Lacomunicazione animale è il trasferimento di informazioni da un animale o un gruppo di animali (inviante o invianti) a uno o più altri animali (ricevente o riceventi) che influenza l'attuale o futuro comportamento dei riceventi. Le informazioni possono essere inviate intenzionalmente, come in un'esibizione di corteggiamento, o inintenzionalmente, come nel trasferimento di odore dal predatore alla preda. L'informazione può essere trasferita a un "pubblico" di parecchi riceventi. La comunicazione animale è un'area di studio in rapida crescita in discipline che includono ilcomportamento animale, la sociobiologia, la neurobiologia e lacognizione animale. Molti aspetti del comportamento animale, come l'uso di nomi simbolici, l'espressione emotiva, l'apprendimento e ilcomportamento sessuale, vengono compresi in modi nuovi.
Quando l'informazione proveniente dall'inviante cambia il comportamento di un ricevente, l'informazione è designata come "segnale". Lateoria dei segnali prevede che affinché un segnale possa essere mantenuto tra la popolazione, sia l'inviante sia il ricevente dovrebbero ricevere di solito qualche beneficio dall'interazione. Si pensa che la produzione di segnali da parte degli invianti e la percezione e la successiva risposta dei riceventicoevolvano.[1] I segnali spesso implicano meccanismi multipli, ad es. sia visivi sia uditivi, e affinché un segnale sia compreso, il comportamento sia dell'inviante sia del ricevente richiedono uno studio attento.
Molti animali comunicano attraverso la vocalizzazione. La vocalizzazione vocale serve a molti scopi, inclusi i rituali di accoppiamento, i richiami di avvertimento, la trasmissione dell'ubicazione delle fonti di cibo e l'apprendimento sociale. In molte specie, i maschi eseguono richiami durante i rituali di accoppiamento come una forma di competizione contro altri maschi e per mandare segnali alle femmine. Gli esempi includono ipipistrelli dalla testa a martello, icervi nobili, lemegattere, glielefanti marini e ipasseri.[10] Altri casi di comunicazione vocale includono irichiami di allarme delcercopiteco di Campbell,[11] i richiamiterritoriali deigibboni e l'uso della frequenza neipipistrelli americani per distinguere tra i gruppi.[12] Ilcercopiteco verde emette un richiamo di allarme distinto per ciascuno dei suoi quattro diversi predatori, e le reazioni delle altre scimmie variano in modo appropriato secondo il richiamo. Per esempio, se un richiamo di allarme segnala un pitone, le scimmie si arrampicano tra gli alberi, mentre l'allarme "aquila" fa sì che le scimmie cerchino un luogo per nascondersi a terra. Anche icani della prateria usano richiami complessi che segnalano le differenze tra i predatori. SecondoCon Slobodchikoff e altri, i richiami dei cani della prateria comunicano il tipo, la taglia e la velocità di un predatore in avvicinamento.[13][14][15][16] Si è scoperto che i canti delle balene hanno dialetti diversi in base alla regione.[17]
Non tutti gli animali usano la vocalizzazione come mezzo per la comunicazione uditiva. Moltiartropodi sfregano insieme parti specializzate del corpo per produrre suoni. Questa è nota comestridulazione. Igrilli e lecavallette sono ben note per questo, ma anche molti altri usano la stridulazione, inclusi icrostacei, iragni, gliscorpioni, levespe, leformiche, gliscarafaggi, lefarfalle, lefalene, imillepiedi e ichilopodi. Un altro mezzo per la comunicazione uditiva è la vibrazione dellevesciche natatorie neipesci ossei. La struttura delle vesciche natatorie e dei connessi muscoli sonori varia grandemente tra le famiglie dei pesci ossei, dando come risultato un'ampia varietà di suoni. Anche battere insieme parti del corpo può produrre segnali uditivi. Un esempio ben noto di questo è la vibrazione della punta della coda deiserpenti a sonagli come segnale di avvertimento. Altri esempi comprendono lo schiocco del becco negli uccelli, il battito delle ali nelle esibizioni di corteggiamento deipipridi e il battersi il petto neigorilla.[18]
Pur essendo il più antico metodo di comunicazione, la comunicazione chimica è una delle forme meno comprese in parte a causa della enorme abbondanza di sostanze chimiche nel nostro ambiente e della difficoltà di individuare e misurare tutte le sostanze chimiche in un campione.[18] La capacità di individuare sostanze chimiche nell'ambiente serve a molte funzioni, una cruciale essendo l'individuazione del cibo, una funzione che si sviluppò per la prima volta negli organismi monocellulari (batteri) che vivevano negli oceani durante i primi giorni della vita sulla terra.[18] Via via che questa funzione si evolveva, gli organismi cominciarono a distinguere tra i composti chimici che provenivano dalle risorse, dai conspecifici (stessa specie; cioè compagni e parenti) e dagli eterospecifici (specie diversa; cioè competitori e predatori).[18] Ad esempio, una specie di piccoli ciprinidi può trovarsi bene evitando un habitat con una concentrazione rilevabile di segnali chimici associati a una specie predatrice come i lucci.[19] I ciprinidi con la capacità di percepire la presenza di predatori prima che siano abbastanza vicini da essere visti e poi di risoondere con un comportamento adattivo (come nascondersi) hanno maggiori probabilità di sopravvivere e di riprodursi.[19] Lamarcatura odorosa e losfregamento con i profumi sono forme comuni di comunicazione olfattiva nei mammiferi.[20][21]
L'elettrocomunicazione è una forma di comunicazione rara negli animali. Si riscontra principalmente negli animali acquatici, benché alcuni mammiferi di terra, in particolare gliornitorinchi e leechidne, percepiscano campi elettrici che potrebbero essere usati per la comunicazione.[22]
Ipesci debolmente elettrofori forniscono un esempio di elettrocomunicazione, oltre che dielettrolocalizzazione. Questi pesci usano un organo elettrico per generare un campo elettrico, che è rilevato daglielettrorecettori. Le differenze nella forma delle onde e nella frequenza dei cambiamenti del campo elettrico trasmettono informazioni su specie, sesso e identità. Questi segnali elettrici possono essere generati in risposta ad ormoni, ritmi circadiani ed interazioni con altri pesci. Alcuni predatori, come gli squali e le razze, sono capaci di intercettare di nascosto questi pesci elletrofori attraverso l'elettroricezione passiva.
Iltatto è un fattore chiave in molte interazioni sociali. Ecco alcuni esempi:
La comunicazione sismica o vibrazionale è lo scambio di informazioni che utilizza segnali vibratori autogenerati trasmessi attraverso un substrato come il suolo, l'acqua, le ragnatele, i gambi delle piante o un filo d'erba. Questa forma di comunicazione presenta parecchi vantaggi, ad esempio può essere inviata indipendentemente dai livelli di luce e di rumore e di solito ha un raggio corto e una persistenza breve, che può ridurre il pericolo di rilevamento da parte dei predatori. L'uso della comunicazione sismica si trova in moltitaxa, tra cui rane, topi canguro, topi talpa, api, vermi nematodi e altri. I tetrapodi di solito producono onde sismiche battendo a terra con una parte del corpo, un segnale che viene percepito dalsacculo del ricevente. Il sacculo è un organo nell'orecchio interno che contiene un sacco membranoso utilizzato per l'equilibrio, ma può anche rilevare le onde sismiche negli animali che usano questa forma di comunicazione. Le vibrazioni possono essere combinate con altri tipi di comunicazione.[23]
Parecchi serpenti diversi hanno la capacità di percepire la radiazione termica ainfrarossi (IR), che consente a questi rettili di ricavare immagini termiche dal calore radiante emesso dai predatori o dalle prede a lunghezze d'onda tra 5 e 30μm. L'accuratezza di questo senso è tale che unserpente a sonagli cieco può mirare il suo attacco alle parti del corpo vulnerabili di un animale da preda.[24] In precedenza si pensava che gli organi delle fossette si fossero evoluti principalmente come rilevatori di prede, ma ora si ritiene che possano essere utilizzati anche per controllare la temperatura corporea.[25]
Le fossette facciali che permettevano la termoregolazione subirono un'evoluzione parallela nellevipere dalle fossette e in alcuniboa epitoni, essendosi evolute una volta nelle vipere dalle fossette e più volte nei boa e nei pitoni.[26] L'elettrofisiologia della struttura è simile tra i lignaggi, ma differisce nell'anatomia della struttura grossolana. Più superficialmente, le vipere dalle fossette possiedono un grande organo a fossetta su entrambi i lati della testa, tra l'occhio e la narice (fossetta loreale), mentre boa e pitone hanno tre o più fossette relativamente più piccole che rivestono il labbro superiore e talvolta quello inferiore, nelle o tra le scaglie. Gli organi delle vipere dalle fossette sono i più avanzati, con una membrana sensoriale sospesa rispetto a una semplice struttura a fossetta. All'interno della famigliaViperidae, l'organo della fossetta si riscontra solo nella sottofamigliaCrotalinae: le vipere dalle fossette. Nonostante il rilevamento delle radiazioni IR, il meccanismo IR delle fossette è dissimile dai fotorecettori; mentre i fotorecettori rilevano la luce attraverso reazioni fotochimiche, la proteina nelle fossette facciali dei serpenti è un canale ionico sensibile alla temperatura. Rileva i segnali a infrarossi attraverso un meccanismo che implica il riscaldamento dell'organo, piuttosto che la reazione chimica alla luce.[27] Ciò è coerente con la sottile membrana della fossetta, che consente alle radiazioni IR in ingresso di riscaldare rapidamente e con precisione un dato canale ionico e innescare un impulso nervoso, oltre a vascolarizzare la membrana della fossetta per raffreddare rapidamente il canale ionico alla sua originale temperatura di "riposo" o "inattiva".[27]
Ivampiri veri di Azara (Desmodus rotundus), ossia i pipistrelli vampiri comuni, hanno sensori IR specializzati nella loro foglia nasale.[28] I pipistrelli vampiri sono gli unici mammiferi che si nutrono esclusivamente di sangue. Il rilevamento IR consente alDesmodus di localizzare animaliomeotermici come bovini e cavalli entro un intervallo di circa 10-15 cm. Questa percezione degli infrarossi può essere utilizzata per individuare le regioni con il massimo flusso di sangue nella preda bersaglio.
L'autocomunicazione è un tipo di comunicazione in cui l'inviante e il ricevente sono lo stesso individuo. L'inviante emette un segnale che è alterato dall'ambiente ed infine è ricevuto dallo stesso individuo. Il segnale alterato fornisce informazioni che possono indicare cibo, predatori o conspecifici. Poiché l'inviante e il ricevente sono lo stesso animale, lapressione evolutiva massimizza l'efficacia del segnale, cioè la misura in cui il segnale emesso è correttamente identificato da un ricevente malgrado la propagazione, la distorsione e il rumore. Ci sono due tipi di autocomunicazione. La prima è l'elettrolocalizzazione attiva che si trova neipesci elettriciGymnotiformes (pesci coltello) eMormyridae (pesci elefante) e anche nell'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus). Il secondo tipo di autocomunicazione è l'ecolocalizzazione, che si trova neipipistrelli e neicetacei dentati.
Ci sono molte funzioni della comunicazione animale. Tuttavia, alcune sono state studiate in modo più dettagliato di altre. Ciò comprende:
Come descritto sopra, molti gesti, posture e suoni animali trasmettono un significato agli animali vicini. Questi segnali sono spesso più facili da descrivere che da interpretare. Vi è la tentazione, specialmente con gli animali addomesticati e con le scimmie, diantropomorfizzare, cioè di interpretare le azioni degli animali in termini umani, ma questo può essere alquanto fuorviante; ad esempio, il "sorriso" di una scimmia è spesso un segno di aggressione. Inoltre, lo stesso gesto può avere significati diversi secondo il contesto nel quale si verifica. Ad esempio, lo scuotimento e la postura della coda di un cane domestico possono essere usati in modi diversi per trasmettere molti significati, come illustrato inL'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali diCharles Darwin, pubblicato nel 1872. Alcune delle illustrazioni di Darwin sono riprodotte qui.
Gran parte della comunicazione animale è intraspecifica, cioè, avviene tra membri della stessa specie. Per quanto riguarda la comunicazione interspecifica, è di particolare interesse quella tra predatore e preda.
Se un animale da preda si muove, fa un rumore o vibrazioni, o emette un odore in modo tale che un predatore possa individuarlo, questo è coerente con la definizione di "comunicazione" data sopra. Questo tipo di comunicazione è noto come captazione intercettiva se un predatore intercetta un messaggio destinato ai conspecifici.
Ci sono, tuttavia, alcune azioni delle specie da preda che sono chiaramente dirette ai predatori effettivi o potenziali. Un buon esempio è lacolorazione di avvertimento: specie come levespe che sono in grado di nuocere ai potenziali predatori spesso hanno colori brillanti, e questo modifica il comportamento del predatore, che o istintivamente o come risultato dell'esperienza eviterà di attaccare un tale animale. Alcune forme dimimetismo ricadono nella stessa categoria: per esempio iSirfidi sono colorati allo stesso modo delle vespe, e sebbene non siano in grado di pungere, la forte tendenza dei predatori ad evitare le vespe dà ai Sirfidi una certa protezione. Ci sono anche cambiamenti comportamentali che agiscono in modo simile alla colorazione di avvertimento. Ad esempio, i canidi come ilupi e icoyote possono adottare una postura aggressiva, come ringhiare con i denti scoperti, per indicare che se necessario combatteranno, e iserpenti a sonagli usano il loro ben noto sonaglio per avvertire i potenziali predatori del loro morso velenoso. A volte, un cambiamento comportamentale e una colorazione di avvertimento si combineranno, come in certe specie dianfibi che hanno la maggior parte del loro corpo colorata per confondersi con l'ambiente circostante, tranne per una pancia con i colori vivaci. Quando sono di fronte a una potenziale minaccia, mostrano la pancia, indicando che sono in qualche modo velenosi.
Un altro esempio di comunicazione dalla preda al predatore è il segnale deterrente per l'inseguimento. I segnali deterrenti per l'inseguimento avvengono quando la preda indica al predatore che l'inseguimento sarebbe infruttuoso perché il segnalante è pronto a fuggire. I segnali deterrenti per l'inseguimento forniscono un beneficio sia al segnalante che al ricevente; impediscono all'inviante di sprecare tempo ed energia scappando, ed impediscono al ricevente di investire in un inseguimento costoso che è improbabile che finisca con la cattura. Tali segnali possono pubblicizzare l'abilità della preda a fuggire e riflettere la condizione fenotipica (pubblicità qualitativa), o possono pubblicizzare che la preda ha individuato il predatore (pubblicità percettiva). I segnali deterrenti per l'inseguimento sono stati riferiti per un'ampia varietà ditaxa, tra i quali pesci (Godin e Davis, 1995), lucertole (Cooperet al., 2004), ungulati (Caro, 1995), conigli (Holley, 1993), primati (Zuberbuhleret al., 1997), roditori (Shelley e Blumstein 2005, Clark, 2005) e uccelli (Alvarez, 1993, Murphy, 2006, 2007). Un esempio familiare di segnale deterrente per l'inseguimento mediante pubblicità qualitativa è il "saltellamento" (stotting opronking), una combinazione notevole di corsa con le zampe rigide mentre si salta simultaneamente, mostrata da alcuneantilopi come lagazzella di Thomson in presenza di un predatore. Sono state proposte almeno 11 ipotesi per spiegare il saltellamento. Una teoria oggi prevalente è che esso allerta i predatori che l'elemento della sorpresa è stato perso. I predatori come i ghepardi fanno affidamento sugli attacchi di sorpresa, provato dal fatto che le cacce raramente hanno successo quando l'antilope saltella. I predatori non sprecano energia in una caccia che probabilmente sarà infruttuosa (comportamento ottimale per la ricerca di cibo). La pubblicità qualitativa può essere comunicata con modalità diverse da quella visiva. Iltopo canguro dalla coda a bandiera produce parecchi schemi complessi di battere i piedi in numerosi contesti diversi, uno dei quali è quando incontra un serpente. Il battere i piedi può allertare la prole nei pressi, ma probabilmente trasmette vibrazioni attraverso il terreno che segnalano che il topo è troppo all'erta perché un attacco abbia successo, impedendo così l'inseguimento predatorio del serpente.[29]
Normalmente, i predatori tentano di ridurre la comunicazione con la preda perché questa ridurrà generalmente l'efficacia della loro caccia. Tuttavia, alcune forme di comunicazione tra predatore e preda si verificano in modi che cambiano il comportamento delle prede e rendono la loro cattura più facile, cioè con l'inganno da parte del predatore. Un esempio ben noto sono ipesci pescatori, predatori da agguato che aspettano che la preda venga da loro. Un pesce pescatore ha un'escrescenza carnosabioluminescente che sporge dalla fronte e che fa dondolare davanti alle sue fauci. I pesci più piccoli tentano di prendere l'esca, ponendosi così nella posizione migliore perché il pesce pescatore possa catturarli. Un altro esempio di comunicazione ingannevole si osserva nel genere dei ragni saltatori (Myrmarachne). Questi sono chiamati comunemente "ragnimirmecomorfi" (letteralmente "che hanno la forma di formica") in quanto imitano le sembianze e, talvolta, il comportamento delleformiche, agitando le zampe anteriori in aria per simulare delleantenne e nascondere il diverso numero di zampe (otto nei ragni, sei nelle formiche).
Vari modi nei quali gli esseri umani interpretano il comportamento degli animali, o impartiscono loro dei comandi, sono coerenti con la definizione di comunicazione interspecifica. L'interpretazione abile delle comunicazioni animali può essere cruciale per il benessere degli animali che vengono accuditi o addestrati dagli umani. Ad esempio, occorre riconoscere i comportamenti che indicano dolore. In realtà, può essere in gioco la sopravvivenza sia dell'animale che dell'essere umano se, ad esempio, questi non riesce a riconoscere un segnale di attacco imminente.
Dalla fine degli anni 1990, uno scienziato,Sean Senechal, sviluppa, studia e usa il linguaggio appreso visibile, espressivo nei cani e nei cavalli. Insegnando a questi animali un linguaggio gestuale (artificiale) simile allalingua dei segni americana, si è scoperto che gli animali usano i nuovi segni per conto proprio per ottenere ciò di cui hanno bisogno.[30] I recenti esperimenti sullinguaggio animale sono forse il tentativo più sofisticato finora di stabilire una comunicazione uomo-animale, anche se la loro relazione con la comunicazione animale naturale è incerta.
L'importanza della comunicazione è evidente dalla morfologia, dal comportamento e della fisiologia altamente elaborate che alcuni animali hanno sviluppato per facilitarla. Questi aspetti includono alcune delle strutture più impressionanti del regno animale, come la coda delpavone, i palchi delcervo maschio e il collare delclamidosauro, ma includono anche la modesta macchia rossa sul becco delgabbiano reale nordico. Per la comunicazione sono stati sviluppati comportamenti altamente elaborati come la danza dellegru, i cambiamenti di aspetto delleseppie, e la raccolta e disposizione dei materiali da parte degliuccelli giardinieri. Altre prove dell'importanza della comunicazione negli animali sono la prioritizzazione delle caratteristiche fisiologiche per questa funzione, ad esempio, ilcanto degli uccelli sembra avere strutture cerebrali interamente dedicate alla sua produzione. Tutti questi adattamenti richiedono una spiegazione evolutiva.
Ci sono due aspetti nella spiegazione richiesta:
Contributi significativi al primo di questi problemi furono apportati daKonrad Lorenz e da altri dei primietologi. Confrontando specie imparentate all'interno dei gruppi, essi dimostrarono che i movimenti e le parti del corpo che nelle forme primitive non avevano alcuna funzione comunicativa potevano essere "catturate" in un contesto nel quale la comunicazione era funzionale per uno o per entrambi i partner e potevano evolvere in una forma più elaborata, specializzata. Ad esempio,Desmond Morris mostrò in uno studio suifringuelli erbicoli[31] che in varie specie si presentava una risposta con uno strofinamento del becco, che serviva normalmente a lisciarsi le penne, ma che in alcune specie questo era stato elaborato in un segnale dicorteggiamento.
Il secondo problema è stato più controverso. I primi etologi assumevano che la comunicazione avvenisse per il bene della specie nel suo complesso, ma questo richiederebbe un processo diselezione di gruppo che si ritiene sia matematicamente impossibile nell'evoluzione degli animali con riproduzione sessuale. L'altruismo verso un gruppo non imparentato non è ampiamente accettato nella comunità scientifica, ma può essere visto piuttosto come altruismo reciproco, aspettandosi lo stesso comportamento dagli altri, un beneficio del vivere in un gruppo. Isociobiologi sostenevano che i comportamenti che beneficiavano un intero gruppo di animali potessero emergere come risultato di pressioni selettive che agivano unicamente sull'individuo. Una visione dell'evoluzione centrata sui geni propone che i comportamenti che consentivano a ungene di affermarsi più ampiamente all'interno di una popolazione sarebbero stati selezionati positivamente, anche se il loro effetto sugli individui o sulla specie nel suo complesso fosse stato dannoso.[32]
Nel caso della comunicazione, un'importante discussione diJohn Krebs eRichard Dawkins stabilì delle ipotesimanipolatorie per l'evoluzione di tali comunicazioni apparentementealtruistiche o mutualistiche come richiami di allarme e segnali di corteggiamento emersi in base a una selezione individuale[33]. Questo portò a comprendere che la comunicazione poteva non essere sempre "onesta" (in realtà, ci sono alcuni esempi ovvi in cui non lo è, come nelmimetismo). La possibilità di una comunicazione disonesta evolutivamente stabile è stata oggetto di molte controversie, conAmotz Zahavi in particolare che sosteneva che essa non può esistere nel lungo termine. Anche i sociobiologi si sono occupati dell'evoluzione di strutture di segnalazione apparentemente eccessive come la coda del pavone; si ritiene ampiamente che tali strutture possano emergere soltanto come risultato dellaselezione sessuale, che può creare un processo diretroazione positiva che conduce alla rapida esagerazione di una caratteristica, la quale conferisce un vantaggio in una situazione competitiva per la selezione del compagno.
Una teoria per spiegare l'evoluzione di caratteristiche come la coda del pavone è la "selezione incontrollata". Questa richiede due caratteristiche, una caratteristica che esiste, come la coda vivace, e una propensione esistente nella femmina a selezionare quella caratteristica. Le femmine preferiscono le code più elaborate, e così quei maschi sono in grado di accoppiarsi con successo. Sfruttando la psicologia della femmina, si mette in atto un ciclo di retroazione positiva e la coda diventa sempre più grande e più vivace. Alla fine, l'evoluzione si stanilizzerà perché i costi di sopravvivenza per il maschio non permettono che la caratteristica sia elaborata ulteriormente. Esistono due teorie per spiegare la selezione incontrollata. La prima è la teoria dei buoni geni. Questa teoria afferma che un'esibizione elaborata è un segnale onesto di idoneità e che l'esemplare che esibisce quella caratteristica è veramente un compagno migliore per l'accoppiamento. La seconda è l'ipotesi dell'handicap. Questa spiega che la coda del pavone è un handicap, che richiede energia per essere mantenuta e lo rende più visibile ai predatori. Così, il segnale è costoso da mantenere, e rimane un indicatore onesto della condizione del segnalante. Un'altra assunzione è che il segnale sia più costoso da produrre per i maschi di bassa qualità che per i maschi di qualità superiore. Questo è semplicemente perché i maschi di qualità superiore hanno maggiori riserve di energia disponibili da allocare nella segnalazione costosa.[1]
Etologi e sociobiologi hanno analizzato tipicamente la comunicazione animale in termini di risposte più o meno automatiche agli stimoli, senza sollevare la questione se gli animali interessati capiscano il significato dei segnali che emettono e ricevono. Questa è una domanda chiave nellacognizione animale. Ci sono alcuni sistemi di segnali che sembrano esigere una comprensione più avanzata. Un esempio molto discusso è l'uso dei richiami di allarme da parte deicercopitechi verdi.Robert Seyfarth e Dorothy Cheney dimostrarono che questi animali emettono richiami di allarme diversi in presenza di predatori diversi (leopardi,aquile eserpenti), e le scimmie che sentono i richiami rispondono appropriatamente, ma questa abilità si sviluppa nel tempo e tiene conto anche dell'esperienza dell'individuo che emette il richiamo. Anche la metacomunicazione, discussa sopra, sembra richiedere un processo cognitivo più sosfisticato.
È stato riferito in uno studio[34] che i tursiopi possono riconoscere informazioni sull'identità di altri esemplari dai fischi che questi emettono anche quando il fischio viene spogliato delle sue caratteristiche distintive, rendendo così i delfini gli unici animali oltre agli esseri umani che si è dimostrato trasmettono informazioni sull'identità indipendentemente dalla voce o dalla localizzazione dell'interlocutore. Lo studio conclude che:
(V. M. Janik,et al.[34])
Un altro tema controverso è la misura in cui i comportamenti umani assomigliano alla comunicazione animale, o se tutta questa comunicazione sia scomparsa come risultato della nostra capacità linguistica. Alcune di queste nostre caratteristiche corporee — sopracciglia, barbe e baffi, voci profonde dei maschi adulti, forse seni femminili — assomigliano fortemente ada adattamenti per produrre segnali. Etologi comeIrenäus Eibl-Eibesfeldt hanno sostenuto che gesti facciali come sorridere, sogghignare e illampo delle sopracciglia nel salutare sono segnali comunicativi umani universali che possono essere legati a segnali corrispondenti in altriprimati. Dato quanto recentemente è emersa la lingua parlata, è molto probabile che illinguaggio corporeo umano includa effettivamente alcune risposte più o meno involontarie che hanno un'origine simile alla comunicazione animale.
Gli esseri umani spesso cercano di imitare i segnali comunicativi degli animali al fine di interagire con loro. Ad esempio, i gatti danno una risposta affiliativa blanda chiudendo lentamente gli occhi; gli esseri umani imitano questo segnale nei confronti di un gatto domestico per stabilire una relazione tollerante. Accarezzare, coccolare e strofinare gli animali sono tutte azioni che probabilmente funzionano attraverso i loro naturali schemi di comunicazione interspecifica.
I cani hanno mostrato un'abilità di capire la comunicazione umana. Nei compiti di scelta degli oggetti, i cani utilizzano gesti comunicativi umani come il puntamento e la direzione dello sguardo al fine di localizzare giochi o cibi nascosti.[35] È stato anche dimostrato che i cani esibiscono un'inclinazione a sinistra dello sguardo quando guardano le facce umane, indicando che sono capaci di leggere le emozioni umane.[36] È interessante notare che i cani non fanno uso della direzione dello sguardo né esibiscono l'inclinazione a sinistra dello sguardo con altri cani.
Nel XXI secolo un nuovo approccio nel campo della comunicazione animale usa l'analisi comportamentale applicata (applied behaviour analysis, ABA), specificamente l'addestramento alla comunicazione funzionale (functional communication training, FCT). Questo FCT è stato usato precedentemente nelle scuole e nelle cliniche con esseri umani aventi bisogni speciali, come i bambini con autismo, per aiutarli a sviluppare il linguaggio.Sean Senechal nell'AnimalSign Center ha usato un approccio simile a questo FCT con gli animali addomesticati, come i cani (dal 2004) e i cavalli (dal 2000) con risultati incoraggianti e benefici per gli animali e le persone. L'addestramento alla comunicazione funzionale per gli animali, Senechal lo chiamaAnimalSign Language (letteralmente "lingua dei segni animale"). Questa include l'insegnamento della comunicazione attraverso i gesti (come lalingua dei segni americana), ilsistema di comunicazione per scambio di immagini (Picture exchange communication system, PECS), il picchiettio e la vocalizzazione. Per gli animali il processo comporta tecniche semplificate e modificate.
Per lalinguistica, l'interesse per i sistemi di comunicazione animale risiede nelle loro somiglianze e nelle loro differenze rispetto alla lingua umana.[37]
Una recente ed interessante area di sviluppo è la scoperta che neanche l'uso dellasintassi nella lingua, e l'abilità di produrre "frasi", è limitata agli esseri umani. Le prime prove valide di sintassi negli esseri non umani, riportate[38] nel 2006, sono delcercopiteco nasobianco maggiore (Cercopithecus nictitans) dellaNigeria. Queste sono le prime prove che alcuni animali possono prendere unità discrete di comunicazione e montarle in una sequenza che porta poi un significato diverso dalle singole "parole":
Risultati simili sono stati riportati recentemente nelcercopiteco di Campbell.[39]
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