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Condottiero

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Disambiguazione – Se stai cercando gli uomini a capo delle compagnie di ventura (noti per antonomasia come condottieri), vediCapitano di ventura.
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Profilo di capitano antico detto ancheIl condottiero, diLeonardo da Vinci,British Museum,Londra,Inghilterra

Uncondottiero è una persona che guida unesercito o unpopolo. Il termine ha forte utilizzo e connotazionemilitare, ma il ruolo ha a volte acquisito, nel corso della storia, anche funzionipolitiche ereligiose.

Storia

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Età antica

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Grecia

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NellaGrecia classica la figura del condottiero aveva un ruolo assai influente nel popolo. I primi grandi capi militari spuntarono durante laPrima guerra persiana. I comandanti politici greci eranoMilziade eCallimaco di Afidna, mentre l'esercito persiano era diretto daDario I. Sebbene i persiani fossero assai superiori di numero, l'esercito greco, composto daopliti, sbaragliò i nemici nel490 a.C. aMaratona dove colse una grande vittoria. Lo stesso avvenne una decina di anni più tardi quando il figlio di Dario,Serse, organizzò una nuova e più potente spedizione che contava decine di migliaia di uomini.

Busto diAlcibiade (Musei Capitolini)

Dato che la Grecia era divisa in varie parti in contrasto l'una con l'altra, solo il re spartanoLeonida volle sacrificarsi con 300 uomini per ritardare di qualche giorno l'avanzata nemica. La battaglia si svolse nei pressi delleTermopili nel480 a.C., con la sconfitta e il massacro dell'esercito spartano, ma poco dopo ci fu la vittoria della flotta ateniese, condotta daTemistocle, nell'isola diSalamina, nel479 a.C. Successivamente si ricordano gli strateghiPericle edAlcibiade, protagonisti dellaGuerra del Peloponneso. Il primo, instauratore della democrazia adAtene, morì a causa della peste nel429 a.C. e il comando dell'esercito contro gli spartani fu dato adAlcibiade. Sebbene questi stesse per vincere i nemici nell'assedio diSiracusa, fu costretto a rientrare in patria a causa della mutilazione di alcune statue dedicate adErmes, il dio messaggero. Ripudiato dagli ateniesi, Alcibiade preferì schierarsi dalla parte opposta, al fianco degli spartani, e gli ateniesi rimasti inSicilia furono catturati e mandati a morire nellaLatomia.

Testa diAlessandro Magno

Nel IV secolo avanti Cristo visse il più grande condottiero del mondo antico occidentale, il re di MacedoniaAlessandro Magno. Egli, dopo la morte del padreFilippo, fu costretto a reprimere la ribellione diTebe. Sconfitti i nemici, Alessandro bramava qualcosa di più grande dell'unione dell'intera Grecia con laMacedonia: la conquista dell'interaPersia. Il suo progetto era di deporre il sovranoDario III, affinché vi fosse un unico legame indistruttibile di cultura, scambi commerciali, letteratura e religione tra i due stati. La spedizione sembrava quasi impossibile, ma Alessandro, grazie anche alla collaborazione di alcuni abili luogotenenti comeEfestione,Parmenione,Perdicca,Cassandro,Clito il Nero,Poliperconte eNearco, sconfisse nelle battaglie delGranico, diIsso e diGaugamela l'enorme esercito nemico; Dario fu ucciso poi da un gruppo di congiurati persiani e il condottiero macedone riuscì a provocare il crollo dell'immenso Impero persiano. Egli organizzò subito la sua conquista e installò la nuova capitale aBabilonia.

Alessandro continuò la sua infaticabile opera di conquista raggiungendo le estreme propaggini dell'impero persiano ed entrando in India; solo la morte prematura interruppe la sua azione di conquistatore e unificatore dell'oriente ellenistico. Per le sue imprese quasi leggendarie, la sua breve e incredibile vita e per la sua affascinante personalità di conquistatore, Alessandro Magno entrò subito nel mito, grazie anche all'opera di divulgazione di una serie di storici e testimoni delle sue imprese. Egli ancora oggi rimane l'archetipo del condottiero vittorioso.

Antica Roma

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Tra le più importanti figure di condottieri dell'età romana vi sono, oltre al cartagineseAnnibale Barca, il più grande nemico di Roma,Publio Cornelio Scipione Africano,Gaio Mario,Gneo Pompeo Magno,Marco Antonio e soprattuttoGaio Giulio Cesare.

Busto diAnnibale Barca

Publio Cornelio Scipione, vissuto nelIII secolo a.C., fu comandante dell'esercito romano contro quello cartaginese nella fase finale dellaseconda guerra punica, iniziata con l'invasione dell'Italia da parte dell'esercito cartaginese guidato da Annibale Barca. Annibale, che odiavaRoma a causa della sconfitta precedente del padreAmilcare nellaprima guerra punica, era un generale di doti straordinarie e all'inizio ottenne una serie di nette vittorie: l'esercito romano subì pesanti sconfitte sul fiume Trebbia, sul Lago Trasimeno e a Canne. Grande stratega dotato di estrema abilità tattica, Annibale continuò per oltre quindici anni a combattere in Italia senza subire sconfitte, intimorendo con il suo prestigio e la sua impressionante reputazione i comandanti dei numerosi eserciti romani che furono impegnati contro di lui. Tutti gli storici antichi e moderni hanno espresso grande ammirazione per le qualità di condottiero di Annibale; alcuni lo ritengono il più grande generale dell'antichità. I Romani riuscirono comunque a prolungare la guerra e a fiaccare lentamente l'esercito di Annibale con una tattica di logoramento. Le sorti della guerra volsero a favore dei romani dal208 a.C. con le vittorie di Scipione in Spagna contro i luogotenenti di Annibale; infine nel202 a.C. Scipione vinse contro lo stesso condottiero cartaginese in Africa la decisivabattaglia di Zama, per questo successo ricevette il titolo di "Africano". Sebbene odiasse i nemici, Scipione mostrava moltahumanitas nei loro confronti. Era un uomo molto colto e amante della letteratura sia latina che estera, tanto che creò a Roma ilCircolo degli Scipioni, composto da lui e da eruditi, comeQuinto Ennio,Lucilio ePublio Terenzio Afro, il commediografo.

Nel I secolo a.C., per oltre trent'anni la personalità più prestigiosa e potente di Roma fuGneo Pompeo Magno, che i contemporanei giunsero a definire l'"Alessandro romano"[1]. Fino all'avvento di Giulio Cesare, Pompeo sembrò possedere tutte le doti dei più grandi condottieri; egli, dopo essersi rivelato poco più che ventenne combattendo con abilità come luogotenente diLucio Cornelio Silla, ricevette per tre volte gli onori deltrionfo. Organizzò dall'83 al62 a.C. una quasi ininterrotta serie di campagne vittoriose in tre continenti; estese il dominio di Roma in Oriente e recuperò il controllo del Mediterraneo. Dal punto di vista militare, Pompeo dimostrò grande capacità organizzativa, prudenza, notevole abilità strategica, combattività ed energia personale; in alcune occasioni seppe anche dirigere le operazioni con grande rapidità e decisione[2].

Busto diGaio Giulio Cesare

Giulio Cesare, vissuto nelI secolo a.C., dimostrò le sue grandi doti di condottiero in età già matura dopo una giovinezza irrequieta che non sembrava preludere a grandi successi militari o politici. La sua campagna di guerra più famosa fu la difficileconquista della Gallia, durata dal58 a.C. al51 a.C. Dapprima Cesare, prendendo a pretesto spostamenti di popolazioni che sembravano mettere in pericolo laGallia Narbonense, attaccò e vinse gliElvezi, quindi iBelgi; infine respinseGermani e si rese autore di due incursioni contro iBritanni. Nel52 a.C. dovette affrontare la grande rivolta gallica guidata daVercingetorige che sconfisse nella decisivabattaglia di Alesia. Anche Cesare, come Scipione, non riteneva il popolo nemico rozzo ed inferiore, anzi, era talmente attirato dalle sue usanze e tecniche di combattimento e di difesa che annotò tutta la sua quasi decennale spedizione in un diario di guerra:Commentarii de bello Gallico.

Cesare dopo la conquista della Gallia fu il protagonista della guerra fratricida contro il suo rivaleGneo Pompeo, anche questa descritta nella sua operaCommentarii de bello civili. La guerra durò dal49 a.C. fino al45 a.C. e si estesa dalla Grecia, dove venne sconfitto Pompeo, all'Africa, all'Egitto e alla Spagna, dove Cesare ottenne la vittoria finale nellabattaglia di Munda. Cesare non fu solo un abile condottiero ma soprattutto divenne l'uomo politico dominante a Roma; fu varie volte elettoconsole ed infinedittatore a vita. Sebbene vivesse ancora nell'Età repubblicana, Cesare sembrava intenzionato a ripristinare lamonarchia o una forma di potere personale assoluto; questa sua tendenza politica autoritaria provocò la formazione di una congiura di suoi avversari politici che lo assassinarono nel44 a.C., alleidi di marzo; i principali congiurati eranoMarco Giunio Bruto eGaio Cassio Longino.

Busto diMarco Antonio

Marco Antonio, luogotenente fidato di Cesare durante le campagne in Gallia e la guerra civile, prese il controllo dell'esercito dopo la sua morte ed insieme aMarco Emilio Lepido e al futuro imperatoreAugusto, costituì il secondotriumvirato (il primo era stato fondato da Cesare, Pompeo eCrasso), che rimase operativo per circa dieci anni fino alla rottura politica finale tra Antonio e Ottaviano. Antonio dimostrò le sue doti di condottiero nellaguerra di Modena e soprattutto nellabattaglia di Filippi contro i cesaricidi. Dopo molte vicissitudini e il fallimento della sua ambiziosacampagna militare in Oriente, Antonio ruppe definitivamente con Ottaviano. L'ostilità tra i due contendenti si spostò fino inEgitto, ad Alessandria, dove Antonio si trasferì per un periodo pressoCleopatra, di cui divenne anche amante. Ottaviano e Antonio si affrontarono nell'ultima guerra civile nel 31 a.C.; Ottaviano ebbe la meglio definitivamente nellabattaglia di Azio nel31 a.C., portando il nemico al suicidio un anno dopo assieme alla regina egiziana. Marco Antonio, descritto come un uomo dalla notevole prestanza e vigoria fisica, in generale è stato fortemente criticato dagli storici antichi dell'età imperiale fedeli all'impostazione storica promossa da Augusto; egli è stato quindi descritto come un uomo dedito ai piaceri, lussurioso, smodato, stravagante, succube di Cleopatra, pronto a cedere il dominio di Roma ai corrotti popoli d'Oriente. La storiografia moderna, soprattutto a partire dall'opera diRonald Syme ha in parte rivalutato la figura di Marco Antonio; pur non negando gli eccessi della sua vita privata e i suoi comportamenti a volte incoerenti, gli studiosi lo ritengono condottiero dalle ottime qualità militari, energico e determinato, e un politico a volte spietato ma meno subdolo, astuto e mistificatore di Cesare Ottaviano.

Durante il Basso Impero, fecero una grande carriera militare numerosi personaggi di origine germanica. A questo periodo appartiene anche il condottiero ingleseConan Meriadoc, che dopo tutta una serie di imprese militari abiurò il paganesimo per sposare in prime nozze una sua parente cristiana,Orsola, figlia diDionoto, uno dei tanti governatori dell'amministrazione romana inBritannia. Così egli divenne il primo re cristiano di Bretagna (il secondo invece nelle fonti che presentano il suocero Dionoto come sovrano della regione in questione).

Età medievale

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Europa

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Lo stesso argomento in dettaglio:Capitano di ventura.
Farinata degli Uberti, condottiero fiorentino delXIII secolo, ritratto nellaserie di uomini illustri diAndrea del Castagno

Nei primi due secoli del secondo millennio d.C. si formarono eserciti mercenari voluti dalPapa per combattere gli "infedeli"musulmani edarabi inTerra santa. Queste spedizioni furono chiamate "crociate" e in tutto nella storia ce ne furono 8.

A partire dalXIV secolo, complici i tumulti dell'epoca, si assiste negli stati italiani alla formazione di vere e proprie "scuole militari" che fanno raggiungere all'arte bellica notevoli progressi strategici e tattici. Tali scuole vengono definitecompagnie di ventura ed ognuna di loro ha a capo, per l'appunto, uncapitano di ventura. I soldati che vi facevano parte venivano dettisoldati di ventura, e per la maggior parte eranomercenari, ovvero militavano per colui che era in grado di offrirgli il più alto compenso economico, al fine esclusivo di trarne un vantaggio per il proprio tornaconto. Data la numerosità dei soldati, la compagnia era divisa in varie schiere, ognuna guidata da uno o più militi di maggior esperienza ed abilità, detti condottieri, sottoposti a loro volta al capitano di ventura. Più precisamente il termine "condottiero" prende il nome dalla "condotta", cioè dal contratto che stipulava l'uomo d'arme con un governo per mettersi al suo servizio.

Tra le prime compagnie di ventura si segnalano laCompagnia della Colomba, formatasi nel1333, nella quale si riunirono soldati provenienti daPerugia e daArezzo, e laCompagnia di San Giorgio, nata sei anni dopo conLodrisio Visconti e rifondata nel1377 daAlberico da Barbiano. Nel1347 il condottiero e politicoCola di Rienzo favorì lo sviluppo dell'esercito militare semi-nazionale con la nascita dellaCompagnia Bianca, una congregazione composta da oltre trentamila membri. Fino a quel tempo gran parte degli eserciti era costituito da soldati stranieri o prigionieri di guerra, ora l'esercito pian piano cominciava a diventare nazionale, ovvero formato da soldati quasi tutti provenienti dall'Italia. Ma spesso accadeva che questi nuovi comandanti si ribellavano contro il loro signore, come accadde con la nobile stirpe ungherese dei Landau, il cui maggior esponente fu ilConte Lando, deposta dai comandantiAlberto Sterz eGiovanni Acuto, sempre riferito da Machiavelli nel suo trattatoIl principe. Nel frattempo, fino alla fine delXV secolo, in Italia e in Europa, continuarono a svilupparsi nuove società militari, come la più famosaSocietà della Rosa (oCompagnia della Rosa), diretta daGiovanni da Buscareto eBartolomeo Gonzaga.

In seguito molti capitani e comandanti cominciarono a considerare inutile l'atto eroico di gettarsi in battaglia, col rischio di morire, e cominciarono a riconsiderare la "scienza militare", cercando di vincere le guerre con l'astuzia. Vi furono anche certi comandanti che, divenendo molto potenti, rovesciarono i loro padroni per prendere il controllo delle terre e delle città: questi furono ad esempioBraccio da Montone eMuzio Attendolo Sforza. Con questi gli eserciti si modernizzarono, adottando quasi tutti nuove tecniche di combattimento e strategie militari (Niccolò Machiavelli, approfondendo questo cambiamento, scriverà nelXVI secolo il trattatoArte della guerra); alle soglie delRinascimento, ormai gli esiti delle battaglie contavano un numero minore di perdite sia umane che degli strumenti di guerra.

Simone Martini,Guidoriccio da Fogliano

Tra i più noti condottieri e capitani di ventura dell'epoca, si ricordano, in ordine alfabetico e per periodo storico:

Este:Ercole I d'Este,Niccolò III d'Este.

Caldora:Antonio Caldora,Jacopo Caldora.

Colonna:Ludovico Colonna,Odoardo Colonna.

Gonzaga:Gianfrancesco Gonzaga,Francesco II Gonzaga,Rodolfo Gonzaga,Aloisio Gonzaga

Malatesta:Roberto Malatesta,Sigismondo Pandolfo Malatesta

Orsini:Giovanni Antonio Orsini del Balzo,Niccolò Orsini,Paolo Orsini,Napoleone Orsini.

Piccinino:Francesco Piccinino,Jacopo Piccinino,Niccolò Piccinino.

Sanseverino:Antonmaria Sanseverino,Fracasso Sanseverino,Galeazzo Sanseverino,Gianfrancesco Sanseverino,Roberto Sanseverino.

Sforza/Attendolo:Alessandro Sforza,Costanzo Sforza,Francesco Sforza,Micheletto Attendolo,Muzio Attendolo Sforza.

Vitelli:Camillo Vitelli,Niccolò Vitelli,Vitellozzo Vitelli.

Inoltre:Angelo della Pergola,Angelo Tartaglia,Ardizzone da Carrara,Bartolomeo Colleoni,Bernardino Ubaldini della Carda,Braccio da Montone,Brandolino Conte Brandolini, ilCarmagnola,Federico da Montefeltro, ilGattamelata,Gentile da Leonessa,Giorgio Castriota Scanderbeg,Giovanni Maria Vitelleschi,Guido Torelli,Luigi Dal Verme,Malatesta I Baglioni,Niccolò da Tolentino,Obizzo da Carrara,Scaramuccia da Forlì,Taddeo Della Volpe.

Asia

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Dal Rinascimento al Settecento

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Tra i grandi condottieri del Rinascimento si annoveranoAlessandro da Terni,Alessandro Farnese,Alfonso III d'Avalos,Aloisio Gonzaga,Andrea Doria,Ambrogio Spinola,Bartolomeo d'Alviano,Ettore Fieramosca,Fabrizio I Colonna,Fanfulla da Lodi,Ferrante d'Avalos,Ferrante Gonzaga,Francesco II Gonzaga,Giampaolo Baglioni,Gian Giacomo Trivulzio,Giovanni delle Bande Nere,Lucantonio Tomassoni,Marcantonio I Colonna,Marcantonio II Colonna, ilMedeghino,Niccolò Orsini,Piero Strozzi,Prospero Colonna, eStefano Colonna.

Lastra tombale diRoberto Sanseverino,duomo di Trento

Dopo i casi famosi diMuzio Attendolo eBartolomeo Colleoni, nella seconda metà del XV secolo primo condottiero d'Italia fu unanimemente consideratoRoberto Sanseverino d'Aragona, che condizionò profondamente la politica italiana e che morì in battaglia nel 1487 all'età di settant'anni.[3] I suoi figli, quasi tutti condottieri, godettero di grande considerazione. Fra questi spiccava il bellicosissimoGaspare, soprannominato Fracasso per la sua furia bellica, e definito dai contemporanei "quasi un altroMarte e fulgore in battaglia",[4] nonché "nuovoAchille".[5]

Ritratto diCesare Borgia

Un altro grande condottiero vissuto in età rinascimentale fu ancheCesare Borgia, figlio diPapa Alessandro VI. Questi contando sull'appoggio politico ed episcopale del padre e sull'alleanza conLuigi XII di Francia, conquistò l'interaEmilia-Romagna e tutte le sue città più importanti tra il1499 e il1503, ottenendo un intero principato. Tuttavia si rese protagonista di molte congiure culminate con omicidi. Dopo la morte di Alessandro VI, tutti i problemi e i nemici del pontefice si ripercossero sul figlio, che dapprima cadde sconfitto nelle battaglie diPisa,Siena eLucca, per poi venire ostacolato dal nemicoPapa Giulio II. Battuto anche aNapoli, Cesare rimase infine ucciso in un'altra battaglia, avvenuta nel1507.

Dalla fine del Cinquecento e all'inizio del Seicento inItalia la figura del condottiero pian piano cominciò a volgere verso un lento ma costante declino. Il modello del perfetto condottiero ormai era diventato un sogno, come confermato anche daNiccolò Machiavelli neIl principe, dato che gli attuali capitani si abbandonavano solo alla gozzoviglia, all'imbroglio e si vendevano a chi offriva loro più servigi. Il codice cavalleresco che si trova nei romanzi d'avventura e nelle leggende, come quella diRe Artù, è cambiato completamente e i capitani, piuttosto che uccidere i nemici, si limitavano a catturarli solo per avere maggiori informazioni, per poi lasciarli liberi.

Tra il1550 e la metà del Settecento ci furonoAmbrogio Spinola, ilMedeghino eRaimondo Montecuccoli. Successivamente la carica sparì quasi del tutto: attualmente permane solo quella dellaGuardia svizzera pontificia inCittà del Vaticano, scorta delPapa.

Letteratura e cinema

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I poemi classici

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Achille cura Patroclo ferito, pittura vascolare di Sosia, inizioV secolo a.C.,Staatliche Museen,Berlino

Sono soprattutto i poemi epici classici, come l'Iliade e l'Eneide, a darci informazioni sui mitologici "signori della guerra", per lo più re o principi.

Nell'Iliade ogni condottiero acheo è dettowanax oanax, parola corrispondente alla forma miceneawa.na.ka, designante un personaggio che è al tempo stesso un'autorità politica, militare e religiosa: a lui è dunque dato di officiare culti, e in questo può essere affiancato da sacerdoti che sono invece privi di dignità regale. Emblematico in tal senso è il libro XXIII del poema omerico, in cuiAchille guida personalmente il rito funebre dell'amicoPatroclo, culminante con lo sgozzamento di dodici giovani prigionieri. Nulla del genere si registra per i troiani e i loro alleati: non figura infatti tra i loro condottieri alcun sacerdote, in quanto gli addetti ai culti combattono in qualità di soldati semplici, mentre l'unico personaggio indicato comeanax è il vecchio re troianoPriamo, il quale tuttavia non prende parte ai combattimenti. Inoltre alla guida dei vari contingenti alleati dei troiani è possibile scorgere anche diversi nobili senza corona. Non vi sono ulteriori differenze tra i comandanti achei e quelli dello schieramento opposto: ognuno di essi guida un grande contingente di uomini, combatte su un carro e ha alcune persone al proprio servizio, solitamente molto giovani: unauriga, unoscudiero (in certi casi le due mansioni vengono esercitate da un'unica persona), uno o piùaraldi, nonché alcuni servi.

Nell'Eneide la guerra vede da una parte i troiani guidati daEnea e l'esercito italico diTurno: in aiuto di Enea si muovono diversi re etruschi, uno dei quali, Asila, è anche augure; i soli altri suoi alleati sono il principe arcadePallante e i due sovrani deiLiguri,Cunaro eCupavone. I condottieri dell'esercito italico appartengono a varie popolazioni: tra di loro vi sono re, principi e aristocratici vari. Anche qui vi è un re-augure,Ramnete (non è nota la provenienza): nella rassegna dei capi è presente pure un altro sacerdote, il marsoUmbrone, inviato dal re Archippo. Per quanto riguarda iRutuli, ovvero i sudditi di Turno, si deve notare come essi non siano sottoposti direttamente al loro sovrano, ma militino in vari corpi armati, ognuno dei quali è retto da un condottiero in seconda, tra i quali troviamoAnteo,Luca,Volcente, Atina,Remo: quest'ultimo è accompagnato da uno scudiero e da un auriga, proprio come i capi militari dell'Iliade.

La Bibbia

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Luca Giordano,Disfatta di Sisera

Le figure bibliche di condottieri sono numerose, e tutte presenti nell'Antico Testamento, sia tra gli Ebrei sia tra i loro nemici.Mosè eGiosuè sono di fatto capi militari che guidano i figli d'Israele nel lungo viaggio verso laTerra promessa, dovendo armarsi contro molte popolazioni ostili. Dopo l'insediamento inPalestina gli Ebrei saranno chiamati a difendere i loro territori tramite i cosiddetti Giudici, veri e propri condottieri con poteri anche civili e religiosi, ispirati da Dio: fra i più noti si ricordanoOtniel,Gedeone,Iefte,Sansone e la profetessaDebora.

La Scrittura non tralascia di delineare le personalità dei condottieri nemici, tendendo a evidenziare le loro nature violente con la sola eccezione costituita dal giovaneSisara (o Sisera), mercenario alla guida di un esercito di 900 carri da guerra per conto del re cananeo Iabin: originario forse della Sardegna, Sisara viveva con la madre vedova, prendendosi cura di lei tra una campagna militare e l'altra. Sotto la guida di Debora eBarac, due dei Giudici, gli Ebrei pongono fine all'invincibilità di Sisara, dopo uno scontro nei pressi del monte Tabor.

Letteratura medievale

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Morte di Rolando, da una miniatura delleGrandi cronache di Francia

Dopo lacaduta dell'Impero romano d'Occidente nel476, ci fu un periodo di grande crisi, depressione ed arretratezza sia politica che culturale, costituita spesso da invasioni e rivolte di vari popoli dell'Europa. La figura del condottiero da quell'epoca fino agli albori del1000 divenne simbolo di leggende e di racconti popolari. Infatti il personaggio si trasformò nelcavaliere errante e alla ricerca di avventure, di nemici da sconfiggere, di mostri da uccidere e di belle dame da proteggere. I suoi valori maggiori erano l'onestà, il coraggio, la temperanza, la determinazione, la forza e, ultimo ma non meno importante, la fedeltà verso il proprio signore o re. Due grandi esempi in questo periodo furono il paladinoRolando (oppure Orlando), personaggio probabilmente reale, protagonista dellaChanson de Roland, ed il cavaliereArtù.

Il primo era al servizio del re franceseCarlo Magno, quindi durante la seconda metà del700, ed aveva tutte le caratteristiche del buon cavaliere. Rolando si dimostrava sempre degno di fiducia e conduceva in ogni assedio il suo esercito alla vittoria. Sebbene fosse morto per inganno durante il ritorno dalla battaglia diRoncisvalle, Rolando dimostrò al re grande determinazione e coraggio, resistendo strenuamente e coraggiosamente fino all'ultimo nell'imboscata tesa dai nemiciSaraceni.

Re Artù, originario dellaBretagna, ma assolto nell'esercito romano per alcune spedizioni contro il suo popolo, dimostrò grande fedeltà non attaccando il suo padrone. Inoltre, sconfitto il nemico tedesco deiGoti, il quale minacciava l'Impero romano per la sua crudeltà e spietatezza, riuscì a conquistare la fiducia del suo popolo grazie all'amicizia con ilmago Merlino e alle nozze con la principessaGinevra. Successivamente Artù passò da condottiero dell'esercito romano a re del popolo britannico, governando con legge, giustizia e saggezza.

Derisione della figura del condottiero nella letteratura e nel cinema

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Nella letteratura e successivamente nel cinema non è raro vedere messi in ridicolo soldati di ventura o capitani; l'intento è quello di ricalcare un'ironica e satirica, ma veritiera, rappresentazione della realtà attuale. Gli esempi più chiari sono la figura diDon Chisciotte della Mancia, capitano spagnolo errante e sfortunato che cerca nemici fittizi da sconfiggere, la nascita della maschera comica delcapitano, uomo bello, robusto e pomposo, ma in realtà timoroso e imbelle, e infine il personaggio cinematografico di Brancaleone da Norcia nei filmL'armata Brancaleone (1966) eBrancaleone alle crociate (1970), entrambi diretti dal registaMario Monicelli.

Arte

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Note

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  1. ^Plutarco,Vita di Pompeo, 2.
  2. ^J. Leach,Pompeo, pp. 219-220.
  3. ^ Mattia Casiraghi,ROBERTO SANSEVERINO (1418-1487) UN GRANDE CONDOTTIERO DEL QUATTROCENTO TRA IL REGNO DI NAPOLI E IL DUCATO DI MILANO (PDF), suair.unimi.it.
  4. ^ Marino jun Sanuto,Commentarii della guerra di Ferrara tra 11 Viniziani ed il duca Erdole d'Este nel 1482 pubbl., p. 27.
  5. ^ Bernardino Corio,L'Historia di Milano volgarmente scritta dall'eccellentiss. oratore M. Bernardino Corio, 1565, p. 1000.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

V · D · M
Mercenarismo
Antico
ConcettiMercenario ·Condottiero ·Capitano di ventura ·Compagnia di ventura ·Mercenari svizzeri ·Lanzichenecchi
PersonaggiAngelo Tartaglia ·Giovanni delle Bande Nere ·Bartolomeo Colleoni
Moderno
ConcettiCompagnia militare privata
SoggettiAcademi ·Airborne Tactical Advantage Company ·Draken International ·ITT Corporation ·Military Professional Resources Inc. ·Gruppo Wagner
Industria della difesa ·Forza armata irregolare
Controllo di autoritàThesaurus BNCF36449 ·GND(DE4238876-4
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