Il territorio di Carasco è situato nella bassaval Fontanabuona, nell'immediato entroterra diChiavari, anche se il suo territorio comunale è posto alla confluenza di altre due valli: lavalle Sturla e laval Graveglia.
Carasco è attraversata da tre principali torrenti: ilLavagna, loSturla e ilGraveglia; dalla loro confluenza nasce l'Entella, la cui foce è situata tra le città costiere diLavagna e Chiavari.
Il ponte Vecchio sul torrenteSturla, presso l'abitato di Carasco.
Iltoponimo comunale deriva dalla crasi di "Car" (capo) e "Asco" (corso d'acqua), in riferimento alla posizione geografica del territorio su cui si è sviluppato.
Le prime notizie sul territorio di Carasco risalirebbero alMedioevo, quando l'originario paese fu un importante scalo commerciale delle merci dirette inLombardia e inPianura Padana.
Nella prima metà del IX secolo ilre d'Italia e futuroimperatore del Sacro Romano ImperoLotario I confermò ai monaci di Bobbio i diritti sul territorio e dellacorte di Comorga, menzionata nell'833 nelleAdbreviationes dell'abateWala tra i possedimenti del monastero, corte confermata anche nelleAdbreviationes dell'862 e dell'883 e nei diplomi reali ed imperiali diBerengario I dell'888 e dell'11 settembre 903,Guido II (893) eLamberto II (896)[5].
Con la dominazione francese diNapoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre 1797 nel dipartimento dell'Entella, con capoluogo Chiavari, all'interno dellaRepubblica Ligure. Dal 28 aprile1798 la municipalità di Carasco rientrò nel III cantone, come capoluogo, della giurisdizione dell'Entella e dal 1803 centro principale del I cantone dell'Entella nella giurisdizione dell'Entella. Annesso alPrimo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito neldipartimento degli Appennini.
Chiesa parrocchiale-prioria di San Marziano nel capoluogo. L'edificio venne edificato nel corso del XVIII secolo in sostituzione della primaria parrocchiale omonima, quest'ultima abbandonata nel Seicento in quanto soggetta ad alluvioni. Gli ultimi ampliamenti dell'edificio risalgono alla metà del XX secolo.
Chiesa vecchia di San Marziano presso i Piani di Carasco. Un primo edificio di culto fu edificato in epoca medievale nei pressi della confluenza a valle dei torrentiSturla eLavagna. Le alluvioni che si succederanno nel Seicento porteranno alla distruzione e poi all'abbandono dell'antico edificio in favore della nuova parrocchiale settecentesca. A partire dal primo decennio del XXI secolo sono stati avviati dalla Soprintendenza ricerche e scavi archeologici per riportare alla luce l'antico impianto medievale ed in particolar modo la zona absidale, i pavimenti e gli altari.
Abbazia di Nostra Signora della Misericordia nel capoluogo.
Chiesa parrocchiale di San Nicolò nella frazione di Paggi. Presente già in un periodo anteriore al 1220, anno dell'elezione a parrocchia, l'attuale edificio fu riedificato nel 1666 ad unica navata.
Cappella di Sant'Alberto nella frazione di Paggi. Ad un miglio e mezzo dalla chiesa parrocchiale di Paggi si trova la cappella in onore di sant'Alberto da Genova, san Gottardo e san Bernardo; il primo si festeggia la seconda domenica di luglio, il secondo la prima domenica di maggio, ed il terzo il 20 agosto. Piccola e disadorna reca un solo altare in cotto, sopra del quale posa una lastra diardesia in cui vi sono dipinte le figure deiSanti Alberto, Bernardo e Gottardo. Le varie leggende mandate da generazione a generazione raccontano che la cappella di sant'Alberto sia più antica della chiesa di Paggi, nonostante non ci sia nessun documento scritto che lo provi. È stata restaurata nel 1998, sistemando il tetto e ridipingendola e aggiungendo un quadro in legno con raffigurata l'immagine dellaMadonna. Nel 2011 è stato restaurato il quadro raffigurante i tre santi e la piccola croce posta sull'altare. Davanti alla cappella sorge una grande croce di legno dedicata a Gesù Redentore sul monte Paggi, innalzata nel 1901 dal popolo di Paggi, come segnacolo della sua fede, come sacro palladio e sicuro pegno delle benedizioni divine sul paese e sopra i suoi abitanti. Ora la croce non è più di legno ma di ferro battuto.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria (detta di San Pellegrino) nella frazione di Santa Maria di Sturla. L'odierna chiesa fu costruita tra il 1690 e il 1700 con successive modifiche nel XIX secolo.
Ponte sul torrenteSturla. Antico ponte in pietra e mattoni a quattro arcate, è databile alla fine del XVI secolo. Gli storici suppongono che tale passaggio presso ilfiume Entella sia stato nei secoli passati un'importante via di comunicazione tra l'allora paese, il maggiore centro urbano diChiavari e le retrostanti valli. Gli eventi alluvionali del 1608 e del 1782 ne causarono la distruzione e le successive riedificazioni secondo i canoni e la mobilità dell'epoca.
Castello di Paggi. Fu eretto nel X secolo dalla famiglia fliscana per la posizione che offriva il paese. Giunti, infatti, all'altezza del castello si può godere di una vista panoramica. Demolito nel 1111 e ricostruito nel 1133 fu nuovamente distrutto per ordine genovese e mai più riedificato.
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Carasco sono 318[10], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[11]:
Panorama di Graveglia da RivarolaPanorama di Santa Maria di Sturla
Il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Graveglia, Paggi, Rivarola, San Pietro di Sturla e Santa Maria di Sturla per un totale di 8,46 km2[12]; tra le località Terrarossa.
Anticamente la principale attività economica del comune si basava soprattutto sull'agricoltura, oggi sostituita dalla concentrazione di numerose piccole e medie attivitàindustriali -edile,tessile,chimica - poste lungo la principalestrada statale 225 della Val Fontanabuona. L'attività agricola si è conservata in parte nelle immediate frazioni collinari.
Il centro di Carasco è attraversato principalmente dallastrada statale 225 della Val Fontanabuona che gli permette il collegamento stradale conChiavari, a sud, e conSan Colombano Certenoli a nord. Il territorio comunale è altresì attraversato dalla strada provinciale 33 di San Salvatore, ad est del centro urbano, dove, dopo aver attraversato i centri frazionari di San Quirico e Graveglia, raggiunge la località di San Salvatore dei Fieschi nel comune diCogorno.
Dal comune diChiavari un servizio ditrasporto pubblico locale gestito dall'AMT garantisce quotidiani collegamenti bus con Carasco e per le altre località del territorio comunale.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Cipolla, Buzzi, Vol I pp. 138,140,189,198,232,243sg.,246,252,275,278,324,328,333,359,370,373,412,413,427 Vol II p. 35,51,78,303 vol.III pp. 58,96,128,135,208(indice).
^abCarasco, suaraldicacivica.it.URL consultato il 6 novembre 2011.