Esso divenne da allora il calendario ufficiale diRoma e dei suoi domini. Nei secoli il suo uso si estese a tutti i Paesi d'Europa e d'America, man mano che venivano cristianizzati o conquistati dagli europei. Rispetto all'anno astronomico, ha accumulato un piccolo ritardo ogni anno, pari a un giorno ogni 128 anni, a partire dalla sua introduzione nel 45 a.C., così da arrivare a circa 13 giorni nelXVI secolo. Per recuperare i 10 giorni di ritardo accumulati dal 325 d.C., anno delConcilio di Nicea, nel 1582 è stato sostituito dalcalendario gregoriano per decreto dipapa Gregorio XIII;[2] diverse nazioni tuttavia hanno continuato a utilizzare il calendario giuliano ben oltre tale data, adeguandosi poi in tempi diversi tra ilXVIII e ilXX secolo. Alcune Chiese appartenenti allaChiesa ortodossa tuttora usano il calendario giuliano come proprio calendario liturgico: da ciò deriva che presso alcuneChiese ortodosse ilNatale viene festeggiato il 25 dicembre come nella Chiesa cattolica, presso altre il 7 gennaio. Il calendario giuliano è anche alla base delcalendario berbero, tradizionale delNordafrica.
Nel calendario giuliano si utilizzano glianni bisestili per compensare il fatto che la durata dell'anno tropico (o anno solare) non è data da un numero intero di giorni. Il giorno in più si aggiunge dopo il 24 febbraio (sexto die ante Calendas Martias nella lingua latina). Va ricordato che i Romani avevano l'abitudine di contare i giorni mensili sottraendoli a determinate festività, come leIdi e leCalende, contando anche il giorno di partenza; quindi tra il 24 febbraio e il 1º marzo (che coincide con le Calende di marzo) ci sono appunto sei giorni (24-25-26-27-28-1).
Negli anni bisestili, con febbraio di 29 giorni, il giorno 24, che erasexto die, sarebbe diventatoseptimo die. Ma dato cheseptimo die era il giorno 23, non potendo chiamare il 24septimo die lo chiamaronobis sexto die. Di qui il nome di "anno bisestile".
Sosigene stabilì che un anno ogni quattro fosse bisestile: in questo modo la durata media dell'anno giuliano risultava di 365 giorni e un quarto. Ne consegue che il calendario giuliano è ciclico ogni 4 anni equivalenti a 365 × 4 + 1 = 1 461 giorni; considerando anche i giorni della settimana, allora il calendario giuliano è ciclico ogni 1 461 × 7 = 10 227 giorni che equivalgono a 4 × 7 = 28 anni (poiché 1 461 non è divisibile per 7, dopo 4 anni le stesse date non cadono negli stessi giorni della settimana). La differenza con l'anno tropico risulta così di soli 11 minuti e 14 secondi circa, una precisione molto accurata per l'epoca.
Questa differenza, pari a circa un centesimo di giorno, si accumulava però col passare dei secoli, per cui la data d'inizio delle stagioni si spostava man mano all'indietro (si perdeva un giorno ogni 128 anni circa). Questo fenomeno era ben noto agli astronomi medievali;Dante vi accenna nellaCommedia:
Per questo motivo nel 1582 fu introdotto ilcalendario gregoriano, che riduce l'errore a soli 26 secondi (un giorno ogni 3 323 anni circa).
Il primo anno bisestile fu il45 a.C., anno in cui il nuovo calendario entrò in vigore. Per compensare gli errori accumulati in passato e riportare l'equinozioprimaverile al 25 marzo, era necessario introdurre 80 giorni. Allo scopo, oltre alla consueta introduzione, dopo un febbraio di 23 o 24 giorni, delmercedonio, che aggiungeva 27 o 28 giorni, furono aggiunti due mesi fra novembre e dicembre, uno di 28 giorni e l'altro di 29 giorni, motivo per cui il 46 a.C. fu soprannominatoannus confusionis ("l'anno della confusione").[3]
Dopo la morte di Giulio Cesare (44 a.C.) si commisero vari errori, facendo diventare bisestili alcuni anni che non lo dovevano essere e saltando quelli corretti. Questi errori ebbero varie ripercussioni nei successivi 40 anni. Fu poi Augusto nell'8 a.C. a sistemare l'errore abolendo gli anni bisestili per un determinato periodo.
Non vi è unanimità di vedute riguardo quali anni siano effettivamente stati bisestili prima del riordino augusteo; un'ipotesi semplice prevede che essi siano stati45 a.C.,42 a.C.,39 a.C.,36 a.C.,33 a.C.,30 a.C.,27 a.C.,24 a.C.,21 a.C.,18 a.C.,15 a.C.,12 a.C.,9 a.C. Sarebbe cioè stata fraintesa l'indicazione di inserire un anno bisestile ogni tre anni "normali", inserendolo invece ogni tre anni "compreso" quello bisestile (cioè uno ogni tre invece che uno ogni quattro).
Dopo Augusto furono bisestili quegli anni il cui numero, nella numerazioneab incarnatione Domini successivamente introdotta daDionigi il Piccolo, risultanodivisibili per 4. Prima di lui, invece, non esisteva una regola fissa, dato che l'applicazione della norma era demandata discrezionalmente a decisioni politiche. Fu soloAugusto a imporre definitivamente la cesarea determinazione delle annualità bisestili.
La riforma giuliana, in sostanza, riprendeva ilcalendario egizio riformato daldecreto di Canopo e fissava l'inizio dell'anno il 1º gennaio, mentre prima era il 1º marzo. Infatti i mesi di quintile (oggi luglio), sestile (agosto), settembre, ottobre, novembre e dicembre derivavano i loro nomi dall'essere rispettivamente il quinto, sesto, settimo, ottavo, nono e decimo mese dell'anno.
I nomi dei mesi del calendario giuliano sono quelli derivanti dall'antico calendario romano, con alcune modifiche introdotte dagli imperatori:
Mese dedicato aIanus (Giano), dio bifronte, che segnava simbolicamente il passaggio dall'anno precedente a quello successivo. Inoltreianua in latino significa "porta", altro riferimento al cambiamento dell'anno.
Il settimomese (quinto secondo il calendario di Romolo, che veniva chiamato infattiquintilis) fu dedicato aGiulio Cesare nel44 a.C. per iniziativa diMarco Antonio, l'ottavo (sextilis, il sesto mese secondo il calendario di Romolo) adAugusto nell'8 a.C. (Lex Pacuvia de mense augusto). Alcuni testi datano il cambiamento di nome di agosto al 26 o al 23 a.C. ma la data dellaLex Pacuvia è certa.
Alcuni affermano (comeGiovanni Sacrobosco nelComputus del 1235) che originariamente febbraio avesse 29 giorni, e che da marzo in poi si alternassero regolarmente mesi di 31 e 30 giorni; ma, come ulteriore atto di omaggio ad Augusto, fu decretato anche di aggiungere un giorno ad agosto (che, secondo questa tesi, aveva 30 giorni) togliendolo a febbraio, invertendo la durata degli ultimi quattro mesi per non avere tre mesi consecutivi di 31 giorni.
Altri cambiamenti di nome dei mesi non sopravvissero.Caligola chiamò "germanico" settembre,Nerone chiamò "claudio" maggio e "germanico" giugno, eDomiziano chiamò "germanico" settembre e "domiziano" ottobre. Bloccata sul nascere la proposta fatta per piaggeria aTiberio di chiamare novembre, il suo mese natale, col suo nome. La risposta dell'imperatore fu: "E che farete se Roma avrà tredici imperatori?" AncheCarlo Magno avrebbe tentato di dare nuovi nomi ai mesi:wintarmanoth,hornung,lentzinmanoth,ostarmanoth,winemanoth,brachmanoth,heuvimanoth,aranmanoth,witumanoth,wintumanoth,windumemanoth,herbistmanoth eheilagmanoth.
Il modo di contare i giorni continuò nella tradizioneromana, cioè contando i giorni che mancavano ad alcune festività fisse (Calende, None e Idi), fino a che iVisigoti introdussero l'abitudine di assegnare un numero progressivo ai giorni, metodo che però divenne ufficiale solo conCarlo Magno. Con ilcristianesimo, inoltre, invalse l'abitudine popolare di indicare il giorno con il nome del santo che in esso si venerava: questa usanza si mantenne fino all'età moderna. Le feste dei santi erano chiamateferiae, da cui l'espressione "giorni feriali" per i giorni non festivi.
Domini dies, il giorno del Signore, in seguito modificato indominica.
Lunae dies, il giorno dedicato alla dea Luna.
Martis dies, giorno dedicato al dio Marte.
Mercurii dies, dedicato al dio Mercurio.
Iovis dies, dedicato al dio Giove.
Veneris dies, dedicato alla dea Venere.
Saturni dies, giorno dedicato al dio Saturno. La designazione anglosassone di questo giorno traduce letteralmente ilSaturni dies inSaturn day, da cui la forma contrattaSaturday. La parola italiana "sabato" deriva invece dashabbat, che nella religione ebraica è il giorno sacro di astensione da qualsiasi opera creatrice e dunque anche dal lavoro.
L'imperatoreCostantino decretò che il giorno di riposo, invece delsabato, fosse la domenica (dies solis), il giorno dedicato aldio Sole e associato alla risurrezione di Cristo perché, seGesù era morto il quinto giorno della settimana ebraica, doveva essere resuscitato la domenica. Con la domenica festiva si soddisfaceva anche un'altrareligione molto diffusa: il culto diMitra, dio dei patti e dell'amicizia nella religionepersiana del periodovedico che adorava ilsole e il suo derivatoSol Invictus (Sole invitto), da cui deriva l'associazione tra il sole e Gesù adoperata da Costantino per promuovere questa nuova, ma sconosciuta ai più, religione (il cristianesimo).
Nellatino cristiano i giorni della settimana sono chiamati, a partire dalla domenica:dominica,feria secunda,feria tertia,feria quarta,feria quinta,feria sexta,sabbatum. Quest'uso di contare i giorni a partire dalla domenica, considerato quindi primo giorno della settimana, viene dall'ebraismo, mentre questa particolare denominazione dei giorni persiste ancora oggi in alcune lingue, come ilportoghese.
La settimana di sette giorni si trovava nei calendari mesopotamici, anch'essi di cultura ed etniasemitica come gli Ebrei, la cui matematica era di tipo sessagesimale. Mentre invece non è attestata nelcalendario egizio che era composto da gruppi di dieci giorni, chiamati decadi, e la cui matematica era invece di tipo decimale.
A partire dalla fine del periodo repubblicano il calendario giuliano enumerava gli anni dalla fondazione della città di Roma (Ab Urbe condita), che avvenne nell'anno753 a.C. secondo i calcoli diDionigi il Piccolo. Precedentemente il metodo in uso tra i Romani per ordinare gli eventi della storia era quello adottato agli inizi dell'età repubblicana: si indicavano gli anni a partire dai nomi dei due consoli in carica (detti perciòeponimi). Dionigi calcolò la data dellanascita di Gesù sulla base di uno dei due censimenti effettuati in Israele dai Romani, ma sbagliò probabilmente il riferimento: alcune fonti, confrontate con i quattroVangeli canonici, ci mostrano come Erode,tetrarca della Galilea, ivi citato per lastrage degli innocenti, fosse già morto quattro anni prima. Alcuni studiosi fanno riferimento anche al passaggio di una cometa.
Le festività cristiane sono state, dall'inizio, legate al calendario giuliano. Gli errori di questo portarono in particolare allo spostamento della Pasqua, che dall'inizio della primavera astronomica veniva talvolta celebrata alla fine di questa. Fu questo uno dei motivi che spinseropapa Gregorio XIII ad approvare la riforma che prese il suo nome, ilcalendario gregoriano, che risolveva questi problemi. Dal 1582 molti paesi cattolici passarono al nuovo calendario, sia per gli usi civili sia per il calcolo del calendario liturgico.
I paesi protestanti resistettero per qualche secolo a questa riforma, ma alla fine anche loro la adottarono in campo sia civile sia religioso. Nei paesi ortodossi, invece, il calendario gregoriano fu adottato per gli usi civili, ma laChiesa ortodossa continuò a usare il calendario giuliano nel calendario ecclesiastico, e poiché il 25 dicembre del calendario giuliano corrisponde al 7 gennaio del gregoriano, per lungo tempo vi è stato uno sfalsamento delle festività fra le varie chiese. Se per le feste fisse lo sfalsamento è costante (13 giorni nel periodo dal 1900 al 2099), per le feste mobili lo sfalsamento è variabile. Se dunque la Pasqua anche nelle chiese ortodosse ha continuato a cadere fra il 22 marzo e il 25 aprile dell'anno liturgico, questo corrispondeva al periodo fra il 4 aprile e l'8 maggio del calendario civile, e la differenza fra le due date varia ogni anno. In alcuni anni addirittura coincide (ad es. nel 2017 la Pasqua cadeva il 16 aprile per il calendario gregoriano, corrispondente al 3 aprile del giuliano). Il problema fu parzialmente risolto nel 1928 quando lo scienziato serboMilutin Milanković propose ilcalendario giuliano rivisto che fu subito accettato dalPatriarcato ecumenico di Costantinopoli e successivamente da molte altre chiese ortodosse. Le principali chiese ortodosse che non l'hanno ancora adottato sono il Patriarcato di Mosca (Chiesa ortodossa russa) e, curiosamente, proprio la Chiesa ortodossa serba, patria di Milanković.
Le date di questa tabella sono tutte nel calendario gregoriano (oramai usato in tutto il mondo ai fini civili) e valgono nel periodo dal 1900 al 2099; in altri periodi lo sfasamento fra i due calendari varia.
Il "calendario giuliano prolettico" (nome usato per analogia con ilcalendario gregoriano prolettico) si ottiene estendendo nel passato il calendario giuliano a date che precedono il 4 d.C., anno in cui si è stabilizzata la convenzione dell'anno bisestile quadriennale: infatti dal45 a.C. al 4 d.C. gli anni bisestili sono stati irregolari.
^abLa letterai lunga fu inventata solo nel XVI secolo, per cui il nome del mese di gennaio il latino classico era "ianuarius" e non "januarius" come nel latino rinascimentale.
^Censorino,De die natali, 20.28, eMacrobio,Saturnalia, 1.13.12, 1.13.15 affermano che un mese intercalare di 22 o 23 giorni era inserito verso la o alla fine difebruarius.Varrone,De lingua Latina, 6.13, dice che negli anni intercalari gli ultimi cinque giorni difebruarius erano eliminati. Venivano aggiunti alla fine del mese intercalare e formavano parte di quello.
^Un giorno intercalare era talvolta inserito dopofebruarius per evitare che le none e le idi dimartius cadessero in una nundina. Cfr. Macrobius,Saturnalia, 1.13.16-1.13.19. Quelli che affermano che la lunghezza del mese intercalare era fissa affermano anche che un giorno intercalare era talvolta inserito trafebruarius eintercalaris anche se non ci sarebbe stato lo scontro none/ido/nundine che altrimenti si sarebbe verificato. Cfr. Mrs A K Michels,The Calendar of the Roman Republic, Princeton 1967.
^Anche la dicituraquinctilis è attestata; vedere pag. 669 delThe Oxford Companion to the Year.