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Carcharhinus tilstoni

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Carcharhinus tistoni
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseChondrichthyes
SottoclasseElasmobranchii
OrdineCarcharhiniformes
FamigliaCarcharhinidae
GenereCarcharhinus
SpecieC. tilstoni
Nomenclatura binomiale
Carcharhinus tilstoni
Whitley,1950
Sinonimi

Carcharhinus limbatus

Areale

Carcharhinus tilstoni (Whitley, 1950) è una specie disqualo del genereCarcharhinus e della famigliaCarcharhinidae.

Insieme alCarcharhinus sorrah, è una delle specie di squalo più spesso catturate datramagli nella zona settentrionale dell'Australia[1]. Segni neri sulla punta di entrambe le pinne dorsali, del lobo inferiore della caudale e delle pettorali lo distinguono da altri squali simili che abitano i Tropici[2]. Anche se è spesso confuso con ilCarcharhinus limbatus (che vive in tutto il mondo),C. tilstoni èendemico dell'Australia, in particolare formando un unico raggruppamento nella parte settentrionale dell'isola. L'importanza commerciale di questo squalo è elevata all'interno del NAGSF (Northern Australian Gillnet Shark Fishery)[2]. La specie non è considerata pericolosa per l'uomo.

Tassonomia

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C. tilstoni è stato distinto come specie separata nel 1950 da Whitley. Precedentemente, veniva descritto comeCarcharhinus limbatus. Il fondamento scientifico per la divisione delle due specie è dato da analisi del sistemaenzimale, del conteggio dellevertebre, di dati sulle dimensioni e sulla forma dellepinne pelviche[3]. Sul campo, distinguere le due specie è ancora molto difficile.

Un'altra specie spesso confusa con questa è ilCarcharhinus sorrah, che ha simili segni sulle pinne, ma presenta cresta interdorsale. Inoltre, si conosce un unico gruppo diC. tilstoni nell'Australia settentrionale[2]. Spesso i due sono stati studiati insieme, per le molte similarità, perché abitano le stesse aree e perché in Australia settentrionale sono tra le specie di squalo più diffuse e più ricercate dai pescatori.

Areale

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C. tilstoni è attualmente stato avvistato soltanto sullo zoccolo continentale dell'Australia tropicale. Studi genetici e controlli su alcuni esemplari hanno identificato un gruppo isolato nella parte settentrionale dell'isola[4].

Habitat

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Vive dalle zone costiere sino a profondità massime di circa 150 metri. Si trova attraverso l'interacolonna d'acqua, ma principalmente al centro di essa ed in superficie. A volte questi squali si riuniscono in gruppi piuttosto numerosi[4].

Aspetto

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La specie è di dimensioni medie, con un muso lungo ed una colorazione bronzeo grigiastra sul dorso. Il colore tende al grigio dopo la morte anche se il corpo è opportunamente conservato. La superficie ventrale è invece biancastra. Su ciascun fianco si estende una striatura chiara dallapinna pelvica alla zona al di sotto dellapinna dorsale. Ciascuna pinna (a parte in alcuni casi le pelviche e l'anale) ha la punta nera. La prima pinna dorsale è bene eretta ed a forma di falce, e nasce al di sopra del punto dove nascono lepettorali. La seconda dorsale è alta e nasce al di sopra o poco più indietro rispetto all'anale. Non vi è cresta interdorsale, e i denti sono sottili, eretti e serrati[4].

Le dimensioni massime sono incerte, per via della confusione con ilC. limbatus, ma una buona stima è di 180 cm di lunghezza totale. Alla nascita la lunghezza è di 60 cm, ed i giovani iniziano ad essere pescati già quando raggiungono i 63[3]. La crescita è relativamente rapida nel primo anno di vita: l'età vertebrale di un esemplare ha potuto testimoniare una crescita di 17 cm nel primo anno. Prima del quinto anno, la crescita diminuisce a circa 10 cm all'anno. Lamaturità sessuale è raggiunta presto: a tre o quattro anni d'età per entrambi i sessi e alla lunghezza di 110 e 115 cm per maschi e femmine rispettivamente[1].La maturazione è veloce rispetto ad altri squali. La ricerca suggerisce che ciò possa essere dovuto alle imponenti dimensioni alla nascita[3].

Biologia

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Dieta

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La forma del corpo ed i denti suggeriscono che questo animale sia un attivopredatore della superficie e delle zone intermedie del mare. I pesciteleostei sono una componente molto importante della dieta, e vi sono indicazioni che lasciano supporre un cambiamento nella profondità di caccia con l'età. Gli unici cambiamenti stagionali riconoscibili sono in aprile, quando icefalopodi vanno a sostituire i pesci succitati[3].La dieta di questi squali viene studiata attentamente in quanto sono micidiali predatori che influenzano l'equilibrio dellabiomassa in modo intenso e contribuiscono significativamente alla morte di moltigamberetti[5].

Riproduzione

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La specie ha un ciclo riproduttivo stagionale piuttosto peculiare, con le femmine che partoriscono ogni anno. L'accoppiamento avviene in febbraio-marzo, l'ovulazione in marzo-aprile ed il parto tra la fine di novembre e l'inizio di febbraio, con un picco di parti in gennaio. Lagravidanza dura 10 mesi e le dimensioni medie della cucciolata sono tre piccoli. Il metodo di riproduzione è laviviparitàplacentale, cioè la madre nutre l'embrione attraverso una connessione placentale e mette al mondo uno squaletto vivo[3].

Interazioni con l'uomo

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La specie era la preda principale di un'intera industria di pesca atramagliotaiwanese che operava dal 1974 al 1986 a nord dell'Australia. Gli squali venivano catturati per la carne e, in misura inferiore, per le pinne. Fino al 1991, venivano catturati con la tecnica delpalamito da altri pescatori di Taiwan, ed utilizzati alla stessa maniera. Dal 1974 al 1978, i Taiwanesi arrivavano addirittura sino a 22 km dalla costa australiana. Nel 1979 tuttavia, l'Australia rivendicò la propriazona economica esclusiva, ed i pescherecci stranieri furono esclusi dalGolfo di Carpentaria e da una fascia larga tra i 40 ed i 50 km al largo delleIsole Wessel e dellaTerra di Arnhem. La riduzione della lunghezza totale delle reti a 2500 metri rese la flotta taiwanese ineconomica, e nonostante il palamito con esca fosse permesso, prima del 1986 le operazioni straniere in tutta l'Australia settentrionale. Una piccola industria domestica si è poi sviluppata, ed è ancora operante. IlC. tilstoni è principalmente pescato per la carne, venduta col nome diflake e le pinne[6]. La concentrazione di mercurio in suddetta carne è relativamente alta[4]

Conservazione

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Delle 1025 specie diChondrichthyes del mondo, circa 300 vivono in Australia e più del 50% di queste sonoendemiche. Pescatori commerciali, indigeni, ricreazionali e sportivi li cacciano, e in ben 70 tipi dipesca commerciale, gli squali sono catturati involontariamente[7]. Una delle sette specie pescate è proprio ilC. tilstoni. Ricerche specifiche non sono ancora state condotte nelQueensland o nelTerritorio del Nord (che sono gli unici stati che compongono l'areale della specie), perciò la sostenibilità della pesca al livello attuale di raccolta non è certa[6]. La pesca di squali è un'attività molto delicata. La lenta crescita, i bassi tassi di riproduzione ed una relazione stretta tra dimensioni della popolazione e prelievi conducono ad un rapido declino già all'inizio dell'attività di pesca. Affinché la pesca sia sostenibile nel lungo periodo, occorre un'organizzazione efficace[1], e le ricerche di cui sopra andrebbero condotte in maniera opportuna.

Note

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  1. ^abc S Davenport S.;Stevens J.D. e JD Stevens,Age and growth of two commercially important carcharhinid sharks from northern Australia, inAustralian Journal of Marine and Freshwater Research, vol. 39, n. 4, 1988, pp. 417–434,DOI:10.1071/MF9880417.
  2. ^abc Daley; Stevens J.D.; Last P.R.; Yearslay G.K.,Field guide to Australian sharks & rays, 150 Oxford Street, Collingwood VIC 3066, CSIRO, 2002.
  3. ^abcde JD Stevens J.D.;Wiley P.D. e PD Wiley,Biology of two commercially important carcharhinid sharks from northern Australia, inAustralian Journal of Marine and Freshwater Research, vol. 37, n. 6, 1986, pp. 671–688,DOI:10.1071/MF9860671.
  4. ^abcd Last P.R.; Stevens J.D.,Sharks and Rays of Australia. Australia, CSIRO, 1994.
  5. ^ Salini J. P.; Blaber S. J. M; Brewer D,Diets of Sharks from Estuaries and Adjacent Waters of the North-eastern Gulf of Carpentaria, Australia, inAustralian Journal of Marine and Freshwater Research, vol. 43, 150 Oxford Street, Collingwood VIC 3066, CSIRO, 1989, pp. 87–96,DOI:10.1071/MF9920087.
  6. ^ab Spanswick N.,Black-tip Sharks: Biology and Fishery of Two Commercially Important Species, inFishnote, vol. 30, Territory Government, 2002,ISSN 1035-008X (WC ·ACNP).
  7. ^ Ovenden J. R.; Street R.; Broderick D.,New microsatellite loci for Carcharhinid sharks(Carcharhinus tilstoni and C. sorrah) and their cross-amplification in other shark species, inMolecular Ecology Notes, vol. 6, n. 2, 2006, pp. 415–418,DOI:10.1111/j.1471-8286.2005.01254.x.

Bibliografia

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