Perciclismo si intende l'utilizzo di unabicicletta come mezzo meccanico a scopi differenziati. L'accezione più comune di "ciclismo" è riferita allosport del ciclismo, ma in realtà lo spettro è più ampio abbracciando anche gli usi trasportistici, quelli ricreativi ecicloturistici e quelli militari.
Il mezzo meccanico ovvero la bicicletta ha cominciato a diffondersi nelXIX secolo e sono circa due miliardi le persone, di ogni età ed estrazione sociale, che nel mondo utilizzano tale veicolo.[1] È il principale mezzo di trasporto in molti paesi in cui la motorizzazione di massa non si è sviluppata a pieno. In altri paesi in cui questo processo è già avvenuto, a causa delle conseguenze negative (congestione, inquinamento, vivibilità), si è avviato un processo di riduzione ed uscita dal trasporto motorizzato. Le primissime gare ufficiali si sono svolte nel 1868. Gli europei, gli inglesi e i francesi vi hanno preso parte. In uno dei parchi della capitale francese, era necessario guidare per due chilometri. Successivamente, hanno iniziato a condurre gare di lunga distanza e sviluppare il campo del ciclismo.
Nel 1790 nasce il celerifero del Conte Mede de Sivrac, di legno, senza sterzo e catena, con avanzamento a spinta. La draisina di Von Drais (barone tedesco) risale invece al 1818 ed era costituita da unmanubrio per dirigere la ruota anteriore e un sellino; l'avanzamento era sempre a spinta, così come il materiale: il legno. La prima "vera" bicicletta fu inventata verso il 1839 da unmaniscalco scozzese: Kirkpatrick Mac Millan e consisteva in una "draisienne migliorata", alla quale Mac Millan aveva installato un sistema abile di pedali. Contrariamente alla draisienne, diventava possibile rotolare senza che i piedi toccassero il suolo.
Il primo velocipede (così battezzato dal francese Michaux nel 1855) modello Michaudina aveva i pedali innestati direttamente sul mozzo anteriore, la cuiruota era molto grande (circa 3 metri). Iltelaio era inferro e il freno a pattino si trovava sulla ruota posteriore. Questa bicicletta ebbe un grande successo, e si passò dai due esemplari del 1861, ai 4 esemplari del 1865. La funzione di una ruota anteriore grande, era quella di aumentare lo spazio percorso in funzione del tempo, quindi di incrementare la velocità. L'altezza della ruota anteriore costringeva il ciclista ad usare uno scalino per poter montare insella.
Durante questo periodo nacquero anche le prime corse in bicicletta, le quali avevano la funzione di promuovere questo mezzo, quindi i fini erano di tipo commerciale. Nel 1868 fecero la loro apparizione telai eforcelle diacciaio forgiato, ruote di legno cerchiate in ferro, rivestimenti delle ruote in caucciù. Nel 1869 nasce inFrancia laParigi-Rouen (prima grande corsa ciclistica su strada, da Parigi a Rouen sulla distanza di 126 chilometri, con la partecipazione di 304 concorrenti), vinta dalveterinario inglese Moor, il quale percorse la distanza a circa 15 km/h. La prima gara inItalia risale invece al 1870 (Firenze-Pistoia); 33 km percorsi in poco più di 2 ore. Intorno al 1875 apparve inInghilterra la "grande B" detta anche "il ragno", con la ruota anteriore di 1,5 m di diametro, al cui mozzo erano posti i pedali, mentre la minuscola ruota posteriore serviva solo da punto di appoggio. La prima classica italiana (1876) fu vinta da Maghetti, che percorse 150 km daMilano aTorino.
Nel 1877 Rousseau inventa gli ingranaggi moltiplicatori applicati alla ruota anteriore, con trasmissione a catena. Tra il 1876 ed il 1879 Shergold, Vincent e Lawson applicano gli ingranaggi nella ruota posteriore. Nel 1880 aNew York inAmerica, nasce la prima 6 giorni di corsa su pista. Nel 1883 inInghilterra Starley introdusse sulla sua "safety" la trasmissione a catena, oltre a rimettere in uso il sistema a raggi tangenziali e non perpendicolari al mozzo, per una migliore ripartizione del carico. Nel 1888 Dunlop inventa lo pneumatico; con l'arrivo dello pneumatico di Dunlop si risolse soprattutto il problema delle strade accidentate di allora, rendendo così più confortevoli e pratiche le biciclette. Tra il 1889 e il 1890, rispettivamenteMichelin ePirelli apportano delle modifiche sullo pneumatico inventato da Dunlop.
Nel 1890 nasce laParigi-Brest-Parigi: 1260 km no stop da pedalare giorno e notte. Nel 1896 nasce la prima classica francese denominataParigi-Roubaix. Nel 1897 nasce la primaruota libera. Nel 1898 vengono installati i mozzi forniti di freni "retro-pedale" alla bicicletta. Tra il 1900 e il 1912 aumenta il numero di biciclette in Italia, fino ad arrivare a circa un milione di esemplari. Nel 1903 nasce ilTour de France che fu vinto da Maurice Garin, spazzacamino valdostano.
Sei anni dopo il primo "Tour de France", nel 1909, l'Italia si adegua e organizza il primo "Giro d'Italia" della penisola, grazie all'inventiva diTullo Morgagni de "La Gazzetta dello Sport". 127 i corridori al via della corsa che non aveva ancora come simbolo del primato lamaglia rosa e la classifica non era redatta in base al tempo impiegato da ciascun corridore, ma in base ad un punteggio assegnato al termine di ogni arrivo di tappa. E già nella prima frazione il "Giro" perse due dei probabili favoriti: il "diavolo rosso", l'astigianoGiovanni Gerbi e il franceseLucien Mazan che si faceva chiamare Petit Breton entrambi coinvolti in due differenti cadute. La classifica finale vide primeggiareLuigi Ganna che precedette di due puntiCarlo Galetti e di 15Giovanni Rossignoli. Infine, nel 1912 nasce il professionismo.
L'uso trasportistico della bicicletta ha luogo, soprattutto in aree urbane, sia per gli spostamenti di persone che in attività commerciali, per il trasporto merci.
La bicicletta ha storicamente costituito uno dei pochi modi per spostare persone e merci a disposizione delle classi meno agiate. Lo sviluppo economico, a partire dalla seconda metà delXX secolo, ha portato a un'importante diffusione dell'automobile, che ha in gran parte soppiantato l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Con l'aumento deltraffico urbano, tuttavia, il raggiungimento, soprattutto nei territori fortemente urbanizzati, dei limiti di sviluppo del trasporto motorizzato, l'utilizzo della bicicletta è ridivenuto concorrenziale: a suo favore anche l'estrema economicità rispetto agli altri mezzi e l'impatto ambientale praticamente nullo.
Storicamente un uso molto diffuso della bicicletta è stato quello nelservizio postale, ridottosi nel corso della crescente motorizzazione ed in nuova espansione. Anche l'uso della bicicletta nei corpi delleforze dell'ordine ha avuto un decorso simile: forte nella prima metà del ventesimo secolo, poi quasi abbandonato, è in forte ritorno in concomitanza con le limitazioni al traffico motorizzato, la congestione e le pedonalizzazioni. Infine, un aspetto trasportistico-commerciale per il trasporto di persone è quello deivelotaxi, tipici dei centri storici, sovente chiusi al traffico, di molte città europee.
L'uso ricreativo della bicicletta è diffuso in ogni età. Ilcicloturismo è uno sviluppo moderno in forma di gite e viaggi di varia durata, esplorazioni o visite su distanze più o meno lunghe. Si tratta di un modo di viaggiare particolarmente economico, generalmente estraneo ai consueti itinerari del turismo di massa.
La fanteria in bicicletta ha costituito, tra ilXIX e ilXX secolo, una delle specialità dellafanteria. Suddivisi in reparti organici, e armati di moschetti e di mitragliatrici, i fanti in bicicletta potevano coprire 80–90 km al giorno e trovare utilità sia in fase prebellica che in combattimento.[2]
In fase prebellica avevano numerosi impieghi: coadiuvare la cavalleria nelle fasi esplorative e di studio del nemico, sostenere, nelle fasi di inizio ostilità, le truppe di copertura e contribuire alla protezione di grandi unità ferme, ma anche formare servizio di pattuglia e dare aiuto logistico (collegamenti e trasmissione di notizie).[2] In fase di combattimento, invece, in cooperazione con lacavalleria, agivano come i normali reparti di fanteria, caratterizzandosi però per azioni rapide e a sorpresa contro il fianco e le spalle del nemico.[2] In tale ottica rientrano la rapida occupazione di punti avanzati di importanza strategica, l'inseguimento del nemico sconfitto e il suo trattenimento per agevolare la ritirata delle proprie truppe.[2]
L'ultimo paese ad avere truppe in bicicletta è stata laSvizzera, che ha soppresso quel tipo di reparti nel 2003.
Le competizioni di ciclismo sono parte integrante di questa disciplina. Nate negli ultimi decenni delXIX secolo, si sono storicamente distinte in tre discipline principali: ilciclismo su pista, praticato all'interno deivelodromi, ilciclismo su strada, praticato sulle comuni strade, e ilciclocross, praticato fuori strada. Dagli anni settanta e ottanta ha avuto molta diffusione anche ilmountain bike. Sono poi riconosciute anche le specialità dellaBMX, deltrial, delciclismo indoor e delparaciclismo.
Il ciclismo èsport olimpico dal 1896, anche se solo dal 1984 sono ammesse nel programma le gare femminili. Al 2012 rientrano nelprogramma olimpico quattro discipline: il ciclismo su pista, il ciclismo su strada, il mountain biking e la BMX. Le competizioni sono regolate e coordinate dall'Unione Ciclistica Internazionale attraverso le organizzazioni continentali e nazionali.
Marco Marando,La bici rosa, viaggio nel ciclismo femminile con le campionesse di ieri e di oggi, Pontedera, Bandecchi&Vivaldi, giugno 2016,ISBN 9788865291344
Marco Marando e Ambrogio Rizzi,Inseguendo un sogno, intervista con il ciclismo femminile, Pontedera, Bandecchi&Vivaldi, dicembre 2018.ISBN 9788883417191