Secondo Michele Sarconi, il nome deriverebbe dalle cinque torri che cingevano la fortificazione difensiva[7]. Il conte di GeraceAntonio Caracciolo entrò in possesso della baronia di San Giorgio grazie alla ReginaGiovanna I d'Angiò, in seguito acquistò i due casali di Mossuto e Capperano, mentre tra il1370 e1389 unificò cinque villaggi, ai quale diede il nome diQuinquefrondium (Cinquefrondi).[8][9][10][11]
«Dice Proclo, che dopo Altano e Morgeto, i Locresi edificarono un Castelletto, il qual hoggi noi chiamiamo Cinquefrondi: Proclo dunque collocando Morgeto tra Altano, e Cinquefrondi.»
(Girolamo Marafioti, Croniche, et antichita di Calabria pag. 113, Padova, Ad instanza de gl'Uniti, 1601[12].)
Le origini del sito sono descritte soltanto da fonti di tradizione orale e per lo più leggendarie[13], le quali parrebbero indicare che prima dell'insediamento urbano, all'epoca dellaMagna Grecia, nacquero due templi pagani, mentre la cittadina sarebbe sorta dopo, già inera cristiana[13]. Uno dei templi era dedicato alleMuse[14][15], sui resti dell'altro sarebbe invece sorta, secoli dopo, l'attuale chiesa del SS. Rosario[16][17].
Il tempio delle Muse diede anche il nome, per un certo periodo, alla cittadina, chiamata infatti inlatinoTemplum Musarum[18].
Intorno alIV secolo fu eretto unmonastero dimonaci basiliani che, abbandonato nelVII secolo, fu in seguito riutilizzato episodicamente sino al1783 quando ilterremoto lo distrusse, radendo al suolo la città[13]. Il monastero dovette essere verosimilmente intitolato a SanFilippo d'Argirò, nome con cui è noto oggi e al quale erano intitolati altri edifici analoghi aPellaro e aGerace[19] e ilFiore riferisce che nel1436 sarebbe stato ristrutturatoda Franca d'Anoja [...] con breve dipapa Eugenio IV[20]. La stessa fonte soggiunge che assunse il nuovo titolo di San Filippo e San Giacomo, passando ai Riformati nel1596[20].
NelXIV secolo Cinquefrondi faceva parte delfeudo di Anoia comprendente le vicineGrotteria, Maropati, Tritanti, Galatro ePlaesano, e assegnato alla famiglia Caracciolo[19]. NelXVII secolo è attestato l'uso del titolo dimarchese di Cinquefrondi[21], che in quel periodo era della famiglia Pescara[7]. La famiglia Giffone, che ottenne il titolo diMarchese di Cinquefrondi nel1611, nel1580 aveva fondato (confacoltà dipapa Gregorio XIII) il monastero dei Padri osservanti francescani e nel1695 la chiesa di Santa Maria del Soccorso.
Nel1703 fu data alle stampe una pubblicazione storica che raccoglieva informazioni sulla città a partire dalle sue origini[22].
Nel1783 si ebbe la distruzione del paese ad opera del terremoto. Più fonti tramandano che il casale di Giffuni perì[7] e iltorrente Giffuni scomparve, mentre apparve un laghetto[23].
Nel1899 lasciò il paese l'anarchicoGiuseppe Condò, il quale emigrò per l'Argentina ove assunse il nome di Josè Martine; qui, nel1903, prese parte ai tumulti legati alla proclamazione dellostato d'assedio e in tale circostanza ebbe a pugnalare un poliziotto. Fu riconosciutoinsano di mente e avviato verso unmanicomio criminale, dal quale fuggì per rimpatriare inCalabria. Tornò in Argentina poco dopo, ma nel1911 fu accusato di fabbricazione di materie esplodenti, processato, riconosciuto innocente, ma espulso. Tornato di nuovo a Cinquefrondi, nel1913 ne ripartì clandestinamente (non avendopassaporto) stavolta in direzione diNew York, ove riprese la militanza anarchica[24].
Sempre in ambito del cattolicesimo sono presenti a Cinquefrondi due istituti religiosi femminili, composti dalle Suore Missionarie del Catechismo e dalla Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista[29], oltre a duecongregazioni laiche, l'Arciconfraternita di Nostra Signora del Monte Carmelo e la Confraternita del Santissimo Rosario[30].
È la festa del patrono di Cinquefrondi e si tiene insieme a unafiera che dura tre giorni e occupa il centro cittadino. La parte religiosa della festa comprende laprocessione al seguito della statua dellaVittoria dell'arcangelo Michele su Satana, opera di Vincenzo Scrivo.
Festa di San Rocco
La ricorrenza cade la seconda domenica del mese di settembre, ed è preceduta da unanovena. Durante la novena i bambini vanno questuando con vassoi istoiati con icone del santo, per sollecitare offerte con cui si finanzia lo spettacolo deifuochi d'artificio. Tradizionalmente, sui marciapiedi e negli spazi antistanti le case si realizzano i cosiddetti "deserti", consistenti in sorta di ripari di tavole e pali che hanno un rivestimento interno fatto di canne intrecciate con piante di fiume; nei "deserti", cioè all'interno degli spazi così delimitati, si raffigurano alcune tappe di rilievo della vita di san Rocco (il ritiro in una grotta, la sorgente miracolosa, la cura degli appestati, il carcere, la chiesa). Talora i bambini vi figurano vestiti da carcerati o da ammalati. Si tiene anche una processione in cui alcuni fra i partecipanti hanno il capo coperto dai "pajjaredi" (o "spinati"), che consistono in campane di spine, a forma di pagliaio; questi fedeli seguono il percorso a piedi scalzi.
L'economia di Cinquefrondi si basa sia sulle attività agricole, con produzione diolive,agrumi,uva ecereali, sia sullo sfruttamento delle attività silvo-pastorali.
^abcdAttilio Zuccagni-Orlandini,Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Supplemento al volume undecimo diCorografia fisica, storica e statistica del Regno delle Due Sicilie, Firenze, 1845
^abEnzo D'Agostino,Da Locri a Gerace: storia di una diocesi della Calabria bizantina dalle origini al 1480, Rubbettino, 2004 -ISBN 8849811586
^abGiovanni Fiore,Della Calabria illustrata (opera accresciuta nel 1743 da Fra Domenico da Badolato), tomo secondo, Stamperia Roselli, Napoli, 1743
^Francesco Capecelatro, Angelo Granito (a cura di),Diario di Francesco Capecelatro contenente la storia delle cose avvenute nel reame di Napoli negli anni 1647-1650, volume 2, Editore G. Nobile, 1852
^Lorenzo Giustiniani,Dizionario geografico ragionato del regno di Napoli, tomo IV, Napoli presso Vincenzo Manfredi, 1802
^Amelia Paparazzo,Calabresi sovversivi nel mondo: l'esodo, l'impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera - 1880-1940, Rubbettino Editore, 2004 -ISBN 8849809611
^Arturo Zito de Leonardis,Cittanova di Curtuladi, Cosenza, Tip. MIT, 1986
Simonetta Valtieri, Stages di restauro a Cinquefrondi, Oppido Vecchia e Roccabernarda, ricerca e formazione a servizio del territorio, Ce.Re.Re. Aprile 2002.
Vincenzo Guerrisi, Monografia da Altanum a Polistena territorio degli Itali-Morgeti libro documento, 2021,ISBN 9788824953078