Logo Coca-Cola Coke usato negli anni '80Manifesto pubblicitario della fine dell'Ottocento interpretato daHilda Clark
La Coca-Cola fu inventata dalfarmacistastatunitenseJohn Stith Pemberton l'8 maggio1886 adAtlanta,Georgia, inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu "Pemberton's French Wine Coca". Quella di Pemberton era una variazione del cosiddetto "vino di coca" (oVin Mariani), una miscela divino e foglie dicoca che aveva avuto largo successo inEuropa quando era stata creata dal farmacistacòrsoAngelo Mariani.
L'alcol venne in seguito sostituito con un estratto delle noci dicola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall'uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale.[1] Quando anche la coca venne bandita (dalla pianta si estrae infatti lacocaina), venne scartato l'alcaloide dagli estratti dalle foglie di coca, mentre la cola (in noci) continuò ad essere usata.
Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per 2 300dollari vendetteformula e diritti della Coca-Cola adAsa Candler, uomo d'affari che aveva intuito il potenziale della bevanda e compreso l'importanza della pubblicità per diffonderla e per sbaragliare la concorrenza. Dopo la quotazione in borsa dell'azienda nel1919, la Coca-Cola cominciò la sua diffusione mondiale neglianni venti, trasformandosi in un 'business' di grandi dimensioni, gestito dalla The Coca-Cola Company con sede aNew York, e che comprende ulteriori bibite (meglio note col nome di bevande gassate) come laFanta e laSprite.
Nel1915 comparve la prima bottiglia nel tipico formato contour. Nel1927 la Coca-Cola viene importata inItalia. Nel1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel1980 anche quella in bottigliaPET. La bibita è disponibile nella maggioranza dei luoghi di ristorazione del mondo ed è la bevanda per eccellenza neifast food. Il marchio è stato più volte indicato da numerose ricerche come il più conosciuto al mondo.[2] La maggior rivale della Coca-Cola è laPepsi, ma ne esistono moltissime imitazioni.
La Coca-Cola vanta diversi luoghi legati interamente al marchio, tra i quali un museo adAtlanta, sede della compagnia, e alcuni negozi dimerchandising, iWorld of Coca-Cola diNew York eLas Vegas. Tra il2013 e il2015, in seno al progetto5by20, migliorare le condizioni di 5 milioni di donne nel mondo entro il 2020, aprirà in 20 paesi 2 000 eco-chioschi per fornire acqua potabile, elettricità, farmaci e internet gratis in risposta alle accuse di pubblicità ingannevole e dell'aumento dell'obesità, soprattutto quella infantile. A gestire questi chioschi saranno donne o piccoli imprenditori locali di Africa, Asia, Sud America e Nord America.[3]
La bevanda contiene un aroma denominato "7X" (o anche "merchandise #7", ossia aroma numero 7): si tratta di estratti dalle foglie della pianta di coca, privati delle sostanze (alcaloidi) psicotrope. Le foglie della qualitàErythroxylum novogranatense, coltivate legalmente in Perù, sono poi esportate in New Jersey, dove laStepan Company, sotto l'egida dell'ente antinarcotici statunitense DEA, provvede a ottenere l'estratto aromatico decocainizzato, la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company.[4]
I partner imbottigliatori sono controllati dalle sedi Coca-Cola di riferimento per il territorio[5] e ammontano a circa 250 al mondo.
Il celebre logo della Coca-Cola fu creato con scarsa attenzione nel1886 dal contabile dell'azienda,Artes Zetas Studioss, che fece solo alcuni piccoli ritocchi alla scritta, utilizzando come base ilcarattereSpencerian Script, che in quel tempo, negliStati Uniti era fra i più comuni e utilizzati.
Si lega a questo logo una leggenda metropolitana che si è diffusa piuttosto rapidamente nel mondo: sembra che osservando la scritta Coca-Cola allo specchio sia possibile interpretare l'immagine come una frase inlingua araba che recherebbe un messaggio contro la cultura islamica, "No a Maometto, No alla Mecca, no alle preghiere". In realtà è improbabile che al momento della creazione di questo logo, quando ancora non esisteva la multinazionaleThe Coca-Cola Company e nessuno si sarebbe aspettato il successo a livello mondiale che la bevanda avrebbe riscosso, si pensasse di inserire un simile messaggio all'interno del celebre logo. Anche ilGrand MuftiSheik Nasser Farid Wassel, importante figura religiosa egiziana, ha commentato questi fatti facendo notare come questo marchio fu scritto in caratteri latini e non arabici più di un secolo fa; è dunque una voce che ha soltanto danneggiato la multinazionale, con un forte calo delle vendite registrato in alcuni paesi islamici.[6]
Prototipo
Per il 100º anniversario della Coca-Cola, nel1986 è stato creato inCile, sul fianco di una montagna, il più grande logo Coca-Cola del mondo. Sono state utilizzate circa70 000 bottiglie di Coca-Cola e la scritta risulta di circa 30 per 120 metri. Nel2011 la scritta è stata rinnovata per il 125º anniversario.[7]
La Coca-Cola è famosa per i particolari contenitori che la rendono facilmente distinguibile rispetto alle altre confezioni di bevande analcoliche; in particolare, le frequenti variazioni promozionali nella decorazione delle lattine in presenza di eventi, come ilNatale o eventi sponsorizzati dalla bevanda, hanno reso queste ultime oggetto dicollezionismo. Le bottigliecontour, comparse nel 1916, hanno una forma particolare conmarchio registrato, probabilmente ispirata alle curve anatomiche dell'attriceMae West che indossava il particolare abito aderente dettohobble skirt.[8] Per lo stesso motivo, ebbe soprannome Coca l'attrice disexploitationIsabel Sarli.
Il design del prototipo è stato ideato nel1915 da Earl R. Dean, della Root Glass Company diTerre Haute,Indiana, che potrebbe essersi ispirato alla forma di un baccello dicacao.[9] Il prototipo venne scartato perché inadatto alle macchine imbottigliatrici; tuttavia ispirò le forme della bottiglia definitiva che entrò in produzione nel1916. Bottiglie similari, prima in vetro e poi in PET, sono state utilizzate anche dalla concorrentePepsi, ma dalla forma significativamente diversa per non violare ilcopyright della Coca-Cola Corporation.
Vecchio portabevande prodotto dalla Coca-ColaImbottigliamento fabbrica di Coca-Cola Canada Ltd. 8 gennaio 1941.Montréal,Canada
La ricetta della Coca-Cola non è mai stata rivelata in modo ufficiale, nemmeno in parte. È sicuramente cambiata più volte nel tempo, per allinearsi alle legislazioni nazionali dei vari paesi in cui viene prodotta e/o commercializzata; la formula viene quindi modificata in base al progresso di società e cultura, ottenendo anche tagli dei costi di produzione, a partire daglianni novanta.
Coca-Cola Company fa produrre la bevanda a fornitori imbottigliatori, unici per ogni determinato territorio, che ricevono il concentrato, prodotto unicamente dalla casa madre, e lo diluiscono conacqua gassata e zucchero secondo una prefissata proporzione, per poi procedere al confezionamento (bottiglia, lattina, fusto). Ad essere segreta e conosciuta solo da pochissime persone è quindi la ricetta del concentrato[13].
La composizione viene indicata sull'etichetta della bevanda. Gli ingredienti sono elencati in ordine di peso, tuttavia la Coca-Cola Company, come la maggior parte delle aziende alimentari, non ha mai reso pubbliche le proporzioni esatte degli ingredienti né la ricetta.
La Coca-Cola ha ricevuto critiche per il mancato rispetto di norme igieniche nelle fasi produttive e comportamenti antisindacali in Colombia[17], dove addirittura, secondo i sindacati, ha ispirato una campagna di terrore attuata dasquadre della morte per spaventare, uccidere e sequestrare sindacalisti e lavoratori sindacalizzati, come riporta un articolo del2001.[18] La Coca-Cola si è difesa affermando che altre società gestiscono gli impianti colombiani, sulle cui scelte la multinazionale non ha responsabilità.[18] È stato affermato anche che la multinazionale ha responsabilità indiretta per l'assassinio del sindacalista Isidro Segundo Gil, avvenuto alla fine del1996[18] e altrove, parlando della repressione attuata dai paramilitari, è scritto: "Otto omicidi, innumerevoli sequestri, aggressioni, trasferimenti forzati, montature giudiziarie e minacce".[19] Circa i comportamenti antisindacali,SINALTRAINAL ha detto: "Se un lavoratore parla con un lavoratore sindacalizzato l'impresa gli sospende il contratto": infatti la Coca-Cola viene accusata di isolare e di costringere a rinunciare alle convenzioni lavorative collettive i lavoratori a tempo indeterminato non sindacalizzati, come il primo dei due della citazione.[19]
I critici della Coca Cola sono a volte accusati dall'azienda di muoversi da posizioni ideologiche secondo logicheanti-imperialistiche eanti-globalizzazione. Secondo una classifica di Behind the Brands, la Coca Cola Company per quanto riguarda l'interesse nei confronti della terra e delle comunità che vi abitano riceve una votazione di 2/10 per le donne 5/10, per i produttori agricoli 3/10, per i braccianti agricoli 6/10, per il cambiamento climatico 6/10, per la trasparenza 5/10 e per l'acqua 5/10, con un punteggio totale di 46 su 100.[20]
Dopo diverse pressioni effettuate dall'associazione a tutela dei consumatoriCenter for Science in the Public Interest, che ha avviato una petizione rivolta allaFood and Drug Administration per vietare alcuni coloranti(E150d oppure 4-MEI o 4-MI) cancerogeni presenti nella Coca-Cola, la società multinazionale ha deciso di cambiare ricetta (ma solo inCalifornia dove è stato denunciato il fatto).[21]
La bevanda contiene acido fosforico che le conferisce un valore dipH di circa 2,4, compreso tra quello delsucco gastrico (pH 1,5) e quello dell'aceto (pH 3,0), il pH della bevanda non risulta particolarmente dannoso a livello gastrico in quanto il pH dello stomaco raggiunge normalmente valori inferiori, da 1 a 2.[22]
La Coca Cola Company ha sempre mantenuto il riserbo sull'elenco degli ingredienti: tra le motivazioni addotte dell'azienda, una è quella che gli stessi sono già per legge presenti in etichetta, anche se non è resa pubblica, dal momento che la legge non lo richiede, l'esatta composizione delle sostanzearomatizzanti che vengono invece comprese sotto la generica indicazione di legge di "aromi naturali".[23]
Nel maggio2006 lo Stato dellaCalifornia ha accusato laThe Coca-Cola Company di aver importato dalMessico e distribuito per almeno quattro anni bottiglie con alto contenuto dipiombo nella vernice delle etichette.[24] L'azienda ha respinto le accuse, a differenza dellaPepsi, che per un'accusa analoga risalente ad alcune settimane prima preferì pagare una multa da 2,25 milioni di dollari e ritirare dal mercato le confezioni sospette.
Il sindacatoSINALTRAINAL, per accertare le responsabilità degli esecutori e dei mandanti delle violazioni dei diritti umani e dei crimini e condannarli, per ottenere una politica aziendale che dia condizioni corrette ai lavoratori e che permetta l'attività sindacale, e per avere un risarcimento dei danni, ha fatto partire una campagna di boicottaggio,[19] laStop Killer Coke, lanciata nel2005.
Alcuni ritengono che la Coca-Cola Company sia famosa anche per aver dato il caratteristico colore rosso al costume di cui parla la leggenda diBabbo Natale, che si può ricollegare ed identificare con il vescovosan Nicola (protettore dei bambini), divenuto in seguito Santa Claus nei paesi anglosassoni.[25]
In realtà Babbo Natale era già stato raffigurato con un vestito rosso prima delle campagne pubblicitarie natalizie dell'azienda nel 1931, in particolare dalle documentazioni iconografiche del disegnatoreThomas Nast e in una cartolina di Natale stampata daLouis Prang. Tuttavia, la Coca-Cola ha contribuito a creare l'immagine dell'abbigliamento "moderno" di Babbo Natale, introducendo questa nuova figura dall'aspetto affabile e umano.[26]
Thomas Oliver.Coca contro Coca. Edizione del Sole 24 Ore, 1988
AAVV.Memorabilia Club News. Organo del Memorabilia Club, dal 1988 in poi
Mariateresa Biasio, Ugo Fadini.Coca-Cola, un mito. 112 pp, Leonardo De Luca Editori srl, 1992
AAVV.Cocart - Bevete arte contemporanea - Catalogo mostra FAGIB S.p.A. Verona. 156 pp, bp Bianca Pilat, Vignate, 1992
Mark Pendergrast.Per Dio, la patria e la Coca-Cola: la vera storia (non autorizzata) della bibita più famosa del mondo. Piemme,Casale Monferrato, 1993.ISBN 88-384-1953-1
Fiora Steinbach Palazzini.Nata per vincere - Storia e mito della Coca-Cola. 176 pp, IdeaLibri s.r.l., Rimini, 1996ISBN 88-7082-299-0