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Cinema italiano di fantascienza

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Elsa Martinelli nel filmLa decima vittima (1965) diElio Petri

Ilcinema italiano di fantascienza è, con alcune eccezioni, unfilone cinematografico di intrattenimento popolare, caratterizzato da pellicole nate sulla scia di film statunitensi di successo ma con unbudget notevolmente ridotto. Alcuni di questi film realizzati inItalia, pur essendo considerati deifilm di serie B, sono stati apprezzati anche all'estero, grazie all'inventiva e all'ingegnosità di registi ed esperti dieffetti speciali comeAntonio Margheriti (Anthony M. Dawson) eMario Bava, che si distinsero rispettivamente nei filoni dell'avventura spaziale e delfanta-horror.

La primapellicola drammatica italiana di genere fantascientifico è del1958, tuttavia si può fare risalire il filone già aglianni venti-trenta del Novecento concommediefantastico-fantascientifiche.[1] La cinematografia fantastica/fantascientifica italiana è infatti caratterizzata dalla frequente commistione tra generi diversi, in particolare con l'horror.

Vi sono stati anche registi delcinema d'autore che, occasionalmente, si sono cimentati con il fantascientifico: tra questiElio Petri (1965),Marco Ferreri (1966, 1969),Ugo Tognazzi (1979),Pupi Avati (1983) eGabriele Salvatores (1997). Questi registi hanno trovato nei temi fantascientifici un'affinità con le questioni da loro trattate in altre opere, riproponendo la propria visione del mondo.[2]

Oltre ai registi, vi sono stati alcunicineasti italiani che, fuori dei confini nazionali, hanno contribuito a realizzare numerose pellicole di genere fantascientifico di livello internazionale: tra questi il creatore di effetti specialiCarlo Rambaldi (premiato per tre volte con l'Oscar) e il produttore cinematograficoDino De Laurentiis (due Oscar).[3]

Origini

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Il filmUn matrimonio interplanetario diEnrico Novelli (1910)
Il filmL'uomo meccanico diAndré Deed (1921)

Dovendo stabilire una data precisa per la nascita della fantascienza italiana al cinema, molti indicano il1958, anno in cui esceLa morte viene dallo spazio, un film girato daPaolo Heusch che racconta la minaccia al pianeta Terra costituita da una pioggia diasteroidi, anticipando il filone deifilm catastrofici.[4] Si tratta della prima pellicola italiana drammatica, nonfarsesca, ascrivibile al genere; in essa per la prima volta la trama fantascientifica viene portata in primo piano anziché fare da sfondo.[5]La seconda metà deglianni cinquanta è un periodo aureo per lascience fiction cinematografica d'oltreoceano e Heusch si inserisce in un filone di chiara origine statunitense; fotografia edeffetti speciali sono diMario Bava (il più creativo ideatore italiano di effetti assieme aCarlo Rambaldi).[6] Coproduzione italo-tedesca,La morte viene dallo spazio contiene già una chiara critica alla proliferazione dellearmi nucleari da parte dellesuperpotenze. Grazie al successo ottenuto, il film viene distribuito anche negli Stati Uniti.[5] La pellicola secondo la critica "pur rimanendo confinata (...) nel catastrofismo prima maniera", si colloca "ben al di sopra della media nel confronto con analoghe produzioni contemporanee - anche americane - per la cura e la validità con cui sono realizzate ambientazioni, scenografie ed effetti".[7]

Non va tuttavia dimenticata l'esistenza di alcuni film fantastico-fantascientifici anche molto precedenti al 1958, non ascrivibili al genere drammatico ma più che altro allacommedia. Considerando anche le pellicole brillanti, l'esordio della cinematografia italiana nella fantascienza è dunque retrodatabile fino al1910,[8] con ilcortometraggioUn matrimonio interplanetario diEnrico Novelli (Yambo), una commedia che narra la storia di un amore tra un terrestre e una bellamarziana, innescato da un'osservazione altelescopio e nutrito da segnaliradiotelegrafici.[9]

Tra le prime espressioni della fantascienza cinematografica - non solo italiana ma europea - viene talvolta citato[10] ancheLe avventure straordinarissime di Saturnino Farandola del 1913, un film comico fantastico girato aTorino, interpretato e diretto daMarcel Fabre e tratto dalromanzo diAlbert Robida, un'avventura sul modello dei "viaggi straordinari" diVerne ma senza alcuna pretesa scientifica. Anche unfilm perduto del 1920,Il mostro di Frankenstein per la regia diEugenio Testa, primofilm dell'orrore italiano,[11] si può considerare a sua volta una delle primissime pellicole di fantascienza in Italia,[12] dato che nella trama, secondo Mereghetti,[13] "uno scienziato riesce a fabbricare un uomo con una formula chimica di sua invenzione, ma la creatura si ribella al suo creatore e commette ogni sorta di disastri fino a quando sarà ridotto all'impotenza" (dunque il meccanismo narrativo è innescato da un elemento scientifico e/o tecnologico).[12]

Ancora in piena era delcinema muto, nel 1921André Deed (noto in italiano per il suo personaggio comico Cretinetti) scrisse, diresse e interpretòL'uomo meccanico, tra i primissimi film della storia del cinema incentrati su unrobot (in questo casotelecomandato) e il primo a mettere in scena uno scontro tra un robot buono e uno cattivo.[14]Sul tema dell'automa è inoltreLa bambola vivente del 1924 diLuigi Maggi.[15]

Il primofilm d'animazione è forseUn viaggio nella Luna del 1921 diGino Zaccaria, "dove, in un gruppo di pupazzi, ne troviamo uno che con i suoi sogni arriva a viaggiare nello spazio e a giungere sulla Luna".[16]

Mille chilometri al minuto! diMario Mattoli (1939), una delle prime incursioni italiane nel cinema di fantascienza e primo film sonoro del genere.

Nel1939 il primofilm sonoro di genere,Mille chilometri al minuto! - una farsesca escursione nel fantastico diMario Mattoli - mette in scena uno dei primi voli verso ilpianeta Marte, che però s'interrompe quasi sul nascere: invece di raggiungere il Pianeta rosso, a causa di un errore nel calcolo nella traiettoria del missile che li trasporta, la coppia di innamorati protagonisti precipita sulla Terra pochi giorni dopo il lancio.

Degli elementi fantascientifici sono presenti in una pellicola del1943 (ridistribuita nelle sale nel1945):La casa senza tempo diretta daAndrea Forzano (con lo pseudonimo di Andrea Della Sabbia) che ne curò anche soggetto e sceneggiatura, che è stata definita "uno stravagante esempio difantaspionaggio "giallo-rosa" all'italiana realizzato in pieno conflitto mondiale".[17] Con protagonistiRossano Brazzi eVivi Gioi assieme a molti altri popolari attori del "cinema dei telefoni bianchi", nacque inizialmente comefilm di propaganda del regime: unastoria di spionaggio di un gruppo di fascisti che cerca di scoprire dei progetti militari per la costruzione di un nuovo aereo da guerra da parte delleforze angloamericane che innesca una serie di misteriose sparizioni e omicidi, anche se alla fine i protagonisti riusciranno a trionfare sui nemici (in seguito, con la fine della guerra e il crollo del regime fascista, il film venne ridoppiato e riadattato e così il gruppo di fascisti divenne un gruppo di partigiani e le forze nemiche da angloamericane divennero naziste). Un altro film di fantaspionaggio era stato diretto nel 1938 daDomenico Gambino:Lotte nell'ombra, conAntonio Centa ePaola Barbara.

Totò nella luna (1958)

È comunque neglianni cinquanta che la fantascienza inizia ad avere successo in Italia: lafantascienza letteraria italiana vede il suo riconoscimento come genere nel1952, con la pubblicazione delle prime riviste specializzate,Scienza fantastica eUrania; sempre nello stesso anno nasce il termine italiano "fantascienza".[18]

Un altro dei primi film italiani definiti "di fantascienza" èBaracca e burattini del1954 per la regia diSergio Corbucci, ispirato all'omonimarivista diMaccari eAmendola. Narra di unabitante della Luna che, precipitato sulla Terra a causa di unesperimento atomico, dà vita ad unburattino pregandolo di introdurlo nel mondo degli uomini.[19][20]

Totò nella luna è un film comico diretto daSteno nel 1958 conTotò eUgo Tognazzi. Molto esile e ingenuo nella trama, è una parodia[21] dei film di fantascienza sulla conquista dello spazio popolari all'epoca, tra i qualiUomini sulla Luna del 1950; essendo uscito nello stesso anno deLa morte viene dallo spazio, è stato visto come la "risposta in chiave comica" a questo film.[22]

DopoLa morte viene dallo spazio, il successivo film drammatico èCaltiki il mostro immortale (1959) diRiccardo Freda (ma girato in buona parte daMario Bava, autore deglieffetti speciali), unfanta-horror che costituisce il primo esempio dimonster movie nella cinematografia italiana; è evidente l'ispirazione sia conFluido mortale sia conL'astronave atomica del dottor Quatermass.[23]

Il boom degli anni sessanta

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«Nessuna scena di questo film si svolge su quel pianeta del sistema solare conosciuto col nome Terra.»

(Space Men, didascalia iniziale[24])

Space Men diAntonio Margheriti (1960)
Terrore nello spazio (1965) diMario Bava

Negli anni sessanta il cinema italiano vive un vero e proprio boom, con la produzione di numerosissimifilm di genere - tra cuipoliziottesco,commedia sexy,peplum espaghetti western - ma il genere fantascientifico riguarda relativamente pochi titoli e non grandi produzioni. Glieffetti speciali rimangono assai poveri rispetto alle produzionihollywoodiane, anche se talvolta ingegnosi, e i cast sono caratterizzati da attori sconosciuti o semi sconosciuti, alcuni dei quali troveranno la fama negli anni successivi in altri generi (tra questiFranco Nero,Ombretta Colli,Renzo Palmer).[4] Le sceneggiature sono spesso ingenue e traballanti, rinunciando a ogni tentativo di interpretazione del genere e limitandosi a ricalcare pedissequamente schemi e modelli d'importazione.[5] Il mercato è dominato dai film statunitensi e anche le produzioni italiane devono spacciarsi per film d'importazione: ecco dunque registi e attori comparire nei titoli con pseudonimi anglosassoni. Il filone più diffuso nella prima metà del decennio rimane l'avventura spaziale (con un chiaro richiamo allaspace opera statunitense), di cuiAntonio Margheriti è stato il maestro in Italia,[4] assieme alfanta-horror.

Space Men del 1960, primo film di Margheriti (qui con lo pseudonimo di Anthony Daisies),[25] è incentrato sulla minaccia dallo spazio costituita da un'astronave fuori controllo che punta verso la Terra. Frutto anche della collaborazione diEnnio De Concini, uno degli sceneggiatori più esperti del panorama di quegli anni,[5]Space Men ebbe una produzione dal budget assai risicato (50 milioni di lire) e che dovette essere realizzata in soli venti giorni, compresi gli effetti speciali.[25] Ad ogni modo il buon successo commerciale del film, lanciato in grande stile anche nel mercato statunitense, diede la possibilità a Margheriti di girare altre pellicole dello stesso filone. Già da questa prima opera si nota la tendenza allacontaminazione tra più generi che sarà tipica del regista.[25]

Il mulino delle donne di pietra diGiorgio Ferroni (1960)

Il mulino delle donne di pietra (1960) diGiorgio Ferroni è invece considerato uno dei migliori fanta-horror;[26][27] si basa sull'archetipo delloscienziato pazzo che compie folli esperimenti pur di salvare l'amata, utilizzato anche in altri film del periodo[27] comeOcchi senza volto, una coproduzione franco-italiana del 1959 diGeorges Franju, eSeddok, l'erede di Satana (1960) diAnton Giulio Majano interpretato daAlberto Lupo.

Il pianeta degli uomini spenti (1961) è la seconda space opera di Antonio Margheriti. Se nel film precedente un'astronave minacciava di schiantarsi sulla Terra, ora è un intero pianeta a farlo, pilotato da un computer dopo che la razza che lo abitava si è estinta. Ispirato aFlash Gordon diAlex Raymond nei personaggi e nelle situazioni della prima parte, il film sfruttava finanziamenti superiori rispetto al precedenteSpace Men, tanto da scritturare come protagonista un attore di fama internazionale,Claude Rains. I corpi degli extraterrestri (i primi del cinema italiano) erano realizzati sommariamente con grovigli di tubi di gomma lattiginosa illuminati con luci colorate. La qualità tecnica del film risultò comunque tale che nel 1978 ne fu distribuita nelle sale una riedizione intitolataGuerre planetarie per sfruttare la scia diGuerre stellari.[28]

Del 1963 èL'ultimo uomo della Terra, una coproduzione italo-statunitense[5] firmata daUbaldo Ragona (ma da alcuni attribuita aSidney Salkow).[29] Il film è tratto dal celebre romanzoIo sono leggenda diRichard Matheson e interpretato dalla celebrità internazionaleVincent Price.

Il 1965 è l'anno più prolifico per il cinema fantascientifico italiano. Di Margheriti escono quasi contemporaneamente quattro film,I diafanoidi vengono da Marte,I criminali della galassia eIl pianeta errante (un gruppo di astronauti impegnato ad evitare la collisione con un pianeta uscito dalla sua orbita), ovvero la serie della stazione spazialeGamma Uno, completata daLa morte viene dal pianeta Aytin. Agli effetti specialiCarlo Rambaldi.[30] Margheriti girò l'intera quadrilogia in sole 12 settimane, trovandosi ad affrontare pesanti problemi di budget, sfruttando stesse scenografie e cast, per il mercato televisivo statunitense,[31] con l'intenzione di creare un nuovo filone di film "made in Italy". Malgrado un cast che vedeva recitare Claude Rains e numerosi attori italiani in seguito famosi (Lisa Gastoni, Ombretta Colli, Franco Nero,Umberto Orsini,Giacomo Rossi Stuart,Enzo Fiermonte eGiuliano Gemma), queste pellicole non riscossero particolare successo, specialmente a causa dei limiti imposti da budget ridottissimi.[32]

Marcello Mastroianni neLa decima vittima diElio Petri (1965)

Sempre nel 1965Mario Bava realizza quello che è stato indicato da alcuni[4] come il miglior film fantascientifico italiano del periodo,Terrore nello spazio, tratto dal raccontoUna notte di 21 ore[33] diRenato Pestriniero, in cui degli astronauti atterrati su un pianeta sconosciuto vengono attaccati da entità incorporee aliene. Bava inserisce nella pellicola la propria maestria con il generehorror. Il film è stato citato come fonte di ispirazione per la realizzazione diAlien (1979) diRidley Scott.[34]

InfineLa decima vittima diElio Petri, sempre del '65, riprende il raccontoLa settima vittima[35] diRobert Sheckley. Il film, interpretato daMarcello Mastroianni eUrsula Andress, attori già celebri in quegli anni, è ambientato in unaRoma di un imprecisato futuro, dove si svolge un gioco sanguinario in cui uomini e donne devono cercare di eliminarsi a vicenda spietatamente. Sceneggiato daEnnio Flaiano,La decima vittima "si distingue per un impegno produttivo superiore alla media e per un intelligente utilizzo dei temi propri della commedia di quegli anni"[36] e costituisce il migliore omaggio reso dal cinema italiano alfilone sociologico che, inserendosi nel movimento dellaNew Wave britannica, rinnova la fantascienza letteraria partendo dalla metà degli anni sessanta.[5]

LaRai per la prima volta nel 1969 riempie il suo palinsesto di film di fantascienza durante la "notte della Luna" e nei giorni precedenti l'allunaggio dell'Apollo 11 (21 luglio 1969).[37]

Il fanta-mitologico

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Il cinema italiano negli anni sessanta, come detto, è segnato da un grande sviluppo deifilm di genere, che aCinecittà danno luogo a varie contaminazioni. Nel 1961, in particolare, vengono girati numerosipeplum,film in costume e d'avventura con combattimenti, in un'ambientazionefantastica liberamente ispirata alla mitologia classica; si sviluppa così il filone "fanta-mitologico", che in vari casi non rinuncia a presentare elementi fantascientifici.

Antinea, l'amante della città sepolta (1961) diEdgar G. Ulmer eGiuseppe Masini è la quarta trasposizione per il cinema del romanzoL'Atlantide diPierre Benoît. In esso tre geologi, alla vigilia di untest atomico nelSahara, scoprono una città sotterranea dove vivono i superstiti diAtlantide e la spietata reginaAntinea. Nel cast di questa coproduzione italo-francese appaiono attori noti comeJean-Louis Trintignant,Amedeo Nazzari eGian Maria Volonté.

Il tema atlantideo è ripreso lo stesso anno in un peplum,Ercole alla conquista di Atlantide (1961) diVittorio Cottafavi conReg Park,Enrico Maria Salerno,Gian Maria Volonté, dove unErcole reduce dalledodici fatiche approda ad Atlantide, contrastando i piani malvagi della regina Antinea, che ha creato una super-razza di guerrieri albini.

Il gigante di Metropolis (1961) diUmberto Scarpelli è invece ambientato nel 20.000 a.C. in una città-stato analoga ad Atlantide, dove il folle dittatore Yotar conduce esperimenti scientifici spericolati come il trapianto di cervello.[38]

Nel film del 1964Maciste e la regina di Samar diGiacomo Gentilomo, l'eroeMaciste si trova a dover affrontare un intero esercito diinvasori spaziali provenienti dallaLuna.[39]

Il fanta-spionaggio all'italiana e i supereroi mascherati

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Lo stesso argomento in dettaglio:Cinema italiano di spionaggio.

Il cinema italiano tra il 1965 e il 1967 viene sommerso da una marea difilm a basso costo difantaspionaggio (oltre una cinquantina),[40] che cercano di imitare anzitutto i film britannici di successo dedicati aJames Bond, l'Agente 007 ideato daIan Fleming. Si tratta di pellicole spesso prodotte in collaborazione con altri Paesi europei, ma di scarse pretese, girate in fretta e fortementestereotipate sul modello di Bond: l'eroicoagente segreto è affiancato dadonne provocanti e ha invariabilmente comeantagonista unoscienziato pazzo o una malvagiaorganizzazione segreta che nutre folli piani per ildominio del mondo tramite fantascientifiche e improbabiliarmi apocalittiche.

Lo stesso filone viene subitoparodiato neLe spie vengono dal semifreddo (1966) di Mario Bava, una coproduzione Italia-USA in cui recitano assiemeVincent Price e la coppia comicaFranco e Ciccio. Tra le altre parodie in chiave comicaIl vostro superagente Flit conRaimondo Vianello e i due film sull'agente segretoJames Tont conLando Buzzanca che all'epoca riscossero un imprevedibile successo di pubblico e che alcuni critici molti anni dopo hanno parzialmente rivalutato.[41]

Del 1967 è ilthriller fantascientifico...4..3..2..1...morte diPrimo Zeglio, ispirato a un personaggio popolare nella Germania Federale,Perry Rhodan, una sorta diFlash Gordon della fantascienza tedesca. La trama mescola liberamente elementi di avventura spaziale allaspy story e gli effetti speciali sono attribuiti ad Antonio Margheriti.[42]

Nello stesso periodo fanno la loro comparsa i primisupereroi mascherati del cinema italiano,Superargo contro Diabolikus (1966) per la regia diNick Nostro eGoldface - Il fantastico superman (1968) diBitto Albertini; si tratta di personaggi d'imitazione, ispirati ai lottatori messicani dilucha libre (la coproduzione è spagnola), catapultati all'interno di trame fantaspionistiche.[43] La serie più importante del filone è quella deI fantastici 3 Supermen, pellicola del 1967 diretta daGianfranco Parolini come Frank Kramer, proseguita con una decina di titoli di differente successo, in cui più volte cambiano regista, interpreti e nomi dei personaggi.[44]

«Questi tre superuomini di casa nostra - meno pretenziosi dei supereroi americani e più dimessi dei granitici giustizieri mascherati messicani - indossano un elementare completino rosso (a prova di proiettile) ornato di un lembo di mantellina; calzano stivali muniti di ventose o di molle per esibirsi in acrobazie spettacolari, e manovrano micidialibolas d'acciaio [...]. Sono anche esperti tiratori e, naturalmente, gradiscono le attenzioni delle belle ragazze, senza distinguere tra spie alleate e spie nemiche.»

(Fantafilm[44])

La fantascienza sociologica e il Sessantotto

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I protagonisti in una scena deIl seme dell'uomo (1969) diMarco Ferreri

Lacultura in Italia tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta è in grande fermento, con ilmovimento del Sessantotto. Anche nel cinema nasce l'interesse per lafantascienza sociologica e le storie fantastiche sono occasione per fare critica esatira a sfondo sociale.[45] Questo tipo di storie, oltretutto, non hanno bisogno di particolari effetti speciali o discenografie elaborate, per cui sono alla portata degli scarsi mezzi delle produzioni italiane. La satira e la parodia sono - secondo Carlo Pagetti - forse l'unico vero ambito in cui la cinematografia italiana di fantascienza abbia saputo offrire contributi originali.[46]

Omicron diUgo Gregoretti (1963)

In qualche modo anticipatore del filone sociologico - oltre aLa decima vittima del 1965 - è il filmOmicron del 1963, scritto e diretto daUgo Gregoretti, una satira sulconflitto di classe in quegli anni, nel quale un alieno si incarna nel corpo di un operaio morto e finisce per incitare i lavoratori allosciopero. Dell'anno successivo è inveceIl disco volante, diretto da un giovaneTinto Brass, che con la scusa di un atterraggio di alieni in un paesino della campagnaveneta mette in scena una grottesca satira sull'arretratezza di un'Italietta provinciale dedita all'alcolismo e sulla sua assenza dimoralità in tutte le classi sociali, dallanobiltà decadente allaborghesia ipocrita e perbenista, alclero.

Nel filmH2S del 1968 diRoberto Faenza è narrata la ribellione contro una societàtecnocratica econsumistica da parte del giovane protagonista, il quale giunge al punto di piazzare una bomba. La colonna sonora è firmata daEnnio Morricone. Il film scatenò polemiche, fu oggetto di sequestro e di un lungo procedimento giudiziario e venne distribuito solo nel 1971.[47] Come nel film...hanno cambiato faccia diCorrado Farina del 1971, la fantascienza è utilizzata soprattutto come strumento per elevare una denuncia sociopolitica dai tonianarchici eanticapitalisti. Da inserire nel filone surreal-contestatario, tra favola nera e fantascienza, un po' sulla scia dei primi film di Faenza, a cui si avvicina per la critica esasperata e grottesca alla mercificazione dell'individuo, e un po' in anticipo suLa ragazza di latta diMarcello Aliprandi o...hanno cambiato faccia diCorrado Farina, con cui condivide lo stesso parossistico grido d'allarme contro i meccanismi di persuasione occulta della pubblicità c'è ancheEat It del 1969, tratto da un racconto diRoberto Leoni ed esordio diPaolo Villaggio, con la colonna sonora diEnnio Morricone e le scenografie sopra le righe diGiorgio Giovannini (art director anche inEscalation diRoberto Faenza). È qui che il film gioca le sue carte migliori, azzardando nel design minimalista e nelle architetture automatizzate degli uffici ultratecnologici della ditta produttrice diEat it, un nuovo tipo dicarne in scatola gelatinosa e marrone.[48]

Ricordato come uno dei film-simbolo del periodo - per la sua estetica pop e i riferimenti allarivoluzione sessuale - è il più scanzonatoBarbarella del 1968, una coproduzione italo-francese realizzata daDino De Laurentiis per la regia diRoger Vadim, con protagonistaJane Fonda (che rimpiazzòVirna Lisi che rifiutò la parte) e vari attori italiani nel cast. La trama, ispirata all'omonimo personaggio dei fumetti, è incentrata sull'affascinante eroina del remoto futuro e sulle sue numerose avventure ancheerotiche.

Uno scenariopostatomico perEcce Homo - I sopravvissuti (1969) diBruno Gaburro, conIrene Papas ePhilippe Leroy, con un'altra colonna sonora di Ennio Morricone.[49] NeIl seme dell'uomo (1969), il registaMarco Ferreri tratta invece il tema dellafine del mondo in maniera quasimetafisica, mettendo in scena dei superstiti di una misteriosa "peste" che ha distrutto l'umanità.[50][51]

Sempre del 1968 èColpo di stato, una graffiante commediafantapolitica diLuciano Salce che mette in scena un'Italia in cui - per un errore del calcolatore - alle elezioni vince ilPartito Comunista invece dellaDemocrazia Cristiana, scatenando reazioni di panico. Osteggiata sia adestra che asinistra, la pellicola di Salce fu subito ritirata dalla circolazione.

Nel campo dell'animazione è possibile citare il filmVip - Mio fratello superuomo (1968) diBruno Bozzetto, una parodia comica deisupereroi e del consumismo imperante.

Nel 1969 viene presentato alFestival internazionale del film di fantascienza di Trieste[52]Il tunnel sotto il mondo, opera prima diLuigi Cozzi che diverrà una delle maggiori personalità del mondo della fantascienza cinematografica italiana. È una pellicola sperimentale[53] ispirata al racconto omonimo[54] diFrederik Pohl del 1955, un classico della satira del consumismo, in cui un'intera comunità viene tenuta prigioniera da ricercatori pubblicitari.[55]

I cannibali diLiliana Cavani (1970)

Liliana Cavani nel suo film del 1970I cannibali riambienta a Milano in un futuro imprecisato (ma vicino) l'Antigone di Sofocle, in cui rintraccia "gli elementi per una riflessione sulla contestazione del '68 cogliendo, secondo un'ottica umanistica, nella verginità mentale dei giovani - e non nell'ideologia - la sola, vera forza trainante verso una società a dimensione d'uomo".[56]

Il malessere sociale è ancora protagonista inN.P. - Il segreto (1971) diSilvano Agosti, con Irene Papas eFrancisco Rabal: la storia di un inventore che viene privato dal governo della sua industria e socialmente degradato, e che scoprirà che le macchine da lui inventate e pensate come strumento di progresso e in favore delTerzo mondo, vengono impiegate invece in prospettiva di un'eliminazione sistematica degli oppositori del regime e dei "superflui". La pellicola di Agosti condivide conH2S la rilettura di un contesto fantascientifico e sociologico delle tesi libertarie sessantottine.[57]

L'invenzione di Morel diEmidio Greco (1974)

L'invenzione di Morel diEmidio Greco (1974), adattamento dell'omonimo romanzo diAdolfo Bioy Casares, tratta da un punto di vista più intimistico la questione della finitezza dell'esistenza. Un naufrago si ritrova su un'isola in cui nessuno, apparentemente, fa caso alla sua esistenza e tutti finiscono per ripetere gli stessi gesti, gli stessi discorsi, come in un ciclo infinito.

Nel film del 1975Conviene far bene l'amore diPasquale Festa Campanile è immaginata una civiltà del futuro alle prese con la crisi energetica, nella quale si scopre il sistema di trarre energia dairapporti sessuali, facendoli diventare un obbligo. Si tratta di una pellicola a cavallo con lacommedia erotica, che appare influenzato dallacrisi petrolifera dei primi anni settanta e dalleteorie reichiane.[45]

Con la fantascienza sociologica si cimenta infineUgo Tognazzi - stavolta in veste di regista - neI viaggiatori della sera (1979), unfilm d'autore tratto dal romanzo omonimo diUmberto Simonetta, ambientato in un futurodistopico che non tollera più la condizione della vecchiaia e gli anziani, i quali devono partecipare ad un "Grande Gioco" che prima o poi ne decreta l'eliminazione fisica.[45][58]

Nel 1975 Luigi Cozzi eUgo Malaguti organizzano al cinema Planetario di Roma una rassegna dedicata esclusivamente al cinema di fantascienza, che contribuisce a diffondere l'immaginario fantascientifico; nella capitale si teneva già ogni anno presso ilPalazzo dei Congressi la mostra della tecnologia aerospaziale, durante la quale venivano proiettate pellicole di fantascienza.[37]

Scontri stellari e gliAlien

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Scontri stellari oltre la terza dimensione diLuigi Cozzi (1978)
L'isola degli uomini pesce diSergio Martino (1979)
Alien 2 - Sulla Terra diCiro Ippolito (1980)

Il successo diGuerre stellari (1977) diGeorge Lucas fa tornare in auge alla fine degli anni settanta il filone dell'avventura spaziale, lanciando un modello dicolossal con uso massiccio di effetti speciali che consolida il predominio degli Stati Uniti in questo mercato.

Sulla scia del successo del capolavoro di Lucas, il registaAlfonso Brescia gira con lo pseudonimo di Al Bradley una serie di film a basso costo tra il 1977 e il 1978:Anno zero - Guerra nello spazio,Cosmo 2000 - Battaglie negli spazi stellari eLa guerra dei robot, con l'ambizioso progetto di dare vita a una nuova epopea spaziale,[59] senza riuscirci: secondo Lattanzi e De Angelis, "costruiti in maniera frettolosa, con budget minimo e riutilizzando quasi per intero gli stessi set e il medesimo cast, i tre film non riscossero particolare attenzione".[60]

Il regista italianoLuigi Cozzi realizza nel 1978 (con il nome Lewis Coates) la sua pellicola più celebre,Scontri stellari oltre la terza dimensione, una coproduzione italo-statunitense. Uscito a poca distanza dal primo episodio della saga di Lucas e pubblicizzato come risposta italiana al blockbuster statunitense - nonostante fosse chiaramente unB movie rispetto agli standard hollywoodiani - vantava la presenza nel cast di una star hollywoodiana di prima grandezza comeChristopher Plummer. Benché, a causa del titolo, il film di Cozzi sia stato spesso visto come un "rifacimento alla buona" (ocamp) diGuerre stellari, la trama ha somiglianze superficiali con il capolavoro di Lucas e cita numerosi altri classici del genere a partire da quelli degli anni trenta-quaranta.[61]

Nel 1980 sempre Cozzi scrive e dirige il suo ultimo film di fantascienza,Contamination, un fanta-horror che, a partire da un film d'invasione ispirato adAlien, diventa unaspace opera piena di citazioni. Vari altri film si ispirano alla pellicola diRidley Scott del 1979: tra questiAlien 2 - Sulla Terra (1980), un seguito apocrifo per la regia diCiro Ippolito (che si firmò con lo pseudonimo Sam Cromwell) che fu accusato di plagio.

Io e Caterina diAlberto Sordi (1980)

L'isola degli uomini pesce è un fanta-horror del 1979 per la regia diSergio Martino, che sembra ispirato a un film del 1977,L'isola del dr. Moreau (The Island of Dr. Moreau) diDon Taylor,[62] trito remake del film del 1932.[63]

Ancora nel 1980 esceIo e Caterina, diretto e interpretato daAlberto Sordi in cui, come solitamente avviene nellecommedie all'italiana, l'elemento fantascientifico - in questo caso una cameriera robot - è un semplice espediente narrativo per una vicenda comico-satirica.Pupi Avati conZeder (1983)[64] mette invece in scena un fanta-horror in cui si mescolanoalchimia, fantascienza ethriller, ambientato inEmilia-Romagna, dove un particolare tipo di terreno sembra in grado di farresuscitare i morti.[65]

Il dopobomba e i nuovi barbari

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2019 - Dopo la caduta di New York diSergio Martino (1983)
Titoli di testa diEndgame - Bronx lotta finale diAristide Massaccesi (1983)

Nel corso della prima metà degli anni ottanta si sviluppa in Italia, seppure per breve tempo, un filone di film di ambientazionepostapocalittica, prodotti sulla scia dei film australiani di successoInterceptor del 1979 eInterceptor - Il guerriero della strada (1981), di1997: Fuga da New York (1981) e sul mito dell'anarchia e della violenza nei ghetti metropolitani, come neI guerrieri della notte (1979) diWalter Hill. Le produzioni italiane sfruttavano come economica ma efficace scenografia impianti industriali abbandonati o altri paesaggi desolati della penisola per descrivere, nel contesto di una civiltà regredita, le battaglie degli ultimi sopravvissuti allaguerra atomica.

Tra le pellicole italiane di questo filone è possibile citare i film diEnzo G. Castellari1990 - I guerrieri del Bronx,I nuovi barbari del 1982 eFuga dal Bronx del 1983 e, sempre dello stesso anno,2019 - Dopo la caduta di New York diSergio Martino (che si firmò con lo pseudonimo Martin Dolman) che furono apprezzati all'estero e ottennero un buon successo di pubblico;[66][67] si distingue a sua volta per la capacità di fondere assieme temi diversi con discreta fantasia[68]Endgame - Bronx lotta finale (1983) realizzato daAristide Massaccesi con lo pseudonimo Steven Benson (meglio noto per altri film con lo pseudonimo di Joe D'Amato).

Anche il registaAntonio Margheriti si cimenta a suo modo in questo filone, girandoIl mondo di Yor (1983), coprodotto dallaRai, tratto dal fumetto argentinoYor, il cacciatore diJuan Zanotto eRay Collins, ambientato in un pianeta simile alla Terra in cui coesistono mostri preistorici, uomini dell'età della pietra, creature scimmiesche e appartenenti ad una civiltà superiore quasi estinta, traducendosi dal punto di vista filmico in un film d'azione e d'avventura con quella mescolanza di generi che Margheriti ricercava. Fu prodotto come miniserie televisiva in quattro episodi e come film di due ore per lo sfruttamento cinematografico, soprattutto per il mercato americano ehome video; la versione cinematografica venne distribuita negli Stati Uniti dallaRCA Columbia entrando nei primi dieci incassi al botteghino.[69] Tutti i mostri preistorici erano costruiti in grandezza reale e animati da operatori nascosti all'interno.[69]

Lucio Fulci, conI guerrieri dell'anno 2072 (1984),[70] mette in scena una società del futuro controllata dallatelevisione, in cui le principali reti combattono con ogni mezzo per il dominio dell'audience, disposte ad organizzare una spietata lotta tragladiatori pur di intrattenere il pubblico.[71]

La seconda metà degli anni ottanta e la crisi

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Alien degli abissi diAntonio Margheriti (1989)

Il successo internazionale diTerminator eRoboCop dissemina nella cinematografia italiana della seconda metà degli anni ottanta una serie dicloni a basso e bassissimo costo a base diandroidi,cyborg eviaggi nel tempo.[5]

Alla fine del decennio la "nuova fantascienza all'italiana" che era nata agli inizi degli anni ottanta sull'imitazione di fortunati film americani, secondo Lattanzi e De Angelis "arranca faticosamente fino ad arrivare al prevedibile esaurimento. Spesso mischiato alpostapocalittico e al nuovo horror nostrano (predilezione per gli effettisplatter e riciclaggio dei cannibaleschi film suglizombi), il filone - contrariamente alpeplum e allospaghetti-western - ha stentato a caratterizzarsi come "genere" lasciando prevalere le opportunistiche ragioni di facili ma effimeri profitti sull'ispirazione e sulla creatività. Una conferma, in piccolo, della tanto dibattuta realtà di uncinema italiano in crisi".[72]

Gli anni ottanta si chiudono con l'ultimo film di fantascienza[73][74] girato da Antonio Margheriti:Alien degli abissi, un fanta-horror con toniecologisti del 1989. Il tema preferito dal regista, quello della Terra in pericolo, ritorna costituito stavolta dalle attività umane inquinanti. Il riferimento è, fin dal titolo, ancora una volta adAlien di Scott (che il mostro nel film imita), ma anche aThe Abyss diJames Cameron (1989) e non mancano le citazioni da classici del genere.[73] I progetti del regista per altri film da girare negli anni novanta rimasero irrealizzati, a causa della crisi che colpì il settore.[73] Lo stesso Margheriti nel frattempo aveva girato per laRai, seguendo fedelmente un progetto dello scomparsoRenato Castellani, losceneggiato televisivoL'isola del tesoro (1987), trasposizione fantascientifica del romanzo di Stevenson ambientata nello spazio. Primocolossal interamente prodotto dalla Rai,L'isola del tesoro fu girato con un cast internazionale e larghi mezzi a disposizione - oltre 25 miliardi diLire, ben superiori a quelli degli altri film di Margheriti e di ogni altra produzione fantascientifica italiana per il cinema o la televisione - ma rimase largamente ignorato (anche nella stessa televisione italiana);[75] una riduzione in film fu distribuita negli Stati Uniti e in altri paesi.[76]

Gli anni novanta

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Il creatore di effetti speciali tre voltepremio OscarCarlo Rambaldi (Giffoni Film Festival 2010)

Mentre negli anni ottanta - pur con pesanti limiti qualitativi - si era avuto un gran numero di produzioni italiane fantascientifiche, negli anni novanta si registra una notevole contrazione del mercato: la produzione di film di fantascienza italiani si arresta quasi del tutto e poche pellicole vanno oltre il B-movie o la commedia. Il titolo di maggiore successo commerciale[77] èA spasso nel tempo diCarlo Vanzina, un "cinepanettone" del 1996 che utilizza l'espediente deiviaggi nel tempo per mettere i due protagonisti in grossolane situazioni comiche.[78]

Riguardo invece ai film drammatici, quello di maggior successo[79] èNirvana del 1997 diGabriele Salvatores, una coproduzione italo-francese con un cast internazionale che utilizza in modo massiccio glieffetti speciali generati al computer. Ambientato in un futuro prossimo, girato quasi interamente nel quartierePortello di Milano, nei vecchistabilimenti Alfa Romeo trasformati per l'occasione in un gigantesco set cinematografico, il film è permeato dalle atmosfere di decadenza urbana che richiamano quelle diBlade Runner (1982) diRidley Scott. La storia utilizza tutti gli stereotipi del filonecyberpunk (glihacker come protagonisti, il dominio dellemega-corporazioni, losprawl-periferia degradata, ilcyberspazio), innestati con elementi della filosofiabuddista. Il protagonista Jimi Dini (Christopher Lambert) è un programmatore divideogiochi direaltà virtuale di successo, che si accorge che attraverso unvirus il personaggio del suo ultimo gioco, Solo (Diego Abatantuono), ha acquisito l'autocoscienza. Consapevole di essere prigioniero di un ciclo di vita-morte in cui è condannato a ripetere all'infinito ogni azione, Solo implora Jimi di liberarlo cancellando tutte le copie del videogioco. Jimi in questa ricerca, che si snoda nelle periferie più degradate, si ritrova sulle tracce della donna amata, perduta ormai da tempo. L'interesse principale del regista, al di là delle citazioni filmiche rimane la rappresentazione - come nelle altre sue pellicole - del desiderio di evasione: tutti i suoi personaggi stanno sempre fuggendo da qualcosa. Il film riscosse un notevole successo in Italia,[79] mentre a livello internazionale ottenne risultati più modesti rispetto a quelli attesi. Nonostante una tiepida accoglienza da parte della critica rispetto ad altri film di Salvatores,[80][81]Nirvana è considerato il maggiore successo commerciale del regista[82] e il film drammatico di fantascienza prodotto in Italia ad avere incassato di più.[83][84]

Il peggiore insuccesso è stato inveceJackpot (1992), una "favola anti tecnologica" con protagonistaAdriano Celentano, qui al suo ultimo film.[85]

Il cinema indipendente

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Fascisti su Marte (2006)

Gli anni duemila, nel panorama sempre più ristretto del cinema di fantascienza italiano, sono caratterizzati soprattutto dalle produzioni indipendenti. L'evoluzione delle tecnologie informatiche per il montaggio e lapost-produzione consentono di realizzare scene fantascientifiche anche alle piccole case di produzione o addirittura agli amatori. Mancando tuttavia la capacità di promuovere e distribuire queste opere, i titoli prodotti rimangono relativamente pochi e raramente riescono ad andare oltre ilcortometraggio.

Tra le produzioni non commerciali, dalla fine degli anni novanta, spiccano quelle di Mariano Equizzi,[86][87] non prive di influenzecyberpunk.[88] Vari film vengono realizzati a un costo bassissimo, esclusivamente per il mercato dell'home video - comeAD Project del 2006 diEros Puglielli - o per ilweb:Dark Resurrection del 2007 e il suo prequel del 2011, film italiani amatoriali ispirati al celebre universo diGuerre stellari, pur essendo realizzato comefan fiction hanno comportato uno sforzo produttivo paragonabile o superiore a film indipendenti distribuiti nei cinema, comprendendo realistiche scene di battaglia di massa girate grazie all'apporto di centinaia di volontari incostume.[89][90][91] Nel filmInvaXön - Alieni in Liguria del 2004, realizzato per beneficenza, figurano 250 attori non professionisti e da ben 41.000 comparse, 23 personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura; 30 minuti del film sono stati interamente realizzati con effetti speciali digitalizzati, insurround e certificazioneTHX; il film ha richiesto 7 anni di progettazione, 60 giorni di riprese e 4.000 ore di lavorazione.[92]

Fascisti su Marte, una commedia del2006 diretta daCorrado Guzzanti eIgor Skofic, è nata daglisketch realizzati da Guzzanti nel programma TV diRai 3Il caso Scafroglia. Narrando un'immaginaria e comica spedizione di un manipolo diCamicie Nere sul pianeta rosso, è un "esercizio satirico" difanta-revisionismo storico, giratoparodiando lo stile deicinegiornali dell'Istituto Luce delventennio fascista e comesatira della politica italiana durante ilGoverno Berlusconi II.

Nel 2007 esce la commedia postapocalittica2061 - Un anno eccezionale con Diego Abatantuono, che parla di uno sgangherato gruppo di patrioti che partendo dalla Sicilia intende riunificare la penisola.

Gli anni 2010

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Glianni duemiladieci si aprono con ben tre film di produzione italiana distribuiti nelle sale nello stesso anno e incentrati sul temaextraterrestre:6 giorni sulla Terra diVaro Venturi,L'ultimo terrestre diGianni Pacinotti (Gipi) eL'arrivo di Wang deiManetti Bros., a cui si aggiunge nel 201412 12 12 diMassimo Morini e nel 2017Tito e gli alieni diPaola Randi e la commediaAddio fottuti musi verdi diFrancesco Capalbo prodotta dal gruppo comicoThe Jackal. Nel film indipendente2047 - Sights of Death diAlessandro Capone (2014) recitano numerose vecchiestar del cinemahollywoodiano, tra cuiDanny Glover,Daryl Hannah,Michael Madsen,Stephen Baldwin eRutger Hauer.[93]

Nel2014 Gabriele Salvatores, a diciassette anni di distanza daNirvana, torna a cimentarsi con il genere fantascientifico con il film per un pubblico adolescenteIl ragazzo invisibile, appartenente al filone super-eroi, che ha avuto un sequel:Il ragazzo invisibile - Seconda generazione, distribuito nelle sale nel 2018. Entrambi i film, ancor più il secondo, non sono riusciti ad incassare una cifra sufficiente a coprire i costi di produzione.

Incursione nella fantascienza incentrata sulla realtà virtuale, invece, con la coproduzione italo-americana anch'essa un insuccesso al botteghinoGame Therapy diRyan Travis, del2015, interpretata dallacelebrità di YoutubeFavij.

Nel2016 ottiene risalto un'altra pellicola di supereroi:Lo chiamavano Jeeg Robot, realizzata dell'esordienteGabriele Mainetti, che si aggiudica nello stesso anno ben setteDavid di Donatello.

Filmografia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Filmografia del cinema italiano di fantascienza.

Note

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Bibliografia

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Fonti
Per approfondimenti

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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