Il cardinalato, pur essendo molto antico, non è un ministeroordinato, in quanto non fa parte dei tre gradi del sacramento delministero apostolico (episcopato,presbiterato ediaconato) e non è considerato di istituzione divina. Nondimeno i cardinali sono alti membri dellagerarchia cattolica, gli unici a godere della prerogativa dell'elezione delpapa; sottostanno unicamente a lui e lo aiutano nel governo della Chiesa universale.
I cardinali nel loro insieme formano ilcollegio cardinalizio, presieduto dalcardinal decano[1], e la loro riunione sotto la presidenza del papa è dettaconcistoro. Ai cardinali, dopo la morte o larinuncia del pontefice, compete l'elezione del nuovo vescovo di Roma in un'assemblea dettaconclave. Essi sono inoltre, in accordo colcodice di diritto canonico, collaboratori del Papa, sia collegialmente sia individualmente, ricoprendo gli incarichi più importanti nellaCuria romana.[2]
Il titolo formale completo che spetta ai cardinali è quello diCardinale di Santa Romana Chiesa (inlatino:Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis[N 2])[2] e il loro trattamento è quello diEminenza Reverendissima[3] (anche se l'aggettivo Reverendissima è facoltativo[N 3]). Spesso sono cardinali i vescovi delle diocesi cosiddettecardinalizie, considerate importanti dalla Chiesa per preminenza o per tradizione (vedisotto).
Il termine deriva dal latinocardo, cioè "cardine", "perno"[4] inteso come centro di rotazione: i cardinali, infatti, aiutano il pontefice nell'amministrazione dellaCuria romana e più in generale nel governo dellaChiesa universale.
La nascita della figura del cardinale è strettamente collegata alla nascita dellaCuria romana, avvenuta quando il papa, per il governo della Chiesa, cominciò a chiamare presso di sé alcuni collaboratori (che andranno a formare successivamente laCuria romana), scelti tra i chierici della sua provincia ecclesiastica: iparroci della sua diocesi (che diverranno icardinali presbiteri); idiaconi della città (i futuricardinali diaconi); i vescovisuburbicari, cioè i vescovi delle diocesi attorno a Roma (i futuricardinali vescovi).
L'ufficio dei cardinali inizia a evolversi aRoma sin dal V secolo: il titolo era riservato ai sacerdoti incardinati alle 25 chiese nelle quali era divisa l'amministrazione ecclesiastica della città (i cosiddettitituli cardinales): 25 erano infatti i presbiteri a cui era stato affidato il servizio parrocchiale dell'Urbe dapapa Cleto[7]. Da essi nacque il titolo dicardinale presbitero, in quanto titolare di una chiesa della Diocesi di Roma.
In seguito il titolo venne riservato dapapa Evaristo (successore dipapa Clemente) anche ai 7 diaconi che si occupavano delle cosiddettediaconie, ovvero i dipartimenti (regiones) in cuiRoma era stata divisa per garantire la cura dei poveri[7][8]. Da essi nacque il titolo dicardinale diacono.
Successivamente, con l'affermazione del vescovo di Roma come guida di tutta laChiesa cattolica, i papi cominciarono a chiamare a sé i vescovi delle diocesi più vicine (le suburbicarie, suffraganee della diocesi romana) per svolgere in sua vece cerimonie religiose, per farsi assistere nel corso di esse e per ricevere aiuto e consiglio nel governo della diocesi e della Chiesa[4]. Da essi nacque il titolo dicardinale vescovo.
La dignità cardinalizia iniziò ad assumere rilevanza solo a partire dal XI secolo.Papa Niccolò II, infatti, riservò il diritto di elezione del papa ai soli cardinali vescovi romani, i quali erano tenuti a raggiungere l'unanimità, nel1059 con lacostituzione apostolicaIn nomine Domini, mentre nel1179papa Alessandro III, con la costituzione apostolicaLicet de vitanda discordia, conferì l'elettorato attivo a tutti i cardinali (cardinali vescovi, cardinali presbiteri e cardinali diaconi)[4] stabilendo per la validità dell'elezione la maggioranza qualificata dei due terzi.[9]
Nel1274papa Gregorio X, con la costituzione apostolicaUbi periculum, confermò le norme dettate dai suoi predecessori, ma introdusse il dovere del segreto nell'elezione e, successivamente, soprattutto l'obbligo della segregazione dell'assemblea dei cardinali elettori: per questo da allora tale assemblea viene dettaconclave. Queste disposizioni sono sopravvissute nelle successive variazioni delle norme.[11]
I papiEugenio IV eLeone X, rispettivamente con le bolle[N 4]Non mediocri eSupernae, stabilirono la preminenza e il diritto di precedenza della dignità dei cardinali su tutte le altre dignità nella gerarchia ecclesiastica (compresi i patriarchi), essendo sottostanti soltanto al papa.[4][10]
Papa Pio V il 17 febbraio1567 proibì di dare il titolo di cardinale aicanonici, riservandolo ai cardinali di Santa Romana Chiesa, tuttavia a Santiago di Compostela il titolo resterà in uso fino al 15 settembre 1847, data in cuì morì l'ultimocanonico cardinale.[6]
Durante il Medioevo e fino alXIX secolo la maggioranza dei cardinali proveniva da famiglie della grande o piccola nobiltà europea, nella maggior parte dei casiitaliana, o specificamenteromana. Tra questi, un gran numero era costituito da cardinali legati alla gestione e all'amministrazione del territorio pontificio e dai cosiddetti "cardinali della corona".
La composizione e il ruolo del collegio cardinalizio mutarono profondamente a partire dalla fine delXIX secolo, con la perdita di importanza delpotere temporale della Chiesa e la fine delloStato Pontificio.[12]
Ne è un esempio l'internazionalizzazione del Sacro Collegio, che fu da una parte conseguenza dell'espansione nelle terre di missione,ma che aveva anche come scopo la ricerca da parte dellaSanta Sede di un appoggio internazionale dopo la fine dello Stato della Chiesa[senza fonte], a cui corrispondeva un'impostazione di Chiesa più pastorale e meno "di corte". Durante il pontificato diPio IX furono nominati i primi cardinali extra-europei, il guatemaltecoJuan de la Cruz Ignacio Moreno y Maisanove e lo statunitenseJohn McCloskey.
Mutò anche l'origine sociale dei cardinali: se durante il pontificato diPio VII (1800-1823) il92%[senza fonte] dei cardinali nominati proveniva dalla nobiltà, questa percentuale si riduce notevolmente sottopapa Leone XIII (1878-1903), lasciando spazio a cardinali provenienti dalla borghesia o di origini modeste.
Diminuì notevolmente anche il numero di cardinali non ordinati preti, che erano legati soprattutto ai numerosi incarichi amministrativi e diplomatici nello Stato della Chiesa.
Nel1962papa Giovanni XXIII stabilì che tutti i cardinali dovessero essere insigniti della dignità episcopale[10]. Tale norma tuttavia viene a volte disattesa da parte dei pontefici con delle speciali dispense[15].
SemprePaolo VI, il 21 novembre1970, stabilì con ilmotu proprioIngravescentem Aetatem che tutti i cardinali, al compimento dell'ottantesimo anno di età, perdessero il diritto di partecipare a un eventualeconclave. In caso un cardinale abbia compiuto ottant'anni dopo l'inizio dellasede vacante, egli può partecipare all'elezione delRomano Pontefice. I cardinali non elettori possono tuttavia partecipare allaMissa Pro Eligendo Romano Pontifice e alla processione dei cardinali fino allaCappella Sistina, senza però partecipare alle votazioni.[17][18]
Lo stessoPaolo VI nel 1973 portò il numero massimo di cardinali elettori a 120[10][19]; nonostante ciò, la regola non è sempre stata seguita in maniera rigida. Ad esempio siaGiovanni Paolo II cheFrancesco hanno infatti spesso infranto il tetto del numero massimo.[20]
La dignità cardinalizia non è un ministeroordinato, non facendo parte dei tre gradi del sacramento delministero apostolico (ossiaepiscopato,presbiterato ediaconato[21][22]), e non rientra nellagerarchia cattolica "di diritto divino" (ovvero quella che la Chiesa ritiene essere stata istituita direttamente daGesù Cristo).
Sin dalle origini il cardinalato è suddiviso in tre ordini, corrispondenti ai summenzionati gradi del ministero apostolico:
In origine in numero di sette, erano i vescovi dellechiese suburbicarie di Roma; prima della riforma liturgica seguita alConcilio ecumenico Vaticano II assistevano alla messa papale indossando unpiviale chiuso da unrazionale con tre pigne di perle allineate. Il decano porgeva al papa il libro liturgico da leggere, come il prete assistente faceva con i vescovi. Anche quando è venuta meno l'effettiva potestà sulle diocesi, ai cardinali vescovi si è continuato ad assegnare la titolarità di una sede suburbicaria.
Con rescritti del 26 giugno2018[24] e del 1º maggio2020[25]papa Francesco ha ampliato l'ordine dei cardinali vescovi nominando tra essi alcuni porporati che rivestono incarichi di prima responsabilità nellaCuria romana, ed elevandoli a cardinali vescoviad personam senza che il titolo cardinalizio sia elevato a titolo episcopale.
Erano gli ecclesiastici preposti alla cura delle più antiche chiese di Roma, dette "titoli" (dal latinotituli). Tradizionalmente legati alleparrocchie di Roma, essi costituiscono da sempre l'ordine più numeroso.
A essi era demandata l'amministrazione dei sei uffici del palazzo delLaterano ("diaconi palatini") e dei sette dipartimenti (regiones) diRoma e la cura dei poveri presenti in essi ("diaconi regionali"); dopo papa Sisto V diventano quattordici, due per ciascuno di questi dipartimenti, ognuno avente in gestione una "diaconia", cioè una chiesa dell'Urbe di cui è responsabile. Prima della riforma liturgica partecipavano allaMessa papale indalmatica (l'abito proprio dei diaconi); due di essi assistevano il papa sul trono, uno lo coadiuvava comeministrante e proclamava il Vangelo. Pur essendo sei gli uffici,Gaetano Moroni cita sette cardinali diaconi palatini: "primicerio dei notari, ossia decano del collegio dei protonotari apostolici, e capo delle dignità palatine, il secondicerio, l'arcario, il sacellario, il protoscrinario, il primicerio dei difensori e l'amminicolatore, o nomenclatore".[26]
Corrispondenza tra il grado di ordinazione e il titolo dei cardinali
Una volta l'ordine di cardinalato era corrispondente al grado diordinazione del cardinale (diacono,presbitero ovescovo), o comunque a un grado di ordinazione inferiore (pertanto un prete poteva diventare cardinale diacono o presbitero, ma non cardinale vescovo senza essere ordinato vescovo).[N 5]
Nel1962papa Giovanni XXIII stabilì che chi viene creato cardinale venga anche consacratovescovo, nel caso non lo sia già, eliminando di fatto ogni distinzione di ordinazione tra i cardinali: i tre ordini vengono mantenuti, ma non sono più legati a un fatto sacramentale, quanto a titoli (diocesi suburbicarie o chiese di Roma). Di fatto, però,Giovanni Paolo II,Benedetto XVI eFrancesco hanno nominato cardinali alcuni sacerdoti ultraottantenni (e quindi senza diritto di voto in conclave) pur senza elevarli alla dignità episcopale, mediante una speciale dispensa[N 6][27].
Il titolo cardinalizio può essere congiunto con quello di vescovo di una qualche diocesi nel mondo (esistente o estinta): infatti moltissimi vescovi sono stati elevati al cardinalato (come cardinali presbiteri) e ricevono un "titolo", in virtù del quale fanno parte in modo formale del Clero romano (e,se non hanno compiuto gli ottant'anni, partecipano all'elezione delpontefice).[28]
A partire dalmotu proprioSuburbicariis sedibus del 1962 di papa Giovanni XXIII, i cardinali non hanno alcuna potestà di governo sulla chiesa o sulla diocesi suburbicaria a cui sono stati assegnati e non possono interferire in nessun modo per ciò che riguarda l'amministrazione dei beni e la disciplina (ogni chiesa infatti ha già il proprio parroco o rettore, e ogni diocesi suburbicaria ha il proprio vescovo diocesano: il ruolo del cardinale è di puro patrocinio).[28]
Sono detticardinali residenziali (con evidente assonanza aivescovi residenziali) quei cardinali che continuano a reggere la loro diocesi; sono spesso cardinali per consuetudine in quanto, pur non esistendo norme specifiche, alcune diocesi particolarmente prestigiose e importanti per dimensioni e/o tradizione (dette appunto diocesi cardinalizie) sono tradizionalmente assegnate a cardinali.
Pur essendo membri delSacro Collegio e quindi assistenti a tutti gli effetti del papa, il loro compito principale rimane la guida di unaChiesa particolare, appunto la diocesi di cui sono vescovi.
I nuovi cardinali vengonocreati nel concistoro. Ilcodice di diritto canonico prevede che ciò avvenga in presenza del collegio. Le nomine dei nuovi cardinali sono generalmente annunciate in anticipo, ma solo con la pubblicazione formale del decreto papale durante il concistoro l'elevazione al rango cardinalizio acquista effetti. Ciò vale anche per quei cardinali il cui nome non viene rivelato dal papa per particolari ragioni (solitamente, di carattere politico), detticardinali in pectore.
Dal 1962, secondo quanto stabilito da Giovanni XXIII, tutti i cardinali devono essere stati ordinati vescovi prima della loro creazione.
Ogni cardinale prende possesso del suo titolo durante una cerimonia dopo l'avvenuta nomina: pertanto sulla facciata delle chiese "titolari" è in genere esposto, oltre allo stemma papale, anche quello del cardinale a cui la chiesa è stata assegnata. Sullacontrofacciata, in corrispondenza degli stemmi, era d'uso apporre i ritratti a olio del Papa e del Cardinale titolare.
Sempre Paolo VI, con ilmotu proprioIngravescentem Aetatem decretò che al compimento dell'ottantesimo anno di vita i cardinali perdessero il diritto di voto attivo (e quindi la possibilità di entrare inconclave ed eleggere il papa) ma non quello di voto passivo (ossia la possibilità di essere eletti)[17].
Papa Giovanni Paolo II è il pontefice che ha creato il maggior numero di cardinali nella storia: 231 (provenienti da 69 nazioni) in 9 concistori.[37]
Con il concistoro del 14 febbraio2015, il Sacro Collegio ha raggiunto il numero di 227 cardinali viventi (compresi i non elettori), provenienti da 73 nazioni, un record storico, mai raggiunto prima nellastoria della Chiesa cattolica.
Dal 5 ottobre2019 la maggioranza assoluta dei cardinali elettori è costituita da porporati creati dapapa Francesco[38].
Al 4 novembre 2025 i membri del collegio sono 245, provenienti da 92 nazioni, dei quali 129 elettori[39][40].
Il Papa, per gravi motivazioni, può scegliere di togliere la dignità cardinalizia a un porporato: è successo ad esempio nel1927 al cardinale franceseLouis Billot, che aveva pubblicamente solidarizzato con una rivista del suo Paese, già oggetto di una censura da parte dipapa Pio XI, oppure nel2018 allo statunitenseTheodore Edgar McCarrick, coinvolto in uno scandalo di pedofilia[41].
Nel2015, per le accuse di molestie su persone maggiorenni, lo scozzeseKeith O'Brien[42] e nel2020, per scandali finanziari, l'italianoGiovanni Angelo Becciu[43], rinunciarono ai diritti e alle prerogative del cardinalato, pur conservando il titolo cardinalizio, ridotto solamente a un simbolo.
La riunione del Collegio dei cardinali prende il nome diconcistoro. Esso viene convocato e presieduto dal papa al fine di ricevere aiuto e consiglio dai cardinali nel governo della Chiesa o per annunciare la nomina di nuovi cardinali e per, in seguito,crearli.
Si distinguono due tipi di concistoro: il concistoro ordinario (a cui sono invitati tutti i cardinali, ma a cui solitamente partecipano solo i cardinali residenti a Roma) e il concistoro straordinario (a cui devono partecipare tutti i cardinali).[44]
Il concistoro solitamente è tenuto a porte chiuse, ma in alcune e solenni occasioni quello ordinario può essere aperto al pubblico[45].
Anche se di norma il papa viene scelto tra gli stessi cardinali,de iure potrebbe essere selezionato anche un uomo celibe e battezzato, esterno al collegio cardinalizio[17]; tuttavia ciò nellastoria della Chiesa è avvenuto molto di rado[N 7].
Vige il limite di età di ottant'anni per avere il diritto di eleggere il papa ("cardinale elettore"): è stato introdotto dapapa Paolo VI nella suaLettera apostolicaIngravescentem Aetatem (21 novembre1970), con l'intento di ringiovanire il senato cardinalizio e soprattutto le sue scelte, così come il limite (meno stringente) di settantacinque anni per i vescovidiocesani.
L'abito corale dei cardinali è simile a quello dei vescovi, ma di color rosso porpora (da cui il nome di "porporati"), anziché rosso-violaceo (tecnicamente "paonazzo"), a simboleggiare la disponibilità anche almartirio; ilgalero, rosso anziché verde, fa parte dello stemma, come per i vescovi.
galero o cappello (in disuso): imposto per mano del Papa; è di colore rosso e una volta era dato con queste parole "ricevi questo galero rosso; esso significa che fino alla effusione del sangue ti devi mostrare intrepido per l'esaltazione della fede, la pace e la prosperità del popolo cristiano, la conservazione e l'accrescimento della Santa Chiesa ";
berretta o calotta: di seta, saia o raramente in pelle, come segno di dignità ecclesiastica;
anello: in uso dalXII secolo, è accordato ai cardinali titolari di chiese in segno di giurisdizione e fedeltà al pontefice;
ombrellino (in disuso): come distinzione è portato da un chierico nelle processioni;
baldacchino (in disuso): in damasco o broccato, ha la stessa funzione dell'ombrellino;
cappa magna (in disuso): per le cerimonie liturgiche più solenni;
stemma: indica la dignità cardinalizia come principe della Chiesa ed esclude ogni altro titolo nobiliare, dando diritto ad avere un proprio stemma personale;
altare portatile: in uso per le processioni;
veste rossa;
talare epellegrina nera (è ammesso l'uso del bianco nei paesi con clima particolarmente caldo), con occhielli, bottoni, bordi, fodera efascia di colore rosso (nell'abito corale talare emozzetta sono rosse);
ferraiolo: di colore rosso, viene indossato unicamente sopra l'abito piano e solo in occasioni solenni.[46]
Il cardinaleGiuseppe Siri in cappa magna. Sopra di essa è visibile la mozzetta di ermellino
L'abbigliamento e le insegne cardinalizie non sono tuttavia "standardizzate" per tutti i membri del collegio: accade infatti che alcuni di essi (segnatamente coloro che provengono da unachiesa sui iuris) utilizzino un vestiario, degli attributi e un trattamento onorifico anche radicalmente diversi da quelli sopra descritti. Anche i cardinali che si trovano interra di missione o vivono in zone tropicali o dove il clima è particolarmente caldo, indossano un vestiario differente: essi possono indossare l'abito talare di colore bianco, mantenendo, però, occhielli, bottoni, bordi, fodera, fascia, ezucchetto di color porpora, per differenziarsi dall'abito piano delpapa, il quale è l'unico che può interamente vestirsi di bianco.[47]
Il cardinalePietro Parolin (a destra) e il cardinaleOswald Gracias (a sinistra) indossano l'abito piano bianco con occhielli, bottoni, bordi, fodera, fascia, e zucchetto color porpora. Al centropapa Francesco e all'estrema sinistra, col microfono in mano, mons.Lazarus You Heung-sik (oggi cardinale)
Il titolo didecano indica generalmente un primo per anzianità tra pari.
Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che presiede, come sempliceprimus inter pares[48], il Collegio dei cardinali e quindi anche il conclave; a lui spetta chiedere al papa neoeletto l'accettazione del mandato e (in seconda battuta) quale nome intenda utilizzare. Qualora il nuovo pontefice non abbia poi la dignità episcopale, è sempre il decano a ordinarlovescovo. Se il decano è ultraottantenne, la presidenza del conclave passa al sotto-decano o comunque al cardinale vescovo più anziano per nomina fra gli elettori. In caso di elezione del decano a papa, sarà ancora il sotto-decano o, qualora impossibilitato, il cardinale vescovo di più antica creazione a provvedere alla richiesta del consenso e del nome.
Ildecano del collegio cardinalizio è eletto dai soli cardinali titolari disede suburbicaria o di titolo elevato alla medesima dignità (ossia i cardinali vescovi, esclusi i patriarchi di rito orientale) fra uno di essi; l'elezione deve essere approvata dal papa[48][49]. Sin dall'antichità il cardinale decano assume tradizionalmente anche il titolo dellasede suburbicaria di Ostia aggiungendolo a quello posseduto fino a quel momento, essendo il vescovo di Ostia colui che aveva il privilegio di incoronare il papa neoeletto.
Il cardinale camerlengo certifica la morte del Papa nel1903
Il titolo di camerlengo indica generalmente un amministratore dei beni ecclesiastici di ciascun istituto religioso.
Nell'ambito dei cardinali indica quel cardinale che ha il compito di amministrare le proprietà e i beni della Santa Sede, di reggere laSede vacante, in caso di morte o rinuncia del Santo Padre, e la responsabilità della convocazione delconclave per l'elezione del nuovo Pontefice.
Il primo dei cardinali diaconi si chiamacardinale protodiacono e ha il compito di annunciare al popolo cristiano l'elezione del nuovo papa dallaloggia dellaBasilica di San Pietro, con le paroleHabemus papam.[53] Un tempo era anche colui che affiancava il Pontefice nelle cerimonie più importanti per tenergli il lembo del piviale, oppure per assisterlo durante la celebrazione della Messa, ed era colui che incoronava il nuovo Papa (dal 1978 l'imposizione deltriregno è stata sostituita da quella delpallio, con la relativa cerimonia che è stata ribattezzataMessa di inizio pontificato).
Prende il nome diprima creatura il primo cardinale creato da ciascun pontefice. Soprattutto nelCinquecento e nelSeicento la prima creatura era un cardinale che godeva di particolare fiducia e prossimità al pontefice, che si rifletteva in un maggior prestigio all'interno della Curia. In numerosi casi la scelta del primo cardinale cadeva sulcardinal nipote.
A partire dapapa Paolo III, i papi hanno occasionalmente nominato cardinali senza renderne noto il nome ad alcuno (creati et reservati in pectore), a volte neppure all'interessato, in genere per proteggere loro o le loro comunità dal rischio di vendette. Quando il papa lo ritiene sicuro rende pubblica la nomina e da quel momento il nominato può assumere le sue funzioni (ma con anzianità dalla data della nominain pectore); se però il papa muore prima, la nomina cessa di avere effetto.[54]
Giovanni Paolo II ha utilizzato la nominain pectore nei concistori del 1979 (pubblicata nel 1991) e del 1998 (pubblicata nel 2001). Nel suo ultimoconcistoro (2003)papa Wojtyla ha nominatoin pectore un cardinale, che è decaduto al momento della morte delpontefice il 2 aprile2005, non essendo mai stato pubblicato.[55]
Si chiamano invececardinali segreti coloro che sono noti agli altri cardinali ma non vengono resi pubblici: questa pratica fu inaugurata dapapa Martino V.
^Legge27 maggio 1929, n. 810, in materia di "Esecuzione del Trattato, dei quattro allegati annessi e del Concordato, sottoscritti in Roma, fra la Santa Sede e l'Italia, l'11 febbraio 1929", articolo 21 primo comma delTrattato
^Esiste tuttavia la consuetudine dei cardinali patriarchi orientali di chiamarsiSanctae Ecclesiae Cardinalis (cfr. Klaus Ganzer, Kardinäle als Kirchenfürsten?: Stimmen der Zeit 2011, Nr. 5, S. 313-323), probabilmente basata sul fatto che non fanno parte delclero romano (Paolo VI,Ad purpuratorum Patrum Collegium, 11 febbraio 1965) e più in generale dellaChiesa latina.
«Pro Patribus Cardinalibus adhiberi poterit titulus «Eminentiae», pro Episcopis vero titulus «Excellentiae», quibus adiungi etiam fas erit adiectivum nomen «Reverendissimum».»
(italiano) «Ai Padri Cardinali potrà essere rivolto il titolo di «Eminenze», ai Vescovi il titolo di «Eccellenze», a cui sarà lecito anche aggiungere l'aggettivo di «Reverendissimo».»
^Non mediocri non era una costituzione come riportato inTreccani.it, ma una bolla, come riportato dal sito della Santa SedeVatican.va
^Ad esempio, i cardinali diaconi erano spesso solo semplici diaconi. L'ultimo cardinale diacono a essere veramente tale anche quanto all'ordinazione fu il cardinalTeodolfo Mertel, morto nel1899. NelRinascimento, tuttavia, molti prelati che avevano solo gliordini minori rimandavanosine die l'ordinazione corrispondente al loro ordine di cardinalato.
^L'ultima volta risale al 1271, con l'elezione al soglio pontificio dipapa Gregorio X. Ma questo avvenne in circostanze particolari, dopo oltre mille giorni di sede vacante e con i cardinali elettori chiusi a chiave (cum clave) nel palazzo di Viterbo. Si tratta del primo "conclave" della storia.