Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Communitas Siciliae

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Carlo I d'Angiò eBeatrice di Provenza
Il cardinale Simon de Brion, futuroPapa Martino IV, incontraLuigi IX,re di Francia e fratello diCarlo I d'Angiò

LaCommunitas Siciliae more civitatum Lombardiae et Tusciae (trad. "Comunità siciliana, alla maniera delle città diLombardia eTuscia"[1]), chiamata ancheCommunitas Sicilie, fu un effimero esperimento politicobasso medievale, che nel1282, nella temperie deiVespri, interessò laparte insulare delRegno di Sicilia e vide quali protagoniste le città (definite, secondo l'ordinamento del regno,universitates demaniali)siciliane.

Ebbe una durata di poco più di cinque mesi: iniziò nella notte dopo il Vespro (quest'ultimo collocato, a seconda delle fonti, tra il 30 e il 31 marzo 1282) e si chiuse con l'ingresso aPalermo diPietro III di Aragona, il 4 settembre dello stesso anno[2].

Pur breve ed effimera, l'esperienza politica dellaCommunitas ebbe una «vita [...] complessa e singolare, la cui importanza trascende i confini dellastoria siciliana delDuecento»[2].

Storia

[modifica |modifica wikitesto]

Ebbe luogo nel1282, nel frangente storico deiVespri siciliani, la violenta e sanguinosa rivolta anti-angioina scoppiata aPalermo, e deflagrata sull'isola il 31 marzo di quello stesso anno. I suoi promotori si proponevano di dotare la Sicilia di unostatus federativocomunale: così fondata e strutturata, laCommunitas sarebbe stata sottoposta alla protezione dellaSacrosancta Romana Ecclesia (Nomen Romanae Matris Ecclesie invocantes, statum communem firmant)[3], a riconoscimento della formale dipendenza feudale del regno dal papato, una condizione risalente ai re normanni, peraltro affievolita, di fatto, dalla condotta politica diFederico II di Svevia negli ultimi due decenni (1230-1250) delsuo regno.

Ma il connubio politico costituito tra il papafranceseMartino IV, eletto al soglio di Pietro appena l'anno prima, ilRegno di Francia, da cui Martino proveniva, eCarlo d'Angiò, fratello delre di FranciaLuigi IX condusse alla cosiddetta "soluzione dinastica" della rivolta, per cui ilparlamento siciliano caldeggiò l'ingresso nell'agone politico di un nuovo soggetto: si trattava diPietro III di Aragona, la cuilegittimità dinastica, proveniva dalla discendenza dagliHohenstaufen di sua moglieCostanza, ultima figlia diManfredi, morto nellaBattaglia di Benevento combattuta nel1266 proprio contro Carlo d'Angiò.

LaCommunitas Siciliae coinvolse un nucleo di città dellaSicilia, che si raccolsero inParlamento generale nella città diMessina, città che era stata favorevole a Carlo d'Angiò durante la rivolta del 1268[4]. Giurarono solenne fedeltà e sottomissione allaChiesa cattolica, affermarono il rifiuto di nuove sottomissioni a un re straniero, dichiarandosi al contempo una confederazione diliberi comuni, alla maniera delle realtà civiche fiorite nell'Italia medievalecentro-settentrionale. L'adesione di Messina portò a due amministrazioni dististinte, seppur federate: lastrogotia di Messina, conAlaimo da Lentini, nella parte orientale dell'isola, e Palermo, dove predomina la tesi legittimista, per il richiamo dell'ultima erede degliSvevi, Costanza, moglie di Pietro d'Aragona.

Pietro III (riconoscibile dallacorona) dirige lo sbarco aTrapani della flotta aragonese il 30 agosto 1282.Miniatura dallaNova Cronica diGiovanni Villani (da unmanoscritto allaBiblioteca apostolica vaticana)

L'ostilità invece della Chiesa si concretizzò nella discesa in armi di Carlo d'Angiò che, giunto inSicilia, cinse in luglio d'assedio proprioMessina, strenuamente difesa da Alaimo da Lentini, considerato «il più autorevole esponente»[5] delle aspirazioni particolaristiche coagulatesi nellaComunità di Sicilia[5], mentre le altre forze dellaCommunitas non furono pronte al soccorso, fermandosi a Patti, solo a scopo difensivo.

Il precipitare degli eventi sul piano militare provocò il repentino accantonamento dell'estemporanea operazione politica. Dopo meno di quattro mesi, di fronte alla recrudescenza bellica, e al pericolo imminente di una riappropriazione francese dell'isola, anche gli stessi ispiratori di parte guelfa dellaCommunitas furono spinti a mettere da parte gli aneliti allalibertà comunale, per combattere insieme al blocco popolare-baronalelegittimista, una corrente che si riallacciava allatradizione sveva e, attraversoCostanza di Hohenstaufen, allacorona d'Aragona»[6].

Si rese necessario ricercare appoggio altrove, in un soggetto politico monarchico disposto a proporsi in chiave anti-angioina:Pietro III,re d'Aragona econte di Barcellona, e la moglie Costanza di Hohenstaufen, figlia diManfredi e ultima discendente diFederico II di Svevia avevano detto sì alla delegazione del parlamento siciliano giunta in Aragona.Agli ordini dell''almiranteRuggero di Lauria, La flotta di Pietro d'Aragona sbarcò aTrapani il 30 agosto1282. Carlo fu sconfitto il 26 settembre 1282 e, fece ritorno a Napoli, lasciando la Sicilia nelle mani di Pietro III. Pietro, nel maggio del 1283, lasciata la moglieCostanza II di Sicilia come reggente, tornò in Aragona, fino alla morte nel 1285.Con la discesa di Pietro d'Aragona si compiva la metamorfosi del Vespro da rivoluzione a guerra, dando l'avvio alleguerre del Vespro, con il primo accordo ufficiale, lapace di Caltabellotta, firmato solo il 31 agosto 1302.

La stagione dellaCommunitas Siciliae si esaurì in fretta, con il ritorno del regime feudale, mentre rapida si consumava anche quella del Vespro, la cui parabola politica travolse anche gli ispiratori siciliani della rivolta del Vespro:Alaimo da Lentini, infatti, avrebbe subito un destino di prigionia conclusosi con lamazzeratura presso l'Isola di Marettimo, mentre una fine infausta avrebbe falciatoGualtieri di Caltagirone, giustiziato nel 1283 proprio per mano delGran Giustiziere Alaimo; il terzoPalmiero Abate, sarebbe caduto in disgrazia e guardato con sospetto, messo in disparte per presuntaintelligenza col nemico[7][8]; infine il capopopolo delle prime ore della Rivolta del Vespro,Ruggero Mastrangelo, al fine di salvarsi la vita, spense il suo entusiasmo repubblicano eclissandosi definitivamente[9][10].

La precisa coscienza di quella imprevista metamorfosi può cogliersi nelle amare parole con cui l'avventurieraMacalda di Scaletta (moglie del capitanoAlaimo da Lentini), reclusa nel carcereMatagrifone di Messina, stigmatizzava dalla prigionia la piega inattesa assunta dagli eventi[7], rivolgendosi aRuggero di Lauria, ammiraglio italiano al servizio degli aragonesi[11], venuto a farle visita in carcere per rivendicare il feudo diFicarra che egli rivendicava. Apostrofando fieramente l'ammiraglio, Macalda esprimeva così la propria amarezza:

«Ecco come siamo rimeritati da Pietro vostro Re. Noi lo abbiam chiamato e fattolo nostro compagno non già nostro Signore; ma egli, recatosi in mano il dominio delregno, noi suoi sozii tratta siccome servi»

(Allocuzione diMacalda di Scaletta aRuggero di Lauria, riportata daBartolommeo di Neocastro inHistoria Sicula, cap.XCI)

Altro preciso segno di metamorfosi è possibile cogliere nel discorso diRuggero Mastrangelo dinnanzi alParlamento siciliano raccolto dal cronista catalanoBernat Desclot che assisteva ai lavori assembleari:

«Signori, sapete bene che questa terra è stata in aspro servaggio e mala segnoria. Ora è avvenuto, come niuno di Voi l'ignora, che Carlo è passato a Messina, e s'adopera a recuperare tutta la Sicilia e che tutti siamo dannati a morte certa. Ora ci è noto che il signor Re d'Aragona è andato a Coldiamogli, ed egli è nostro signor naturale per via della reina e de' suoi figlioli, mandiamogli dunque oratori, udito il parere di tutti, e invitiamolo a prendersi ilReame di Sicilia, come quello che è suo e dei suoi figlioli; e noi lo accomoderemo d'oro quanto ne abbia d'uopo per la guerra»

(Allocuzione diRuggero Mastrangelo riportata daBernat Desclot citato daFrancesco Renda in Storia della Sicilia - 1 dalle origini alla Rivoluzione del Vespro. Sellerio editore. Palermo.Pag441-442.)

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^"Delle città libere di Lombardia e Toscana", riferimento ailiberi comuni dellaLombardia (inteso anche comecoronimo medievale per indicare, più in generale, l'Italia settentrionale) e dellaToscana (Tuscia, in epoca medievale, era infatti un sinonimo della regione). Cfr.Antonino De Stefano,Federico III d'Aragona, re di Sicilia, 1296-1337, 2ª ed., Bologna, Nicola Zanichelli editore, 1956, p. 24,SBN PAL0239820.
  2. ^abPietro Egidi, p. 5.
  3. ^Pietro Egidi, p. 6.
  4. ^Massimo Oldoni,Saba Malaspina, inEnciclopedia fridericiana, II, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 1º giugno 2017.
  5. ^ab Ingeborg Walter,Costanza di Svevia, inDizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984.
  6. ^Salvatore Tramontana, p. 184.
  7. ^abSalvatore Tramontana, p. 44.
  8. ^Steven Runciman, p. 329.
  9. ^Mariano Lanza. "L'Identità rubata". Edizioni Arianna. Geraci Siculo 2023.Pag.290
  10. ^Francesco Renda. Storia della Sicilia - 1 dalle origini alla Rivoluzione del Vespro. Sellerio editore. Palermo.Pag441-442
  11. ^ Andreas Kiesewetter,Ruggero di Lauria, inDizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]
V · D · M
Vespri siciliani
Eventi storiciRivolta dei Vespri ·Communitas Siciliae ·Guerre del Vespro ·Assedio di Messina (1282) ·Battaglia di Nicotera (1282) ·Battaglia navale di Malta (1283) ·Assedio di Trapani (1284) ·Battaglia del golfo di Napoli (1284) ·Battaglia di Les Formigues (1285) ·Battaglia dei Conti (1287) ·Trattato di Tarascona (1291) ·Trattato di Anagni (1295) ·Battaglia di Le Castella (1297) ·Battaglia di Catanzaro (1297) ·Assedio di Siracusa (1298) ·Assedio di Trapani (1299) ·Battaglia di Capo d'Orlando (1299) ·Battaglia di Falconara (1299) ·Pace di Caltabellotta (1302) ·Pace di Catania (1347) ·Scacco di Ognina (1356) ·Trattato di Avignone (1372)
AragonesiPietro III ·Costanza II di Sicilia ·Alfonso III ·Giacomo I di Sicilia ·Federico III di Sicilia ·Pietro II di Sicilia ·Ludovico di Sicilia ·Giovanni di Randazzo ·Federico IV di Sicilia
AngioiniCarlo I ·Carlo II ·Filippo I di Taranto ·Roberto ·Giovanna I
PapiNiccolò III ·Martino IV ·Onorio IV ·Niccolò IV ·Celestino V ·Bonifacio VIII ·Giovanni XXII ·Clemente VI ·Gregorio XI
Altri sovrani europeiMichele VIII Paleologo ·Filippo III di Francia ·Filippo IV di Francia ·Edoardo I d'Inghilterra
Altri personaggi storiciGualtiero di Caltagirone ·Giovanni da Procida ·Alaimo da Lentini ·Macalda di Scaletta ·Palmiero Abate ·Enrico II di Ventimiglia ·Ruggiero di Lauria ·Carlo di Valois ·Artale I Alagona ·Blasco I Alagona ·Blasco II Alagona ·Matteo Palizzi
Luoghi legati ai VespriChiesa del Vespro ·Castello di Aci ·Castello Ursino ·Castello di Sperlinga
Leggende e tradizioniDrouet ·Antudo ·Shibboleth ·Dina e Clarenza ·Gammazita ·Pozzo di Gammazita ·Castagno dei Cento Cavalli ·Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit
Tutte le voci sui Vespri siciliani
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Communitas_Siciliae&oldid=142504734"
Categorie:
Categoria nascosta:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp