Il toponimo "Camposano" ha subito vari mutamenti negli anni. È infatti attestato verso la metà del Settecento come "Campasano" nell'opera di Gianstefano Remondini, all'interno della quale vi è una descrizione delle varie epigrafi romane ritrovate sul territorio del comune. Inoltre in altri documenti tra cui un resoconto militare ed un'illustrazione dellaDiocesi di Nola esso compare menzionato come "Campassano". In una descrizione del 1798 riguardante ilregno delle due Sicilie esso è così menzionato:
«Casale, Diocesi di Nola, feudo di casa Mastrilli, d'aria buona, fa di popolazione 2.018»
Il toponimoCamposano, sulla base delle attestazioni storiche e della stessa forma locale, non sembra collegato acampo, bensì a un personale latinoCampasius, con la desinenza-ānus, tipica degli etnici[5]. La vocale -o- sarebbe quindi una ricostruzioneparetimologica[6]. Allo stesso modo sono da considerarsiparetimologie la derivazione da un tempio dedicato al DioGiano denominatoCampus Iani e la storia dei profughi nolani che vi trovarono salvezza e salute da cui il luogo sarebbe stato chiamato "Campo sano".
Le origini del paese sembrano risalire al tempo dellaseconda guerra punica. Il comune sorge costeggiando il percorso dell'anticofiume Clanio, che oggi costituisce il confine tra Camposano eCicciano, conservando ancora alcune tracce dellacenturiazione romana con la classica pianta a scacchiera.
Colonna romana
Prime attestazioni di una frequentazione del territorio risalgono orientativamente al periodo tra ilI secolo a.C. ed ilI secolo d.C. grazie al ritrovamento di alcuni cippi funerari romani, alcuni dei quali presumibilmente incassati nella pavimentazione della chiesa della Santa Croce mentre di uno di essi, ritrovato dallo storico G. Remondini presso la "Congregazione" (Chiesa del Rosario), è ignota l'attuale ubicazione.
Vi sono inoltre alcune porzioni di colonne romane, una delle quali utilizzata come basamento per la statua diSan Gavino posta nella villetta comunale di nuova costruzione. Le prime notizie su Camposano risalgono al1308, quando il luogo era un semplice agglomerato di case; questo piccolo villaggio crebbe grazie a molti rifugiati che preferirono l'aria pura della campagna e grazie a ciò, da un centinaio di persone il numero della popolazione salì progressivamente.
Un particolare momento florido si ebbe nella seconda metà delSettecento con la realizzazione della strada principale che collega Camposano ai vari centri dell'Agro nolano.
Nell'autunno del 1842 la prima divisione dell'esercito regio, comandata dal Maresciallo di campo Lecca, occupò la zona dislocando 7 battaglioni di fanteria della brigata del tenente Wonderweid sul territorio di "Campassano".Nel 2020 fu inserito nei comuni più ecologici di Italia.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Camposano erano 143, corrispondenti al 2,6% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[9]
San Gavino è il patrono di Camposano, ma notizie certe non sono pervenute del motivo. Si sa comunque, che San Gavino Martire era "Capitano Generale" di Cavalleria al quale venne ordinato, dal Presidente Barbaro, di custodire due prigionieri:Proto eGianuario. Durante la prigionia, Gavino fu profondamente colpito dalle idee di carità e di amore di cui quei due prigionieri si erano fatti portatori, fino al punto di liberarli. Quando Barbaro seppe la notizia della loro liberazione ordinò la decapitazione di Gavino. Molti fedeli di Camposano affermano di aver ricevuto "grazie" per l'intercessione del Santo.
L'economia di Camposano si fonda prevalentemente sull'agricoltura e la sua realtà economica è arricchita dalla costruzione dell'interporto che ha lo scopo di assicurare scambi commerciali.