iso:isotopo NA: abbondanza in natura TD:tempo di dimezzamento DM: modalità di decadimento DE: energia di decadimento in MeV DP: prodotto del decadimento
Ilcadmio è l'elemento chimico dinumero atomico 48 e il suo simbolo èCd. Di aspetto metallico, è tossico e relativamente raro; tenero, bianco-argenteo con riflessi azzurrognoli. Si trova nei minerali dellozinco e trova largo impiego nellepile ricaricabili.
Il cadmio è unmetallo bivalente dall'aspetto argenteo con riflessi azzurrognoli; è malleabile, duttile e tenero al punto che può essere tagliato con un normalecoltello. Sotto molti aspetti assomiglia allozinco ma tende a formare composti più esotici di quest'ultimo; così come lo zinco è simile al calcio, il cadmio ha caratteristiche simili allostronzio, ma una minore reattività.
Come lo zinco, nei suoi composti hanumero di ossidazione +2. Sono noti alcuni rari casi in cui ha numero di ossidazione +1.
Circa tre quarti della quantità di cadmio prodotta vengono usati nellepile al nichel-cadmio, mentre il quarto rimanente è principalmente usato per produrrepigmenti, rivestimenti e stabilizzanti permaterie plastiche.
Il cadmio (dallatinocadmia, a sua volta dalgreco καδμείαkadméia, calamina = scaglia di laminazione) fu scoperto nel1817 inGermania daFriedrich Stromeyer, che lo individuò tra le impurità dellacalamina, un minerale a base dicarbonato di zinco, notando che alcuni campioni impuri di calamina cambiavano colore per riscaldamento, a differenza della calamina pura.
Benché il cadmio e i suoi composti siano molto tossici, lafarmacopeabritannica (British Pharmaceutical Codex) del1907 elenca loioduro di cadmio tra i medicinali per curare "le giunture ingrossate, la scrofola e i geloni".
Il cadmio è stato anche il protagonista di un grande inquinamento del suolo e delle acque inGiappone che ha causato l'insorgere dellamalattia itai-itai.
I minerali di cadmio sono rari e si trovano in piccole quantità. Esistono anche alcuni rari minerali del cadmio quali ilsolfuro (greenockite) e il carbonato basico (otavite). Lagreenockite (CdS), l'unico minerale di cadmio importante, è quasi sempre associata allasfalerite (ZnS). Perciò il cadmio viene estratto in genere come sottoprodotto dell'estrazione e della raffinazione dellozinco e, in minor misura, delpiombo e delrame. Piccole quantità di cadmio (circa il 10% del consumo totale) provengono dal riciclaggio di rottami diferro e d'acciaio. La produzione di cadmio negliStati Uniti cominciò nel1907, ma l'uso corrente di questo elemento cominciò soltanto dopo laprima guerra mondiale.
Il cadmio che si trova in natura consiste di seiisotopi stabili. Del cadmio sono stati inoltre individuati 27radioisotopi di cui i più stabili sono113Cd con un'emivita di7,7×1015 anni,109Cd (462,6 giorni) e115Cd (53,46 ore). Tutti gli altri hanno tempi di dimezzamento inferiori a 2,5ore e la maggior parte di loro inferiore a 5 minuti. Questo elemento ha inoltre 8stati metastabili di cui i più stabili sono113mCd (emivita: 14,1 anni),115mCd (44,6 giorni) e117mCd (3,36 ore).
Gli isotopi del cadmio hanno numeri di massa che vanno da 97 (97Cd) a 138 (138Cd). La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di112Cd è lacattura elettronica con conseguente trasformazione inargento, per gli altri è ildecadimento beta con trasformazione inindio.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:leggi le avvertenze.
Il cadmio non riveste alcun ruolo biologico nel corpo umano. Sia esso sia i suoi composti sono tossici perfino a basse concentrazioni e tendono ad accumularsi negliorganismi e negliecosistemi.
I lavoratori a rischio sono:
Addetti alla produzione di leghe contenenti cadmio
Nel maneggiare il cadmio e i suoi composti è perciò importante lavorare sotto unacappa aspirante in modo da non inalarne i vapori.L'esposizione a lungo termine al cadmio dei lavoratori deibagni galvanici per cadmiatura produce seri problemi ditossicità.Le polveri di cadmio vengono assorbite soprattutto per via inalatoria e in minima parte tramite cute e mucose. Una volta assorbito, il cadmio si lega aiglobuli rossi e alleproteine plasmatiche per poi accumularsi nelfegato e neireni. In questi organi può permanere anche per diversi anni, rendendo difficile il monitoraggio biologico dell'esposizione acuta. Una volta depositato, il cadmio viene smaltito assai lentamente attraverso la via fecale e urinaria.
Il cadmio plasmatico si lega principalmente allametallotioneina, unaproteina plasmatica contenente diversi gruppisulfidrilici; la proteina contenente cadmio viene eliminata attraverso lafiltrazione glomerulare per poi essere riassorbita dalle cellule deltubulo prossimale, nelle quali provoca tossicità. La larga quota riassorbita spiega perché nelle fasi iniziali dell'esposizione il cadmio venga debolmente escreto con leurine (escrezione comunque significativa); successive e durature esposizioni fanno sì che la tossicità sullecellule tubulari porti all'incapacità da parte delrene di riassorbire il cadmio escreto, concadmiuria rilevante.
Un'esposizione a polveri di cadmio pari a 5 mg/m³ è letale in circa 8 ore; esposizioni pari a 1 mg/m³ possono invece dare una tossicità rilevante a livello dell'albero respiratorio, condispnea,tosse,febbre eastenia. L'ingestione di alimenti contaminati con cadmio provoca invece una sindrome gastroenterica caratterizza dadiarrea,nausea,vomito edisidratazione.
L'unico indicatore di dose disponibile è il cadmio urinario. Come descritto nel paragrafo "patogenesi", il cadmio urinario viene escreto sia nelle prime fasi di esposizione sia quando sopraggiunge il danno renale. Inoltre per l'immagazzinamento nelparenchima epatico e renale, la cadmiuria può rimanere elevata anche dopo molto tempo dall'esposizione. Per questo, la cadmiuria è un buon indicatore di dose solo se contestualizzato all'interno di una precisaanamnesi lavorativa.
Lanefropatia da cadmio provoca l'escrezione di diverseproteine a basso peso molecolare. Per questo, se vi è cadmiuria, ritrovare queste proteine a livello renale è un indicatore tipico di danno renale. Tra queste hanno particolare importanza laN-acetil-glucosaminidasi e la proteina legante ilretinolo; il danno renale cronico può essere sospettato ogni qualvolta laproteinuria rimanga elevata anche dopo cessata esposizione al cadmio.