Cellamare è uncomune italiano di 5 803 abitanti[1] dellacittà metropolitana di Bari inPuglia. Vi si conserva il vecchio castello baronale di origine medievale (XIII secolo), ma ricostruito e riadattato da fortezza militare a residenza signorile nel XVI secolo. Nelle campagne, sulla via perRutigliano, si conserva unmenhir di imprecisata datazione.
Il centro abitato è 12 km a sud-est della città diBari.Il territorio comunale è posto ai margini meridionali dellaconca di Bari; confina conCapurso,Casamassima eNoicattaro, risultando ilcomune meno esteso dell'intera città metropolitana[4].
Nel territorio di Cellamare non vi sono tracce di insediamenti risalenti all'età della pietra. Solo verso ilXV secolo a.C., nell'Età del bronzo, la vita si affaccia nella zona dettaCocevole, ad un paio di chilometri dal paese, sulla via vecchia perCasamassima. È qui che si sviluppò il primo insediamento nell'area dell'odierna Cellamare.
Dai numerosi reperti ritrovati nella zona è facile dedurre che si trattò di un insediamento di eccezionale importanza e che occupò una grande area di territorio. La posizione favorevole derivava dal fatto che l'avvallamento che oggi si osserva era un'importante via canale (solco torrentizio) che partiva daMonte Sannace, pressoGioia del Colle, proseguendo in direzione della vicina Cellamare e diAzetium, che si trovava traNoicattaro eRutigliano, e passando dinanzi alla chiesetta rurale dell'Annunziata, nel territorio di Rutigliano, sfociava nell'Adriatico dove oggi è la baia di San Giorgio a sud diBari.
Le attività praticate erano lapastorizia e l'agricoltura. La maggior parte dei reperti, riportati in superficie durante i lavori di trasformazione delle colture, è andata persa. Non sono pochi i contadini, i più anziani, che possono testimoniare che gliaratri meccanici hanno fatto riaffiorare decine di lastroni calcarei, cocci, anse ed oggetti di pietra. Nella stessa zona si trovano, come dicono i contadini, iparetoni. Si tratta delle "muragge", ossia muri formati di pietre, poste le une sulle altre con bravura e perizia, senzamalta, a secco.
Diversi storici ritengono si tratti di monumenti sepolcrali, i "dolmen". Esistono tre principali tipi di dolmen: il primo è costituito da una galleria con lastroni di pietra laterali, sormontati da altri lastroni, poi coperti da un cumulo di pietrame a forma ellittica; il secondo consiste in un sarcofago in pietra, ricoperto come il precedente da pietrame a forma ellittica; il terzo, più modesto, consta di un piccolo sarcofago monolitico coperto da un minuscolo cumulo di pietre. Quest'ultimo tipo è quello presente nel territorio di Cellamare, in agro Cocevole.
Le origini di Cellamare si fanno risalire alsecolo XI; l'unico documento attendibile in tal senso può essere considerato uno statuto delle città e delle terre appartenenti all'Arcidiocesi di Bari, compilato nel1171 dall'arcivescovo Rainaldo nel quale per la prima volta si cita una località di nome Cellamare o Cellamarii.
Alcuni storici sono invece concordi nel segnalare l'esistenza di questo sito o villaggio di pastori e contadini in concomitanza con le escursioni saracene. Si racconta infatti che nel988 iSaraceni attuarono una delle più feroci incursioni nel territorio intorno aBari, depredando le popolazioni ed incendiando le loro abitazioni. Dopo aver distruttoCeglie eValenzano si trasferirono nel territorio diCapurso, ma qui furono respinti ed uccisi dai capursesi e cellamaresi. La zona ancora oggi viene chiamata Massaracina per ricordare il massacro dei saraceni.
In quanto al toponimo "Cellamare" gli storici rimandano all'episodio riguardante l'arcivescovo di Bari Giovanni V, che a seguito della distruzione diBari perpetrata dal sovranonormannoGuglielmo il Malo si rifugiò col suo seguito nel territorio che da allora mutò il nome daCella Amoris inCella Amaris per sottolineare il dolore degli esuli.
Si ignora come e quando Cellamare si tramutò infeudo. Il primo signore di cui si hanno notizie è Roberto Venato. Gli successe il fratello Galeotto Venato, morto nel1294. Con la sua scomparsa il feudo di Cellamare passò al Regio Fisco, cioè allo Stato per mancanza di eredi. Trasformatosi nuovamente in feudo nel1407, Cellamare fu appannaggio di diverse famiglie (Sandionigi, Di Sangro, Marra, Giudice Caracciolo), fino a quando con l'avvento diMurat passò alregno di Napoli.
Lo stemma storico è stato approvato con delibera podestarile n. 50 del 30 luglio 1932[5] e ufficialmente riconosciuto con DCG del 19 novembre 1934[6] e raffigura, in campo d'argento, unasirena che esce dalle acque di unmare fluttuoso d'azzurro; con il capo di porpora.Il gonfalone, concesso con regio decreto del 23 agosto 1934[6][7], è un drappo di azzurro.
Amatore nacque a Tucci, identificabile oggi conMartos inAndalusia. Apprese dai genitori ad amare Dio e il prossimo, specie i sofferenti. Perduta la madre, il padre prese Amatore e gli altri figli e si trasferì aCordova per mandarli a scuola. Il suo maestro fu il dotto e santovescovoEulogio, anch'egli futuromartire.
Infuriando la persecuzionemusulmana, si unì ad unmonaco di nome Pietro, a Ludovico (fratello di Paolo,diacono e martire), entrambi cordovesi, e si lanciò con loro alla conquista delle anime. Furono catturati e trucidati, e i loro corpi furono gettati nel fiumeGuadalquivir il 30 aprile855. Dopo alcuni giorni i tre cadaveri, trovati sulla spiaggia di Beta, furono raccolti da mani pietose.
L'attuale chiesa della Santissima Annunziata è costruita sulle fondamenta di un'altra antica chiesa, edificata dall'arcivescovo Rainaldo (1171-1188). La nuova chiesa fu costruita nel1854 sotto l'arcivescovo di Bari Michele Basilio Clary, come si rileva dall'epigrafe posta sotto l'architrave della porta maggiore.
La pianta è ad unanavata con tre cappelle per lato. All'interno è possibile ammirare un pregevole dipinto su tavola raffigurante lo "sposalizio di Santa Caterina". Il dipinto è attribuito alla scuola fiorentina delXII secolo.
Sullo stesso piano della facciata si eleva la torre campanaria, costituita da grossi conci in pietra e divisa in due ordini. Quello inferiore ha una luce quadrilobata in cornice circolare; l'ordine superiore, che si sopraeleva dall'altezza della chiesa, è la cella campanaria conlesene angolari ebifore.
La Torre Civica, comunemente chiamata Torre dell'Orologio, si erge in largo Don Bosco di fronte alla chiesa matrice. Realizzata nel1923, è composta da un basamento trapezoidale. Una piccola scaletta interna conduce al piano del loggiato dotato di quattro bifore, una su ogni lato, costituite da tre colonnine in pietra locale. Il secondo piano è decorato da una scultura abassorilievo che raffigura lo stemma comunale.
In territorio di Cellamare, e precisamente al confine con il territorio diNoicattaro, strada della Cappella, sulla via perRutigliano, è ubicato unmenhir. Quel blocco dipietra, su cui è incisa la parola "NOJA", ha un grande valore archeologico e ha millenni di vita.Il significato di questimonoliti è tuttora oggetto di studi. Diversi sostengono che la loro funzione fosse quella di segnalare il confine tra territori. Non manca chi sostiene che fossero punti di riferimento per la viabilità dell'epoca. Il menhir di Cellamare è un segno dimostrativo (forse unico) del sistema antico divisionale dei territori amministrativi[senza fonte].
Nell'aprile del2015 si sono svolte delle riprese nel centro storico di Cellamare per la sitcomedyI Comisastri 3 di Piero Bagnardi, in onda sulla rete localeAntenna Sud.
Le due squadre di calcio di Cellamare sono: l'A.S.D. Cellamare 2005, che milita nel girone Apugliese dipromozione, e A.S.D. New Team Cellamare, fondata nel 2008, che ha disputato il campionato regionale di Seconda Categoria. Per la pallavolo, la Polisportiva Libertas ASD 1979 milita in prima e seconda divisione maschile.