Ciparisso (dallatinoCyparissus; ingreco antico:Κυπάρισσος?,Kyparissos) è un personaggio dellamitologia greca. Fu uno dei ragazzi più amati daApollo, ma alcune versioni alternative della storia riferiscono che fu concupito ed ammirato anche da altre divinità.
Nel racconto più noto della vicenda, la compagnia preferita del giovane Ciparisso era un belcervo addomesticato, che accidentalmente finì con l'uccidere col suogiavellotto durante una battuta di caccia svoltasi all'interno di un boschetto. Il dolore del ragazzo era talmente grande ed inconsolabile che finì per trasformarsi in unCipresso, l'albero della tristezza esimbolo classico dellutto; si tratta pertanto di unmito di fondazione atto a spiegare l'eziologia della relazione sussistente tra la pianta ed il suo significato culturale.
Ciparisso era secondo una versione figlio diTelefo e quindi nipote delsemidioEracle; in alternativa è presentato come un giovane appartenente a umile famiglia. In ogni caso la sua storia è ambientata aChio. Il soggetto è noto principalmente grazie allaletteratura latina durante l'ellenizzazione e agliaffreschi rinvenuti aPompei antica.[1]
Non è stato identificato alcunculto degli eroi a lui dedicato.
Ilmito di Ciparisso, così come quello del suo coetaneoGiacinto, principe spartano, è stato spesso interpretato come il riflesso del costume sociale dell'anticapederastia istituzionalizzata nell'antica Grecia, con il ragazzo amato comeeromenos dal dio in versione dierastès. Questo rimando mitologico al concetto dipederastia greca rappresenta il processo diiniziazione alla vita adulta di tutti gli adolescenti di sesso maschile,[2] con il passaggio attraverso una "morte etrasfigurazione" per il più giovane eromenos. In tutti questi racconti, osservaKarl Kerényi, i bei ragazzi sono dei doppi di Apollo stesso,[3] come dei suoialter ego.
Ilcervo comedono fatto da Apollo riflette l'usanza ben presente nella società greca arcaica che vede il maschio più anziano (erastes appunto) regalare al suo amato un animale, un atto spesso accennato anche nella pittura vascolare dellaceramica greca.[4] Nel contesto iniziatico, la caccia è invece una preparazione - sotto la sorveglianza maschile adulta - per le arti virili della guerra, oltre che un banco di prova per il comportamento ed il rafforzamento del carattere, con il cervo recato in dono che diviene la preda del cacciatore.[5]
La docilità e mansuetudine del cervo può essere l'invenzione delpoeta latino dell'età augusteaPublio Ovidio Nasone,[6] e di una inversione tardiva letteraria del ruolo tradizionale del ragazzo. Il Ciparisso di Ovidio è così fortemente addolorato dall'aver ucciso accidentalmente il suo animale domestico che chiede ad Apollo di permettere che le sue lacrime scorrano per sempre. Il dio acconsente trasformando così il ragazzo in un albero di cipresso (latino:Cupressus), la cuiresina vegetale sulfusto ha la forma di goccioline del tutto simili a lacrime.
Ovidio incornicia il racconto all'interno della storia del musicoOrfeo; questi, dopo la mancata riuscita nell'impresa di recuperare la sua sposaEuridice dalla morte, è indotto ad abbandonare l'amore verso delle donne per favorire invece quello rivolto ai bei ragazzi. Quando Orfeo suona la suacetra, anche gli alberi sono smossi nel profondo dalla sublime bellezza di quella musica; nella famosa cavalcata degli alberi che segue, la posizione del cipresso alla fine richiede una transizione verso il racconto della trasformazione fisica di Ciparisso.[7]
Un'altra tradizione romana fa dell'adolescente l'amante del dio dei boschiSilvano.[8] Un'invocazione tratta daPublio Virgilio Marone di «Silvano che porta il cipresso snello sradicato»[9] è stato spiegato nel commento diServio Mario Onorato[10] come allusivo ad una storia d'amore. Nel suo breve racconto, Servio differisce da Ovidio principalmente nel sostituire Silvano con Apollo, ma cambia anche il genere del cervo, oltre a rendere il dio direttamente responsabile della sua morte:
Non è chiaro se Servio stia inventando un "aition" (eziologia), una storia per spiegare perché Silvano era raffigurata in possesso di un ramo sempreverde, o per registrare una versione altrimenti sconosciuta.[12] Altrove, Servio cita una versione in cui l'amante di Ciparisso eraZefiro, ilvento diponente.[13] Il cipresso, egli osserva, è stato associato col regno diAde, o perché non crescono più quando vengono potati troppo severamente, o perché inAttica le famiglie in lutto sono inghirlandate con rametti e foglie di cipressi.[14]
Secondo una tradizione diversa Ciparisso, forse non lo stesso trattato fino ad ora, era il figlio diOrcomeno - figlio diEteocle e fratello diMinia - il mitico fondatore di Kyparissos inFocide, che in seguito fu chiamataAnticira.[15]
La parolaCupressus è stata utilizzata per descrivere ungenere diCupressaceae; questo genere è stata descritto per la prima volta nel XVIII secolo dal biologo svedeseLinneo. Nei tempi moderni c'è un dibattito tassonomico riguardo quali specie dovrebbero essere mantenute nel genere "Cupressus".[16]
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