Clemente Graziani | |
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Leader di Ordine Nuovo | |
Durata mandato | 1969 – 1973 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Pierluigi Concutelli |
Dati generali | |
Partito politico | Movimento Sociale Italiano (1946–1956) |
Clemente Graziani | |
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Soprannome | Lello |
Nascita | Roma, 17 marzo 1925 |
Morte | Asunción, 12 gennaio 1996 |
Etnia | Italiana |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna d'Italia |
Battaglie | Battaglia di Montecassino |
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Manuale |
Clemente Graziani, dettoLello[1] (Roma,17 marzo1925 –Asunción,12 gennaio1996), è stato unpoliticoitaliano, conosciuto come uno dei dirigenti diCentro Studi Ordine Nuovo e poi fondatore del movimento politico terroristicoOrdine Nuovo.
Orfano di padre a tre anni, conseguì il diploma all'Istituto commerciale e trovò lavoro alMinistero dei trasporti, che però abbandonò poco dopo per presentarsi volontario nellaRegia Marina falsificando i documenti data la giovane età. Disertò ben presto dopo l'aggressione a un ufficiale.
Nell'inverno1944 si arruolò volontario nell'esercito dellaRepubblica Sociale Italiana. Durante labattaglia di Montecassino fu impegnato con compiti di collegamento tra prima linea e retrovia. Partecipò alla ritirata fino a Roma.
All'arrivo degliAlleati trovò lavoro in un'autorimessa e, appena finita la guerra, cominciò l'attività politica, per lo più attivistica. Partecipò alla fondazione delMovimento Sociale Italiano, ma non ne prese subito la tessera.
In questo periodo iniziava la sua formazione culturale. Alla Biblioteca nazionale lesse per caso un libro diJulius Evola, decise d'incontrarlo e da allora iniziò tra loro un sodalizio molto intenso. Evola divenne per Graziani e per tutti i giovani che ruotavano attorno alle rivisteImperium eLa Sfida (i cosiddettifigli del sole) il padre spirituale della destra tradizionalista.
Fu arrestato nel1949 perché responsabile del tentato affondamento della nave-scuolaCristoforo Colombo destinata all'Unione Sovietica come risarcimento dei danni di guerra[2]. Prese quindi parte agli attentati dei FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria)[3] e dellaLegione Nera nel 1951, e negli incidenti allaGarbatella.
Per la Legione, Graziani,Franco Dragoni eFausto Gianfranceschi dedicarono la serata del 12 marzo 1951 ad attentati dinamitardi per le strade di Roma; in particolare, Graziani si occupò di una finestra delMinistero degli Esteri[1]. Le indagini, spronate anche da altri attentati successivi, portarono all'incriminazione di diversi esponenti dell'ultradestra del tempo, ci furono retate (guidate daFederico Umberto D'Amato[4]) che a maggio portarono al fermo dello stesso Evola, e nel successivo giugno ci fu il processo; Graziani, Dragoni e Gianfranceschi ebbero le condanne più severe, a un anno e 11 mesi[1].
Più tardiPaolo Signorelli avrebbe ricordato che Graziani era illeader della Legione Nera, anzi fu lui a darle il nome[4].
Nel1953 Graziani costituì conPino Rauti, Paolo Andriani e Paolo Signorelli ilCentro Studi Ordine Nuovo, laboratorio di idee che si rifaceva agli insegnamenti di Evola, come componente interna del Movimento Sociale Italiano. Al congresso nazionale missino di Milano del novembre 1956 si alleano con la "sinistra" di Almirante e Massi, perdendo di misura sui moderati di Michelini che è confermato segretario. Tutto il gruppo di Ordine Nuovo esce allora dal partito[5].
In questo periodo gli fu concessa la tessera dell'OAS francese (organizzazione paramilitare dedita all'attività terroristica per impedire l'indipendenza dell'Algeria), "privilegio" sino ad allora assicurato solo ad un altro italiano.
Nel1969, quandoGiorgio Almirante assunse la guida del partito alla morte diArturo Michelini, Rauti e quasi tutti i dirigenti del "Centro studi ON" rientrarono nell'MSI; il 21 dicembre Graziani con i pochi dirigenti dissidenti, fra i qualiElio Massagrande[3],Paolo Signorelli eCarlo Maria Maggi, fondò invece ilMovimento Politico Ordine Nuovo, che mantenne come emblema l'ascia bipenne racchiusa in un cerchio bianco su sfondo rosso. Il movimento pubblicò il periodicoOrdine Nuovo Azione e divenne l'organizzazione più consistente delladestra extraparlamentare[1].
Il rifiuto di rientrare nel MSI fu così spiegato da Graziani:
(Clemente Graziani, citato in Caprara, Semprini,op.cit.[1])
Nel1971 laProcura della Repubblica di Roma aprì un procedimento contro il movimento perricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista: poiché l'accusa non riguardava fatti di sangue o episodi di violenza politica, Graziani parlò di "processo alle idee"[6][7]. La sua latitanza iniziò poco dopo la sentenza del primo processo a Ordine nuovo, emessa il 21 novembre1973, con cui fu condannato a 5 anni e 3 mesi di reclusione (ridotti in appello a 3 anni) e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il giorno dopo il movimento fu posto fuorilegge dal ministro dell'Interno dell'epoca,Paolo Emilio Taviani.
Nelle sue memorie Taviani ebbe poi a raccontare di un incontro con il pubblico ministeroVittorio Occorsio avvenuto in corso di processo, prima della sentenza, durante il quale il magistrato gli chiese: "Tutto finirà ancora una volta nel nulla?", e il ministro rispose di no, essendosi reso conto della pericolosità assunta dal movimento[1][7]. E sempre allo stesso riguardo, lo stesso Taviani raccontò che una volta preparato il decreto di scioglimento del movimento, giunto aPalazzo Chigi registrò la contrarietà diMariano Rumor, diAldo Moro e del capo di gabinetto Piga, per il quale il decreto era incostituzionale; allontanatosi Moro, il consiglio dei ministri lo avrebbe allora approvato all'unanimità[1][7]. La remora dell'incostituzionalità dipendeva dal fatto che lo scioglimento di un organo politico, quindi la privazione di diritti politici, veniva fatto dipendere da una sentenza di primo grado e non da una condanna definitiva, come lo stesso Taviani confermava fosse nelle previsioni dellalegge Scelba[1][7]. Fu invece interpretata la legge dando corpo (nel senso mostrato dai fatti) all'ipotesi "qualora, con sentenza, risulti accertata" la ricostituzione del partito fascista[4].
Graziani realizzòAnno Zero, periodico che ricalcava i contenuti diOrdine Nuovo Azione e che rappresentava la continuazione di ON; la testata doveva nelle previsioni occuparsi di problemi sociali, ma ne uscirono solo quattro numeri[8]. Dalla latitanza promuove, in Francia, il giornaleAnnée Zéro.
Negli anni che seguirono Graziani fu accusato di numerosi fatti, come il tentatogolpe Borghese, la cospirazione dellaRosa dei venti, gli attentati a firma diOrdine Nero, il ferimento dell'esule cilenoLeighton, l'unificazione conAvanguardia Nazionale. Infine, l'omicidio del giudiceVittorio Occorsio, per il quale fu spiccato anche per Graziani un mandato di cattura internazionale.
Arrestato e processato aLondra, le autorità delRegno Unito non concessero l'estradizione per l'inconsistenza delle prove, tanto che il giudice inglese si rammaricò di non poter condannare lo Stato italiano al pagamento delle spese processuali.[2] Dopo la Grecia deicolonnelli (alle cui autorità militari si presentò dichiarandosi disponibile a combattere in un'eventuale guerra contro laTurchia) e l'Inghilterra, Graziani riparò prima nellaBolivia diBanzer, cioè l'unico paese che lo accettava ufficialmente nonostante i mandati di cattura internazionali, e poi inParaguay, dove per la seconda volta fu negata l'estradizione in Italia. Graziani si stabilì nelChaco e divenneganadero, ovvero allevatore di bestiame.
Non trascurò però l'impegno politico: molti sono gli scritti, i saggi e i progetti di riviste prodotti durante questo periodo. Stabilitosi inParaguay aprì la sua casa diAsunción a coloro che venivano a trovarlo dall'Italia; lo raggiunsero amici e famiglia, a cominciare dalla moglie Fiorella e i figli. Nel frattempo, cadevano le accuse nei suoi confronti: fu assolto dalle rimanenti imputazioni, compresa la più grave, ossia quella legata all'omicidio Occorsio, da cui fu scagionato con formula piena. Gli restavano da scontare solo 8 mesi di reclusione, pena residua del primo processo a Ordine Nuovo.
La salute cominciava a vacillare e quindi si impegnò nella sistemazione delle situazioni familiari e private. Morì ad Asunción il 12 gennaio 1996.
Così lo descrisse Pino Rauti dopo la morte:
(Pino Rauti, intervista 1996[9])
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