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Castello di Acaya

Coordinate:40°20′00.84″N 18°17′46.03″E40°20′00.84″N,18°17′46.03″E
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Castello di Acaya
Il torrione circolare
StatoContea di Lecce,Regno di Napoli
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegionePuglia
CittàAcaya
IndirizzoLargo Castello
Coordinate40°20′00.84″N 18°17′46.03″E40°20′00.84″N,18°17′46.03″E
Mappa di localizzazione: Italia
Castello di Acaya
Informazioni generali
Tipocastello
Stilerinascimentale-barocco
Costruzione1506-1608
CostruttoreGian Giacomo dell'Acaya
Primo proprietariofamiglia Acaya
Condizione attualerestaurato
Visitabilesi
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Ilcastello di Acaya si trova nell'omonima frazione diVernole, in provincia diLecce. La località, nota un tempo comeSegine, e a lungo feudo dei dell'Acaya, assunse il nome della famiglia baronale nel 1535.

Storia

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Nel1294Carlo II d'Angiò donò l'insediamento di Segine a Gervaso dell'Acaya, valoroso capitano, la cui famiglia la possedette per tre secoli. Nel 1506 Alfonso di Acaya costruì il nucleo più antico del Castello; suo figlio Giangiacomo nel 1535 la fece cingere di mura, fece fortificare il castello con baluardi, bastioni e fossato e diede al villaggio unpiano urbanistico.Morto Giangiacomo nel 1570 ,il feudo di Acaya passò al Regio Demanio e successivamente, nel 1608, ad Alessandro De Montibus, che la fortificò ulteriormente per timore delle incursioni turche.[1]Verso la fine del secolo XVII, estintosi il ramo principale della famiglia De Montibus, il feudo tornò alla Corte Regia che nel 1688 lo vendette ai De Montibus-Sanfelice i quali, nello stesso anno lo vendettero aiVernazza, che mantennero la struttura di rocca rinascimentale. Il 23 settembre 1714, la cittadella fortificata fu attaccata ed espugnata per la prima volta dai pirati saraceni. Dai Vernazza fu venduto alla famiglia Onofrio Scarciglia da Lecce e poi alla famiglia Rugge. Per ultimo è stato acquistato dall'Amministrazione Provinciale diLecce.[2]

Struttura

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Planimetria
Veduta del castello e della porta

La rocca cinquecentesca seguì i dettami dell'epoca nell'ambito dellafortificazione alla moderna. L'edificio infatti si presenta come un quadrilatero a cui vertici si innestano i bastioni, di forma bassa e robusta, adatti alla difesa\attacco contro armi da fuoco. In particolare in direzione N-W e S-E si innestano due speroni di forma triangolare, che con il loro profilo meglio si adattavano a deviare eventuali attacchi provenienti da armi da fuoco, ai due lati opposti si innestano invece possenti torrioni circolari. Tutti ibastioni posseggono cannoniere a tutti i livelli. L'impianto risulta opera dell'architetto militareGian Giacomo dell'Acaya, figlio di Alfonso, per conto diCarlo V. Tale fortezza risulta tra le più innovative e meglio curate di tutto il "Vice Regno di Napoli", infatti il Dell'Acaya era uno dei più noti architetti militari delXVI secolo.[3] Nel vertice Sud-Est di tale fortezza, innestò unbaluardo a forma di lancia, con scarpatura e difesa e cannoniere su due livelli, viene qui sperimentata per la prima volta la difesa radente. Un'epigrafe sul bastione, ricorda, la fine dei lavori nel 1536. I dell'Acaya si occuparono oltre che dell'edificazione della rocca, anche della difesa dell'intero abitato utilizzando anche qui i concetti più aggiornati dell'architettura militare, come le cortine arretrate per una migliore difesa. Il maniero ebbe si funzione contro le incursioni turche, ma è bene non esagerare tale aspetto, infatti tale castello poteva avere un importante ruolo anche nel controllo del territorio salentino, per il nascente regno di Carlo V. Il castello tuttavia non ebbe solo funzione difensiva, un esempio su tutti è la sala ennagonale, della torre N-E arricchita da pregevoli fregi. L'intero impianto è arricchito da diversi stemmi della famiglia dei dell'Acaya.[4]

In anni recenti, al lato nord dell'antico maniero sono affiorate le tracce di una costruzione di epoca medioevale poi rivelatasi una piccola chiesa bizantina e sotto di essa alcune sepoltura. Durante i lavori di restauro è stato ritrovato anche unaffresco all'interno di una intercapedine. Si tratta dellaDormitio Virginis databile alla seconda metà del Trecento, estesa circa quattro metri per tre. La raffigurazione, perfettamente conservata, rappresenta gliApostoli che assistono la morte dellaVergine eGesù che ne raccoglie l'Anima e la presenta al Padre, secondo la tradizione iconografica che fa riferimento aiVangeli apocrifi.[5] Ulteriori ritrovamenti archeologici hanno portato alla luce, nel 2001, una serie di tombe, fosse comuni e cunicoli. L'analisi delle ossa ritrovate, attribuibili a uomini di età compresa tra i 25 e 30 anni, inumati contestualmente, fanno ipotizzare l'eventualità che si tratti di soldati caduti in una delle cruente battaglie che fra il 1200 ed 1300 tormentarono la zona.[6]

Il castello è sede di una mostra permanente sugli scavi archeologici diRoca Vecchia e altre esposizioni temporanee.

Note

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  1. ^Cazzato, p.12
  2. ^Leo, p.35
  3. ^Leo, p.41
  4. ^Monte, p.37
  5. ^Barletta, p.29
  6. ^Leo, p.50

Bibliografia

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  • M. Cazzato-A. Costantini,Guida di Acaya, Galatina 1990.
  • G. Cisternino,Acaya nella storia, Zane 1998.
  • R. Barletta,Acaya, Cavallino 2010.
  • P. Leo,La città fortificata di Acaya, Galatina 2012.
  • A. Monte,Acaya, del Grifo 1996.
  • A. Pignataro,I misteri del castello di Acaya, Neftasia 2011.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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