan Karadžić ·Milan Babić ·Goran Hadžić ·Milan Martić ·Fikret Abdić ·Ibrahim Rugova ·Momir Bulatović ·Milo Đukanović
ComandantiVeljko Kadijević ·Ratko Mladić ·Croazia (bandiera)Ante Gotovina ·Croazia (bandiera)Ivica Rajić ·Atif Dudaković ·Dragoljub Ojdanić ·Nebojša Pavlović ·Leighton W. Smith, Jr. ·Wesley Clark
ParamilitariNaser Orić ·Vojislav Šešelj ·Željko Ražnatović ·Hashim Thaçi ·Ramush Haradinaj
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