Fondata nel729 a.C. daigrecicalcidesi della vicinaNaxos, la città vanta una storia millenaria i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale[9]. Fu un'importante cittàromana e poigreco-bizantina fino al900, quando venne conquistata dagliarabi e poi successivamente dainormanni. Sotto ladinastia aragonese fu capitale delRegno di Sicilia, e dal 1434 per volere del reAlfonso V è sede della più anticaUniversità dell'isola[10]. Nel corso della sua storia è stata più volte interessata daeruzioni vulcaniche (la più imponente, in epoca storica, è quella del1669) e daterremoti (i più catastrofici ricordati sono stati quelli del1169 e del1693).
Per l'ingenza e la conservazione del patrimonio architettonico e culturaleliberty catanese, la città ha ricevuto nel 2016 il premio diBest LibertyCity ("Miglior città dell'Art Nouveau" o "città liberty dell'anno") dall'Associazione nazionale Italia Liberty.[11][12][13][14][15][16]
Particolare dellafontana dell'Amenano, conosciuta come l'acqua a linzolu (acqua a lenzuolo), sita in piazza del Duomo.
Catania offre paesaggi eterogenei concentrati in un'area ristretta. Sorge sulla costa orientaledell'isola, ai piedi dell'Etna (il vulcano attivo più alto d'Europa) a circa metà strada tra le città diMessina eSiracusa, affacciandosi sulmar Ionio con ilgolfo che da essa prende il nome.
Il territorio è prettamente pianeggiante a sud e sud-est, e montuoso a nord per la presenza dell'Etna. Esso comprende anche una consistente parte dellapiana di Catania ('a Chiana), una tra le più estese aree coltivate della Sicilia, la cui zona più vicina al mare costituisce l'Oasi del Simeto, riserva naturale di circa 2.000ettari, istituita nel 1984. L'Oasi del Simeto prende nome dal fiumeSimeto che sfocia a sud della città, nella frazione Primosole (VI Municipio "San Giorgio Librino - San Giuseppe La Rena Zia Lisa Villaggio Sant'Agata").
Il nucleo originario della città era situato su un'altura: la collina diMonte Vergine (49 m s.l.m.), nata da un'eruzione preistorica dell'Etnadatata tra 15.000 e 3960 ± 60 anni dal presente[fonte?], corrispondente all'odiernaPiazza Dante Alighieri dove sorge ilmonastero di San Nicolò l'Arena (diventata sede universitaria), nei pressi della quale scorreva un corso d'acqua, l'Amenano, che sfociava vicino aPiazza del Duomo, mentre a sud vi era il terrazzo di Acquicella (15 m s.l.m.), separato dal fiume da una valle, poi colmata dalle lave dell'eruzione del 1669. L'unico altro rilievo importante è la collina diSanta Sofia (303 m s.l.m.), nel quartiere omonimo, dove sorge laCittadella Universitaria, quasi al confine conGravina di Catania, comune del vasto hinterland.
Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all'interno della città (le aeree verdi sono 20[17]). Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: ilGiardino Bellini o Villa Bellini, chiamato'a Villa, è dedicato al musicistaVincenzo Bellini; ilGiardino Pacini o Villa Pacini, soprannominatoVilla 'e varagghi (cioè "degli sbadigli") dedicato al musicistaGiovanni Pacini; ilParco Gioeni (situato a nord del quartiere Borgo, alla fine della via Etnea, tra i più estesi); ilParco Falcone e Borsellino (a nord del corso Italia), dedicato agli omonimi magistrati uccisi dalla mafia; e ilBoschetto della Plaia (il maggiore per estensione, nella zona tra il sud della città e l'aeroporto Vincenzo Bellini, l'ex Mercato Ortofrutticolo Comunale e il quartiere dellaPlaia). Tra gli altri, per l'importanza storica e per la conservazione della biodiversità, va segnalato l'orto botanico di Catania nel quartiere Mercede (III Municipio "Borgo Sanzio"').
La città è attraversata da un fiume sotterraneo, il già citato Amenano, cheanticamente sfociava dove c'è la suddetta Villa Pacini[fonte?] e nel ventunesimo secolo sfocia più a sud-est, dove c'è il porto. Esso si rende visibile allaFontana dell'Amenano, fontana inmarmo bianco chiamata dai catanesi l'Acqua a 'llinzolu che sorge tra la cosiddetta "Pescheria" e la piazza del Duomo, e nei sotterranei del locale Ostello Agorà. In passato, fino al 1669, poco fuori dalle mura a ovest si trovava una piccolazona umida naturale, nota con il nome diGurna di Nicito[18],probabilmente alimentata da un corso d'acqua[ipotesi senza fonti bibligr. specialistiche]: l'area, oggi scomparsa, è stata coperta dallacolata lavica del 1669[19]. Sebbene la toponomastica locale conservi la memoria di questo ambiente nel nome di via Lago di Nicito, il perimetro esatto e l'ubicazione dell'area restano incerti.
Ma è stato tutto il territorio circostante a mutare profondamente in seguito a calamità naturali come le varie colate laviche: la costa a nord del porto è costituita da unascogliera, sita dove è presente laStazione Centrale, detta dell'Armìsi e formata in varie epoche storiche nel 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperto anche parte dell'anticoPorto Ulisse nel quartiereOgnina; tale tratto di costa comprende la spiaggetta diSan Giovanni li Cuti. L'area a sud delCastello Ursino, che in origine si affacciava direttamente sul mare dal promontorio meridionale di Catania, è oggi il risultato della grande colata lavica del 1669 indicata sopra[19]. Durante l'eruzione, la colata superò le mura della città, si accumulò progressivamente intorno al Castello e iniziò a colmare il fossato che circondava l'edificio[19], oltrepassando anche i dintorni del bastione noto con il nome diBaluardo di San Giorgio[19]. Fra maggio e giugno, la lava raggiunse quasi l'altezza delle finestre del Castello, che vennero murate per protezione[19], e il flusso principale si riversò in mare formando un delta lavico di circa 1500 metri di estensione e spostando in avanti la linea di costa di circa 800 metri[19]. Questo processo modificò radicalmente la conformazione costiera, isolando il Castello dalla riva e innalzando il livello del terreno circostante di molti metri[19]. Di conseguenza, la linea di spiaggesabbiose della Plaja, ogginota area balneare, iniziò più a sud rispetto al tracciato precedente, sviluppandosi sul nuovo terreno creato dalla solidificazione della lava con la copertura o il riassorbimento delle precedenti zone umide e delle spiagge naturali.
La città e lapiana di Catania presentano unclima mediterraneo, pur con alcuni connotati di tipo subtropicale e continentale, ben ravvisabili dall'analisi dei dati climatici dellestazioni meteorologiche ufficiali diFontanarossa e diSigonella, che descrivono rispettivamente il quadro relativo alla città di Catania e all'entroterra della piana.
Leprecipitazioni sono comprese in media tra i 450 e i550 mm annui, con minimo estivo molto marcato e moderato picco nella stagione autunnale.
L'inverno assicura temperature generalmente piuttosto miti, ma l'escursione termica rispetto alle ore notturne è abbastanza pronunciata, specie in presenza di cielo sereno e vento debole, per effetto della presenza di un esteso territorio pianeggiante a sud, e nella parte più interna, della presenza dell'Etna. La neve è molto rara, a causa dell'ombra orografica dell'Etna che ripara la città dai freddi venti settentrionali. Nonostante ciò, occasionali fioccate si sono viste più volte nel corso degli anni nei quartieri collinari, più consistenti nell'hinterland a nord della città. Brevi nevicate si sono avute il 9 febbraio 2015, il 6 gennaio 2017 e il 5 gennaio 2019 anche se l'ultima nevicata con accumulo di particolare rilevanza risale al 16-17 dicembre 1988.
Il record assoluto di freddo, -7 °C, fu raggiunto il 1º febbraio 1962[20].
L'estate, di lunga durata, si presenta molto calda, a volte con alti tassi di umidità. Mentre lungo la fascia litoranea le temperature massime sono parzialmente contenute dalla brezza marina dilevante, nella parte più interna della città e della piana si registrano valori molto elevati.
Alle ore 15 del 24 luglio2023 la temperatura ha raggiunto il picco di 47,6 gradi[21].
Secondo lo storico grecoPlutarco[24] il suo nome deriva dal siculokatane (cioègrattugia, parola di origine indoeuropea), per l'associazione con le asperità del territoriolavico su cui sorge, od anche dallatinocatinum (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città o come riferimento al bacino dellaPiana. L'etimologia resta comunque oscura[25]: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefissogrecokatà- al nome delvulcanoEtna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna)[26]. In epoca araba il geografoAl-Muqaddasi precisa che la città di Qutāna «Si chiama anche Madīnat al-Fīl (Città dell'Elefante)» eIdrisi la riporta come Balad al-fîl[27], di analogo significato.
Nel 1836 la città di Catania fu soprannominata "la Sicula Atene"[28] per via della vocazione commerciale. Altri soprannomi attribuiti sono quelli di “protettrice dei Re”, riferito alperiodo aragonese 1282-1412 – « castigo Rebelles, Invictos supero, Catania tutrix regum » si legge nello stemma civico pubblicato per la mappa della città sulCivitates orbis terrarum, volume V, 1598[29][30] –, quando il Castello Ursino fu sede della monarchia siciliana (e quindicapitale della Sicilia); o ancora di “Milano del sud” in relazione al grandeboom economico che ebbe negli anni '60[31].
Lacollina di Monte Vergine occupa una posizione strategica fra il mare, l'Etna e la maggiore pianura di Sicilia. Le frequentazioni umane preistoriche sono state intercettate in più punti e in particolare nell'area dell'exMonastero dei Benedettini diSan Nicolò l'Arena e in quella confinante di via Teatro Greco. All'interno dell'area del monastero benedettino[32], i reperti rinvenuti risalgono al periodo compreso tra il Neolitico e la fine dell'età del Rame; agli inizi dell'Eneolitico si data unatomba a fossa polisoma, rinvenuta sempre all'interno del monastero. In uno spazio delimitato fra l'Odeon e la via Teatro Greco[33], sono state individuate stratificazioni urbanistiche riconducibili a due fasi preistoriche. La prima, datata al radiocarbonio alla seconda metà delVI millennio a.C., è relativa all'insediamento umano di uno o più ripari sotto roccia, dagli inizi del Neolitico medio fino a quello tardo. La seconda fase, datata al radiocarbonio alla fine delV millennio a.C., appartiene a un abitato con capanne degli inizi dell'Eneolitico, cui verosimilmente va attribuita la citata tomba scoperta ai Benedettini.
Sebbene si conoscano rinvenimenti sporadici dell'età del Bronzo e di quella del Ferro, l'area era probabilmente disabitata[34] quando, nel 729-728 a.C.,coloni greci provenienti daNaxos, a sua volta fondata daCalcide inEubea, guidati dall'ecistaEvarco vi fondaronoKατάvη. La città greca conobbe la sua stagione migliore nel corso del V secolo a.C. e si sviluppò un vasto abitato greco[34]. Nel 476 a.C.Gerone I diSiracusa ne fece la propria sede, sostituendo gli abitanti e mutandone il nome inAitna[35][36]. Tale episodio, cantato daPindaro, durato un quindicennio, potrebbe essere stato al centro di una tragedia perduta diEschilo[37], ma restano monete d'argento tra le più eleganti dell'antichità. Riacquisiti l'antico nome e gli originari abitanti, alla fine del secolo, durante laguerra del Peloponneso, la città parteggiò perAtene contro Siracusa. Conquistata dai Siracusani nel 403 a.C., dispersi i suoi abitanti e ripopolata con mercenari Campani, per la città ebbe inizio un declino che si concluse solo con la conquista romana diManio Valerio Massimo Messalla nel 263 a.C.
Càtina (o Càtana) divenne colonia augustea nel 21 a.C. Da quel momento la città si dotò di grandi edifici pubblici che la trasformeranno in uno dei più ragguardevoli centri dell'impero e che nei secoli successivi condizioneranno il suo sviluppo urbano[38].La città fu sede di una precoce comunità cristiana e dal IV secolo, se non da prima, di una cattedra vescovile. Al cristianesimo si legano le trasformazioni di alcuni edifici e il lento processo di sviluppo da città antica a città medievale.
Allacaduta dell'Impero romano la Sicilia venne conquistata nel VI secolo dagliOstrogoti del reTeodorico il Grande che si occupò della ricostruzione delle mura della città, utilizzando le pietre che costituivano l'anfiteatro romano[39]. Venne in seguito conquistata daiBizantini, e nella prima metà del IX secolo dai musulmani[40]. Quello del dominio islamico fu per Catania un periodo di decadenza, poiché gli arabi oppressero la cultura profondamentegreco-bizantina della Sicilia orientale e spostarono il centro del potere nella parte occidentale dell'isola, aPalermo. Nel 1071 viene conquistata daiNormanni; Ruggero preferì creare una struttura civile ed ecclesiastica integralmente nuova, affidando ai monaci benedettini la direzione dell'evangelizzazione religiosa e della riorganizzazione civile. Catania venne infeudata al fidato monaco bretone Ansgerio. Questi venne anche nominato abate dell'Abazia benedettina di S. Agata, e vescovo di una nuova diocesi molto larga (da Mascali a Enna e Piazza Armerina). Con l'approvazione delpapa Urbano II (bolla pontificia del 9 marzo 1092); la città sarà elevata solo nel 1859 a sede arcivescovile. Fu poi governata dagliSvevi, periodo in cui si eresse ilCastello Ursino e si crearono le figure amministrative che perdurarono fino al 1817 circa[41]. La città fu una delle sedi della corte diFederico II di Svevia e da qui furono emanati editti e leggi di grande importanza. Alla fine del casatoHohenstaufen furono gliAngioini a prendere possesso della città, occupandola militarmente abusando spesso della popolazione locale.
Nel 1622,Emanuele Filiberto di Savoia,viceré di Sicilia, con lettera ratificata da Filippo IV, aveva assegnato alSenato catanese funzioni pari a quelli di Palermo e Messina, concedendole una certa autonomia.
Le due gravissime catastrofi naturali di fine XVII secolo (l'eruzione dell'Etna del 1669 e ilterremoto del Val di Noto del 1693) segnano "il transito verso la modernità"[42]. La ricostruzione post-terremoto si contraddistinse per lo stileBarocco; uno tra i pochissimi grandi monumenti che mantenne la sua forma integra e originale fu ilCastello Ursino. Di contro antichi edifici furono rinnovati e riedificati con i nuovi stili settecenteschi: grandi esempi sono la cattedrale (della precedente rimasero integre solo le absidi normanne), ilPalazzo degli Elefanti, ilMonastero di San Nicolò l'Arena o nei vari monasteri siti inVia dei Crociferi. Il lavoro del grande architettoGiovanni Battista Vaccarini fu cruciale sia per i progetti che interessarono questi particolari monumenti ma anche per il piano urbanistico che egli stesso disegnò[43].
Tra il 1816 e il 1818 acquisì lo status di comune, lasciando quello diurbs, in modo da essere governata da un intendente, coadiuvato dal segretario generale e dal Consiglio di intendenza. Sempre nel 1818 - il 20 febbraio - si verificò un terremoto con epicentro adAci Catena oAci Sant'Antonio - diversi sono i pareri sul punto esatto - a causa del quale Catania soffrì moltissimo: il Castello Ursino fu reso inabitabile e vennero danneggiati i Conventi dei Minoriti (con l'annessaChiesa di San Michele Arcangelo), dei Francescani, dei Crociferi, di Sant'Agostino, di Sant'Agata la Vetere e dei Benedettini, gli edifici dell'Università, il collegio Cutelli, il Seminario dei Chierici e gli ospedali di Santa Marta e di San Marco. Ma a differenza della provincia, che ne risentì notevolmente anche dal punto di vista demografico, Catania questa volta non registrò alcuna vittima.
Nel 1860 Catania entrò a fare parte delRegno d'Italia; da allora è uno dei principali comuni italiani, il secondo inSicilia, e capoluogo della sua città metropolitana.
Lo stemma della Città di Catania è stato riconosciuto con DCG dell'11 agosto 1934[45] ed è costituito da uno scudo con lo sfondo azzurro, cimato dallacorona reale aragonese e, nella parte inferiore, lalegenda che riporta la sigla “S.P.Q.C.”, (sulla falsariga diSPQR) che inlingua latina significaSenatusPopulusQueCatanensium, mentre tradotto initaliano:Il Senato e il Popolo Catanese. Al centro è presente unelefante posto di profilo di colorerosso porpora con le zanne rivolte a sinistra (destra araldica), sopra di esso è presente una lettera “A” maiuscola anch'essa di colore rosso, che sta per Agata, il nome della santa patrona.
Gonfalone
«Drappo rettangolare fasciato di verde, di rosso amaranto e di azzurro con, nella parte inferiore, tre bandoni a forma di vaio irregolare, quello di mezzo più lungo, ornato con ricami d’oro ed, al centro, lo stemma civico come descritto all'articolo precedente con la variante dell'elefante con gualdrappa d'argento sormontato da un piedistallo su cui poggia S. Agata armata, alla destra, della spada posta in sbarra, e, alla sinistra, di uno scudo ovale d'oro con l'effigie di un’aquila d'argento a volo abbassato.
In alto, l’iscrizione centrata in oro "Città di Catania", la legenda "Castigo rebelles" a destra ed "Invictos supero" a sinistra e sotto lo scudo, su nastro svolazzante il motto:Catania tutrix regum.»
«Per commemorare le azioni eroiche della cittadinanza catanese nei gloriosi fatti del 1848, che iniziarono il risorgimento nazionale e la conquista dell'unità. Nel 1848 la città scacciò la guarnigione borbonica, costituendo un governo provvisorio sino all'aprile 1849, quando l'esercito di Ferdinando II, dopo avere conquistato Messina, si mosse alla volta di Catania. Dopo un furioso combattimento durato dal 5 al 6 aprile, bersagliata dalla squadra navale napoletana, difesa soltanto da 3000 uomini e 21 cannoni, Catania dovette arrendersi[46].» — 22 maggio 1898
A Catania delperiodo greco non rimangono molte tracce, a causa di vari fattori sia naturali (terremoti e colate laviche che hanno rovinato la città) che antropici, come le ricostruzioni che spesso hanno ricoperto le precedenti architetture. Inoltre, non sono mai state eseguite grandi campagne di scavi e studi archeologici se non in casi sporadici della sua storia moderna. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, gli zoccoli di alcune costruzioni pubbliche e private esistenti sono da attribuire al fiorente periodo della colonizzazione greca.
Gli scavi archeologici all'interno dell'exmonastero dei Benedettini nel 1978 (quando, cioè, il complesso è stato acquistato e ristrutturato dal Comune) hanno confermato un'imponente e stratificata urbanizzazione dell'area fin dall'epoca eneolitica: sono state rinvenute strutture di edifici del VI e del IV secolo a.C. appartenenti alla fase più antica della colonia calcidese.
Migliore fortuna hanno avuto i monumenti di epoca romana che hanno resistito testimoniando l'importanza della città nei tempi antichi, inoltre numerosissimi reperti provengono dagli scavi occasionali della città (la gran parte di questi – tra cui mosaici, statue e persino il frammento di una colonnaistoriata – è esposta alMuseo civico al Castello Ursino).
Ilteatro romano (del II secolo), l'Odeon (III secolo), l'Anfiteatro romano (II secolo), leTerme dell'Indirizzo (in piazza Currò), leTerme della Rotonda, leTerme Achilliane (nei pressi della cattedrale odierna in Piazza del Duomo), varie altre strutture termali (Terme di Sant'Antonio Abate nella Piazza omonima, Terme dell'Itria in Piazza Santa Maria dell'Itria, Terme dell'Acropoli in Piazza Dante Alighieri e nel cortile del Monastero dei Benedettini), i resti di un acquedotto presso via Grassi e alcunisepolcri romani (fra cui laTomba romana del Carmine del II secolo), ilForo romano (probabilmente dove è il Cortile San Pantaleone), unaDomus romana con i mosaici tardo-repubblicana (tra gli esempi più significativi dell'attività edilizia romana in Sicilia nel corso del II secolo d.C. sita nell'Emeroteca sotterranea del Dipartimento di Scienze Umanistiche), le colonne diPiazza Giuseppe Mazzini, quella che sostiene la statua di Sant'Agata in Piazza dei Martiri, tre assi viari (due si incrociano ortogonalmente al Monastero dei Benedettini dove sono stati trovati ancora basolati, successivamente allo scoperto), una strada che conduceva in antico dal Teatro all'Anfiteatro corrispondente all'attualevia dei Crociferi, sono i maggiori resti visibili della "Catana"/"Catina" romana. Molti di questi monumenti fanno parte dal 2008 delParco archeologico greco-romano di Catania (istituito dalla Regione Siciliana)[49] e alcuni di essi come il Teatro romano, le Terme della Rotonda e altri monumenti minori sono stati restaurati e resi visitabili. Anche i resti dell'Anfiteatro sono visibili dal 1903-1907 (anni in cui sono durati gli scavi per riportarli alla luce) dall'ingresso diPiazza Stesicoro e dal cortiletto di vico Anfiteatro, traversa di via Alessandro Manzoni, che finisce a sua volta proprio in piazza Stesicoro[50].
Probabilmente anche'u liotru, il simbolo della città situato al centro di piazza del Duomo, è stato scolpito in epoca romana se non prima. È un manufatto in pietra lavica porosa, che raffigura unelefante. Il nome deriva probabilmente dalla storpiatura del nome diEliodoro, mago semi-leggendario accusato dinegromanzia e grande avversario del vescovoLeone il Taumaturgo, il quale lo fece bruciare al rogo. L'elefante è sormontato da un obelisco egittizzante[51] di cronologia incerta con figure probabilmente legate al cultoisideo.
Del periodo tardo-antico rimangono i resti dellesepolture cristiane a nord e a est del centro storico, come ilMausoleo circolare di Villa Modica (sito in Viale Regina Margherita), l'Ipogèo quadrato (sito in via Gaetano Sanfilippo, traversa di via Ipogèo, a sua volta traversa del succitato viale Regina Margherita), e come pure numerosi frammenti, lapidi (tra cui l'epigrafe di Iulia Florentina, esposta alMuseo del Louvre), o ilcippo Carcaci, esposto sempre nel Museo civico al Castello Ursino. Sono invece di epoca paleocristiana le cripte diSant'Euplio, diSanta Maria di Betlemme, della "Cappella dell'Albergo dei Poveri" (dedicata a "Santa Maria della Mecca", sita nell'ospedale Giuseppe Garibaldi-Centro), e delSanto Spirito, nonché gli ambienti fra il cosiddettoSacro Carcere e l'ex cattedrale di Sant'Agata la Vetere, prima chiesa al mondo dedicata alla Santa, dal 1933 gestita da un ente morale.
Un monumento di età bizantina (VI-IX secolo) è laCappella Bonajuto (dal nome della famiglia nobiliare che l'aveva tenuta come sacrario di famiglia nonché come cappella privata): si tratta di una "trichora" bizantina (cioè un edificio con tre absidi); prima del suo restauro se ne aveva conoscenza grazie ai disegni diJean-Pierre Houël.
Del periodo normanno (XII secolo) si conservano principalmente le strutture come le absidi dellacattedrale di Sant'Agata, tesa a farla diventare "Ecclesia Munita" ("chiesa fortificata", per via delle scorrerie dei Saraceni), che poi sarebbero state ristrutturate dopo il terremoto del Val di Noto del 1693. Vicino alla cattedrale si conservano laVara, ovvero il Fercolo, il busto-reliquiario e la cassa-reliquiaria di Sant'Agata, realizzati nel 1376 dall'orafo e scultore seneseGiovanni di Bartolo. Del periodo normanno (XII secolo) è il portale dellaChiesa di Sant'Agata al Carcere che era il portale principale della cattedrale normanna.
Del periodoAragonese (XIII-XV secolo) si ricordano, invece, il portale della scomparsachiesa di San Giovanni de' Fleres, demolita alla fine del XIX secolo e di cui rimane solo l'arco, e il balcone delpalazzo Platamone, donato in seguito ai religiosi che lo trasformarono nel monastero di San Placido, che quando fu danneggiato dal suddetto terremoto fecero rimanere le testimonianze più salienti di quando questo edificio fu nobile.
P. Mortier,Catane ou Catania - Ville de Sicile, Amsterdam, dopo il 1575.
Del periodo tardo aragonese rimangono poche tracce, tra cui lachiesa di Santa Maria di Gesù situata nella piazza omonima e costruita nel 1498 è forse l'esempio in migliori condizioni. La chiesa fu ristrutturata nelSettecento, mentre il portale è delCinquecento e solo la Cappella Paternò mantiene l'originale strutturagotica.
Nel 1558 fu iniziata la costruzione delmonastero dei Benedettini, a cui sarebbe poi stata affiancata lachiesa di San Nicolò l'Arena. Distrutto dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693, nel 1703 se ne avviò la ricostruzione che tuttavia non è stata mai più portata a termine. Di detto edificio permangono le antiche cucine, il chiostro occidentale, nonché la traccia dell'antico archeggiato del corridoio di meridione.
Le cosiddetteMura di Carlo V, che racchiudono il centro storico, furono erette nel XVI secolo, tra il 1550 e il 1555 su un progetto iniziale diAntonio Ferramolino. Il progetto non riuscì a essere portato a termine neanche dopo l'apporto diTiburzio Spannocchi, il quale progettò l'ampliamento delle fortificazioni verso sud-ovest e verso nord a scapito delle vecchie mura di epocamedioevale (tra cui l'anticaTorre del Vescovo del 1302).
Venne eretta nel 1612, sotto il re di Spagna e di Sicilia Filippo III, lafontana dei Sette Canali. Nel 1621 sorsero lafontana di Sant'Agata e, su consiglio dell'incaricato dal luogotenente del re, ingegnere Raffaele Lucadello, quella detta «di Gammazita», di cui resta soltanto il«pozzo» nei pressi dell'attuale via San Calogero[52].
La colata dell'eruzione del 1669 inghiottì parte del sistema difensivo a sud e a sud-ovest della città che, rimasta sguarnita da questo lato, riedificò in parte sulle lave ancora calde una cortina muraria, detta popolarmentefortino, su cui ancora si apre la porta d'accesso (Porta del Fortino Vecchio in via Sacchero, un tempo dedicata alduca di Ligne che qui vi passò nel 1672) e di cui rimangono sparute tracce. Su tali mura venne ricavata laporta Ferdinandea, ancora nel ventunesimo secolo erroneamente dettau futtinu ("il fortino").
Con ilterremoto del 1693 e la seguente ricostruzione si volle dare alla città un aspetto più aperto e libero dai fortilizi (i resti furono infatti inglobati nello sviluppo della città), anche perché ormai non esisteva più il pericolo delle incursioni piratesche che secoli prima diedero l'impulso alla fortificazione delRegnum[53].
L'eruzione del 1669 che investì la città (affresco diGiacinto Platania, sagrestia della cattedrale).
Catania è stata ampiamente trasformata dalle conseguenze deiterremoti che hanno imperversato su questa parte della Sicilia. Il suo territorio circostante è stato più volte coperto da colatelaviche che hanno raggiunto ilmare. Ma i catanesi caparbiamente l'hanno ricostruita sulle sue stesse macerie. La leggenda vuole che la città sia stata distrutta sette volte durante la sua storia, ma in realtà tali eventi disastrosi si possono sicuramente riferire a pochi ma terribili eventi. Anche le distruzioni del centro urbano a causa delle colate laviche sono frutto di una storiografia fantasiosa[54] In epoca storica Catania venne danneggiata daiprodotti piroclastici dell'Etna nel 122 a.C.; le fonti antiche riferiscono di tetti crollati per il peso eccessivo delle ceneri e di raccolti distrutti[55].È testimoniata tuttavia anche dal punto di vista archeologico la presenza di colate che giunsero a colpire parte della città antica[56].
La calamità che avrebbe poi reso Catania la perla del tardo barocco siciliano è senza dubbio il terremoto che si registrò tra le giornate del 9 e dell'11 gennaio 1693, quando tutto il Val di Noto fu distrutto da potenti scosse. Nella città etnea si contarono numerose vittime, dovute soprattutto alla scarsa larghezza delle strade principali, che non permise ai cittadini di potervisi riversare. Durante la ricostruzione l'idea di risolvere questo problema fu diGiuseppe Lanza, duca di Camastra, progettando larghe vie principali, quali le centralissime Via Etnea, Via Vittorio Emanuele II (che all'epoca si chiamava "Corso reale"), Via Plebiscito e Via Giuseppe Garibaldi (all'epoca conosciuta come via San Filippo). Tutti i monumenti antichi furono inseriti nel tessuto urbano della città ricostruita grazie a tanti artisti, anche di fama nazionale, tra cui di certo spicca l'opera dell'architettoGiovanni Battista Vaccarini, che hanno dato alla città una chiara improntabarocca. Tra gli altri che hanno aiutato la rinascita della città si ricordanoFrancesco Battaglia,Stefano Ittar,Alonzo di Benedetto eGirolamo Palazzotto.
laChiesa di Sant'Agata la Vetere, ex Cattedrale, in piazza Sant'Agata la Vetere, 5; sorge sulla prima chiesa al mondo dedicata alla santa risalente al264 d.C.;
laVilla Cerami, in via Crociferi, 66, sede del Dipartimento di Giurisprudenza;
laPorta Uzeda, fra via Cardinale Dusmet e piazza del Duomo;
laPorta Ferdinandea, detta nel ventunesimo secolo Porta Garibaldi, costruita nel 1768 e sita fra piazza Palestro e piazza Crocifisso Majorana;
il Museo d'arte contemporanea della Sicilia (MacS), all'interno della "Badia Piccola" del Monastero delle Benedettine, in via San Francesco d'Assisi, 30.
Come monumenti dell'Ottocento sono da segnalare teatri e fontane: per quello che riguarda i primi, nel 1821 venne costruito ilTeatro Pietro Antonio Coppola, primo teatro comunale a Catania, sito nel quartiereCivita, che fu adibito principalmente alla rappresentazione diopere liriche. Il teatro venne poi chiuso nel 1887 quando fu inaugurato ilteatro Massimo Vincenzo Bellini nel 1890, seguendo lo stile dell'Opéra national de Paris, in piazza Vincenzo Bellini, nel quartiere Agnonella.
Per quello che riguarda le seconde a Catania non c'è più traccia di quella che aveva al centro un obelisco e che i catanesi avevano innalzato nel 1862, in un primo tempo nell'attuale piazza Duca di Genova, per ricordare la visita compiuta in quell'anno alla città dai tre figli del primo re d'ItaliaVittorio Emanuele II (Umberto, Amedeo e Oddone), poi ricollocata nella zona di piazza Mario Cutelli, sempre alla Civita.
«A Giuseppe Garibaldi che la notte del 18 agosto 1862 pronunziava da questa casa le storiche parole «Roma o Morte» il popolo catanese dedicava questa lapide il 2 giugno MDCCCLXXXIII primo anniversario della morte dell'Eroe, a gloriosa memoria del fatto, ad aborrimento perpetuo di usurpatori, di sacerdoti, di reggitori codardi.»
Nel biennio 1863-1865, il Comune provvide a dotare la città di fontanelle, nel quartiereFortino, in piazza Crocifisso della Buona Morte (poi "piazza Alfredo Cappellini", dal 1907, e successivamente "piazza Giovanni Falcone"), nel Largo dei Miracoli, nel Largo delle "Chianche Mortizze", nella piazza Monserrato, in quella della Guardia, nonché nel rione della Consolazione, ormai tutte scomparse.
Come monumenti del Novecento a Catania sono da segnalare fontane e palazzi: tra le prime, laFontana di Proserpina, che risale al 1904 ed è sita in piazza Stazione Centrale (in seguito diventata "piazza Papa Giovanni XXIII"), è stata costruita 'di getto' in pochi mesi, ed è la penultima scultura diGiulio Moschetti.
Per quello che riguarda i secondi nel 1922 comincia la costruzione delPalazzo delle poste centrali, con un progetto risalente a quattro anni prima per opera dell'architettoFrancesco Fichera, ultimato nel 1929 e inaugurato l'anno seguente.
Nel 1933 è stato inaugurato ilPalazzo della Borsa, costruito su progetto dell'architettoVincenzo Patanè coadiuvato daGiovanni Aiello in uno stile tra il classico e il barocco. Nel 1937 inizia invece la costruzione delPalazzo di Giustizia, che termina solo nel 1953, e in seguito dellafontana deI Malavoglia in piazza dell'Esposizione, successivamente diventata piazza Giovanni Verga.
Nello stesso periodo sorge ilPalazzo Generali, primo grattacielo della città, che ha 19 piani.
Il Piano Regolatore Generale diLuigi Piccinato diede avvio nel 1961 anche ai lavori di costruzione del complesso dellaCittadella Universitaria sulla collina di Santa Sofia, previsto già da un precedente PRG deglianni trenta, che è uno dei maggiori poli di ricerca dell'Ateneo.
Uno dei posti più caratteristici della Catania popolare è il mercato del pesce dellaPescheria sempre rutilante di colori, voci e odori. Un altro luogo caratteristico è ilMercato di piazza Carlo Alberto, meglio conosciuto comeFera 'o Luni, la cui radice etimologica è stata spesso messa in discussione. L'ipotesi più diffusa è che stia per "Fiera del Lunedì" perché probabilmente il mercato originariamente doveva essere attivo soltanto per tale data settimanale[58] Nella stessa piazza tutte le domeniche si teneva un importantemercato delle pulci, trasferito nei pressi dell'entrata principale del porto della città.
Un mercato di "bric-à-brac" è aperto la domenica sotto gli archi della "marina" nei pressi della Villa Pacini. Altro mercato molto frequentato è quello che si svolge il venerdì inpiazza I Viceré nel quartiere settentrionale Canalicchio. Una risorsa non meno importante riguarda imercatini rionali di Catania.
Lavia Etnea è considerata la via principale del centro città. Attraversa Catania da sud a nord partendo dalla piazza del Duomo e arrivando, dopo circa3 km, al Tondo Gioeni. Il suo andamento ha come prospettiva la sagoma incombente dell'Etna, tuttavia è leggermente spostata verso est rispetto al vulcano, pare per proteggerei resti dell'anfiteatro. Essa nasce dalla piazza del Duomo e dopo circa 100 metri raggiunge la piazza Università. Qui si affacciano ilpalazzo dell'Università e ilpalazzo San Giuliano costruiti entrambi in stile barocco nella prima metà delXVIII secolo. La piazza è illuminata da quattro candelabri bronzei realizzati dal celebre scultoreMimì Maria Lazzaro con allegorie di tre antiche leggende catanesi:Colapesce, iFratelli Pii,Gammazita. A queste si aggiunse la storia diUzeta, creata per l'occasione agli inizi del Novecento. Più avanti si incontra laBasilica Collegiata e quindi l'incrocio con la via Antonino di San Giuliano, ovvero iQuattro Canti della Città. Più in là sorge laChiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti, quindi lapiazza Stesicoro, comunemente dettaPorta di Aci ("Potta Jaci" in dialetto). Qui si trovano il monumento aVincenzo Bellini e i resti dell'anfiteatro romano situati a circa 10 metri sotto il livello stradale.
La strada incontra quindi la cosiddettaVilla Bellini, che costituisce il principale polmone verde del centro storico e il cui monumentale ingresso eretto durante ilventennio si affaccia su via Umberto, grossa arteria che collega il lungomare con la suddettaVilla, e al discusso monumento aGiuseppe Garibaldi che fa da spartitraffico con la via Caronda al "Largo del Rinazzo". Seguono poi l'incrocio con il viale Regina Margherita e sul lato sinistro l'Orto botanico di Catania: poco più avanti vi èpiazza Camillo Cavour, ilBorgo per i catanesi, in quanto piazza principale del quartiere[59], dove venne spostata lafontana della dea Cerere, in marmo bianco, da piazza Università, conosciuta dagli anziani catanesi come'a Matapallara do' Burgu ("Madre Pallade del Borgo" in italiano).
L'ultimo tratto, caratterizzato da una maggiore pendenza rispetto al resto della via, presenta una serie di edifici eretti alla fine del XX secolo e taluni edifici moderni, alternati sul lato sinistro dal ponte delConservatorio Vincenzo Bellini e dall'Ospizio dei Ciechi. La strada termina infine con il Tondo Gioeni, laddove un tempo sorgeva l'omonimo ponte abbattuto nell'agosto del 2013, anticipato dai due edifici dell'Istituto Zooprofilattico, posti ai due lati dell'arteria, che chiude in curva davanti alla facciata dell'omonimo parco.
Via dei Crociferi: un raro esempio di unità architettonica, spesso definita la strada più bella della Catania settecentesca[60]. Essa ha inizio in piazza San Francesco d'Assisi e vi si accede passando sotto l'arco di San Benedetto che collega la Badia maggiore alla Badia minore posta ai due lati della strada. La strada, contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili, è un raro esempio dibarocco siciliano.
Nel breve spazio di circa 200 metri sono presenti ben quattro chiese. La prima è laChiesa di San Benedetto collegata al monastero delle Benedettine dall'arco omonimo che sovrasta la via. A essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto. Proseguendo si incontra laChiesa di San Francesco Borgia alla quale si accede tramite due scaloni. A seguire si incontra il Collegio dei Gesuiti, dal 1968 al 2009 sede dell'Istituto d'Arte, con all'interno un bel chiostro con portici su colonne e arcate. Di fronte al Collegio è ubicata laChiesa di San Giuliano considerata uno dei più begli esempi del barocco catanese. L'edificio, attribuito all'architettoGiovanni Battista Vaccarini, ha un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti. Proseguendo e oltrepassando la via Antonio di San Giuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi e quindi laChiesa di San Camillo de' Lellis. In fondo alla via è ubicataVilla Cerami, che è sede del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Catania.
Catania conta dunque circa 320.000 residenti a fronte di unagglomerato urbano estremamente omogeneo di circa 600 000 abitanti[63] con una densità di 1885,9abitanti per km².
A delimitare la complessa conurbazione etnea, immediatamente dopo questa “prima corona” di comuni, troviamo tre grossi centri:Acireale,Paternò eBelpasso, i primi due dei quali hanno sviluppato attorno a sé dei sub-sistemi urbani, che gravitano attorno a essi, e a loro volta attorno al sistema principale il cui fulcro è Catania. L'insieme dell'agglomerato omogeneo più le tre città satellite ha una popolazione di 696.869 residenti[64]
Ventisette sono i comuni che formano l'Area metropolitana di Catania, istituita dall'articolo 19 della legge regionale 6 marzo 1986 nº9, con una popolazione di 765.623[65], e con 805,15abitanti per km² è la più densamente popolata della Sicilia.
I movimenti centrifughi di popolazione hanno modificato i rapporti tra il capoluogo e i comuni etnei, che sono cresciuti in maniera del tutto spontanea, senza il sostegno di adeguati strumenti urbanistici, deturpando profondamente il paesaggio e generando un territorio estremamente caotico e difficilmente gestibile e con gravi problemi di vivibilità. Lo squilibrio funzionale, la distribuzione “disordinata” della popolazione su un territorio così vasto e disomogeneo, e spesso la carenza di adeguate vie di comunicazione, provoca anche gravi problemi di vivibilità[66].
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera residente era di 14 218 persone pari al 4,76% della popolazione.[67] Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[68]
La festa di Sant'Agata agli inizi del Novecento.Processione dellecannalore per la festa di Sant'Agata nel 1915.
Secondo la tradizione la presenza della prima comunità cristiana a Catania è attestata sin dalI secolo con l'invio, da parte disan Pietro in persona, del vescovoBerillo, originario di Antiochia, che eresse in città lachiesa del Santo Spirito, e ciò fa di Catania una delle più antiche comunità cristiane della Sicilia.
La confessione maggioritaria in città è quellacattolica dellareligione cristiana. Patrona della città èSant'Agata martirizzata nel 251 d.C., alla quale viene ogni anno dedicata una grandiosafesta lunga tre giorni (dal 3 al 5 febbraio). Nei tre giorni la città viene impegnata nelle strutture viarie sulla festa tra un misto di devozione e di folclore.
Anticamente, la ricorrenza dell'Immacolata Concezione, secoli prima della consueta processione dell'8 dicembre, per mezzo del vicario generale nellacappella dell'Immacolata della chiesa di San Francesco, don Arcaloro Scammacca[69], fu solennemente sostenuta dal Senato cittadino con la clausola «fin'all'ultimo fiato» (1655)[70][71]. Il Senato, infatti, elesse la Madonna Immacolata come Compatrona della città assieme aSant'Euplio martirizzato nel 304 d.C. e allaMadonna del Carmelo castellana della città.
Vi sono varie confessioni cristiane non cattoliche, tra cui quellavaldese, la cui presenza a Catania risale alla metà delXIX secolo con l'insediamento di imprenditori del commercio stranieri di fedeprotestante; nel 1899 viene costruito lo storico tempio valdese di Via Naumachia[72]. Vi sono poi dislocate nei quartieri popolari della città variechiese Evangeliche (Battiste,Assemblee di Dio in Italia) oltre aiTestimoni di Geova. È presente anche laconfessione ortodossa[73].Oltre alla Chiesa ortodossa russa è presente anche la chiesa ortodossa di Romania.
A Catania ci sono 3moschee: la prima venne edificata nel 1980 denominata Moschea di Omar (la prima costruita, inItalia e inSicilia, dopo la dominazione araba) in via Castromarino, traversa di via Plebiscito (nel quartiere Petriera) attualmente è chiusa non svolge nessuno tipo di Culto. La seconda si trovava in via Calì nel quartiere Civita, (chiusa dopo l'apertura della nuova moschea) nei pressi del Porto di Catania[74], la terza moschea è la Moschea della Misericordia è la più grande del Sud Italia[75] ed è l'unica esistente che svolge regolari attività.
A Catania ci sono state duesinagoghe: una nel quartiereGiudecca (il quartiere giudaico storico) e una in via Santa Maria della Catena (toponomastica che in Sicilia indica presenza di ebrei). La comunità ebraica catanese è demandata, come quella di altre città meridionali, a quella di Napoli.Nel 2022 viene costituita la comunità Ebraica di Catania dopo 500 anni con sede nel secondo piano del Castello di Leucatia (zona Barriera) facendo funzione anche da Sinagoga.
Una delle leggende di Colapesce narra che egli era un giovane (Nicola il pesce) che poteva stare sott'acqua per molto tempo; non appenaFederico II ne venne a conoscenza, lo sfidò a recuperare una coppa d'oro. Colapesce lo fece e ottenne in premio la coppa. Il re, allora, gli chiese di vedere cosa c'era sotto la Sicilia. Riemerso, Colapesce informò il re del fatto che la Sicilia poggiava su tre colonne e che una di esse era consumata dal fuoco. Federico II gli chiese di portargli il fuoco ma Colapesce, tuffatosi nuovamente in mare, non riemerse mai più. Secondo la leggenda è ancora in fondo al mare e continua a reggere la colonna che stava per crollare.
I fratelli Pii (Anfinomo e Anapia) cercarono di salvare gli anziani genitori portandoli sulle proprie spalle durante un'eruzione dell'Etna; mentre stavano per essere travolti il fiume dilava si divise per volere degli dei e tutti si salvarono.
Gammazita era una giovane virtuosa; di lei si invaghì unsoldato francese, che fu rifiutato; un giorno Gammazita, recatasi da sola a unpozzo, venne raggiunta dall'innamorato e, per non cedere alle sue richieste, si uccise gettandosi dentro la cavità.
Uzeta è protagonista di una leggenda inventata agli inizi del Novecento: questo ragazzo di umili origini diventòcavaliere per la sua bravura e riuscì a sconfiggere gli Ursini,gigantisaraceni che avrebbero dato il nome al Castello[77].
Altre leggende occupano invece la memoria dei luoghi di Catania – così alla divinità fluviale Ongia si dovrebbe il nome del borgo marinaro diOgnina (secondo alcuni studiosi piuttosto dal nome del fiume che lo bagnava, ilLongane, secondo altri dal celebre castello del reItalo aΛογγον,Longon) – o dell'Etna, dove una tradizione attribuita aGervasio di Tilbury (che era ospite della corte normanna) vuole che essa fosse l'ultima dimora diRe Artù[78], e che quest'ultimo abbia donatoExcalibur al reTancredi[79][80][81]. Legata a questa leggenda il mito delcavallo del vescovo, attribuita piuttosto a eventi di epoca sveva[82]. La nascita dell'Etna sarebbe a sua volta legata a un evento mitologico: la sconfitta diTifeo da parte diZeus che, con un grosso macigno che è la stessa Etna, lo seppellì e quando il gigante si dovesse muovere sarebbe egli la causa dei terremoti e delle eruzioni etnee.
Inoltre pure molte leggende, sempre legate alle forze della natura, hanno circondato gli eventi del sisma del 1693, come la storia didon Arcaloro, e quella del vescovoFrancesco Carafa.
Una delle zone più frequentate è il centro storico, in modo particolare tra piazza Duomo, piazza Università e piazza Vincenzo Bellini (nota come piazza Teatro Massimo) dove si trova il grosso dei locali notturni[83].
La tradizione dello spettacolo presso locali, siano essi bar o trattorie, trova origine nella prima diffusione del fenomeno in Italia, con l'apertura di locali notturni adatti anche a piccole forme di spettacolo nella città diNapoli verso la fine del XIX secolo. I letterati catanesi, che erano spesso per lavoro nella città partenopea, portarono la novità anche alla città etnea. Tuttavia dal secondo dopoguerra il fenomeno conobbe una brusca interruzione. Verso la fine degli anni sessanta e nei primi anni settanta vi fu un primo segnale di ripresa, sebbene nuovamente interrotta dal decennio seguente. Altre aree d'attrattiva, sebbene non concentrate come al centro, ma piuttosto distanti tra loro, si trovano anche presso corso Italia, lungo viale Libertà o in piazza Trento: solitamente caotiche di giorno, la notte diventano luoghi poco o per niente affollati, ma nonostante questo anch'esse non sono prive di locali aperti fino a tarda notte.
Il chiosco all'interno del mercato ittico storico (la Pescheria), sottol'arco nº2 e sul percorso principale della processione dellasanta Patrona nella mattina del 4 febbraio.
Un'importante attrazione culinaria di Catania è senza dubbio il chiosco delle bevande, dove vengono servite bibite dissetanti estive, tipiche della cultura cittadina. I chioschi delle bevande sono unici nel loro genere: un tempo c'erano i venditori ambulanti di bibite (lozammù – cioè l'anice – innanzitutto): man mano, questa attività si è stabilizzata e da strategici luoghi ombrosi dove appostarsi per vendere rinfreschi ai catanesi soffocati dal caldo, i venditori si sono collocati in queste particolari architetture quadrate o circolari, dalle cui aperture, simili a finestre, essi distribuiscono i preparati.
Il fenomeno deichioschi ebbe inizio nel 1896 con il chiosco Costa, che si trovava in piazza Stesicoro e che poi venne spostato in piazza Spirito Santo, e il chiosco Vezzosi in piazza Duomo, che in séguito venne messo in piazza Vittorio Emanuele III; successivo di qualche anno è quello di Giammona, che si trovava in piazza Cavour.
Sembra che la tradizione degli sciroppi di frutta mescolati alseltz derivi dall'utilizzo dell'acqua naturalmente effervescente dellago Naftia, nei pressi diPalagonia (la cosiddettamofeta deiPalici, caratterizzata da forti emissioni dianidride carbonica già sfruttate per fini commerciali e il cui nome richiama chiaramente le proprietà). La bibita più celebre da gustare al chiosco è ilseltz al limone e sale, oppure anche una semplice ricetta molto dissetante come ilmandarino al limone, a base appunto di sciroppo di mandarino e succo di limone spremuto al momento.
A queste si sono aggiunte nel tempo diverse altre biblioteche, come labiblioteca centrale "Vincenzo Bellini" (1950), laBiblioteca della Città metropolitana di Catania (2004) o le numerose biblioteche scolastiche e universitarie. Fra le biblioteche decentrate di quartiere: la biblioteca intitolata aRosario Livatino, sistemata nel 2001 all'interno del Castello della Leucatia; la "Concordia"; la "Tondo Gioeni"; la "Giuseppe Montana"; la "Pigno"; la "Monte Po"[84].
Nel corso dei secoli interessi privati e ingerenze ecclesiastiche causarono continui e irreparabili danni ai documenti della Città[85]. Le maggiori perdite si ebbero a causa delle numerose vicissitudini politiche e calamità naturali che hanno colpito Catania: ilterremoto del 1169, il saccheggio diEnrico VI di Svevia nel 1194, laguerra del Vespro del 1282, leguerre civili del XIV secolo, larivolta del 1647, il terremoto del 1693, i moti del 1837 e 1848, i saccheggi delle truppe del 1849 e del 1860, e infine l'incendio gravissimo del 1944[86].
Oggi l'Archivio Storico conserva documenti dell'Amministrazione Comunale di Catania risalenti a mezzo secolo fa[87], rappresentando una fonte per comprendere il passato della città[88]. La nascita dell'istituzione risale al1352 – come tramandato daMichele da Piazza,Historia Sicula, XIV sec, cap.51-52[89][90] –, mentre i documenti più antichi pervenuti, prima dell'incendio del Palazzo Municipale del 14 dicembre 1944, erano i Capitoli municipali speciali del 3 maggio 1392 e un mandato di pagamento datato 4 settembre 1414[91]. Il nucleo originario del patrimonio archivistico è costituito dai documenti sopravvissuti, dai versamenti periodici e dalle acquisizioni realizzate tra il 1957 e il 1974 dalla Commissione per la Ricostituzione dell’Archivio Storico Comunale, con l'obiettivo di restituire alla città almeno in parte la memoria dell’archivio civico perduto. In particolare, sono state riprodotte centinaia di registrazioni provenienti dal fondoReal Cancelleria di Sicilia e daiRiveli di Catania, oltre all’acquisto della «Giuliana» dei fratelliRizzari della metà del XVII secolo, insieme a rare e preziose edizioni.
Tra i materiali conservati vi è anche l'Archivio Familiare «Eredi Verga», contenente lettere, corrispondenze, atti giudiziari, libri contabili, alberi genealogici e altra documentazione variegata accumulata in quasi due secoli di vita della famiglia dello scrittoreGiovanni Verga, donata al Comune di Catania. Sono inoltre conservate pellicole originali dei film dell'attore cataneseAngelo Musco realizzati tra il 1934 e il 1939. Dal 1998 ha sede nell'exchiesa di Santa Caterina da Siena, nota comeS. Caterina del Rosario, precedentemente parte delconvento dei Padri Domenicani (attualmente sede dell'Archivio di Stato in Via Vittorio Emanuele II, 156) e costruita dopo il terremoto del 1693[92].
Palazzo San Giuliano - Università degli Studi di Catania
L'Università degli Studi di Catania, fondata nel 1434, è la più antica della Sicilia. Curiosamente, mezzo secolo prima della sua istituzione, nel1376Virdimura fu la prima donna medico della città e d'Europa legalmente riconosciuta come dottore in medicina, esaminata direttamente dai medici fisici dellaCasa reale d'Aragona e autorizzata a praticare la medicina fisica[93], quando un tempo era consuetudine ottenere un'autorizzazione o una "licentia practicandi".[94]
Nel 2006 ha ospitato iCampionati Europei di Robotica Eurobot 2006, una competizione europea di robotica educativa che ha visto la partecipazione di numerose squadre provenienti da diversi Paesi, organizzata in particolare dal Dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e dei sistemi e dalla Facoltà di Ingegneria[97].
ilMuseo storico dello Sbarco in Sicilia - 1943, dedicato allosbarco degli Alleati in Sicilia durante laSeconda guerra mondiale. Al suo interno è stata realizzata una minuziosa riproduzione di una piazza siciliana prima e dopo un bombardamento, che viene simulato all'interno di un rifugio antiaereo. Il museo contiene una vasta collezione di oggetti e uniformi, armi del tempo, statue in cera dei protagonisti del conflitto bellico, ricostruzioni virtuali dello sbarco ed un minuzioso elenco dei caduti;[98]
ilMuseo del Cinema, che contiene cimeli e ricostruzioni di scene famose di film, con una sezione interamente dedicata a Catania come set cinematografico. Dal 2025 ospita anche laOG300[99], macchina da presa inventata a inizio Novecento dal cataneseGaetano Ventimiglia;
ilMuseo della Radio d’epoca, con pezzi della collezione realizzata da Francesco Romeo, che ripercorrono le tappe della storia delle telecomunicazioni;
inoltre, all'interno del complesso si svolgono manifestazioni e mostre periodiche e permanenti, tra cui la "Mostra permanente delle carte geografiche antiche della Sicilia" (Collezione La Gumina)[100].
L'Università di Catania[101] ospita all'interno dei propri dipartimenti ulteriori prestigiosi musei (a carattere accademico e non solo):[102]
Altri importanti musei, pubblici o privati, presenti in città sono:
Museo arte contemporanea Sicilia (MacS), l'unico museo di arte contemporanea figurativa in Italia, che ospita una collezione di arte contemporanea figurativa internazionale;
Herborarium Museum, spazio polivalente in cui promuovere l'arte, la cultura, la divulgazione scientifica. Sede del Presidio del Libro di Catania, nonché del primo Caffè Scienza del sud Italia[106];
La maggior parte dei media della città sono gestiti dall'imprenditoreMario Ciancio Sanfilippo, uno degli uomini d'affari di maggiore rilevanza in Sicilia.
Sono più recentiRivista (del Teatro Massimo Bellini),Camene (rivista di Lettere Arte Scienza),il Grido (settimanale di cine, sport, arte, moda, attualità),La Tecnica della Scuola,Catania oggi,Catania Sera,Catania Medica,Formazione Psichiatrica,Rivista Storica Siciliana (diretta daSanti Correnti),Sotto il Vulcano,Lemonade (free press),I Vespri,Il Piccolo,Incontri (free press diretto daAldo Motta),AFC (rivista dell'associazione Amici della Ferrovia di Catania), il magazinePaesi Etnei Oggi (dal 1994)[124],Rivista del Calcio Catania e dal 2002 al 2008Pianeta Catania Stadio, il periodico di informazione calcistica free-pressI RossoAzzurri (dal 2006). Esistono testate di breve durata come nel caso diStilos,Casablanca,La Zona Franca,Katane,Corridoio - Porte d'interferenza,Spray Magazine, apparse nei primi anni Duemila.
Dal 2024 il quotidianoAvvenire ha accolto il progetto "Avvenire Catania", un'iniziativa editoriale della diocesi catanese affiancata al citato settimanale diocesano "Prospettive" e che cura due pagine, con cadenza bisettimanale, sia offrendo notizie e analisi sui problemi e le buone pratiche del territorio di Catania, con particolare attenzione a temi sociali, sia proponendo argomenti e iniziative positive della comunità locale[125][126][127].
In città sono presenti diverse emittenti radiofoniche: alcune a carattere regionale come Radio Amore, Radio Telecolor, Radio SIS, e altre a livello locale quali Radio Video 3, Radio Catania, R.S.C., Studio 90 Italia, Radio Sgrusciu, Antenna Uno, Antenna Trinacria, Radio Onda Blu, Radio Zammù, Radio Smile, Radio Lab e Bella Radio.
Catania è la città a più alta densità teatrale dellaSicilia. Molteplici le compagnie teatrali che vi operano, sia professionali che amatoriali. Il più importante teatro della città è ilTeatro Massimo Vincenzo Bellini, costruito, seguendo lo stile dell'Opera di Parigi, dagli architettiAndrea Scala eCarlo Sada alla fine del XIX secolo e inaugurato nel 1890; è un teatro lirico di tradizione, vanta un'orchestra sinfonica e un coro stabile ed è sede di stagione operistica e concertistica. Da alcuni anni dispone della sala delTeatro Sangiorgi che viene utilizzata per concerti di musica da camera e per prove di spettacoli. Molto attivi sono inoltre ilTeatro Stabile (che svolge le sue attività sia nel Teatro Verga che nel Teatro Musco) e il Teatro Metropolitan, nonché ilPiccolo Teatro. Esistono poi il Teatro Ambasciatori e il Teatro Erwin Piscator.
Mastroianni inDivorzio all'italiana, nello scenario del porto di Ognina
La produzione cinematografica di Catania durò solo pochi anni, poi dopo laguerra essa si concentrò aRoma, sino alla crisi che colpi il settore in Italia per tutti gli anni venti. Tentativi di rilancio successivi, ma senza seguito, furono quelli di Ugo Saitta nel 1935 con il filmClima puro, eLo voglio maschio, conTuccio Musumeci, nel 1971.
Alla scenarock deglianni ottanta enovanta appartengono gliSchizo, gliUzeda, iFlor de Mal e iPyrosis. IBoppin' Kids, band dirockabilly epsychobilly, parteciparono aSanremo Rock[135][136]. Lo showmanFiorello reinterpretava grandi successi della musica italiana e internazionale. Allo stesso periodo risale ilFestival della nuova canzone siciliana che per certi aspetti rappresentò forse un modo per riscoprire sonorità e espressioni linguistiche in disuso, rinverdendo una tradizione che risaliva ai tempi dei cantastorie (si pensi aCiccio Busacca,Vito Santangelo,Orazio Strano e a tanti altri). Per altro verso, tra i rappresentanti di punta più apprezzati della canzone melodica napoletana in città va menzionato almenoGianni Celeste. Eppure, negli anni novanta, Catania si conquistò l'appellativo di "Seattle del sud", per la rilevanza internazionale della sua scena musicale (molte band internazionali scelsero in quegli anni Catania come unica data in Italia dei loro tour). Nel 1994 il progettoThe Happy Island propose il primo branohouse, interamente ideato da tredeejay delle discoteche della città[137]. Importante è stato poi il contributo di artisti che hanno sfruttato ilsiciliano per creare un caratteristico stile comico, come iPiscarias e il cantanteBrigantony. ILautari si sono invece dedicati alla riscoperta, in chiave moderna, del repertorio tradizionale siciliano. The Acappella Swingers, catanesi anch'essi, ripropongono le sonorità deldoo-wop degli anni Cinquanta.
Il comune diede avvio al decentramento amministrativo per la prima volta nel 1971, quando furono istituiti 26quartieri facenti capo ad altrettanteparrocchie. Essi furono ridotti nel 1978 a 17 Circoscrizioni, che furono a loro volta riorganizzate nel1995 in 10 Municipalità. Ognuna è contrassegnata da un numero progressivo e da un nome: I. Centro-San Cristoforo-Angeli Custodi; II.Ognina-Picanello; III. Borgo-Sanzio; IV. Barriera-Canalicchio; V.San Giovanni Galermo; VI. Trappeto-Cibali; VII.Monte Po-Nesima; VIII.San Leone-Rapisardi; IX.San Giorgio-Librino; X. San Giuseppe La Rena-Zia Lisa.
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Catania è segnata da profondi sconvolgimenti naturali (in particolare, l'eruzione dell'Etna del 1669 e ilterremoto del Val di Noto del 1693), da importanti tentativi di ricostruzione e, nel XX secolo, da ambiziose iniziative tese a favorire un rilancio industriale[139]. La città inoltre porta ancora su di sé le "cicatrici provocate da conflittualità di interessi e da urbanizzazione selvaggia"[139].
Un piano di livellamento, nel secondo Ottocento, ha eliminato i frequenti salti di quota: tale operazione ha lasciato diversi segni sugli edifici, che a volte appaiono caratterizzati, secondo Giuseppe Dato, "fuori da ogni logica compositiva"[140], con porte e finestre che scambiano il proprio ruolo originario.
Anche per la minacciosa presenza del vulcano Etna, il piano compositivo della città appare specialmente legato a una instabilità di riferimento[141]. Si registra anche un'apparentemente fallita convergenza tra l'idea della città nella mente degli architetti (con anche applicazioni virtuosistiche) e i destinatari, i cittadini, con i loro "reali comportamenti insediativi"[142].
1932 - viene bandito un concorso nazionale per l'approvazione di un Piano Regolatore Generale[143].
1934 - il consiglio comunale approva una fusione del primo e del secondo premio del concorso nazionale.
1935 - viene redatto un regolamento edilizio dall'ingegnere Salvatore Giuliano.
1942 - la deliberazione del PRG presentato viene restituita, non approvata, dalla Prefettura.
1951 - viene abrogato dal consiglio comunale il piano di ricostruzione per il quartiere San Berillo e approvato il piano ISTICA: il 3 luglio 1954 interviene una legge speciale della Regione Siciliana.
1954 - il Comune pubblica il PRG, ma la Regione non approva, giudicandolo incompleto e invitando a modifiche.
1956 - decade una legge che permetteva al Comune di servirsi del PRG per quanto non approvato: viene istituita una commissione di studio per l'approvazione di un nuovo regolamento edilizio che sostituisca quello del 1935, ancora vigente: la commissione non produce quanto richiesto. Il Comune, allora, affida all'ingegnere Giuliano l'incarico di modificare il regolamento da lui redatto nel 1935, per adattarlo alle mutate esigenze della città. Il nuovo regolamento edilizio viene prodotto da Giuliano, con la collaborazione dell'ingegnere Pardo (membro dell'ufficio tecnico) e dell'architetto Ficara (libero professionista), ma il Comune non lo pubblica.
1961 - una nuova amministrazione comunale incarica il professor architettoLuigi Piccinato di redigere un piano che sostituisca quello del 1954. In seguito a forte insistenza da parte dell'amministrazione comunale, Piccinato è costretto a stralciare dagli studi preparatori un programma di fabbricazione.
San Berillo era uno storico quartiere di Catania, densamente abitato e pieno di botteghe di artigiani. Il suo sventramento fu realizzato a partire dalla seconda metà deglianni cinquanta (che coinvolse per lo più i quartieri limitrofi, più che San Berillo propriamente detto), motivato dai politici sia per potere collegare direttamentePiazza Stesicoro con la piazza Papa Giovanni XXIII sia con il fine di estirpare la criminalità e rendere la zona meno malsana, e ha determinato una ferita nel volto della città, oltre ad avere lasciato un vuoto ancora visibile nel suo tessuto urbano e a non fruttare i risultati sperati. Gli sfollati andarono ad abitare una zona che neglianni sessanta era ancora periferica o comunque non regolamentata, indicata dal comune, che corrisponde all'attuale quartiere diSan Leone, chiamato anche proprio per questo San Berillo nuovo.
Catania possiede una delle nove tangenziali presenti in Italia (prosecuzione dell'autostrada A18 Messina-Catania) che contorna la città descrivendo un arco, dal casello autostradale di Catania Nord, piegando verso ovest e dirigendosi infine verso sud per30 km in direzione diSiracusa; la viabilità di attraversamento cittadino viene completata dalla circonvallazione che si snoda in direzione ovest-est nella parte mediana dell'agglomerato urbano.
Catania è l'unica città siciliana a essere dotata di unametropolitana, una dellesette presenti in Italia. Lametropolitana di Catania fu inaugurata il 27 giugno 1999[144], è gestita dallaFerrovia Circumetnea (FCE) e si estende per circa10,5 km lungo la linea Nesima - Stesicoro, inclusa diramazione Galatea-Porto. Il servizio passeggeri, attualmente, riguarda solo la tratta Monte Po-Stesicoro, senza la diramazione Galatea-Porto. Dispone di dodici stazioni (Monte Po, Garibaldi, Nesima,San Nullo,Cibali,Milo,Borgo,Giuffrida,Italia,Galatea,Porto (chiusa al pubblico),Giovanni XXIII eStesicoro). Sono in corso i lavori per la realizzazione della tratta Stesicoro-Palestro, di2,2 km, con tre stazioni. Sono inoltre state appaltate due importanti tratte, la Palestro-Aeroporto, di4,6 km, e la Monte Po-Misterbianco Centro, di2,1 km[145][146]. Con queste estensioni, la linea si svilupperà su19,4 km, da Misterbianco centro all'aeroporto Fontanarossa con ventitré stazioni, a cui si aggiungerà la tratta Misterbianco-Paternò.
La città di Catania è dotata di numerose stazioni ferroviarie delleFerrovie dello Stato e della Ferrovia Circumetnea. Sin dal 1867 la città è servita dallastazione ferroviaria diCatania Centrale, che veniva raggiunta dallaferrovia proveniente da Messina con un tracciato che seguiva la linea di costa dallaStazione di Cannizzaro, attraverso il borgo di Ognina e il villaggio marinaro di San Giovanni li Cuti (l'intero percorso è quasi tutto in galleria tramite laGalleria di Ognina e quella poco dopo successiva di Cannizzaro). Due anni dopo (1869) venivano aperte lastazione di Catania Acquicella, in seguito all'attivazione del primo tratto della nuova "linea dello zolfo" (poiPalermo-Catania) e lastazione di Bicocca. L'anticafermata di Catania Ognina (in servizio regolare dopo la soppressione, nel 1934, dellatranvia proveniente daAcireale con termine corsa nella centrale piazza del Duomo) è stata sostituita dalla nuova, omonima stazione delPassante ferroviario realizzata alcune centinaia di metri più a sud[147]. Tale stazione fa parte del servizio metropolitano RFI di prossima attivazione (vedi paragrafo seguente).
Dal1895 la città è servita dalle stazioni dellaFerrovia Circumetnea: la stazione principale è quella diCatania Borgo, che comprende ildeposito locomotive e le officine sociali. Nel territorio comunale insistono anche le stazioni diCibali e diNesima. Dal Borgo la ferrovia proseguiva in sede semipromiscua con la traversata diagonale della città lungo il Corso delle Provincie e sul viale Jonio; lungo tale percorso erano in funzione le fermate di Corso Italia, Caito e Stazione con termine corsa nellastazione di Catania Porto. All'inizio deglianni ottanta la circolazione fu limitata a Corso Italia con corse merci o di servizio occasionali per il porto. Tale prosecuzione cessò durante i lavori della metropolitana. Tutta la traversata fu infine dismessa nel 1999 in seguito all'attivazione della sottostante metropolitana.
L'Aeroporto Vincenzo Bellini di Catania è il quinto aeroporto italiano per numero di passeggeri (vedi la lista degliaeroporti più trafficati d'Italia) e il principale della Sicilia. La tratta Catania-Roma è la più trafficata a livello nazionale e la quarta in Europa. È servito da numerose compagnie aeree di linea e low-cost, con molteplici destinazioni nazionali, internazionali e intercontinentali[149].
Il sistema dei trasporti a Catania è in crisi. Decenni di carenza progettuale non hanno permesso lo sviluppo di un sistema organico; la mancanza di progetti validi non ha permesso l'accesso ai contributi e ai finanziamenti con serie ripercussioni sulla qualità dei servizi.
Un'indagine condotta da un'associazione di consumatori su un campione di 2200 utenti dei trasporti pubblici di Milano, Genova, Bologna, Roma, Napoli e Catania constatava nel 2006, fra l'altro: «il 66% dei catanesi intervistati considera insufficiente la puntualità degli autobus, mentre il 58% è insoddisfatto della copertura della rete della metropolitana.»[151]
La rete degli autobus urbani, gestita dall'Azienda Metropolitana Trasporti (in origine Azienda Municipale Trasporti), pur disponendo di numerose linee su tutto il territorio comunale e non solo, soffre una cronica inadeguatezza e inefficienza, sia a causa di ripetuti problemi economici che per la difficile convivenza con il traffico e soprattutto la sosta (spesso illecita) di mezzi privati, con pochissime corsie preferenziali protette. Con la trasformazione dell'Amt in S.p.A. è iniziato un riordino dell'intero comparto del trasporto su gomma. Una prima linea "BRT" (Bus Rapid Transit) funziona dal 2013 collegando il parcheggio scambiatore "Due obelischi" a nord della città a piazza Stesicoro in centro città, mentre un secondo parcheggio scambiatore a Nesima, adiacente alle omonime stazioni della Ferrovia Circumetnea e della Metropolitana, ha accentrato altre linee urbane su gomma anche in previsione dell'istituzione di una seconda linea BRT. Dal parcheggio scambiatore di Fontanarossa, infine, transitano le linee veloci "Librino Express" e "Alibus" (quest'ultima collega l'aeroporto con la stazione ferroviaria di Catania Centrale).
Numerose sono le compagnie di bus che svolgono servizio extraurbano collegando Catania ai centri dell'hinterland, alle altre città regionali e nazionali: tra le principali, si ricordano l'Ast (Azienda Siciliana Trasporti), la Fce (Ferrovia Circumetnea), laSais, l'Interbus e l'Etna trasporti.
Catania dispone di piste ciclabili che coprono una lunghezza di circa8 km[152].
Stadio "Angelo Massimino", principale impianto sportivo della città, inaugurato nel 1937. L'attuale capienza è di 20.204 posti a sedere[153]; è dotato di un campo da calcio in erba naturale, di una pista d'atletica ad otto corsie, nonché di diverse palestre situate sotto gli spalti. Ospita le partite interne della squadra di calcio delCatania FC. In passato ha ospitato le partite interne di altre compagini, tra cui l'Atletico Catania, laMassiminiana e laJolly Componibili (squadra di calcio femminile campione d'Italia nel 1978).
Palazzetto dello Sport "Luciano Abramo" (ex PalaSpedini), inaugurato nel 1967 e dotato di due tribune. Ospita diverse discipline sportive, tra cui ilvolley: è stato l'impianto in cui giocarono le due squadre della pallavolo catanese campioni d'Italia, ovvero laPaoletti Catania (scudetto maschile nel 1977-78) e laTorre Tabita/Alidea (scudetto femminile nel 1979-80).
Cibalino, campo d'allenamento in erba naturale, situato alle spalle della Curva Sud dello stadio "Angelo Massimino". L'impianto è dotato di due tribune poste sui lati lunghi del rettangolo di gioco. Malgrado il campo abbia dimensioni ridotte (che non lo rendono omologabile per i campionati di categorie superiori), attualmente è utilizzato dal Catania FC per gli allenamenti della prima squadra.
Cittadella dello Sport diNesima (via Filippo Eredia):
Piscina comunale olimpica a otto corsie, dotata di tribuna da 500 posti, vasca tuffi completa di tribuna e vasca d'ambientamento. Qui gioca in casa la squadra pluricampione dipallanuoto femminileOrizzonte Catania.
PalaNesima: originariamente capace di 6.500 posti, vi si giocarono iIII Giochi mondiali Militari del 2003. Attualmente in stato di abbandono, il Comune di Catania ha presentato un progetto per il suo completo recupero, per destinarlo ad eventi sportivi e concerti.[154]
Campo da calcio di Nesima, in erba sintetica (dal 2022), è dotato di una tribuna scoperta ed è l'attuale sede delle partite ufficiali delle formazioni giovanili maschili e femminili del Catania FC.
Campi da calcio a 5.
PalaCatania: palasport inaugurato nel 1997 per laXIX Universiade, situato in corso Indipendenza nel quartiere diSan Leone. Capace di 4.400 posti, è utilizzato per incontri nazionali ed internazionali di varie discipline sportive, quali volley, pallacanestro,pallamano,calcio a 5, arti marziali ed altre discipline, nonché per concerti di vari artisti nazionali ed internazionali. Vi si sono disputate alcune partite deiMondiali di volley maschile del 2010. Vi gioca laMeta Catania C5 (campione d'Italia di calcio a 5 maschile 2023-24 e 2024-25).
Complesso sportivo del Villaggio Santa Maria Goretti (nell'omonimo quartiere, nei pressi dell'aeroporto):
Stadio "Benito Paolone", con due tribune (delle quali, la principale è interamente coperta) per circa 6.000 posti complessivi, dove sono di casa la squadra dirugby dell'Amatori Catania e quella difootball americano dell'Elephants Catania. L'impianto dispone anche di un campo d'allenamento situato alle spalle della tribuna più piccola.
Campo diZia Lisa, situato quasi accanto allo stadio di rugby, al confine con l'omonimo quartiere, ospita le partite di varie squadre di calcio.
Stadio del CUS, utilizzato per l'atletica leggera, il rugby (con la squadra delCUS Catania Rugby) ed altre discipline sportive outdoor. Vi si svolge anche ilPalio d'Ateneo tra le facoltà dell'Università di Catania.[155] L'impianto è dotato di due tribune scoperte.
Varie palestre e campi sportivi.
Palaghiaccio: impianto polisportivo, utilizzato inizialmente per le discipline su ghiaccio e successivamente anche per tante altre attività sportive, oltre che per eventi musicali e culturali. Attualmente ha una capacità di 2.236 posti a sedere.[156] Qui si sono svolti iMondiali di scherma del 2011. L'impianto si trova in viale Kennedy, sempre nel quartiere della Plaia.
PalaGalermo: utilizzato per varie discipline indoor, è capace di 500 posti. Qui si sono svolti i campionati mondialiPGS nel 2002. Si trova in viale Tirreno nel quartiere diTrappeto.
PalaNitta: utilizzato per varie discipline indoor, tra le quali ilpugilato, capace di 700 posti totali. Si trova in viale Nitta, nel quartiere diLibrino.
Campo "San Teodoro Liberato": utilizzato per le partite sportive dei Briganti Rugby Librino. Dotato di una tribuna scoperta, si trova anch'esso nel quartiere diLibrino.
Campo "Cardinale Dusmet": utilizzato per le partite di hockey su prato, è dotato di una tribuna in tubolari metallici. L'impianto è situato in via Nuovalucello, nel quartiere del Villaggio Dusmet (al confine con il Comune di Tremestieri Etneo).
Campo di Monte Po: realizzato in occasione dellaXIX Universiade, è situato nell'omonimo quartiere al confine ovest della città ed è dotato di un'ampia tribuna scoperta. Nel 2022 è stato affidato in gestione all'USD Atletico Catania.[157]
Campo Scuola: situato nel quartiere diPicanello, è destinato all'atletica leggera. Ha una piccola tribuna scoperta.
Catania è stata sede della cosiddetta"Grande Partenza" delGiro d'Italia nell'edizione del1976, con il via ufficiale della corsa dato il 21 maggio da piazza del Duomo per effettuare un circuito cittadino, che ebbe la vittoria diMichele Mara.[163] In totale, la città è statasede di tappa della "Corsa Rosa" in venti occasioni (tredici partenze e sette arrivi).[163]
Fra le classiche dello sport catanese la più nota a livello internazionale è ilTrofeo Sant'Agata dicorsa su strada, giunto alla 47ª edizione, che ha sempre richiamato un folto gruppo di partecipanti al più alto livello. Fra questi il campione olimpico dimaratona all'Olimpiade diAtene 2004,Stefano Baldini.
Il Trofeo internazionale "Spada d'Argento - Francesco Mannino" è dal 1968 una gara discherma annuale, dedicata alla memoria dello schermidoreFrancesco Mannino e organizzata dalCUS Catania.
Il Trofeo Trinacria d'Oro diginnastica artistica, a carattere internazionale, ebbe luogo a novembre dal 1979 al 2012 per 23 edizioni[164].
Nel 1924 fu organizzata la primaCronoscalata Catania-Etna automobilistica che scriverà da lì in poi pagine importanti dell'automobilismo nazionale e regionale, diventando assieme allaMonte Erice (Trapani) eCoppa Nissena (Caltanissetta) una delle cronoscalate più belle e importanti nel panorama nazionale. Nel 2010 si è disputata l'ultima edizione che fu annullata dopo un incidente grave, fatale per alcuni spettatori, è stata ripresa nel 2021 con un nuovo tracciato.
^ Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, Gruppo IV – Servizi allo Sviluppo, Unità di Agrometeorologia,Climatologia della Sicilia (PDF), suSIAS - Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano/Regione Siciliana, 19 giugno 2013.URL consultato il 23 maggio 2023(archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2024). (Originariamente una edizione con i nomi degli autori è: Cartabellotta D., Drago A., Lo Bianco B., Lombardo M.,Climatologia della Sicilia, 1998. Si basa sulle serie pluviometriche e termometriche degli Annali Idrologici disponibili del periodo 1965-1994.)
^I dati sulla direzione del vento sono quelli della baseCatania Sigonella (1961-1990)
^ Marina Camino Carrasco,La geografia delle città come espressione di comunità civica e l'importanza di un territorio costiero. Catania e Cadice attraverso il "Civitates Orbis Terrarum", in Annunziata Berrino e Alfredo Buccaro (a cura di),Delli Aspetti de Paesi. Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio, Napoli, CIRICE, 2016, p. 994.
^ Giuseppina Basta Donzelli,Katane-Aitna tra Pindaro ed Eschilo, in Bruno Gentili (a cura di),Catania Antica. Atti del Convegno della Società italiana per lo studio dell'antichità classica (Catania, 23-24 maggio 1992), 1996, pp. 73-95.
^Cassiodoro,Chronica, epistola III 9, cfr. R. Soraci,Catania in età tardoantica, «Quaderni catanesi di Cultura classica e medioevale» 3, 1991, pp. 269-270
^L'anno esatto è ignoto, ma i cronisti islamici permettono di circoscrivere la conquista della città tra il saccheggio di Siracusa dell'867 e la campagna di Abu Al Abbas contro i ribelli palermitani rifugiati a Taormina del 900 (Michele Amari, Biblioteca Arabo-Sicula, volume 1°, pagine 184 e 185)
^Regio decreto del 5 giugno 1910che approva gli annessi elenchi degli enti e delle persone ai quali vennero conferite medaglie ed attestazioni di menzione onorevole per l'opera da essi data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italian. 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
^Regio decreto del 5 giugno 1910che approva gli annessi elenchi degli enti e delle persone ai quali vennero conferite medaglie ed attestazioni di menzione onorevole per l'opera da essi data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italian. 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
^Salvatore Lo Presti,Memorie storiche di Catania: fatti e leggende, Catania, Giannotta, 1961, p. 44.
^Vedi per esempioGiuseppe Dato,La città di Catania. Forma e struttura, 1693 - 1833, Roma, 1983.
^La colata lavica del 1669 danneggiò solamente le mura della città a occidente e a meridione, penetrando in qualche punto per pochi metri e circondando il Castello Ursino che era in prossimità della costa e venne attorniato.
^Vedi per esempio A. Holm,Catania Antica, traduzione di G. Libertini, Catania, 1925; G. Libertini,La topografia di Catania antica e le scoperte nell'ultimo cinquantennio, in «Archeologia e Storia della Sicilia Orientale» 19, 1922-23; C. Sciuto Patti,Carta geologica della città di Catania, Catania, 1873 cit. in F. Andronico,Paesaggio sotterraneo, Catania, 2005, pp. 45-47.
^Santi Correnti,Alla scoperta di Catania, 1968, p. 186.
^Secondo altre ipotesi la piazza fu sede del tempio dedicato alla Luna. In una ricerca del 1969 invece si prospetta che il tempio fosse dedicato al dio assiro Lune, di cui sarebbe rimasto il ricordo nella toponomastica. Cfr. Giuseppe Resina,K'atana, Catania, Tip. R. Scuderi, 1969.
^Come appare fin anche nelle guide delTouring Club Italiano, cfr. T.C.I.,Itinerari d'Italia – Sicilia, Sardegna, Cernusco sul Naviglio (MI), 2001, p. 83; vedi anche Giuseppe Rasà Napoli,Guida alle chiese di Catania.
^P. Malanima,L’economia italiana. Dalla crescita medievale alla crescita contemporanea, Bologna, Il Mulino, 2002 (Appendix 2).
^Cfr. Felice Santi Fiasconaro,Il pensiero immacolista di Ignazio Como, OFMConv (+1774) nella controversia con L.A. Muratori sul Voto sanguinario, Romae, Seraphicum, 2004, nota 168, p. 70; Mario Fonte,Il folklore religioso in Sicilia, Catania, Greco, 2001, p. 83;Antonino Mongitore,Nuovi fervori della città di Palermo e della Sicilia in ossequio alla Immacolata Concezione di Maria Vergine opera di un sacerdote..., In Palermo, appresso Angelo Felicella, 1742.
^ E. M. R. Ditmas,The Cult of Arthurian Relics, inFolklore, n. 75.1, 1964, pp. 19-33; 26-27.
^ N. J. Higham,King Arthur: Myth-Making and History, Londra, Routledge, 2002, p. 232,ISBN0-415-21305-3.
^ Y. Leitch,Foreword, in D. Dom (a cura di),King Arthur and the Gods of the Round Table, Lulu, 2013, pp. 11-13,ISBN1-291-36652-0.
^ScriveA. Graf,Miti, leggende e superstizioni del medioevo, 2 voll., Roma, Loescher, 1892-1893,SBNMIL0319697.. Riedito in versione integrale a cura di C. Allasia e W. Meliga, prefazione di M. Guglielminetti, saggi introduttivi di E. Artifoni e C. Allasia, Milano, Bruno Mondadori, 2002, pp. 322-323,ISBN88-424-9750-9.
«Avvenne un giorno che un palafreno del vescovo di Catania, colto, per essere troppo ben pasciuto, da un subitaneo impeto di lascivia, fuggì di mano al palafreniere che lo strigliava, e, fatto libero, sparve. Il palafreniere, cercatolo invano per dirupi e burroni, stimolato da crescente preoccupazione, si mise dentro al cavo tenebroso del monte. A che moltiplicar le parole? per un sentiero angustissimo ma piano, giunse il garzone in una campagna assai spaziosa e gioconda, e piena d'ogni delizia; e quivi, in un palazzo di mirabil fattura, trovò Arturo adagiato sopra un letto regale. Saputa il re la ragione del suo venire, subito fece menare e restituire al garzone il cavallo, perché lo tornasse al vescovo, e narrò come, ferito anticamente, in una battaglia da lui combattuta contro il nipote Mordred e Childerico, duce dei Sassoni, quivi stesse già da gran tempo, rincrudendosi tutti gli anni le sue ferite. E, secondoché dagli indigeni mi fu detto, mandò al vescovo suoi donativi, veduti da molti e ammirati per la novità favolosa del fatto.»
^Archivio Storico Comunale di Catania, susiusa-archivi.cultura.gov.it, Sistema informativo unificato delle soprintendenze archivistiche (SIUSA).URL consultato il 30 agosto 2025.
^Il devastante incendio e saccheggio avvenuti nel Palazzo municipale il 14 dicembre 1944, durante un tumulto popolare – riferisce il SIUSA per siusa-archivi.cultura.gov.it – distrussero gran parte delle serie documentarie storiche e di deposito. L'archivista Giuseppe Avila, basandosi sull'inventario da lui redatto tra il 1932 e il 1934, documentò l’enorme perdita ancora oggi perfettamente conosciuta. Tra gli atti andati perduti figurano: gli atti dei Giurati e della Curia del Senato (1413-1818), le deliberazioni del Decurionato (1818-1860), i registri del Senato (1824-1860), registri delle liberazioni dei casali (1618-1811), volumi delle Opere pie (1819-1822), lettere segrete (1798-1812), insinue di donazioni e soggiogazioni (1512-1819), registri di bandi pubblici, fideiussioni e liberazioni delle gabelle, libri dei privilegi cittadini, il Libro Rosso (1572-1810), laGiuliana del Maravigna (1413-1600), atti del Conciliatore (1820-1829), lettere di Giuseppe Garibaldi e altro ancora. Nell'incendio furono distrutti anche lo stemma e il gonfalone della città.
^Vedi anche Vincenzo Cordaro Clarenza,Osservazioni sopra la storia di Catania, cavate dalla Storia Generale di Sicilia, Catania, per Salvatore Riggio, 1855, vol.II, p.155, art.245: "Il palazzo comunale ne' tempi di cui parliamo principiò ad esser chiamatologgia, e cominciò il comunale archivio a formarsi (4)".(testo on-line). E ancora, Francesco Ferrara,Storia di Catania, 1829, cit., p.550: "I libri dei privilegj della città, e le scritture più interessanti hanno un archivio privato, e riserbato nella stessa Loggia".
^Michele Catalano-Tirrito,I più antichi capitoli di Catania (1392), Catania, N. Giannotta, «Archivio storico per la Sicilia orientale», an. VI, fasc. II-III, 1909. Vedi inoltre: Federico Ciccaglione,I giuristi napoletani e siciliani dal secolo XII al XVIII ed il preteso contributo del diritto germanico alle loro produzioni, Catania, N. Giannotta, «Archivio storico per la Sicilia orientale», an. XV, fasc. I-II-III, 1918, p. 59 (testo on-line).
^In assenza di un'università locale, precedentemente, molti aspiranti medici dovettero laurearsi in università più antiche e prestigiose fuori dalla Sicilia, come quelle di Napoli, Salerno o altre università italiane e europee.
^Il Mercatino, suilmercatinosicilia.it.URL consultato il 7 ottobre 2023(archiviato il 7 ottobre 2023).
^Prospettive, suprospettive.eu.URL consultato il 7 ottobre 2023(archiviato il 3 ottobre 2023).
^Era allegato alla "Gazzetta di Catania". Il primo numero uscì nel 1897.
^Cfr. M. Salmeri (a cura di),Catalogo de periodici delle biblioteche riunite Civica e A. Ursino Recupera di Catania, II, Periodici dal 1901 al 1945, Catania, Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali, 1993.
^Giuseppe Pappalardo,Musica e dialetto, miscela di poesia,La Sicilia, Catania, 21 agosto 1981.
^Francesco Pastura,Secoli di musica catanese: dall'Odeon al Bellini, Catania, ed. N. Giannotta, 1968.
^Carmelo Musumarra (a cura di),Società e letteratura a Catania tra le due guerre: saggi, Palermo, Palumbo, 1978, p. 153.
^Per una visione più estesa: Davide Spampinato,Trent'anni di musica ribelle a Catania, 1970-2000: storie di ordinaria rockfollia, Catania, Akkuaria, 2021,ISBN978-88-6328-392-1.
^Ulteriore approfondimento documentato si trova in: Vera Ambra e Davide Spampinato (a cura di),Il Rock catanese in tre righe e due parole! Avventure, fatti e misfatti raccontati da protagonisti, band e fans, Catania, Akkuaria, 2021,ISBN978-88-6328-394-5.
Anna Maria Atripaldi e Mario Edoardo Costa (a cura di),Catania - architettura, città, paesaggio, Roma, Gruppo Mancosu Editore, 2008,ISBN978-88-87017-58-8.
Salvatore Boscarino e Marco Nobile,Sicilia barocca. Architettura e città 1610-1760, Roma, Officina, 1981.
Pietro Carrera,Delle memorie historiche della città di Catania spiegate in tre volumi, vol. 1,nel quale in quattro libri si discorre dell'antica origine, e sito di essa, de gli edifici, pertinenze, iscrittioni, medaglie, & avvenimenti insino al tempo di Christo signor nostro compresi. Vi si aggiungono ancore l'Epistole di Diodoro con le annotationi del medesimo don Pietro, In Catania, nel palazzo dell'illustrissimo Senato, per Giovanni Rossi, 1639.
Pietro Carrera,Delle memorie historiche della città di Catania spiegate, vol. 2,nel quale in quattro libri si discorre della vita, traslatione, miracoli, & altre pertinenze della gloriosa sant'Agatha, a cui per fine s'intesse una variata ghirlanda di poetici fiori, In Catania, nel palazzo dell'illustris. Senato, per Giovanni Rossi, 1641.
Renato D'Amico (a cura di),Catania – I quartieri nella metropoli, Catania, Le Nove Muse, 2006,ISBN88-87820-00-7.
Michele da Piazza (Michealis Platiensis),Historia Sicula ab anno MCCXXXVII (1237) ad annum MCCCLXI (1361)., Bibliotheca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Aragonum imperio retulere, Panormi, 1791-92, pp. 509 e ss. [nuova ed., a c. di. A. Giuffrida,Cronaca (1336-1361), Palermo 1980].
Ottavio D'Arcangelo,Istoria delle cose insigni e famose successe in Catania, dette la Cataneide moderna, voll. 2, ms. non autografato, Biblioteche riunite "Civica" e "A. Ursino Recupero" di Catania (Civ. Mss. B 30/31), 1633.
Giuseppe Dato,La città di Catania. Forma e struttura, 1693-1833. Roma, Officina, 1983.
Maria Teresa Di Blasi,Il Cicerone. Storia, itinerari e leggende di Catania, 1ª ed., Catania, Edizioni Greco, 2000,SBNPAL0171701.
Giovanni Battista Grossi (o de Grossi),Catanense decacordon, sive novissima sacrae Catanensis ecclesiae notitia quam tum ecclesiastica, tum secularis Catanensis politiae status universus intenta signatur, vol. 2, Catanae, typis Joannis Rossi, 1642-47. :volume 1 (1642)volume 2 (1647)
Adolf Holm,Catania antica, Catania, Tirelli, 1925.
Franco La Magna,La Sfinge dello Jonio. Catania nel cinema muto (1896-1930), appendice di Roberto Lanzafame, prefazione di Aldo Bernardini, nota introduttiva di Fernando Gioviale, Algra Editore, Viagrande (Catania), 2016,ISBN 978-88-9341-032-8
Ignazio Arturo Trombatore,Folk-lore catanese, Torino, Carlo Clausen, 1896.
Alfio Signorelli,Identità nobiliare e potere municipale a Catania nell'Ottocento, inRisorgimento: rivista di storia del Risorgimento e di Storia Contemporanea, LVII, 1 2, 2015, (Milano: Franco Angeli, 2015).
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.