La fase embrionale delle vicissitudini che portarono alla nascita del Cagliari iniziò a svilupparsi a partire dal 1902, anno in cui si giocò il primo match ufficiale tra un gruppo distudenticagliaritani e una squadra dimarinaigenovesi, disputatosi aPiazza d'Armi e vinta dai liguri in virtù della loro maggior familiarità con tale disciplina sportiva.[3][13] Otto anni più tardi una compagine isolana, laSocietà Ginnastica Amsicora, si recò aTorino per partecipare ad un torneo contro le più esperte squadre del continente, riuscendo a rimediare soltanto pesanti sconfitte, ma si trattò comunque di un'esperienza destinata a gettare le basi per la creazione di una società calcistica cagliaritana.[14]
Il 30 maggio 1920 il chirurgoGaetano Fichera fondò il "Cagliari Football Club": la prima gara della storia del sodalizio cagliaritano è datata l'8 settembre dello stesso anno, quando sul campoStallaggio Meloni i cagliaritani affrontano e sconfiggono laTorres. Il neonato club successivamente prende parte al "Torneo Sardo" disputato contro la Torres, l'Ilva Maddalena e l'Eleonora d'Arborea. Il Cagliari, sotto la guida dell'allenatore-giocatore Giorgio Mereu, si impone vittoriosamente sulle altre compagini. Mereu, di professione avvocato, diventa successivamente il nuovo presidente del Cagliari succedendo a Fichera. Nella seconda metà deglianni 1920, dopo una lunga crisi finanziaria, la società viene riorganizzata dall'allorapodestà della città Vittorio Tredici e dall'imprenditore Carlo Costa Marras: viene deciso di utilizzare calciatori non isolani (militari e non), provenienti dal resto d'Italia. Nel1925 la squadra cambia impianto e si trasferisce alCampo di via Pola. Nel 1928 la guida della squadra viene affidata all'allenatore unghereseRóbert Winkler, il quale si disimpegna anche come portiere o centrocampista.[3]
La formazione rossoblù nel campionato 1930-1931
Fino al 1928, a parte la partecipazione allaCoppa Italia 1926-1927 (edizione peraltro interrotta per mancanza di date disponibili), la società prende parte solo a competizioni a carattere regionale. Nella stagione 1928-1929 si iscrive per la prima volta a una divisione interregionale, il Campionato Meridionale (anche noto come "Prima Divisione Sud"), nel girone laziale-umbro. La squadra raggiunge le finali per la promozione in Divisione Nazionale B, ma perde controLecce,Palermo eFoggia.[3] Dopo il 5º posto del 1930, arrivaErnő Erbstein, altro allenatore ungherese ma di stanza nella penisola già da diversi anni, e con lui in panchina il Cagliari vince il girone F di Prima Divisione accedendo così alla finale centromeridionale contro la Salernitana (che aveva chiuso in vetta il girone E): ottenendo una vittoria e un pari nei due confronti con la squadra campana conquista la prima storica promozione inSerie B.[3]
A causa, però, della mancanza di risorse finanziarie, la società è obbligata a cedere i suoi pezzi migliori, tra cui proprio Erbstein. La squadra, conseguentemente, ottiene due salvezze sofferte nei primi due anni mentre nella stagione 1933-1934 termina il campionato in zona retrocessione, ma viene ripescata per allargamento dei quadri. L'anno successivo è eletto presidente Aldo Pacca, ma la società, retrocessa in Serie C al termine della stagione 1934-1935, rinuncia alla disputa del campionato di terza serie successivo alla vigilia della prima giornata e si scioglie a causa dei molti debiti. Dalle sue ceneri nasce l'"Unione Sportiva Cagliari", che raccoglie l'eredità sportiva della vecchia società, ripartendo dal Campionato Regionale Sardo.[3] Nel 1937 il club si iscrive al campionato diSerie C, salvandosi a stento dalla retrocessione. Nel 1938, l'allora presidente Mario Benditelli richiama alla guida della squadra Winkler, portando i rossoblù al quinto posto. Nel 1939-1940, dopo il secondo addio di Winkler, la squadra si piazza al sesto posto grazie al centrocampistaMariolino Congiu, che svolge il ruolo di giocatore-allenatore.
In seguito all'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale (10 giugno 1940) la FIGC esonera le squadre sarde (segnatamente Cagliari e GIL Terranova) dalla disputa dei campionati nazionali a causa della difficoltà negli spostamenti tra la Sardegna e la penisola per via del conflitto in corso.[15] L'attività prosegue con tornei a carattere regionale, nel frattempo Banditelli abbandona la società.[3]
Il dopoguerra e la prima promozione in A (1945-1963)
I rossoblù ripresero a giocare nel 1945 nelcampionato regionale di Prima Divisione, in quanto la Sardegna, per difficoltà logistiche ed economiche, era ancora tagliata fuori dalla piramide calcistica italiana. I rossoblù vinsero quel campionato piazzandosi davanti all'Associazione Calcio Sardegna e alla fine della stagione le due società cagliaritane si fusero in un unico sodalizio, che comunque mantenne la denominazione Unione Sportiva Cagliari. Nellastagione successiva invece si piazza solo al terzo posto ma, con il reintegro delle squadre sarde nei campionati nazionali, viene promosso d'ufficio in Serie B, nel frattempo allargata a tre gironi, più per ragioni politiche che sportive.Nel1947 ritorna quindi in Serie B, terminando però il campionato all'ultimo posto. La squadra s'iscrive alla Serie C e viene acquistata da Domenico Loi, che avvia un progetto di rinascita. Nella stagione1951-1952, grazie ai gol diLivio Gennari,Roberto Serone eErminio Bercarich, il Cagliari vince ilCampionato di Serie C e riesce a ottenere la promozione in Serie B dopo aver disputato gli spareggi con le finaliste degli altri gironi:Piacenza,Antonio Toma Maglie eVigevano; in quello stesso anno i sardi abbandonano il vecchio campo di via Pola, ritenuto inadeguato, e si trasferiscono nel nuovostadio Amsicora.[3]
Il Cagliari artefice della prima promozione in Serie A nella stagione 1963-1964.
Nel primo anno in Serie B la squadra si qualifica sesta, non rendendo pienamente giustizia alle proprie possibilità. L'anno successivo i rossoblù, finendo secondi in campionato, disputano gli spareggi per la promozione in A perdendo per 2-0 contro laPro Patria. La metà deglianni 1950 sono caratterizzati da una girandola di presidenti e allenatori, tra questi spiccaSilvio Piola. In quel periodo il Cagliari si piazza spesso a ridosso della zona promozione. Nel 1960 il Cagliari retrocede in Serie C,[3] l'anno successivo la squadra sotto la guida dell'allenatore Rigotti sfiora con il secondo posto la riconquista della Serie B, che arriva nella stagione successiva, che, grazie all'arrivo in panchina diArturo Silvestri, si classifica primo davanti all'Anconitana.
Nella prima stagione di nuovo tra i cadetti, i sardi terminano il campionato all'undicesimo posto. L'anno successivo la società sarda aggiunge alcuni importanti tasselli, tra i quali il futuro campioneGigi Riva.[3] Grazie a una squadra rafforzata, il Cagliari riesce a conquistare per la prima volta la promozione inSerie A, classificandosi secondo, dietro ilVarese.[3]
La Serie A e la conquista dello scudetto (1964-1976)
Il Cagliari campione d'Italia nella stagione 1969-1970.
Nel1964-1965 il Cagliari disputa il suo primo campionato di Serie A, rimontando nel girone di ritorno e arrivando alla fine sesto in classifica con 34 punti.[3] Nel1965-1966, l'ultima dell'allenatore Silvestri, il Cagliari arriva undicesimo mentre nel campionato seguente i rossoblù, sotto la guida diManlio Scopigno, finiscono sesti a quota 40 punti. I costi della Serie A diventano sempre più insostenibili per la squadra e così, necessitato a dover far quadrare i bilanci, il presidente Enrico Rocca mette in vendita Riva, tuttavia la contrarietà della tifoseria porta Rocca a trasformare il Cagliari in unaS.p.a.[3]
Le imprese Sir diPorto Torres, Cartiera diArbatax, Tessili Beretta diVillacidro, Petrolchimica Macchiareddu diAssemini eSaras di Moratti si impegnano a versare un contributo annuale per la gestione economica della società.[16] Nel1967-1968, con Ettore Puricelli la squadra si piazza nona, ma è con il ritorno di Scopigno che il Cagliari nella stagione1968-1969 lotta per loScudetto insieme aFiorentina eMilan[16] piazzandosi al secondo posto proprio dietro la squadra viola guidata daBruno Pesaola. In quello stesso anno la squadra sarda arrivò fino in fondo anche inCoppa Italia, sfiorandone la vittoria, piazzandosi seconda nelgirone finale alle spalle dellaRoma vincitrice dell'edizione.
Gigi Riva
Nella stagione1969-1970 il Cagliari, sotto la guida di Scopigno, vince il suo primo e tuttora unico titolo nazionale.I sardi balzano al primo posto nella sesta giornata di campionato grazie alla vittoria sui campioni d'Italia aFirenze per 1-0, rimanendo in testa fino alla fine del torneo, benché incalzati dalla Juventus. Il 12 aprile 1970, mentre la Juventus è sconfitta in casa della Lazio, il Cagliari batte il Bari per 2-0 all'Amsicora, acquisendo la certezza matematica del tricolore con due giornate di anticipo. Mentre inCoppa Italia non riuscì l'impresa ai neocampioni d'Italia, che si posizionarono terzi alle spalle delBologna, vincitrice del torneo, e delTorino, secondo. NellaCoppa delle Fiere, il cammino del Cagliari è meno fortunato, infatti i rossoblù vengono eliminati nei sedicesimi di finale dai tedesco-orientali delCarl Zeiss Jena.
Ilcampionato 1970-1971 inizia nello stesso modo del precedente. Il Cagliari, grazie alle vittorie all'Olimpico sulla Lazio per 4-2 e a San Siro sull'Inter per 3-1, dopo quattro giornate è già in testa alla classifica, ma l'infortunio riportato da Riva duranteAustria-Italia 1-2 del 31 ottobre 1970 condiziona negativamente la stagione dei campioni d'Italia. I rossoblù terminano il torneo al 7º posto e anche l'avventura inCoppa dei Campioni è compromessa dall'assenza di "rombo di tuono": il club sardo, dopo aver superato al primo turno i francesi delSaint-Étienne, viene eliminato agli ottavi di finale dall'Atlético Madrid perdendo 3-0 la gara di ritorno alVicente Calderón, dopo la vittoria per 2-1 dell'andata, con Riva ancora in campo e a segno, insieme aGori.[17]
Nel1971-1972 il Cagliari, trascinato dalle 21 reti di Riva, chiude il campionato al quarto posto, a quattro lunghezze dalla Juventus campione d'Italia; il piazzamento consente l'accesso allaCoppa UEFA 1972-1973[3]. A fine stagione Scopigno non è confermato e al suo posto viene chiamatoEdmondo Fabbri, ex commissario tecnico della Nazionale aimondiali di Inghilterra del 1966, dove Riva era stato portato da "turista". La stagione inizia subito male, i rossoblù vengono subito eliminati al primo turno dall'Olympiakos dalla Coppa UEFA, mentre in campionato la squadra non riesce più a ripetere le prestazioni degli anni precedenti, rimanendo lontana dalla zona scudetto e terminando il campionato all'ottavo posto.
Negli anni successivi, sulla panchina del Cagliari si alternano con esiti non sempre positivi molti allenatori, fra i qualiGiuseppe Chiappella,Luigi Radice eLuis Suárez. L'irreversibile decadenza dei sardi culmina con la retrocessione in Serie B nel campionato1975-1976,[3] nel corso del quale si aggiunge a metà stagione un grave infortunio a Riva, il che si traduce nel suo definitivo ritiro dal calcio giocato.
Nel1976-1977, sotto la guida diLauro Toneatto, il Cagliari si piazza al secondo posto dietro il Vicenza diPaolo Rossi a pari merito conAtalanta ePescara ma perde gli spareggi promozione disputati a Genova (Atalanta-Cagliari 2-1) e Terni (Pescara-Cagliari 0-0). Fu decisivo per le sorti dei quattromori un episodio che accadde durante un Cagliari-Lecce del marzo 1977 allorquando il calciatore salentinoCannito venne colpito al volto da un'arancia lanciata dagli spalti; la conseguente sconfitta a tavolino dei sardi[18] impedì di fatto di raggiungere la promozione diretta in A; la partita poi si concluse con un 1-0 per il Cagliari e quei due punti "sottratti" risultarono decisivi, costringendo la compagine del presidenteMariano Delogu agli spareggi. In quel Cagliari si mise in luce un giovanePietro Paolo Virdis, appena diciannovenne che mise a segno ben 18 reti. I sardi, guidati in panchina daMario Tiddia, tornano nel massimo campionato due anni dopo nel1979, insieme aUdinese e Pescara.
Formazione del Cagliari della stagione 1980-81
Il Cagliari resta altri quattro anni in A giocando un calcio piacevole con un attacco formato dal trioVirdis,Piras eSelvaggi, sempre con Tiddia in panchina, ottenendo un settimo posto nel1979-1980 e un sesto posto nel1980-1981 e due tornei coincidenti con la gestione societaria diAlvaro Amarugi, culminati con la retrocessione del1983 dove totalizzò 26 punti e si vide superare dall'Ascoli nello scontro diretto dell'ultima giornata: fu la prima volta che nei campionati a 16 squadre non furono sufficienti 26 punti per evitare la Serie B.
Dopo un'anonima stagione fra i cadetti, nel 1984 la società è rilevata dall'imprenditore edile Fausto Moi, ma i risultati sportivi sono deludenti: nel1984-1985 la compagine, dopo un inizio disastroso, retrocede in Serie C1 salvo poi salvarsi a causa del declassamento all'ultimo posto delPadova per illecito sportivo; nel1985-1986 il parco giocatori è profondamente rinnovato allo scopo di tentare il ritorno in Serie A, tuttavia la stagione è ancora deludente, con la squadra che riesce a salvarsi solo all'ultima giornata; nel1986-1987, infine, dopo essere riuscita a iscriversi in extremis, la società viene penalizzata di 5 punti per il suo coinvolgimento nelTotonero-bis, un handicap che i sardi non riescono a colmare, finendo col retrocedere in C1.[3] Mentre in campionato le cose andavano male, la squadra riuscì a raggiungere le semifinali diCoppa Italia, venendo sconfitta dalNapoli diMaradona.
Il Cagliari della stagione 1988-89, vincitore della Coppa Italia di Serie C.
Il club sardo, appena acquistato dai fratelli Orrù, trascorse in Serie C1 due stagioni, la prima delle quali lo vede, ricostruito per via del rischio incombente di fallimento, evitare per un punto la retrocessione inSerie C2 sotto la conduzione del rientranteMario Tiddia (subentrato a campionato in corso aEnzo Robotti).
Nel1988-1989, con l'arrivo del tecnicoClaudio Ranieri e del general managerCarmine Longo, la squadra viene ringiovanita, riuscendo a conquistare il ritorno nella serie cadetta vincendo il proprio girone e classificandosi prima con 45 punti; in quello stesso anno i sardi completano la stagione vincendo laCoppa Italia di Serie C, battendo nella doppia finale laSPAL 3-0 all'andata e 2-1 al ritorno.
Nelcampionato 1989-1990 il Cagliari, ancora imperniato su svariati giovani emergenti, con 47 punti riesce a ripetersi, ottenendo la doppia promozione e approdando di nuovo in Serie A[3] dalla quale era assente da 7 anni.
Luís Oliveira
Al ritorno nella massima serie seguono due campionati conclusi con altrettante salvezze, potendo contare tra le sue file su calciatori di talento come l'uruguaianoEnzo Francescoli (appena qualche anno prima considerato il miglior giocatore sudamericano dell'anno[19]) e il sardoGianfranco Matteoli, oltreché diDaniel Fonseca.
Nel1992-1993 il Cagliari viene acquistato da una cordata composta daCorrado Ferlaino con quote del 50% e con le restanti quote agli altri sociFranco Ambrosio eMassimo Cellino, quest'ultimo divenuto presidente.[20] La società con Ambrosio e Cellino venne messa in piedi per evitare la cessione dell'attaccante uruguaiano del club sardoDaniel Fonseca allaJuventus, che in quell'anno passava al Napoli.[20] L'esperienza di comproprietario del Cagliari, si concluderà dopo appena un anno, nel 1993, a causa di problemi giudiziari che riguardarono Ferlaino e Ambrosio.[20] col passaggio della maggioranza delle quote a Cellino.
Il Cagliari del presidenteMassimo Cellino e allenato daCarlo Mazzone e conLuís Oliveira in attacco si piazza sesto in campionato con 37 punti e riesce a qualificarsi allaCoppa UEFA,[21] L'anno successivo i sardi arrivano fino alla semifinale della competizione europea affrontando l'Inter, con la quale i rossoblù vincono in casa per 3-2 e perdono nella gara di ritorno a Milano per 3-0, venendo eliminati. In campionato i sardi si piazzano dodicesimi, precedendo di un punto in classifica proprio l'Inter.[3][22]
Il Cagliari della stagione 1993-94, semifinalista di Coppa UEFA.
Nel1994-1995 i rossoblù, sotto la guida diÓscar Tabárez, giungono noni, mancando per tre punti una nuova qualificazione alle coppe europee. Nel1996-1997 il Cagliari retrocede in Serie B dopo aver perso lo spareggio con ilPiacenza (1-3). L'anno successivo, i sardi conGian Piero Ventura allenatore ritornano in Serie A ottenendo nel1998-1999 una tranquilla salvezza esprimendo un calcio piacevole e divertente; l'anno successivo al termine del campionato1999-2000 la squadra retrocede ancora una volta in Serie B sotto la guida diRenzo Ulivieri.[3]
Il Cagliari trascorre le successive tre stagioni nelcampionato cadetto, senza riuscire a ottenere la promozione nella massima serie. Solo al quarto anno, nel2003-2004, sotto la guida tecnica diEdoardo Reja, conGianfranco Zola in campo e con in squadra giocatori comeDavid Suazo,Mauro Esposito, l'esuberanteAntonio Langella e con il ritorno del sardoGianluca Festa, i rossoblù vengono promossi in Serie A, disputando un campionato con 24 squadre, il più lungo della storia della Serie B, e arrivando secondi in classifica, a pari punti con ilPalermo che si classificherà primo per miglior differenza reti. Nella stagione successiva il Cagliari, con in panchina il debuttanteDaniele Arrigoni e trascinata dal fantasista di Oliena, gioca un campionato dai due volti, fortissimo in casa e fragile in trasferta, rimanendo a lunghi tratti nella parte alta della classifica salvo poi crollare alla fine; la squadra rossoblù chiuderà al 12º posto e raggiungerà per la terza volta nella sua storia la semifinale diCoppa Italia. Nelle stagioni successive la società sarda riesce a mantenersi nella prima divisione nazionale raggiungendo salvezze tranquille, a parte qualche eccezione come nella stagione2008-2009 con in panchinaMassimiliano Allegri e in rosa giocatori comeDaniele Conti,Andrea Cossu eJeda, la squadra sfiora la qualificazione inEuropa League classificandosi al nono posto.
Gianfranco Zola
Il 10 giugno 2014, dopo ventidue anni di presidenza, Cellino cede la totalità delle azioni del club allaFluorsid Group dell'imprenditore milaneseTommaso Giulini, il quale diventa il nuovo proprietario della squadra.[23] Il presidente Giulini affida la panchina del Cagliari all'allenatore boemoZdeněk Zeman. La rosa viene stravolta e ringiovanita in base alle scelte del neo allenatore. Purtroppo la stagione si rivela fallimentare, il tecnico boemo viene esonerato a metà campionato e al suo posto viene chiamato Zola, per poi essere richiamato dopo solo sei giornate. Il 17 maggio 2015, dopo la sconfitta casalinga 0-1 contro il Palermo, il Cagliari retrocede matematicamente in Serie B dopo aver disputato undici campionati consecutivi in Serie A. Al termine della stagione lasceranno i colori rossoblù il capitano Conti che lascerà il calcio giocato e il fantasista cagliaritano Cossu che passa all'Olbia.
Andrea Cossu
L'obiettivo dellastagione 2015-2016 è la pronta risalita in Serie A, la fascia da capitano viene ereditata daDaniele Dessena; il Cagliari, sotto la guida dell'allenatoreMassimo Rastelli, vince il suo primo campionato diSerie B ritornando dopo un anno di assenza in massima categoria. A partire dalla nuova militanza inSerie A, nell'estate 2016 la rosa si arricchisce di nuovi nomi, tra i quali figurano ilcampione d'EuropaBruno Alves,Marco Borriello eArtur Ioniță. Dopo un buon girone di andata, con ottime prestazioni soprattutto in casa, nonostante un calo nella tornata conclusiva i sardi ottengono anticipatamente e senza patemi la matematica salvezza piazzandosi all'undicesimo posto finale, migliore risultato dell'era Giulini.
La società per la stagione2017-2018 si prefigge di migliorare il piazzamento della passata stagione ma con grande sorpresa negli ultimi giorni di calcio mercato si assiste all'addio al Cagliari diMarco Borriello, rimpiazzato subito dall'attaccantePavoletti, prelevato dal Napoli e rientra in squadra Cossu dopo un'esperienza di due anni all'Olbia. L'inizio della stagione non è dei migliori; già all'ottava giornata, dopo una serie di uscite negative, l'allenatoreMassimo Rastelli viene esonerato[24] e al suo posto subentra l'uruguaianoDiego Luis López. Le prestazioni però non cambiano; la squadra viene eliminata dalla Coppa Italia dalPordenone, mentre in campionato i risultati sono altalenanti. Il Cagliari riesce a ottenere la salvezza solo all'ultima giornata, grazie alla vittoria contro l'Atalanta e, nella precedente partita, contro laFiorentina entrambe in lotta per posizioni importanti. La stagione successiva, sotto la guida diRolando Maran, termina con il 15º posto in Serie A e l'eliminazione dei sardi agli ottavi di finale dellaCoppa Italia. Nella stagione2019-2020 (anno del centenario della fondazione della squadra), sempre sotto la guida dell'allenatore trentino, si assiste ad un'incredibile prima parte di stagione della squadra sarda, che termina il girone d'andata di Serie A al 6º posto, con 13 risultati utili consecutivi, ma nel girone di ritorno il Cagliari si ritrova senza vittorie per 11 partite di fila; di conseguenza, vi è l'esonero diRolando Maran[25] e l'ingaggio come allenatore diWalter Zenga. I risultati comunque non migliorano di molto e, sebbene il Cagliari raggiunga una tranquilla salvezza, terminando il campionato al 14º posto, il presidenteGiulini si dichiara deluso dei risultati, visto le ambizioni europee della società.
Con la fine del campionatoZenga non viene riconfermato per laprossima stagione[26], che inizierà, invece, sotto la guida diEusebio Di Francesco, a cui viene offerto un contratto biennale[27]. Nonostante il Cagliari costruisca una buona squadra, nemmeno il tecnico abruzzese riesce però a far fare alla squadra il salto di qualità e al termine del girone di andata delcampionato i sardi si ritrovano quartultimi in classifica con soli 14 punti e il rischio concreto di retrocedere. Dopo una serie di 16 partite senza vittoria Di Francesco viene esonerato[28] e gli subentraLeonardo Semplici[29], che riesce ad ottenere un'insperata salvezza alla penultima giornata. Dopo un inizio di stagione negativo, il 14 settembre 2021 Semplici viene esonerato e la mattina successiva viene annunciatoWalter Mazzarri come nuovo tecnico. La stagione con il tecnico livornese però non migliora e, escluso un filotto a inizio anno solare, la squadra rimane sempre in zona rossa. Arriva anche l'esonero di Mazzarri e al suo posto viene promosso dalla Primavera l'ex terzino rossoblùAlessandro Agostini, che però non riesce ad evitare la retrocessione, la seconda della gestioneGiulini[30]. Nella stagione2022-2023 il Cagliari è una delle candidate al ritorno inSerie A e viene affidato aFabio Liverani. La squadra però si ritrova dodicesima alla fine del girone d'andata. Arriva l'esonero di Liverani e al suo posto subentraClaudio Ranieri (anche se nella 19ª giornata il Cagliari sarà allenato daFabio Pisacane). Ranieri riesce ad ottenere 35 punti in 19 partite ed il Cagliari si posiziona 5º in classifica e si qualifica ai playoff. Ai preliminari batte ilVenezia, in semifinale ilParma, e in finale supera ilBari grazie a un gol nei minuti finali e quindi viene promosso nellamassima serie.
Di seguito la cronistoria essenziale del Cagliari nel dettaglio.
Cronistoria essenziale del Cagliari Calcio
1920 - 30 maggio. Fondazione del Cagliari Football Club da parte del professor Fichera.
1920-21 - Inizio dell'attività calcistica con la partecipazione a vari Tornei sardi. Prima partita ufficiale l'8 settembre 1920 contro laTorres.
1922-23 - Unica iscritta al primo campionato sardo Terza Divisione e quindi vincitrice d'ufficio (1º titolo).
1923-24 - 1º nel campionato sardo di Terza Divisione (2º titolo).
1924 - Dalla fusione fra il Cagliari F.C. e l'Unione Sportiva Italia nasce il Club Sportivo Cagliari, che continua la partecipazione ai campionati sardi diTerza Divisione.
1924-25 - 1º nel campionato sardo di Terza Divisione (3º titolo).
1926-27 - Partecipa al campionato sardo di Terza Divisione.
1933-34 - 12º nel girone A dellaSerie B. Riammesso per ampliamento del torneo.
1934-35 - 9º nel girone A dellaSerie B. Retrocesso e finanziariamente fallito.
1935 - Il sodalizio del Club Sportivo Cagliari viene sciolto per dissesto finanziario e poi rifondato con la nuova denominazione Unione Sportiva Cagliari ripartendo dal campionato regionale delDirettorio XVIII Zona.
1936-37 - 1º nella Divisione Unica Sarda. Promosso in Serie C.
1940-41 - A causa dello scoppio dellaguerra e delle conseguenti difficoltà nelle trasferte sul continente, la società abbandona la Serie C e partecipa alla Prima Divisione Sarda, separata dagli altri tornei italiani per cause belliche, arrivando 4º.[31][32]
1943-44 - Attività sospesa per cause belliche per l'invasione angloamericana della Sardegna.
1944-45 - 1º nel girone A del campionato misto sardo.
Articolo deL'Unione Sarda del 9 gennaio 1921; nella cronaca della gara contro l'Ilvamaddalena si legge«Zorzan […] segna in favore dei rosso-bleu il primo goal», a riprova di come già dalla fondazione i colori sociali del Cagliari fossero il rosso e il blu.
I colori sociali del Cagliari sono sin dalla fondazione il rosso e il blu,[33] i colori dellacittà, riportati anche nel gonfalone e nella bandiera comunale[3], mentre i colori della maglia da gioco videro una storia più travagliata. Il primo completo indossato dai sardi era di colore bianco. Il fondatore Gaetano Fichera, infatti, essendo un medico chirurgo riadattò dei camici bianchi, che vennero utilizzati come maglia da gioco[3][34][35]. Tali divise furono utilizzate per disputare la prima sfida nella storia del Cagliari, contro la Torres.[36]
Dai quotidiani regionali dell'epoca si apprende che per i primi cinque anni di vita si utilizzarono maglie rossoblù sotto varie forme (partita,palata con strisce ciclicamente di diverse larghezze, o rossa con bordini blu) alternate ad altre maglie bianche[33][37].
Il 25 gennaio 1925, in una partita contro una selezione della46º Fanteria, comparve per la prima volta una maglia a strisce nere e azzurre, con la quale poi il Cagliari FBC disputerà il campionato regionale sardo. Tale colorazione venne adottata fino al 1928. Nella primavera di quell'anno tornò il rossoblù, che rimase poi in pianta stabile dalCampionato Meridionale 1928-1929.[38].
La tradizionale maglia casalinga del Cagliari, comunemente detta «a quarti»[35] rossoblù, indossata daGigi Riva.
Dagli anni 1930 in poi il completo di casa del Cagliari è quindi tradizionalmente rossoblù, con una maglia comunemente definita «a quarti»[35] — seppur impropriamente, essendo in realtà una divisa «partita»[39] —, ovvero rossa a destra e blu a sinistra, e generalmente con maniche a contrasto; sul dorso i colori sono invertiti. Sul lato sinistro, in corrispondenza del cuore, è inoltre presente lo stemma della squadra che per lungo tempo è rappresentato semplicemente da uno scudo bianco con iquattro mori, simbolo della Sardegna. Con l'ammodernamento dell'abbigliamento tecnico e con il variare degli sponsor tecnici, la maglia cagliaritana ha subito dagli anni 1980 delle leggere variazioni che comunque non hanno stravolto la sua struttura classica.
La maglia del secondo completo del Cagliari è tradizionalmente bianca con i risvolti rossi e blu, questi ultimi variabili nella forma e nel loro impatto a seconda delle scelte stilistiche dei vari fornitori. Tuttavia, proprio una storica divisa di cortesia cagliaritana divenne, a suo tempo, più famosa di quella casalinga. La più celebre casacca nella storia del club è infatti, sicuramente, quella sfoggiata per la prima volta sul finire deglianni 1960: bianca, con un profondo scollo rossoblù chiuso da laccetti; al tempo, questa uniforme risultò più utilizzata del primo completo, fu la maglia per antonomasia diGigi Riva, quella che portò in Sardegna lo storicoScudetto del 1969-1970,[40] e per tutto il corso degli anni 1970 rimane sempre tale.[35] Vista la particolare "fortuna" di tale colorazione, essa rimase fino al1982 la prima maglia seppur con qualche modifica rispetto alla versione degli anni di Riva e compagni.
Il terzo completo del Cagliari, da quando questo viene introdotto, subisce numerose variazioni a seconda dello sponsor tecnico. In questo senso, il primo a uscire dai canoni del rosso e blu si ritrova nel periodo della gestione diClaudio Ranieri, a cavallo tra il 1988 e il 1990, con una maglia rossa contraddistinta da una banda orizzontale bianca e blu. La divisa rossa (biennio 2003/2005 e dal 2008 a oggi) – ritenuta anch'essa, come la bianca dell'epoca di Riva, molto fortunata[35] – è la più utilizzata dalla società sarda dopo l'introduzione in pianta stabile di una terza uniforme negli anni 1990. Con il dilagare della terza divisa dagli anni 1990 in poi, si sono viste divise anche arancioni, gialle, verdi e blu notte.
Lo stemma dell'Unione Sportiva Cagliari utilizzato fino al 1971.Stemma utilizzato negli anni 1970 e 1980.Stemma dopo il restyling voluto daMassimo Cellino e utilizzato dal 1993 al 1996.Lo stemma in uso sulle maglie dal 1996 al 2010.Lo stemma usato dalla stagione 2010-2011 a quella 2014-2015.Lo stemma in uso dalla stagione 2015-2016.
Lo stemma coiquattro mori è il simbolo del Cagliari sin dalle origini nonché simbolo della Sardegna perlomeno dai tempi del dominioaragonese e, dal 1952, è anche la bandiera ufficiale dellaregione Autonoma della Sardegna. Dalla fondazione della società nel 1920 fino alcampionato 1992-1993, con poche interruzioni all'inizio di questo arco di tempo ma poi con costanza dagli anni 1950 in poi, nelle maglie da gioco figurava solamente lo scudetto con i quattro mori pur esistendo già degli stemmi ufficiali della società, rarità per il calcio italiano. Tuttavia, nel 2012, i quattro mori hanno fatto ritorno parzialmente nelle divise: dapprima nel secondo completo, in una versione stilizzata e con le teste rivolte a sinistra, appena sotto il main sponsor[3], e in seguito, nelle due stagioni successive, vengono reintrodotti nella seconda maglia bianca, al posto dello stemma societario.
Lo stemma societario dagli anni 1930 fino alloScudetto era unoscudo sannitico partito rossoblù con una bandiera dei quattro mori quadrata posta sulla parte blu e una fascia bianca in cima recante la denominazione. Con il cambio di quest'ultima si procedette a una leggera modifica con anche un ingrandimento dei quattro mori. Tali stemmi non comparvero mai nella maglia, fino a un altro restyling nella stagione1993-1994. Questo rimase solo per tre stagioni quando una sua evoluzione venne inserita all'interno di un ovale rossoblù, che segnerà un altro decennio. Dalla stagione2015-2016 è presente l'attuale stemma, creato dalla nuova dirigenza guidata dal presidenteTommaso Giulini il quale ha previsto un ritorno allo scudo triangolare, con un vistoso ingrandimento dei quattro mori, che per la prima volta sono l'elemento portante dello stemma, mentre la partizione rossoblù è limitata al contorno dello scudo. Per la prima volta nella storia inoltre i quattro mori si adeguano alla Legge Regionale del 1999 che riformò la bandiera sarda: anch'essi infatti ora guardano verso destra e hanno la benda in fronte e non sugli occhi persimboleggiare il futuro nel senso di lettura latino.[41]
Attualmente il club non ha un inno ufficiale, tuttavia dal 2022 viene trasmesso prima e dopo le partite casalinghe il branoTifo Cagliari e boh!! del cantautore Paolo Migani.[42][43] In passato vennero lanciati diversi progetti per una sua istituzione: l'ultimo di questi fu del2014, quando il 4 agosto, in occasione della presentazione ufficiale dellastagione 2014-2015, la prima dell'era Giulini, in un evento in sostegno della candidatura della città diCagliari aCapitale europea della cultura 2019, venne presentato all'Arena grandi eventi il nuovo inno ufficiale cantato daiSikitikis e intitolatoCagliari nel nostro cuore, il quale è cantato sulla musica diVoglio dormire con te, uno dei loro più grandi successi.[44]. L'inno comunque venne utilizzato dalla società di fatto solo per quella stagione e abbandonato successivamente. Nella stessa annata venne trasmessa anche la canzoneNo potho reposare nella versione cantata daAndrea Parodi e lo stesso esperimento venne ripetuto nelle prime partite dellastagione 2019-2020.[45]
Questo inno, poi dopo una stagione non più utilizzato, sostituì il vecchio inno intitolatoVoleremo, nato da un progetto diElena Ledda, ispirata dalle sonorità diAndrea Parodi (alla realizzazione parteciparono diversi artisti sardi:Le Balentes, i Menhir, Silvano Lobina, Mariangela Ledda e i Blacksoul), il quale venne presentato il 2 settembre2007 in occasione della partita Cagliari-Juventus ma che venne anch'esso scarsamente utilizzato sia prima delle partite dei rossoblù sia negli eventi collaterali. Precedentemente all'inno diElena Ledda il vecchio inno eraCagliari Grande di Mario Fabiani.
Ancor prima di questi, nel periodo dellastagione 1993-1994 l'inno fuSardi nel Mondo, scritta daPiero Marras e cantata in collaborazione con altri artisti sardi come iTazenda. Neglianni settanta venne incisaLo scudetto in Sardegna, uncanto sardo a chitarra initaliano cantato da Serafino Murru, nata inizialmente per festeggiare appunto loScudetto del 1970, e successivamente considerato un inno del club.
Lamascotte ufficiale èPully. Presentata il 14 gennaio 2023, in occasione del match casalingo contro ilComo nel campionato diSerie B, è unfenicottero rosa, animale tipico dellostagno di Cagliari e il suo nome, derivante dalpullo, il pulcino dell'animale, è stato scelto dai bambini dellaScuola di Tifo, progetto nato nel 2015 che punta a coinvolgere i tifosi più piccoli educandoli ai valori dello sport e al sostegno della squadra[46].
Il primo campo interno del Cagliari fu loStallaggio Meloni, uno spiazzo posto tra viale Trento e viale Trieste, dove erano state montate delle porte da calcio: il Cagliari vi esordì l'8 settembre 1920, battendo laTorres per 5-2.[3]. Nell'ottobre 1924 iniziò la costruzione del nuovoCampo di via Pola[3], utilizzato dalla società a partire dal 1925 fino al 1951, anno in cui la squadra si spostò allostadio Amsicora. Fu in questa struttura che il Cagliari, nella stagione 1969-1970, vinse lo storico scudetto.
Erano stati frattanto avviati i lavori di costruzione di un'arena ancora più grande e moderna, lostadio Sant'Elia, che sotto la supervisione dell'ingegnere Giorgio Lombardi venne completato nell'estate del 1970 e inaugurato già nel mese di settembre. Capace di circa 70 000 persone (compresi gli spettatori in piedi, all'epoca ammessi), l'impianto costò 1,9 miliardi dilire, dei quali un quarto venne coperto dalCONI attraverso un credito sportivo di circa 550 milioni erogato in duetranche. Lo stadio ospitò nel1990 alcune partite delMondiale, ragion per cui, al fine di consentirne la ristrutturazione in vista dell'evento, nella stagione1988-1989 l'Amsicora ospitò nuovamente le partite casalinghe diSerie C1 del Cagliari. La nuova struttura soffrì tuttavia fin da subito di deficienze infrastrutturali: le vie d'accesso erano infatti insufficienti a reggere adeguatamente il volume di pubblico della struttura e il parcheggio, in un primo momento, era capace di soli 200 stalli per autovetture. A tali problemi venne tuttavia progressivamente posto rimedio, ampliando le arterie viarie e gli spiazzi di sosta.
Dal settembre al dicembre 2003, onde consentire l'esecuzione di alcuni lavori di adeguamento al Sant'Elia, il Cagliari dovette momentaneamente trasferirsi allostadio Nino Manconi diTempio Pausania: durante il cantiere diverse tribune vennero chiuse e sostituite da altre in acciaio, erette all'interno del "catino" degli spalti sopra la pista di atletica leggera (ormai caduta in disuso). Con l'addentrarsi nelterzo millennio lo stadio vide crescere la sua obsolescenza: dall'aprile all'agosto 2012 esso venne dichiarato inagibile, obbligando il Cagliari a giocare le sue gare casalinghe allostadio Nereo Rocco diTrieste.[47][48][49]
Dinnanzi a quest'ultimo rovescio, il Cagliari si risolse ad abbandonare il Sant'Elia, decidendo di trasferirsi allostadio Is Arenas, nel comune limitrofo diQuartu Sant'Elena,[50]. Tale piccolo impianto, fino a quel momento utilizzato dalle squadre locali delSant'Elena Q.C.U. e del Quartu 2000 (a carattere dilettantistico), venne strutturalmente rivoluzionato: in poco più di cinque mesi vi vennero erette tribune supplementari in ferrotubi prefabbricati (alcune delle quali già in uso al Sant'Elia), elevandone la capienza a 16 500 spettatori[51].L'accordo col comune quartese prevedeva la concessione esclusiva di Is Arenas per tre anni al club rossoblù, previo versamento di un canone annuale di 30 000euro.[52] Tuttavia lo stadio così allestito non riesce a ottenere la piena agibilità: diverse partite si disputano infatti a capienza ridotta o a porte chiuse. Nella stagione seguente, dopo un ennesimo diniego del certificato di agibilità per l'impianto di Quartu Sant'Elena, il Cagliari opta per ritornare al Sant'Elia, che viene ristrutturato parzialmente e messo in sicurezza per consentirne l'agibilità.[53] Le tribune provvisorie vennero poi rimosse dall'Is Arenas, che venne riportato allo stato d'origine.
A seguito della formalizzazione dell'intenzione di costruzione di un nuovo stadio nella città di Cagliari, il Sant'Elia è stato infine definitivamente dismesso al termine della stagione sportiva2016-2017 ed è stata pianificata la sua demolizione e successiva ricostruzione. Nell'attesa del completamento della realizzazione del nuovo stadio, la società ha optato per costruire uno stadio provvisorio in ferrotubi rivestiti (del tutto simile al già citato Is Arenas) nell'area dei parcheggi del vecchio impianto: nacque così nel2017 laSardegna Arena, capace di 16 233, nuovo impianto casalingo dei rossoblù. Una volta terminato questo, l'impianto provvisorio sarà demolito e riadibito ad area servizi del nuovo stadio.[54]. Nel luglio2021, la società ha annunciato la partnership decennale con il gruppo assicurativoUnipol e la conseguente cessione dei diritti di denominazione sponsorizzata sia per l'impianto temporaneo sia per il futuro stadio definitivo. Con tale accordo laSardegna Arena ha assunto il nome diUnipol Domus[55].
IlCRAI Sport Center è il centro di allenamento di proprietà del Club, eretto nel 1995[56], in località Sa Ruina, nel comune diAssemini. Fino all'estate 2014 era intitolato all’imprenditore cagliaritano Ercole Cellino, padre dell'ex presidente rossoblùMassimo[57]; dopo l'acquisto della società da parte diTommaso Giulini, il centro sportivo aveva preso il nome diAsseminello[58] fino al 2023, quando è stato raggiunto l'accordo di sponsorizzazione con ABBI Group, gestore in Sardegna dell'insegnaCRAI.[59] Qui, oltre a essere sede degli allenamenti della prima squadra, si allenano e disputano le partite dei rispettivi campionati la Primavera e alcune formazioni giovanili quali gli Allievi Nazionali, la Juniores e i Giovanissimi Nazionali. Il centro ha 3 campi in erba di dimensioni regolari, un campo sintetico di dimensioni regolari, uno in erba di dimensioni quasi regolari, una palestra e una gabbia in sintetico[57]. Nel centro sono presenti una sala stampa, un centro benessere e un hotel con 15 stanze di cui dieci doppie e cinque singole, una President Suite e una Junior Suite[57]. È presente inoltre una sala conferenze che può ospitare da un minimo di 20 persone a un massimo di 150, e un ristorante che offre anche cucina internazionale[57].
Tommaso Giulini, presidente e proprietario del club sardo dal 2014
Il club venne fondato il 30 maggio 1920 comeassociazione con il nomeCagliari Football Club fondendosi successivamente, nel 1924, con l'Unione Sportiva Italia e assumendo la denominazione diClub Sportivo Cagliari, per poi sciogliersi, nel settembre 1935 per dissesto finanziario; nell'autunno dello stesso anno una nuova associazione, l'Unione Sportiva Cagliari si costituisce pagando una parte dei debiti del precedente sodalizio e raccogliendone l'eredità sportiva; dal 1967 l'associazione divenne unasocietà per azioni[60][61] mantenendo la stessaragione sociale fino al 1971, quando assunse il definitivo nome "Cagliari Calcio".[62]
Dal 18 dicembre 2019 e fino alla sua morte l'ex calciatore ebandiera rossoblùGigi Riva ha ricoperto il ruolo di presidente onorario[66], mentre il figlio Nicola è stato membro delconsiglio di amministrazione fino al febbraio 2022[67]. Nell'organo sono presenti Pasquale Lavanga, ex presidente diFluorsid, Alessandro Manunta e Stefano Signorelli.
Il vicepresidente è Fedele Usai, che nel 2019 ha affiancato e poi successivamente sostituito Stefano Filucchi, in questo ruolo dal 2014 al 2020 con l'insediamento della presidenza Giulini[68], mentre l'amministratore delegato Corporate dall'ottobre 2022 è Carlo Catte[69].
Eccezion fatta per alcune sperimentazioni passate legate all'ambito tecnico, gli sponsor sulla maglia del Cagliari — sia fornitori tecnici sia marchi pubblicitari — comparvero ufficialmente all'inizio degli anni 80 del XX secolo, con l'acquisto della società da parte di Alvaro Amarugi e la contemporanearimozione del divieto di sponsorizzazione sulle divise da parte dellaFIGC.[76]
Nel 2021 il Cagliari Calcio ha lanciato il suo Manifesto etico chiamato"Be As One", che punta a coniugare lo sport con la sostenibilità nella sua accezione più ampia e integrale, dall'inclusività alla lotta alla discriminazione fino alla sostenibilità ambientale. Il progetto racchiude le varie iniziative quali la creazione di due squadre denominate“Casteddu4Special” iscritte ai campionati federali dicalcio paralimpico, laScuola di Tifo e laCurva Futura, primo settore di uno stadio italiano interamente dedicato ai bambini, la partnership conLegambiente nell’ambito dell’attenzione alla sostenibilità ambientale inSardegna e i progetti di mobilità sostenibile in collaborazione con ilCTM, l'azienda di trasporto pubblico locale diCagliari per sensibilizzare all'utilizzo della mobilità alternativa[77].
Il settore giovanile del Cagliari è composto dalle selezioni che militano nei campionati nazionaliPrimavera 1[78],Under 17[79],Under 16[80] eUnder 15[81] e dall'Under 14 che militasotto età nel Campionato Provinciale U15. È presente poi la cosiddettaAttività di base con le squadre dall'Under 13 all'Under 8[82]. Sotto la gestioneGiulini è stato avviato anche il settore giovanile femminile, con le squadre Under 17, Under 15, Under 12 e Under 10: queste, dal2020, disputano anche il campionatosenior diEccellenza[83].
La principale peculiarità del settore giovanile cagliaritano è stata storicamente quella di essere formato quasi esclusivamente da giocatori nati e cresciuti inSardegna. Daglianni settanta ci fu un progressivo aumento di giocatori importati dall'Italia e a metànovanta si assistette all'acquisto anche di giocatori stranieri. Un ritorno alle origini ci fu a metàanni Duemila, quando un "nuovo" modello organizzativo fu creato e studiato dall'ex responsabile del settore giovanileGianfranco Matteoli, ex giocatore diComo,Inter e Cagliari, il quale prevedeva la presenza di soli ragazzi sardi[84]. Questo approccio rimase in vigore per tutto l'ultimo decennio della presidenzaCellino. Con la cessione del club aTommaso Giulini la società, sotto la gestione diMario Beretta inizialmente e di Pierluigi Carta poi, ha ripreso ad acquistare ragazzicontinentali, pur mantenendo una forte connotazione sarda[85].
A dimostrazione di ciò, dal 2014 è stata creata laCagliari Football Academy: un progetto che ha l'obiettivo di lavorare in sinergia con le realtà dilettantistiche dell'Isola, puntando a scovare e coltivare i migliori talenti isolani attraverso procedure di allenamento e metodologie condivise, promuovendo quindi lo sviluppo del calcio giovanile inSardegna e rafforzando il legame del club con il territorio. Il progetto, rivolto ai ragazzi dai 6 ai 12 anni, ha come obiettivo quello di consentire ai baby calciatori sardi e di alcune aree selezionate inItalia di crescere ed essere valorizzati al meglio già nella propria società di appartenenza. Il responsabile dell'Academy è Bernardo Mereu, ex allenatore di molte delle principali realtà sarde affacciatesi nel mondo professionistico negli ultimi 30 anni comeOlbia,Torres,Villacidrese eLa Palma[86].
Il Cagliari viene citato anche nei filmAsso del 1981, conAdriano Celentano, dove il poliziotto sardo interpretato dall'attoreSandro Ghiani discute con il commissario della partita Inter-Cagliari; inTre uomini e una gamba del 1997, commedia del trio comicoAldo, Giovanni e Giacomo, in cui viene fatta ironia sulla squadra sarda menzionando, come episodio coraggioso di Aldo, l'aver «messo 2 fisso aInter-Cagliari», ovvero pronosticando una vittoria esterna contro i nerazzurri in una schedina delTotocalcio; e inTifosi del 1999 dove lo steward di un aereo, tifoso del Cagliari, chiede il risultato finale della partita della sua squadra del cuore.
Per quanto riguarda latelevisione, i già citati Aldo, Giovanni e Giacomo realizzarono una parodia dei tifosi del club sardo duranteMai dire Gol.[88]
La rivista ufficiale del club èCuore Rossoblù: fondata nel settembre del2006 con il formatomagazine, dall'ottobre2018 esce ogni primo venerdì del mese in formatoberlinese abbinato al quotidiano regionaleL'Unione Sarda. Firme fisse del giornale sonoLuca Telese eDarwin Pastorin[89].
In 91 stagioni sportive a partire dall'esordio ufficiale di lega, risalente al 1928, il Cagliari Calcio ha disputato 44campionati di massima serie, tutti inSerie A, piazzandosi tra i primi sei posti in sette occasioni (1965,1967,1969,1970,1972,1981,1993), vincendo il titolo nel1969-1970, arrivando secondo nel1968-1969, quarto nel1971-1972. È al secondo posto tra le squadre del mezzogiorno d'Italia per numero di partecipazioni in Serie A dopo ilNapoli, e al 14º posto su un totale di 68 squadre nellaclassifica perpetua della Serie A.[9]
In base alle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria del Cagliari è il 7-0 del 3 ottobre 1948 contro laPistoiese, mentre la peggiore sconfitta è il 6-0 subito contro laGallaratese il 22 aprile 1948.[108]
Il Cagliari detiene il record di minor numero di gol subiti in un campionato a 16 squadre (11), registrato nella stagione dello Scudetto. Altri primati che riguardano la squadra sarda sono i 49 gol segnati nelcampionato 1998-1999, maggior numero di gol segnati dal Cagliari in un campionato a 18 squadre, le 17 vittorie del la stagione 1969-1970, maggior numero di vittorie in un campionato, due sconfitte subìte nella stessa stagione (contro Inter e Palermo), minor numero di sconfitte in un singolo campionato e i 76 gol subiti nel2016-2017, record negativo di gol subiti dal Cagliari in un campionato di Serie A.[109]
L'acquisto più dispendioso nella storia del Cagliari è quello diNahitan Nández dalBoca Juniors, nell'estate 2019, per 18 milioni dieuro;[110] sempre della stessa sessione di mercato è la cessione più remunerativa, quella diNicolò Barella all'Inter per 37 milioni di euro.[111]
Il giocatore che detiene il record di presenze nei campionati con la maglia rossoblù èDaniele Conti, con 434 presenze (333 in Serie A, e 101 in B), cui seguonoMario Brugnera con 328 presenze (227 in A, 101 in B) eLuigi Piras con 320 presenze (132 in A, 188 in B); il primato per quanto concerne la sola Serie A spetta ancora a Conti con 333 presenze, seguito poi daNené con 311 presenze, e daGigi Riva con 289.[112]
Il giocatore che ha segnato più reti con la maglia della squadra isolana è Riva con 164 gol (156 in Serie A, 8 in B) dal 1963 al 1976. Seguono l'honduregnoDavid Suazo con 94 centri (44 in A, 50 in B) e Piras con 87 reti (31 in A, 56 in B).[11] Riva detiene anche il record di gol nella sola Serie A, mentre Suazo il record di maggior numero di gol in un singolo campionato, con 22 reti nel2005-2006.[113]
Secondo un'indagine condotta e pubblicata annualmente da due società specializzate insondaggi ericerche di mercato, la StageUp e laIpsos, al 2023 la squadra risulta essere l'ottavo club più tifato d'Italia, potendo contare su un seguito stimato in circa 483 000 tifosi,[120] un dato in linea rispetto a rilevazioni precedenti.[121]
Nel 2013, in base alle rilevazioni ufficiali dellaLega Serie A, il Cagliari risultava l'8ª squadra d'Italia per numero di tifosi, con 446 376 sostenitori.[122] Un sondaggio indipendente effettuato dallo "Studio Grizzaffi", azienda specializzata in ricerche di mercato, e pubblicato dalla stessa nel 2015, collocava invece il Cagliari all'11º posto, a pari merito col Torino.[123]
Sebbene non siano presenti gemellaggi pubblici, presenti o passati, che vadano oltre le dinamiche del mondoultras (vale la pena citare quelli estinti conFoggia eSampdoria[124][125]), sono due le rivalità che travalicano le dinamiche delle frange più accese: una con laTorres diSassari e l'altra è con ilNapoli. Sebbene contro laTorres i rossoblù non abbiano disputato tante partite nella loro storia, se non nei primi anni di campionati sardi dopo la fondazione del1920 (e l'ultima risale alcampionato di Serie C1 nel 1989), la rivalità è causata dalle classiche dinamiche delcampanilismo isolano, essendoCagliari eSassari storicamente le due città più importanti dellaSardegna. Questa, esacerbata anche dalla nascita dei gruppi ultras precedentemente menzionati proprio in queglianni 1980, decennio in cui un decaduto Cagliari incrociò diverse volte interza serie i torresini, ha generato periodicamente diversi tumulti anche per motivi pretestuosi; vedi un'amichevole dei cagliaritani nel nord della regione, o incontri dei sassaresi nel sud dell'isola, durante la loro militanza nei campionati regionali.[126][127]
L'astio verso ilNapoli – a dire il vero per niente corrisposto a parti inverse –[128] ebbe origine neglianni 1990, esplodendo definitivamente nel giugno1997 quando il Cagliari si apprestava a giocare lo spareggio salvezza contro ilPiacenza, eNapoli venne scelta come campo neutro. Alporto napoletano e allostadio San Paolo i tifosi rossoblù, anche quelli non appartenenti alle fazioni più estreme e potenzialmente più volente, ma famiglie anche con bambini, dapprima vennero aggrediti da frange di tifosi locali che poi, durante la partita, sostennero compatti gli emiliani[129] poiché allenati daBortolo Mutti, tecnicoin pectore degli azzurri.[130] Da lì in poi nacque un'accesa rivalità a senso unico, che sconfinò pure in ambiti extracalcistici: come nel2008 quando si generarono dei tafferugli a causa dellacrisi dei rifiuti in Campania, allorché laRegione Sardegna decise di accogliere parte dei rifiuti nell'isola; il gruppo degliSconvolts utilizzò ciò come pretesto per aggredire la casa dell'allora governatore della Regione,Renato Soru.[131]
Ad oggi l'unica amicizia attiva è quella con i tifosi delLecce.[132]
^ Corrado Delunas,Torres ti amo: 1903-2003 100 anni di calcio a Sassari, Empoli, Geo edizioni, 2003.
^ Carlo Fontanelli e Salvatore Zappadu,Kentannos. Storia dell'Olbia calcio dalle origini al terzo millennio, Empoli, Geo edizioni, 2006,ISBN978-8869990465.
^ab Mario Fadda,La vera storia della maglia del Cagliari, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2016, p. 29,ISBN978-1-5239-0311-5.
^A seguito di delibera dellaFIGC, Comunicato Ufficiale n. 51 del 16 settembre 1966, in base alla quale venne stabilito lo scioglimento delle vecchie associazioni militanti nei campionati professionistici (Serie A eSerie B), con contestuale relativa nuova costituzione in veste di società commerciali munite di personalità giuridica, individuata quale condizione imprescindibile ai fini dell'iscrizione al campionato di calcio relativo alla stagione sportiva 1966-1967. cfr.Dimensione economica del calcio in Italia: origine e sviluppi.