Lacivitas sine suffragio (latino per "cittadinanza senza voto") era un livello dicittadinanza dellaRepubblica romana che garantiva tutti i diritti dicittadinanza romana, tranne il diritto di voto nelle assemblee popolari. Questo status fu all'inizio esteso ad alcunecittà-Stato incorporate nella Repubblica dopo lo scioglimento dellaLega Latina nel338 a.C. Divenne poi la regola romana per l'incorporazione di vari territori italici conquistati. Un esempio è costituito daCapua (338 a.C.) eTeano (334 a.C.). Un altro esempio è quello che ci fornisceStrabone a proposito degli abitanti diCaere (Cerveteri), ed iscritti nelle "Tavole Ceretane" (nel353 a.C.).[1]
In questa categoria si trovavano imunicipia sine suffragio, ai quali appartenevano quei popoli che avessero mostrato, almeno nei ceti dirigenti, di volersi integrare con Roma, sebbene negli strati più umili della popolazione non ci fosse ancora questa predisposizione. Questa condizione particolare «consigliava un processo di integrazione cauto e graduale». Questi nuclei cittadini non solo favorivano il controllo su genti amiche della Repubblica romana, potevano anche contribuire ad immettere nuove forze vitali nel ceto dirigente romano (nobilitas). A queste realtà locali si permetteva di avere magistrature, istituzioni e lingua nativa, quasi illudendo la popolazione di avere ancora una qualche indipendenza dal potere centrale di Roma; era concesso anche loius connubii, loius commercii e loius migrandi; offriva alle aristocrazie locali, seppure in modo più lento rispetto ai Latini, la possibilità di ottenere la cittadinanzacum suffragio, e di accedere quindi alle cariche pubbliche ed entrare insenato.[2] E se le varie amministrazioni cittadine erano sufficientemente autonome e gli affari interni erano curati dai magistrati locali, le questioni di ordine giudiziario erano invece demandate ad unpraefectus iuri dicundo nominato a Roma dalpraetor urbanus. Vero è che non tutti i municipi erano poi sede di un prefetto; capitava spesso che più città fossero riunite sotto la giurisdizione di un solo responsabile (ilpraefecus) e che, pertanto, risiedesse in una sola di queste, al centro di un'area giurisdizionale chiamatapraefectura.[3]
In quest'ultima categoria rientravano i centri diCaere (Cerveteri), iVolsci diArpino,Privernum,Trebula Suffenas,Fabrateria Vetus,Aquinum eCasinum, gliEquicoli, le città diFundi,Formiae,Capua e iCampani,Cuma,Suessula,Acerra,Cures Sabini ePraetut.[3]