Tipico borgo marinaro, centro turistico noto per il suo porticciolo e per i palazzi variopinti sul lungomare. È anche chiamata storicamente la "città dei mille bianchi velieri"[5].
Tra le altre vette del territorio il monte delle Bocche (506 m), il monte Tocco (471 m), il monte Esoli (441 m), il monte di Ruta (416 m), il monte Campana (340 m).
Tra i torrente e i rivi il torrente Gentile, il fossato del Migliaro, il rio del Boschetto, il rio Ponte di Cò, il fosso delle Chiappe, il rio Borghi, il fosso di San Nicolò, il fosso dei Pertusi, il fosso dei Monti, il fosso dell'Alluvione, la sorgente di Cala dell'Oro, il Vallone dei Fontanini, il fosso di San Fruttuoso.
L'aspetto architettonico più rilevante della cittadina è la presenza di edifici colorati che si affacciano sulla spiaggia. I colori e le linee più chiare orizzontali (dettemarcapiano) servivano ai marinai camogliesi per riconoscere più facilmente la propria abitazione tra i vari piani dei palazzi del borgo e farvi ritorno dopo la pesca. La maggior parte degli edifici del centro storico sono stati edificati con un susseguirsi di aggiunte e modifiche nel corso dei secoli. Spesso le aggiunte riguardavano anche singole stanze che modificavano l'aspetto sia interiore che esteriore dei palazzi. La nascita di un figlio di un navigante o quanto ricavato da un lungo imbarco, spesso erano le motivazioni da cui nasceva una nuova appendice al palazzo esistente.
Il litorale in una fotografia dei primi del Novecento
Nel 1913, secondo una moda il cui esempio più eclatante è il lungomare francese diNizza, vennero abbattuti i palazzi prospicienti il mare creando la passeggiata a mare, con la rotonda instile littorio. La scelta dell'abbattimento fu dettata anche dallo stato in cui versavano gli immobili, strutture in legno e pietra da secoli preda di ondate e salsedine. La spiaggia, o perlomeno l'incremento della poca preesistente, si ebbe con il terreno di risulta della realizzazione del tracciato dellaferrovia Genova-La Spezia, con l'apertura delle gallerie a levante (versoSanta Margherita Ligure) e a ponente (versoRecco). Dal materiale di risulta dei lavori al tracciato ferroviario si ottenne anche la trasformazione del territorio in prossimità della ferrovia stessa, con la creazione del terrapieno che andò a costituire le basi per l'attuale piazza Matteotti, su cui affaccia ilTeatro Sociale di Camogli.
La particolarità degli edifici costruiti a breve distanza dal mare si deve però alle caratteristiche del territorio. Camogli è costruita lungo le pendici di un rilievo quasi a picco sul mare.
Questo aspetto orografico ha l'effetto di garantire a Camogli un clima particolarmente temperato, tipico di alcune località del levante genovese, non riuscendo i venti freddi provenienti dallapianura Padana a raggiungere la costa. Anche per questo Camogli è un'apprezzata località turistica.
Iltoponimo Camogli è sicuramente di origine antica, ma dall'etimologia incerta e diverse sono le correnti di pensiero sul significato della parola stessa. Numerosi studiosi fanno derivare il vocabolo daCamulo o Camulio, nome attribuito alla divinitàMarte daiSabini edEtruschi, oppure da Camolio, divinitàgallo-celtica. Altri studi ritengono che la parola sia di originegreco-ligure e che significhi "terra in basso" da "cam" (in basso) e "gi" (terra). Questa traduzione coinciderebbe con la caratteristica topografica del borgo, a valle rispetto allaRua (Ruta).
Gli studiosi attuali forse erroneamente non ammettono più invece la teoria dello storico dell'Ottocento, il marchese Serra, secondo il quale Camogli si identificava con la lontana Casmona fondata daiLiguri Casmonati. In effetti la teoria della presunta lontananza di Casmona naufraga dinnanzi alle confutazioni che trovano Casmona indicante l'isola su cui sorge ancora oggi ilcastello della Dragonara (con la pedissequa denominazione di Casmonati assunta dagli abitanti del luogo intorno al 1200), e Ricina come denominazione della vicina cittadina diRecco.
Ci sono poi le suggestive ma del tutto fantasiose derivazioni dalgenovese, che fanno derivare la parola Camogli (Camoggi, in genovese) da "casa delle mogli" (pur essendo "moglie"mogê in genovese), le quali rimanevano a casa da sole aspettando il ritorno dei mariti imbarcati, o daCà a muggi ovvero "case a mucchi", per la particolare disposizione delle case.
Due illustrazione di Camogli, tratte daCamogli La Città Dei Mille Bianchi Velieri, di Gio Bono Ferrari (1982 – 1942). In alto il borgo come doveva apparire nel 1518, in basso nel 1915.
Il borgo di Camogli ha originipreistoriche: lo testimonia un insediamento, individuate durante le campagne di scavo succedutesi dal 1969 al 1977 nei pressi del Castellaro lungo il rio Gentile, strutturato suterrazzamenti artificiali dove sono visibili almeno due capanne rispettivamente datate, in base al materiale ceramico, al XVI e XIII secolo a.C. Nella stessa zona sono stati ritrovati reperti romani del II secolo a.C.
Testimonianze del V secolo d.C. raccontano dell'esistenza di una chiesa parrocchiale nell'area adiacente al porto. È infatti in questi secoli che si ipotizza il trasferimento dell'insediamento abitativo dal Castellaro alla zona in cui si trova il centro cittadino localizzabile a Priaro e nei pressi dell'attuale porto.[6]
Nel 641 Camogli subì un saccheggio ad opera deiLongobardi. In quell'anno il reRotari mise a ferro e fuoco quasi tutti i borghi liguri e in particolar modo quelli costieri,Genova compresa, annettendo ai territori longobardi la fascia costiera ligure, sino a quel momento sotto ladominazione bizantina. Un secolo più tardi, nel 774, i Longobardi, che avevano dominato la Liguria lasciando proprie vestigia, furono scacciati daCarlo Magno che, verso la fine dell'VIII secolo divise il territorio in contee; in seguito, nel X secolo, con la creazione dellemarche da parte deiFranchi, la riviera di levante fu compresa nellamarca obertenga della Liguria orientale.
Già sotto il dominio deivescovi di Milano, intorno all'anno 1000, cominciò a formarsi la "Camogli costiera e marinara" con citazioni nei testi dell'epoca dove compare con il nome di Vila Camuli; ed è dalMedioevo in poi che compare maggiormente nella storia genovese. Nel XII secolo fu eretto ilcastello della Dragonara, posto a difesa del borgo marinaro, che venne assalito e distrutto daGian Galeazzo Visconti eNicolò Fieschi nel 1366 e successivamente anche dalDucato di Milano nel 1438.
Dal XVI secolo si unì più strettamente a Genova e allasua repubblica, specie per le continue scorrerie dell'ammiraglio turcoDragut, che provvedette alle sue fortificazioni e al consolidamento del porticciolo, quest'ultimo completato nel 1624 con la costruzione del molo. Durante la dominazione genovese, e fino alla sua caduta nel 1797, fece parte del capitaneato diRecco.
Scorcio panoramico con, sulla destra, la collina del Castellaro
Come i territori della repubblica genovese anche Camogli fu interessata dalla dominazione napoleonica di fine Settecento che inserì il borgo marinaro, il 2 dicembre, nel dipartimento del Golfo del Tigullio, con capoluogoRapallo, all'interno dellaRepubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, fu elevata al titolo di capoluogo del II cantone della giurisdizione della Frutta. Proprio in questo periodo storico la disfatta navale dellabattaglia navale di Abukir, nella quale la flotta ligure guidata daNapoleone Bonaparte viene annientata dallamarineria inglese, portò all'investimento di massicci capitali degli armatori camogliesi nella costruzione di velieri mercantili, con richieste e appalti dai maggiori stati europei. Gli affari dei cantieri navali e nel più vario settore marinaro favoriranno un considerevole aumento dell'economia e degli scambi commerciali, con il conseguente sviluppo urbanistico del borgo, che in questa fase raggiunse il suo massimo storico.
Dal 1803 fu uno dei centri principali del VI cantone della Frutta, nella giurisdizione del Centro, che ebbe per capoluogo la vicina Recco. Annesso alPrimo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito neldipartimento di Genova.
Già nel 1856 la sua flotta è composta da 580 imbarcazioni iscritte alla Mutua Assicurazione Marittima Camogliese, fondata nel 1852 dal locale Nicolò Schiaffino, unica al mondo e composta da un armamento doppio di quello del compartimento marittimo diAmburgo, la quale restò attiva fino al 1888. Con l'avvento della navigazione a vapore le attività tradizionali marinare camogliesi vengono, nel tempo, sostituite dal turismo.
«D'azzurro, allanaveantica a tre vele latine, vogante sopra il mare di verde,fluttuoso d'argento verso una torre d'oro, fondata sopra unoscoglio al naturale, questo uscente dal mare nel fiancodestro dello scudo con una stella d'oro raggiante d'argento nel punto del capo. Ornamenti esteriori da Città.[7][8]»
«Drappo di azzurro con caricato al centro lo stemma comunale[7]»
Lo stemma comunale di Camogli è rappresentato con la raffigurazione centrale di una imbarcazione a tre vele latine, elemento atto a ricordare l'importante legame tra il borgo marinaro e l'attività nautica e di pesca. La torre sullo scoglio raffigurerebbe una versione stilizzata delcastello della Dragonara, mentre la stella d'oro raggiante simboleggerebbe la fortedevozione mariana verso laMadonna del Boschetto, patrona di Camogli, con la celebre festività dellaStella Maris.
Lo stemma comunale ed il titolo di Città sono stati concessi con ilregio decreto del 3 maggio 1877.[7][9]
Basilica Minore di Santa Maria Assunta nel capoluogo. Affacciata sul sottostante porticciolo, la parrocchiale del borgo si erge su quello che era l'antico insediamento dell'Isola, apparendo quasi decentrata rispetto al nucleo degli alti edifici policromi. Costruita nel XII secolo subì nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni e ampliamenti, presentandosi attualmente con facciataneoclassica e un interno a tre navate. In un'urna sono conservate le spoglie di san Fortunato.
Cappella vecchia di Sant'Anna nei pressi del monastero di San Prospero, risulta allo stato di rudere. Sopra al portale d'ingresso della chiesa è ubicata, in una nicchia, una statua di sant'Anna.
Cappella nuova di Sant'Anna nei pressi del monastero di San Prospero. Eretta probabilmente nel corso del Seicento.
Chiesa di San Nicolò di Capodimonte del XII secolo, situata lungo il sentiero che conduce dalla chiesa parrocchiale di San Rocco alla celebre Punta Chiappa. La chiesaromanica fu fondata, secondo la tradizione, nel XII secolo daimonaci di San Rufo nei pressi di una già presente cappella intitolata a san Romolo del 345. Abbandonata dal XV secolo per le frequenti incursioni deicorsari barbareschi e trasformata in abitazione civile dopo l'editto napoleonico, fu nuovamente riaperta al culto religioso dal 1870. Tra le tracce di affreschi vi è la raffigurazione di unaMadonna che protegge un'imbarcazione, laStella Maris, ripresa nel mosaico di Punta Chiappa e oggetto di venerazione durante le omonime festività religiose.
Via della Repubblica, nel centro storico camogliese
Palazzo comunale del XIX secolo.
Teatro Sociale, edificato dagli architetti Nicolò e Salvatore Bruno e aperto al pubblico dal 30 settembre 1876 con la messa in scena di un'opera diGiuseppe Verdi. La struttura, sita nelle immediate vicinanze dellastazione ferroviaria, fu ristrutturata nel 1933 da Raffaele Bruno. Tra il 2010 e il 2016, dopo lo stanziamento nel 2009 di fondi privati e pubblici (tra questi gli enti municipali di Camogli eRecco e l'alloraProvincia di Genova), il sito ha visto una nuova opera di restauro e recupero dell'intera struttura.
Palazzata di Camogli, cortina ottocentesca di palazzi, molto sviluppati in altezza e colorati con tinte vivaci, sita sulla passeggiata a mare (via Garibaldi, antico"caruggio drito"). La passeggiata fu realizzata nel 1914, demolendo un'analoga palazzata che sorgeva sul lato a mare del "caruggio drito".[10][11]
Palazzo Tassara, nel capoluogo, costruzione del XVII e XVIII secolo con annessa cappella.
Villa Gentile-Tassara nel capoluogo, del XX secolo e oggi sede di una struttura ricettiva alberghiera ("Cenobio dei Dogi").
Villa Schiaffino De Stefani, nel capoluogo, edificata nel corso del XVII secolo.
Casa di riposo per la gente di mare "Giovanni Bettolo" nel capoluogo, conosciuta anche con l'appellativo de "Casa dei marinai", voluta dall'avvocato Lorenzo Bozzo nel 1918 e portata avanti dal Comune di Camogli con voto unanime nella seduta consiliare dell'ottobre 1919 e nonché da singoli cittadini. L'edificio, edificato nel terreno del vecchio cimitero locale, fu progettato dall'ingegnere Carlo Montano e realizzato tra il 1930 e il 1931. All'inaugurazione, il 1° agosto 1931, parteciparono i sovrani d'Italia. Inizialmente gestita dalla costituita Opera Pia Giovanni Bettolo, dal 1934 fu presa in carico dall'Istituto nazionale della previdenza sociale.
Ex ospedale dei Santi Prospero e Caterina, nel capoluogo, la cui struttura primaria è risalente all'Ottocento alla quale fu aggiunto negli anni cinquanta del Novecento un adiacente corpo in cemento armato. L'edificio è in disuso.
Castello della Dragonara o Castel Dragone. Di originemedievale, fu eretto nel XII secolo in posizione elevata rispetto alla vicinabasilica di Santa Maria Assunta. Qui i camogliesi si ritrovavano per eleggere i loro rappresentanti o si ritiravano in momenti di pericolo, all'interno delle mura. Fu assalito e distrutto daGian Galeazzo Visconti eNicolò Fieschi nel 1366 e, dopo essere stato ricostruito, anche dalDucato di Milano nel 1438. Nel XVI secolo venne ancora adibito aprigione. Attualmente è sede di mostre ed eventi culturali dopo essere stato, fino al 1999, sede dell'Acquario Tirrenico.
Da Camogli partono numerosi sentieri per escursioni nei dintorni, in particolare nel promontorio di Portofino. In un'ora di cammino, passando per la frazione diSan Rocco si può raggiungere la vetta delmonte Portofino per godere della vista delgolfo di Genova. Sempre da San Rocco, si può scendere verso Porto Pidocchio, minuscolo porticciolo presso Punta Chiappa, lingua di pietra sul mare, meta di turisti durante tutto l'anno.
Dalla piccola spiaggia della baia di San Fruttuoso si può seguire un percorso per escursionisti esperti che passa a strapiombo sul mare, con passaggi spettacolari, e porta a San Rocco passando presso lebatterie di Punta Chiappa, dove ilRegio Esercito edificò lecasematte della "202.ma batteria di artiglieria costiera", che dopo l'8 settembre 1943 furono occupate dallaWehrmacht.
Altri luoghi di interesse o adatti per iltrekking sono Semaforo Nuovo e Semaforo Vecchio, edifici dismessi dallaMarina Militare, da dove partono diversi sentieri lungo tutto il promontorio.
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Camogli sono 279[14], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[15]:
Patroni di Camogli sono la Madonna del Boschetto, san Prospero e san Fortunato. La festa della Madonna del Boschetto si celebra il 2 luglio per commemorare l'apparizione che, in tale data, nel 1518 ebbe Angiola Schiaffino nel luogo ove oggi sorge ilsantuario dedicato alla Vergine. La festa di san Prospero si celebra il 31 agosto per commemorare il santo vescovo diTarragona che nel 409, di ritorno da una visita papale, si sdraiò per riposare sulla Via Romana sopra Camogli e rese l'anima aDio.
San Fortunato, unlegionario romano convertito alCristianesimo ed ucciso nel circo dai suoi stessi commilitoni, la cui salma arrivò a Camogli nel 1710 dietro le pressioni del parroco camogliese Padre Pellegrino De Negri che era confessore delpapa Clemente XI, è festeggiato la seconda domenica di maggio.
Biblioteca civica "Nicolò Cuneo". Labiblioteca conserva oltre quarantamila volumi, di cui la sezione più documentata è prettamente storica, lascito del concittadino Nicolò Cuneo, con un'ampia raccolta riguardante ilperiodo napoleonico erisorgimentale.
Biblioteca del monastero di San Prospero, fondata nel 1883.[16]
Biblioteca "La Millenaria" aRuta di Camogli. La biblioteca contiene una ricca sezione per bambini e ragazzi e una videoteca ben fornita.
Istituto Professionale Statale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione "Marco Polo", ex Istituto Padre Eugenio Barsanti. Per decenni l'Istituto P.E.Barsanti ha formato personale di bordo per laMarina mercantile italiana, con una sezione particolare per la formazione degli Ufficiali Radiotelegrafisti. Sodale al citato istituto era il Convitto Marconi, che ospitava gratuitamente (grazie anche all'interessamento di finanziatori privati, tra cui la famiglia di armatori Costa) ragazzi provenienti da famiglie disagiate di tuttaItalia (Sardegna in particolare). Direttore del Convitto Marconi fu per anni Padre Mereu, sostituito negli ultimi anni di attività da don Ugo Bonincontri, ex cappellano di bordo.
Il Civico museo marinaro di Camogli[17] fu ideato e fondato dal camogliese Gio Bono Ferrari nel 1937 e l'intera collezione marinara fu poi donata, nel 1938, al Comune di Camogli, attuale proprietario. Nel 1971 fu spostato nella sua sede attuale assieme al museo archeologico e alla biblioteca civica camogliese.
La nascita del museo civico archeologico fu possibile grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica dellaLiguria, il Centro Studi per la Storia Camogliese, l'Istituto per la Storia della Cultura Materiale diGenova e il Comune di Camogli. Inaugurato il 19 dicembre del 1981 e situato in una sala attigua al museo marinaro, raccoglie testimonianze e reperti dell'antico castellaropreistorico di Camogli risalente all'Età del ferro. Tra gli oggetti più antichi è conservata una piccolamoneta in argento cisalpina databile tra il III e il II secolo a.C.
La padella che ogni anno si usa per cucinare il pesce durante la Sagra del Pesce
Camogli è famosa soprattutto per le sueacciughe, di qualità freschissima e ottime per leacciughe sotto sale e poi anche per il pesce pescato nellatonnara, storica postazione di pesca fissa che viene da secoli posata annualmente dai pescatori del posto. Nella tonnarella di Camogli non vengono più pescati tonni da decenni ma principalmente palamite, boniti e ricciole.
Altro piatto tipico di Camogli è la capponadda, a base di pomodori, tonno, acciughe, mosciamme, bottarga, origano, gallette essiccate, capperi, cipolle, aceto, olio e sale.[Senza fonte che ne attesti la provenienza locale]
Oltre ai prodotti ittici che caratterizzano questo borgo, meritano una citazione i camogliesi al rhum: baci di cioccolato preparati con l'impiego del famoso liquore.
Ilpadellone quando non usato in via Garibaldi accanto il civico 60
Latonnara è un metodo dipesca a reti fisse che risale al 1600. Quella di Camogli è una delle cinque tonnare rimaste in tuttaItalia. La rete della tonnara è situata tra Camogli e Punta Chiappa, viene calata ad aprile e tolta tra fine agosto e inizio settembre. La tonnara è gestita dalla "Cooperativa Pescatori Camogli".[18][19][20]
In passato la parola “tonnara” veniva associata esclusivamente alla pesca deltonno rosso detto “tonno di corsa”; mentre il termine “tonnarella” veniva associato alla cattura non solamente del tonno, ma anche di altri pesci di passaggio; perciò quella di Camogli dovrebbe essere chiamata “tonnarella”. Nonostante ciò, al giorno d'oggi, al termine tonnara e al termine tonnarella viene attribuito lo stesso significato.[18][19]
Le prime notizie riguardanti la tonnara di Camogli risalgono al 1603, ma probabilmente è ancora più antica. La tonnara è stata in passato fonte di benessere per i cittadini di Camogli. Una parte del ricavato della pesca della tonnara veniva usato per migliorare le opere religiose e pubbliche della cittadina.[19][21][22]
Fino dai tempi antichi, la tonnara di Camogli viene calata a 400 metri da Punta Chiappa in direzione Camogli. Punta Chiappa è una lingua di roccia conglomerata nelmonte di Portofino che si estende sul mare del promontorio di Portofino. Punta Chiappa fa parte del comune di Camogli, delParco naturale regionale di Portofino e dell'Area marina protetta. Fulcro di attività legate alla pesca e al turismo, Punta Chiappa è un antico borgo di pescatori nel quale la pesca viene valorizzata attraverso il museo della Pesca, la tonnara e i ristoranti. Per raggiungere Punta Chiappa vi sono due modi: la si può raggiungere a piedi, seguendo il sentiero che parte dalla frazione diSan Rocco passando per San Nicolò di Capodimonte, un piccolo borgo conosciuto per lachiesetta medievale e per la pavimentazione del piazzale costituito darisseu, ciottoli di mare, e via mare.[23][24][25][26]
La costa è rocciosa costituita dal conglomerato del monte, il mare è limpido e profondo, infatti, in alcuni punti, può raggiungere la profondità di 50 metri. La parte a monte è costituita dalla macchia mediterranea; i differentimicroclimi favoriscono la vegetazione composta particolarmente dapini marittimi,ulivi,lecci,roverelle,pini d’Aleppo,corbezzoli emirto. La conformazione del fondale marino è costituita principalmente da massi e anfratti, creando un ambiente ideale perorate,occhiate,saraghi,murene,pagelli,ricciole ecernie. Le correnti marine favoriscono la crescita digorgonie, una famiglia di coralli.[27][28]
Le tonnare siciliane diBonagia e diFavignana e quelle sarde diCarloforte e diPortoscuso sono molto più grandi di quella di Camogli, che si estende per 340 metri. La tonnarella rispetto alla tonnara ha dimensioni minori e una struttura più semplice. Ogni anno, durante la stagione invernale, le reti vengono lavorate e intrecciate a mano dai pescatori della Cooperativa Pescatori Camogli.[20]
Una volta le reti erano ricavate intrecciando un'erba dalle foglie lunghe e sottili che cresceva sulmonte di Portofino, lalisca (ampelodesmos tenax). La lisca veniva fatta essiccare e poi intrecciata a mano dai pescatori aSan Fruttuoso per fare le reti. A partire dagli anni sessanta del XX secolo la raccolta della lisca è stata proibita. Il materiale usato per lavorare le reti è stato sostituito con la fibra di cocco (Ajengo Superiore) proveniente dall’India. La scelta di questo materiale è dovuta al fatto che rende la tonnarella completamente biodegradabile, in modo tale che alla fine di ogni stagione di pesca, essa possa essere tagliata e abbandonata in mare senza costituire pericoli ambientali e in modo che possa diventare fonte di cibo per i pesci.[18][19][24]
La rete più grande della tonnara è chiamata pedale o rete di sbarramento. Il pedale è lungo più di 340 metri ed è tessuto con lacanapa. Il pedale viene fissata a terra ad uno scoglio e posizionata in mare in modo da chiudere il passaggio ai pesci e indirizzarli verso un recinto lungo di 210 metri a forma diparallelepipedo formato da due camere: la prima chiamata camera di raccolta e la seconda chiamata lea. La rete viene ormeggiata su un fondale profondo dai 10 ai 45 metri. Alla reti vengono fissati dei natelli di plastica bianca, ancore e pesi per tenerla ferma sul fondo del mare. Il pedale ha maglie molto ampie, che hanno la funzione di catturare pesci di medie e grosse dimensioni. Costituisce lo sbarramento che i pesci incontrano una volta trasportati dalla corrente vicino alla struttura attraverso cui accedono al corpo principale della tonnarella. Il corpo principale è formato da una camera di raccolta molto estesa e da una rete a sacco, chiamata lea, conosciuta anche come camera della morte. La camera della morte è l’unica parte della tonnare infibra di nylon e non intrecciata a mano. La rete finita pesa oltre ai mille chili. I pescatori, che sono su una barca a remi chiamata vedetta, grazie all’aiuto di uno strumento detto specchio, riescono a monitorare gli spostamenti dei pesci all’interno della lea. Quando i pescatori ritengono che la rete sia piena, inizia la leva a mano, che ricorre tre volte al giorno dalla barca mobile, chiamata anche poltrona: di mattino presto, a mezzogiorno e di sera. Il pesce viene poi caricato sulla barca fissa, chiamata asino. Questo sistema è molto efficace ed efficiente, consentendo ai pescatori di pescarepalamite (Sarda Sarda),occhiate (Pagellus Centrodontus),ricciole (Seriola Dumerili),cavalle (Scomber Colias),tombarelli (Auxis thazard thazard),sugarelli (Trachurus trachurus),salpe (Sarpa salpa),boghe (Boops Boops),aguglie (Belone Belone) e alcune voltetonni (Thunnus).[19][20][24]
La Cooperativa Pescatori Camogli è la più grande realtà dipesca che opera nelle acque dell’area marina Protetta di Portofino. La cooperativa, che gestisce la tonnarella di Camogli dal 1982, è stata fondata nel 1974 da Giovanni Arata, Romildo Pucci, Mario Mortola, Ugo Rossi, Simone Gambazza, Ettore Gambazza, Angelo Canevello e Prospero Gelosi. La cooperativa è costituita da 30 soci pescatori e 10 dipendenti che lavorano a terra. È munita di 33 barche da pesca, una tonnarella, 6 celle frigorifere, un laboratorio per lavorare le acciughe, unapescheria a Camogli, 2 macchine per produrreghiaccio e 6 camion isotermici. La cooperativa Pescatori Camogli è nota per la lavorazione artigianale delleacciughe (Engraulis encrasicolus) sotto sale. Le acciughe appena pescate vengono portate in uno stabilimento di lavorazione situato aRuta di Camogli, dove vengono lavorate e poi lasciate maturare. Le acciughe vengono confezionate inarbanelle per essere vendute.[22][23]
Festa di san Fortunato, il giorno precedente alla sagra del Pesce durante la sera e la notte si svolge la festa. Una processione trasporta per il paese un'effigie del santo seguito dalla banda e dai fedeli, verso mezzanotte vengono sparati una serie di fuochi artificiali per diversi minuti e quando terminano viene dato fuoco a due enormi falò costruiti uno sulla spiaggia antistante allabasilica di Santa Maria Assunta e uno antistante alla Rotonda. I falò sono preparati dai quartieri del Porto e del Pinetto, che gareggiano a chi produce quello più spettacolare e duraturo.
Sagra del pesce, la seconda domenica di maggio, si svolge dal 1952. Giornata dedicata alla frittura del pesce in un gigantesco padellone di acciaio inossidabile del diametro di 3,8 metri, un manico di 6 metri, 2,8 ton di peso e una capacità di 2000 litri. Il padellone è in uso dall'edizione del 1954 (prima erano usate delle padelle normali), in passato ne sono stati impiegati anche di dimensioni maggiori rispetto a quello attuale (nel 1960 ne fu introdotto uno di 5 metri di diametro), posto su impalcature che sorgono sui fondali del porticciolo, è diventato una delle attrazioni tipiche della città e uno dei principali richiami per i turisti.
La "Stella Maris" viene celebrata la prima domenica d'agosto. La festa è dedicata ad una raffigurazione dellaMadonna come protettrice dei marinai - la Stella del Mare - unmosaico ritrovato nellachiesa di San Nicolò di Capodimonte, e che risalirebbe al 400. Alla mattina il colpo di cannone annuncia la partenza del Dragun,[29] che porta il parroco all'altare di Stella Maris situato sulla Punta Chiappa; il Dragun viene seguito dalle barche degli spettatori impavesate per l'occasione. La sera, quando fa buio, il Dragun e le piccole barche a remi (kayak e canoe) con una torcia legata a poppa seguono l'imbarcazione in fila davanti alla spiaggia, a volte facendo delle gare di velocità, mentre la gente dalla spiaggia mette in mare centinaia di lumini che illuminano il tratto d'acqua antistante.
Il Festival della Comunicazione. Nato nel 2014 con la collaborazione diUmberto Eco,[30] si tiene con cadenza annuale e ospita intellettuali, artisti e personalità legate al mondo della comunicazione, comeCorrado Augias,Federico Rampini,Roberto Benigni,Piero Angela e altri. Le presenze alla manifestazione sono salite nel corso degli anni, passando dalle 20 000 della prima edizione[31] alle 30 000 del 2017.[32]
Il territorio comunale comprende le tre frazioni diRuta, San Fruttuoso (celebre per l'omonima abbazia) eSan Rocco; fanno altresì parte le località di Boschetto, Castagneto, Pissorella e San Prospero e gli agglomerati di Bana, San Giacomo, San Nicolò e Sant'Anna storicamente riconosciute dalla comunità e dallo statuto comunale[33] per un totale di 10,07 km².
Distante dal centro urbano camogliese circa 3,5 km, accessibile tramite la strada provinciale 30 di Ruta e quindi lastatale 1 Via Aurelia, è posta a 269 m sul livello del mare lungo il dorsale che divide i due versanti del promontorio. L'abitato è composto da ville e case sparse lungo il pendio fra uliveti.
Lalocale chiesa parrocchiale è dedicata a san Michele Arcangelo, costruita nel XVII secolo in sostituzione della preesistentechiesa millenaria romanica, quest'ultima parrocchiale di Ruta fino al 1627. Dall'antica chiesa dipartono vari sentieri lungo il crinale tra la valle deltorrente Recco e ilTigullio. Nel 1886 a Ruta vi soggiornò lo scrittore e filosofo tedescoFriedrich Nietzsche.
Panorama delle frazioni diRuta e, sullo sfondo, diSan Rocco.
La piccola frazione, racchiusa dall'omonima baia, è accessibile solamente da uno scosceso sentiero (2 ore e mezza circa) o con il servizio di un apposito battello via mare. Il piccolo borgo marinaro si è sviluppato attorno al monumentale complesso dell'abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte.
L'insediamento è costituito da due principali nuclei, dominati dalla torre cinquecentesca della famigliaDoria, che si crearono, ad est, al posto di un antico mulino e ad ovest a ridosso di una spiaggia che si accentuò dopo l'alluvione del 1915 che distrusse, in parte, alcune abitazioni dei pescatori e creò gravi danni all'abbazia. Il borgo è ricordato storicamente nel 1431 per la disfatta della marinarepubblicana genovese ad opera della flotta dellaRepubblica di Venezia.
Disposta lungo il crinale, con ampio panorama sulGolfo Paradiso, la frazione di San Rocco dista dal centro di Camogli circa 6 km. L'agglomerato è altresì accessibile attraverso un sentiero che, seguendo il percorso lungo la valle del rio Gentile, collega l'estremità sud-orientale della cittadina marinara attraversando uliveti. La strada conduce direttamente al sagrato della localechiesa parrocchiale di San Rocco e da lì, verso il sentiero che conduce a Punta Chiappa (a metà percorso si raggiunge la romanicachiesa di San Nicolò di Capodimonte) o San Fruttuoso.
Basata per secoli sulla marineria e sui profitti da essa derivanti, la città di Camogli ha dovuto forzatamente riconvertirsi con l'avvento del decadimento della navigazione a vela. Dopo un periodo relativamente poco proficuo, in cui i grandi capitali delle più importanti famiglie di derivazione armatoriale hanno avuto una fase "dormiente", l'economia cittadina ha trovato nuova linfa nella seconda metà del Novecento con le prime avvisaglie della riconversione alturismo.
Infatti, a partire dagli anni cinquanta, con la nascita del fenomeno del turismo borghese, la principale vena economica è legata soprattutto a questo fenomeno ed alcommercio dei prodotti locali. Eccezione era costituita dalla produzione delle reti da pesca, cessata alla fine degli anni settanta con la chiusura del Retificio Riccobaldi a causa della forte concorrenza delle produzioni a basso costo provenienti dai paesi orientali. Risalente agli stessi anni è la chiusura della Pisoni, piccola industria elettro-meccanica la cui sede, sita nell'area al confine tra Camogli eRecco, è stata recentemente riconvertita ad uso di civile abitazione ed a supermercato.
Camogli è inoltre uno delle poche località liguri dove ancora viene praticata professionalmente lapesca, con lampare ed unatonnara centenaria. La città è sede di una Cooperativa Pescatori che si occupa sia inLiguria che fuori regione della commercializzazione del pescato e della salagione e vendita delle acciughe nelle tipichearbanelle di vetro.
Il comune non possiede un proprio casello autostradale, ma quello della limitrofaRecco sull'autostrada A12 dista solo pochi chilometri ed è quindi l'uscita consigliata per raggiungere la destinazione.
Dalla città recchese la strada provinciale 30 di Camogli congiunge i due centri alternativamente allastrada statale 1 Via Aurelia che rimane la direttrice principale di collegamento anche dalTigullio. La frazione diRuta è altresì raggiungibile dalla strada provinciale 31 di San Martino di Noceto passando per le frazionirapallesi diSanta Maria del Campo e San Martino di Noceto.
Camogli dispone di una fermata ferroviaria denominataCamogli-San Fruttuoso lungo laferrovia Genova-Pisa. Fino al 2005 tale impianto era una vera e propria stazione ferroviaria, con annesso scalo merci, e disponeva di un terzo binario utilizzato per precedenze o quale capolinea delle corse dirette a Genova.
Un secondo impianto soppresso nel 1981, lafermata di Priaro, si trovava in pieno centro cittadino.
Dai comuni diRecco eRapallo un servizio ditrasporto pubblico locale gestito dall'AMT garantisce quotidiani collegamenti bus con Camogli e per le altre località del territorio comunale.
Il gioco delcalcio riscontra poco interesse tra gli abitanti di Camogli. Venne fondata una prima società denominata A.C. Camogli dai colori bianconeri la quale, nel 2012, si fuse con l'Avegno Calcio, dando vita all'A.S.D. CamogliAvegno-Golfo Paradiso. La società dai colori bianconeroblu riuscì ad arrivare sino inPromozione. Nell'estate del 2015 la società, nel tentativo di formare una squadra stabile per tutto ilGolfo Paradiso, accettò la fusione con la A.S.D. Golfo Paradiso diSori e la sezione calcistica dellaPro Recco, forte di buone scuole calcio, mettendo da parte camoglina l'iscrizione alla Promozione. Nacque così la A.S.D. Golfo Paradiso Pro Recco Camogli Avegno, iscritta al campionato diPromozione. Il club, dopo una parentesi inPrima Categoria, al termine del campionato 2022-2023 ha raggiunto la promozione inEccellenza. Nel 2023 l'ex calciatoreFrancesco Flachi è stato il responsabile del settore giovanile. Dalla stagione 2024/2025 il borgo ligure vede una nuova partecipazione al campionato diTerza Categoria nel girone di Chiavari, grazie alla società Camogli FC 2024.[39]
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
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