Cassandra è una figura dellamitologia greca. È ricordata da vari autori tra cuiOmero (sia nell'Iliade che nell'Odissea),Apollodoro,Virgilio eIgino. Gemella diEleno e sorella minore diEttore, figlia diEcuba e diPriamo re diTroia, fu sacerdotessa nel tempio diApollo da cui ebbe la facoltà dellapreveggenza. Profetizzò terribili sventure ed era pertanto invisa a molti.
Vi sono diverse versioni sull'origine del dono profetico di Cassandra. Secondo una prima versione, il giorno del compleanno di suo padre fu celebrata una festa nelsantuario di Apollo Timbreo. Cassandra e il fratello gemelloEleno, stanchi dal gioco, s'addormentarono all'interno mentre i loro genitori li dimenticarono, abbacinati dal vino. Il mattino seguente,Ecuba corse al tempio e urlò inorridita quando vide che i serpenti sacri stavano lambendo le orecchie dei bambini per purificarli. I serpenti subito si ritrassero, strisciando in un cespuglio d'alloro, e da quel momento Eleno e Cassandra praticarono l'arte profetica.[1]
Secondo un'altra versione, la più famosa, Apollo le donò la dote profetica in cambio del suo amore, ma lei, una volta ricevuto il dono, rifiutò di concedersi; adirato, il dio le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.
Stando ad altre versioni ancora, Apollo le donò il potere della profezia, ma poi, quando ella cercò di fuggire dall'amore che lui le imponeva, il dio la maledisse e così nessuno le credette più.
La figura di Cassandra è presente nell'Iliade, in cui però non si fa mai cenno alle sue facoltà divinatorie.
Ancora bambina, alla nascita diParide predisse il suo ruolo di distruttore della città, profezia non creduta daPriamo edEcuba ma confermata daEsaco, interprete di sogni, che consigliò ai sovrani di esporre il piccolo sulmonte Ida. Paride però si salvò e quando divenne adulto tornò aTroia per partecipare ai giochi; durante la competizione, fu riconosciuto dalla sorella, che chiese al padre e ai fratelli di ucciderlo, scatenando la reazione contraria e facendo ritornare il giovane Paride al suo rango originale di principe. Profetizzò sciagure quando il fratello partì per raggiungereSparta, predicendo il rapimento diElena e la successiva caduta di Troia. Ritenuta una delle più belle fra le figlie di Priamo ebbe diversi pretendenti, fra cuiOtrioneo di Cabeso e il principe frigioCorebo, morti entrambi durante la guerra di Troia, il primo ucciso daIdomeneo, il secondo daNeottolemo (il figlio di Achille, detto anche Pirro), o, secondo altre fonti, daPeneleo. Quando il cavallo di legno fu introdotto in città, rivelò a tutti che al suo interno vi erano soldati greci, ma rimase inascoltata. SoloLaocoonte credette alle sue parole e si unì alla sua protesta, venendo per questo punito dalla deaAtena (o daPoseidone in alcune versioni), favorevole ai greci, che lo fece uccidere da due serpenti marini assieme ai figli.
La città di Troia fu così conquistata dai greci, che le diedero fuoco, massacrandone i cittadini. I membri della famiglia reale si rinchiusero nei templi troiani, ma tutto ciò valse a poco. Priamo morì sull'altare del santuario ucciso da Neottolemo mentre Cassandra, rifugiatasi nel tempio di Atena, fu trovata daAiace d'Oileo e violentata sul posto. Trascinata via dall'altare, si aggrappò alla statua della dea, ilPalladio, che Aiace, empio e miscredente, fece cadere dal piedistallo. A causa del suo comportamento furono puniti quasi tutti i principi greci, che non ebbero felice ritorno a casa: Aiace trovò addirittura la morte in mare per volere di Atena e Poseidone.
Come detto nell'Odissea, nell'Orestea e neLe troiane, Cassandra divenne quindi ostaggio diAgamennone e fu portata da lui aMicene comeschiava econcubina. Nel poemaAlessandra si lascia intendere che Agamennone si innamorò poi della profetessa e la sposò, aumentando l'odio e la gelosia della moglieClitemnestra. Giunta in città, Cassandra profetizzò all'Atride la sua rovina, ma quest'ultimo non volle credere alle sue parole, cadendo così nella congiura organizzata contro di lui dalla moglieClitemnestra (adirata con Agamennone per via del sacrificio diIfigenia) e daEgisto, nella quale morì la stessa Cassandra[2].
Perantonomasia è frequente l'attribuzione dell'appellativo "Cassandra" alle persone che, pur annunciando eventi sfavorevoli giustamente previsti, non vengono credute.[3]
Viene altresì detta "sindrome di Cassandra" la condizione di chi formula ipotesi pessimistiche ed è convinto di non poter fare nulla per evitare che si realizzino.
Licofrone, poeta calcidese delIV-III secolo a.C., compose un poema epico intrimetri giambici, l'Alessandra,Ἀλεξάνδρα, sinonimo greco di Cassandra, in cui descrisse le sue profezie con uno stile oscuro ed enigmatico ma di grande fascino.