Caloris Planitia | |
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Tipo | Planitia, planitiae |
Pianeta | Mercurio |
![]() | |
Dati topografici | |
Coordinate | 31°39′00″N 198°01′12″W31°39′00″N,198°01′12″W |
Maglia | H-4 Raditladi |
Lunghezza | 1 500 km |
Localizzazione | |
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LaCaloris Planitia, nota anche comeBacino Caloris, è uncratere da impatto di circa 680 km diraggio,[1] presente sullasuperficie del pianeta Mercurio, a 31,65° dilatitudine nord e 198,02° dilongitudine ovest. Il bacino si presenta oggi come una grande pianura, su cui il Sole è a mezzogiorno quando Mercurio raggiunge ilperielio. Per questa ragione l'Unione Astronomica Internazionale l'ha denominataCaloris Planitia, espressionelatina che significapianura del calore. Il bacino, la più grande struttura da impatto presente suMercurio, è circondato daiCaloris Montes, che raggiungono i due chilometri d'altezza.
Il bacino Caloris è stato scoperto grazie alle immagini inviate a Terra dallasondaMariner 10 nel1974. Al momento delsorvolo di Mercurio da parte della sonda, il bacino era situato sulterminatore - la linea che separa l'emisfero diurno da quello notturno - e così solo una parte del cratere poté essere fotografato. Al momento del sorvolo, la sonda registrò in corrispondenza della Caloris Planitia le massime temperature superficiali.[3] Il bacino è stato osservato nella sua interezza grazie al sorvolo della sondaMESSENGER, il 15 gennaio2008.[2]
La prima stima del diametro del cratere, elaborata in base alle immagini del Mariner 10, fu di 1300 km. Il valore reale, invece, è di 1500 km, come è stato misurato dalle immagini del cratere nella sua interezza riprese dalla sonda MESSENGER.[1][4] Il bacino è circondato da montagne che raggiungono i 2 km di altezza e da una struttura ad anelli concentrici. Il fondo del cratere, invece, è costituito da una pianura lavica, simile aimari sullaLuna. I materiali eiettati nell'impatto che ha formato il bacino si osservano fino a 1000 km di distanza dal bordo del cratere, all'esterno di esso.
Al centro del bacino è presente un cratere di 40 km di diametro, da cui sembrano irraggiarsi numerose fratture radiali che potrebbero esserefaglie estensionali. La causa esatta di questa formazione, chiamataPantheon Fossae,[5] non è ancora nota.[1]
Nelleosservazioni radar, il bacino appare scuro, senza che possano essere identificati particolari dettagli.[6]
Icorpi celesti delSistema solare interno hanno sperimentato unintenso bombardamento meteoritico nel primo miliardo di anni circa del Sistema solare. L'impatto che ha prodotto il bacino Caloris dovrebbe essere avvenuto dopo che la maggior parte del bombardamento era terminata, perché il numero dei crateri da impatto presenti sul fondo del bacino è minore rispetto a regioni di dimensioni comparabili al di fuori del bacino stesso. Si ritiene che formazioni geologiche analoghe presenti sulla Luna, come ilMare Imbrium ed ilMare Orientale, si siano formate all'incirca nella stessa epoca, forse indicando che c'è stato un picco di grandi impatti verso la fine della fase di intenso bombardamento.[7] In base alle immagini della sonda MESSENGER, è stato determinato che l'età del bacino Caloris è compresa tra 3,8 e 3,9 miliardi di anni.[1]
Il gigantesco impatto che si ritiene abbia formatoCaloris, potrebbe aver prodotto conseguenze globali per tutto il pianeta. Nel punto diametralmente opposto di Mercurio, rispetto allaCaloris Planitia, è presente un'area di terreno collinare e scanalato, sede di pochi crateri da impatto e noto come ilTerreno caotico (oTerreno stregato). Gli studiosi ritengono che esso sia stato generato dalla convergenza delleonde sismiche generate nell'impatto che ha prodotto il bacino Caloris.[8] In seguito all'impatto, inoltre, dovrebbe essersi scatenata una fase di attività vulcanica su Mercurio, che ha condotto alla formazione delle pianure lisce visibili sulla superficie del pianeta.[9]
Il bacino Caloris è circondato da una serie di formazioni geologiche, chiamate collettivamente ilGruppo Caloris,[10] che gli studiosi ritengono essere state prodotte dai materiali espulsi dal bacino al momento dell'impatto.
Mercurio possiede un'atmosfera estremamente tenue e transitoria che contiene piccoli quantitativi diidrogeno edelio catturati dalvento solare ed elementi più pesanti, comesodio epotassio. Gli studiosi ritengono che questi ultimi provengano dall'interno del pianeta. È stato scoperto che laCaloris Planitia è una fonte significativa di sodio e potassio, suggerendo che le fratture create dall'impatto facilitino il rilascio dei gas intrappolati sotto la superficie. Ilterreno stregato è un'altra fonte di tali gas.[11]
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