Considerata la più importante delle treComunità europee, ilTrattato di Maastricht del1992 ne dispose la trasformazione inComunità europea (CE), concepita alla stregua di "Primo pilastro" dell'azione dell'Unione europea (UE). Con l'adozione delTrattato di Lisbona il 1º dicembre 2009 essa, formalmente, non esiste più essendo stata assorbita dall'Unione europea.
È il nome che ha avuto la CEE (Comunità Economica Europea) dall'entrata in vigore delTrattato di Maastricht (1º novembre1993) fino all'entrata in vigore delTrattato di Lisbona (1º dicembre2009) che l'ha formalmente soppressa. La sigla della Comunità europea era CE. La contrazione del nome dell'organizzazione internazionale tramite l'eliminazione del termine "Economica" fu dovuta ad un chiaro intento di espansione delle competenze della Comunità, non più legata meramente all'aspetto economico, ma intesa in modo che potesse abbracciare, col tempo, molte e diverse discipline verso l'anelata - ma mai, finora, compiuta - unione politica.
La CEE aveva nei suoi obiettivi l'unione economica dei suoi membri (Belgio,Francia,Italia,Lussemburgo,Paesi Bassi, eGermania Ovest), fino a portare ad un'eventuale unione politica. Lavorò per il libero movimento dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali, per l'abolizione dei cartelli e per lo sviluppo di politiche congiunte e reciproche nel campo del lavoro dello stato sociale, dell'agricoltura, dei trasporti, del commercio estero.
Dal1973, con l'ingresso di Regno Unito,Irlanda e Danimarca nella CEE, EFTA e CEE negoziarono una serie di accordi per assicurare uniformità nelle politiche economiche delle due organizzazioni, sfociata infine nell'accordo per loSpazio economico europeo (SEE). Dal1995 solo 4 membri (Islanda,Liechtenstein eNorvegia, non laSvizzera, che ha comunque stipulato trattati bilaterali) che non sono entrati nell'UE rimangono nell'organizzazione SEE.
Secondo ilTrattato di Maastricht, la Comunità europea ha l'obbligo di promuovere nell'insieme della Comunità:
uno sviluppo armonico, equilibrato e sostenibile delle attività economiche
un livello elevato di occupazione e di protezione sociale e pari opportunità tra donne e uomini
una crescita duratura e non inflazionistica
un elevato livello di competitività e di convergenza dei risultati economici
un livello elevato di protezione e di miglioramento della qualità dell'ambiente, l'innalzamento del livello e della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri
Per perseguire tale risultato, la CE elabora un insieme di politiche settoriali, in particolare in questi settori:
La CEE/CE è formata da quattro istituzioni principali:
Assemblea, composta dai rappresentanti dei popoli degli Stati membri la cui elezione era asuffragio universale diretto.
Consiglio, composto dai rappresentanti degli Stati membri. Il suo compito consisteva nel coordinare le politiche economiche generali degli Stati membri. Disponeva di un potere decisionale pari a un potere legislativo.
Commissione, inizialmente composta da 9 membri scelti dai governi degli Stati membri in base alla loro competenza, era l'istituzionesopranazionale.
Corte di giustizia, assicurava il rispetto del diritto nell'interpretazione e applicazione del Trattato.
La CE rappresenta il primo pilastro dell'Unione Europea che è caratterizzato dal "Metodo comunitario" che ne definisce il modo di funzionamento istituzionale.Nel rispetto del principio di sussidiarietà, il metodo funziona su una logica d'integrazione ed è caratterizzato da questi elementi:
monopolio del diritto d'iniziativa della Commissione
ricorso generalizzato al voto a maggioranza qualificata in sede di Consiglio.
ruolo attivo del Parlamento europeo (pareri, proposte di emendamento, ecc.).
uniformità di interpretazione del diritto comunitario a cura della Corte di giustizia.
Il metodo comunitario si contrappone al "Metodo intergovernativo", funzionante nel secondo e nel terzo pilastro dell'UE.
Lefonti del diritto comunitario derivanti dall'attività della Comunità europea possono produrre attivincolanti enon vincolanti. Gli atti non vincolanti sono leraccomandazioni CE (ossia degli inviti rivolti agli stati membri ad assumere un certo comportamento) e ipareri (espressione del punto di vista di un organo europeo su una determinata questione). Quelli vincolanti sono invece iRegolamenti, leDirettive e leDecisioni.
I Regolamenti hanno le caratteristiche tipiche delleleggi nell'ordinamento interno degli stati. Sono generali, ossia non sono rivolti a soggetti determinati, ma hanno la caratteristica della generalità e dell'astrattezza. Sono obbligatori, ossia, salvo diversa disposizione del Regolamento stesso, devono essere applicati nella loro totalità dagli stati membri. Il fatto che siano atti di applicabilità diretta implica che non sia necessario, e neppure ammesso, un atto dello stato che ne ordini l'esecuzione nell'ordinamento nazionale.
UnaDirettiva è un atto normativo non generale, ma rivolto in particolare ad uno (o più) degli Stati membri. Pone allo Stato a cui è rivolta l'obbligo del raggiungimento di un determinato risultato o standard, lasciando discrezionalità agli organi nazionali in merito ai mezzi da utilizzare. Molto spesso, comunque, la Direttiva detta discipline particolareggiate e precise, al fine di limitare la totale discrezionalità dello Stato.
Le Decisioni hanno le caratteristiche tipiche delprocedimento amministrativo nell'ordinamento degli stati. Tutti gli elementi di una Decisione sono obbligatori e direttamente applicabili, come i Regolamenti ma, a differenza di questi ultimi, sono rivolti a specifici soggetti, come uno Stato membro o unapersona giuridica.
Dal 2008:Svizzera (non facente parte dell'Unione europea) e per i controlli aeroportuali dei 9 paesi entrati a far parte degli accordi di Schengen l'anno prima (25 paesi)
L'unico paese dell'Unione europea che ha unopt-out riguardo all'adozione dell'euro è laDanimarca, mentre laSvezia non ha una clausola di opt-out ma lo applica "de facto".
Un passo avanti nello sviluppo dell'UE, necessario per permettere il funzionamento dell'Unione a 27, si è avuto con l'adozione delTrattato di Lisbona, che è, oggettivamente, un regresso rispetto alla più avanzataCostituzione Europea.
IlTrattato di Lisbona, come laCostituzione europea, prevede l'abolizione formale dei tre pilastri e la "comunitarizzazione" del secondo e terzo pilastro che funzioneranno colMetodo comunitario, ad eccezione delle disposizioni in materia di difesa comune.
IlTrattato di Lisbona si distingue però dallaCostituzione europea per il meccanismo di opt-out nel 3° pilastro ottenuto dalla Gran Bretagna e dall'Irlanda, la precisazione del "carattere specifico" della PESC, il semplice rinvio alla Carta dei diritti fondamentali, rispetto alla quale Gran Bretagna e Polonia hanno ottenuto la facoltà di opt-out. Non si fa inoltre cenno ai "simboli" dell'Unione.
Tutte queste caratteristiche (e altre) rendono "meno europeistico" il Trattato di Lisbona che, comunque, unifica CE ed Euratom e apporta altre piccole migliorie, oltre ad essere indispensabile per il funzionamento dell'Unione.
Legge6 febbraio 1996, n. 52, in materia di "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - legge comunitaria 1994."