(italiano) «E arrivammo all'isola Eea: vi abitava Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana»
(Odissea, X, 135-6; traduzione di G. Aurelio Privitera.)
Figlia diElio e della ninfaPerseide, i suoi fratelli sonoEete (re dellaColchide e padre diMedea),Pasifae (moglie diMinosse e madre diFedra, diArianna e delMinotauro) ePerse. Secondo un'altra tradizione è figlia del Giorno e della Notte. Stando invece a quanto riportaEuripide nellaMedea, quest'ultima viene descritta come figlia dei sovrani della Colchide, ossia Eete e Ecate. Essendo Eete figlio del Sole (e così si spiegherebbe l'etimologia del nome Eete, da ἕως [eos], aurora, sole), dunque Circe sarebbe sorella del re e zia di Medea (mortale).
Omero colloca l'isola ad Oriente (cfr. XII,3: νῆσόν τ' Αἰαίην, ὅθι τ' Ἠοῦς ἠριγενείης/οἰκία καὶ χοροί εἰσι καὶ ἀντολαὶ Ἠελίοιο); la tradizione successiva identificherà questa con il promontorio Circeo nel Lazio[3].
La sua dimora è in un palazzo circondato da un bosco, abitato da festose bestie selvatiche[4] (Virgilio inÆneis, VII, 19-20, ci dice che queste bestie altro non sono che uomini così ridotti dai sortilegi della dea-maga:quos hominum ex facie dea saeva potentibus herbis induerat Circe in voltus ac terga ferarum) che ella aveva incantato con filtri maligni (τοὺς αὐτὴ κατέθελξεν, ἐπεὶ κακὰ φάρμακ᾽ ἔδωκεν, X, 213).
Ulisse, dopo aver visitato il paese deiLestrigoni, giunge all'isola diEea. L'isola, coperta da fitta vegetazione, sembra disabitata e Ulisse invia in ricognizione parte del suo equipaggio, sotto la guida diEuriloco. In una vallata gli uomini scoprono che all'esterno di unpalazzo, dal quale risuona una voce melodiosa, vi sono animali selvatici. Tutti gli uomini, con l'eccezione di Euriloco, entrano nel palazzo e vengono bene accolti dalla padrona, che altro non è che Circe. Gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Subito dopo, Circe li spinge verso le stalle e li rinchiude.
(italiano) «E quella, subito uscì e aprì le porte splendenti e li invitò: essi, stolti, tutti insieme la seguirono. Euriloco invece rimase indietro: sospettò l’inganno. Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi, e per essi formaggio e farina e giallognolo miele mescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunse veleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra. Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subito li percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile. Ed essi di porci avevano e testa e voce e peli e tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima. Così quelli piangenti furono rinchiusi; e a loro Circe buttò ghiande di leccio e di quercia e corniolo, quali sempre mangiano i porci che dormono per terra.(Od. X,230-243)»
( Omero,Odissea: testo greco a fronte, a cura di Vincenzo Di Benedetto, Milano, Rizzoli, 2010, pp. 565-567.)
Euriloco torna velocemente alla nave e racconta a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano diItaca decide di andare da Circe per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dioErmes, messaggero degli dèi, con le sembianze di un ragazzo cui spunta la prima barba, che gli svela il segreto per rimanere immune ai suoi incantesimi: se mischierà in ciò che Circe gli offre da bere un'erba magica chiamatamoly, non subirà alcuna trasformazione; quando ella lo toccherà con la sua verga, egli dovrà gettarsi contro di lei come per trafiggerla con la spada.
Ulisse raggiunge Circe, la quale gli offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma Ulisse, avendo avuto la precauzione di mescolare ilmoly con la bevanda, non si trasforma in porco. Seguendo le indicazioni di Ermes, l'eroe sguaina la spada, al che ella riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in porci.
Dopo un anno, Ulisse è costretto a cedere ai desideri dei suoi compagni, che vogliono tornare a casa; chiede, dunque, a Circe la strada migliore per il ritorno, e la dea gli consiglia di visitare prima gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovinoTiresia. Al ritorno dagli inferi, Circe darà ad Ulisse numerosi suggerimenti su come superare al meglio le successive difficoltà lungo la strada per Itaca.
Secondo la tradizione, Circe ebbe un figlio da Ulisse,Telegono.
La figura di Circe appare per la prima volta nell'Odissea dove viene chiaramente e ripetutamente indicata come dea. Questa dea, figlia diElio, il dio Sole e della ninfa oceanina,Perseide, ha il potere di preparare dei potenti "pharmaka" con i quali trasforma a sua volontà gli uomini in animali. Tale trasformazione non fa perdere agli sventurati il proprionous ("consapevolezza").
Il termine e la nozione greca dimágos era del tutto sconosciuto all'autore dell'Odissea in quanto introdotto secoli dopo da Erodoto per indicare i sacerdoti persiani.
Con il termine moderno di "mago" si indica comunemente un personaggio che esercita la magia, gli incantesimi, che prepara potenti "pozioni" magiche, un essere dotato di poteri soprannaturali. Tale termine entra in lingua italiana già prima del XIV secolo proveniente dal latinomagus, a sua volta dal greco anticomágos, a sua volta dall'alto persianomaguš. Se l'etimologia è chiara e diretta, i significati nell'antichità erano molto diversi da quelli moderni.
«Nel caso della cultura greca e di quella romana, tuttavia, è proprio sul piano linguistico che si annida il rischio maggiore: data l'origine greco-romana del termine "magia" (mageia in greco,magia in latino), si potrebbe infatti essere portati ad attribuire, fosse anche inconsapevolmente, alle parole antiche un significato moderno, estraneo al loro orizzonte culturale.»
(Marcello Carastro)
«Il terminemágos, e i suoi derivatimagheía,maghikós,magheúein, sono attestati in greco fin dall'epoca classica, e forse anche un poco prima. La loro origine è chiarissima: la parola proviene dall'universo religioso dei Persiani, in cui ilmágos è un prete, o in ogni caso uno specialista della religione. È Erodoto a parlarcene per primo: imágoi che formano una tribù o società segreta persiana, hanno la responsabilità dei sacrifici reali, dei riti funebri, della divinazione, e dell'interpretazione dei sogni. Senofonte li qualifica come "esperti" in "tutto ciò che concerne gli dèi".»
(Fritz Graf,La magia nel mondo antico. Bari, Laterza, 2009, p. 21)
È quindiErodoto che introduce il termine nella lingua greca adattandolo dall'alto persiano e lo fa per descrivere il sacrificio dei Persiani atto a rendere favorevole l'attraversamento dell'esercito diSerse delfiume Strimone. Imágoi immolano dei cavalli bianchi, ma Erodoto, descrivendo la bellezza, quindi l'esito positivo del sacrificio da parte dei sacerdoti persiani, utilizza un verbo che non appartiene alla tradizione cultuale greca,pharmakeuein (cfr. VII, 113). Tale termine nella lingua greca indica piuttosto delle preparazioni rituali che possono avere, come nel caso di medicinali o di veleni, degli effetti opposti. Erodoto ritiene che il rito persiano sia piuttosto una sorta di preparazione "potente", certamente con delle connotazioni negative, come parte della loro cultura religiosa è agli occhi del greco Erodoto. Allo stesso modo lo storico greco indica le intonazioni sacrificali dei Persiani che richiamando la propriateogonia suonano all'orecchio di Erodoto non come una preghiera rituale quale si riscontra nella pratica cultuale del greco, ma come una "epode", un incantesimo.
Saranno proprio questi termini,pharmaka edepodai collegati da Erodoto aimagoi a generare nella cultura greca quel malinteso che inventa la nozione di "magia" in Grecia[5].
Per questa ragione «nell'Odissea Circe non è una maga (e in termini greci, non potrà esserlo prima del V secolo a.C.)» ma solo «una dea terribile, che trasforma arbitrariamente gli uomini in animali»[6].
Nel 2018 la scrittrice americanaMadeline Miller racconta nel romanzoCirce la vita della dea, in una rilettura basata sulle fonti omeriche, ma con una delineazione del personaggio molto più "umana" e caratterizzata. Il romanzo è stato finalista per ilWomen's Prize for Fiction. Scritto in lingua inglese, è stato tradotto in altre sei lingue, tra cui l'italiano.
All'interno del romanzo sono riprese le ambientazioni dell'Odissea: per esempio, vi sono riferimenti aScilla eCariddi situate, secondo il mito, nellostretto di Messina. Il riferimento principale è quello all'isola diEea che si trova, sempre secondo il mito, al sud diRoma nelMar Tirreno e corrisponde, oggi, all'attuale promontorio del Circeo, nel Parco Nazionale del Circeo, in provincia di Latina. L'isola è infatti il luogo di esilio dove abita la dea Circe.
La storia si apre con la nascita di Circe alla corte del dioElios suo padre, dove la dea vive fino al giorno del suo esilio. La sua infanzia è priva di affetto sia genitoriale che fraterno. Circe, infatti, cerca sempre un modo per rendere orgogliosa la sua famiglia fallendo ogni volta. Quando però scopre i suoi poteri di dea-maga, grazie ad una particolare pianta, viene considerata un mostro ed esiliata. Sull'isola di Eea Circe comprende appieno i suoi poteri e quello che è in grado di fare. Per esempio, riesce ad evocare dei leoni che le faranno compagnia durante la sua vita sull'isola. Inoltre riesce a preparare delle pozioni magiche, dette "pharmaka", con le quali può tramutare le persone in animali, a seconda della loro personalità. Durante la sua vita fa la conoscenza di molte figure maschili, positive, comeErmes che le portava notizie dal mondo esterno, oppure negative, come i pirati che si approfittano della sua ospitalità e le usano violenza[8].
^Herbert Jennings Rose, p. 468; Franco Ferrariet alii, p. 626
^«La sua casa è circondata da bestie selvatiche che accolgono festevolmente i nuovi arrivati» AA.VV.,Dizionario di antichità classiche, edizione in 2 voll. e 1 vol. (traduzione in italiano dell'Oxford Classical Dictionary, OCD2, ed. 1970). Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p.468.
^Marcello Carastro.L'invenzione della magia in Grecia. InGrecia mito e religione vol.6 diL'antichità (Coordinatore del Comitato scientifico:Umberto Eco). Milano, Encyclomedia Publishers-CRS, 2011 pag. 434
^(EN)Circe, suGazetteer of Planetary Nomenclature.URL consultato l'8 gennaio 2016.
^(EN)Circe, sumadelinemiller.com.URL consultato il 22 luglio 2019.