Il territorio di Camandona si allunga in direzione nord-ovest/sud-est ed è collocato nella parte alta del bacino delloStrona di Mosso.La quota più bassa (500 m circa) si raggiunge nei pressi di questo torrente, che segna il confine a sud-est con il comune diCallabiana[4] e a sud con quello diPettinengo; il rio Overa segna invece verso nord-est il confine conVeglio.A monte il territorio comunale si spinge fino a quota 1400 circa, nei pressi dellaPanoramica Zegna. Fa inoltre parte del comune un'isola amministrativa montana inValsessera che si estende dal fondovalle allaCima dell'Asnas.[5]
Il nome del comune deriva forse dalpiemonteseCà bandonà (casa abbandonata): la zona era infatti in origine unalpeggio occupato solo temporaneamente e durante la cattiva stagione veniva, appunto, abbandonato dagli allevatori.[7]
Camandona fu nelMedioevo un alpeggio, la cui occupazione permanente è documentata a partire dal1446. L'esistenza di una parrocchia risale almeno al1530, mentre il comune divenne autonomo solo il 16 dicembre1627.Il 26 agosto1722 Camandona fu smembrata dal feudo di Mosso, a cui apparteneva, per divenire un feudo a sé stante, affidato al conte Giovanni Battista Marchisio.Il 15 dicembre1798 venne eretto in piazza l'albero della libertà; nel1821, con larestaurazione, Camandona entrò a far parte del mandamento di Mosso.[7] La popolazione di Camandona, come quella di molti altri centri della montagne biellesi, praticò sistematicamente l'emigrazione stagionale o permanente, in particolare verso l'estero. Molti camandonesi riuscirono a distinguersi nei paesi di emigrazione, in particolare come imprenditori nel campo dell'edilizia. Tra essi divenne particolarmente noto Valdimiro Catella Rebecco (1887-1948), imprenditore e ingegnere ferroviario, considerato ilpadre delle ferrovie del Siam[7]. Trasferitosi inThailandia lavorò nelle ferrovie di stato ottenendo nel1921 il grado diingegnere di divisione; nel1924 gli fu conferito dallaCorona del Siam l'Ordine dell'Elefante Bianco. Nel 1925 fece ritorno inItalia dove fu attivo come imprenditore edile ed ottenne l'onorificenza diCavaliere della Corona d'Italia (nel 1922).[8]Nel1945 nel territorio comunale si svolsero sanguinosi scontri tra ipartigiani attivi in zona e le forze nazifasciste.[9] Tra i partigiani che presero parte alle ostilità avrà neldopoguerra particolare notorietàEdgardo Sogno, la cui famiglia era originaria del paese.[10]
Lostemma comunale è unoscudotroncato: nel primo di azzurro, allamucca pezzata ferma sullapianura verde; nel secondo di rosso, alcastagno sradicato. Ornamenti esteriori da Comune.[12][7]L'emblema risulta concesso con decreto Presidenziale del 30 settembre 1955 ma non ancora ufficializzato poiché privo delle relative Lettere Patenti Governative.[12]
Chiesa parrocchiale dei Santi Grato e Policarpo; risalente alXVI secolo, il suo interno venne interamente affrescato negli anni1864-1865 dal pittore Antonio Ciancia di Caprile. La massiccia torre campanaria in pietra ha una pendenza di circa 70 cm originatasi in seguito all'assestamento del terreno sul panoramico poggio dove è costruita.[9]
Oratorio in frazione Governati; la costruzione risale al 1343, ma fu rimaneggiata nelXVIII secolo; è intitolato ai santiSebastiano eFabiano.
Palazzo Sogno; costruito in frazione Falletti nel 1776 fu dimora della famiglia Sogno. L'edificio richiama strutturalmente e stilisticamente imanoirs dellaProvenza.
L'isola amministrativa montana che il comune di Camandona possiede inValsessera è compresa nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) della rete europeaNatura 2000 “Val Sessera” (codice IT1130002[13]).
«In una pubblica scuola s'insegna a leggere e scrivere: il maestro è stipendiato dagli allievi.»
(Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna,Goffredo Casalis, ed.Forni, 1840, vol. 6 pag. 343)
Nel territorio comunale da tempo non sono presenti scuole pubbliche. Il comune fornisce agli alunni che frequentano le scuoledell'infanzia,elementari emedie inferiori un servizio discuolabus per il trasporto presso le scuole della zona e la mensa.[16]
Il comune era un tempo dotato di un asilo e scuole elementari autonome; a partire dal 2011 nell'edificio dell'ex-asilo è attivo unostello, con 18 posti letto distribuiti su cinque camere.[17]
La festa diSant'Anna si svolge tutti gli anni l'ultima settimana di luglio e dura in genere parecchi giorni. Un tempo i festeggiamenti si tenevano alsantuario del Mazzucco ma oggi molte delle iniziative legate alla festa vengono organizzate nei vari borghi che compongono il comune e, in particolare, nella panoramica piazzetta di frazione Falletti. Si tratta di un evento con almeno un secolo di tradizione; basata in gran parte sul volontariato dellaPro Loco di Camandona, la festa attrae migliaia di persone da tutto il Biellese.[18]
Il capoluogo comunale (Bianco) e la maggior parte delle frazioni che compongono Camandona è situata attorno a quota 800 metri su una fascia che domina il solco vallivo della Strona, piuttosto incassato.Poco a monte di Falletti-Guelpa, la più occidentale di queste frazioni, si trova ilSantuario del Mazzucco, risalente alXVII secolo e dedicato aSant'Anna e allaMadonna delle Grazie.
Ricade parzialmente nel territorio del comune anche l'invaso artificiale diPonte Vittorio, formato da una diga che sbarra il torrenteStrona.
^abNuova guida di Biella e Provincia; Gabriella Giovannacci Amodeo, Libreria Vittorio Giovannacci,Biella, 1994
^Grazie dissi.Questi posti li conosco molto bene e a Camandona ho delle armi. A te serve di più. Poi mi avviai sulla mulattiera a passo svelto. In meno di due ore potevo essere a casa. (frase tratta daGuerra senza Bandiera, ed. Il Mulino, Bologna, 1995, pag. 124)
^ab Comune di Camandona,Lo stemma comunale, sucomune.camandona.bi.it.URL consultato il 5 novembre 2021.
^Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Regione Piemonte, lista on-line sugis.csi.itArchiviato il 3 marzo 2016 inInternet Archive. (consultato nel novembre 2012)
^Relazione e note sulla visita a Faucigny del 19 novembre 2011 da parte degli Amministratori di Camandona, relazione in .pdf sul sito istituzionale del comune di Camandonawww.comune.camandona.bi.it (consultato nel luglio 2012)
Colonie alpine per fanciulli poveri in Torino sotto l'alto patronato di S. M. la regina Margherita : primo esperimento di colonie alpine in Camandona (estate 1892), tip. lit. Camilla e Bertolero, Torino, 1893
Nuova guida di Biella e Provincia, Gabriella Giovannacci Amodeo; Libreria Vittorio Giovannacci, Biella, 1994
Guerra senza Bandiera,Edgardo Sogno, Il Mulino, Bologna, 1995
Alle origini di Camandona, Ilario Guelpa Piazza; tipografia Ramella, Biella, 1998
Comuni della Provincia di Biella, AA.VV, Nerosubianco edizioni; Cuneo, 2005