Conconciliarismo si intende, nellastoria della Chiesa, l'orientamento secondo il quale ilconcilio ecumenico ha un'autorità superiore alpapa. Il periodostorico nel quale appare il conciliarismo abbraccia i secoliXIV eXV.
Idee conciliariste erano apparse per la prima volta nel Medioevo. Il cardinale e vescovo franceseUmberto di Silva Candida, vissuto verso la metà dell'XI secolo, aveva dato forma definitiva ad una tesi già espressa nelVII secolo, e cioè che un papaeretico può essere sottoposto ad un giudizio. L'idea era stata ripresa daicanonisti medievali, ed era finita nell'opera magna delmonacocamaldoleseGrazianoDecretum Magistri Gratiani (1140-1142 ca.):« Papa a nemine est iudicandus, nisi deprehendatur a fide devius». L'autorità suprema della Chiesa appartiene al papa, ma questi può cadere nell'eresia o nelloscisma, e può allora essere deposto da un concilio, il quale, convocato di necessità dai vescovi o da chi abbia sufficiente autorità, deve prendere atto ufficialmente che il papa ha perso la sua autorità per il delitto di cui si è macchiato. I canonisti medievali davano al termineeretico una larga ed elastica accezione, così da comprendere anche il delitto di scisma o di mancato raggiungimento dell'unità della Chiesa.
Esistevano altre posizioni sul rapporto tra papa e concilio. NelXIV secolo si affacciarono nuove dottrine:Giovanni di Parigi le espresse nel suoDe potestate regia et papali, daMarsilio da Padova nelDefensor Pacis (1324), daGuglielmo da Ockham nel suoDialogus de imperatorum et pontificum potestate. Soggetto dell'autorità, essi affermarono, non è solo il capo, ma il capo assieme alle membra: ossia, nelle diocesi il vescovo insieme al capitolo; nella Chiesa universale il papa con i cardinali (delegati del popolo cristiano), oppure il papa e il concilio (convocato dall'imperatore per delega del popolo). In questo modo il papa non deteneva più un potere assoluto, ma veniva chiamato ad eseguire i decreti stabiliti dal concilio.
Sotto la pressione di avvenimenti esterni, il passaggio da una posizione conciliarista all'altra era facile e frequente.
Queste idee si rinnovarono con loScisma tra Roma e Avignone (1378-1417) e apparvero così nuovi scritti, per lo più legati alla tradizione canonistica, delLangenstein, diKonrad von Gelnhausen, diPierre d'Ailly, diNicolas di Clémanges, diJean Gerson, del cardinaleFrancesco Zabarella. Tre erano le vie proposte per risolvere lo scisma: lavia cessionis, ossia la rinunzia dei papi contendenti; lavia compromissionis, ossia un arbitrato; lavia concilii. Fu quest'ultima la strada maestra seguita per porre fine allo scisma: così i concili diCostanza e diBasilea furono nuove occasioni per approfondire la teoria conciliarista.
AlConcilio di Costanza (1414-1418), convocato in assenza dipapa Gregorio XII, venne approvato il famoso decretoHaec sancta (6 aprile 1415), che affermò la superiorità del concilio sul papa:
Oggi gli storici (Jedin, Franzen,Martina) vedono in questo documento non una disposizione dottrinale e dogmatica (valevole dunque per sempre ed in modo definitivo), ma solo una misura legislativa, valida per un caso eccezionale, quello cioè di sostenere l'autorità di un'assemblea conciliare nel giudicare tre persone (i tre papi delloScisma d'Occidente) che rivestivano l'autorità papale senza sicura legittimità.
Invece durante il successivoConcilio di Basilea, Ferrara e Firenze (aperto nel 1431 e chiuso nel 1442) apparve il desiderio di definire la teoria conciliarista nella sua forma radicale: ossia l'assoluta preminenza del concilio sul papa, indipendentemente dal contesto storico e dalla questione se il papa fosse eretico o meno. Gli scopi del concilio erano i seguenti: 1) convocare un concilio di unione con laChiesa ortodossa; 2) estirpare l'eresia hussita e 3) riformare la Chiesa.
Al momento di scegliere il luogo dove svolgere il concilio di unione con gli ortodossi,papa Eugenio IV confermò il voto della minoranza che preferiva una città italiana (così era anche il volere dei greci), contro la maggioranza dei padri conciliari che preferivanoBasilea oAvignone. Il concilio di unione con i greci ebbe inizio a Ferrara (poi trasferito a Firenze poiché i fiorentini fornivano al Papa i mezzi necessari al sostentamento dei greci, un folto gruppo di circa 700 persone) e vale come legittima continuazione del concilio di Basilea e forma insieme con esso il XVII concilio ecumenico. Le trattative con i greci furono molto difficili, ma si poté concludere con il decreto di unioneLaetentur coeli del 6 luglio1439.
Frattanto a Basilea era rimasta un'assemblea contraria alla decisione attuata, composta da un cardinale e diversi dottori e clero minore in numero di circa 300 membri. Questi aprirono un processo contro il Papa e nel gennaio 1438 fu lanciata su di lui la sospensione, alla quale il Pontefice rispose con la scomunica. Appoggiata comunque dalre di Francia, questa assemblea costituì la base principale delgallicanesimo, cioè del sistema di Chiesa nazionale e di Chiesa di stato che si affermò in Francia da quest'epoca in poi. Nel 1439 i padri conciliari di Basilea – già scomunicati - proclamarono comeveritas fidei catholicae che il concilio ecumenico è superiore al papa e che il papa non lo può né sciogliere né sospendere né trasferire; inoltre tentarono di deporre il papa come "pertinace eretico e scismatico" perché contrastava questa verità. Quando il papa dichiarò che essi erano eretici, perché osavano definire come dogmi le loro private opinioni, passarono alla creazione di unantipapa. Diversi sovrani andarono uno dopo l'altro ritirando i loro vescovi da Basilea, finché nel luglio 1448 i partecipanti, espulsi dall'imperatore dalla città di Basilea, si trasferirono aLosanna. Nell'aprile 1449 l'antipapa Felice V abdicò; fu l'ultimo antipapa che la storia ricordi.
IlConcilio Lateranense V (1512-1517) stabilì che spetta solo al papa convocare, trasferire e sciogliere il concilio. Chiaramente, questa deliberazione conciliare pone un limite al potere del concilio.
Infine, ilConcilio Vaticano I (1870) sancì ildogma dell'infallibilità papale.
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