Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Chiesa di San Tomaso Cantuariense

Coordinate:45°26′31.92″N 11°00′10.08″E45°26′31.92″N,11°00′10.08″E
Questa è una voce di qualità. Clicca qui per maggiori informazioni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima chiesa di Padova, vediChiesa di San Tomaso Cantuariense (Padova).
Chiesa di San Tomaso Cantuariense
Facciata e prospetto laterale della chiesa
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
LocalitàVerona
Coordinate45°26′31.92″N 11°00′10.08″E45°26′31.92″N,11°00′10.08″E
Religionecattolica dirito romano
TitolareTommaso Becket
Diocesi Verona
Consacrazione1504
Stile architettonicogotico (esterno) erinascimentale (interno)
Inizio costruzioneXIV secolo
CompletamentoXVI secolo
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Lachiesa di San Tomaso Becket, meglio conosciuta comechiesa di San Tomaso Cantuariense, è unluogo di cultocattolico situato nei pressi del centro storico diVerona, appena oltre ilponte Nuovo del Popolo. È dedicata al santoingleseTommaso Becket, assassinato nel 1170 a causa della sua avversione aEnrico II d'Inghilterra.

Durante ilBasso Medioevo nella zona erano presenti due chiese: una, più antica, dedicata aTommaso Becket, la seconda intitolata alla Vergine Annunciata e accanto alla quale sorgeva unmonasterobenedettino. Nei primi anni delXV secolo icarmelitani decisero di procedere con l'ampliamento della seconda, gettando così le basi per l'attuale edificio che prenderà il nome da quella di San Tommaso, che venne abbattuta. Secondo un'iscrizione posta sullafacciata il cantiere ebbe inizio intorno al 1449 proseguendo, non senza difficoltà economiche, fino al 1504, anno della sua consacrazione. Con l'arrivo diNapoleone la chiesa venne adibita a infermeria per le truppe francesi e nel 1805 il convento venne definitivamente soppresso. Sotto la successivadominazione austriaca ilchiostro fu parzialmente abbattuto e molti dei locali dell'ex convento utilizzati comecarcere militare. Si dovette aspettare l'annessione del Veneto all'Italia affinché la chiesa potesse essere riaperta al culto.

L'attuale edificio si presenta come un'unione tra ilromanico tradizionale veronese e il tardogotico. L'esterno è caratterizzato da un'austerafacciata con unrosone circolare e un ampioportale, quest'ultimo, si ipotizza, proveniente da un altro edificio. L'interno è a unicanavata e il pavimentato è composto da riquadri bianchi e rossi con l'eccezione delpresbiterio, mentre il soffitto è coperto dacapriate lignee. Sui muri laterali interni della navata vi sono due monumenti sepolcrali scolpiti daUgo Zannoni e ottoaltari inseriti in archirinascimentali. Numerose le opere d'arte custodite che vennero realizzate da celebripittori veronesi, tra cuiPaolo Farinati,Girolamo dai Libri,Alessandro Turchi eAntonio Balestra.

Storia

[modifica |modifica wikitesto]
La chiesa di San Tomaso Cantuariense come si presentava nel 1940

Un documento dell'VIII secolo[N 1] ha fatto per lungo tempo ritenere che sul sito attuale sorgesse fin dall'Alto Medioevo una primitivachiesa paleocristiana, tuttavia studi più attenti hanno messo in discussione questa teoria.[1] Per una prima menzione sicura di un edificio religioso nella zona bisogna far riferimento a unabolla pontificia emanata nel 1185 dapapa Lucio III in cui si fa riferimento a «unam capellam Sancti Thomae in Insula veronensi sitam», ovvero di una cappella dedicata a san Tommaso e posta nell'isolo di Verona. L'"isolo" è una zona della città che un tempo si trovava tra il letto delfiume Adige e unsuo canale secondario rendendola pertanto una vera e propria isola; con la costruzione dei muraglioni sull'Adige a seguito dell'inondazione del 1882, il canale secondario venne interrotto e prosciugato e quindi l'isolo cessò di esistere. Il san Tommaso a cui si fa riferimento è, invece,Tommaso Becket,arcivescovo di Canterbury vittima nel 1170 del celebre assassinio nellacattedrale e proclamatosanto tre anni più tardi dapapa Alessandro III. La decisione di dedicare la costruzione al santo inglese si deve probabilmente alvescovo di Verona Adelardo, suo fervente devoto.[1]

Accanto a questa primitiva chiesa sorgeva anche un monasterobenedettino dipendente dall'abbazia di Villanova, situata nei pressi diSan Bonifacio. Nei primi anni delXIV secolo gli appartenenti all'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, comunemente chiamati carmelitani, si insediarono nel monastero al posto dei benedettini e, il 5 marzo 1351, ottennero dal signorePietro della Scala il permesso di costruire nelle vicinanze, su un terreno donato da alcuni ricchi cittadini dell'isolo, una nuova chiesa da dedicare alla Vergine Annunciata.[1][2]

Iscrizione sul pilastro alla destra della facciata che ricorda la costruzione dell'edificio

I decenni successivi furono, quindi, caratterizzati dalla presenza di due chiese, una situazione che durò fino agli inizi delXV secolo quando si decise di abbattere la chiesa più antica, ovvero quella dedicata a san Tommaso, e di ampliare quella successiva intitolata invece alla Vergine Annunciata che sarà poi quella che sopravvive tutt'oggi. Pertanto, la chiesa attuale, pur essendo costruita sulla base di quella che fu dedicata all'Annunciata (ed è ancora ufficialmente a lei titolata) viene conosciuta con la titolazione di quella precedente e demolita di San Tommaso.[2] La data di inizio del cantiere viene collocata intorno al 1449 e ciò si è potuto ricavare da un'iscrizione, relativa all'acquisto di alcune pietre, incisa in un pilastro collocato alla destra dellafacciata.[N 2] I lavori procedettero tutt'altro che spediti e i carmelitani, cronicamente in difficoltà finanziarie, dovettero contare sulla generosità dei parrocchiani per far fronte alle spese che il cantiere comportava. Anche il comune di Verona dovette partecipare agli oneri contribuendo, a partire dal 1487, con una somma di otto ducati all'anno.[3] Un privato cittadino, tale Jacopo figlio di Bongiovanni da Pesena, si fece carico della costruzione della porta laterale in quantolegato testamentario; un'iscrizione sull'architrave ricorda l'adempimento.[N 3] Finalmente, il 22 settembre 1504Marco Corner, coadiutore apostolico, poté consacrare la nuova chiesa.[2][4][5]

Per lungo tempo si è ritenuto che tra il 1545 e il 1550 fossero stati affidati all'architetto veroneseMichele Sanmicheli alcuni progetti di riordino architettonico della chiesa rimasti tuttavia sulla carta, tra cui la divisione in tre navate e la realizzazione di un ampiotransetto. Studi più recenti hanno comunque smentito tale ipotesi, confermando che il celebre architetto fosse sì interessato alla chiesa, ma solo spiritualmente, in quanto qui era collocata la tomba di famiglia e dove anche lui volle essere sepolto.[2]

Con l'arrivo a Verona, sul finire delXVIII secolo, delle truppe napoleoniche, la chiesa venne destinata a ospedale per i soldati francesi e successivamente, nel 1805, il convento fu definitivamente soppresso. Tra il 1856 e il 1857 ilchiostro venne in gran parte demolito e le parti restanti trasformate insagrestia e oratorio. In pienadominazione austriaca parte di questi edifici vennero adibiti acarcere di guarnigione. Poco tempo dopo l'annessione del Veneto all'Italia la chiesa di San Tomaso tornò a essere aperta al culto.[6][7]

Esterno

[modifica |modifica wikitesto]
Portale della chiesa conlunetta, coronato dalla statuaMaria con in braccio il Figlio benedetto

Lafacciata a capanna, rimasta presumibilmente incompiuta a causa delle difficoltà economiche riscontrate durante la costruzione dell'edificio, si presenta con un aspetto sobrio e spoglio. Al centro l'ampioportale strombato, instile tardogotico, è costituito dal portone di accesso racchiuso in cornici di marmo finemente scolpite. L'iscrizione sullatrabeazione,[N 4] risalente al 1493, indica che il giuristaCristoforo Lanfranchini lo dedicò a Cristo e alla Vergine e ciò fa supporre che originariamente fosse collocato in un'altra chiesa e poi qui spostato: un'ulteriore prova delle ristrettezze finanziarie che afflissero il cantiere.[8] Lalunetta racchiude un'Annunciazione di Maria opera dell'artistanovecentescoCarlo Donati, che sostituì l'originale attribuita aDomenico Brusasorzi, la quale è andata perduta.[9] Sulla sommità del portale è posta una statua diMaria con in braccio il Figlio benedetto, mentre ai lati ulteriori due sculture sono collocate in nicchie ricavate nelleparaste.[8]

Sopra il portale si apre unrosone circolare inscritto in una serie di decorazioni a dentelli, ovuli e girali che ricordano lostile romanico, pur tuttavia inserito in un contesto dal chiaro gustotardo rinascimentale.[10]

Sul lato nord vi è una porta incorniciata da uno stipite di marmo, sul cuiarchitrave si trova un'iscrizione che racconta come fosse stata costruita grazie a una donazione di tale Jacopo, che si sobbarcò tale onere per rispettare le volontà paterne.[N 3] Sopra l'architrave, la cornice di marmo continua, intervallata solo da duecapitelli di marmoquattrocenteschi, e forma unarco acuto inserito in unprotiro pensile. Ai lati due altebifore permettono l'illuminazione degli spazi interni.[3]

Campanile

[modifica |modifica wikitesto]
Campanile della chiesa

Contemporaneamente alla costruzione della chiesa venne innalzato anche ilcampanile; si ritiene che esso poggi sulla base di quello della chiesa precedente dedicata dell'Annunciata.[N 5] Posto lungo il fianco destro della chiesa, venne realizzato con lo stesso materiale,laterizio, dell'edificio principale. La torre termina con un cono cestile che si estende per 18,4 metri e la cui punta raggiunge la ragguardevole altezza di 60 metri. Di aspetto spartano, presenta alcuni elementirinascimentali. Il fusto è abbellito dalesene poste ai lati e al centro che si raccordano con archetti pensili. Lacella campanaria è costituita dabifore conarco a tutto sesto realizzate in marmo rosa locale. Sulla base si trova, incastonata nel muro, una pietra su cui è scolpita un'epigrafe: «…IUS ECCLESIAE RECTOR… // (F)ECIT MCCCCLXXVIII».[11][N 6]

All'interno della cella campanaria sono ospitate dieci campane in scala musicale di Re3 calante, fuse dalla dittaCavadini nel 1930, che vengono suonate manualmente secondo la tecnica dei concerti dicampane alla veronese. Queste sono rinomate per il suono, ritenuto (dall'atto di collaudo) preciso e melodioso, e ne sostituiscono sei precedenti in Mi3.[12]

Interno

[modifica |modifica wikitesto]
Interno della chiesa

L'interno della chiesa si presenta anavata unica. Il pavimentato è a riquadri bianchi e rossi, fatta eccezione per quello delpresbiterio. Il soffitto, anch'esso a riquadri, è sostenuto dacapriate lignee a due montanti. Lateralmente alla navata vi sono otto altaribarocchi, quattro a destra e quattro a sinistra, tutti inseriti in archirinascimentali. Il presbiterio è separato dalla navata da tre ampifornici, di cui quello centrale è nettamente più alto rispetto ai due laterali. A sua volta, il presbiterio è contornato da quattro archi trionfali sostenuti da altrettante colonne arricchite dacapitelli in stile rinascimentale, a cui sono sovrappostipulvini di grandi dimensioni. Un arco di dimensioni minori delimita l'inizio dell'abside.[13]

Nella chiesa sono conservati dipinti di celebri esponenti dellascuola veronese di pittura tra cuiPaolo Farinati,Francesco Torbido,Girolamo dai Libri,Antonio Balestra eAlessandro Turchi. Sono presenti anche imausoleineoclassici diMichele Sanmicheli e donNicola Mazza, opere diUgo Zannoni.

Fianco destro della navata

[modifica |modifica wikitesto]

All'entrata della chiesa, dal portone principale seguendo il fianco destro della navata, si trova, dentro una nicchia, unfonte battesimale, inizialmente realizzata per la vicina chiesa di Santa Maria Rocca Maggiore (oggi sconsacrata) e qui portata dopo che l'originale delXVII secolo era stata venduta nel 1904.[14]

Altare Dolcetti, gruppo scultoreo di Ugo Zannoni

Il primo altare in cui ci si imbatte è quello appartenente alla famiglia Dolcetti, caratterizzato da una statua diUgo Zannoni in cui rappresentòSan Gioacchino, sant'Anna e la Vergine fanciulla che legge. Questo gruppo scultoreo venne tuttavia qui collocato solamente nel 1909 in sostituzione di una precedente statua lignea dellaMaddalena (oggi posta nel vicino altare dei Da Prato) che, a sua volta, aveva preso il posto di unapala d'altare raffiguranteSanta Maria Maddalena de' Pazzi del pittore vicentinoPietro Bartolomeo Cittadella. Subito dopo, sempre di Ugo Zannoni, vi è incastonato nel muro il monumento funebre aMichele Sanmicheli.[14]

Altare Da Prato, pala diAlessandro Turchi

Proseguendo si incontra l'altare Da Prato, caratterizzato da una cornice in stileneoclassico che racchiude una palabarocca,Estasi di Santa Maria, commissionata da Giacomo Dal Prato e firmata e datata daAlessandro Turchi,[N 7] in cui si nota la contrapposizione di un luminoso paradiso popolato da angeli con la cupa rappresentazione del mondo terrestre ove si trova laMaddalena.[15][16] Ai lati deltimpano due statue, realizzate tra ilXIX e ilXX secolo, rappresentanti angeli, mentre in alto è posta la scultura lignea dellaMaddalena, una volta sull'altare Dolcetti.[17] Ai piedi dell'altare le tombe dei committenti: Girolamo da Prato e i suoi fratelli Giacomo e Bonifacio.[18]

L'altare successivo, realizzato nel 1681 e denominato "dell'Annunciata", si presenta decorato da diversi elementi barocchi, come cherubini, mistilinee e piani ondulati. Due eleganticolonne tortili sorreggono un'arcata.Antonio Balestra è l'autore della pala, datata 1702, oltre a dipingere anche unDio Padre nel tondo superiore.[19][20] In cima si trova una statua risalente al 1736 diMichelangelo Speranza, raffiguranteSan Giovanni Nepomuceno, inizialmente collocata al centro del vicinoponte nuovo e poi spostata nella chiesa nel 1801, quando le truppe francesi e austriache, che a seguito deltrattato di Lunéville si erano spartite Verona, avevano sbarrato il ponte.[21]

Più avanti, l'altare della confraternita di San Rocco accoglie una pala diGirolamo dai Libri raffigurante iSanti Rocco, Sebastiano e Giobbe. Questo altare sostituì nel 1727 uno precedente dell'inizio delXVI secolo.[22][23] Alla sua sinistra una statua di un artista anonimo, collocabile tra il XV e il XVI secolo, rappresentante unaMadonna con Bambino.[24] Infine, proveniente dalla vicina ex chiesa di Santa Maria della Disciplina, vi è l'altare Orti, situato sulla parete settentrionale di fianco al presbiterio. Esso ospita un crocifisso ligneo di autore anonimo della fine delXIV secolo posto su uno sfondo in cui è dipinta la città diGerusalemme, con il cielo tetro ad amplificare la tragicità della scena.[25]

Presbiterio

[modifica |modifica wikitesto]
Pala per l'altare maggiore diFelice Brusasorzi

L'ampiopresbiterio della chiesa, a cui si accede superando unabalaustra, ospita l'altare maggiore realizzato nelXVIII secolo daGiuseppe Antonio Schiavi; dell'originale, tuttavia, è rimasta solamente la mensa, composta da un ovale in cui è scolpitoIl profeta Elia che riceve nutrimento dall'angelo. Lapala posta alle sue spalle, datata 1579, è opera del pittore veroneseFelice Brusasorzi, che rappresentò unaMadonna con il Bambino e santi.[26] Tra i personaggi che il Brusasorzi dipinse si possono riconoscere san Tommaso Becket (titolare della chiesa),san Francesco,san Marco,san Giovanni Battista esant'Alberto raffigurato nell'atto di tenere in mano un modellino della stessa chiesa.[27]

Fianco sinistro della navata

[modifica |modifica wikitesto]
Altare dei Tintori, pala diPaolo Farinati

Il primo altare che si incontra sul fianco sinistro della navata è quello "dei Tintori", così chiamato perché appartenuto allacorporazione dei Tintori, come testimoniato dalcartiglio collocato nella parte superiore. La relativa pala venne dipinta daPaolo Farinati nel 1559[N 8] e raffigura iSanti Onofrio e Antonio abate, protettori dei tintori e delle altre attività tessili.[15][28] A fianco dell'altare è posto in una nicchia il busto diNicola Mazza scolpito da Ugo Zannoni.[29] Nell'altare successivo, l'altare Carteri, trova collocazione la palaSan Giovanni Battista, san Pietro e san Paolo, tradizionalmente attribuita aFrancesco Torbido ma più probabilmente opera di pittori della suabottega. È stata avanzata anche l'ipotesi che l'autore possa essereDionisio Battaglia, anch'egli allievo del Torbido. Sopra l'arco rinascimentale che racchiude l'altare vi è iscritto: «DIVI S. IO. BAPTISTAE PIETRO MAR. VICENTIO SACRAU».[30][31]

Prima di giungere all'altare successivo si possono intravedere alcuni resti degliaffreschi che una volta dovevano decorare le pareti. L'altare Dionisi, che è il terzo, si presenta racchiuso da una ricca cornice rinascimentale; l'interno non è terminato, tuttavia ospita una tela diPaolo Farinati,Vergine con i santi Girolamo e Alberto (dipinta nel 1555), sovrastata da unalunetta,Colomba dello Spirito Santo, attribuita adAgostino Ugolini.[32][33]

L'ultimo altare della fiancata sinistra è il cosiddetto "altare dello Spasimo". La relativa palaIncontro di Gesù con la Madonna sul Calvario venne dipinta nel 1524 dal medaglistaGiovanni Maria Pomedello[N 9]; gli angeli raffigurati nei pennacchi sono invece opera diGiovanni Caliari. Alla sinistra vi è la porta laterale della chiesa sormontata da unsarcofago che porta lo stemma della famiglia Pesenza.[34]

Organo a canne

[modifica |modifica wikitesto]
Organo a canne della chiesa
Incisione delle iniziali di Mozart

Sulla cantoria alla sinistra del presbiterio si trova uno storicoorgano a canne del tipo barocco, costruito nel 1716 daGiuseppe Bonatti,[35] organaro diDesenzano e allievo diCarlo Prati.[36] Fu suonato dal giovaneWolfgang Amadeus Mozart il 7 gennaio 1770,[37] durante uno dei suoi viaggi in Italia, e sembra che con un coltellino incise le sue iniziali W.G.M. sulla cassa, tuttora visibili.[38][39][40] Nel 1786 venne restaurato per la prima volta per opera di Girolamo Zavarise, mentre il veronese Giuseppe Grigolli lo rimaneggiò nella seconda meta delXIX secolo.[38]

Lo strumento, restaurato nuovamente nel 2002,[41] atrasmissione integralmente meccanica, ha due tastiere epedaliera a leggio, e un totale di 24registri.[42]

I tastidiatonici sono realizzati in bosso mentre quellicromatici inebano.[43][44] Originariamente la cassa disponeva di due portelle dipinte oggi, tuttavia, mancanti. Il frontone, diviso in quattro corpi, è riccamente decorato con intagli e dorature;[45] sul frontone, al centro, è raffigurato lostemma nobiliare dei marchesi Saibante. La facciata presenta 36 canne in stagno suddivise in quattro campate, sulla canna maggiore del campo di sinistra è impressa la scritta: «Opus Joseph Bonatti Xni 1716» mentre all'interno è stata trovata, in occasione di un restauro, un'incisione: «Joseph Bonati Desentiano Opus in pristinum restitutum a Hieronymo Zavarise Verona et auxit Contrabassi anno Domini MDCCLXXXVI».[45][46]

Chiostro e sagrestia

[modifica |modifica wikitesto]

L'anticochiostro quattrocentesco sorge a est della chiesa ed è raggiungibile attraverso una porta che si apre a lato del presbiterio. Parzialmente demolito nella metà delXIX secolo per far posto alla casermaaustriaca, dell'originale rimane solamente l'ala settentrionale e una parte di quella meridionale anche se le sue arcate sono oramai cieche. A sinistra vi è l'arca sepolcrale della famiglia Gifalconi, come si può leggere nell'iscrizione sottostante: «De Grifalchonis sunt hoc situata sepulcro // corpora nobilium clara de gente vororum // restruxere sui post an(n)os mille trecento // regli Scaligerum bis seprem tempore lustra». Sul sarcofago è scolpita una croce al centro con ai lati due grifoni; nella parte inferiore vi è una scena dell'Annunciazione di Maria.[47]

Nelle altre porzioni ancora esistenti del chiostro sopravvivono alcune lunette decorate ad affresco opera diBernardino Muttoni (XVII secolo), in cui è rappresentato un ciclo pittorico:Vita e miracoli di sant'Alberto e sant'Angelo. Tra le lunette vi sono anche le immagini di alcuni santi carmelitani un tempo accompagnate dal loro nome, ora cancellato.[48]

Dal chiostro si accede alla vecchiasagrestia in cui è conservata la pala di Giuseppe Zannoni, realizzata inizialmente per l'altare Saibante e poi qui spostata.[49] Sul lato est, contornata dagli stemmi dei carmelitani, vi è una tela di autore ignoto ma per cui sono stati fatti i nomi diCaroto,Raffaello eGarofalo che consiste in una copia dellaMadonna del Prato di Raffaello.[50] Tra le altre opere qui custodite, unaComunione degli Apostoli (1780) diGian Domenico Cignaroli,Adorazione dei pastori attribuita aCarletto Caliari e alcuni quadri diGiovanni Battista Caliari.[51]

Note

[modifica |modifica wikitesto]

Esplicative

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^Il documento delVIII secolo parla di un «monasterium Sancti Thome cuit vocapulo est pineolo» inizialmente identificato nella primitiva chiesa ma successivamente ritenuto essere un monastero situato nella frazione di Coriano adAlbaredo d'Adige e dedicato a san Tommaso apostolo. InFabbri, 2008, p. 12.
  2. ^Il testo dell'iscrizione è il seguente: «MADONA LUCIA MOIER CHE FO // DE MISER IACHOPO STAGNOLO // A PAGADO LE PREDE DE QUI- // STI TRI PILASTRI E MADONA // NIDA SOA MARE IA FATO // LAVORERE… 1449».
  3. ^abIl testo dell'iscrizione è il seguente: «JACOBUS D BONIOANIS DEPESENA EXEQUENS VOLUNTATEM // PATERNAM ET SE EXONERANS PRESENTEM PORTAM SUIS // SUMPTIBUS FIERI FECEIT ANNO D 146…». InFabbri, 2008, p. 15.
  4. ^Di seguito riportata: «DEO M. ET MATRI SEMPER VIRGINI // CHRISTOFORUS FRANCHINUS IURIS DOCCET COMES // EQUESQ SUO ERE ET SPONTE VIVENS DICAVIT // ANNO SALUTIS MCCCCLXXXXIII».
  5. ^Ciò si può notare dalla pianta della campanile che ha un orientamento diverso dalla chiesa e pertanto è lecito supporre che poggi sulla base del campanile della precedente chiesa. InFabbri, 2008, p. 22.
  6. ^Letteralmente: "…ilrettore ecclesiastico… fece nel 1478".
  7. ^Alessandro Turchi si firma «ALEX. TURCHIS. F.A. D. MDCV».
  8. ^La data è conosciuta grazie all'appunto sulGiornale, il libro dei conti diPaolo Farinati che ci ha permesso di conoscere molto della sua vita professionale. InFabbri, 2008, p. 60.
  9. ^Pomeddello la firmò e datò: «JOHANNES MARIA POMEDELLUS VILLAFRANCORUM AURIFEX VERONENSIS F(ECIT) DIE XX DECEMBRIS MDXXIII». InFabbri, 2008, p. 54.

Bibliografiche

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^abcFabbri, 2008, p. 12.
  2. ^abcdViviani, 2004, p. 268.
  3. ^abFabbri, 2008, p. 15.
  4. ^Fabbri, 2008, p. 14.
  5. ^Benini, 1988, p. 202.
  6. ^Fabbri, 2008, p. 68.
  7. ^Viviani, 2004, p. 270.
  8. ^abFabbri, 2008, p. 16.
  9. ^Fabbri, 2008, p. 21.
  10. ^Fabbri, 2008, p. 18.
  11. ^Fabbri, 2008, p. 22.
  12. ^Segala, 1985.
  13. ^Viviani, 2004, p. 272.
  14. ^abFabbri, 2008, p. 28.
  15. ^abViviani, 2004, p. 274.
  16. ^Fabbri, 2008, p. 33.
  17. ^Fabbri, 2008, p. 34.
  18. ^Fabbri, 2008, p. 35.
  19. ^Fabbri, 2008, p. 36.
  20. ^Benini, 1988, p. 205.
  21. ^Fabbri, 2008, p. 38.
  22. ^Fabbri, 2008, pp. 39-40.
  23. ^Benini, 1988, pp. 202, 205.
  24. ^Fabbri, 2008, p. 42.
  25. ^Fabbri, 2008, p. 44.
  26. ^Viviani, 2004, p. 275.
  27. ^Fabbri, 2008, p. 48.
  28. ^Fabbri, 2008, p. 60.
  29. ^Fabbri, 2008, p. 62.
  30. ^Fabbri, 2008, p. 58.
  31. ^Benini, 1988, p. 204.
  32. ^Fabbri, 2008, p. 56.
  33. ^Viviani, 2004, pp. 274-275.
  34. ^Fabbri, 2008, p. 54.
  35. ^Borelli, 1981, p. 644.
  36. ^Forni, 2002, p. 10.
  37. ^Forni, 2002, p. 7.
  38. ^abGirardi, 1968, p. 67.
  39. ^Fabbri, 2008, p. 51.
  40. ^Forni, 2002, p. 8.
  41. ^Fabbri, 2008, p. 52.
  42. ^Moretti, 1989, pp. 399-400.
  43. ^Girardi, 1968, p. 69.
  44. ^Forni, 2002, p. 15.
  45. ^abForni, 2002, p. 14.
  46. ^Girardi, 1968, p. 68.
  47. ^Fabbri, 2008, p. 63.
  48. ^Fabbri, 2008, p. 65.
  49. ^Fabbri, 2008, p. 66.
  50. ^Fabbri, 2008, pp. 66-67.
  51. ^Fabbri, 2008, p. 67.

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]
  • Gianfranco Benini,Le chiese di Verona: guida storico-artistica, Arte e natura libri, 1988,SBN PUV0856596.
  • Giorgio Borelli (a cura di),Chiese e monasteri nel territorio veronese, Verona, Banca Popolare di Verona, 1981,SBN VEA0039756.
  • Luca Fabbri,Chiesa di San Tomaso Cantuariense, San Giovanni Lupatoto, Tipolitografia Artigiana s.n.c., 2008, ISBN non esistente.
  • Umberto Forni,L'organo Bonatti di San Tomaso Cantauriense: storia e restauro, Grafiche Aurora, 2002, ISBN non esistente.
  • Enrico Girardi,Gli organi della città di Verona, Alba, Edizioni Paoline, 1968,SBN SBL0285370.
  • Corrado Moretti,L'Organo italiano, Monza, Casa musicale eco, 1989,ISBN 88-6053-030-X.
  • Franco Segala,Le campane della chiesa di San Tomaso Cantuariense di Verona, 1985,SBN PUV1123823.
  • Giuseppe Franco Viviani,Chiese nel veronese, Verona, Società cattolica di assicurazione, 2004,SBN VIA0121042.

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

Collegamenti esterni

[modifica |modifica wikitesto]
V · D · M
Chiese di Verona
Complesso della CattedraleDuomo di Verona ·Battistero di San Giovanni in Fonte ·Chiesa di Sant'Elena ·Portico di Santa Maria Matricolare ·Palazzo del Vescovado ·Biblioteca Capitolare ·Museo Canonicale
Città AnticaBasilica di Santa Anastasia ·Chiesa dei Santi Apostoli ·Chiesa di San Benedetto al Monte ·Chiesa di Sant'Eufemia ·Chiesa di San Fermo Maggiore ·Chiesa di San Fermo Minore ·Chiesa di San Fermo Minore di Brà ·Chiesa di San Giovanni in Foro ·Chiesa di San Lorenzo ·Chiesa di Santa Maria Antica ·Chiesa di Santa Maria in Chiavica ·Chiesa di Santa Maria Consolatrice ·Chiesa di Santa Maria della Scala ·Chiesa di San Matteo ·Chiesa di San Nicolò all'Arena ·Chiesa di San Pietro in Archivolto ·Chiesa di San Pietro Incarnario ·Chiesa di San Pietro Martire ·Chiesa di San Salvatore Vecchio ·Chiesa di San Sebastiano ·Chiesa delle Sante Teuteria e Tosca ·Chiesa di San Tomio
VeronettaChiesa di Santa Chiara ·Chiesa di San Francesco di Paola ·Chiesa di San Giorgio in Braida ·Chiesa di San Giovanni in Valle ·Chiesa della Madonna del Terraglio ·Chiesa di Santa Maria del Paradiso ·Chiesa di Santa Maria in Organo ·Chiesa di Santa Maria della Vittoria Nuova ·Chiesa di Santa Maria della Vittoria Vecchia ·Chiesa di Santa Maria Maddalena ·Chiesa dei Santi Nazaro e Celso ·Chiesa di San Paolo ·Chiesa di San Pietro in Castello ·Chiesa di San Pietro Martire ·Chiesa dei Santi Siro e Libera ·Chiesa di Santo Stefano ·Chiesa di San Tomaso Cantuariense ·Chiesa di Santa Toscana
CittadellaChiesa di Santa Caterina alla Ruota ·Chiesa di San Domenico ·Chiesa di San Luca ·Chiesa degli Scalzi ·Chiesa della Santissima Trinità in Monte Oliveto
San ZenoBasilica di San Zeno ·Chiesa di San Bernardino ·Chiesa di San Procolo ·Chiesa di San Zeno in Oratorio
Extra moeniaChiesa di Sant'Andrea Apostolo ·Chiesa di Sant'Antonio Abate ·Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo ·Chiesa di San Francesco d'Assisi ·Chiesa di San Giovanni Battista ·Chiesa di San Giovanni in Sacco ·Chiesa di San Giuseppe Fuori le Mura ·Chiesa di Santa Lucia Extra ·Chiesa della Madonna di Campagna ·Chiesa di Santa Maria Assunta ·Chiesa di San Martino Vescovo ·Chiesa di San Massimo ·Chiesa di San Michele Arcangelo ·Chiesa di Nostra Signora di Lourdes ·Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ·Chiesa di San Rocchetto ·Chiesa di San Rocco ·Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù ·Tempio votivo
† indica una chiesa sconsacrata — ‡ indica una chiesa distrutta
Controllo di autoritàVIAF(EN315533863
Wikimedaglia
Wikimedaglia
Questa è unavoce di qualità.
È stata riconosciuta come tale il giorno 26 settembre 2019 —vai alla segnalazione.
Naturalmente sono ben accetti altrisuggerimenti e modifiche che migliorino ulteriormente il lavoro svolto.

Segnalazioni  ·  Criteri di ammissione  ·  Voci di qualità in altre lingue

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Chiesa_di_San_Tomaso_Cantuariense&oldid=146656644"
Categorie:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp