Nel 1751 il territorio comunale di Cavargna comprendeva già i cassinaggi di "Cassina Mondracco" e "Cassina Vegnia".[5]
Come il resto della pieve di Porlezza, inizialmente Cavargna faceva parte dellaRiviera di Lecco.[5] Quando poi, nel 1786, laLombardia austriaca fu divisa in province, Cavargna, pur rimanendo inserito nella stessa pieve, fu aggregato allaprovincia di Como.[6]
Durante il periodo napoleonico, nel 1801 il territorio di Cavargna fu in un primo momento aggregato al comune diBuggiolo,[7] per poi recuperare l'autonomia comunale l'anno successivo[8]. Un altro decreto napoleonico sancì, nel 1812, l'accorpamento di Cavargna al comune diSan Nazzaro[8], decisione che fu tuttavia abrogata con laRestaurazione.[9]
Poco sotto al vecchio edificio religioso si fa notare un altro campanile: quello della nuova chiesa di San Lorenzo.[11] Al suo interno, conserva una pala d'altare risalente alXVI secolo e una statuaquattrocentesca diSan Lucio, entrambe provenienti dalla chiesetta dedicata a quest'ultimo.[4]
Nei pressi del passo di San Lucio, situato a 1542m s.l.m. sul confine con laSvizzera[14], si trova l'omonimo oratorio, già attestato nelXIII secolo[15] e presso cui l'arcivescovoCarlo Borromeo in visita a Cavargna nel 1582 si fermò a pregare[16] per quasi una giornata.[10]
Nel 1606, la chiesetta fu descritta in modo dettagliato daFederico Borromeo, in seguito a una visita al luogo.[16] Fu proprio Federico a commissionare l'esecuzione di un intonaco che, per secoli, ricoprì una serie di affreschi databili tra i secoli XV e XVIII.[17]
Esternamente, la chiesetta si presenta con un porticato aggiunto non prima del XV secolo.[18]
All'interno vi si conservano alcuni affreschi databili al XV-XVII secolo[14] (o, più genericamente, in un periodo collocabile tra i secoli XIV e XVIII[18][17]). Tra i soggetti affrescati si identificano i santi Lorenzo, Lucio e Vincenzo (sulla volta), sant'Antonio Abate (intradosso tra la seconda e la terza campata).[17] La chiesetta ospita l'affresco di unDio Padre tra visi angelici; racchiusa entro una "mandorla", l'opera e databile tra la fine del XVII secolo e l'inizio del successivo, ed è attribuibile alla scuola dell'artista locale Giovan Battista Pozzo.[19] L'oratorio ospita inoltre statua in legnoquattrocesca che rappresenta ilsanto titolare[14], patrono deicasari[10]. Nell'area presbiteriale, decorazioni miniaturizzate di paesaggi ignoti.[19]
Dal 1982 Cavargna ospita il Museo della Valle, unmuseo etnografico sugli usi e costumi, sui mestieri e sulle tradizioni storiche del luogo. Tra le varie sezioni di cui il museo si compone, si registrano quella dedicata al lavoro deimagnani, quella sul fenomeno delcontrabbando, quella relativa alle vecchie attività minerarie e siderurgiche e quella sulla religiosità popolare, in particolare alla devozione a sanLucio di Cavargna.[10]
Secondo una statistica del Centro Studi Sintesi diMestre[23], che ogni anno stila una classifica in base alla "ricchezza" dei comuni italiani in base al reddito, Cavargna è risultato più volte essere il paese più povero d'Italia[24](nel 2006, con un reddito medio pro capite di circa 2 000euro). Questo però non è dovuto alla povertà del paese, ma al fatto che, essendo al confine con laSvizzera, la quasi totalità degli abitanti lavora in territorio elvetico e lì paga le tasse.[24]
Annalisa Borghese,Cavargna, inIl territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992.
Touring Club Italiano (a cura di),Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano)anno=1999, Milano, Touring Editore,ISBN88-365-1325-5.
Franco Bartolini,I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016[2006].
Angelo Rinaldi,Storia di Porlezza e "Notizie storiche di Porlezza e Pieve" del molto reverendo don Enrico Frigerio, prevosto del luogo dal 1905 al 1933, Como, New Press Edizioni, 2013.