Il territorio delcomune di Roccabruna si estende lungo la costa fra il confine con ilPrincipato di Monaco e il torrenteGorbio, che scende dall'omonimo comune. Al centro si protende nel mare con il Capo Martino, che a seconda delle convenzioni può essere visto come l’estremità occidentale dellaregione geografica italiana.
Il "Castello", costruito quando l'area era soggetta ai feudatari di Ventimiglia, si trova situato nella parte alta del vecchio borgo ed è il più vecchio ancora esistente situato in territorio francese (X secolo). Roccabruna fu parte delPrincipato di Monaco dal XIV secolo fino al 1848, quando si dichiarò (congiuntamente alla vicinaMentone)città libera sotto la presidenza diCarlo Trenca in occasione dellaprima guerra d'indipendenza italiana.
Dopo due anni di relativa "indipendenza" delleCittà libere di Mentone e Roccabruna e con un tricolore italiano per bandiera, Roccabruna si mise sotto la protezione delRe di Sardegna. Tra il 1848 e il 1860 una parte della popolazione di Roccabruna e del suo territorio partecipò attivamente agli ideali delRisorgimento italiano, favorendo l'unione all'Italia sotto i Savoia. Ma nel 1860 la città fu annessa alla Francia in seguito a un plebiscito, molto contestato dal nizzardoGiuseppe Garibaldi, e l'imperatoreNapoleone III ricomprò Mentone e Roccabruna, per quattro milioni di franchi-oro, dal principeCarlo III di Monaco. Da allora la cittadina è stata chiamata con il nome francese Roquebrune, salvo che nel brevissimo periodo dioccupazione italiana durante laseconda guerra mondiale.
«di rosso, allatorre fondata su un monte uscente da un mare movente dalla punta, il tutto d'oro; alcapo dello stesso; alquartier francofusato d'argento e del campo, attraversante sul tutto.[4]»
Linguisticamente il roccabrunasco fa parte dellaTerra mentonasca (Païs Mentounasc),area culturale dove si parla il mentonasco, idioma ligure con influenze occitane.
Giulio Vignoli,Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo (e di Briga e di Tenda e del Principato di Monaco), Edizioni Settecolori, Lamezia Terme, 2011.