Cantalice poggia sulle pendici deiMonti Reatini e si affaccia sullapiana di Rieti dominandola dall'alto con una vista sui tre laghi che ricadono nel suo territorio: ilLago Lungo o 'di Cantalice', ilLago di Ripasottile (che insieme formano la Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile) e il più nascostoLago di Ventina.
Questi laghi, insieme alLago di Piediluco, rappresentano ciò che oggi rimane dell'anticoLago Velino, che nel periodopliocenico ricopriva tutta la valle da Rieti a Piediluco alimentato da numerosesorgenti sotterranee e daighiacci del massiccio delTerminillo. Nel periodo romano, attorno all'anno272 a.C. fu scavato un canale di drenaggio (noto come "Cava Curiana") che permise lo svuotamento del lago Velino con la bonifica dell'intero territorio alluvionale originando in tale tratto il corso del fiume Velino che prima alimentava il lago e lecascate delle Marmore.
Nel territorio di Cantalice si trova laRiserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile dove un percorso naturalistico intorno ai laghi connette alcune cascine su palafitte per l'avvistamento e la fotografia della fauna lacustre presente sulle rive dei laghi.
Il paesaggio della riserva naturale è caratterizzato da numerosi corsi d'acqua incluso ilfiume Velino con le sue acque trasparenti ricche di trote fario facilmente visibili dalla riva. Lungo il sentiero della riserva naturale si incontrano boschi palustri, canneti e la diffusissima ninfea bianca o gialla che circonda tutto il perimetro dei laghi. Lafauna è ricca e tipica delle zone umide.
Cantalice potrebbe derivare dall'evoluzione dicatà edilex (presso il leccio), in relazione al fatto allora accaduto e ritenuto miracoloso che un piccolo leccio nacque improvvisamente dalle fessure di una roccia proprio dietro la sacrestia all'interno della chiesa diSanta Maria delle Grazie in Cantalice.
Da alcune ricerche storiche molto frammentate, sembrerebbe che tale roccia, ritenuta miracolosa per propiziare la fecondità, fu rimossa dalla sua originale posizione intorno al 1200 per ordine diPapa Innocenzo III, preoccupato dalla devozione definita "troppo pagana" verso questa pietra. Segretamente custodita per alcuni secoli, alcune fonti indicano che riapparve improvvisamente intorno al 1610 dove si trova tutt'oggi sul lato destro della fontana "Scentella" (visibile lungo la strada tra Cantalice inferiore e Cantalice superiore).
Qui è rimasta per ben 4 secoli dimenticata dalla tradizione popolare riuscendo a superare anche i restauri che nel 1952 trasformarono questa rudimentale fonte in fontana ampliandola anche con la costruzione di una vasca rettangolare laterale utilizzata come lavatoio dalle genti del paese. In quel restauro la pietra venne asportata dal muro a secco di pietre che circondava la sorgente e reincastonata nuovamente vicino alla fontana, dove è tuttora visibile sul lato destro.
L'abitato del nucleo storico di Cantalice sembra essere sorto intorno alXII secolo dalla fusione delCastello di Rocca di Sopra, della piccola Rocca della Valle e della Rocca di Sotto, elementi urbanistici disposti, come bene esprimono i nomi, lungo il declivio collinare che scende fino alle propaggini dellaPiana Reatina.
Nel 774, con l'estensione dell'autorità diCarlo Magno sull'Italia, la Sabina rappresentò una frontiera lineare tra ilDucato di Spoleto ed il nascenteStato Pontificio. Questa separazione perdurò tra ilIX ed ilXII secolo. Nel 1200, dopo l'annessione dellaDiocesi di Rieti alloStato Pontificio, laSabina tornò ad unificarsi lasciando però alcuni territori nord-orientali al Regno normanno-svevo e poi a quello angioino. Nel 1216 il confine cambiò nuovamente attraversando il gruppo di monti reatini traLeonessa e Cantalice, che furono assegnate al Regno di Sicilia.
In virtù di questo nuovo confine, ReCarlo II di Napoli, preoccupato per la sua vulnerabilità, ordinò nel 1302 la fondazione diCittaducale, visti anche i problemi già in essere tra Cantalice e Rieti. I conflitti di Cantalice con Rieti continuarono per secoli toccando l'apice nel 1557, quando i reatini assaltarono violentemente il paese che resistette e ricacciò i nemici. A seguito di tale episodio, Cantalice si fregiò del motto “Fortis Cantalica Fides”[5] tuttora associato allo stemma civico, composto da un'aquila ad ali aperte su una torre fiancheggiata da unleone ed unleccio.
L’accesso medievale al paese di Cantalice avveniva attraverso due strade, una che costeggiava le dorsali delle montagne a nord congiungendo il centro abitato al paese di Leonessa e un'altra meno impervia che salendo dalla piana di Rieti e da Cittaducale si inerpicava lungo i pendii sino ad arrivare alla attuale Cantalice Superiore.
La storia di Cantalice e il suo stesso nome sono da sempre legati ai termini "leccio" o "quercia". Lo testimonia anche il fatto che il punto di ingresso nel territorio di Cantalice già nel medioevo era segnato da due grandi querce posizionate nei pressi dell’attuale abitato di Vazia. Di questo confine compaiono numerose tracce storiche nei vari secoli. Non ultima è la testimonianza presente in uno scritto del Procuratore inviato dal Vicario Generale d’Abruzzo in occasione del Terremoto del 1703 che colpì tutta la zona del reatino arrivando sino a Tivoli.
Qui si legge testualmente “Lungo il sentiero che sale verso [...], superato il passo delle due querce si scorgono vistosi danni, e benché una casa sola sia diroccata da’ fondamenti si contano però dentro l’incasato quarantatré edifìcii inabitabili, ed il restante è risarcibile, ma non senza grandissima spesa [...]".
Da alcune ricerche sulle poche tracce cartografiche esistenti si evidenziano due aspetti interessanti . Il primo riguarda il vecchio sentiero, che è rimasto praticamente ancora attivo e fiancheggia la strada asfaltata che da Vazia sale verso Cantalice. In alcuni tratti coincide con quello asfaltato, in altri attraversa la zona boschiva e le colline come una scorciatoia che permette di raggiungere il paese attraverso un percorso, più breve di quello attuale, che tutt'oggi viene utilizzato da chi si sposta a piedi.
Ma la cosa ancora più sorprendente è il fatto che ancora oggi esista il Passo delle due Querce. Questo portale d'ingresso a Cantalice è tuttora visibile sul lato destro della strada asfaltata, poco prima del termine del rettilineo, che all’altezza del km 1 sale da Vazia verso Cantalice in prossimità della segnaletica di benvenuto. Poco prima si possono vedere due grandi querce secolari, la prima che lambisce la strada asfaltata, che rappresentano tuttora il portale d’ingresso al paese .
L'antico paese medievale è sovrastato dallaChiesa di San Felice da Cantalice realizzata direttamente sull'area dove sorgeva l'antica casa del santo. Di stilebarocco, mostra una pianta a croce latina con raffigurazioni dei miracoli attribuiti al Santo nella suacupola. Un organo a canne del '700 è visibile all'interno.
Chiesa di Santa Maria
Circa a metà del percorso la scalinata che attraversa il paese si apre su una piccola piazza nei pressi della chiesa di Santa Maria costruita per sancire l'unione delle antiche rocche che costituirono il Castello di Cantalice. Caratteristico il suo anticoportale datato del 1548. Sulla sinistra della chiesa si può ammirare un anticoportico.
L'antico borgo medievale è tagliato da una caratteristica scalinata che lo percorre tutto. Al di sopra domina la cima del Terminillo. Il borgo culmina con ilTorrione del Cassero.
La scalinata di Cantalice dalla cima sino alla piazza di Cantalice inferiore è fatta di case in pietra, scale, fontane e piccole chiesette o icone di culto. Lo spazio ristretto dei vicoli è in netto contrasto con gli improvvisi spazi aperti che si possono godere affacciandosi da un muro o da una delle antiche porte di accesso del paese.
Antico palazzo, sopra al portone d'ingresso è possibile notare lo stemma della Famiglia Ramacogi, raffigurante una sorta di scudo con una rosa nella sua sommità.
Nella facciata esterna del Palazzo Ramacogi, è presente una loggia cinquecentesca a cinque arcate.
Da Cantalice partono molti percorsi naturalistici che inerpicandosi lungo sentieri o sterrate abbracciano tutta la catena di montagne circostanti ilTerminillo sino ad arrivare aLeonessa. Terreno ideale per gli amanti dellamountain bike, permette di effettuare un percorso di 47 km su un dislivello di oltre 1600 metri attraverso ilpasso del Lupo tra boschi e panorami notevoli.
Il paese è inserito anche all'interno dell'itinerario noto comeCammino di Francesco che ripercorre lungo i suoi 80 km i luoghi più suggestivi della valle reatina attraversando il paese.
Il 18 maggio ricorre la festa di San Felice e la statua del santo, vestito con l'abito tipico deiCappuccini, viene portata in processione dai confratelli della confraternita lungo le scale dell'antico paese. Musica ed eventi culturali e religiosi allietano il paese in questo periodo.
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a temaUnità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[7]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Cantalice
112
1,15%
0,02%
192
0,84%
0,01%
113
213
121
236
Rieti
9.765
2,14%
22.908
1,49%
10.044
23.834
10.407
25.272
Lazio
455.591
1.539.359
457.686
1.510.459
464.094
1.525.471
Nel 2015 le 112 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano l'1,15% del totale provinciale (9.765 imprese attive), hanno occupato 192 addetti, lo 0,84% del dato provinciale (22.908 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato una persona (1,71).