| Organi costituzionali romani |
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Cariche non magistratuali Massime cariche per epoca
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Iconcili della plebe (concilia plebis) si costituirono in seguito allasecessione della plebe sulMonte Sacro nel 494 a.C. per rivendicare il proprio diritto di partecipare alla vita politica dellacivitas. In questa circostanza la plebe si dà un'organizzazione: oltre aiconcilia plebis, sono creati i tribuni della plebe, gli edili; le delibere della plebe raccolte nell'assemblea convocata daltribuno della plebe prenderanno il nome diplebiscita (plebisciti).[1] Da queste assemblee, naturalmente, saranno esclusi i patrizi: la plebe ottiene in questo momento la possibilità di una propria iniziativa politica.[2]
Le assemblee della plebe (concilia plebis) sono ripartite al proprio interno in tribù territoriali, successivamente 35 totali di cui 4 urbane e 31 rustiche.[3] Sono convocate, lo si diceva, dal tribuno della plebe, il quale, a sua volta, è eletto da questa stessa assemblea.I plebisciti, ossia le delibere della plebe, vengono equiparate alle leggi dal 287 a.C. con lalex Hortensia. Oltre alla funzione elettorale (elezione ditribuni ededili) e legislativa iconcilia plebis svolgono anche funzione giudiziaria.[4]Il luogo in cui l'assemblea si riunisce è l'Aventino, al di fuori delpomerio, sfera sacrale della città. Per le questioni di ordine giuridico e amministrativo le fonti riportano ancheForo eCampidoglio come luoghi di riunione. IlCampo Marzio è adibito per le elezioni alla fine della repubblica.
I cittadini sono chiamati all'interno della propria unità di riferimento a concedere o a negare il loro assenso alla proposta avanzata con il solo sì o no. L'opzione del singolo è computata con quella dei suoi compagni nella tribù e la maggioranza delle posizioni diventava quella dell'intera unità.