Cino Vitta (Firenze,26 maggio1873 –Firenze,4 gennaio1956) è stato ungiuristaitaliano.
Nacque aFirenze il 26 maggio 1873 da Edoardo Vitta e Ester Modigliani, famiglia ebraica benestante di origine piemontese. Fin da giovane mostrò un particolare interesse per il diritto, ciò gli consentì di conseguire una brillante carriera in ambito universitario. Il primo luglio 1903 fu affiliato col grado di Maestro allaloggia massonicaConcordia di Firenze, appartenente alGrande Oriente d'Italia[1]. Nel 1912 sposò Emma Melli. La coppia ebbe un figlio,Edoardo Vitta[2].
Nel 1938 fu vittima delleleggi raziali fasciste, che, in quantoebreo, gli impedirono di insegnare in accademie e istituti di cultura. Fu così costretto ad abbandonare l'insegnamento universitario. Con l'aiuto di un amico medico si nascose per anni con la moglie, in unmanicomio in provincia diSiena. Riprese l'insegnamento dopo la guerra, nel 1944.
ConSanti Romano,Oreste Ranelletti,Federico Cammeo edUgo Forti, fece parte della cosiddetta Scuola italiana che fondava ildiritto amministrativo sugli insegnamenti diVittorio Emanuele Orlando[3].
Oltre all'attività accademica, si dedicò all'attività politica. Negli anni dellaprima guerra mondiale fu sindaco del comune diTavarnelle Val di Pesa. Nel dopoguerra divenne amministratore al comune di Firenze, in seguito venne nominato membro delle commissioni di riforma presiedute da Ugo Forti per la riorganizzazione dello Stato. Venne inoltre nominato presidente dellaComunità israelitica di Firenze[3].
Morì a Firenze il 4 gennaio 1956.
Nel 1907, ottenne la libera docenza indiritto amministrativo e, nel 1910, venne nominato professore straordinario di diritto amministrativo e scienza dell'amministrazione presso l'Istituto Cesare Alfieri di Firenze[4].
Nel 1920 vinse il concorso per la cattedra di diritto amministrativo all'Università di Cagliari, dove insegnò fino al 1927, per poi passare prima all'Università di Modena, poi a quella diTorino, nel 1932. All'attività del diritto italiano si accompagnò, nella prima parte degli anni Trenta, una serie di esperienze all'estero. Tenne anche tre corsi all’Académie de droit international dell’Aja tra il 1930 e il 1936[2]: Le droit sanitaire international (pubblicato nel Volume 33 del Recueil des cours dell'Accademia), La défense internationale de la liberté et de la moralité individuelles (Volume 45), La coopération internationale en matière d’agriculture (Volume 56). Tra il 1933 e il 1935 scrisse ilDiritto amministrativo in due volumi, la sua opera principale.
Nel 1949 venne nominato professore emerito a riconoscimento delle sue elevate qualità intellettuali e scientifiche dall'Università degli studi di Torino[5].
Nel dopoguerra fu dispensato dall’insegnamento ed incaricato di compiere ricerche sul diritto pubblico orientale[2].
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