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Carnia

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Disambiguazione – Se stai cercando il paese in questa zona geografica (frazione diVenzone), vediCarnia (Venzone).
Carnia
(FUR) Cjargne
(
DE) Karnien
Imonti Coglians, laCreta delle Chianevate e ilMonte Crostis visti da sud dalMonte Zoncolan.
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniFriuli-Venezia Giulia (bandiera) Friuli-Venezia Giulia
TerritorioVal Tagliamento,Val Degano,Valle del But,Val Chiarsò,Valcalda,Val Pesarina,Val Lumiei,Val Pontaiba in 28 comuni
CapoluogoTolmezzo
Superficie1 285,91 km²
Abitanti35 843 (31-12-2023[1])
Densità27,87 ab./km²
Lingueitaliano,tedesco,friulano carnico, antichi dialetti tedeschi:saurano,timavese
In rosso la Carnia nella ex provincia di Udine.

LaCarnia (AFI:/ˈkarnja/[2];Cjargne infriulano,Karnien intedesco) è unaregione storico-geografica prevalentementemontana, situata nella parte nord-occidentale dellaprovincia di Udine, inFriuli, comprendente buona parte delleAlpi Carniche italiane con le suevalli alpine. Il centro principale èTolmezzo.

Etimologia

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Il nome deriva dalprediale latino"Carniacum",[3] riferito alla popolazione deiCarni, che dominò l'intero Friuli fraV eII secolo a.C., e dal cui nome deriva anche il toponimo"Cargnacco"; inepoca romana il territorio era parte dellaCarnorum Regio (la terra abitata dai Carni, descritta daTito Livio), che probabilmente comprendeva l'odiernoFriuli.

Geografia fisica

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Monte Amariana

Confini

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Ubicata nelleAlpi Carniche, in una zona a tratti impervia e dall'orografia piuttosto complessa e articolata, comprendente l'altobacino delTagliamento (escludendo le sorgenti che rimangono inCadore inVeneto), confina:

Geomorfologia

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Val Tagliamento
Val Lumiei
Val Degano
Val Pesarina
Valcalda
Valle del But
Val Pontaiba
Val Grande
Val di Lanza
Val di Preone

Costituita da fasce geologicamente differenziate, le montagne sono costituite da tre tipi di roccia, ilcalcare, ladolomia e laselce, ed è attraversata dalleAlpi Carniche che si estendono dalpasso di Monte Croce di Comelico in Cadore allasella di Camporosso dove cominciano leAlpi Giulie, che si innalzano (nel versante italiano) tra il fiumeFella e l'altoIsonzo.

LaCatena carnica principale (suddivisa incatena carnica occidentale ecatena carnica orientale) costituisce a nord il confine con l'Austria, delimitata a sud-est daltorrente Pontebbana e, a monte diPontebba, dal corso del Fella. A sud di tale catena si stagliano leAlpi di Tolmezzo (Alpi Tolmezzine Occidentali eAlpi Tolmezzine Orientali) con elevazioni in media inferiori, mentre ancora più a sud si elevano lePrealpi Carniche e la relativa fascia montuosa.

Orografia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Alpi Carniche, Catena carnica principale, Catena Carnica Occidentale, Catena Carnica Orientale, Alpi di Tolmezzo e Montagne della Carnia.

Ilmonte Coglians (2 780 m) è la vetta più alta delle Alpi Carniche nonché la maggiore elevazione della regione, che assieme al vicino gruppo dellaCreta delle Cjanevate e alMooskofel in territorio austriaco forma un imponente gruppo montuoso proprio sul confine con l'Austria. Le altre maggiori cime della Carnia sono:

Valli

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Sei sono le valli principali, ognuna attraversata da un torrente da cui prendono il nome. Le valli assumono anche il nome dicanale (cjanâl), sottolineando così la loro conformazione stretta e allungata (tra parentesi la denominazione infriulano):

N.B.: ne è esclusa laVal d'Aupa, nel territorio del comune diMoggio Udinese, che pur appartenendo alleAlpi Carniche, viene fatta rientrare per motivi storico-geografici nella zona delCanal del Ferro (bacino delFella) e la vallata diSappada che appartiene alla regione storico-geografica delCadore.

Ciascuna di queste e gli omonimi torrenti confluiscono nel fondovalle dove sorgeTolmezzo centro principale e capoluogo della Carnia.

Valichi alpini e prealpini

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I principalivalichi alpini stradali sono:

Idrografia

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Passo di Monte Croce Carnico

Il fiume più importante è ilTagliamento, che nasce nei pressi dalPasso della Mauria inVeneto (comune diLorenzago di Cadore) a 1 195 metri d'altitudine. Durante il suo lungo percorso attraverso la Carnia, il Tagliamento riceve l'acqua di quattro affluenti principali, provenienti tutti da sinistra:

Tra i laghi si hanno:

Clima

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Ilclima è molto rigido ininverno e fresco inestate; è caratterizzato da venti impetuosi e abbondante piovosità. Rispetto alle altre zone delleAlpi, in Carnia troviamo un abbassamento dei limiti altimetrici di circa 400–500 m; così, ad esempio, se nelleAlpi Occidentali la vegetazione arborea cessa di crescere sopra i 2 300 m essa in Carnia smette già a 1 900 m. L'abbassamento del limite altimetrico della regione arborea è dovuto al costante afflusso di correnti fredde nord orientali (ventoburano) che dalle regionisiberiane e danubiane raggiungono la zona.

Ambiente

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Flora

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Rododendro

Sono molto estese le foreste, costituite in massima parte daabeti,faggi elarici; i pascoli si trovano per lo più in alta quota, in pendii soleggiati ma non adatti all'agricoltura. La Carnia vanta numerose ricchezze naturali grazie all'assenza di grossi centri industriali e per l'attiva opera di tutela di enti e associazioni ambientaliste. Vi sono 2 000 specie vegetali, un migliaio di tipi difungo, una cinquantina di tipi diorchidee.

La vegetazione cambia con l'aumentare della quota. Fino a 400 - 500 metri di altitudine salgono i boschi dirovere e dicastagni e le macchie e le colture della zona submontana; ben presto subentra la flora montana ed è per eccellenza la zona delle foreste: faggete, abetine e pinete. Al di sopra dei 1 500 metri la vegetazione arborea si presenta piuttosto povera, gli alberi si fanno via via più radi, più piccoli e spogli, fino a raggiungere il limite altimetrico di crescita che in Carnia è a quota 1 700 metri ed è il più basso di tutta la regione alpina. Oltre questa quota crescono cespugli, rovi, e verdissimi pascoli. In tarda primavera si può ammirare nei pascoli l'esplosione di colore deirododendri, e dellegenziane selvatiche.

Genziane carniche

Fauna

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La fauna è caratterizzata dalla presenza sporadica di passaggio diorsi,linci europee (queste due prime specie sono ricomparse alla fine del XX secolo, provenienti dalla vicinaSlovenia),lupi,gatti selvatici,stambecchi (reintrodotti nel XX secolo),cervi,caprioli,camosci,tassi,galli forcelli,francolini di monte,ermellini emarmotte. Negli ultimi anni si è assistito a un arrivo di consistenti popolazioni di sciacalli dorati, stabilitisi prevalentemente a quote basse sulCarso e sulleAlpi giulie, ma non sono mancati avvistamenti sulle Alpi Carniche e sulleDolomiti Friulane. Sono inoltre presenti falconiformi come lapoiana, ilfalco e l'aquila reale.

Tra irettili si segnalano l'aspide meglio conosciuta comevipera comune, ilmarasso, lavipera dal corno. Nei rilievi friulani e in alta collina non sono rare due specie dianfibio diffuse anche in molte altre zone dell'arco alpino: iltritone alpestre e lasalamandra alpina. Numerose sono infine le specie ittiche d'acqua dolce presenti nei ruscelli di montagna e nella zona pedemontana: fra queste predominano letrote, letinche e ibarbi. Il lupo è ritornato nella regione a partire dagli ultimi anni, con presenze sporadiche. Nel 2018, tuttavia, è stata accertata la prima riproduzione di lupi nella regione dopo circa 90 anni.

Aree naturali protette

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Storia

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I cosacchi in Carnia

Con la soppressione dellarepubblica partigiana, in Carnia arrivarono nuovi invasori: icosacchi,giunti in Friuli nell'agosto del 1944. Inizialmente erano 20 000, ma toccarono il numero di 40 000 nella primavera successiva (si tenga presente che la popolazione carnica era allora di 60 000 persone); al loro seguito portarono le proprie famiglie, i carri, le suppellettili e 6 000 cavalli. Questi cosacchi erano popolazioni di origine russa in perenne conflitto con l'autorità diMosca. Con lo scoppio dellaseconda guerra mondiale, si erano uniti alle forze tedesche nella speranza di sovvertire il regime comunista; quando però la guerra cominciò ad andare male per le forze dell'Asse, e l'Armata Rossa ebbe scacciato i tedeschi dal suolo dell'URSS,Hitler per ricompensarli si vide costretto a promettere una terra tutta per loro: laKosakenland in Nord Italien, che altro non era che la Carnia. Nell'estate del 1944 dunque il Führer affidò l'intero territorio carnico, oltre a una parte dell'Alto Friuli (Trasaghis,Buja,Majano,Bordano) a due divisioni russe, una cosacca capitanata dall'atamanoKrassnov, e una caucasica, già impiegata nelle operazioni contro laPolonia.

Per la gente carnica l'occupazione cosacca rappresentò un martirio, ancor oggi ben vivo nei ricordi degli anziani: alcune famiglie furono cacciate dalle loro case per dare spazio ai nuovi arrivati, altre furono costrette a coabitare con persone con le quali era impossibile condividere usi e abitudini e con cui anche i più semplici tentativi di dialogo si rivelavano delle vere e proprie imprese a causa della difficoltà di comunicazione. Innumerevoli furono gli atti di violenza compiuti ai danni della popolazione; di questi i più noti sono senz'altro l'espulsione di gran parte degli abitanti di Alesso, Bordano e Trasaghis, i saccheggi di Cadunea, Cedarchis, Invillino,Sutrio e Illegio. A Imponzo il parroco don Giuseppe Treppo (medaglia d'oro al valor civile) venne ucciso per aver tentato di salvare due giovani donne dallo stupro. Non mancarono tuttavia casi di pacifica convivenza e va anche detto che in seguito a quel periodo si registrarono anche alcuni matrimoni fra donne carniche ed ex soldati cosacchi (molti infatti erano quelli che abbandonavano i reparti e passavano tra i partigiani). In Carnia furono costituiti complessivamente 44 presidi cosacchi che, facendo capo aVerzegnis, dove si trovava il comando del reggimentoTerek-Stavropol, si spingevano in ogni valle daSappada aRaveo aRavascletto.

L'occupazione durò fino al maggio 1945 quando i cosacchi, di fronte all'avanzata alleata, persero la speranza di avere la Carnia tutta per loro come era stato promesso dai nazisti. Si incolonnarono quindi con carri e cavalli e, attraverso ilpasso di Monte Croce Carnico puntarono all'Austria, inconsapevoli del tragico destino che li attendeva; giunti nella valle del Gail e consegnatisi agli inglesi, ebbero infatti un'amara sorpresa: in seguito agli accordi diJalta fra le forze alleate, tutti i cosacchi dovevano essere rimpatriati. Questo significava la fucilazione per gli ufficiali, e per tutti gli altri, donne e bambini compresi, la deportazione inSiberia. In molti, pur di evitare le torture deigulag, preferirono la morte e optarono per un suicidio collettivo; così nel maggio 1945, con i loro cavalli e le loro famiglie si gettarono in massa nelle gelide acque dellaDrava, morendo annegati.

La Carnia è frequentata già nelPaleolitico Medio (122 000 anni da oggi) e nell'età del ferro daiVeneti e da gruppi di stirpeceltica, da cui trae il suo nome. ICarni vissero per diverse centinaia d'anni nelle fertili pianure tra ilReno (Germania) e ilDanubio dove abitavano altripopoli celtici. Intorno al400 a.C. la crescita demografica e la pressione dei popoli germanici generarono un flusso migratorio verso sud. I Carni valicarono le Alpi attraverso il passo diMonte Croce Carnico e si stabilirono nell'odierna Carnia e nella zona pedemontana del Friuli, dedicandosi alla caccia e alla pastorizia. Durante i rigidi inverni i pastori si spostavano con le loro mandrie nelle pianure pedemontane. Erano anche abili nella lavorazione delferro e dellegno. I Carni erano comandati da un re e da una casta sacerdotale (idruidi).

La prima data storica relativa all'arrivo dei Carni è il186 a.C., quando circa 12 000 Carni, tra uomini armati, donne e bambini, scesero verso le zone pianeggianti che utilizzavano per svernare e fondarono su un colle un insediamento fortificato stabile,Akileja. I Romani, preoccupati dall'espansione di questo popolo, nel183 a.C. ricacciarono i Carni oltre le Alpi, e fondarono una colonia a difesa dei confini del nord-est. Il nuovo insediamento venne chiamatoAquileia sulla base del nome del precedente insediamento antico (Akileja). I triumviri fondatori della colonia furonoPublio Scipione Nasica,Gaio Flaminio eLucio Manlio Acidino.

I Carni, per arginare l'espansione romana e per conquistare le fertili e più ospitali terre pianeggianti, cercarono alleanze con iCeltiIstriani,Giapidi eTaurisci. Roma, a sua volta, avvertendo sempre più il pericolo incombente dei Carni e volendo accelerare la propria espansione, inviò a nord est le legioni del consoleMarco Emilio Scauro, che sconfisse definitivamente i Carni nella battaglia del 15 novembre115 a.C. In seguito i Carni si sottomisero a Roma, accettandone le imposizioni e anche le concessioni.

Intanto Aquileia accrebbe la sua importanza; divennemunicipium romanum nel90 a.C.; era un importante centro commerciale e artigianale, nonché principale porto sull'Adriatico e presidio militare. Alla figura di Giulio Cesare (proconsole della Gallia Cisalpina tra il 58 e il 49 a.C.) sono legate la fondazione diTergeste (Trieste),Forum Iulii (Cividale) eIulium Carnicum (Zuglio), che successivamente divenne sede vescovile. A Zuglio sono visibili i resti del Foro romano e a poca distanza è possibile visitare il Civico Museo Archeologico che si sviluppa su tre piani e ricostruisce la storia del territorio carnico, dalla Preistoria al Rinascimento, con particolare riferimento all'epoca romana. I durissimi colpi inferti daiBarbari all'Impero romano ebbero conseguenze anche in Carnia.

La Carnia fu invasa daiVisigoti (410 d.C.), e poi dagliUnni diAttila (452 d.C.), che devastarono Aquileia e altre città sorte nella pianura. GliOstrogoti (489 d.C.) dominarono il Friuli e la Carnia per 60 anni. Alcuni gotismi sono rimasti nella lingua friulana. Nello stesso periodo gli Slavi riuscirono a penetrare dallaCarantania (Alta Carinzia) nelle Valli del Bût, del Degano e del Fella. Si affermarono nella zona anche iBizantini, che rafforzarono i preesistenti presidi militari romani. Nel 568 d.C. iLongobardi, provenienti dallaPannonia, giunsero in Friuli guidati daAlboino con l'obiettivo di occupare la penisola.

I Longobardi trasferiscono la capitale del Ducato del Friuli aCividale. Aquileia perde così la sua importanza politica. Diversi sono i reperti archeologici risalenti a questo periodo storico. Nella Chiesa di S. Pietro di Carnia sono tuttora visibili frammenti di scultura e architettura longobarde, inglobati in alcuni muri. Sono inoltre stati trovati orecchini e fibule aForni di Sotto; orecchini dibronzo aClavais; anelli di bronzo, pugnali e balsamarii adAmpezzo. PressoCercivento in località Gjai ("bosco bandito" in longobardo) fu rinvenuto uno scheletro rivolto verso levante con il cranio appoggiato a una grossa pietra.

Nel 773 - e fino al 952 - fu la volta del dominio franco; l'unica differenza rispetto alla dominazione precedente per la Carnia fu che i duchi longobardi furono sostituiti dai marchesi e dai contiFranchi.Carlo Magno nel 798 dichiaròSalisburgo sede metropolitica per le terre settentrionali. Nell'811 laDrava venne dichiarata nuovo confine tra la giurisdizione diSalisburgo e il patriarcato di Aquileia sempre per opera di Carlo Magno. Nell'888 ebbe fine la dinastia carolingia e iniziarono le invasioni degliUngari; i quali, provenienti dalla regione danubiana, distrussero e depredarono tutto, guadagnandosi una fama peggiore degliUnni diAttila.

Nonostante le invasioni ungare la Carnia visse un periodo di ripresa economica e incremento demografico grazie alla sua posizione geografica: isolata e ben protetta dai monti non venne saccheggiata. Attorno al 1000 verranno creati laGastaldia (Giurisdizione civile) e i due Arcidiaconati (Giurisdizione ecclesiastica): quello di Gorto (sottoposto all'Abbazia di Moggio) e quello della Carnia. Nel 1077 venne ufficialmente riconosciuto lo Stato Patriarchino Aquileiese, sorto per opera dell'imperatore tedescoEnrico IV. In un periodo storico dove fiorivano i Comuni e le Signorie, le cui vicissitudini caratterizzarono ilMedioevo, la Carnia visse un periodo di autonomia e indipendenza.

Lo Stato Patriarchino durò 343 anni; esso presenta i caratteri di uno stato feudale di stampo germanico, a capo del quale vi è un Principe-Vescovo, il Patriarca di Aquileia. La lingua ufficiale per il documenti era illatino; il tedesco era l'idioma delle classi altolocate e della corte del Principe-Vescovo. Il popolo parlava il friulano con tutte le sue varianti locali, derivanti dall'assorbimento dei vari idiomi degli invasori che nei secoli si erano susseguiti. Il 1420 segnò la fine dello Stato Patriarchino Aquileiese: il 4 giugno di quell'annoUdine si arrese alla Repubblica Veneta, che soggiogò anche la Carnia e la ridusse a provincia nel contesto della Terraferma, dopo quasi 400 anni di germanizzazione temperata sempre della Chiesa cattolica di Aquileia.

Il Patriarcato di Aquileia continuò a esistere fino al 1751 esclusivamente nella sua forma ecclesiastica, retto da patriarchi veneti. Nel corso dei secoli XV e XVI la Carnia, assieme al Friuli sottostante, venne ripetutamente razziata dalle armate irregolari turche (in realtà si trattava probabilmente di bosniaci), utilizzate dall'Impero ottomano per tenere una spina nel fianco alla Serenissima con incursioni quasi annuali in una terra che, pur scarsamente difesa poiché considerata quasi colonia da Venezia, rientrava pur sempre nei territori della Repubblica. In questo contesto avvenne la battaglia del Cason di Lanza (1478) in cui le popolazioni locali affrontarono e sconfissero gli incursori turchi in uno dei pochi episodi di resistenza organizzata del periodo.

Alpini travolti e caduti da unavalanga sulPal Piccolo

Dal 1814 al 1866 la Carnia fu parte dell'Impero austriaco, poi, dopo laterza guerra di indipendenza, il 21 ottobre1866, il Friuli e la Carnia furono annessi all'Italia, seguendone le vicende storiche (anche se una parte restò austriaca fino al 1918), come la partecipazione alle sanguinoseguerre del 1915-18 edel 1940-45, oltre che a tutte le vicende coloniali in Africa. Molti dei sentieri montani tuttora utilizzati risalgono alla prima guerra mondiale ed è ancora possibile individuare i resti dei fortini e le feritoie.

Durante laprima guerra mondiale la Carnia, trovandosi al confine tra Regno d'Italia e l'allora Impero austro-ungarico, divenne zona di guerra. Il settore di fronte compreso tra ilMonte Peralba e ilMonte Rombon costituiva la "Zona Carnia", a comandare la quale fu posto il generale Lequio; al 24 maggio 1915 vi erano dislocati 31 battaglioni (di cui 16alpini). La zona Carnia aveva primaria importanza in quanto anello di congiunzione tra la 4ª armata delCadore e la 2ª dell'Isonzo. Particolare importanza ebbe la zona delpasso di Monte Croce Carnico con le alture circostanti:Pal Piccolo, Freikofel, Pal Grande, dove alpini eKaiserschützen condussero una guerra di trincea logorante.

Sui monti carnici si combatté fino all'ottobre del 1917, mese in cui si verificò la rotta diCaporetto, e le truppe della Zona Carnia dovettero ripiegare. In seguito alla rotta di Caporetto, la Carnia dovette subire l'invasione austro-tedesca, che durò un anno intero; un anno che fu per la gente carnica pieno di miserie, privazioni e requisizioni. Durante la seconda guerra mondiale la Carnia fu zona di reclutamento privilegiato dei reparti alpini, impegnati sui fronti più diversi e in particolare in Russia. Dopo l'otto settembre vi fiorì un'intensa attività partigiana, culminata nella proclamazione della Repubblica Partigiana della Carnia, con capoluogo Ampezzo, che per estensione fu la più vasta d'Italia.

A causa dell'importanza strategica della zona, passaggio privilegiato tra la Pianura Padana e l'Austria grazie alla relativamente scarsa altitudine raggiunta dalle montagne e all'accessibilità dei passi, la Repubblica Partigiana ebbe vita breve, venendo attaccata e distrutta da ingenti forze naziste e fasciste congiunte. Con l'avvento della Repubblica, nella regione sono rifiorite istanze autonomiste, sostenute neglianni settanta anche da un politico nazionale di origine carnica,Bruno Lepre. Negli ultimi anni a causa della crisi che ha portato un'alta disoccupazione si sono creati malcontenti verso lo Stato italiano spesso sfociati in richieste di autonomia e talvolta secessione (di tutto il Friuli) dallo Stato centrale, additato come la causa della disoccupazione e quindi dei malcontenti.

Geografia antropica

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Comuni

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Sono 28 i comuni carnici con le rispettive frazioni (accanto al nome italiano è riportato quello inlingua friulana):

ComuneAbitanti(31-12-2023)Superficie(km²)Frazioni
Amaro (Damâr)84633,26-
Ampezzo (Dimpeç)89473,63Oltris, Voltois
Arta Terme (Darte)203642,77Avosacco,Cabia, Cedarchis, Lovea,Piano d'Arta, Piedim, Rivalpo, Valle
Cavazzo Carnico (Cjavaç)95539,44Cesclans, Mena, Somplago
Cercivento (Çurçuvint)64015,78Cercivento di Sotto, Cercivento di Sopra, Casali
Comeglians (Comelians,loc. Comalians)42619,41Calgaretto, Maranzanis, Mieli, Noiaretto, Povolaro, Runchia,Tualis
Enemonzo (Enemonç)126423,76Colza, Esemon di Sotto, Fresis, Maiaso, Quinis, Tartinis
Forni Avoltri (For Davôtri,loc. Fôr Davuatri)50180,75Collina, Collinetta,Frassenetto,Sigilletto
Forni di Sopra (Fôr Disore)91481,66Andrazza, Cella, Vico
Forni di Sotto (Fôr Disot)53093,60Tredolo, Baselia, Vico
Lauco (Lauc)65234,76Allegnidis, Avaglio, Buttea, Chiassis, Trava, Vinaio
Ovaro (Davâr)172457,90Agrons,Cella,Chialina,Clavais,Cludinico,Entrampo,Lenzone,Liariis,Luincis,Luint,Mione,Muina,Ovasta
Paluzza (Paluce)195269,75Casteons, Cleulis, Rivo,Timau
Paularo (Paulâr)234084,24Casaso, Chiaulis, Dierico, Misincinis, Ravinis, Rio, Salino, Trelli, Villafuori, Villamezzo
Prato Carnico (Prât)82581,72Avausa, Croce, Osais, Pesariis, Pieria, Pradumbli, Prico, Sostasio, Truia
Preone (Preon)25422,47-
Ravascletto (Ravasclêt,loc. Monai)50926,48Salars,Zovello
Raveo (Raviei)43712,60Esemon di Sopra
Rigolato (Rigulât)37330,77Givigliana, Gracco, Ludaria, Magnanins, Stalis, Tors, Valpicetto, Vuezzis
Sauris (Zahre,nel locale dialetto germanico)39241,49La Màina, Latéis, Sàuris di Sotto, Sàuris di Sopra, Velt
Sappada (Plodn,nel locale dialetto sappadino)131162,06-
Socchieve (Soclêf)87266,12Caprizzi, Dilignìdis, Feltrone, Lungis, Mediis, Nonta, Priuso, Viaso
Sutrio (Sudri)122820,75Nojaris, Priola, Zoncolan
Treppo Ligosullo (Trep Liussûl)67935,58Ligosullo, Gleris, Siaio, Tausia, Zenodis, Murzalis
Verzegnis (loc. Verzegnas)84639,33Chiaicis, Chiaulis, Intissans, Villa
Villa Santina (Vile)212713,00Invillino
Zuglio (Zui)53518,21Fielis, Formeaso, Sezza
Tolmezzo (Tumieç)978164,62Cadunea, Caneva, Casanova, Cazzaso, Fusea, Illegio, Imponzo, Terzo, Lorenzaso
Totale358431 285,91125

Società

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Demografia

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La Carnia conta circa 35 000 abitanti; nella sola Tolmezzo ne risiedono circa 10 000 i rimanenti nei paesi distribuiti nelle vallate.

Dal periodo successivo alla prima guerra mondiale ma in particolare dal secondo dopoguerra, la Carnia ha visto un vero e proprio "esodo" dei suoi abitanti verso le città della pianura, verso laFrancia, laGermania e verso le Americhe. Quest'ondata emigratoria, dovuta alla prospettiva di una vita più facile e più sicura, unita alle scarse risorse fornite dalla montagna e alla carenza di industrie, fu la causa del progressivo spopolamento delle valli carniche. In questi ultimi anni si assiste a un lento declino della popolazione dei paesi delle vallate a favore dei comuni del fondovalle e della Conca Tolmezzina, anche per la facilità occupazionale e di trasporto, Tuttavia gli stessi centri di fondovalle si trovano, negli ultimi anni, a dover subire un principio di spopolamento. La stessa città di Tolmezzo ha perso, dal censimento del 2011, circa 700 abitanti.

Economia

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Settore primario

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Il territorio montuoso e il clima rigido non sono favorevoli a uno sviluppo agricolo tale da costituire una voce importante nell'economia della regione; si riescono a coltivare in prevalenzapatate (cartufules),fagioli (fajuis) emais (sorch), da cui si ricava la farina per lapolenta.

Polenta confunghi einsaccati
Ilprosciutto diSauris

L'allevamento è fiorente; a livello familiare si allevanogalline (gjalines) etacchini (dindis). Importante è l'allevamento deibovini da latte dal quale si ricavano diverse varietà diformaggio (čuč oformadi), ricotta affumicata (scuete fumade) eburro (spongje eont burro cotto), che in piccola parte viene anche esportato fuori dalla regione. Si allevanosuini, anche in questo caso a conduzione familiare, con la cui carne si produce in prevalenzasalame (salamp),speck,salsicce (luanie), un insaccato simile alcotechino, ma più magro (muset),pancetta (panzete),lardo (argjel) e braciole (brusadule): tutti i prodotti vengono affumicati (fumâts) secondo un'antica tradizione che aveva lo scopo di conservare a lungo i prodotti. Famoso a livello regionale è ilprosciutto crudo diSauris anch'esso affumicato.

Settore secondario

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Le industrie principali sono quelle relative allo sfruttamento dellegname (segherie,falegnamerie, mobilifici), vi sono inoltre fabbriche di occhiali, orologi ecartiere.

Settore terziario

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Nonostante la presenza di importanti cime montuose alpine, le amene vallate e i caratteristici paesini, i numerosissimi e ben tracciati sentieriCAI (lungo i quali in alcune zone è possibile ammirare i resti dei fortini dellagrande guerra) e rifugi alpini ben attrezzati, la Carnia non è meta del turismo di massa che invade invece il vicinoCadore. Tuttavia sono abbastanza numerose le strutture alberghiere e di ristorazione e il turismo sta divenendo sempre più una voce di particolare rilevanza nell'economia carnica.

È attivo adArta Terme uno stabilimento termale dal quale sgorga l'acqua minerale "pudia" (acqua solfato-calcico-magnesiaca-sulfurea) conosciuta e utilizzata fin dall'antichità, a una temperatura di 9 °C. Nel centro viene esercitata la cura idropinica, la fangoterapia, la balneoterapia e cure inalatorie con aerosol, nebulizzazione e insufflazione.

Infrastrutture e trasporti

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Val Pesarina, in fondo laForcella Lavardet

Alta Carnia

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Sella Chianzutan eMonte Piombada

I trasporti urbani e interurbani del comune vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da TPL FVG. La bassa Val Tagliamento (Tolmezzo, Villa Santina) era percorsa fino al 1960 dallaferrovia Carnia-Tolmezzo-Villa Santina, mentre oggi lastazione ferroviaria più vicina èquella di Carnia, frazione diVenzone.

Bassa Carnia

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La regione è attraversata e servita dalle seguenti arterie stradali statali:

a cui si aggiungono lestrade provinciali che attraversano laValcalda, laVal Lumiei, laVal Chiarsò, laVal Pontaiba,Val di Preone e laVal di Lanza ovvero:

Cultura

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Architettura rurale

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Gli esempi di architettura rurale in Carnia si possono dividere in 5 tipi fondamentali:

  • Forni Savorgnani
Case tipiche in Carnia (Forni Avoltri)

Gli edifici caratteristici di questa zona presentano solide pareti in legno squadrato (blockbau) costruite su un basamento in muratura, abbondanza di sovrastrutture in legno quali ballatoi e scale esterne. La presenza di questi ballatoi è dovuta alla situazione climatico - ambientale della zona: l'allevamento dei bovini, infatti, assai sviluppato, richiedeva grandi quantità di fieno. Poiché i tagli avvenivano sul finire della stagione, c'era la necessità di fare l'essiccamento sul ballatoio, anziché sui prati, data la stagione umida. Il ballatoio serviva anche a far maturare artificialmente i cereali come ilgranoturco. (Forni Avoltri)

  • Sauris

L'abitazione caratteristica diSauris è solitamente staccata dal rustico, e si compone in più piani. Al piano terra c'è un vano ingresso o atrio preferibilmente centrale, dal quale si accede alla cucina, al tinello e a uno o due locali, posti a monte, che fungono da cantina. Attraverso una scala di legno si sale al primo piano, dove si trovano uno o più corridoi dai quali si accede alle camere da letto e ai ballatoi (in questi troviamo spesso una latrina). Per un'altra scaletta di legno si accede al sottotetto, dotato di abbaino, nel quale vengono conservati i prodotti dell'agricoltura e gli attrezzi, ma non il fieno. Imateriali da costruzione sono la pietra e la calce per i pianterreni, tronchi squadrati e incastrati tra loro per i piani superiori (blockbau). La copertura dei tetti, tutta e sempre in scandole di legno, è simile a quella utilizzata nella zona di Forni; in autunno sopra le scandole vengono disposte assi molto lunghe, fermate da ciottoli e pietre, perché tengano ferme le assicelle sotto il peso della neve.

  • Canale di Gorto

Un accesso più facilitato allaValle del Tagliamento e i valichi hanno permesso alla Val Degano di sviluppare maggiori contatti con le vicine popolazioni delle valli situate a oriente e occidente, e questo ha portato a evidenti influssi sull'architettura della zona.

Palazzo tipico carnico (Paularo)

La casa tipica di questa valle è una costruzione rettangolare, in muratura, senza sovrastrutture in legno, a due o tre piani, con scala interna preferibilmente in legno. Si differenzia da quella tipica della Val Tagliamento per aver il tetto a due grandi spioventi molto inclinati e nei lati più corti della casa altri due spioventi mozzi molto piccoli. Il tetto è coperto di tegoleBieberschwanz, introdotte a partire dal secolo XVIII. Il rustico è generalmente separato dall'abitazione.

  • Alto Tagliamento
  • Carnia Centrale

La tipica casa carnica della zona della casa centrale è quella a loggiati, che risente dell'influenza veneta ed è caratterizzata da una serie di ampi archi che formavano appunto grandi loggiati e sottoportici, i quali non avevano solo funzione decorativa ma servivano anche ad accogliere le attività lavorative degli abitanti. Solitamente una casa possiede due o tre loggiati al piano terra che corrispondono spesso ad altrettanti archi al piano superiore. Il sottoportico è collegato al primo piano da una scala interna in pietra. I locali sono così disposti: al piano terra gli ambienti in cui si vive (cucina e talvolta una sorta di tinello) e si lavora, o un tempo si lavorava (legnaia, deposito attrezzi); al piano superiore trovano posto le camere da letto; quindi nel sottotetto, si trova il solaio.

Musei

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Tempio Ossario di Timau
Pieve di San Pietro in Carnia a Zuglio
Pieve di San Floriano
  • Museo storico della Grande Guerra"La Zona Carnia nella Grande Guerra 1915-1918" a Timau diPaluzza; una delle migliori esposizioni sullaprima guerra mondiale in Friuli Venezia Giulia.
  • Museo Carnico delle Arti Popolari"Michele Gortani" aTolmezzo. Attualmente ospitato nel secentescoPalazzo Campeis. L'esposizione coinvolge tutti gli aspetti della vita e delle tradizioni della Carnia nell'arco temporale XIV - XIX secolo.
  • Museo"La Mozartina", aPaularo, del maestro prof. Giovanni Canciani, ospitato nel palazzo settecentesco "Scala". Percorso espositivo di strumenti musicali d'epoca.
  • Musei all'aperto"Freikofel" e"Pal Piccolo", aPaluzza oltreTimau in direzione del confine austriaco, offrono itinerari immersi nella natura e portano alla scoperta di resti di baraccamenti, casermette e giganteschi sistemi trincerati d'alta montagna legati al conflitto dellaGrande Guerra.
  • Museo dell'Orologeria diPesariis. Il Museo dell’orologeria espone una serie di orologi che documentano una lunga tradizione, dapprima artigiana e poi industriale, che per tre secoli ha rappresentato l’attività economica più rilevante dellaVal Pesarina. Attualmente è ospitato nella Casa della Pesa, classico edificio carnico ad archi risalente al XVI-XVII secolo.

Case espositive

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  • Casa delle Esposizioni di Illegio a Tolmezzo, ospita mostre annuali artistiche di altissimo livello, organizzate dal Comitato diSan Floriano e dedicate a tematiche spirituali e religiose.

Monumenti militari

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Santuario del monte Castoia

Santuari religiosi

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Monumenti e luoghi di interesse

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Pievi della Carnia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Cammino delle Pievi.

In Carnia esisteva nel passato un sistema territoriale organizzato sulle Pievi (daplebs, popolo),[4] antiche chiese costruite a partire dal V secolo sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia e che trovavano nella Chiesa di Zuglio (Julium Carnicum) il centro principale di evangelizzazione e amministrazione, specie a seguito delle invasioni barbariche. Le Pievi sorgono sovente in posizione sopraelevata e lontane dai centri abitati e questo consente di controllare i fondovalle e le principali vie di comunicazione oltre a consentire la comunicazione tra esse. Il loro ruolo preminente perde importanza con l'aumentare della popolazione e la costituzione delle parrocchie a partire dal XIV-XV secolo.

Pieve di Villa di Verzegnis
Pieve di Cesclans

Le Pievi storiche della Carnia sicure e documentate sono dieci:

  • San Floriano di Illegio, costruita nel IX secolo inizialmente dedicata a S. Vito forse sui ruderi di una precedente costruzione sacra del III-IV secolo. La posizione è su un colle che domina la Valle del But da una parte e dall'altra la conca di Illegio. La sua giurisdizione si estendeva sulle parrocchie di Illegio, Imponzo, Salino, Dierico ePaularo. La festa patronale è fissata per il 4 maggio (San Floriano).
  • Santa Maria Oltrebut di Tolmezzo, sorta nel VI secolo su un colle tra gli abitati di Caneva e Casanova al di sopra del torrente But, a controllo dell'antica stradaJulia Augusta versoJulium Carnicum e il Norico (Austria). Il presbitero titolare della chiesa gode dei titoli di parroco diTolmezzo,arcidiacono della Carnia eProtonotario apostolico soprannumerario. Oltre che sulla città di Tolmezzo la sua giurisdizione si estendeva sulle parrocchie di Caneva, Terzo e Lorenzaso, Cazzaso, Fusea e Betania. La festa patronale viene celebrata il 15 agosto (Assunzione di Maria), altre feste importanti sono quella diSan Lorenzo (10 agosto) e diSan Marco (25 aprile).
  • Santo Stefano di Cesclans, menzionata in alcuni documenti del XII secolo (ma la sua fondazione risale almeno all'VIII secolo) e ristrutturata prima nel 1777 e poi a seguito del terremoto del 1976. Come per altre pievi della zona, nel Medioevo venne affidata alla giurisdizione dell'Abbazia di S. Gallo di Moggio. Poco fuori dal paese di Cesclans, frazione diCavazzo Carnico, è posta su un colle che domina le altre frazioni di Somplago e Mena e il comprensorio del Lago di Cavazzo, ovvero i comuni diAmaro,Bordano e la frazione di Alesso nel comune diTrasaghis. La festa patronale è fissata il 26 dicembre.
  • San Martino di Verzegnis, posta all'interno del paese di Villa diVerzegnis, dominava l'interno comune con l'eccezione del piccolo borgo di Pozzis (diocesi di Concordia-Pordenone). Fondata attorno all'VIII secolo venne ricostruita nel XVIII secolo da Domenico Schiavi. Feste sono la prima domenica di ottobre e l'11 novembre.
  • Pieve di Castoia
    Santa Maria Maddalena di Invillino, posta su un colle (Colle Santino) poco sopra l'abitato di Invillino nel comune diVilla Santina. Venne costruita successivamente (tra il VII e il IX secolo) al complesso del Colle di Zucca, dove esisteva un luogo di culto paleocristiano, nel corso della riorganizzazione operata dal Patriarcato di Aquileia a seguito delle invasioni barbariche. Estendeva la sua giurisdizione sui comuni di Villa Santina,Lauco e sulla frazione di Esemon di Sopra (Raveo). La festa patronale è il 22 luglio.
  • Santi Ilario e Taziano di Enemonzo, chiesa arcipretale risalente all'XI-XII secolo, venne ristrutturata nel corso del Settecento. Dominava il comune diEnemonzo e diRaveo. La festa patronale è il 16 marzo
  • Santa Maria Annunziata di Socchieve, sorge in località Castoia traSocchieve e la frazione di Nonta. Forse inizialmente dedicata a Santo Stefano che ne fa retrocedere la data di fondazione rispetto al primo documento che ne parla attorno al 1212. Sempre a Nonta venne costruito un castello a difesa delle vie di comunicazione verso il Cadore. Da essa dipendeva anche la Chiesa diAmpezzo poi distaccatasi e resa autonoma. La sua giurisdizione comprendeva anche i comuni diSauris ePreone. La festa patronale è il 25 marzo (Annunciazione del Signore).
  • Santa Maria del Rosario di Forni di Sotto, ubicata nella frazione di Baselia, era inizialmente intitolata a S. Martino in epoca longobarda (VI-VII secolo). Dominava i comuni diForni di Sotto eForni di Sopra. Festa: prima domenica di ottobre.
  • Santa Maria di Gorto di Ovaro, assieme alla Pieve di S. Pietro in Carnia è una delle più antiche, forse del V secolo in stretta relazione con la Chiesa del Col Santino. In origine venne costruita più a ridosso del torrente Degano; a seguito di un incendio venne costruita più in alto su un colle che domina l'intera vallata di Gorto (Ovaro,Comeglians,Rigolato,Forni Avoltri), la val Pesarina (Prato Carnico), la val Calda (Ravascletto eCercivento) eSappada. Festa patronale è il 15 agosto. Il parroco della chiesa gode del titolo diPreposito e si fregia delle onorificenze deiCappellani di sua Santità.
Duomo di Tolmezzo
  • San Pietro di Zuglio, di data incerta di fondazione era la chiesa rappresentativa dell'anticaDiocesi di Zuglio soppressa nel V secolo. Eretta su un colle sopra il Torrente But attorno al IX secolo (l'impianto della chiesa attuale risale al 1312) da essa si possono ammirare la Pieve di S. Floriano ma anche quelle di Ognisanti inSutrio e di S. Daniele inPaluzza. Festa principale è la celebrazione del tradizionale Bacio delle Croci, nella domenica dell'Ascensione, dove le croci di tutte le chiese succursali (chiese dei comuni diZuglio,Arta Terme,Paularo,Sutrio,Paluzza,Treppo Carnico eLigosullo) si accostano alla croce della chiesa madre. Anche il parroco di questa pieve gode del titolo diPreposito e si fregia delle onorificenze deiCappellani di sua Santità.

Malghe della Carnia

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[5]

Sauris di sotto
Forni Avoltri nella Val di Gorto
Treppo Ligosullo in Val Pontaiba
Malga Pramosio (Paluzza)
Mucche a malga Ramaz (Val Chiarsò)
Verzegnis

Val Pesarina/Lumiei

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  • Mimòias (1623 m)
  • Ielma di sotto (1502 m)
  • Ielma di sopra (1680 m)
  • San Giacomo Malinis (1617 m)
  • Vinadia Grande (1734 m)
  • Rioda (1784 m)
  • Festons (1833 m)
  • Pieltinis (1739 m)
  • Gerona (1622 m)
  • Novarzutta (1625 m)
  • Palazzo (1532 m)
  • Losa (1765 m)

Val Degano

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  • Casa Vecchia (1683 m)
  • Tuglia (1597 m)
  • Colle di Mezzodì (1164 m)
  • Bordaglia di sotto (1565 m)
  • Bordaglia di sopra (1823 m)
  • Sissanis (1681 m)
  • Fleons di sotto (1571 m)
  • Vas (1605 m)
  • Monte dei Buoi (1723 m)
  • Morareto (1700 m)
  • Plumbs (1718 m)

Monte Crostis

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  • Nevàl di sopra (1799 m)
  • Chiadinis alta (1934 m)
  • Tarondut alta (1814 m)
  • Valsecca (1871 m)
  • Crasulina (1776 m)
  • Riumàl (1437 m)

Arvenis

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  • Pozòf-Marmoreana (1583 m)
  • Tamai (1594 m)
  • Agareit (1670 m)
  • Meleit (1580 m)
  • Chias di sotto (1303 m)
  • Corce (1246 m)
  • Claupa (1634 m)
  • Arvenis (1602 m)
  • Arvenutis (1516 m)
  • Dauda (1413 m)

Col Gentile

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  • Forchia (1730 m)
  • Valuta (1557 m)
  • Monteriù (1542 m)
  • Navas (1050 m)
  • Valinia (1396 m)

Val Bùt

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  • Collinetta (1377 m)
  • Val di Collina (1445 m)
  • Collina Grande (1522 m)
  • Plotta (1760 m)
  • Poccis (1820 m)
  • Pramosio bassa (1521 m)
  • Pramosio alta (1940 m)
  • Malpasso (1619 m)
  • Scandolaro (1249 m)
  • Lavareit (1470 m)
  • Zoufplan (1671 m)

Tersadia

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  • Valmedan di sotto (1365 m)
  • Valmedan di sopra (1566 m)
  • Cucco di sopra (1636 m)
  • Albareit (1180 m)

Val Chiarsò/Lanza

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  • Pizzùl (1484 m)
  • Palucijan (1625 m)
  • Tamai (1361 m)
  • Zermùla (1298 m)
  • Valute (1455 m)
  • Ludin (1680 m)
  • Ramaz (1057 m)
  • Meledis bassa (1085 m)
  • Meledis alta (1513 m)
  • Valbertàt bassa (1403 m)
  • Valbertàt alta (1510 m)
  • Cordin Grande (1689 m)
  • Lanza (1552 m)
  • Val Dolce (1703 m)
  • Rio Secco (1165 m)
  • Caserutte (1419 m)
  • Aip (1710 m)
  • Praduline (1436 m)
  • Forchiutta (1428 m)
  • Turriee (1555 m)
  • Cjanipade (1248 m)

Monte Verzegnis

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  • Mongranda (1071 m)
  • Palis (1322 m)

Rifugi alpini

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Turismo

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Aree turistiche principali

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Monte Zoncolan
Salita Monte Zoncolan
  • Arta Terme - nota fin dall’antichità per la fonte di acque sulfuree, ospita un centro termale specializzato in trattamenti del benessere.
  • Forni Avoltri - adatta per lunghe escursioni, arrampicate, esplorazioni naturalistiche e mountain-bike
  • Forni di Sopra - paesaggio di rara bellezza sia in estate sia in inverno con impianti sciistici attivi.
  • Paluzza - oltre la località di Timau è possibile percorrere i musei all'aperto del Freikofel (o Cuelàt) e Pal Piccolo che offrono degli itinerari immersi nella natura e portano alla scoperta di resti di baraccamenti, casermette e giganteschi sistemi trincerati d'alta montagna dellaprima guerra mondiale.
  • Prato Carnico - oltre al museo e al percorso dell'orologio aPesariis (luogo in cui trova origine l'aziendaSolari di Udine), il territorio offre una vista sulleDolomiti Pesarine dalle sue tipiche borgate che presentano architetture vernacolari dai tetti spioventi in tegole piane chiamateplanelàs (tegole a coda di castoro, in tedescoBiberschwanz).
  • Ravascletto - accoglie l'area sciisticaZoncolan frequentata da sportivi friulani, austriaci e sloveni.
  • Sauris - caratteristica località carnica, sia per architettura sia per patrimonio culturale, qui viene prodotto ilprosciutto di Sauris.
  • Treppo Ligosullo - ospita un castello chiamato con il nome di Valdajer costruito nel 1460 da Corrado IV Von Kreig di Baviera, barone delSacro Romano Impero e più volte rinnovato. Oggi è un ristorante.
  • Tolmezzo - capoluogo storico della Carnia ubicato lungo la piana del fiumeTagliamento. A Illegio, grazioso borgo locale, vengono ospitate ogni anno mostre artistiche di altissimo livello dedicate a tematiche spirituali e religiose. A poca distanza da Tolmezzo si trovano i laghi diCavazzo e di Verzegnis.

Siti naturali d'interesse

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[6]

Dolomiti Pesarine
Creta di Timau
Creta di Aip
  • cascata del torrente Favarinis: nel versante meridionale delmonte Amarianna a breve distanza del fiumeFella. La forra è incisa nelle bancate di dolomia principale del periodo triassico (200 milioni di anni fa);
  • Lago di Cavazzo il più estesolago naturale delFriuli-Venezia Giulia;
  • cascata dell'Arzino, a sud di Sella Chiampon, limite meridionale della Valle diPreone;
  • forra del rio Cjanevatta e buse dei Pagans, aCavazzo Carnico;
  • valle del Tagliamento tra Caprizi e Forni Sotto, sulla strada statale del monte Rest;
  • forra del torrente Lumiei conosciuta come Sac di Coronis, traAmpezzo eSàuris;
  • laghi di Festons, Malìns e Mediana, piccoli laghi sui monti di Sàuris che separano la valle del Lumiei a sud e dellaVal Pesarina a nord;
  • torri dolomitiche di forcella Scodovacca, sul versante dellaVal Cimolaina. Si eleva, tra gli altri, il "campanile" di Val Montanaia;
  • Canyon del torrente Vinadia, gola fiancheggiata sui due lati da pareti rocciose alte quasi 200 metri, traTolmezzo eVilla Santina;
  • giardino dolomitico del Clap Grant, prospiciente il rifugio De Gasperi traPrato Carnico e la Val Pesarina;
  • bosco bandito di Gracco, alla sinistra orografica dellaVal Degano lungo la strada statale che daComeglians porta aRigolato;
  • laghi di Tarond e Crasulina, tra ilmonte Crostis e Zoufplan, aRavascletto;
  • lago di Bordaglia, aForni Avoltri;
  • forra Las Callas, aPaularo nellaVal Chiarsò o d'Incarojo, tra il capoluogo e Lanza, gola impervia e profonda racchiusa da pareti calcaree alte quasi duecento metri all'interno della quale "ribolle" il torrente Chairsò;
  • piani di Lanza, oltre Paularo e Ramaz, costituiscono uno dei settori della catena carnica principale di maggiore interesse ambientale e fascino paesaggistico. Da ammirare, tra gli altri, il massiccio calcareo dellaCreta di Aip;
  • foresta del Pramosio, traPaluzza eTimau; di proprietà regionale si estende su un'area di 495 ettari a ridosso del confine di StatoItalia-Austria e con la foresta Pecol di Chiaula;
  • Fontanòn, grotte di Timau, bosco bandito di Timau, tra Timau ePasso Monte Croce Carnico. Fontanòn, sorgente carsica del torrente Bùt con cascata; grotta dei cristalli, ampia cavità cui si accede attraverso uno stretto e ripido cunicolo;
  • foresta Val Collina, di proprietà regionale, si estende su un'area di 770 ettari nei comuni di Paluzza, Ravescletto e Rigolato;
  • campanili del Lander, adArta Terme oltre località Piano sul versante meridionale del monte Rivo; formazioni rocciose formate da scoscendimenti franosi cnnescati circa 10.000 anni fa nella fase di ritiro del ghiacciaio wurmiano.

Trekking ed escursioni

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[7]

Rifugio Giovanni e Olinto Marinelli
Rifugio Fratelli De Gasperi (Dolomiti Pesarine)
Tolmezzo, capoluogo della Carnia
particolare adAmpezzo
centro diVilla Santina
Paularo nella Valle d'Incarojo
Ovaro nella Val Degano
Sutrio
Ravascletto
Comeglians
Forni Avoltri
Paluzza
Socchieve
Cavazzo Carnico
  • Anello di Bianchi, comune di Forni di Sopra, sentiero panoramico (Cai 346-340-354-342)
  • Malghe diForni di Sopra, sentiero delle malghe (Cai 207-211-211a-209-210)
  • Da Forni di Sopra aSauris, sentiero naturalistico (Cai 209)
  • Nel cuore del Parco, aForni di Sotto, sentiero panoramico (Cai 364-373a-373)
  • Forni di Sotto - Forcella Montòf, sentiero naturalistico (Cai 215-214)
  • Rifugio fratelli De Gasperi, sentiero dei rifugi (Cai 201)
  • Rifugio Chiampizzulon, a Rigolato, sentiero dei rifugi (Cai 227-228)
  • Lago di Bordaglia, Forni Avoltri, sentiero delle acque - traversata carnica (Cai 140-142-141)
  • Tra pascoli e vette sui monti di Sauris, a Forni di Sopra, sentiero delle malghe (Cai 204-206-218)
  • Col Gentile, aSocchieve, sentiero naturalistico (Cai 235-220)
  • Malga Ielma, aPesaris, sentiero delle malghe (Cai 204-218-206)
  • Malghe attorno alloZoncolan, aSutrio, sentiero delle malghe (Cai 157-158-170)
  • Rifugio Marinelli, a Forni Avoltri, sentiero della storia "Traversata Carnica" (Cai 143-174-150)
  • Monte Crostis, aRavascletto, panoramica delle vette da Tualis a Ravascletto
  • Pal Piccolo e Pal Grande, aPaluzza, località Timau, sentieri della memoria, sentiero della storia, traversata carnica (Cai 401)
  • Anello delle Casere della Carnia orientale, aPaularo, sentiero delle malghe, via delle malghe carniche (Cai 407-454-448-457). Casera Ramaz, Piani di Lanza, Casera Lodin Bassa, Lodin Alta, Rifugio Fabiani (1 539 m s.l.m.)
  • Forra Las Callas e La Palma, a Paularo, sentiero delle acque (Cai 442); gola profonda scavata nella roccia e secolare abete bianco
  • Anello di Lanza, a Paularo, sentiero dei contrabbandieri, traversata carnica, sentiero del formaggio (Cai 451-448-403). Lanza, monte Zermula, Cordin Grande, Sella Val Dolce, Grotta di Attila
  • San Floriano a Illegio, aTolmezzo, sentiero religioso
  • Santuario della Beata Vergine, aRaveo, sentiero religioso
  • San Pietro, Polse di Cougnes, aZuglio, sentiero religioso (Cai 162)
  • Lago del Volaia, aComeglians, sentiero delle acque (Cai 143-144)
  • Malghe Pramosio e Pramosio Alta, a Paluzza, sentiero delle malghe (Cai 403-402)
  • Pian delle Streghe del monte Tenchia, aCercivento, sentiero delle leggende (Cai 154)
  • Campanili del Lander, adArta Terme, sentiero delle civiltà e dei borghi (Cai 408)

Sci di fondo - piste sportive

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  • Enemonzo - pista Gir di Clap Forat
  • Forni di Sopra - pista Tagliamento
  • Forni di Sotto - pista Tredolo
  • Lauco - pista Porteral
  • Loc.Lavadin - centro fondo Pian di Casa
  • Piani di Luzza - Carnia Arena International Biathlon Centro
  • Sauris di Sopra - pista Plotze
  • Sauris di Sotto - pista Untervelt
  • Sella Chianzutan - pista Sella Chianzutan
  • Sutrio - pista Suart
  • Timau di Paluzza - centro fondo Laghetti

Eventi

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PeriodoRicorrenzaPaese
da Natale a EpifaniaBorghi & PresepiSutrio
5 gennaioLa medate ta cort di FlonArta Terme
5 gennaioLa FemenatePaularo
5 gennaioLa Befana cul feralForni di Sopra
5 gennaioIl sedere della BèlinSauris
fine gennaioVertical race notturnaRavascletto / Monte Zoncolan
1º venerdì di febbraioSki krono VarmostForni di Sopra
sabato antecedente il martedì grassoCarnevale sauranoSauris
venerdì santoVia Crucis viventeLauco
AscensioneRito del Bacio delle crociZuglio
1ª domenica di marzoFums, profums, salumsSutrio
3ª o 4ª domenica di maggioFesta dell'asparago di bosco, del radicchio di montagna e dei funghi di primaveraArta Terme
fine maggioVerzegnis-Sella ChianzutanVerzegnis
ultimo weekend di maggioCronoradimeVilla Santina
1ª domenica di giugnoI CjarsonsSutrio
1º weekend di giugnoFesta delle erbe di primaveraForni di Sopra
1ª domenica di giugnoFiesta dal panAmpezzo
metà giugnoInternational Sky raceTimau diPaluzza
24 giugnoCiurciuvint: Ierbas e tradisionCercivento
ultima domenica di giugno o prima di luglioRally Valli della CarniaAmpezzo
1ª domenica di luglioMondo delle malghe. Sagra del MalgaroOvaro
da luglio a settembreCarniaRmonteTolmezzo
primi due weekend di luglioFesta del prosciuttoSauris
ultima domenica di luglioFasin la medeSutrio
3ª settimana di luglioConcorso ippico internazionaleArta Terme
dall'ultima domenica di luglio a fine agostoRassegna artigianale ed artistica della Carnia (il futuro della tradizione)Socchieve
terza domenica di luglioFesta del malgaroOvaro
domeniche di luglio (ultima) e agosto (prima)Festa dei frutti di boscoForni Avoltri
3º weekend di luglioFesta del BorgatTolmezzo
ultima domenica di luglioFasin la medeSutrio
10 agostoFestival internazionale del folcloreVilla Santina
2º sabato di agostoVarmost vertical challengeForni di Sopra
2ª settimana di agostoPalio das cjarogiules. Golosez: amor di contradePaluzza
metà agostoUn venerdì da Leoni - festa sulla sabbiaTolmezzo
1ª domenica dopo ferragostoStaffetta internazionale dei Tre RifugiForni Avoltri
prima domenica dopo ferragostoFiesta tas corts - Savors di una voltaRavascletto
ultimo sabato e domenica di agostoMistirs: "cultura, tradizioni e mestieri in Val d'Incarojo"Paularo
ultima domenica di agostoCarnia classicTolmezzo
ultima domenica di agostoSky race delle Dolomiti friulaneForni di Sopra
prima domenica di settembreMagia del legnoSutrio
seconda domenica di settembreArlois e FasoisPesariis -Prato Carnico
3º weekend di settembreFesta della melaTolmezzo
ultima domenica di settembreFiesta dal PastorLauco Uerpa
31 ottobreFiesta dalis muarsAmpezzo
11 novembreTradizionale e antico mercato di San MartinoOvaro
8 dicembreA Sauris è Natale - Mercatino di NataleSauris
2º weekend di dicembreAntico mercato di Santa LuciaArta Terme
da Natale all'EpifaniaForni, neve e... magica atmosferaForni di Sopra
31 dicembreLa marcia della paceZuglio
vari mesi dell'annoTîr des cidulis (odes cjdulos odas cidules o anchedas pirulas)Arta Terme,Lauco,Forni Avoltri,Paularo,Comeglians,Ovaro,Ravascletto.

Gastronomia

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Frico di solo formaggio
Cjarsons
Lo stesso argomento in dettaglio:Cucina friulana.

La cucina tipica carnica è una cucina per lo più povera, a causa della scarsezza dei generi alimentari un tempo reperibili in Carnia. In questo territorio montano infatti pochi sono i terreni adatti all'agricoltura. I piatti principali sono quindi lapolenta, che per anni ha permesso la sopravvivenza in montagna, e le minestre, necessarie in un clima rigido. Laminestra era spesso piatto unico, talvolta cremosa, con pane raffermo e aggiunta di farinate. Le due minestre "classiche" sono quella di fagioli e lajota.

ASutrio la minestra di fagioli è dettadal disesiet (deldiciassette) anno dell'invasione austroungarica, perché in quell'anno di miseria era l'unica pietanza disponibile. Piatto tipico per eccellenza sono i cosiddettiCjarsons, sorta di "agnolotti" di patate e farina di grano tenero ripieni di erbe e spezie o (versione della Carnia settentrionale) di frutta secca, ricotta e cacao, conditi con burro fuso e ricotta affumicata, tra i primi troviamo anche gli gnocchi di patate o più raramente di zucca gialla; tra i secondi ilfrico. Non va poi dimenticata la carne, in modo particolare quella di maiale. Delpurcit non si buttava nulla: sangue, interiora, cotenna, tutto veniva utilizzato ed era una grande festa in paese quando venivano uccisi i maiali, tra dicembre e gennaio. Specialità tipiche sono ilmuset, simile a un cotechino ma più magro, il salame "di cjase" leggermente affumicato, il prosciutto crudo lievemente affumicato, e a Timau ilvarhackara, crema spalmabile a base di lardo e carne suina. Notevole per qualità è poi la produzione casearia.

Media

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Radio

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  • Radio Andromeda (Ovaro) non più in attività
  • Radio Arta Terme Vacanze (Piano d'Arta Terme) non più in attività
  • Radio Cercivento (Cercivento) non più in attività
  • Radio M (Misincinis di Paularo) non più in attività
  • RTA Radio Tele Alpi (Priuso di Socchieve) non più in attività
  • RTP Radio Paulâr (Paularo) non più in attività
  • Radio Paularo (Paularo)
  • Radio Priuso (Socchieve) non più in attività
  • Radio Sole Rosso (Tolmezzo) non più in attività
  • Radio Stereo Carnia (Tolmezzo) non più in attività
  • Radio Studio Nord (Caneva di Tolmezzo)
  • Radio Tolmezzo (Tolmezzo) non più in attività
  • Radio Trelli Stereo 104 (Trelli di Paularo) non più in attività
  • RTCV RadioTeleCarniaVacanze (Forni di Sotto e Tolmezzo) non più in attività
  • Radio Tausia webradio (Treppo Ligosullo)

TV

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  • RTP TelePaulâr (Paularo) non più in attività
  • RTCV RadioTeleCarniaVacanze (Forni di Sotto poi Tolmezzo) non più in attività
  • Tele Alto Bùt (Paluzza) non più in attività
  • TAF Tele Alto Friuli (Tolmezzo) non più in attività
  • Tele Carnia (Tolmezzo) non più in attività
  • TFK Tele Flak (Piano d'Arta Terme) non più in attività
  • VideoStrega (Cercivento) non più in attività
  • VTCVideoTeleCarnia (Treppo Ligosullo)

Cinema

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  • Marie Zef, film tratto dal romanzo omonimo di Paolo Bianchetti Drigo, pubblicato nel 1936, ambientato nelle montagne carniche con alcune scene girate a Forni di Sopra. Prodotto nel 1981 in collaborazione con la Rai, sede regionale del Friuli Venezia Giulia, il film - la cui regia è diVittorio Cottafavi - è in versione originale (parlato integralmente in lingua carnica) ed è stato più volte trasmesso daRai 3 con sottotitoli in italiana[8] oltre che proiettato in numerosi cinema regionali.[9] Il 2 ottobre 2013 viene riproposto al cinema di Gemona del Friuli.[10]
  • Penne Nere, film diOreste Biancoli del 1952, conMarcello Mastroianni.[11]
  • La Carnia tace, docufilm diDante Spinotti,Sergio De Infanti, Gianni Lari del 1980.
  • Effetto Carnia, film-documentario realizzato daRai Friuli Venezia Giulia nel 2015. Scritto e diretto dal regista Claudio Brugnetta, è stato presentato in anteprima a Tolmezzo a luglio 2015 e nel novembre dello stesso anno proiettato a Enemonzo, Forni di Sopra e Ovaro (Alpis).[12]
  • Inchiesta in Carnia, docufilm diDante Spinotti del 2014.[13]

Inno

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Nel 2001 Giovanni Canciani ha composto e musicato il "Carnorum Regio - Inno alla Carnia". L'Inno è stato presentato in pubblico per la prima volta l'11 novembre 2001 nel Duomo di Tolmezzo, festa di San Martino,

Il "Carnorum Regio" è stato eseguito dall'Orchestra di Trieste e da tre cori: "Corale diPaluzza","Corùt di Paularo","Coro dei Giovani del Duomo di Tolmezzo".[14]

Note

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  1. ^Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), sudemo.istat.it,ISTAT.
  2. ^Luciano Canepari,Carnia, inIl DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999,ISBN 88-08-09344-1.
  3. ^ Barbara Cinausero Hofer, Ermanno Dentesano (con la collaborazione di Enos Costantini e Maurizio Puntin),Dizionario toponomastico. Etimologia, corografia, citazioni storiche, bibliografia dei nomi di luogo del Friuli storico e della provincia di Trieste, Udine, Ribis, 2011.
  4. ^www.camminodellepievi.it
  5. ^ Gian Franco Dreossi-Mauro Pascolini,Malghe e alpeggi della montagna friulana, editrice Co.El..
  6. ^ Attilio De Rovere,Luoghi e incanti della natura, inCarnia, itinerari, n. 1.
  7. ^ Promo Turismo FVG,Trekking in Carnia, inCome e Dove, n. 1.
  8. ^Ritorna “Maria Zef”, opera maestra sul Friuli degli umiliati e degli offesi, sucinetecadelfriuli.org.
  9. ^Ritorna "Maria Zef", opera maestra sul Friuli degli umiliati e degli offesi, suricerca.gelocal.it.
  10. ^MERCOLEDÌ TUTTI AL CINEMA! (PDF), suauserfriuli.it.
  11. ^Carlo Gaberscek su PENNE NERE (Oreste Biancoli, IT 1952), sucinetecadelfriuli.org.
  12. ^Effetto Carnia, il film-documentario targato Rai proiettato in tre comuni, sustudionord.news.
  13. ^Inchiesta in Carnia. Un film di Dante Spinotti. Documentario, - Italia 2014., sumymovies.it.
  14. ^ Cjargne on Line,Carnorum Regio - Inno alla Carnia, sucjargne.it, Associazione culturale Ciberterra, novembre 2001.

Bibliografia

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  • Miriam Davide,La Carnia nel patriarcato di Aquileia: diritti e privilegi di un territorio alpino nel tardo medioevo, in Luca Giarelli (a cura di),Naturalmente divisi. Storia e autonomia delle antiche comunità alpine, 2013, p. 301,ISBN 978-88-911-1170-8.
  • Pietro Adami,La cucina carnica, Gruppo Editoriale Muzzio, 2009.ISBN 978-88-96159-14-9
  • Furio Bianco,Carnia XVII-XIX. Organizzazione comunitaria e strutture economiche nel sistema alpino, Pordenone, Biblioteca dell'Immagine, 20002 (1985), 159 p.
  • Flavia De Vitt,Pievi e parrocchia della Carnia nel tardo Medioevo (secc. XIII-XIV), Tolmezzo, Società Filologica Friulana / Edizioni Aquileia, 1983, XVII+189 p.
  • Niccolò Grassi,Notizie storiche della Provincia della Carnia, Udine, fratelli Gallici alla Fontana, 1782, VIII+224 p.
  • Giovanni Marinelli,Guida della Carnia (Bacino superiore del Tagliamento), Udine, Del Bianco, 19812 (1898), XIII+557 p.
  • Giovanni Edoardo Nogaro - Adriano Alpago Novello,Carnia. Architettura spontanea e costume, Paderno Dugnano, Görlich editore, 1973, 192 p.
  • Lodovico Zanini,La casa e la vita in Carnia, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1968, 233 p.
  • Bruna Sibille Sizia,La terra impossibile: storia dell'armata cosacca in Friuli, Udine, Doretti, 1956.
  • Bruna Sibille Sizia,Il Kosovaro, Udine, Kappa Vu, 2004.
  • Museo Archeologico Iulium Carnicum: la città romana e il suo territorio nel percorso espositivo, 2. ed, Tavagnacco, 2005, 88 p.
  • Furio Bianco, Alberto Burgos, Giorgio Ferigo,Aplis. Una storia dell'economia alpina in Carnia, Tolmezzo, Consorzio Boschi carnici, 2008

Voci correlate

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