Pur partendo da una posizione fortemente antinovecentista, ancora molto legata agli stilemi del romanzomanzoniano, Gadda è diventato una delle figure più importanti delmodernismo italiano; ha segnato la narrativa delNovecento in quanto maestro delpastiche - una vocazione riconosciuta dall'amicoGianfranco Contini -, attraverso un impasto personalissimo di linguaggi diversi (dialetti, termini gergali e tecnici,neologismi) e un incessante stravolgimento delle strutture tradizionali delromanzo. Recentemente, è stato riconosciuto a livello europeo come uno degli scrittori più originali di tutti i tempi anche per la satira della realtà contemporanea e per l'umorismo con cui stempera la pietà e la derisione per l'uomo moderno.
D'altro canto, ricostruire la sua opera si è rivelato un problema difficile e spinoso, soprattutto per la grande quantità di opere lasciate incompiute (come nel caso delRacconto italiano di ignoto del Novecento) o che hanno avuto una lunghissima gestazione (comeLa cognizione del dolore, iniziato negli anni '30, ma pubblicato solo nel 1963); questa peculiarità risulta ancora più sorprendente considerando che Gadda adoperò spesso, per le sue opere, il generegiallo enoir. A questa categoria appartiene anche il suo romanzo più celebre,Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, in cui l'autore utilizzando il generegiallo, in una fusione straordinaria di italiano, molisano e romanesco, descrive un ambiente affollato e concentrato di avvenimenti, cose, suoni, odori, un garbuglio che riflette la situazione oscura e feroce degli anni delfascismo in cui è ambientata.[1]
Primogenito dei tre figli delle seconde nozze di Francesco Ippolito Gadda (1838-1909), rimasto vedovo quasi trent'anni prima e risposatosi nel 1893 con l'ungherese Adele Lehr (1861-1936), Carlo Emilio Gadda nacque aMilano il 14 novembre 1893. Il padre, industriale tessile, e la madre, insegnante di lettere e poi direttrice in alcune scuole lombarde, assicurarono alla famiglia notevoli agi, non immuni da alcuni vezzi esteriori dellaborghesia lombarda, come l'oneroso acquisto di una villa aLongone, inBrianza, contro la quale si indirizzarono subito l'odio e il sarcasmo di Gadda, che in essa vide l'origine di tutte le disgrazie familiari.
Infatti le spese sostenute in questa circostanza, nonché alcuni azzardati investimenti paterni nell'allevamento dei bachi da seta, uniti alla concorrenza dell'industria tessile giapponese e, da ultimo, alla morte stessa del padre, che avvenne nel 1909, segnarono il passaggio, traumatico per il giovane, a una difficile condizione economica, a cui solo il lavoro e i sacrifici materni riuscirono a far fronte. Ciononostante manterrà nei confronti della madre un affetto ambivalente, caratterizzato da affetto ma anche ostilità.
Crebbe in un ambiente ancora fortemente segnato da un'ideologia di stamporisorgimentale epatriottica, che favorì la sua adesione a idealinazionalisti, e il giovane Carlo Emilio si formò nel segno della cultura illuministica lombarda: suoi maestri furonoParini,Beccaria, ma soprattuttoManzoni che segnò le idee letterarie della prima fase dell'opera gaddiana. Conseguita la maturità alLiceo classico "Giuseppe Parini" (1912), contro la propria volontà e in obbedienza alle aspirazioni materne[2] Gadda si iscrisse, come il fratelloEnrico, al corso di laurea inIngegneria elettrotecnica presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano (il futuroPolitecnico): la rinuncia alle proprie inclinazioni letterarie fu la nota costante e dolente del ritratto che il Gadda maturo diede di sé.
Da convintointerventista qual era, nel maggio 1915 scese in piazza inneggiando all'entrata dell'Italia nel conflitto contro l'Austria-Ungheria nellaprima guerra mondiale. Partì volontario arruolandosi nelRegio esercito, dove fu inquadrato come sottotenente della seconda sezione dell’89º reparto mitragliatrici del 5º reggimento alpini, venendo dislocato nelle zone arretrate del fronte sull'Adamello e sullealture vicentine. Dopo ladisfatta di Caporetto, l'ufficiale Gadda venne fatto prigioniero ai piedi del monte Krasji, nei pressi diTernova d'Isonzo, nell'ottobre 1917; deportato aCelle, pressoHannover (Germania), nella baracca 15c (soprannominata la "baracca dei poeti") strinse amicizia conBonaventura Tecchi,Camillo Corsanego eUgo Betti[3]. L'esperienza vissuta con questi intellettuali viene raccontata nel capitolo "Compagni di prigionia", deIl castello di Udine.
Tra il 24 agosto 1915 e il 31 dicembre 1919 Gadda tenne un minuzioso diario, in parte (quella del 1917) andato perduto. Col titoloGiornale di guerra e di prigionia, fu parzialmente pubblicato solamente nel 1955 e, con alcune aggiunte, nel 1965. Solo dopo la sua morte sarà pubblicata anche la parte relativa a Caporetto e alla prigionia, fino al ritrovamento di altri sei taccuini inediti, comprati a un'asta di Finarte dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nel 2019, restaurati e finalmente pubblicati nella nuova edizione critica del 2023 (Adelphi). È una denuncia forte e amara dell'incompetenza con cui era stata condotta la guerra e del degrado fisico e morale della vita dei prigionieri di guerra. L'opera gaddiana riporta in differenti occasioni alcuni dei temi che diventeranno il fondamento delle maggiori: il disordine oggettivo del reale, l'affetto dell'autore nei confronti del fratello, l'orrore della guerra, il disprezzo delle gerarchie.
Il rientro in Italia, a Milano, alla fine del gennaio 1919, è funestato dalla notizia della morte in un incidente di guerra, il 23 aprile 1918, dell'amato fratello Enrico, aviatore, "la parte migliore e più cara di me stesso", come annota nelGiornale. Questo renderà ancora più difficili rapporti con la madre, e segnerà Carlo Emilio, tanto nella suamisoginia, tanto nella sua apertamisantropia negli ultimi anni.
Tornato a Milano, il 14 luglio 1920 conseguì la laurea inIngegneria elettrotecnica, discutendo la tesiTurbine ad azione Pelton con due introduttori. Come ingegnere lavorò inSardegna, inLombardia, inBelgio e inArgentina[4][5], presso la Compañía General de Fósforos, fondata dagli industriali italiani Dellachà e Lavaggi. Vista la sua formazione, non sorprende né il terrore nei confronti del "pericolo socialista" durante ilBiennio Rosso, né l'adesione alPartito Nazionale Fascista, cui si iscrisse nel 1921. Dopo l'instaurazione del regime, tuttavia, i suoi rapporti con il fascismo furono molto ambivalenti, come si constata dalla collaborazione con il quotidianoSolaria, fondato dall'antifascistaAlberto Carocci, contemporaneamente a quella conL'Ambrosiano, quotidiano vicino al regime; lo stesso Mussolini fu oggetto, negli scritti di Gadda tanto di aperto supporto quanto di sottili critiche e ironie, fino ad arrivare ai violentissimi attacchi che, già negli anni '30, Gadda rivolge al regime nell'incompiutoLa cognizione del dolore e poi, nel dopoguerra, inEros e Priapo.
Fu docente di matematica e fisica al Liceo Parini di Milano, nel quale aveva studiato[4], fra il 1924 e il 1925[6]. Nel 1924 decise di iscriversi al corso di laurea infilosofia e di dedicarsi alla passione a lungo rimandata: laletteratura e le arti umanistiche. Superò tutti gli esami previsti dall'ordinamento didattico e concordò la tesi col professorPiero Martinetti. La dissertazione di laurea riguardava iNouveaux Essais sur l'entendement humain di Leibniz, ma per oscuri motivi Gadda non terminò mai la sua stesura e rinunciò così a laurearsi in filosofia. Nel 1926 iniziò la sua collaborazione allarivista fiorentinaSolaria, esordendo nel 1927 sulle pagine di critica con ilsaggio dal titoloApologiamanzoniana[7].
Negli anni venti iniziò a scrivere ampi abbozzi di romanzi e trattati, comeRacconto italiano di ignoto del Novecento, nel 1924-25, contenente molte informazioni sulle caratteristiche che deve avere il romanzo moderno in rapporto alla tradizione (specie quella manzoniana). Nel 1928-29 abbozzò un trattato filosofico, laMeditazione milanese (di cui stese una prima versione e iniziò, senza concluderla, una seconda versione), che trattava di unagnoseologia e nel quale si manifestava il suo interesse perLeibniz, ma anche perKant e perSpinoza. Nello stesso anno si dedicò al romanzoLa meccanica, che tuttavia, rimasto incompiuto, vedrà la luce solamente nel 1970.
Nel 1931 iniziò la sua collaborazione al quotidiano milaneseL'Ambrosiano e pubblicò presso leEdizioni diSolaria una raccolta di racconti e prose varie, intitolataLa Madonna dei filosofi. ConIl castello di Udine, sua seconda raccolta di racconti, che verrà pubblicata tre anni dopo, lo scrittore otterrà ilpremio Bagutta.
Nel 1936 morì la madre, con la quale Gadda intratteneva un rapporto conflittuale. Fu anche per la morte di Adele Lehr e in relazione alla scelta di vendere la casa paterna inBrianza, in cui la madre aveva vissuto, che lo scrittore cominciò a stendere i primi abbozzi del romanzoLa cognizione del dolore, pubblicato successivamente tra il 1938 e il 1941 sulla rivistaLetteratura.
L'abbandono della professione e l'attività letteraria
Nel 1940 lo scrittore, abbandonata ormai definitivamente la professione di ingegnere, si trasferì aFirenze, dove visse fino al 1950. Nel 1944 pubblicòL'Adalgisa, una raccolta diracconti di ambiente milanese, un quadro storico-satirico dellaborghesia milanese nel primo trentennio delNovecento, affiancato da note che danno un rimando saggistico all'opera: al suo interno, "raccontando i Perego, i Maldifassi, i Lattuada, i Corbetta, i Rusconi, i Ghiringhelli, e in primo luogo le loro donne", queste erano descritte come "le vere custodi e interpreti dei sentimenti e delle istituzioni della tribù".[8]
Il Gran Lombardo
Il soprannomeIl gran Lombardo, attribuitogli dal primo biografo[9], è un riferimento al verso 70-3 delParadiso, canto XVII, che predice aDante la protezione che avrebbe ricevuto daBartolomeo I della Scala diVerona durante il suo esilio da Firenze: "Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello / sarà la cortesia del gran Lombardo/ che 'n su la scala porta il santo uccello". Il Gran Lombardo è anche un personaggio incontrato dal protagonista Silvestro nella prima parte del romanzoConversazione in Sicilia diElio Vittorini (1941).
Il lavoro in Rai e la produzione letteraria matura
Nel 1950 Gadda si trasferì aRoma dove lavorò presso laRai per i servizi dicultura delTerzo programma fino al 1955. Sarà di questi anni la produzione letteraria più matura dello scrittore che lo imporrà come una delle grandi personalità letterarie del Novecento. Nel 1952 pubblicòIl primo libro delle favole e nel 1953Novelle del ducato in fiamme, un'ironica rappresentazione dell'ultimo periodo delfascismo, con il quale ottenne nel 1953 ilpremio Viareggio.[10]
Nel 1963 venne dato alle stampeLa cognizione del dolore. L'opera, già apparsa in parte tra il 1938 e il 1941 sempre suLetteratura, ottenne ilPrix International de la Littérature e uscì successivamente ai saggi e alle note autobiografiche raccolte nel 1958 con il titoloI viaggi la morte. Sempre nel 1963 uscironoLe meraviglie d'Italia nella loro stesura definitiva, con modifiche sostanziali rispetto alla pubblicazione del 1938. Il Gadda di questa fase matura è quello maggiormente ricordato come rappresentante dellaLinea Lombarda.
Nel 1964 convinse il suo amicoGoffredo Parise a scegliere un appartamento vicino a lui, come racconta in un simpatico aneddotoGiosetta Fioroni alCorriere della Sera.[11]
La tomba di Carlo Emilio Gadda nel cimitero acattolico di Roma
Tra le ultime opere, il romanzo-saggio del 1967Eros e Priapo: da furore a cenere, un violento e grottescopamphlet sui miti del ventennio fascista che dimostra ancora una volta il rapporto di sostanziale ostilità di Gadda col fascismo; proprioEros e Priapo è un divertente benché amarissimo scritto contro il regime eBenito Mussolini: in tempi più recenti, il libro è stato riletto come una riflessione sui «torbidi moventi» derivati da impulsi latenti sublimati, dato accentuato dal suoorientamento sessuale[12].
Al riguardoSergio Luzzatto ricordò che comunque Gadda era stato iscritto al Partito Fascista fin dal 1921 e, a suo parere, le sue invettive sarebbero il frutto di un innamoramento deluso[13]. Bisogna altresì ricordare che l'originale inedito diEros e Priapo risale al 1945, pur non essendo stato pubblicato prima del 1967 (comunque fortemente rimaneggiato) anche per una notevole censura praticata dalle case editrici cui fu proposto.
Vennero poi pubblicati il primo romanzo di Gadda,La meccanica, nel 1970, e altri scritti inediti che risalgono ai suoi primi anni di attività letteraria, comeNovella seconda del 1971.
Gadda morì il 21 maggio 1973 a Roma. È sepolto nelcimitero acattolico di Roma. Dopo la sua morte vennero pubblicatiMeditazione milanese (1974) eRacconto italiano di ignoto del novecento (1983).
Nella quinta delleLezioni americane[14][15]Italo Calvino analizza l'opera di Gadda come esempio moderno di «romanzo contemporaneo come enciclopedia» (p. 103); secondo Calvino, Gadda «cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l'inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento» (pp. 103-4). Il critico letterarioGuido Almansi ha sostenuto che questa definizione potrebbe applicarsi tanto a Gadda quanto aThomas Pynchon.[16]
Alberto Arbasino ha analizzato la scrittura del Gadda nel saggioGenius Loci (1977)[17]:
«la derisoria violenza della sua scrittura esplodeva esasperata, contestando insieme il linguaggio e la parodia, tra il ron-ron rondesco-neoclassico-fascistello e il pio-pio crepuscolare-ermetico-pretino, in schegge di incandescente (espressionistica) espressività… Proprio come perRabelais e perJoyce che gli sarebbero poi stati accostati, «a braccio» e «a orecchio», i suoi messaggi fanno a pezzi ogni codice, spiritate e irritate, le sue invenzioni verbali dileggiano significati e significanti; devastano ogni funzione o finalità comunicativa; rappresentano innanzitutto se stesse, e i propri fantasmi, in unfoisonnement inaudito e implacabile di spettacolari idioletti. […] La complessa ricchezza linguistica e tematica dell'opera gaddiana, così visceralmente composta e tramata, esardanapalesca, epantagruelica, continua a sollecitare una pluralità di letture, a diversi livelli, lungo differenti parametri, secondo i più svariati presupposti e pregiudizi: a costo di razionalizzare fin troppo lucidamente attraverso nitidi procedimenti di schede e di referti quel suo atrabiliare viluppo di fantasticate irrisioni e di furiecompossibili. […] Non per nulla, gl'interessi enciclopedici dell'Ingegnere coincidono (fino al delirio di riversare tutta la Funzione nell'Espressione) coi manifesti tracciati due secoli fa dagli impeccabili fratelliVerri e daCesare Beccaria, risoluti a insultare programmaticamente laCrusca in nome diGalileo e diNewton, cioè a sviluppare una cultura extraletteraria cosmopolita e un pensiero intellettuale «assolutamente moderno» a dispetto dellagrammatica arcaica dei Pedanti, trasgredendo alpurismo imbecille che caldeggia l'impiego di qualsiasi grulleria delPiovano Arlotto per definire prodotti e nozioni del nostro tempo»
«Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto.»
Romanzi (contiene: L'Adalgisa, La cognizione del dolore, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana), a cura diGiorgio Bàrberi Squarotti, Collana Classici italiani n. 97, UTET, 1997, p. 832,ISBN978-88-02-05210-6.
Gli anni, Collezione di Letteratura, Parenti, Firenze, 1943; Einaudi, Torino, 1964; Garzanti, Milano, 1993.
L'Adalgisa. Disegni milanesi, Le Monnier, Firenze, 1944; Einaudi, Torino, 1960; Nota diGianfranco Contini, Einaudi, 1963; Nota al testo di Guido Lucchini, Garzanti, Milano, 1985; a cura di Claudio Vela, Adelphi, Milano, 2012.
Il primo libro delle favole, Neri Pozza, Venezia, 1952; Il Saggiatore, Milano, 1969; Garzanti, Milano, 1976; Mondadori, Milano, 1990.
Norme per la redazione di un testo radiofonico, Roma, Edizioni Radio Italiana, 1953. - a cura di Mariarosa Bricchi, Milano, Adelphi, 2018,ISBN 978-88-459-3300-4.
I sogni e la folgore, Einaudi, Torino, 1955. [contiene:La Madonna dei filosofi,Il castello di Udine eL'Adalgisa]
Giornale di guerra e di prigionia, a cura diAlessandro Bonsanti, Sansoni, Firenze, 1955; con anteposto "Il giornale di campagna", Einaudi, Torino, 1965; Garzanti, Milano, 1999; Nuova edizione con taccuini inediti ritrovati, a cura di Paola Italia, Nota di Eleonora Cardinale, Collana Biblioteca n.741, Milano, Adelphi, 2023,ISBN 978-88-459-3731-6.
Verso la Certosa, Ricciardi, Milano-Napoli, 1961; a cura di Liliana Orlando, Adelphi, Milano, 2013.
La cognizione del dolore, Torino, Einaudi, 1963; Garzanti, Milano, 1994; nuova ed. riveduta filologicamente, a cura di Paola Italia, Giorgio Pinotti e Claudio Vela, Milano, Adelphi, 2017.
Accoppiamenti giudiziosi. I racconti. 1924-1958, Garzanti, Milano, 1963; nuova ed. a cura di Paola Italia e Giorgio Pinotti, Milano, Adelphi, 2011; ed. riveduta, Collana gli Adelphi, 2015.
Eros e Priapo (da furore a cenere), Garzanti, Milano, 1967; nuova ed. condotta sull'autografo redatto nel 1944, a cura di Paola Italia e Giorgio Pinotti, Milano, Adelphi, 2016.
Il Guerriero, l'Amazzone, lo Spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo. Conversazione a tre voci, Garzanti, Milano, 1967; a cura di Claudio Vela, Adelphi, Milano, 2015.
Meditazione milanese, a cura di Gian Carlo Roscioni, Collana Letteratura n.34, Torino, Einaudi, 1974; Garzanti, Milano, 2002. [quaderni filosofici del 1928]
Gadda al microfono. L'ingegnere e la Rai 1950-1955, a cura di G. Ungarelli, Nuova ERI, Torino, 1993,ISBN 88-397-0793-X.
Disegni milanesi, a cura di Dante Isella, Paola Italia e Giorgio Pinotti, Can bianco, Pistoia, 1995. [Contiene:San Giorgio in casa Brocchi,L'incendio di via Keplero,Un fulmine sul 220]
Racconti dispersi, Milano, Garzanti, 1996. [edizione fuori commercio]
Un fulmine sul 220, a cura di D. Isella, Garzanti, Milano, 2000.
I Littoriali del Lavoro e altri scritti giornalistici 1932-1941, a cura di Manuela Bertone, ETS, Pisa, 2005.
Villa in Brianza, a cura di G. Pinotti, Adelphi, Milano, 2007.
Divagazioni e garbuglio. Saggi dispersi, A cura di Liliana Orlando, Collana Biblioteca n.698, Milano, Adelphi, 2019,ISBN978-88-459-3403-2. [scritti fra il 1927 e il 1968]
La casa dei ricchi, a cura di G. Pinotti, Collana Microgrammi, Milano, Adelphi, 2021,ISBN978-88-459-3543-5.
Assalto con mine alla montagna, Bursto Arsizio, De Piante, 2023,ISBN979-12-803-6245-2.
Le carte militari di Gadda, a cura di Giulio Ungarelli, Collana Prosa n.51, Milano, Scheiwiller, 1994,ISBN 978-88-764-4195-0.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. I, Ricciardi, Milano-Napoli, 2001,ISBN 88-7817-556-0.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. II, Ricciardi, Milano-Napoli, 2003,ISBN 978-88-781-7909-7.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. III, Einaudi, Torino, 2006,ISBN 978-88-061-8221-2.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. IV, Einaudi, Torino, 2007,ISBN 978-88-061-8933-4.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. I. nuova serie, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, Milano, 2010,ISBN 978-88-608-8126-7.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. II. nuova serie, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, Milano, 2011,ISBN 978-88-608-8528-9.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. III. nuova serie, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, Milano, 2012,ISBN 978-88-608-8960-7.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. IV. nuova serie, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, Milano, 2013,ISBN 978-88-235-0481-3.
I quaderni dell'Ingegnere. Testi e studi gaddiani, Vol. V. nuova serie, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, Milano, 2014,ISBN 978-88-235-1038-8.
Lettere agli amici milanesi, a cura di E. Sassi, Milano, Il Saggiatore, 1983.
L'Ingegner fantasia. Lettere a Ugo Betti 1919-1930. Un capitolo inesplorato della vita dell'autore del "Pasticciaccio", a cura di Giulio Ungarelli, Milano, Rizzoli, 1984.
A un amico fraterno. Lettere a Bonaventura Tecchi, a cura di Marcello Carlino, Milano, Garzanti, 1984.
Lettere alla sorella. 1920-1924, a cura di Gianfranco Colombo, Milano, Archinto, 1987.
Carissimo Gianfranco. Lettere ritrovate, 1943-63, a cura di Giulio Ungarelli, Milano, Archinto, 1998.
Lettere a Piero [Bigongiari], a cura di Simona Priami, Firenze, Polistampa, 1999,ISBN978-88-830-4049-8.
Cara Anita, Caro Emilio, a cura di Federico Roncoroni, Roma, Benincasa, 2002,ISBN978-88-864-1810-2.
8 lettere di Carlo Emilio Gadda a Leone Piccioni, a cura di Silvia Zoppi Garampi, Erreciedizioni, 2007,ISBN978-88-899-7013-3.
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La guerra di Gadda. Lettere e immagini (1915-1919), A cura di Giulia Fanfani, Arnaldo Liberati, Alessia Vezzoni, cronologia di Francesco Cutolo, La collana dei casi n.138, Milano, Adelphi, 2021,ISBN978-88-459-3479-7.
C. E. Gadda -Alessandro Bonsanti,«Sono il pero e la zucca di me stesso». Carteggio 1930-1970, a cura di Roberta Colbertaldo, Collana Gabinetto scient. lett. Vieusseux, Firenze, Olschki, 2021,ISBN978-88-222-6719-1.
C. E. Gadda -Leone Piccioni,«Col nuovo sole ti disturberò». Scritti, lettere, detti memorabili, A cura di Silvia Zoppi Garampi, Prefazione diEmanuele Trevi, Roma, Succedeoggi Libri, 2022,ISBN978-88-994-6713-5.
«Per favore, mi lasci nell'ombra». Interviste 1950-1972, a cura di Claudio Vela, Milano, Adelphi, 1993.
Gadda. La vita e le opere in un volume di Mauro Bersani. Le immagini e la voce dello scrittore in una videocassetta di Rai Educational, Torino, Einaudi, 2003.
Federico Roncoroni,"E sapremo chi fu l'autore del delitto?" Piero Chiara intervista Carlo Emilio Gadda, Mauro Pagliai Editore, 2013,ISBN978-88-5640-282-7. [intervista del 1957 per la Radio della Svizzera Italiana].
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