
Ilcentrismo all'interno delmovimento marxista e della storia delmovimento operaio ha una particolare accezione in quanto si riferisce allecorrenti del socialismo che si collocano tra le posizioniriformiste e quellerivoluzionarie, tentando di conciliare le parti.
Lateoria marxista definisce il centrismo come unfenomeno transitorio che si realizza quando direzioni con unprogramma e un metodoriformista, durante deimoti rivoluzionari e sulla base della pressione delle masse e della propria organizzazione tendono a spostarsi asinistra acquistando una fraseologia rivoluzionaria, senza però essere capaci a canalizzare lasommossa inrivoluzione vera e propria, e di far così seguire dei fatti alle parole. Altre volte si esprime come il processo opposto, quando la direzione di un partito rivoluzionario durante una situazione rivoluzionaria degenera e, nella transizione verso delle posizioni riformiste, attraversa una fase centrista[1].
Lev Trockij a sua volta, definiva il centrismo come "tutte quellecorrenti nelproletariato e alla sua periferia [...], che si dilagano tra ilriformismo e ilmarxismo e che rappresentano per lo più diversi stadi di sviluppo sulla via dal riformismo al marxismo, e viceversa"[2].
Lenin stesso nell'anno 1917, esprimendosi sui compiti delproletariato, scrisse del centrismo: "tutto il «centro» giura e spergiura che è marxista, internazionalista [...]. La sostanza della questione è che il «centro» non è convinto della necessità di unarivoluzione contro il propriogoverno, non la propugna, non conduce una lotta rivoluzionaria intransigente, ma inventa invece, per sottrarvisi, le scuse più triviali, per quanto suonino arci«marxiste» [...]. Il «centro» è composto di gente abitudinaria, corrosa da una putrida legalità, corrotta dall'atmosfera del parlamentarismo, ecc., di funzionari abituati ai posti comodi e ad un lavoro «tranquillo». Sotto il profilo storico ed economico, questi elementi non costituiscono uno strato sociale distinto, ma rappresentano soltanto la transizione fra un'epoca ormai chiusa del movimento operaio, l'epoca dal 1871 al 1914, feconda sotto molti aspetti, soprattutto nell'arte, necessaria al proletariato, dell'organizzazione lenta, sistematica, costante, su vasta, su vastissima scala, e un'epoca nuova, divenuta oggettivamente necessaria dopo laprima guerra mondialeimperialistica, che ha aperto l'èra dellarivoluzione sociale.[3]
Di conseguenza il centrismo ha, per i gruppitrotskisti e per le correnti rivoluzionarie facenti riferimento alleninismo, un significato alquanto peggiorativo. Perché descritto in senso opportunistico, dal momento che sostiene la necessità di una rivoluzione in un futuro indeterminato, ma sollecita le pratiche riformiste per il frattempo. Isocialisti libertari e glianarchici invece, tendono a visualizzare qualsiasi riformismo come opportunismo politico, perché vedono il riformismo come incapace di effettuare modifiche strutturali nell'organizzazione sociale.
Il termine si riferiva originariamente alcentro marxista interno alPartito Socialdemocratico di Germania (SPD) che ruotava attorno alle figure diKarl Kautsky eAugust Bebel, le cui posizioni vennero polemicamente attaccate dallasinistra del partito attorno aRosa Luxemburg, e dalla nascente areacomunista. I principali punti di critica erano il crescenteparlamentarismo e l'istituzionalizzazione delpartito socialdemocratico.Cometerza via, ilcentro è stato un punto di riferimento per l'austromarxismo diOtto Bauer.

Partiti socialisti con una prevalente componente centrista e che appartenevano alle cosiddetteInternazionale 2½ e Internazionale 3½ erano ilPartito Socialdemocratico Indipendente di Germania (USPD) e l'Independent Labour Party (ILP) britannico, perché oscillavano tra sostenere di voler raggiungere un'economia socialista attraverso le riforme sociali e di voler fare larivoluzione. Tra questi, si includeva ilPartito Operaio di Unificazione Marxista (POUM) e il Poalei Zion Smol (questi due in una fase storica successiva), ma anche laSezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO), ilPartito Socialista Svizzero, ilPartito Socialdemocratico Operaio (Austrotedesco) e ilPartito Socialista Operaio Spagnolo, nei quali all'epoca le correnti centriste erano prevalenti e che perseguivano posizioni di sinistra marcata.
L'Unione dei Partiti Socialisti per l'Azione Internazionale, anche conosciuta comeInternazionale di Vienna eInternazionale 2½, fu unaorganizzazione internazionale di partiti socialisti attiva dal febbraio 1921 fino al maggio 1923, e nata con l'esclusivo obiettivo di riunire il movimento operaio, disfattosi dopo la nascita dellaInternazionale Comunista. L'Internazionale fu fondata il 27 febbraio del1921 aVienna dalPartito Socialdemocratico Indipendente di Germania, dallaSezione Francese dell'Internazionale Operaia, dalPartito Laburista Indipendente (GB), dalPartito Socialista Svizzero, dalPartito Socialista Indipendente (Romania) e dalPartito Socialdemocratico Operaio (Austrotedesco). I partiti fondatori non si riconoscevano né nellaseconda né nellaTerza Internazionale. Nell'aprile del1921 si unì all'Internazionale anche ilPartito Socialista Operaio Spagnolo. Nel1923 aderì anche ilPartito Socialista Rivoluzionario diRussia.
IlCentro Marxista Rivoluzionario Internazionale (CMRI), anche conosciuto comeBureau di Londra eInternazionale 3½, era unaassociazione di partiti di sinistra socialista nata nel 1932, i quali non si riconoscevano né nelriformismo socialista convenzionale, né nellostalinismo dellaTerza internazionale. Per un periodo il CMRI è stato vicino alle posizioni delmovimento trotskista e a quelle dellaOpposizione di sinistra internazionale. Nel 1940 il CMRI si sciolse.
Una parte delle correntimassimaliste del socialismo italiano, che durante lunghi periodi storici erano maggioritarie dentro alPartito Socialista Italiano, mentre durante altri periodi sono state minoritarie o addirittura parzialmente esterne al partito (vediPSIUP), si riconducono alle posizioni centriste del marxismo.
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