Il torneo venne vinto dai padroni di casa dell'Argentina, i quali il 25 giugno 1978 sconfissero per 3-1 iPaesi Bassi dopo una drammatica partita, terminata ai tempi supplementari.
Il campionato del mondo fu caratterizzato da un buon livello tecnico generale, ma si svolse in un ambiente fortemente nazionalistico e in un'atmosfera cupa e tesa a causa della situazione politico-sociale presente inArgentina dopo l'instaurazione nel 1976 di unoppressivo regime militare. La giunta al potere diresse direttamente l'organizzazione della manifestazione, sfruttò propagandisticamente i mondiali di calcio per rafforzare la propria autorità e per dare una dimostrazione di efficienza. La vittoria dell'Argentina, non priva di polemiche e contestazioni, esaltò il nazionalismo della popolazione e diede prestigio indirettamente anche al regime militare.
Panoramica dell'Estadio Monumental di Buenos Aires nel giorno della cerimonia d'inaugurazione
Nel 1953 laFIFA aveva preso la decisione di alternare ogni quattro anni l'assegnazione dei campionati mondiali traEuropa eSud America. Questo su sollecitazione di Antonio Rotili, rappresentante dell'Argentina all'interno dell'organizzazione calcistica mondiale e strettamente legato al presidenteJuan Domingo Perón. Alla riunione della FIFA aBerna del 1954 Rotili richiese ufficialmente l'assegnazione all'Argentina dei mondiali previsti per il 1962, ma l'organizzazione calcistica rinviò la decisione al 1956. Questovenne poi assegnato a sorpresa al Cile e, forse, fu decisiva la spinta delBrasile, che non vedeva di buon occhio l'assegnazione dell'evento agli storici rivali argentini.[2]
Nel 1964 la FIFA si riunì aTokyo e si accesero vivaci discussioni tra i rappresentanti delMessico e dell'Argentina riguardo all'assegnazione delcampionato del mondo 1970, che sarebbe spettato nuovamente a un paese latinoamericano.[3] I dirigenti calcistici del Messico e dell'Argentina raggiunsero però un accordo: la nazione sconfitta nell'assegnazione del 1970 sarebbe diventata automaticamente la candidata sudamericana per il 1978. Le votazioni finali decretarono la vittoria del Messico, che quindi ricevette l'organizzazione dei campionati mondiali del 1970; nella medesima circostanza il presidente della FIFA, il britannicoStanley Rous, affermò ufficialmente che l'Argentina avrebbe quindi organizzato i campionati del 1978.[4]
Le prime richieste dell'Argentina neglianni '50 avevano ricevuto il forte supporto politico del presidente Perón, che, pur non essendo un appassionato di calcio, intendeva sfruttare propagandisticamente la manifestazione internazionale. Tuttavia, nel 1964, nel momento cioè dell'assegnazione, Perón era già da molti anni in esilio: in Argentina era infatti al potere un governo formalmente democratico guidato daArturo Illia.[4] La vita politica dell'Argentina peraltro si sviluppò in modo estremamente turbolento negli anni seguenti, con un succedersi di governi militari seguiti nel 1973 dal clamoroso ritorno al potere di Perón. Questi morì però l'anno seguente sicché la presidenza venne assunta dalla seconda moglie,Isabelita. In quegli anni l'organizzazione dei mondiali previsti per il 1978 venne portata avanti dalla cosiddetta Commissione Organizzatrice dei Mondiali diretta daJosé López Rega, influente dirigente peronista, e da Pedro Eladio Vásquez, segretario dello sport nel governo di Isabelita Perón.[4] Il governo peronista previde un costoso programma di costruzioni di strutture sportive e moltiplicò i comitati e le personalità impegnate in qualche modo nell'organizzazione del mondiale; si evidenziarono inefficienze organizzative e una scarsa considerazione per i costi economici del programma.[5]
Da destra: il generaleJorge Rafael Videla, a capo della giunta militare argentina, e l'ammiraglioEmilio Eduardo Massera, principale fautore dell'organizzazione del mondiale per motivi politico-propagandistici.
Ilcolpo di Stato del24 marzo 1976 cambiò drasticamente i meccanismi della politica argentina e influì in modo considerevole sull'organizzazione e sullo svolgimento dei Mondiali.[6][7] Nello specifico, l'assunzione del potere da parte della giunta militare diJorge Rafael Videla e l'instaurazione di unregimeterroristico basato sullarepressione,tortura,detenzione in strutture segrete e sull'eliminazione fisica dei presuntioppositori politici ebbero forti ripercussioni sul vissuto quotidiano della società argentina;[8][9][10] dapprima infatti lo stesso Videla, poco informato di calcio, e il Presidente del Consiglio dell'Imprenditoria Argentina (CEA), José Alfredo Martínez de Hoz, che era stato incaricato di studiare una riforma economica di tiponeoliberista, non sembravano disposti a investire grandi mezzi finanziari nei Mondiali.[11] Tuttavia, ben presto si assistette ad una rivalutazione generale del programma organizzativo della Coppa del Mondo, soprattutto per volere dell'ammiraglioEmilio Eduardo Massera, il quale evidenziò l'importanza politico-propagandistica che avrebbe potuto dare per il regime militare lo svolgimento corretto e regolare dei campionati in Argentina.[12][13]
Il 12 luglio 1976 fu creato ufficialmente l'EAM 78 (Ente Autárquico Mundial '78), l'organismo incaricato dal regime militare di coordinare e dirigere tutti i lavori e le attività collegate con l'organizzazione dei Mondiali.[14] Con la legge 21.349, che istituiva l'EAM, si stabilì espressamente che i campionati sarebbero stati considerati evento di primario «interesse nazionale».[15] L'EAM 78 godeva di ampi poteri, controllava autonomamente i fondi ritenuti necessari e poteva dichiarare ogni spesa «urgenza legittimata»; di conseguenza, l'erogazione dei fondi veniva automaticamente autorizzata dalle autorità governative. Con tale meccanismo i costi della manifestazione divennero molto elevati; pur non essendo disponibili calcoli precisi, alcune fonti hanno riportato che le spese salirono dai 100 milioni didollari inizialmente previsti fino a 520 milioni di dollari, una cifra oltre cinque volte superiore a quella impiegatadalla Spagna nel 1982 per organizzare il proprio campionato mondiale.[16]
Il viceammiraglioCarlos Lacoste, principale dirigente dell'organizzazione del mondiale.
Il primo presidente dell'EAM 78 fu il generale Omar Actis, che tuttavia venne ucciso in un attentato di guerriglierimontoneros il 19 agosto 1976. Il suo successore fu il generale Antonio Luis Merlo, ma in realtà il vero dirigente dell'organizzazione dei mondiali fu fin dall'inizio il capitano di vascelloCarlos Lacoste, ufficiale di marina strettamente legato all'ammiraglio Massera. Lacoste, dopo aver assunto il controllo del calcio argentino sostituendo la dirigenza dell'AFA e inserendo alla presidenza il fidato Alfredo Cantilo, diresse tutta l'organizzazione ed ebbe larga autonomia nella gestione dei fondi in base al decreto 1820 firmato dal generale Videla, che svincolava l'EAM 78 dai controlli ministeriali previsti per legge.[17]
I lavori previsti e portati a termine dall'EAM 78 per i campionati mondiali miravano a fornire agli osservatori internazionali un'immagine di efficienza, di ordine e di tranquillità dell'Argentina sotto il regime militare. Compresero la ristrutturazione degli stadi diBuenos Aires e diRosario, la costruzione dei nuovi stadi diCórdoba, diMar del Plata e diMendoza, il rafforzamento delle infrastrutture e delle strutture di accoglienza per tifoserie e turisti stranieri, la distruzione per motivi di immagine del quartiere degradato delBajo Belgrano e l'attivazione delle telecomunicazioni via satellite.[18] Venne anche creata, dalla trasformazione diCanal 7, la nuova emittente televisiva ATC (Argentina Televisora Color). Il vicepresidente della FIFA, il potente dirigente del calcio tedesco,Hermann Neuberger, si recò in Argentina e diede il suo pieno sostegno agli organizzatori, affermando che «il cambio di governo» non avrebbe affatto influito negativamente e che «non esistevano premesse migliori» per lo svolgimento dei campionati.[19] La giunta militare decise, per motivi di convenienza economica e per evitare penalizzazioni da parte di società commerciali estere, di mantenere il logo originale della manifestazione, che tuttavia riprendeva il caratteristico gesto con le mani di Perón durante la manifestazioni di piazza; questo fu creato già nel 1974.[20]
«In Argentina, i Mondiali dovevano immortalare l'immagine di un popolo felice e ordinato e di un'organizzazione efficiente. Insomma, erano uno spot per la dittatura militare di Jorge Rafael Videla. [...] Noi [calciatori,ndr] vivevamo in una bolla, in una gabbia dorata ben separata dalla realtà. [...] Poi, un giorno, mentre andavo all'allenamento, ho incrociato lo sguardo di un uomo con un bambino sulle spalle, forse erano padre e figlio: la folla intorno a loro si sbracciava per salutarci, per avere un autografo. Loro, invece, erano fermi, composti. Non ho mai dimenticato la tristezza di quegli occhi. È stata quella l'unica volta che in Argentina ho percepito il dolore della gente.» — Marco Tardelli, 2016[21]
Mentre dispiegava una notevole efficienza organizzativa e faceva ogni sforzo per diffondere a livello internazionale un'immagine rassicurante del Paese, il regime militare non aveva però affatto interrotto, e neppure rallentato, il suo terroristico programma di repressione. Al contrario, a maggio e a giugno 1978, quindi poco prima e durante il torneo, aumentarono le uccisioni e i sequestri nelle sezioni clandestine di detenzione; le operazioni repressive si svolsero però con la massima attenzione alla segretezza.[22] Uno dei più micidiali centri di detenzione segreti, l'ESMA diretto dalla Marina militare, era dislocato a poca distanza dallo stadioMonumental di Buenos Aires; dalle testimonianze posteriori dei superstiti risulta che i militari sospendevano le torture prima delle partite dell'Argentina e anche i detenuti ascoltavano le gare alla radio; i procedimenti violenti riprendevano dopo la fine degli incontri; sembra che anche i cosiddettivoli della morte si fossero interrotti durante le gare della nazionale padrona di casa.[23]
Nonostante le lugubri notizie sulla situazione nel Paese, laFIFA sostenne totalmente i dirigenti argentini nei loro programmi per il torneo, in nome di una presunta autonomia dello sport dalla realtà politica contingente. Dopo i lusinghieri giudizi diHermann Neuberger anche il presidente dell'organizzazione calcistica mondiale, il brasilianoJoão Havelange, diede complete rassicurazioni sulla conferma dell'assegnazione dei campionati. InArgentina erano stati arrestati come sospetti sovversivi i due figli di influenti politici brasiliani; Havelange si interessò direttamente con ilgenerale Videla per loro liberazione, che avvenne, in cambio però della certezza di poter ospitare l'evento: «lei ha la mia parola [...] la FIFA non metterà in dubbio l'Argentina come organizzatrice, e avrete tutto il nostro appoggio».[24]
Malgrado l'efficace campagna propagandistica del regime, a livello internazionale filtravano, pur con molte difficoltà, notizie sempre più inquietanti sui crimini della giunta militare argentina. Queste suscitarono crescenti preoccupazioni, soprattutto negli ambienti della sinistra europea, e provocarono le prime posizioni dubbiose sull'opportunità di giocare quelmundial. InFrancia venne costituito, da esuli argentini e da personalità francesi principalmente di sinistra, il COBA,Comité pour l'Organisation para le Boycott de l'Argentine de la Coupe du Monde, che promosse una campagna contro la giunta militare e i campionati mondiali. Ilpartito socialista francese appoggiò l'iniziativa, che venne supportata da personaggi del mondo artistico e culturale; per sostenere il boicottaggio vennero creati anche manifesti e altro materiale propagandistico.[25] Un altro paese in cui si svilupparono proteste contro la dittatura e nuove proposte di ostruzionismo furono iPaesi Bassi, dove era attivo lo SKAN, un'organizzazione costituita per sostenere gli esuli argentini e per sollecitare il boicottaggio totale. InSvezia era invece in corso una campagna d'opinione contro l'Argentina dei militari già dopo la scomparsa aBuenos Aires, nel gennaio 1977, della diciassettenne Dagmar Hagelin.[26]
I pali listati a lutto
Durante il mondiale, giocato in sei differenticampi di gioco, catturò l'attenzione il fatto che, in ogni singola partita, si potevano vedere della bande nere dipinte intorno ai pali delleporte. La cosa, si scoprì poi, fu una sorta di "messaggio nascosto" onde ricordare il dramma deidesaparecidos, messo in atto all'insaputa della giunta militare al potere.[27][28]
Uno degli ideatori della cosa fu Ezequiel Valentini, tra i responsabili della preparazione dei campi presso il comitato organizzatore: «nel 1978 tutti sapevano [deidesaparecidos]. Come potevamo fare del nostro meglio sapendo che sarebbe andato a beneficio del generale [Jorge Rafael Videla]?».[29] Di fronte all'impossibilità di portare avanti una protesta pubblica, troppo rischiosa nel clima generale dell'Argentina dell'epoca, con la concreta possibilità di finire in carcere, si decise quindi per qualcosa di più allusivo, vestendo i pali "a lutto" non come forma di protesta bensì di cordoglio.[29]
Quando Valentini e i suoi dovettero presentare la cosa alla giunta militare, «ci chiesero a cosa servivano quelle bande nere. Rispondemmo che erano una tradizione. Non sapevano niente di calcio».[29]
In realtà, le iniziative non ottennero i risultati sperati, perché la giunta argentina e l'EAM 78 svilupparono un complesso ed efficace programma pubblicitario. Questo venne messo in pratica dalla società specializzatastatunitense Burson Marsteller, che descriveva gli esuli e i contestatori come «antiargentini», mentre il giornalismo nazionale si prestò quasi totalmente a supportare le parole d'ordine del regime, descrivendo il Paese come «tranquillo, ordinato, pulito» e finalmente libero dagli eccessi dei «sovversivi»; anche noti personaggi dello sport argentino furono mobilitati per pubblicizzare i mondiali del regime.[30] A livello internazionale prevalse comunque il disinteresse per le iniziative di boicottaggio: nei Paesi Bassi lafederazione calcistica aveva già deciso di partecipare all'evento e l'ambasciatore olandese a Buenos Aires descrisse il generale Videla come «un uomo di buona volontà, un uomo onesto fino al midollo», mentre i giornali conservatori francesi appoggiarono l'Argentina «in guerra con il terrorismo»;[31] i progressisti, al contrario, promossero il boicottaggio con una petizione firmata, tra gli altri, daGeorges Moustaki,Yves Montand,Roland Barthes,Jean-Paul Sartre eLouis Aragon.[32]
InItalia il problema del regime argentino e della repressione, in pratica, quasi non esistette: la stampa si limitò perlopiù a occuparsi del solo lato sportivo e non approfondì affatto l'analisi della situazione politico-sociale del Paese, se non con poche e marginali eccezioni.[33] Nell'approssimarsi dell'evento, le manifestazioni delle cosiddetteMadri di Plaza de Mayo, cominciate nel 1977, furono inizialmente ignorate dai media di massa; la televisione olandese fu la prima a trasmettere un servizio sulla coraggiosa protesta, proprio il giorno dell'inaugurazione dei mondiali,[34] e solo durante il torneo la stampa internazionale cominciò a divulgare informazioni e testimonianze riguardo ai cortei dei parenti deidesaparecidos.[35] L'ambasciatore italiano a Buenos Aires aveva appoggiato fin dall'inizio la Giunta e anche le autorità dellaChiesa cattolica si erano dimostrate favorevoli al regime. I forti interessi economici delle principali società italiane e oscuri collegamenti tra i militari argentini e influenti personalità italiane possono, verosimilmente, aver contribuito a minimizzare il problema argentino; anche icomunisti italiani, in linea con la miope politica delpartito comunista argentino, considerarono inizialmente i militari come «il male minore»,[36] di conseguenza non venne mai messa in discussione la partecipazione azzurra almundial.
L'olandeseJohan Cruijff rifiutò di partecipare al mondiale per timori sulla propria sicurezza personale (e non per protesta verso la repressione militare in Argentina).
I giocatori non avvertirono la gravità del problema, cioè lo svolgimento del massimo torneo calcistico in una nazione sottoposta a una barbara repressione, e in pratica tutti si limitarono ad affermare l'estraneità dello sport dal contesto politico-sociale; perciò, nessuno si rifiutò di prendere parte ai mondiali per motivi connessi alla situazione nel Paese. I casi di cui si discusse all'epoca, a distanza di anni sono stati fortemente ridimensionati: l'olandeseJohan Cruijff, il migliore calciatore al mondo in quel periodo, non prese parte alla manifestazione per motivi di sicurezza personale e per stanchezza psico-fisica;Jorge Carrascosa, capitano dell'Argentina, si ritirò dal calcio alla vigilia dei mondiali per motivi non strettamente connessi alla politica (anni dopo, lo stesso Carrascosa rivelò che la ragione del suo ritiro fu di sentirsi logorato dai media[37]); infine, il portiere svedeseRonnie Hellström, di cui si parlò a causa di una sua presunta partecipazione alla marcia di Plaza de Mayo, in realtà non ebbe alcun incontro con le donne della protesta.[38] Secondo lo scrittore argentino Pablo Llonto, l'unico calciatore che affermò espressamente di rifiutarsi di giocare nell'Argentina della repressione fu il tedescoPaul Breitner.[39] Un giocatore,Ralf Edström, fu arrestato per aver parlato con una persona a Buenos Aires; tuttavia, i militari lo liberarono dopo aver riconosciuto l'errore, in quanto non era un cittadino argentino.[40]
I guerriglierimontoneros, emanazione dell'ala sinistra del movimento peronista, avevano subito duri colpi a causa della spietata repressione del regime militare ma erano il principale gruppo di lotta armata ancora attivo in Argentina e in grado di opporsi militarmente alla dittatura. I principali dirigenti che erano fuoriusciti all'estero si trovarono quindi di fronte al problema dei campionati del mondo e di quale comportamento assumere durante lo svolgimento della competizione. All'inizio del 1978, durante un incontro aL'Avana, i capi più importanti,Mario Firmenich, ritenuto il dirigente montonero più autorevole,Roberto Perdía,Fernando Vaca Narvaja,Raúl Yager eHoracio Mendizábal, discussero la strategia del movimento durante l'imminente campionato mondiale.[41]
In contrasto con le richieste, provenienti dagli esiliati e dalla maggioranza dei militanti guerriglieri, di appoggiare il boicottaggio totale dei mondiali, la dirigenza montonera, su impulso principalmente di Firmenich, decise di adottare un comportamento elastico e non molto limpido, che alla prova dei fatti si dimostrò anche scarsamente efficace. Dopo due ore di discussione, si decise di assumere una posizione favorevole allo svolgimento dei campionati del mondo di calcio e contraria al boicottaggio, verosimilmente credendo in questo modo di assecondare le tendenze prevalenti nella popolazione, nettamente favorevole alla disputa del torneo; nello stesso tempo, però, non si proclamò una reale sospensione della guerriglia. Durante il periodo dei mondiali, i montoneros avrebbero invece dovuto continuare la lotta armata contro il regime limitandosi ad azioni propagandistiche architettate per «svelare la verità sul regime», sperando di attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e dei mezzi di comunicazione internazionali.[42]
L'attività dei montoneros durante i mondiali quindi si concentrò su una vasta campagna di propaganda basata su materiali divulgativi, sulla creazione di un contro-mondiale, con uncontrogauchito, la mascotte montonera alternativa a quella ufficiale, canti di lotta rivoluzionaria adattati al campionato del mondo di calcio, e una serie di conferenze stampa con giornalisti stranieri di dirigenti montoneros rientrati in patria. Oltre a questa attività di propaganda, Perdía pianificò la cosiddettacampagna offensiva tattica: una serie di attacchi guerriglieri durante il periodo dei campionati che poi furono diretti praticamente in Argentina da Horacio Mendizábal.[43] Il piano di azione montonero prevedeva di evitare accuratamente di colpire le strutture calcistiche, le squadre, i turisti, gli spettatori e le autorità internazionali; vennero proibiti attacchi a meno di 600 metri dagli stadi. Nonostante queste limitazioni i gruppi guerriglieri montoneros eseguirono con successo almeno diciotto attacchi con lanciarazziRPG-7 che colpirono alcune lugubri strutture della repressione come l'ESMA, comandi dell'esercito, scuole superiori militari, strutture di polizia, perfino laCasa Rosada, residenza del presidente Videla. Questi attacchi tuttavia non ricevettero alcuna pubblicità dai mezzi di comunicazione e in pratica passarono completamente sotto silenzio durante i mondiali.[44]
Il fallimento dell'azione politico-propagandistica provocò accese polemiche all'interno del movimento montoneros; si diffusero anche voci di possibili accordi segreti conclusi con il regime militare per salvaguardare il pacifico svolgimento del mondiale; alcune fonti affermarono anche di incontri segreti all'estero tra l'ammiraglio Massera e Mario Firmenich durante i quali il dirigente montonero avrebbe ricevuto forti somme di denaro. In particolare furono i famigliari di Elena Holmberg, una diplomatica argentina che nel dicembre 1978 venne sequestrata e uccisa, che divulgarono le notizie del presunto accordo segreto tra Firminich e Massera che la Holmberg avrebbe scoperto e a causa del quale sarebbe stata eliminata. Queste voci peraltro non sono mai state confermate e i dirigenti montoneros hanno sempre recisamente negato di avere avuto contatti con l'ammiraglio Massera.[22][45]
La formula del torneo era la stessa dei campionati del 1974; sarebbero stati formati quattro gruppi eliminatori di quattro squadre ciascuno, numerati da 1 a 4. Al termine della prima fase si sarebbero qualificate le prime due di ogni gruppo; per la classifica dei gruppi in caso di parità di punti sarebbe stata presa in considerazione la differenza reti e, in caso di parità di differenza reti, il numero di gol segnati; in ultima istanza si sarebbe proceduto al sorteggio.
Nella seconda fase sarebbero stati formati due gironi di semifinale di quattro squadre ciascuno, chiamatiGruppo A eGruppo B. Nel Gruppo A sarebbero state inserite le prime squadre dei gruppi 1 e 3 e le seconde dei gruppi 2 e 4; nel Gruppo B le prime dei gruppi 2 e 4 e le seconde dei gruppi 1 e 3. I criteri in caso di parità di punti sarebbero stati gli stessi validi per gruppi di qualificazione.
Le prime classificate dei gironi di semifinale avrebbero disputato la finale per il primo posto, mentre le seconde avrebbero giocato la finale per il terzo posto.
Delle 6 sedi utilizzate, lo stadio nazionale argentino, l'Estadio Monumental di Buenos Aires è stato il luogo più grande e più utilizzato, ospitando 9 partite in totale, inclusa la finale. Lo stadio Carreras di Cordoba ha ospitato 8 partite, gli stadi di Mendoza, Rosario e Mar del Plata hanno ospitato 6 partite e lo stadio Jose Amalfitani di Buenos Aires ha ospitato 3 partite. Lo stadio Minella di Mar del Plata è stato pesantemente criticato a causa del suo pessimo terreno di gioco, che è stato giudicato «quasi ingiocabile»; mentre lo stadio Amalfitani di Buenos Aires, lo stadio meno utilizzato per questo torneo, è stato elogiato per il suo ottimo piazzamento.
Il Brasile è stato costretto dagli organizzatori del torneo a giocare tutte e tre le sue prime partite del girone a Mar del Plata.
Nota bene:nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.
Le nazioni partecipanti ai campionati mondiali del 1978 con l'indicazione del piazzamento raggiunto al termine del torneo.
Alla vigilia della competizione le squadre più accreditate dalla critica per la vittoria finale erano il Brasile, i Paesi Bassi, la Germania Ovest, campione del mondo uscente, l'Argentina padrona di casa.[46]
Il Brasile, reduce dal deludente campionato del mondo del 1974 che sembrava aver decretato un importante indebolimento del calcio sudamericano, dal febbraio 1977 era allenato, dopo la sostituzione diOswaldo Brandão, dal nuovo commissario tecnicoCláudio Coutinho, personaggio di notevole cultura, tecnicamente molto preparato e profondo conoscitore delle nuove tattiche del football moderno. Pur privo di grandi esperienze calcistiche, Coutinho godeva della piena fiducia del presidente della federazione calcistica brasiliana, l'ammiraglio Heleno Nunes.[47] Il nuovo commissario tecnico procedette a un radicale rinnovamento degli organici della nazionale e degli aspetti tecnico-tattici del gioco della selezione; della formazione del 1974 rimasero in squadra solo il portiereLeão e il centrocampistaRoberto Rivelino, peraltro in precarie condizioni fisiche, mentre Coutinho confidava nell'apporto decisivo di alcuni giovani calciatori di grande qualità comeReinaldo,Dirceu,Toninho Cerezo,Roberto eZico; il commissario tecnico inoltre preferì rinunciare al centrocampistaFalcão, preferendo convocareChicão.[48] Una serie di brillanti prestazioni della nuova selezione brasiliana durante unatournée in Europa sembrarono confermare la forza del Brasile rinnovato di Coutinho.
I Paesi Bassi erano stati protagonisti della rivoluzione calcistica degli anni 70 e il lorocalcio totale aveva impressionato tecnici e pubblico nello sfortunato mondiale del 1974, ma alla vigilia dei campionati argentini la squadra mostrava segni di involuzione del gioco. La rappresentativa olandese inoltre era priva del fuoriclasse Johann Cruijff che aveva deciso di non partecipare temendo per la propria sicurezza fisica, e dell'ottimo centrocampistaWillem van Hanegem che era entrato in contrasto con i compagni per motivi legati ai premi-partita. Il commissario tecnico era l'austriacoErnst Happel; austero e rigido fautore della disciplina, Happel era un grande esperto di tattica e aveva rafforzato la solidità difensiva della squadra che era ancora imperniata sul nucleo storico della formazione del 1974:Ruud Krol,Johann Neeskens,Rob Rensenbrink eJohnny Rep.[49]
La Germania Ovest, campione del mondo uscente, era ancora allenata dall'esperto commissario tecnicoHelmut Schön, ma non era più la squadra imbattibile della prima metà del decennio, quando era riuscita a vincere in sequenza ilcampionato d'Europa 1972 e ilcampionato del mondo 1974; infatti, dopo aver sfiorato la seconda vittoria continentale alcampionato d'Europa 1976, la nazionale tedesca aveva perso alcuni giocatori fondamentali comeGerd Müller,Wolfgang Overath,Paul Breitner e soprattuttoFranz Beckenbauer, giocatore di grande personalità e di notevoli qualità tecniche che aveva preferito trasferirsi negli Stati Uniti. La squadra tedesca che giunse in Argentina tuttavia era ancora una formazione valida e temuta, rafforzata da alcuni giovani di promettenti qualità comeKarl-Heinz Rummenigge,Hansi Müller,Manfred Kaltz.[50]
L'Argentina era padrona di casa e poteva godere di un entusiastico e caloroso supporto da parte del pubblico, ma la squadra era anche sottoposta a una logorante pressione da parte dell'ambiente calcistico, dell'organizzazione e dello stesso regime militare.[51] Dopo le tante delusioni e le ripetute sconfitte dell'Argentina nella storia dei campionati mondiali, c'erano grandi aspettative di vittoria. Alla vigilia dell'inizio del torneo i giocatori argentini furono ricevuti allaCasa Rosada dal generale Videla in persona che tenne un discorso dalle connotazioni militaresche in cui il dittatore paragonava i calciatori a una «truppa da combattimento» e ad «ambasciatori», auspicava una vittoria per il «popolo argentino» e per il prestigio internazionale argentino; il generale Videla sollecitava quasi la «vittoria a ogni costo», incitava i calciatori a «sentirsi ed essere realmente vincitori», anche se invitava a tenere un comportamento corretto basato suljuego limpio.[51][52] Dall'autunno 1974 il commissario tecnico dell'Argentina eraCésar Luis Menotti, soprannominatoEl Flaco (il "secco"), personalità carismatica e austera che aveva imposto le sue idee e costruito lentamente una nazionale imperniata sulla disciplina, sulla coesione, sul gioco offensivo, sul collettivo.[53] Menotti, iscritto alPartito Comunista Argentino e legato strettamente agli ambienti della sinistra, aveva ugualmente la fiducia dei dirigenti sportivi e godeva di piena autonomia. Egli decise di continuare a svolgere il suo incarico nonostante fosse a conoscenza in parte della situazione del paese e comprendesse come potesse divenire uno strumento del potere, ritenendo di avere un impegno morale nei confronti soprattutto del popolo argentino e dei suoi calciatori.[54]
Menotti proseguì il suo programma con tenacia ed energia; decise di costruire una squadra compatta, estremamente combattiva, priva di individualismi, imperniata su calciatori dal grande spirito agonistico, comeDaniel Passarella eAmérico Gallego,[55] che giocavano nel campionato argentino; tra i calciatori che militavano all'estero soloMario Kempes, che giocava in Spagna, venne incluso nella formazione; vennero esclusiEnrique Wolff,Rubén Ayala eOsvaldo Piazza, che giocavano in Europa, e anche, nonostante alcune polemiche di stampa, il giovane e promettenteDiego Armando Maradona.[56]Norberto Alonso, sostenuto dai dirigenti, venne incluso ma Menotti era intenzionato a metterlo da parte. La rinuncia di Carrascosa, molto amico di Menotti, venne accettata dal commissario tecnico che richiedeva ai suoi giocatori di «sacrificare tutto, anche la famiglia».[57]
Le qualificazioni al campionato mondiale di calcio di Argentina 1978 videro l'iscrizione di centosei squadre nazionali, mentre il torneo finale ne prevedeva la partecipazione di sedici. Essendo già qualificate di diritto l'Argentina, paese organizzatore e laGermania Ovest, campione in carica, erano disponibili solo quattordici posti, che sarebbero stati assegnati alle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione. Si trattò in assoluto, nel rapporto tra squadre iscritte e posti disponibili, del torneo di più difficile qualificazione della storia dei mondiali di calcio.[58]
Alla luce di queste partecipazioni ci furono due nazioni esordienti, la Tunisia e l'Iran, invece tre, Francia, Spagna e Ungheria, disputarono il loro ultimo mondialenel 1966, e l'Austria addiritturanel 1958. Per il resto, a parte Perù e Messico assentidal 1970, tutte le altre erano presenti nell'ultima edizione.
Il sorteggio dei gruppi eliminatori venne effettuato aBuenos Aires il 14 gennaio 1978 in diretta televisiva, alla presenza del presidente dellaFIFA, il brasilianoJoão Havelange, del segretario generale, lo svizzeroHelmut Käser, e del vicepresidente, il tedescoHermann Neuberger, il bambino di tre anni Ricardo Teixera Havelange, nipote del presidente della FIFA, estrasse dall'urna i bussolotti dentro cui erano inseriti i biglietti con i nomi della squadre partecipanti.[59]
Alla vigilia del sorteggio non mancarono insinuazioni sulla presunta scarsa affidabilità e correttezza della metodica adottata: si evocarono precedenti sorteggi affidati a bambini che, con modalità molto semplici, erano stati verosimilmente alterati per favorire la squadra di casa. Di fatto invece, dopo l'estrazione dei cilindri risultò che l'Argentina, testa di serie nel gruppo 1, non era stata affatto favorita: erano infatti state sorteggiate nel suo girone tre forti squadre europee, laFrancia, in fase di crescita tecnica e tattica grazie alla presenza di alcuni ottimi giocatori, tra cui soprattuttoMichel Platini, la temutaUngheria e l'Italia. Il commissario tecnicoCésar Luis Menotti espresse le sue preoccupazioni e si augurò una maggiore «fortuna» in campo durante il torneo.[60]
Va detto che l'abbinamento tra Argentina e Italia non fu deciso dal sorteggio:[61] le due squadre erano state infatti inserite nello stesso girone, in fase di definizione delle "fasce" di sorteggio.[61] Non esistendo all'epoca unranking ufficiale, la FIFA alla vigilia del sorteggio doveva decidere le modalità dell'estrazione, e, soprattutto, scegliere le teste di serie; queste godevano del vantaggio di concordarsi tra loro i gironi, e quindi la sede delle proprie tre partite, nonché del ritiro (importante anche in funzione delle enormi distanze tra le città argentine).[61] Scontata la presenza come testa di serie dei padroni di casa e dei campioni del mondo in carica dellaGermania Ovest, secondo Havelange a questi avrebbero dovuto aggiungersi iPaesi Bassi finalisti uscenti, più ilBrasile;[61] dal canto suoArtemio Franchi, presidenteUEFA, sosteneva che dovessero invece essere teste di serie le nazionali che avessero vinto almeno un mondiale, e quindi l'Italia al posto degliOranje.[61]
Fu quindi trovato il compromesso di aggiungere la nazionale italiana come «quinta testa di serie», assegnandola in anticipo al girone dell'Argentina:[61] in questo modo l'Italia avrebbe giocato due sfide aMar del Plata, relativamente vicina alla sede della terza partita, ed era sicura di evitarsi Brasile, Paesi Bassi e Germania Ovest ma anche alcune nazionali "scomode" comeSpagna ePolonia;[61] ilbig match tra Argentina e Italia avrebbe inoltre garantito un buon incasso, così come Buenos Aires e Mar del Plata erano le due città che garantivano la maggior capienza alberghiera, fattore importante per ospitare i tanti argentini di origine italiana che avrebbero seguito la squadra azzurra. Si fece inoltre in modo che non finissero nello stesso girone due squadre latinoamericane, quindiPerù eMessico furono destinate ai gruppi di Germania e Polonia.[61]
Ecco la composizione delle fasce destinate al sorteggio:[62]
Questo girone era teoricamente il più difficile ed equilibrato. GliAzzurri erano stati clamorosamente eliminati al primo turno nell'edizione 1974, ma dopo quel fallimento avevano intrapreso, con molte difficoltà iniziali, un profondo e radicale processo di rinnovamento dei giocatori e soprattutto delle caratteristiche tecnico-tattiche del gioco, per adeguarsi alla rivoluzione calcistica emersa dall'ultima edizione, a opera soprattutto del calcio europeo.
Il commissario tecnico italiano era oraEnzo Bearzot, che si presentò con una Nazionale nuova e ricca di giovani, capace di eliminare l'Inghilterra nelle qualificazioni. La squadra era imperniata sull'asse portante delblocco-Juve, squadra che in quel momento aveva vinto cinque dei precedenti sette campionati diSerie A: tra i punti fermi c'eranoDino Zoff,Gaetano Scirea,Claudio Gentile,Antonello Cuccureddu,Franco Causio,Romeo Benetti,Marco Tardelli eRoberto Bettega.[63] Alla vigilia della manifestazione non erano tuttavia mancate le polemiche giornalistiche per un presunto decadimento della forma della squadra, che aveva chiuso con un deludente 0-0 tra i fischi del pubblico l'ultima amichevole prima del mondiale giocata contro laJugoslavia aRoma. Bearzot decise quindiin extremis di modificare la formazione-base, inserendo tra i titolari i giovaniAntonio Cabrini in difesa ePaolo Rossi, capocannoniere uscente delcampionato italiano, in attacco.
Il terzino italianoGentile alle prese con la punta argentinaKempes nella sfida del 10 giugno
L'Italia mostrò un gioco sorprendentemente brillante e offensivo nelle tre partite del girone, che vinse a punteggio pieno. Iniziò battendo la Francia per 2-1 con reti di Rossi e diRenato Zaccarelli, pur avendo subito un gol diBernard Lacombe dopo una trentina di secondi dall'inizio della gara, l'Ungheria per 3-1 con gol di Rossi, Bettega e Benetti, e i padroni di casa per 1-0[64] con la rete di Bettega. L'altra qualificata del girone fu l'Argentina, che mostrò nelle tre partite grande spirito agonistico e fu anche fortemente sostenuta dal pubblico di casa. Con l'Ungheria gli argentini, nervosi e tesi, subirono nei primi minuti il gol dell'unghereseKároly Csapó, pareggiarono quasi subito con il centravantiLeopoldo Luque ma dovettero attendere la parte finale del secondo tempo per passare in vantaggio (2-1) conDaniel Bertoni.[65] L'arbitro Garrido consentì un gioco duro ma sostanzialmente corretto fino al 2-1 per l'Argentina, quando i magiari capirono di non averne più e cominciarono una caccia all'uomo contro i giocatori di casa. Questa culminò con una violenta gomitata rifilata daTibor Nyilasi (durante un contrasto) all'autore del secondo gol argentino,Norberto Alonso, che non reagì e continuò anzi la gara sanguinando dal naso. L'arbitro, pur essendo molto vicino all'azione, assegnò semplicemente un calcio di punizione. Un minuto più tardi,András Törőcsik, già ammonito, intervenne in modo molto duro suAmérico Gallego disinteressandosi completamente della palla e fu espulso. Al 90'Sándor Pintér rifilò un calcione da dietro aOsvaldo Ardiles che rimase a terra frastornato, ma l'arbitro richiamò solo verbalmente il numero 10 ungherese, invitandolo alla calma. Durante il recupero, però, ancoraTibor Nyilasi, graziato in precedenza, rifilò una violenta ginocchiata adAlberto Tarantini e l'arbitro non poté far altro che mostrargli ilcartellino rosso.
Nella seconda gara la squadra allenata dal commissario tecnicoCésar Luis Menotti fu messa in difficoltà anche dalla Francia; al 20' fu annullato un gol all'argentinoRené Houseman per un fuorigioco dubbio, tuttavia le immagini dell'epoca non chiariscono la situazione. Al 28' invece l'Argentina si vide negare un rigore per fallo diDominique Bathenay, che fu anticipato daLeopoldo Luque (lanciato daArdiles), ma il guardalinee segnalò unfuorigioco diMario Kempes in realtà totalmente passivo (regola introdotta nel 1924 e rimasta sempre in vigore).[66][67] Al 37' ancora Luque fu lanciato sulla sinistra e venne atterrato appena dentro l'area daMarius Trésor, ma l'arbitro Dubach concesse un calcio di punizione dal limite. Al 45' un rigore concesso per un fallo di mano forse involontario ma evidente commesso nuovamente daTresor consentì agli argentini di passare in vantaggio con il capitanoDaniel Passarella; nel secondo tempo i francesi ebbero alcune occasioni e pareggiarono conMichel Platini, ma la partita fu decisa a favore dell'Argentina da uno spettacolare gol di Leopoldo Luque con un gran tiro di destro al volo (dopo uno stop e un rimbalzo) da circa 20 metri al 73'.[65] Al 78'Didier Six imbeccato daMichel Platini venne spinto appena fuori area dallo stessoLuque (tornato in ripiegamento difensivo) e cadde all'interno di essa ma l'arbitro non fischiò. L'Argentina vinse ancora per 2-1.
La squadra di casa venne tuttavia sconfitta nella terza gara (ininfluente ai fini della qualificazione) dall'Italia per 1-0, con un gol di Bettega, e quindi si classificò seconda nel girone perdendo così il diritto di giocare i successivi incontri aBuenos Aires.
I tedeschi occidentalicampioni del mondo in carica evidenziarono un chiaro indebolimento complessivo dopo l'abbandono della nazionale da parte di giocatori di grande qualità qualiFranz Beckenbauer eGerd Müller. Il 1º giugno terminarono con un deludente 0-0 la partita inaugurale della manifestazione alloStadio Monumental diBuenos Aires contro la Polonia, squadra che invece manteneva l'ossatura di fondo della formazione che aveva ben figurato nell'edizione precedente dove si era classificata terza. La prima giornata si chiuse con la prima vittoria di una squadraafricana in un Mondiale, cioè col 3-1 della Tunisia sul Messico. Quest'ultima squadra venne poi travolta per 6-0 dalla Germania Ovest nella seconda gara, grazie anche a una doppietta del promettenteKarl-Heinz Rummenigge, proprio mentre i polacchi battevano per 1-0 i tunisini con un gol del capocannoniere di quattro anni prima,Grzegorz Lato.
Il difensore tunisinoJebali e il centrocampista tedescoFlohe in lotta per la palla nella sfida del 10 giugno.
Si giunse infine all'ultima giornata con icentroamericani già eliminati che furono sconfitti anche dalla Polonia, per 3-1, con due gol del giovaneZbigniew Boniek. I tedeschi pareggiarono, nuovamente per 0-0, ora contro la modesta Tunisia comunque ancora in corsa per il passaggio del turno.
Alla luce di questi risultati la Polonia vinse il girone con cinque punti, mentre i tedeschi si classificarono secondi con quattro.
Nella prima giornata l'Austria vinse 2-1 contro la Spagna grazie ai gol diWalter Schachner e diHans Krankl, mentre le altre due squadre pareggiarono 1-1. Uncalcio di rigore di Krankl consegnò una nuova vittoria agli austriaci ora contro gliscandinavi, mentre iVerdeoro ottennero contro gliiberici un altro pareggio, per 0-0.
Si arrivò quindi all'ultimo turno con l'Austria ormai certa della qualificazione, e con tutte le altre squadre ancora in corsa. Ad avere la meglio furono però isudamericani, che sconfissero gli austriaci nello scontro diretto, mentre nell'altra gara, a questo punto inutile per il passaggio del turno, gli spagnoli vinsero 1-0 contro gli svedesi, condannandoli così all'ultimo posto.
In base quanto detto si qualificarono quindi l'Austria come prima, e il Brasile come seconda. IVerdeoro mostrarono però un'inattesa sterilità realizzativa: misero infatti a segno solo due reti in tre incontri.
Questo girone comprendeva i Paesi Bassi, che, pur privi del loro miglior giocatore,Johan Cruijff, erano pur sempre finalisti uscenti, oltre che protagonisti della rivoluzione tecnico-tattica del cosiddettocalcio totale.
Nella prima giornata gliOranje vinsero con un netto 3-0 sull'Iran e lo stesso fece il Perù sulla Scozia (3-1), mentre nella seconda si registrarono due pareggi. Si giunse poi all'ultima giornata con il Perù e i Paesi Bassi che godevano quindi di ottime possibilità di passare il turno, tuttavia le cose andarono diversamente per le due squadre: se infatti isudamericani piegarono per 4-1 gliasiatici grazie anche alla tripletta diTeófilo Cubillas, già autore di cinque gol nella manifestazione, gliOranje rischiarono addirittura una clamorosa eliminazione al primo turno, in quanto furono inaspettatamente battuti dagli scozzesi per 3-2 e vennero agganciati in classifica; in questo incontro l'attaccante olandeseRob Rensenbrink mise peraltro a segno, su calcio di rigore, il gol numero mille della storia dei mondiali.
In base a questi risultati il Perù vinse il gruppo, mentre i Paesi Bassi riuscirono comunque a classificarsi secondi grazie alla miglioredifferenza reti.
Nel gruppo A vennero inserite l'Italia e l'Austria, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 1 e del gruppo 3, più laGermania Ovest e iPaesi Bassi, giunte seconde nel gruppo 2 e nel gruppo 4.
Nella prima giornata gliAzzurri pareggiarono senza reti contro i tedeschi occidentali, colpendo vari legni e sfiorando la rete con un tiro diRoberto Bettega respinto sulla linea daBerti Vogts, mentre gliOranje, che avevano sostituito in portaJan Jongbloed conPiet Schrijvers dopo i tre gol incassati contro la Scozia, vinsero sugli austriaci con un netto 5-1. Nuovo pareggio, ora per 2-2, dei campioni in carica contro i Paesi Bassi, in quella che era una sorta di riedizione dell'ultima finale mondiale, mentre l'Italia riuscì a prevalere sull'Austria per 1-0 con un gol diPaolo Rossi.
Si arrivò così all'ultima giornata con la sola certezza dell'eliminazione degli austriaci, mentre le altre squadre avevano varie possibilità di andare in finale, o almeno di passaggio del turno: buone di vittoria per i Paesi Bassi, primi e con una largadifferenza reti, tuttavia questi sarebbero stati scalzati dall'Italia in caso di sconfitta nello scontro diretto. Più complicata invece la situazione dei campioni in carica, che comunque, vincendo contro una nazionale che non aveva ormai più nulla da chiedere al torneo, avrebbero con ogni probabilità disputato almeno la finale per il terzo posto.
ABuenos Aires l'Italia passò in vantaggio grazie a un'autorete diErnie Brandts, che si riscattò poco dopo segnando il pareggio, e alla fine gliOranje s'imposero con la rete diArie Haan. Entrambe le reti arrivarono con conclusioni da fuori area[68] eDino Zoff fu criticato dalla stampa per i gol subiti da lontano. In occasione del primo gol olandese vi fu comunque qualche polemica per un pallone non restituito dopo che era stato buttato fuori da Zoff per riprendersi da una botta subita.[69] ACórdoba, invece, non ci si stupì quando le due squadre arrivarono all'intervallo con i tedeschi in vantaggio per 1-0, tuttavia nel prosieguo il risultato si portò, grazie ad alcuni capovolgimenti di fronte, sul 2-2. Questo punteggio, che combinato con quello dell'altro incontro mandava la Germania Ovest a giocare la finale per il terzo posto, durò però solo fino all'88': quiHans Krankl portò infatti clamorosamente in vantaggio l'Austria, eliminando così entrambe le squadre. La partita, finita 3-2, passò alla storia come "miracolo di Córdoba".
In base a questi risultati i Paesi Bassi ebbero accesso alla finale, la seconda consecutiva, mentre l'Italia si qualificò, nonostante la sconfitta, alla finale per il terzo posto.
Un duello a centrocampo fra il brasilianoCerezo e il peruvianoCubillas, nella gara del 14 giugno.
Nel gruppo B vennero inserite laPolonia e ilPerù, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 2 e del gruppo 4, più l'Argentina e ilBrasile, giunte seconde nel gruppo 1 e nel gruppo 3.
Questo gruppo fu caratterizzato dagli episodi più controversi del Mondiale. Nei primi turni di gara il Brasile mostrò un netto miglioramento del gioco e della capacità realizzativa; il commissario tecnicoCláudio Coutinho aveva profondamente modificato la formazione, escludendo veterani comeRivelino e dando contemporaneamente fiducia a giovani giocatori comeToninho Cerezo,Batista,Roberto Dinamite eZico.
Nella prima giornata iVerdeoro sconfissero nettamente 3-0 il Perù con una doppietta diDirceu e uncalcio di rigore di Zico; i peruviani, dopo i brillanti risultati del primo turno, apparvero molto più deboli[70] e non riuscirono più a segnare. Nell'altra partita l'Argentina, nellostadio di Rosario e in un clima di grande entusiasmo, batté faticosamente 2-0 la solida Polonia: la squadra europea, dopo essere passata in svantaggio con un gol di testa diMario Kempes fallì uncalcio di rigore per un vistoso fallo di mano argentino sulla linea di porta (Kazimierz Deyna si fece parare il tiro dall'ottimoUbaldo Fillol), mentre nella ripresa Kempes siglò il raddoppio in contropiede.[71] Nel secondo turno di gare si giocò la sfida diretta tra l'Argentina e il Brasile che, dopo un incontro equilibrato dominato dalle difese delle due squadre, si concluse con uno 0-0, mentre la Polonia sconfisse il Perù per 1-0.
Divenne quindi decisivo l'ultimo turno di gare, che però non venne giocato in contemporanea: alle ore 16.45 si sfidarono infatti i brasiliani e i polacchi nello stadio diMendoza, mentre alle ore 19.15 fu il turno della partita tra gli argentini e i peruviani, che si disputò aRosario. Nella prima gara le due squadre, entrambe ancora in corsa, giocarono una partita spettacolare e combattuta che si concluse sul 3-1 per i sudamericani: decisiva fu la doppietta di Roberto nel secondo tempo, dopo che nel primo tempo al gol su tiro dalla lunga distanza diNelinho aveva replicato il pareggio diGrzegorz Lato.[72]
Per arrivare in finale quindi l'Argentina avrebbe dovuto battere il Perù (ormai privo di motivazioni importanti) con almeno quattro reti di scarto: il commissario tecnicoCésar Luis Menotti mise in campo una squadra con ben quattro attaccanti, Kempes,Leopoldo Luque,Oscar Ortiz eDaniel Bertoni. La partita fu caratterizzata ancor prima del suo inizio da episodi incresciosi e sospetti. In sede di critica successiva ai fatti, alcuni autori hanno dichiarato che sarebbero giunte pressioni ai giocatori peruviani, sia da parte argentina che brasiliana; inoltre si è scritto di finanziamenti erogati al Perù dall'Argentina e di stretti legami del presidente peruviano con la giunta militare argentina.[72] Come se non bastasse, la notte precedente la partita i peruviani furono disturbati in albergo dal comportamento dei tifosi locali, mentre il giorno della gara l'autobus con i giocatori peruviani impiegò due ore per coprire il tragitto, in teoria di un quarto d'ora, fino allo stadio, e alla fine si fermò davanti alla curva argentina.[73]
A ogni modo la partita, giocata in un clima incandescente, non fu inizialmente sfavorevole al Perù, che colpì anche un palo, tuttavia gli argentini già nel primo tempo segnarono due reti e alla fine vinsero per 6-0; questo grazie alle doppiette di Kempes e Luque e ai gol diAlberto Tarantini e diRené Houseman. Il portiereRamón Quiroga, argentino di Rosario naturalizzato peruviano, pur giocando una onesta partita[74] diventò il bersaglio di aspre polemiche da parte della schiera che alimentava ostilità verso la dittatura argentina: entrambe le squadre negarono qualsiasi tentativo dicombine, ma la partita fu rinominata da alcunimarmelada peruana ("marmellata peruviana").[75] Tuttavia nessun tipo di accusa fu mai provata. Solo a partire dall'edizione del 1986 laFIFA stabilirà la contemporaneità delle ultime partite dei gironi, onde evitare polemiche o risultati di comodo; ciò anche dopo il cosiddettopatto di non belligeranza di Gijón avvenuto nell'incontro fra Germania Ovest e Austria nell'edizione del 1982.[76]
In base a questi risultati andarono in finale i padroni di casa, mentre il Brasile giocò la finale per il terzo posto.
Alla finale per il terzo posto ebbero accesso le seconde dei due gruppi, l'Italia e ilBrasile. GliAzzurri si portarono in vantaggio conFranco Causio al 38' del primo tempo e poco dopo colpirono anche una traversa e un palo. Nella ripresa mostrò però, come in parte già accaduto nella partita con iPaesi Bassi, segni di deterioramento della condizione fisica e subì le reti diNelinho al 63', con uno spettacolare tiro a effetto da fuori area, e diDirceu al 70' con un altro potente tiro dal limite dell'area.
Il Brasile conquistò quindi il terzo posto, ma l'Italia ricevette elogi per i risultati ottenuti e per il gioco offensivo mostrato per gran parte del torneo. Il portiere italianoDino Zoff venne però fortemente criticato per aver subito nelle ultime due partite quattro reti con tiri dalla grande distanza.[77]
Il capitano argentinoDaniel Passarella con il trofeo al termine della finale di Buenos Aires del 25 giugno
La finale venne giocata il 25 giugno aBuenos Aires tra le due squadre che avevano vinto gli ultimi due gruppi, l'Argentina e iPaesi Bassi, in unostadio Monumental inondato dai tifosi con coriandoli e con rotoli di carta, in un'atmosfera di forte tensione e di fervore nazionalistico.[78]
La partita ebbe inizio con alcuni minuti di ritardo: i padroni di casa ritennero pericolosa la vistosa fasciatura al polso e alla mano destra diRené van de Kerkhof, che venne sommariamente modificata, dopo vivaci discussioni, in particolare del capitano argentino Passarella, tra le proteste olandesi per l'atteggiamento argentino, e finalmente l'arbitro italianoSergio Gonella poté dare inizio alla partita.[79]
La partita fu drammatica e aspramente combattuta: gli argentini passarono in vantaggio alla fine del primo tempo grazie a una rete realizzata dalla corta distanza dal capocannoniereMario Kempes alla fine di una veloce incursione in area di rigore, mentre durante il secondo tempo gliOranje cercarono ripetutamente il gol senza successo. Questo almeno fino all'81', quando il pareggio arrivò dopo un colpo di testa in area diDick Nanninga, da poco entrato in campo al posto di Rep. Al 90'Rob Rensenbrink colpì a distanza ravvicinata il palo della porta argentina, sfiorando una clamorosa vittoria inextremis.[80]
Nei tempi supplementari, in un ambiente sempre più surriscaldato, gli argentini ebbero però la meglio, segnando il secondo gol con Kempes dopo una confusa mischia in area, mentre il definitivo 3-1 venne realizzato daDaniel Bertoni con un tiro in diagonale dalla corta distanza, dopo un contropiede veloce. Gli ultimi minuti furono poi giocati in un'atmosfera di straordinaria euforia patriottica del pubblico dello stadioMonumental.[81]
La gara fu caratterizzata dall'estremo agonismo, dal gioco frammentario e a tratti violento e dall'acceso tifo del pubblico argentino. L'arbitraggio di Gonella fu ritenuto insufficiente dalla critica sportiva e venne fortemente contestato dalla squadra olandese. In particolare nei tempi supplementari la partita divenne caotica e molto dura: entrambe le squadre praticarono un gioco estremamente falloso, mentre gli argentini assunsero atteggiamenti ostruzionistici per guadagnare tempo.[82] Secondo gliOranje non vennero sanzionati alcuni episodi di violenza da parte argentina, come la gomitata diDaniel Passarella aJohan Neeskens. I Paesi Bassi però risposero colpo su colpo, tant'è che gli argentini Tarantini (gomitata diJohan Neeskens)[83] e Luque terminarono la partita con le magliette sporche di sangue. Ciò nonostante, come era consuetudine all'epoca (salvo casi eccezionali), non vi furono espulsioni, sebbene la partita fosse stata giocata in maniera violenta da entrambe le parti.[84]
Molto irritati per l'arbitraggio di Gonella,[84] considerato permissivo e favorevole agli argentini, gli olandesi abbandonarono il campo al termine della partita e rifiutarono di ricevere il premio per il secondo posto;[85] da par loro gli argentini fecero notare che la contestata azionePassarella-Neeskens nacque da un netto fallo di mano volontario sulla tre quartiOranje non fischiato, e che lo stesso Neeskens diede una gomitata aTarantini (che perse molto sangue dalla bocca) poco dopo.
Il trofeo venne consegnato, in un'atmosfera di straordinario entusiasmo patriottico del pubblico, al capitano argentino Passarella personalmente dal capo della giunta militare, il generaleJorge Videla, presente allo stadio insieme ad altre personalità del regime.