Cattolici Conservatori | |
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Leader | Stefano Cavazzoni Carlo Santucci[1] Stefano Jacini |
Stato | ![]() |
Fondazione | 1913 |
Dissoluzione | 1919 |
Confluito in | Partito Popolare Italiano |
Ideologia | Conservatorismo nazionale Cattolicesimo intransigente Clericalismo |
Collocazione | Destra aestrema destra |
Seggi massimi | 9 / 508 (1913) |
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ICattolici Conservatori furono un gruppo parlamentare e politico delRegno d'Italia di ispirazioneconservatrice,clericale, con delle posizioni talvoltaintransigenti.
Una "destra estrema" di ispirazionecattolica,conservatrice,reazionaria,legittimista e anti-liberale si era costituita in seno alParlamento subalpino delRegno di Sardegna durante il "decennio di preparazione" (anni '50 dell'Ottocento) nel qualeCavour e i suoi governi prepararono laseconda guerra d'indipendenza e l'unificazione italiana, varando decise norme di segnolaicista edanticlericale volte a diminuire l'influenza sociale della Chiesa in Piemonte e contrastare indirettamente loStato Pontificio. Era una fase in cui i monarchici cattolici di orientamento anti-liberale opposti a tale politica governativa di espansione ed anticlericalismo si raggruppavano in un gruppo parlamentare distinto da quello ordinario della "Destra storica" (schierato compattamente su posizioni liberali sin dal governo diMassimo d'Azeglio), definito daAntonio Gramsci nei suoiappunti "partito municipalista piemontese".
Il leader morale della fazione eraClemente Solaro della Margarita, ex ministro degli affari esteri sotto Carlo Alberto. Tuttavia, questo raggruppamento parlamentare piemontese si sciolse dopo laproclamazione del Regno d'Italia, e definitivamente con il "Non expedit" diPio IX (1871).
IlNon expedit ricevette un allentamento ad opera di papaPio X, che acconsentì all'elezione di candidati cattolici e devoti alla Santa Sede al Parlamento italiano mediante ilPatto Gentiloni (1912) con il leader liberaleGiolitti, in cambio di una tutela dei valori cattolici ed un comune contrasto all'avanzata socialista. Il Patto Gentiloni consentì dunque per la prima volta ai cattolici italiani dai tempi della proclamazione dello Stato unitario di organizzarsi elettoralmente in Parlamento, riprendendo idealmente uno schema ideologico simile al partito anti-laicista subalpino di un cinquantennio prima.
Il raggruppamento dei Cattolici Conservatori nacque nel 1913 dalladestra dell'Unione Elettorale Cattolica Italiana: alleelezioni politiche di quell'anno ottenne l'1,8%, eleggendo nove deputati.[2]
Nel 1919 l'unione con altri soggetti di ispirazione cattolica si concretizzò nelPartito Popolare Italiano, il primo partito di cattolici in senso moderno dell'Italia unita, che ottenne il 20,5% dei voti e 100 seggi alleelezioni politiche immediatamente successive.[3][4]